Molti anni fa, una carovana venne aggredita da alcuni ghoul. Potreste pensare che i ghoul siano esseri teoricamente morti ma per qualche ragione ancora "vivi", alla stregua degli zombi. Non è così. In realtà nessuno sa bene quale sia la natura dei ghoul, ma tutti concordano che sono esseri di sangue e carne: hanno un metabolismo, mangiano, dormono, soffrono, invecchiano e, ogni tanto, muoiono anche.
I ghoul, probabilmente, sono persone il cui cervello è marcito in seguito all'avvelenamento acuto da radiazioni: il loro corpo è stato più forte della loro mente, e ora essi arrancano nel mondo post-nucleare cercando disperatamente qualcosa che gli sfugge, con la rabbia feroce che ne consegue. Eppure, sono passati troppi anni dalla guerra atomica perché ci possano essere ancora sopravvissuti della prima ricaduta, quindi il mistero intorno al ghoul rimane: sono forse in grado di riprodursi tra loro? Oppure persone apparentemente morte sono in realtà diventate ghoul e sono "risorte" dalle necropoli, piene di odio per chi li ha buttati in una fossa comune? Quale che sia la verità, non è dato saperla.
Dicevamo, molti anni fa una carovana venne aggredita da alcuni ghoul. Molti dei carri riuscirono a difendersi e a scappare, ma uno fu diviso da gli altri, accerchiato e preso d'assalto: i cavalli vennero decapitati, mentre gli occupanti del carro dovettero difendersi con le unghie e con i denti dalle ferali creature.
La piccola Leila, figlia di un monaco, vide suo padre tentare di difendere alcuni occupanti del carro: non ci riuscì, e i ghoul lo costrinsero a fuggire con la bambina. Provò a correre nel deserto, mentre i ghoul banchettavano con i resti delle persone uccise in un macabro convivio cannibale.
Uno di loro, tuttavia, vedendo il monaco scappare, decise di inseguirlo: assunse una postura quadrupede e si mise a "galoppare" verso i due superstiti, tenendo tra i denti una rudimentale spada ricavata da delle ossa umane.
Il monaco, stanco e appesantito dalla figlia, inciampò rovinosamente, proprio mentre la creatura sopraggiungeva sulla sua persona, deciso a decapitarlo come aveva fatto poco prima con i due cavalli. Al ché, la piccola Leila prese con sé l'unica cosa che era riuscita a portarsi dietro, un libro di fiabe, e tenendolo alzato sopra la propria testa come "scudo", si frappose fra il padre e il ghoul.
Ora, Leila non poteva saperlo, ma i ghoul nutrono una misteriosa fascinazione per le rovine prebelliche: le popolano, vi si annidano e, se troppo lontani, tentano di farvi ritorno. Si circondano di spazzatura antica: non se ne fanno nulla, non la usano né ci costruiscono qualcosa. Eppure ci "giocano", la osservano, la contemplano. Sembrano provare una perenne malinconia, un tedio esistenziale che non trova altro sfogo se non la violenza efferata e selvaggia.
Quando il ghoul vide quel libro di fiabe, risalente a prima della guerra, riassunse una postura bipede e ripose la spada d'ossa al fianco: poi, con le mani scheletriche, prese fra le mani il tomo "strappandolo" dalle gracili mani della piccola Leila.
Il ghoul contemplò la copertina, accarezzandola: sembrava stesse tenendo fra le mani una reliquia sacra. Iniziò quindi a sfogliare le pagine ingiallite. Ci fu qualche istante di silenzio, mentre Leila aiutava il padre a rialzarsi: il monaco, infatti, aveva subito una brutta lesione al volto. Tuttavia, aveva approfittato della caduta per raccogliere alcune pietre, stava preparando un contrattacco.
«Μπορείς να μου το διαβάσεις;» domandò il ghoul, nella sua lingua ancestrale, indicando una delle fiabe. Qualcosa aveva illuminato la sua mente, come un barlume di memoria che aveva per un attivo attraversato l'oscurità di una mente annichilita dalla guerra atomica. Anche il suo volto assunse un'espressione quasi umana.
Ma fu solo un attimo: schizzi di sangue imbrattarono il volto di Leila, mentre il ghoul cadeva a terra esanime, con il cranio sfondato. Il padre di Leila, facendo appello a tutte le sue forze, aveva colpito in mezzo agli occhi la spettrale creatura con il sasso più grosso e appuntito che era riuscito a raccogliere.
Leila tremava leggermente: il padre l'accarezzò e la prese in braccio: "Andiamo, non possiamo aiutarli" disse. La bambina non capì mai se il padre si stesse riferendo agli occupanti del carro che stavano venendo cannibalizzati, o ai cannabili...
(Primo piano di quello che potrebbe benissimo essere il volto di un ghoul in mezzo alla spazzatura della storia. Non sono riuscito a reperire il nome dell'artista)
Modificato da Le Fantome
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