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Il Paladino nei GDR


Laurence

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Immagine non mia, la fonte originale la trovate qui: https://www.deviantart.com/caiomm/art/The-Paladin-of-Arton-395173510

 

 

ATTENZIONE: QUESTO ARTICOLO RIPORTA OPINIONI PURAMENTE PERSONALI PRENDENDO IN ESAME IL PALADINO DEI GDR COME PERSONA CHE RICEVE POTERI DA UN'ENTITA' DIVINA ASSOLUTAMENTE NON MALVAGIA MA NON NECESSARIAMENTE BUONA

 

Nella mia carriera da giocatore e master ho ruolato molti Paladini e ne ho visti ruolare altrettanti.

Poche persone hanno giocato un Paladino che fosse tutto tranne che un semplice fanatico e/o una spina nel fianco nei confronti del gruppo.

Tuttavia, altrettante persone (credendo di essere alternative e originali), hanno giocato dei Paladini che di Paladino avevano soltanto il nome inserito nella scheda (spesso ignorando la propria divinità).

Nel corso degli anni mi sono interrogato e ho discusso con le più svariate persone, su quale sia il modo corretto di giocare un Paladino originale, divertente ma soprattutto degno di questo nome. Qual è quindi il modo migliore per interpretare una classe in apparenza molto limitata?

 

L'allineamento e il codice di condotta

In GDR famosi basati sul d20 system (come Pathfinder e le varie edizioni di DnD), in genere un Paladino possiede un allineamento di tipo Buono ed ha un codice di condotta da seguire che rispecchia per intero i dettami della propria divinità. Molto spesso un Paladino dedicherebbe la propria vita al rispetto di tali insegnamenti poiché altrimenti non sarebbe uno dei pochi campioni del suo credo.

Purtroppo, alcuni giocano il proprio Paladino come una continua "maestrina" che impone il suo dogma oppure continua a giudicare le azioni altrui poiché lui non le emulerebbe mai e poi mai.

Prendiamo come esempio una divinità che come codice di condotta ha la redenzione dei malvagi se quest'ultimi sono pentiti in modo sincero e supponiamo che un membro del party ce l'abbia a morte con questo malvagio per motivi di background o di storia col gruppo. 

Supponiamo che il membro del party nella sua indole non voglia sentire alcuna ragione e voglia la testa del furfante. Un Paladino che segue il codice della redenzione come dovrebbe comportarsi? Sicuramente dovrebbe dissuadere il suo compagno e provarci in tutti i modi secondo vie interamente DIPLOMATICHE (in fondo, non puoi metterti a litigare con una persona a cui hai affidato la tua vita e comprendi che la sua rabbia è fortemente motivata) ma se il tentativo risultasse fallimentare, il massimo che dovrebbe fare il Paladino è stare a guardare e dare una degna sepoltura seguita da una lunga preghiera. Se, in futuro, si presentasse nuovamente una situazione del genere, il Paladino è giustificato ad assumere il ruolo di maestrina poiché lecito (ma non va bene esagerare).

Parlando dell'opposizione tra allineamento e codice di condotta, molto spesso i giocatori si trovano ad un bivio. Poniamo l'esempio di una divinità elfica (esistente ad esempio in Pathfinder) che come codice di condotta del paladinato dice espressamente "Difenderò ad ogni costo l'antica cultura e preserverò ogni segreto relativo alla magia". Supponiamo una situazione estrema e molto improbabile: il cattivo di turno sta uccidendo degli orfani ma nel medesimo tempo un'antica libreria che contiene molti libri magici sta venendo saccheggiata.

Cosa dovrebbe fare un Paladino di questo tipo? Ovviamente ignorare gli orfani e fare piazza pulita dei ladri (cercando di catturarli e consegnarli alla legge se può). Un esempio di questo tipo fa comprendere che un Paladino di fronte al bivio allineamento-codice di condotta, preferirà quasi sempre il secondo.

 

L'etica

In un mondo fantastico (e molto spesso ambientato nel passato), il concetto di etica (e quindi di moralità-immoralità) è spesso molto diverso a quello cui siamo abituati nel XX-XXI secolo. Ad esempio la prostituzione potrebbe non essere vista come un tabù ma anzi un lavoro che persino un Paladino/a potrebbero praticare o consumare (ricordiamo che queste figure non devono essere necessariamente caste se non viene espressamente insegnato dal proprio clero). Inoltre, il lavoro minorile potrebbe essere perfettamente lecito (se non ricade nella schiavitù) dato che il mondo in cui si vive ha un tenore di vita molto più basso rispetto al nostro. Un Paladino, a meno che non lo dica il suo codice di condotta, non dovrebbe avere problemi con leggi non prettamente malvagie ma che limitino IN PARTE la libertà altrui (come la servitù).

Inoltre, la depredazione di cadaveri o tombe non è vista come una come una cosa diabolica (a meno che non si veneri una divinità particolare) dato che, secondo un aspetto logico, quegli oggetti servono più ai vivi che ai morti. Questi, infatti, potrebbero essere dati in beneficenza o spesi per un equipaggiamento migliore per sconfiggere le varie entità malvagie.

Parlando anche della tortura, in un mondo fantasy potrebbe essere globalmente accettata (fatte ovviamente eccezioni di ambientazione) e non considerata crudele/malvagia se questa porta ad estorcere delle informazioni per un bene superiore (il Paladino potrebbe minacciare un PNG a sputare il rospo, su informazioni di vitali importanza e passare alla punizione fisica se necessario).

 

 

Voi cosa ne pensate? Che una discussione civile e argomentata inizi!

 

Per ora questo è tutto e l'articolo potrebbe essere aggiornato in qualsiasi momento. Le modifiche verranno comunicate in commento.

3 Commenti


Commento consigliato

L'idea del paladino è quella del cavaliere senza macchia. IMHO adatta a un gioco eroico e fiabesco dove bene e male siano privi di sottigliezza, e naturalmente il party stesso funziona quando ricalca degli archetipi adatti. Non è necessario che tutti siano buoni e collaborativi; l'importante è che si accetti il conflitto che ne potrebbe venir fuori, che insomma tutti i giocatori siano d'accordo su uno stile melodrammatico dritto in faccia.

Se si introduce qualche sottigliezza o "addirittura" 😄 un approfondimento di teologia e etica, diventa dura giocare il paladino, almeno nella sua versione archetipica. Per dargli senso in questo contesto probabilmente bisogna essere disponibili al conflitto interiore e a far sì che la parabola stessa del PG sia una qualche metafora sull'etica. Anche in questo caso, se siamo tutti d'accordo ne verrà fuori un gran divertimento - il conflitto sarà una parte importante di questo divertimento. Penso ad esempio a Sir Barristan Selmy.

I problemi sorgono quando non c'è accordo tra i giocatori sul tono del gioco e sul tipo di moralità rappresentata. Peggio ancora quando il giocatore dà al suo paladino delle vaghe idee di giustizia sociale prese di peso dalla cultura pop e del tutto estranee all'idea del mondo di gioco condivisa dagli altri giocatori. E' lo stesso problema del druido vegetariano che spiega come la carne faccia aumentare il colesterolo e come l'intestino umano ha un'evidente filogenesi frugivora e impedisce agli altri PG di organizzare un barbecue.

Modificato da Ji ji
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Prendendo spunto da questo articolo e da un commento credo che sul paladino e sul concetto di "legael buono" ci sia molta e generalizzata confusione.

LG vuole solamente dir eche: 1) segue le regole del suo dio/leggi dove vive 2) pone il bene del prossimo (meritevole) prima del suo, ovvero è disposto a sacrificarsi per salvare qualcuno.

Quindi, se non è vietato (nel caso del paladino) dal suo credo, e nelle leggi di un paese la tortura è vista come un mezzo normale per avere informazioni, un paladino può benissimo torturare un malvivente per avere informazioni.

Un paladino non può essere caotico perchè sarebbe in contraddizione con il concetto di "seguire le regole" della propria divinità, quindi un paladino può segurie le regole "caotiche" di un Rovagug ed essere legale.

Di fatto quindi è il neutrale puro a non poter esistere (a meno che non sei un sasso), perchè segui le regole in modo integrale o non lo fai. Bene e male: a favore del prossimo, a mio solo favore.

Quello che si vede ora, è una degenerazione dei concetti dove il caotico è una sorta di psicopatico asociale e il legale buono una madre teresa di calcutta con influenze di gandhi (che fra l'altro aveva un passato da soldato inglese, e madre teresa falsificò dei documenti pe rpote ravviar eil proprio ordine...).

 

 

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C'è un po' di confusione.

A partire dal titolo: io, per esempio, leggendolo ho creduto che si avesse intenzione di parlare, appunto, del paladino nei giochi di ruolo quando invece mi pare evidente che qui si stia parlando esclusivamente del paladino del d20 System.

E altra confusione si origina a causa delle diverse edizioni/varianti di D&D & Company: la riprova ne è il fatto che, per esempio, il commento di Albedo non sia valido per tutte le incarnazioni del paladino.

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