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Il maresciallo e la fede nel Fondatore, pillole di Radiogenesi (sistema casalingo)


Le Fantome

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Quando i soldati del maresciallo Crono irruppero negli antichi edifici della corporazione Trinity, rimasero confusi dalle tecnologie che vi trovarono ivi contenute: strane scatole di metallo, contenenti cavi, bobine, nastri e piastre di materiali sconosciuti. Misteriosi disegni, per lo più scritti in linguaggio sconosciuto, lastre di vetro infrante, golem di ferro e acciaio riversi al suolo, vicino a scheletri di persone ormai morte da tempo immemore.

"Controllate i resti dei golem con circospezione, uomini! Dobbiamo sincerarci che siano tutti morti fin dal principio!" ordinò il maresciallo in persona, sollevando la propria daga di bronzo e trapassando il cranio arrugginito di uno dei robot riversi al suolo.

I soldati eseguirono gli ordini con zelo: ogni singola carcassa robotica venne ripetutamente trafitta con lance, spade bastarde o sfondata con clave e mazzafrusti. Non era la prima che il maresciallo Crono e la sua armata, l'armata di Dio, si inerpicavano nelle rovine tecnologiche della città-cadavere di Venere. Sfortuna aveva voluto, tempo addietro, che avessero incontrato un'antico robot prebellico ancora in funzione: ignari della minaccia che rappresentava, si erano fatti cogliere alla sprovvista: in meno di cinque minuti, la prima linea del plotone era stata falciata da una pioggia di proiettili, poi la seconda era saltata in aria dopo che un raggio laser era stato proiettato ai loro piedi. Erano susseguiti cinque minuti di intenso scontro, dove i soldati superstiti, rifugiatesi dietro alcune macerie, avevano iniziato a lanciare contro l'antica macchina da guerra qualsiasi cosa avessero con sé: coltelli da lancio, frecce, lance, sassi e mattoni. Il robot, evidentemente ammalorato da oltre un secolo di incuria, aveva iniziato a barcollare, per poi collassare al suolo. Al ché, dopo un attimo di reticenza e paura, i soldati avevano colto l'inaspettata vulnerabilità della warmachine per saltarle addosso e farla a pezzi con qualsiasi cosa avessero sottomano: le sfracassarono il cervello artificiale con pietre e bastoni, ne estrassero le interiora e le tranciarono con le spade, presero il sistema di alimentazione, delle antiche pile nucleari, e le gettarono via, il più lontano possibile. Tanta fu la rabbia con cui si accanirono sull'antico dispositivo bellico, reo di aver ucciso dodici uomini e di averne ferito il doppio, che lo sventarono e lo fecero a pezzi, finché di esso non rimasero che contorti detriti di metallo ormai irriconoscibili.

L'episodio fu riportato a Crono, che comprese il pericolo che gli antichi golem di metallo potevano rappresentare: giurò che avrebbe fatto in modo che simili episodi non si ripetessero più. Dall'ora, l'ordine era sempre stato quello di aggredire preventivamente qualsiasi golem di metallo, a prescindere dall'aspetto e dalle possibili intenzioni: anche se riverso atterra, anche se apparentemente non funzionante, l'ordine era di farli a pezzi, affinché non potessero più destarsi e portare ancora morte e distruzione. 

Quando infine ogni singolo golem nella stanza fu dilaniato a dovere, Crono parve soddisfatto: il perimetro dell'edificio venne dichiarato sicuro e i soldati dell'armata di Dio iniziarono il setaccio. Raccolsero di tutto: vecchi faldoni, dischi di memoria, periferiche tecnologiche, cavi, nastri magnetici, tazze per il caffè, boccioni d'acqua, lavandini e tazze del cesso: ogni cosa poteva essere riciclata o studiata, nulla era da buttare. 

Mentre gli uomini del maresciallo caricavano sul alcuni carri ogni cosa stessero riuscendo a portare via dalle stanze, Crono sì domandò, per l'ennesima volta, in quanta opulenza potesse vivere l'uomo dei tempi antichi per concedersi l'uso di tutti quei materiali, per lo più per oggetti apparentemente inutili o insignificanti.

"D'altronde, questo è il destino di chi dimentica di venerare il Fondatore" mormorò tra sé e sé. Ripose quindi la daga nel fodero, e nel mezzo del setaccio da parte dei suoi uomini, il maresciallo si mise in ginocchio, iniziando a pregare pronunciando antiche litanie. Quando i suoi uomini lo videro, interruppero man mano il trasporto di materiali, e si misero anch'essi in preghiera: passò qualche minuto di religiosa devozione.

Crono fu il primo ad alzarsi e disse, alzando la braccia in posa cristologica: "Che voi siate benedetti, fratelli: ricordate che la nostra missione è sommamente buona. Purgheremo Europa dall'empietà, a partire da questa bolgia infernale nel cuore del Deserto!" e gli uomini urlarono all'unisono: "Così Dio vuole!" Poi ritornarono al lavoro, Crono incluso, ancora più zelanti di prima. 

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Non sono riuscito a trovare l'autore della splendida immagine di copertina.

Grazie per la lettura!

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