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Caro il mio sciopero...


Shar

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Siamo tutti alle prese in questi ultimi giorni con la paralisi causata dallo sciopero degli autotrasportatori. Si possono leggere dovunque motivazioni e proteste, sostegni e richieste di intervento dell'esercito, minacce e spallucce... non voglio riproporre cose fatte da altri.

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Rifletto su alcuni elementi di fondo.

Primo: il diritto allo sciopero e la "libertà di protesta" sono sacrosanti, ma hanno delle regole che sono continuamente infrante e nessuno si sogna di sanzionare comportamenti che, dal punto di vista civile e legale, sono previsti dai codici come illeciti. La vostra libertà, cari i miei "camionisti", finisce dove comincia quella degli altri. E se anche siete in tanti, fate attenzione (ma forse è troppo tardi) a non fare incavolare tutti gli altri: passerebbero dalla parte del torto anche le sparute ragioni che potreste avere.

E qui andiamo al secondo punto. Le ragioni. Quali sono? Reggono? Vediamo un po' (le opinioni sono le mie).

Il costo del gasolio. Cari i miei signori, non è che a me la benzina la regalino. Pregate in ginocchio, poi, che il dollaro rimanga dov'è, altrimenti le batoste sui prezzi alla pompe sarebbero ben diverse. Se avessimo il dollaro di 4-5 anni fa, avremmo superato da un pezzo l'euro e mezzo per un litro di verde. E siamo il paese che più di tutti abusa del trasporto su gomma, quando l'ambiente, il traffico e la ragione richiederebbero di utilizzare ben altri sistemi di trasporto. Notare che in tanti Paesi, visto il potenziale inquinante dei "camion", c'è una sovrattassa per il trasporto su gomma. Altro che regalie ad una corporazione che in questi giorni sta veramente mettendo a dura prova la pazienza della gente.

Stesso discorso per i pedaggi autostradali. Visto l'intralcio e la minaccia alla sicurezza rappresentata dai TIR, vedrei molto meglio un aumento dei loro costi (che poi andrebbero comunque a ricadere sul prezzo dei prodotti trasportati, è ovvio), se questi venissero investiti per trovare soluzioni alternative al trasporto su gomma.

Concorrenza di camionisti stranieri con paghe basse. Cari "camionisti", la concorrenza è proprio alla base della nostra Europa, e non è possibile invocarne unicamente i vantaggi, senza considerarne i prezzi. La concorrenza (se leale e trasparente) è un vantaggio per i consumatori, e se non volete che, come in tutti gli altri settori, le vostre paghe vengano minacciate da chi sa fare esattamente il vostro lavoro ma chiede un salario inferiore, cambiate lavoro o trasferitevi in un Paese esterno all'EEA. Se volete un salario più alto, cercate di offrire un servizio migliore (sempre che sia possibile). A parità di servizio, è giusto confrontarsi con chi richiede prezzi inferiori.

Stanziamenti pubblici per abbattere i costi del servizio di trasporto. Altre sovvenzioni di protezione ad una categoria? Ma come? Da una parte vi offendete della concorrenza leale basata sull'abusivismo (da reprimere, sono d'accordo), dall'altra chiedete voi stessi una concorrenza sleale che vi avvantaggi? Cercate di essere coerenti con le vostre richieste.

Dopo le ragioni (ma ne hanno?), arriviamo al terzo e ultimo punto, il più dolente. I modi.

Se anche qualche ragione potreste anche averla, se anche alcuni disagi sono comprensibili per dare un senso alla vostra protesta, voi state arrecando un duplice danno alla gente. Che da un lato non trova generi di primo consumo (carburanti, alimentari, eccetera), e dall'altro si trova imbottigliata nel traffico (e non può andare a svolgere il proprio dovere sul posto di lavoro) perchè bloccate il traffico. Entrambe queste cose sono sanzionate, così come la continuazione della protesta una volta che c'è stata la precettazione, così come le aggressioni nei confronti dei "crumiri" (che probabilmente hanno più sale in zucca di tanti altri), eccetera. Vogliamo mettere le mani su alcune di quelle migliaia di leggi sfornate dal nostro Parlamento e sanzionare quelli che violano la libertà di circolazione dei cittadini? Cominciamo a registrare le targhe di questi "signori" e mandiamo delle belle multicine a casa loro?

Cominciate anche a riflettere su quante altre categorie di lavoratori, volendo, potrebbero mettere in ginocchio, se volessero protestare, tutto il Paese. Utilizzando la stessa vostra arma, se necessario: l'illegalità.

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