Selvaggio Saky
Ecco a voi il mio PG per eccellenza....enjoy
Il Selvaggio Saky
Fashan era irrequieto……da ore camminava davanti al tavolo della sua piccola casa.
“Ancora un giorno, solo un giorno……non è possibile!” le frasi si ripetevano nella sua testa da qualche tempo, tutte le notti “Devo evitarlo, che ne sarà di me? Cosa? Nulla! Io che sono il loro stregone, io! Si dimenticheranno di me, di me! Per colpa del figlio di un armaiolo, bravo, ma un armaiolo!”.
La sera seguente al calare della notte, il giovane figlio di Suoky sarebbe asceso al rango di stregone del villaggio e l’invidia del vecchio elfo era arrivata inaspettatamente, come le frane e le valanghe dei monti che circondano la foresta.
Prima dell’entrata di Saky nella classe per apprendere le arti magiche, che teneva personalmente a tutti i giovani elfi del villaggio che avevano doti magiche innate, nulla era cambiato da centinaia d’anni.
Ora la minaccia alla sua carriera era arrivata.
Fashan “Mano del Tuono” aveva capito subito delle potenzialità magiche dell’allievo ed aveva fatto di tutto per insegnargli il meno possibile, ma il giovane era sveglio ed attento, benvoluto da tutto il villaggio, gentile, forte e abile anche con lancia e spada.
Lo stregone era la difesa del villaggio da tempi lontanissimi e suo padre prima di lui, ma, non avendo figli, la dinastia sarebbe finita così, per colpa del figlio di un armaiolo.
La gloria ed il potere che aveva all’interno della comunità sarebbero finiti e quello che gli dava più fastidio era il fatto che, fino all’inizio dell’addestramento di Saky, non aveva mai badato a certe cose, ma ora quello era il suo futuro, sarebbe riuscito a sposarsi e ad avere un erede, ma doveva impedire l’ascensione del giovane, in qualunque modo.
“Ci sono, finalmente!”
Gli occhi verdi dello stregone sorridevano, ora aveva un piano praticamente infallibile e non doveva far altro che eseguirlo l’indomani….”Ho ancora tempo, ancora domani”
Il mattino seguente, all’alba, Saky si alzò, uscendo dalla casetta della sua famiglia salutò il padre che era in piedi, pronto a finire l’armatura in cuoio che stava preparando per il figlio, con lo stemma della casa, un martello dritto sul fondo di fiamma e una pinza da fabbro incrociata dietro ad esso.
I due fratelli maggiori erano già in fucina e stavano accendendo il fuoco per il lavoro della giornata.
Il giovane elfo era molto contento del fatto di entrare nel circolo degli stregoni ed il problema di mandare avanti la fucina del padre e la tradizione di famiglia non era mai esistita grazie a Soaky e Senky che lavoravano con il padre ed il primo stava già insegnando al suo primogenito il mestiere.
La classe della mattina era l’ultima che dovesse assistere, dopo il suo futuro era la difesa del villaggio con le arti magiche e le armi.
Durante la pausa di sole alto Saky si allontanò dal villaggio e dopo pochi minuti arrivò alla sequoia più alta della foresta.
Ogni giorno si arrampicava fino alla cima e guardava la valle a sud, in giorni sereni come quello riusciva a distinguere benissimo il corso del fiume ed a volte si vedevano i bagliori riflessi dalla grande città di umani, un altro motivo era il solito incontro con l’aquila che gli faceva compagnia quando saliva, era chiamata Zarnan ed il feeling era ormai saldo fra i due.
Stando sul ramo osservando il volo del rapace, per la prima volta, si addormentò.
Un fulmine colpì poco dopo l’albero maestoso ed il giovane elfo precipitò rallentando la caduta sui rami più bassi e atterrando in un cespuglio, sotto shock, ma incolume.
Si svegliò a notte fonda…………attorno a lui tutto il paese che discuteva, non capiva dov’era, tutto quello che aveva in testa era una cosa che ripeteva ininterrottamente…..”TUONI E FULMINI….TUONI E FULMINI….”
Poi si rese conto di essere legato al palo in mezzo al villaggio, lo stesso al quale venivano legati i goblin, i banditi umani e tutti i nemici del villaggio che venivano catturati ed interrogati, era un nemico del villaggio ora, da piccolo tirava sassi a chi veniva legato al quel palo e li odiava, erano minacce alla sua casa ed alla sua famiglia……ed ora si trovava li.
Abbassò la voce continuando a ripetere la frase come in una litania….”Tuoni e fulmini…..Tuoni e fulmini…” e delle lacrime scesero sul suo volto.
“E’ un pericolo tenerlo qui, guardate cosa ha fatto alla foresta….”
“Sono d’accordo, bisogna esiliarlo…..”
Poi una voce familiare “Lo sapevo sarebbe finita così.” Era il suo mentore, Fashan. “Voleva a tutti i costi controllare forze più grandi delle sue………..ed ha incendiato parte della foresta, mettendo in pericolo tutti, esilio!”
Sentiva le voci e capiva che parlavano di lui e iniziò a guardarsi in giro freneticamente cercando conforto negli sguardi degli abitanti.
Il padre gridava da dietro la fila dei sommi del villaggio “Non è possibile, non lui….Saky è un bravo ragazzo, tutti lo sanno…..perchè?????? Perché?????”
Gli anziani lo stavano allontanando, lo vide piangere tenendo stretta sua madre, ma questa volta non pianse, nella sua testa aveva solo tuoni e fulmini e i suoi occhi non si fermavano un momento, cercava il modo di spiegarsi, ma non sapeva esattamente cosa era successo.
Il Sommo Anziano si mise tra lui e la folla dandogli le spalle e “Esilio per Saky Mahijin. Per aver usato il suo potere in modo inappropriato anche dopo i consigli del suo mentore, per aver incendiato parte della nostra amata foresta e messo in pericolo la vita del villaggio…..ESILIO”
Un coro dal circolo delle persone presenti……”ESILIO”
Fashan sorrideva con gli occhi, il suo piano non aveva funzionato alla perfezione, ma aveva funzionato comunque, il giovane stregone era impazzito e non si sarebbe mai frapposto tra lui ed il ruolo che ricopriva e che un giorno, forse, sarebbe appartenuto a suo figlio.
Solo con Saky, gli si avvicinò, il pazzo a testa bassa che scrutava il suolo in cerca di salvezza ripetendo la frase, l’unica a cui pensava, continuamente.
“Devo svelarti un segreto, mio giovane……EX-apprendista”Aveva una voce divertita e parlava a bassa voce. “Tu non centri niente con quello che è successo, ma non puoi farci nulla!”
In quel momento Saky fece silenzio, alzò lo sguardo guardando lo stregone negli occhi ed un ghigno apparve sul suo volto.
“Tornerò e ti ucciderò…….TUONI E FULMINI”
Il sorriso scomparve dal volto di Fashan, che si guardò attorno per essere sicuro che nessuno potesse aver sentito, si girò e andò via con passo incerto. Forse l’ultima frase non avrebbe mai dovuto dirla.
Il mattino seguente Saky fu scortato ai limiti della foresta, dove iniziava la valle che aveva osservato tutta la vita, era la sua nuova casa ora, ma questo non gli interessava. Zarnan volava alto nel cielo osservandolo e gridando il suo sconforto, poteva sentirlo bene, ma non con le aguzze orecchie.
Il padre gli si avvicinò, lo guardò negli occhi che non si fermavano un momento e la tristezza sul suo volto era l’opposto al ghigno del figlio.
“Non hai fatto niente di quello per il quale sei stato esiliato….lo so” quasi in lacrime.
“Tuoni e fulmini no, padre” Senza cambiare un minimo espressione e modo di fare.
“Questo è per te figliolo, buona fortuna……….Addio” Lasciò un fagotto sul terreno e tornò nella foresta, così come gli altri che lo avevano scortato.
Una lancia era conficcata nell’erba al suo fianco ed una faretra con un arco lungo giacevano in prossimità, aveva con se la spada corta con la quale si era allenato tutta la vita e, con l’ultimo regalo del padre, era pronto ad affrontare il nuovo mondo. L’armatura in cuoio costruita appositamente per lui, corpetto, bracciali e gambali.
Si incamminò e l’aquila con lui………………
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