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Robe da maghi


Lyt

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Robe da maghi

A differenza dei guerrieri, dei ladri o altre classi. Siamo solitamente abituati a vedere i maghi come un istituzione ben strutturata, complici anche libri come Harry potter con la magica scuola di hogwarts e il ministero della magia, o Tolkien con il bianco consiglio e gli Istari. 

Per la mia ambientazione stavo pensando ad un qualcosa di ispirato agli alchimisti di stato di fullmetal alchemist per quanto riguardava le tradizioni dei maghi, dopotutto come ho già spiegato: in un mondo come il mio, con tante difficolta nello spostarsi e con risorse molto limitate, i maghi acquisiscono una maggior importanza, anche in ambito politico e lavorativo.

Stavo inoltre pensando di includere gli artefici nella "categoria" dei maghi, questo per il semplice motivo, e cioè che temo di non riuscire a dare agli artefici una caratterizzazione come gruppo degna di nota, in un mondo che è comunque abbastanza medievale. Inoltre mi sembrano tematicamente simili ai maghi

Nomi

Iniziamo: nel mio mondo, avevo pensato che ogni mago (una volta completato l'apprendistato) riceveva un nome. Il mago riceve il proprio "nome" dal maestro che ha completato il suo apprendistato. Il "nome" è una sorta di titolo che va aggiunto al proprio nome, cosi da permettere ad ogni mago di distinguersi da maghi omonimi, al interno degli ordini. Pratica che ho preso spunto dai racconti di terramare e dai titoli degli alchimisti di stato di fullmetal alchemist

Alcuni maghi potrebbero prendere il nome di un animale, o di un oggetto legato al loro tipo di magia, per esempio la negromante di "Una fredda accoglienza al villaggio Kobeki" potrebbe farsi chiamare "Morticcia, la maga della lapide". Un mago che vive in un campanile potrebbe chiamarsi "Roland, il mago delle campane" o un mago che fa uso di api potrebbe chiamarsi "Albus, il mago apicoltore"

Questa meccanica influenzerà anche i player, se ci fosse un mago nel party (o un artefice) verrà chiamato col suo "nome da mago" da gli altri incantatori

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Ordini

Ho già citato prima gli ordini magici nei mondi fantasy, l'ordine di merlino e l'ordine della fenice in Harry potter, il bianco consiglio nel signore degli anelli. E gli alchimisti di stato in fullmetal alchemist. 

L'idea di un ordine trovo affascini sempre i lettori/giocatori, siano essi come nemici o come alleati. Trovare due persone dello stesso ordine in due posti diversi porta a farsi domande. X ha qualcosa in comune Y? l'ordine Z è arrivato anche qui? Cosa vogliono fare?

In verità il paragrafo potrebbe finire qui, non ho molto da aggiungere su gli ordini. Volevo solo farvi sapere che esistevano. L'unico ordine che vale la pena accennare al momento sono "le maschere"

Aggiungo, che invece di un unico grande ordine magico, stavo pensando di fare tanti gruppetti minori. Magari specifici per un isola. Magari ordini che mantengono frequentemente contatti tra di loro, scambiandosi libri e informazione. Cosi da giustificare un uso del "nome da mago" anche fuori dal area di "dominio" del ordine

Ruolo dei maghi

I maghi sono un po' come gli ingegneri nel mio mondo: devono studiare parecchio, guadagnano una cifra rispettabile, e si dividono in vari settori/scuole. Più o meno chiunque può diventare un mago, anche se certamente il figlio di una famiglia agiata sarà avvantaggiato nel trovare un maestro o nel entrare in una scuola prestigiosa.

I maghi lavorano spesso per la nobiltà o per organizzazioni varie (industrie, mercanti, comuni ecc) senza mai aspirare troppo ad altri ruoli. Non per mancanza di capacità, ma per mancanza di ambizione, i maghi hanno studiato molto, e (la maggior parte) sono ben consapevoli dei loro limiti e dei loro pregi. Ciò li porta a non fare mai il passo più lungo della gamba

Per quanto esistano scuole di magia, la maggior parte dei maghi si forma sotto la guida di un maestro. Generalmente questo tipo di maghi ha due o tre apprendisti al massimo nel corso della sua vita, avendo raramente due apprendisti contemporaneamente. Si può notare come nelle isole più civilizzate siano preferite le scuole di magia, mentre nelle isole più rurali e legate alla tradizione si preferisca ancora l'apprendistato classico

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Vi ringrazio per aver letto fino a qui😁

. . .

Spero di poter aggiornare presto questa inserzione e di poterne aggiungere presto altre

(Se vi va lasciate un commento o un parere)

Grazie per la lettura e arrivederci

🙇🏻‍♂️

 

P.s. spesso mentre scrivo faccio errori di battitura, se notate qualche errore vi pregherei di avvisarmi, grazie🙇🏻‍♂️

10 Commenti


Commento consigliato

Perchè un mago dovrebbe spesso lavorare per conto di terzi? 

Un mago, generalmente, ha la facoltà di manipolare la realtà in base ai suoi capricci.

Questa è proprio una delle cose che non ho mai capito in libri come Harry Potter: come fanno a esistere maghi "ricchi" e maghi "poveri"? Nella realtà ci sono poche persone ricche e molte persone povere perchè le risorse sono limitate e alcuni individui ne hanno accumulate di più a discapito di altri. 

Ma i maghi possono creare nuove risorse praticamente dal nulla, con la loro sola volontà (e, a seconda del sistema magico, qualche trascurabile componente rituale). 

Anche nella tua ambientazione, trovo straniante pensare che qualcuno in possesso di poteri sovrannaturali debba mettersi in una condizione di servilismo o sudditanza nei confronti di qualcun'altro.

Se nella tua ambientazione esistono re, i maghi dovrebbero essere re (ogni riferimento ai re-stregoni di Dark Sun è puramente intenzionale). Se nella tua ambientazione esistono ordini di maghi, dovrebbero essere loro a stabilire la legge e la morale (come fece la Chiesa nella realtà).

Comunque, hai scritto un topic molto gradevole da leggere!

Modificato da Le Fantome
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7 ore fa, Le Fantome ha scritto:

Perchè un mago dovrebbe spesso lavorare per conto di terzi? 

Un mago, generalmente, ha la facoltà di manipolare la realtà in base ai suoi capricci.

Questa è proprio una delle cose che non ho mai capito in libri come Harry Potter: come fanno a esistere maghi "ricchi" e maghi "poveri"? Nella realtà ci sono poche persone ricche e molte persone povere perchè le risorse sono limitate e alcuni individui ne hanno accumulate di più a discapito di altri. 

Ma i maghi possono creare nuove risorse praticamente dal nulla, con la loro sola volontà (e, seconda del sistema magico, qualche trascurabile componente rituale). 

Anche nella tua ambientazione, trovo straniante pensare che qualcuno in possesso di poteri sovrannaturali debba mettersi in una condizione di servilismo o sudditanza nei confronti di qualcun'altro.

Se nella tua ambientazione esistono re, i maghi dovrebbero essere re (ogni riferimento ai re-stregoni di Dark Sun è puramente intenzionale). Se nella tua ambientazione esistono ordini di maghi, dovrebbero essere loro a stabilire la legge e la morale (come fece la Chiesa nella realtà).

Comunque, hai scritto un topic molto gradevole da leggere!

Inanzi tutto, grazie per aver letto tutto (cosa non scontata) e per l'opinione🤩

La tua è una obbiezione molto valida, non è un caso infatti se in molte saghe i maghi sono la nobiltà (come in ascendance of bookworm), ma generalmente in quel tipo di mondi c'è una differenza, e cioè che maghi si nasce, e non si diventa (quelli che in D&D sarebbero gli stregoni in pratica). è inutile creare una dinastia di maghi se poi basta un contadino con un libro in mano per fare le stesse cose. Anche se ammetto che una storia sui maghi che provano a tenere nascosti gli incantesimi al mondo per mantenere il potere sembra interessante, non è quello che vorrei fare col mio mondo, per il semplice fatto che andrei a limitare i giocatori nella scelta delle classi.

7 ore fa, Le Fantome ha scritto:

Un mago, generalmente, ha la facoltà di manipolare la realtà in base ai suoi capricci.

Questa è proprio una delle cose che non ho mai capito in libri come Harry Potter: come fanno a esistere maghi "ricchi" e maghi "poveri"? Nella realtà ci sono poche persone ricche e molte persone povere perchè le risorse sono limitate e alcuni individui ne hanno accumulate di più a discapito di altri. 

Ma i maghi possono creare nuove risorse praticamente dal nulla, con la loro sola volontà (e, seconda del sistema magico, qualche trascurabile componente rituale). 

Il problema logico è proprio il sistema magico, in D&D non ci sono molti incantesimi che ti permettono davvero di creare risorse, e soprattutto, a che ti servirebbe lavorare in proprio se sei un mago? Hai passato anni a studiare la magia e sei uno dei pochi a farlo, andare a cercare materiali, dipendenti, clienti, accordi commerciali e non, non fa parte ne della tua istruzione e non è neanche particolarmente comodo. Meglio lavorare per qualcuno, e risparmiarsi tutto il lavoro superfluo, e concentrare il tuo tempo ad approfondire la magia e gli incantesimi. Anche perché a conti fatti, la differenza tra la paga del "titolare" e del mago è minima. Il mago può minacciare in qualunque momento di andarsene per chiedere un aumento, dopotutto non è divertente per il titolare dover andare a cercare un altro mago.

Come hai detto anche te, cambia molto a seconda del sistema magico. Io per forza di cose uso D&D, in Harry Potter le cose sono diverse, i malfoy sono più ricchi dei weasley perché hanno ereditato gran parte dei soldi dai loro antenati, mentre i weasley devono dividere uno stipendio in nove

7 ore fa, Le Fantome ha scritto:

Anche nella tua ambientazione, trovo straniante pensare che qualcuno in possesso di poteri sovrannaturali debba mettersi in una condizione di servilismo o sudditanza nei confronti di qualcun'altro.

Se nella tua ambientazione esistono re, i maghi dovrebbero essere re (ogni riferimento ai re-stregoni di Dark Sun è puramente intenzionale). Se nella tua ambientazione esistono ordini di maghi, dovrebbero essere loro a stabilire la legge e la morale (come fece la Chiesa nella realtà).

Lavorare per qualcuno non vuol per forza dire trovarsi in una situazione di servilismo o sudditanza, stessa cosa per un mercenario, un mercenario lo paghi per lavorare per te, ma prova a farlo inginocchiare ed è un altro discorso.

Il problema rimane sempre lo stesso, in un mondo come Dark Sun (ah i see you're a man of culture as well😂) la magia è qualcosa di misterioso e segreto, con poche persone che ne sono in possesso. In D&D chiunque abbia un punteggio di 13 in intelligenza può diventare un mago secondo le regole, e sarebbe davvero strano che una cosa cosi facile sia in possesso di poche persone.

Poi per carità, in una campagna apposita sarebbe bellissima e interessantissima un idea di maghi al potere, ma in un mondo cosi, creato per una campagna sandbox (quindi dove essenzialmente non c'è una trama) mi andrei a complicare non poco la vita andando a creare un gruppo cosi potente di individui. Poi vabbè, ogni isola è una cosa a se, magari potrei fare qualcosa che segue questa logica🤔

 

 

Ma tutto questo alla fine non è che una mia opinione, e rispetto la tua idea (che ammetto essere davvero molto interessante😁

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Complimenti come sempre per il materiale che aggiungi alla tua ambientazione!

Riferendomi ad entrambi i commenti precedenti: le due opinioni sono diciamo opposte, ok, ma perché l'una dovrebbe escludere l'altra?

Se stiamo parlando di differenti ordini minori, ognuno potrebbe avere le sue filosofie. Inoltre, trattandosi di un sistema di maestri-apprendisti, sarebbe normale avere differenti filosofie e punti di vista sulla questione "dove si pongono i maghi nel mondo?". Queste filosofie andrebbero a diffondersi con l'aumentare degli apprendisti che si sono addestrati con un certo maestro, come ad esempio accade per i jedi in Star Wars. Allo stesso modo i differenti ordini potrebbero avere, oltre che obiettivi differenti, ideologie differenti.

Un ordine potrebbe essere alla stregua di una banda di "mercenari della magia." Un'altro potrebbe ricercare soltanto la conoscenza, senza neanche preoccuparsi della subordinazione (lavorativa). Ma un terzo potrebbe essere indipendente e essere organizzato come una vera e propria impresa di maghi.

Un libro che consiglio per avere una differente e originale rappresentazione degli incantatori è Anonima Stregoni (inglese: Magic, Inc.) di Robert A. Heinlein (che qualcuno ricorderà per Fanteria dello Spazio e altre cose buffe ma originali).

In conclusione: perché non entrambe le opinioni, insieme? 😊

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11 minuti fa, Vackoff ha scritto:

Complimenti come sempre per il materiale che aggiungi alla tua ambientazione!

Riferendomi ad entrambi i commenti precedenti: le due opinioni sono diciamo opposte, ok, ma perché l'una dovrebbe escludere l'altra?

Se stiamo parlando di differenti ordini minori, ognuno potrebbe avere le sue filosofie. Inoltre, trattandosi di un sistema di maestri-apprendisti, sarebbe normale avere differenti filosofie e punti di vista sulla questione "dove si pongono i maghi nel mondo?". Queste filosofie andrebbero a diffondersi con l'aumentare degli apprendisti che si sono addestrati con un certo maestro, come ad esempio accade per i jedi in Star Wars. Allo stesso modo i differenti ordini potrebbero avere, oltre che obiettivi differenti, ideologie differenti.

Un ordine potrebbe essere alla stregua di una banda di "mercenari della magia." Un'altro potrebbe ricercare soltanto la conoscenza, senza neanche preoccuparsi della subordinazione (lavorativa). Ma un terzo potrebbe essere indipendente e essere organizzato come una vera e propria impresa di maghi.

Un libro che consiglio per avere una differente e originale rappresentazione degli incantatori è Anonima Stregoni (inglese: Magic, Inc.) di Robert A. Heinlein (che qualcuno ricorderà per Fanteria dello Spazio e altre cose buffe ma originali).

In conclusione: perché non entrambe le opinioni, insieme? 😊

Anche questa è un idea molto interessante, che mi piacerebbe di sicuro approfondire. In effetti il paragone con i jedi (anche se su scala più piccola) è molto calzante.

Non ho mai sentito Anonima Stregoni , ma sembra interessante, li darò senz'altro un occhiata😉

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41 minuti fa, Lyt ha scritto:

In D&D chiunque abbia un punteggio di 13 in intelligenza può diventare un mago secondo le regole, e sarebbe davvero strano che una cosa cosi facile sia in possesso di poche persone.

Vorrei partire da questa frase per articolare il mio discorso:

Innanzi tutto sappiamo che l'intelligenza media, in D&D, è di circa 10 - 11. Questo significa che le persone con un punteggio di intelligenza superiore a questo sono una minoranza di individui. Ma 13 in intelligenza penso verrebbe comunque giudicato, da chiunque, un punteggio mediocre per un incantatore. L'ideale sarebbe un 18, ma accontentiamoci anche di un 16: siamo ben 5 punti sopra la media, ergo una sparuta minoranza di individui dalle facoltà notevoli.

Aggiungiamo un ulteriore collo di bottiglia: 

48 minuti fa, Lyt ha scritto:

Più o meno chiunque può diventare un mago, anche se certamente il figlio di una famiglia agiata sarà avvantaggiato nel trovare un maestro o nel entrare in una scuola prestigiosa.

Quindi solo chi è benestante può, de facto, permettersi gli strumenti per studiare e diventare mago, compatibilmente con la propria inclinazione personale.

Ovviamente non so quale sia il livello medio di benessere nella tua ambientazione, probabilmente varia da isola a isola. Ma, in uno stato prevalentemente rurale, penso che appena l'1% della popolazione avrebbe effettivamente abbastanza denaro da finanziare senza problemi l'istruzione magica della propria prole. Quindi, in quella infima minoranza di benestanti, un'ancor più misera minoranza di individui intellettualmente dotati e (si spera) interessati alla magia avrebbe effettivamente l'opportunità di diventare mago. Poi bisogna vedere chi, dopo anni di studi, effettivamente riesca a diventarlo, e con quali risultati.

Poi, come affermi tu, a seconda del luogo gli ordini di maghi potrebbero tentare di mantenere il segreto sulle loro pratiche, rendendo ancor più ostico accedere alla magia per i profani. 

Tutto questo preambolo per spiegare che, anche in un mondo dove potenzialmente in molti potrebbero diventare incantatori, solo in molto pochi lo diventeranno effettivamente.

Il problema per i PG quasi non si pone: di norma i PG sono l'eccezione, nonchè individui eccezionali e dotati di facoltà nettamente sopra la media. Ma a livello di ambientazione bisogna (secondo me) tener conto che i PG non possono essere il metro di paragone.

1 ora fa, Lyt ha scritto:

Lavorare per qualcuno non vuol per forza dire trovarsi in una situazione di servilismo o sudditanza, stessa cosa per un mercenario, un mercenario lo paghi per lavorare per te, ma prova a farlo inginocchiare ed è un altro discorso.

Non vuol dirlo per forza, ma spesso è così in epoca contemporanea, sicuramente lo era ancor più spesso in passato. Lavorare per qualcuno, per certi versi, consiste nell'anteporre i suoi interessi ai propri, assecondare le sue richieste e i suoi capricci. Se il mago si limita ad accettare "commesse" allora mantiene un alto grado di indipendenza. Ma nel momento in cui dovesse mettersi al diretto servizio di una corte o di una corona non sarebbe concettualmente diverso da un suddito con un alto prestigio. 

Certo, potrebbe minacciare di andarsene se insoddisfatto delle sue condizioni di lavoro, ma trovo svilente l'idea che un incantatore debba ridursi a questi mezzucci per un aumento di salario. Forse si tratta solo di percezione personale su cosa significhi essere un incantatore. In effetti io non avrei mai paragonato i maghi agli ingegneri del mondo reale, per diversi motivi :'D

Comunque, la figura dell'incantatore servile o comunque accomodante nei confronti del potere è un classico del Fantasy, uno di quei concetti narrativi che piace sempre. 😉

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@Le Fantome @Lyt

Il fatto che qualcuno possa lavorare per qualcun altro (che non significa necessariamente sudditanza o servilismo: nella saga di Geralt di Rivia le maghe sono consigliere dei Re, ma di fatto su molte cose detengono il vero potere) è giustificato dal fatto che abbia in cambio qualcosa che altrimenti non potrebbe ottenere. Formulo meglio: Tizio, mago, lavora per Caio se in questo modo può ottenere qualcosa che, se non lo facesse, non avrebbe o avrebbe con molta più difficoltà.

I maghi che lavorano per conto terzi sono giustificati in tutte le ambientazioni e gli scenari in cui la loro magia ha dei limiti e non può tutto. Come, appunto, avviene in D&D (dove, se ci pensate, un mago di livello X non è particolarmente più potente di un guerriero, ladro o paladino di livello X: proprio per costruzione; quindi, perché mai il primo dovrebbe dominare il mondo?).

L'economia dei mondi fantasy lascia, in genere, molto a desiderare, e quelle di Harry Potter e di D&D non fanno eccezione. Ma in Harry Potter i maghi hanno bisogno di soldi per pagare le cose (libri, pozioni, vestiti, bacchette, scope): questo è sicuro; non vengono approfonditi i dettagli tecnici, ma è chiaro che non possono semplicemente far apparire tutte quelle cose dal nulla con la loro magia: di questo dobbiamo prendere atto, anche se non viene ben spiegata la meccanica alla base.

In D&D può valere lo stesso principio: segui i soldi. Pensa a un PG mago, e alle ricchezze che guadagna nel corso delle avventure: come le usa? Per cosa le usa? Gli servono? Gli capita mai di non averne (ancora) abbastanza per qualcosa che desidera? Se i nostri PG maghi buttano tutto il denaro nell'immondizia perché la loro magia fornisce già tutto quello che vogliono, allora ha senso che nell'ambientazione avvenga lo stesso e nessun mago faccia mai niente per soldi. Ma se non è così (e in diverse campagne di D&D - tutte quelle che ho giocato io - non è così) è evidente che i soldi servono, anche ai maghi. È proprio evidenza sperimentale. Quindi non è strano che un PNG mago si metta al servizio di un individuo che, per ragioni sociali o personali, è straricco e può pagarlo bene.

C'è anche un'altra risorsa, oltre ai soldi, che vale la pena considerare: il potere. In molte ambientazioni il potere politico, l'autorità, è collegato a strutture sociali che non sono molto facili da manipolare: in una monarchia ereditaria comanda la dinastia regnante, è così che la gente è abituata a vivere. Se un mago la usurpasse dovrebbe aspettarsi caos e rivolte perché molta gente si ribellerebbe. Più utile, allora, è associarsi al potere (come consigliere, ad esempio) e pian piano fare in modo da rendersi indispensabili.

Senza contare che l'esercizio del potere comporta molti impegni estenuanti che portano via tempo. In molte ambientazioni fantasy i maghi sono presi dai loro studi arcani e non amano perdere tempo con leggi, tasse, infrastrutture, rimostranze e così via. Potrebbero accontentarsi di lottare per la supremazia tra di loro, in una sorta di lotta per il potere parallela e indipendente, senza per questo ambire alle posizioni di influenza note alla gente. In uno scenario del genere un riccone, nobile o mercante, vede un mago che si mette "al suo servizio"; ma il mago non la vede così: vede invece un riccone che, in cambio di un modico impegno magico da parte sua, lo solleva da un sacco di futili preoccupazioni mondane (tipo il cibo, l'alloggio, i vestiti) di cui non avrebbe voglia di occuparsi. Dal punto di vista del mago, è l'altro a fornire un servizio a lui.

 

Edit: tutto quello che ha detto @Le Fantome nell'ultimo post è valido ma si applica praticamente a qualunque classe, non solo ai maghi. Potresti fare un identico ragionamento per i paladini, per i chierici, per i ladri, per i bardi, per i monaci e così via. Vedere i maghi come qualcosa di "speciale" e diverso rispetto a tutti loro sarebbe giustificato in quelle ambientazioni (anch'esse un filone comune e molto bello del fantasy) in cui il mago è qualcosa di poderoso, inarrivabile, "fenomenali poteri cosmici", e da solo vale venti o cento guerrieri. Ma non è il caso di D&D. 🙂

Modificato da Bille Boo
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1 ora fa, Bille Boo ha scritto:

I maghi che lavorano per conto terzi sono giustificati in tutte le ambientazioni e gli scenari in cui la loro magia ha dei limiti e non può tutto. Come, appunto, avviene in D&D (dove, se ci pensate, un mago di livello X non è particolarmente più potente di un guerriero, ladro o paladino di livello X: proprio per costruzione; quindi, perché mai il primo dovrebbe dominare il mondo?).

 

Non penso che un mago debba necessariamente dominare il mondo, penso che la tua fosse un'iperbole per enfatizzare il concetto. Comunque tengo a precisare che il concetto che tentavo di esprimere e che, secondo me, un incantatore è la classe (o "professione", che dir si voglia) che più di tutte ha gli strumenti per mantenersi indipendente da eventuali potenti. Un guerriero, per quanto abile, non può creare acqua o cibo dall'etere. Un ladro, per quanto abile, non può fare un incantesimo di contingenza che lo protegga da eventuali incidenti. Un paladino non può teletrasportarsi fuori da una cella. Insomma, per quanto altre classi possano avere un "potere grezzo" analogo, il mago ha più strumenti e capacità per sopperire a tutti i propri bisogni e per "svincolarsi" dagli impedimenti dei comuni mortali.

Si tratta di questo il punto focale: un mago può aver bisogno di qualcosa, il suo potere non è illimitato, ci mancherebbe. Ma tutto quello di cui può aver bisogno non è necessario: può aver bisogno di un raro artefatto magico, ma di certo può vivere più che bene anche senza. Un mago asceta potrebbe vivere come un nababbo terrestre in totale eremitismo: potrebbe costruire alcuni golem che lo servano e potrebbe creare con la magia il cibo per sfamarlo. La sera potrebbe cullarsi al suono di flauti magici animati con la sua magia e il letto stesso potrebbe rifarsi le lenzuola da solo. Insomma, meglio che un sovrano con la servitù.

Il punto è che i PG incantatori, spesso, hanno bisogno di enormi quantità di denaro per diventare più potenti, non per migliorare il proprio stile di vita.

Ma la conquista del potere non credo sia il punto focale dei PNG incantatori (non di tutti, spero): un incantatore medio, come la maggior parte delle persone del resto, dovrebbe ambire al proprio benessere: la magia permette proprio questo, un enorme benessere senza dover chiedere aiuto a terzi.

Ovviamente se l'incantatore tal de tali vuole fare incetta di oggetti magici, reliquie o di componenti per rituali di grande potere avrà bisogno di una caterva di denaro e, necessariamente, avrà bisogno di qualcuno che lo finanzi: ma nulla di tutto ciò ha a che vedere con il suo stile di vita o con beni necessari.

1 ora fa, Bille Boo ha scritto:

C'è anche un'altra risorsa, oltre ai soldi, che vale la pena considerare: il potere. In molte ambientazioni il potere politico, l'autorità, è collegato a strutture sociali che non sono molto facili da manipolare: in una monarchia ereditaria comanda la dinastia regnante, è così che la gente è abituata a vivere. Se un mago la usurpasse dovrebbe aspettarsi caos e rivolte perché molta gente si ribellerebbe. Più utile, allora, è associarsi al potere (come consigliere, ad esempio) e pian piano fare in modo da rendersi indispensabili.

Ma infatti non credo che un incantatore dovrebbe preoccuparsi del potere, un po' come i filosofi nella Repubblica di Platone sono disinteressati al comando: una volta che la magia sopperisce a tutte le necessità mondane, penso che l'incantatore medio potrebbe anche disinteressarsi in toto delle paturnie dei mortali. Forse nella mia visione un incantatore è quasi una sorta di asceta, è solo che non capisco proprio perché qualcuno che padroneggi la magia debba preoccuparsi dei problemi dei comuni mortali. (Un po' come le divinità nella concezione di Epicuro: perché dovrebbero preoccuparsi dei problemi degli esseri umani? Il concetto è analogo)

Comunque ti ringrazio per le tue osservazioni, hai espresso comunque delle considerazioni intelligenti e che in parte condivido. Soprattutto questa:

2 ore fa, Bille Boo ha scritto:

In uno scenario del genere un riccone, nobile o mercante, vede un mago che si mette "al suo servizio"; ma il mago non la vede così: vede invece un riccone che, in cambio di un modico impegno magico da parte sua, lo solleva da un sacco di futili preoccupazioni mondane (tipo il cibo, l'alloggio, i vestiti) di cui non avrebbe voglia di occuparsi. Dal punto di vista del mago, è l'altro a fornire un servizio a lui.

E' un ribaltamento di prospettiva che condivido, giustamente è il mago che percepisce il riccone in una situazione di dipendenza (o "sudditanza") nei suoi confronti.

 

 

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2 ore fa, Bille Boo ha scritto:

Il fatto che qualcuno possa lavorare per qualcun altro (che non significa necessariamente sudditanza o servilismo: nella saga di Geralt di Rivia le maghe sono consigliere dei Re, ma di fatto su molte cose detengono il vero potere) è giustificato dal fatto che abbia in cambio qualcosa che altrimenti non potrebbe ottenere. Formulo meglio: Tizio, mago, lavora per Caio se in questo modo può ottenere qualcosa che, se non lo facesse, non avrebbe o avrebbe con molta più difficoltà.

Link di approfondimento/spoiler alert su eventi dei romanzi (ma penso anche sulla serie tv)

https://witcher.fandom.com/wiki/Lodge_of_Sorceresses

 

 

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1 ora fa, Le Fantome ha scritto:

Non penso che un mago debba necessariamente dominare il mondo, penso che la tua fosse un'iperbole per enfatizzare il concetto. Comunque tengo a precisare che il concetto che tentavo di esprimere e che, secondo me, un incantatore è la classe (o "professione", che dir si voglia) che più di tutte ha gli strumenti per mantenersi indipendente da eventuali potenti. Un guerriero, per quanto abile, non può creare acqua o cibo dall'etere.

se si accontenta di cibo generico e acqua. Se già vuole arrosto di cinghiale, vino invecchiato 5 anni, e filetto di storione, forse il portafogli lo deve aprire. Ed anche le pozioni hanno ingredienti che vanno procurati e/o comprati. A parte questo sono in larga parte concorde con te, soprattutto per il restare all'ombra. Ma qui poi dipende molto dalla singola persona: cosa impedisce in tutto il mondo ai generali di mettersi d'accordo e fare un colpo di stato e prendere il potere? Nulla, e infatti a volte accade.

@Lyt può anche fare isole governate e amministrate da maghi. Magari piccole isole dove il loro potere ha meno ostacoli.

Sulla scuola, il mentore e quant'altro mi ha fatto venire in mente il sistema magico presente in GATE, dove vi erano maestri, esami e i maghi si focalizzavano su determinate magie e con determinati "catalizzatori" (episodi 18 e 19)

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Trovo davvero interessante questa discussione, e penso che ci siano davvero ottimi spunti di riflessione, grazie a tutti

23 ore fa, Bille Boo ha scritto:

Il fatto che qualcuno possa lavorare per qualcun altro (che non significa necessariamente sudditanza o servilismo: nella saga di Geralt di Rivia le maghe sono consigliere dei Re, ma di fatto su molte cose detengono il vero potere) è giustificato dal fatto che abbia in cambio qualcosa che altrimenti non potrebbe ottenere. Formulo meglio: Tizio, mago, lavora per Caio se in questo modo può ottenere qualcosa che, se non lo facesse, non avrebbe o avrebbe con molta più difficoltà.

Esempio molto calzante, e in the witcher gli "incantatori" hanno seriamente una spanna in più ai "non maghi" (a differenza di D&D dove sono più o meno equilibrati)

Un altro fatto è che in D&D ci sono davvero molte classi magiche, bene o male equilibrate tra loro ma molto diverse per modi e utilizzo della loro magia. è difficile quindi creare una "categoria" di incantatori "superiori" a gli altri

 

19 ore fa, Albedo ha scritto:

@Lyt può anche fare isole governate e amministrate da maghi. Magari piccole isole dove il loro potere ha meno ostacoli.

Avevo intenzione di fare un paio di isole simili in effetti. Volevo fare due isole con al vertice dei maghi, ma che agiscono in modo opposto, nella prima i maghi che comandano per fare il bene del popolo, e l'altra con i cittadini che lavorano per dare ai maghi i materiali necessari per i loro incantesimi. E questa conversazione mi sta facendo venire un paio di idee per ampliare le mie idee di base. Magari quando trovo un po' di tempo tra un parziale ed un altro butto giù qualche riga

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