Il punto e la sua situazione
Nacque fra due parentesi quadre, con altri due fratelli. Era quello di mezzo, il più coccolato, tuttavia era ancora considerato poco (lo chiamavano puntino) e non capiva ancora bene cosa ci stesse a fare in mezzo a tutte quelle Lettere importanti. Man mano che cresceva rimaneva sempre più abbagliato ed ammirava molto le Signore Lettere perchè erano capaci, quando si riunivano, di creare queste associazioni, queste combriccole che avevano un senso, un significato. Signore e Signori, formavano le PAROLE.
Si sentiva triste, il puntino, perchè pensava di non aver nulla da dare. In mezzo ai suoi fratelli pensava di essere una bestia da circo, il sostituto di parole troppo poco importanti per essere citate, imprigionato fra le due parentesi quadre.
Tutto ciò lo depresse molto, al punto che si sciolse un po' e divenne un virgolo.
La sua depressione e la sua prima metamorfosi furono quello che credette la sua salvezza, venne fatto uscire dalle parentesi perchè così conciato non era un belvedere. Venne sostituito da un suo fratello, un altro punto che con lo sguardo inebetito di un fiero eroe scelse di venire imprigionato al posto suo.
Il Signor Virgolo (adesso si dava delle arie) faceva di tutto per restare il più depresso e il più musone possibile, cercava di mantenersi "in forma" per svolgere al meglio la sua mansione. Ma qual'era la sua mansione? Il suo unico scopo era quello di far prendere fiato al lettore, era un intermezzo, un diversivo, un breve spot pubblicitario. Ancora una volta uno schiavo della tirannia delle parole, a volte messo a caso, così, in mezzo ad una frase e sapeva di non avere un senso o, spesso, solitario in mezzo a centinaia di lettere che lo guardavano torve. Solitario e solo in mezzo alla moltitudine.
Iniziò quindi a chiedersi, nonostante la sua giovane età, la sua ragion d'essere, il suo PERCHÈ. Si chiese se il Grande Scrittore lo avesse veramente voluto in mezzo a quelle frasi o se fosse solo un piccolo frego scaturito dalla sua penna. Iniziò così una lunga e travagliata trasformazione che lo portò ad essere dapprima punto di domanda, sempre storto e appollaiato ai suoi contorti pensieri, in seguito, esaurite le domande e trovate da solo le risposte ai suoi quesiti sul Grande Scrittore si calmò, torvò un equilibrio e divenne un ben più sicuro punto e a capo.
Adesso sentiva di essere veramente diventato importante.
Era assurto al ruolo di gendarme e le lettere lo temevano. Ove era lui quelle letterucole, impaurite, erano costrette a fermarsi e a cambiare rigo.
E stava quindi lì, impettito e con lo sguardo in cagnesco a squadrare le ultime lettere della frase che impaurite stavano.
Lì.
Dove Lui voleva.
Ancora una volta però la sua condizione, dopo un breve iniziale entusiasmo, iniziava a stargli stretta.
Questa volta cercò però di dimenticare, non aveva più voglia di fare il bullo e lasciò che alcune lettere (ma solo quelle grosse e importanti, le Signore Maiuscole) gli passassero oltre. Tuttavia non era ancora soddisfatto e iniziò a bere, a presentarsi con la barba lunga (ormai non era più un puntino) e a lasciarsi andare. Era ogni giorno più sconvolto, ogni giorno più ubriaco e più trasandato. Ormai era un asterisco...e gli asterischi, si sa, non sono ben visti nella bella società delle lettere.
Iniziò così a frequentare posti strani come liste della spesa e affini: Proseguì per un po' nel suo periodo autodistruttivo ed era sempre più asterisco, finchè un bel giorno decise di uscire da quel brutto giro.
Andò in una comunità dove lo rasarono e lo misero insieme ad altri due suoi compagni di sventure coi quali confrontarsi e sostenersi, in questo loro periodo transitorio, da punto di sospensione.
Ebbe modo quindi di riflettere sulla sua vita, sul suo passato, sull'utilità che aveva avuto fino ad allora e, nuovamente, si chiese se esistesse o meno il Grande Scrittore.
Ne trasse la conclusione che magari il Grande Scrittore esisteva davvero, ma una volta impresso su quel foglio stropicciato che si chiama vita lo aveva lasciato li, disinteressandosi di lui e occupandosi di altri fogli, di altri racconti, di altri libri.
Allo stesso tempo però capì di avere un grande significato e un grande scopo: quello di dare un senso alle frasi. Capì che senza di lui tutte quelle lettere snob avevano meno significato, o, se lui lo avesse voluto, avrebbero potuto avere significati diversi.
Si prefisse così di portare gioia ed allegria, di diventare un animatore, di essere quel qualcosa che cambiava la vita delle lettere che lo incontravano. E stava bene.
Signore e Signori, era nato un punto esclamativo!
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