Quella sciagurata volta che masterai una one-shot di Cyberpunk2020
Ho una premessa da fare. A seguito di questa oneshot nel mio party abbiamo coniato un nuovo concetto. Ovvero "Barboni". Cosa è Barboni? Barboni è una situazione. Qualsiasi situazione in un'avventura facilmente evitabile che potrebbe portare a grosse deviazioni della storia se non alla sua conclusione prematura, tutto a seguito di pessime scelte o stupide idee. Esempio: Un necromante del terrore che evoca dei non-morti nella città più legale dell'ambientazione davanti al tempio di Lathander, è Barboni. Un ladro che sceglie di rubare la corona del re durante il banchetto reale, anche quello è Barboni. Il necromante che decide di farsi accompagnare dal paladino di TYR ad un mercato nero di oggetti magici, scatenando il putiferio con tanto di paladino che urla a tutti di consegnarsi in nome della legge. Anche quello è Barboni. Il tibbit che si trasforma in gatto nel tempio di una divinità marina dove hanno il terrore dei felini, rischiando di essere linciato dal chierico quasi epico a capo dell'ordine? Barboni anche questo. Ma tra poco capirete meglio a cosa alludo e come si è generato il tutto.
Questi i pg che avevo creato per i miei giocatori. Alcuni un po' fuori dall'immaginario classico di CB2020 e dire che alcuni sono stereotipati vorrebbe dire usare un eufemismo bello e buono! L'intenzione era mischiare serietà-dramma-ironia-comicità in parti uguali, per non far annoiare troppo quelli che non sembravano amare troppo il setting. Ed anche per appagare il nostro spirito da cazz0ni :V
- Abdul, il tecnico bombarolo dai fazzoletti bomba. Il Tempo non è mai stato così esplosivo!
I tuoi genitori, marocchini, erano dediti alla Causa del grande Allah e ti crebbero in questo modo, inculcandoti fanatismo ed estremismo nel cervello. Un giorno, quando eri poco più che diciassettenne i tuoi ti salutarono amorevolmente ed uscirono di casa per non tornare mai più. Avevano servito Allah, così ti dissero, ma tu sapevi cosa questo volesse dire: si erano infilati dei giubbotti imbottiti di esplosivo e si erano fatti saltare chi sa dove. Ben presto cominciasti a nutrire dubbi su questa pratica, potevi essere molto più utile alla causa senza farti saltare per aria!
Cominciasti a lavorare con gli esplosivi, prima con il più comune tritolo, o TNT, e poi con il più avanzato C6, un esplosivo plastico molto all'avanguardia; pratico, sicuro da trasportare e da maneggiare. Con il passare del tempo il tuo gruppo passò dall'effettuare piccoli attentati con lo scopo di generare il caos a colpire persino istallazioni e convogli militari. Tu eri quello che si occupava di preparare gli esplosivi ma solo raramente avevi il compito di andare sul campo per piazzarli di persona e puoi contare sulle dita di mezza mano gli scontri a fuoco a cui hai partecipato. Con gli anni entraste nel mirino dell’Interpol e durante un attentato i tuoi vennero presi e tu riuscisti a dartela a gambe unicamente perché eri rimasto indietro. Per sfuggire alle grinfie dell’Interpol europea, che aveva allungato i suoi artigli su tutta l’Africa, pensasti bene di fuggire nel continente americano.
Lì ti nascondesti e durante i tuoi vagabondaggi nello sprawl di Night City incontrasti per caso un vecchio e folle prete cristiano ambulante. All’inizio ti fermasti unicamente per prenderti gioco di lui e delle sue stupide credenze, ma dopo un po’ iniziasti ad essere affascinato dalle sue parole e dai suoi vaneggiamenti. Senza neanche rendertene conto ti fermasti tutta la notte ad ascoltarlo ed a parlare con lui, una figura che fino a qualche giorno fa rappresentava il tuo acerrimo nemico. Ti rendesti conto di aver creato molta sofferenza con i tuoi esplosivi, in nome di cosa poi? Iniziasti a credere che un dio benevolo non dovrebbe volere vedere sofferenza, siano essi figli suoi o meno. Rimanesti con lui per molto tempo iniziando un processo di conversione che terminò con l’abbandono della fede mussulmana.
Provasti a vivere come uno dei tanti ambulanti di quelle zone, vendendo fazzoletti e lavando i vetri agli incroci. Ma era dura ed erano più le volte dove la gente provava a metterti sotto che quelle dove si fermavano effettivamente. Passasti un anno intero di stenti dove se eri molto fortunato riuscivi a fare mezzo pasto in un giorno.
L’unica opzione per non morire di stenti era quella di sfruttare l’unica cosa in cui eri capace, gli esplosivi. Ma non volevi tornare a far del male a persone innocenti, come avevi fatto in passato. Eri cambiato. Sapevi di essere comunque destinato all’Inferno per i tuoi terribili peccati ma, se proprio dovevi tornare a quella vita ti saresti assicurato di far soffrire solamente altri peccatori. Altri criminali come te.
Non sei mai stato un vero e proprio uomo d’azione, ti serviva una squadra per poter tirare avanti in quel mondo di merda fatto di assassini, criminali, sociopatici e psicopatici assetati di sangue. Ti sei così unito ad un gruppo di mercenari già esistente.
Da quel giorno è passato un intero anno!
- Juan Carlos Garcia, il nomade tassinaro messicano
Vieni alla luce ad El Paso, sul vecchio confine con il Messico, nasci nella sporca vasca di un monolocale fatiscente e putrido. Tua madre era una putt@na come tante ad El Paso e tu sei stato concepito per caso mentre batteva, tuo padre un cliente, un uomo disperato che non sarebbe mai più tornato in città dopo quella notte. Tua madre ti crebbe come potette, con non pochi problemi visto l’alcolismo e la tossicodipendenza, aveva poco più di venticinque anni. Cercava come poteva di tenerti lontano dalla realtà locale piena di violenza, dove le gang messico-americane regnavano incontrastate, ma non poteva permettersi di mandarti a scuola. Roba per pochi ma soprattutto ricchi. Due giorni dopo il tuo tredicesimo compleanno ti svegliasti e trovasti tua madre fredda sul divano di casa, con ancora un’ipodermica conficcata nel braccio. Overdose. Un mix letale di alcol e droga in quantità eccessive se l’era portata via per sempre.
Rimasto da solo, tutti gli sforzi di tua madre di tenerti sulla buona strada andarono a puttane. Cominciasti a vivere di furti e taccheggi fino a quando non entrasti a far parte di una delle tante gang locali, i Desaparecidos. Come prima cosa ti tatuarono, con inchiostro luminoso, su tutta la schiena lo stemma della gang, un sugar skull (teschio messicano decorato) con un grosso punto interrogativo rosso sopra.
Passi molto tempo nella gang, quasi una dozzina di anni ed in quel tempo ne hai scalato i ranghi, divenendo uno dei luogotenenti locali. Ma alla fine di questo periodo in uno scontro a fuoco particolarmente acceso un proiettile calibro 50 BMG ti disintegra l’orecchio destro grattando contro il tuo cranio. Hai sfiorato numerose volte la morte in questi anni ma in quel momento hai capito una cosa. Mentre crollavi sulle ginocchia assordato, con le tempie che ti impazzivano per il dolore ed il sangue che colava ovunque, capisti che tua madre in fondo aveva ragione. Non volevi morire in questo modo, disteso sull’asfalto rovente con un paio di colpi nello stomaco. Così quando ti riprendesti lasciasti la gang e partisti per un lungo viaggio verso nord, verso il centro america. Ti desti una ripulita e riuscisti a farti assumere in un’agenzia di taxi.
Due anni più tardi raccogli sulla tua auto una donna e lì scatta il colpo di fulmine. Ti sembrò la donna della tua vita, con le sue stupende labbra carnose ed i suoi capelli corvini che sembravano dotati di vita propria. E per qualche assurdo motivo anche lei sembrò catturata dal tuo sguardo. Iniziaste a vedervi e prima ancora che ve ne rendeste costo vi sposaste in un impeto di passione. Tutto andò bene per i primi anni ma poi la passione diminuì e solo allora vi scopriste realmente, forse non eravate realmente fatti per stare insieme. Forse nessun filo rosso collegava le vostre anime. Dopo nove anni di matrimonio lei non faceva che urlarti contro dalla mattina alla sera e quando lei non poteva sentirti il suo soprannome era “la stronz@”. Alla fine divorziaste ed ovviamente quello che ci rimise fosti tu; quando hai una terza, un bel culo e la capacità di piangere a comando è difficile non averla vinta in aula.
Continuasti con la tua vita da tassista per anni, con qualche storiella passeggera e non rare frequentazioni di night club e putt@ne. Un anno dopo la mezza età decidesti di averne avuto abbastanza di lavorare solamente per dare a campare alla stronz@, così con due folli tizi occhialuti incontrati per caso mettesti su una piccola banda per andare avanti conducendo una vita sul filo del rasoio!
Da allora sono passati cinque anni e da tre siete diventati sette!
- KittyCrash, la net-runner tossicomane con la passione per i neko-gadget
Sei cresciuta per la strada, in povertà, in un'immensa discarica di deck ed elettronica varia. Il primo ed unico giocattolo che ricevesti venne da tuo padre, prima che venisse ucciso a suon di nocche corazzate da un booster ubriaco in cerca di qualche eurodollaro facile. Il giocattolo non era nulla di più di un vecchio gatto robotico che aveva rimesso in funzione solamente per te. A volte faceva un po' le bizze e poteva capitare di prendere la scossa, ma era un vecchio modello di lusso nonostante tutto. Da qui è iniziata la tua ossessione per i gatti, non sai neanche tu il perché. Forse ti rassicurano in un universo cupo e tetro che di rassicurante non ha nulla.
Sei cresciuta in mezzo all'elettronica e hai fatto di questo la tua specialità, iniziando dagli scarti, dai vecchi pezzi danneggiati e da quel poco di hardware funzionante che tuo padre ti aveva lasciato. La tua vita sarebbe dipesa da quello e tu lo sapevi, a meno di non voler iniziare a vendere il culo per pochi eurodollari in un vicolo buio. Ma non era facile e ben presto iniziasti a cercare un modo per evadere la realtà. All'inizio, o quando eri al verde, ripiegavi sull'odorare carburante per AV (velivoli a spinta vettoriale) in piccole bottigliette di plastica. Qualche centilitro per un paio di eurodollari. A volte potevi permetterti della meta o se facevi il colpaccio persino una dose di speedboost.
La vita era dura e nello sprawl così come nella matrice vigeva la legge del più forte, se eri debole venivi schiacciata e sfruttata dagli altri. Non potevi permetterti di essere debole o di avere un animo gentile. L'ambulante che ti chiedeva qualche eurodollaro per mangiare avrebbe potuto seguirti fino a casa decidendo di volerne altri, a costo della tua pelle. Sei cresciuta senza scrupoli, sei maturata in fretta; la tua mente molto più in fretta del tuo corpo. Ti sei fatta tatuare, ti sei modificata una parte del cervello e ti sei fatta innestare spinotti neurali sia ai polsi sia dietro la nuca. Nella matrice la conoscenza e la spietatezza non sono tutto, la velocità non viene seconda a nessuna. KittyCrash è diventato la tua icona ed il tuo marchio di fabbrica, ti sei fatta un nome nell'ambiente. Come una tosta, capace ma anche infida e vendicativa.
Eri molto brava, al punto da fare il passo più lungo della gamba e sottovalutare l'I.A. di difesa della Harimadara. Volevi una sfida e violare i sistemi della corporazione che regnava su Los Angeles ti era sembrata un'ottima idea. Cristo, se solo tu ci avessi pensato sopra due volte. Le cose andarono di merda e riuscisti a disconnetterti dalla rete giusto un attimo prima di essere presa dal Mastino. Eri salva, fuori dalla matrice, ma sapevi che il segugio virtuale era lì fuori ad aspettarti sul nodo in attesa di un tuo nuovo log in. E sapevi che l'Harimadara non apprezzava per nulla le intrusioni... ed ora sapevano il punto esatto da dove ti eri connessa.
Così raccogliesti le tue cose e fuggisti il più lontano possibile da casa tua per non farci più ritorno. Eri fortunata per un motivo, nata nel laboratorio di un bisturi clandestino il tuo nome non venne mai registrato in alcun registro.
Da allora sono passati due anni e da poco ne hai fatti venti. Ti sei unita ad un altro gruppo di anime tormentate, fuorilegge e criminali, tutti abbastanza folli da vivere come te una vita sul filo del rasoio.
- Lello, il solitario italo-americano e mammone. Lello spar'!
‘A Mamm è semp ‘a Mamm.
Tutti la chiamano Mamma e nessuno osa chiamarla in altro modo, ma tu fortunatamente sei uscito per davvero dalla sua sottana. Eri l’ultimo di sedici figli tra fratelli e sorelle, per l’esattezza eravate sei maschi e nove femmine. Fin dalla tenera età hai iniziato a provare astio nei confronti dei tuoi fratelli che ti trattavano sempre come l’ultima ruota del carro, ti bullizzavano e ti usavano come capro espiatorio. In famiglia i tuoi fratelli ti trattavano di merda, ma per la strada eri uno dei figli di Mamma e nessuno poteva permettersi di fare il guappo con te. Hai fatto il teppistello fino all'ultimo giorno dei tuoi sedici anni. Infatti nel giorno del tuo diciassettesimo compleanno la Mamma ti ha iniziato agli affari della Famiglia e degli adulti. Il tuo primo compito è stato quello di gambizzare un commerciante del quartiere che si era rifiutato di pagare per la vostra protezione, compito che hai portato a termine diligentemente e senza fare domande. Anche se sei il figlio di Mamma lei non faceva regali a nessuno e fin dall'inizio ti sei dovuto guadagnare il tuo posto e la tua posizione nella famiglia. Non sei mai stato troppo furbo, forse per via delle troppe botte in testa prese da piccolo, ma ad uccidere non eri affatto male. E quando si trattava di fare qualche assalto punitivo con il tempo la Mamma iniziava ad affidarsi sempre di più a te, ricevesti anche una piccola posizione di comando nella famiglia.
Poi con quel fottut0 colpo in banca tutto cambiò, mandasti tutto a putt@ne e manco sai il come. Il tutto finì con la testa di Chantal aperta in due da un calibro 12 e Ciruzz preso dagli sbirri. Rispettivamente tua sorella e tuo fratello! Riuscisti a dartela a gambe ma non senza beccarti un paio di palle nel braccio. Il medico di Famiglia avrebbe potuto rimetterti il braccio a posto ma tu NO! Un braccio di titanio era più figo! Volevi essere come Gig Robò! Con tanto di turbomissili nel braccio!
Mamma era incazzata come una bestia e quando ti rimettesti dalle ferite te ne diede talmente tante che pensasti volesse ucciderti. Da quel giorno ti mandò a fancul0 per la tua strada, Mamma non concede seconde occasioni, neanche ad uno dei suoi figli.
Lasciasti Little Italy e cambiasti città, ti mettesti in proprio e lavorasti da solo fin quando non sentisti che una banda cercava un solo, un braccio armato per le loro operazioni. E tu ti eri un po’ scocciato di ammazzare gente in vicoli bui che puzzavano di piscio e vomito per pochi eurodollari... e poi non ti è mai piaciuto stare da solo. Alla fine si nu piezz e'cor e ti piace a stare nel bordello e dove ci sta la movida! Ma ti piace anche ammazzare la gente e per questo alla fine il gruppo ti prese a bordo.
Da allora sono passati tre anni e ti sei reso conto che sei quasi completamente calvo anche se hai poco più di trent’anni. Troppe botte in testa ti ripeti!
- Remì Martin, il tecnico francesotto dei droni ex vegan-terrorist
Sei nato in una famiglia agiata e hai avuto la possibilità di studiare e di laurearti. Poco dopo la laurea, intorno ai venticinque anni, riuscisti ad entrare a far parte del dipartimento di tecnologia dell’università dove ti eri appunto laureato, l’Arizona State University. Resti lì per numerosi anni come ricercatore, ti piace ed è la vita che ti sei scelto ma, l’Università non ha a disposizione molti fondi per la ricerca e questo non ti permette di essere creativo. Così quasi un decennio dopo la laurea vieni notato dalla Harimadara e ti viene fatta una proposta. Una di quelle proposte che non puoi rifiutare e tu di certo non volevi assolutamente rifiutare l’offerta della corporazione leader del settore. Ricerca e sviluppo è il settore a cui vieni affidato, quasi un paradiso con fondi praticamente infiniti. La tua specialità sono i droni ed è per questo che ti hanno voluto. Dopo sei anni vieni promosso capo-ricercatore del settore R&D. Coinvolto da un collega diventi vegano per questioni puramente etiche. Con il tempo ti circondi sempre di più di persone, simili a te, ma molto più estremiste nelle loro idee. Inizi a frequentare i loro circoli ed a partecipare alle loro riunioni, trovandoti sempre più d’accordo con le loro idee e mozioni. Al lavoro il tuo fanatismo si fa sempre più palpabile ed inizi ad osteggiare, come capo-ricercatore, ogni progetto che abbia anche la più minima connotazione negativa secondo il tuo idealismo. Alla fine l’Harimadara ti solleva dal tuo incarico e vieni licenziato. Questo non fa altro che radicare ancora di più il fanatismo in te, ti associ a molti eco-terroristi e diventi uno di loro, partecipando sempre di più ad azioni aggressive rivolte verso aziende o corporazioni “colpevoli”. Passa poco tempo prima che la tua faccia inizi a circolare nei registri della polizia metropolitana e corporativa, eri un ricercato.
Ma dopo quattro anni di lotte inutili ti rendi conto che tutti voi stavate solamente combattendo contro un immenso e gigantesco mulino a vento. Col tempo inizi a disilluderti ed il tuo estremismo cala di intensità piano piano fino alla decisione di lasciare tutti quei gruppi.
Ma ormai era tardi, eri ricercato e l’unica vita che ti restava era nell’ombra e lontana dalla luce. La normalità non era più per te. In quegli anni di vita adrenalinica tutto questo ti era entrato nelle vene e l’unica opzione che trovasti per tirare avanti era quella di darti al crimine. Formasti con altre persone una piccola banda, prima eravate in tre, ma da allora sono passati cinque anni ed ora siete in sette. Non ti piacciono le persone e non le comprendi, non come fai con le macchine. Le macchini sono semplici a confronto, le preferisci. Non ti trovi a tuo agio con le altre persone, ma loro sono la tua banda e sai in fondo in fondo di poterti fidare, almeno della maggior parte di loro… o così credi!
- Sasha Volskaya, il solitario e killer russo super-sociopatico. L'unico personaggio veramente serio che ho creato per la one-shot. Personaggio che ho affidato al giocatore più cazz0ne del gruppo. Ancora mi domando come mi sia venuta questa folle idea!
Alla nascita ti abbandonarono in un orfanotrofio e così scopristi quanto la vita fosse una merda ancor prima di capire cosa significassero queste parole. Ma poteva andarti peggio, potevano chiuderti alla nascita in una busta di plastica e gettarti in un cassonetto.
All'orfanotrofio si presero cura di, per modo di dire, solamente perché avevano ricevuto una donazione per farlo; probabilmente dei tuoi per scrupolo di coscienza, ma non scopristi mai i loro nomi ne ti venne mai in mente di cercarli. Avevi un letto e due pasti caldi al giorno, con un surplus di violenze corporali ed ogni tanto qualche abuso. Quello che accadeva lì dentro, rimaneva lì dentro. A sedici anni vieni cacciata fuori letteralmente a calci in culo, niente più obblighi legali a costringerli a mantenerti. Ma poteva andarti peggio, molti ci crepano in quelle strutture.
I successivi due anni li passasti per la strada a vivere di furti, taccheggi ed espedienti fin quando non rispondesti ad un annuncio virtuale di arruolamento della Balalaika, la grande corporazione che regna su Mosca. Hai grande autocontrollo, una mano fredda ed una mente analitica, dopo l’addestramento iniziale ed un breve periodo sul campo passasti subito al reparto per i tiratori scelti. Quelli come te, con un talento innato, erano uno su mille, forse anche di meno. Passasti i successivi anni a combattere l’ultima Grande Guerra delle Corporazioni nell’asia del sud, contro l’americo-nipponica corporazione Harimadara. Quando i combattimenti iniziarono a farsi più blandi tornasti in Russia solamente per iniziare un nuovo tipo di guerra. Fecero di te uno dei loro ninja aziendali, assassini silenziosi che agivano nell’ombra. Eri appena diventato uno degli artigli invisibili della Balalaika. Ti spedirono prima in giappone ad eliminare alcuni funzionari nella sede nipponica della corporazione rivale e poi in america. Lì la tua vita svoltò per sempre. Trovasti il tuo bersaglio e lo uccidesti, ma non sapevi che nel frattempo le due corporazioni, eterne rivali, avevano stretto una tregua di guerra. La Balalaika usò la tua testa come segno di buona fede, consegnando tutte le loro informazioni su di te alla Harimadara, con la scusa che eri un cane sciolto fuori dal loro controllo. I nippo-americani mandarono un loro agente, ma l’uomo ti sottovalutò e finì a pancia all’aria con un terzo occhio in fronte. Da allora ti sei nascosta, eri intelligente ed avevi un piano B nel caso le cose fossero andate storte. Cessasti ogni tipo di attività e ti desti alla macchia.
Ma il denaro che avevi messo da parte non era infinito e dopo due anni fosti costretta a cacciare la testa fuori dal buco. Ma non potevi farti notare, per ora eri fuori dai radar ma mai fuori dai loro registri e sapevi benissimo che ognuno dei loro ninja aziendali aveva la tua immagine marchiata a fuoco nella loro mente. Non potevi farti notare come mercenario solitario, non potevi agire da sola e rifarti un nome nel campo in cui eccellevi. Alla fine ti avrebbero notato. Così decidesti di unirti ad un gruppo ed agire nella notte insieme a loro. Da allora sono passati due anni. Non ti sei mai fidata di nessuno e neanche di loro, continui ad avere un piano B nel caso le cose vadano male. Ma tutto sommato quei sei disgraziati ti sono quasi simpatici. Ognuno di loro fugge da qualcosa, come te, e sai benissimo che una volta che si inizia a fuggire non la si smette più. Ma con loro almeno avrai della carne da cannone davanti prima che le cose inizino ad andare di merda anche per te!
In Russia, tra gli uomini della Balalaika avevi un soprannome, Misha. L’orso. Ed i tuoi nuovi compagni sanno benissimo quanto sai essere feroce se stuzzicata.
- Viktor von Raichensztein, il tecnomedico con i capelli schizzati e gli occhi a palla. ZI PUÒ FAREEEE!
Nasci in una piccola famiglia medio-borghese che spese tutti i loro risparmi per permettere al loro unico figlio, cioè tu, di studiare medicina. Ti laurei in medicina con specializzazione in chirurgia. Inizi subito il tirocinio e dopo poco più di tre anni sei già chirurgo. Ci credevi realmente! Volevi realmente salvare delle vite, volevi salvarle tutte ed ogni volta che perdevi un paziente andavi in crisi. Dopo cinque anni quello che facevi non ti bastava più, facesti richiesta per passare al reparto di chirurgia di Pronto Soccorso dell’ospedale dove lavoravi. Se volevi salvare delle vite quello sarà sicuramente il posto giusto! O almeno così ti dicevi…
Ma ovviamente non potevi salvarli tutti, lo capivi ma non lo accettavi. A volte, quasi come scherzo del fato, i pazienti arrivavano già morti all’ospedale. Le avioambulanze erano veloci ma non infallibili. Con il passare del tempo ti rendesti conto che neanche quello era il posto che faceva per te, così tentasti l’ultimo approccio, il più drastico. Facesti richiesta per diventare uno dei medici di bordo del TraumaTeam, eri un medico\chirurgo molto capace ed avevi ottime referenze, così accettarono. Ti assegnarono, come ti aspettavi, ad una delle loro avioambulanze. Gli AV (velivoli a spinta vettoriale) del TraumaTeam erano avioambulanze corazzate e personale militare. Lì ti sentisti a tuo agio ed iniziò a sembrarti di fare realmente la differenza, di combattere in prima linea per salvare delle vite. Filò tutto liscio fin quando durante un recupero particolarmente pericoloso non accadde il peggio ed il tuo AV venne abbattuto da un figlio di puttana con un lanciarazzi. L’AV si schiantò al suolo e sopravviveste solamente in due: tu e la guardia Arasaka. Ma la tua sopravvivenza ebbe un costo, il tuo occhio destro venne ferito da una scheggia volante ed il tuo braccio destro rimase tranciato tra le macerie. Eri vivo per miracolo, letteralmente.
Dopo l’incidente iniziarono gli incubi costanti ed i flashback improvvisi di quei terribili momenti e dei minuti passati nel velivolo accartocciato e distrutto, ti facesti più aggressivo ed iniziasti a ripudiare sempre di più la medicina che ti aveva condotto a tutto ciò. Ti venne diagnosticata una sindrome post-traumatica da stress (PTSD). Passasti alcuni anni in quello stato e solamente un cocktail di psicofarmaci (droghe di fatto ma non di nome) riuscirono a tirarti fuori da quello stato. Ma eri cambiato. Eri cinico, disilluso, avevi perso tutta quella voglia che avevi di vivere e di salvare le persone.
La carne è debole! ti rendesti conto che la medicina classica da sola non poteva rimediare a questa mancanza fondamentale. Ma la cybertecnologia poteva farlo! Il titanio ed il myomar potevano riuscire dove la debole carne umana falliva! Così ti rinchiudesti in un piccolo laboratorio improvvisato a studiare ed a fare ricerche. Dovevi cercare, dovevi capire. Il tuo occhio cieco ed il tuo braccio monco erano un perpetuo fardello e promemoria di quello che dovevi raggiungere.
Quando infine ti sentisti pronto, otto anni più tardi, iniziasti la tua Gloriosa evoluzione! Il tuo occhio cieco divenne bionico ed il tuo braccio monco venne sostituito da un letale braccio cibernetico che aveva lo stesso aspetto di quello che avevi un tempo, all'apparenza sembrava umano. Ma quella trasformazione si era portata via tutti i soldi che ti erano rimasti. Con la PTSD eri stato dichiarato inabile al servizio medico e molti dei tuoi nuovi innesti erano illegali. Non potevi neanche lavorare come bisturi illegale in solo, non avendo un posto dove farlo. Così con altri due edge-runner formasti una piccola banda di criminali. Da allora sono passati ben cinque anni e da tre siete diventati sette!
Nota: Si, come avevo detto quasi tutti i pg si basano su uno stereotipo particolare, alcuni anche sfiorando temi particolari o delicati. Come l'italo-americano mafioso, il messicano membro di una gang o l'ex-mussulmano bombarolo.
Nota.02: Si, molte di queste sono scritte un po' ad-cazzum ma ho un'attenuante! Non erano pensate per essere lette da gente al di fuori del mio solito party di gioco.
Ma ora torniamo alla one-shot ed alla storia che dovevo raccontare...
La Oneshot che avevo progettato era molto semplice. I personaggi, che già si conoscevano, vengono contattati per un lavoro e devono incontrare il loro cliente dietro il magazzino #17 del porto di NightCity. L'incontro al porto è un cliché, non poteva mancare. Lì scoprono un misterioso uomo, chiamato Il Demiurgo, difeso da un piccolo esercito di uomini in tute da combattimento simil-swat. L'uomo li ingaggia per un lavoro semplice. Tre giorni dopo un gruppo di criminali userà una vecchia discoteca abbandonata, il Va-11 Hall-A, come rifugio temporaneo. Il compito del gruppo è quello di assalirli e rapire la ragazza che hanno con loro. Il gruppo accetta senza domandarsi come faccia il Demiurgo a sapere tutto questo o perché non voglia usare i suoi uomini super-addestrati ed equipaggiati. Dietro le quinte: La ragazza in realtà è il prototipo di un nuovo tipo di androide con una nuovissima I.A. sperimentale. E gli uomini che il party deve attaccare sono stati ingaggiati dal Demiurgo stesso per "estrarla" da uno dei laboratori Harimadara dietro promessa di un compenso spaventoso. Ed il Demiurgo per evitare di pagare la somma assolda il gruppo per liberarsi del primo gruppo di uomini. Evitando di usare i suoi uomini in modo da evitare di lasciare tracce riconducibili a lui nel caso le cose vadano male.
Le cose iniziano bene. Il gruppo si procura la piantina del locale in disuso e si infiltra nei database della polizia metropolitana alla ricerca di informazioni. Sorvoliamo pure sul fatto che il net-runner non si è bruciato il cervello per bontà del master a seguito di uno schianto di faccia sulle difese virtuali della stazione di polizia.
Decidono di fare un sopralluogo alla discoteca e qui comincia il delirio.
Entrano e mi domandano se c'è nessuno.
Io ci penso. Non ci avevo previsto in fase organizzativa.
Si. Rispondo loro. C'è un barbone che russa come un maiale dietro il bancone. Dissi loro.
NON L'AVESSI MAI FATTO!
Le cose prendono una piega inaspettata.
Svegliano il barbone di colpo che li vede armati fino ai denti e comincia ad urlare ed a fuggire. Il killer russo per tutta risposta ha un'idea geniale. GLI SPARO AD UNA GAMBA! mi dice. Con il suo Fucile di precisione calibro 50 bmg. La gamba del barbone esplode e loro restano ad osservarlo mentre muore. Remì, decide di nascondere il cadavere in un frigorifero abbandonato nel locale. Nel frattempo la russa inizia a cercare di pulire a terra ma ottiene l'unico risultato di spargere il sangue in tutta la sala. Nel frattempo entra in scena il dottore pazzo, si fa aiutare dal tecnico a portare fuori il frigorifero ed a caricarlo sul loro furgone. Si chiudono nel furgone e con mio sommo orrore, sgomento e malsana curiosità iniziano a fare a pezzi il cadavere. Finito ciò richiudono il frigorifero, lo scaricano dal furgone lasciandolo in mezzo alla strada davanti all'entrata principale e gli danno fuoco. Perché il c@zzo di barbone non era abbastanza morto prima.
Ovviamente poi se ne vanno come se nulla fosse.
Neanche a dirlo tempo l'alba e la polizia ha sommerso l'area. Mettendo in allarme il gruppo di criminali che dovevano assalire e costringendoli a cambiare rifugio. Ovviamente hanno fallito l'incarico.
Tutto per un dannato barbone che si stava facendo i fattacci suoi dormendo abbracciato ad una bottiglia vuota di vodka.
E così è nato per noi il termine Barboni.
Ogni qual volta che qualcuno nel party pensa di fare qualcosa di potenzialmente deleterio e chiaramente stupido la parola Barboni riecheggia nell'aria.
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