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Buon Viaggio


Aerys II

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Maestro del Disegno

Egli aveva ricevuto un dono. Non gli era stato mai consegnato ufficialmente, né si trattava di qualcosa di tangibile: questo era molto importante, perché il fatto che nessuno glielo avesse mai consegnato significava anche che nessuno avrebbe mai potuto portarglielo via. Mai.

Non ricordava certo il momento in cui era cominciata quella sua avventura, l'avventura di un uomo dotato di un'arte che tutti ammiravano, qualcuno invidiava, moltissimi amavano.

Tuttavia, aveva la chiara e innegabile percezione di essere nato per quell'arte, di essere veicolo di qualcosa di superiore.

Egli disegnava, per farla breve. Facile a dirsi, una semplice parola. Eppure, nella sua matita quella semplice parola, il verbo disegnare, assumeva infinite declinazioni: i tratti delle sue opere erano note di una voce cristallina, i volti che incorniciava in lastre di carta erano autentici, perfetti, vivi.

E così era sempre stato: negli anni della sua infanzia, ad esempio, altri bambini erano bravi a disegnare un sorriso, lui lo sapeva. Nessuno di loro però, per quanto si sforzasse, riusciva a far sorridere veramente i volti delle proprie figure. Ecco, figure, questo abbozzavano gli altri: solo figure. Le sue invece, erano molto di più, erano ritagli di un Universo lontano, un Universo vivo e palpitante, smisurato e tuttavia accogliente. Egli non raffigurava, egli creava: c'era una sostanziale differenza. C'era differenza tra i draghetti fiammeggianti sputati dalla penna delle altre persone, e i suoi Draghi, eleganti e belli e terribili, vincolati al foglio di carta da qualche incantamento potentissimo, non certo semplici macchie di colore... C'era differenza tra le traballanti pareti dei castelli altrui e le solide mura dei suoi: quelli non si abbattevano tanto facilmente...

Foglio dopo foglio, viveva regalando agli occhi altrui quegli scorci di dimensioni inarrivabili: bruciando il carburante dei propri sogni egli alimentava una fornace di creatività, o meglio di Creazione: egli era un Eletto della Creazione, uno di quei rari uomini prescelti dal Signore (o da chi per Lui) per continuare la propria opera, uno di quelli destinati ad annoiarsi del grigio del Mondo e a scegliere di contribuire a farlo più bello, destinati ad aggiungere dettagli a un Universo altrimenti spoglio. Ecco perché di quella sua magia faceva dono a chi ne voleva: una volta compreso il suo immenso potere, aveva deciso di mostrare a chi ne aveva bisogno che i sogni, da qualche parte, sono destinati a prendere vita.

Aveva tanti amici, tante persone gli volevano bene. Ecco perché quando sparì tutti vollero cercarlo: sembrava impossibile che se ne fosse andato... Ancora risuonava l'eco delle sue risate, come poteva non esserci più? Lo cercarono a lungo, sperando all'inizio in uno dei suoi scherzi e pian piano arrendendosi alla propria incapacità di raggiungerlo: nella sua stanza, trovarono pile di fumetti, libri, schizzi, quaderni, matite... Lui però non si vedeva, e così uscirono dalla stanza e lo cercarono altrove. Non lo trovarono da nessuna parte, e dopo un po' smisero di cercarlo.

La gente era poco attenta ai dettagli, come sempre: l'avevano cercato nel posto sbagliato, o meglio nel Mondo sbagliato. Non avevano notato il disegno sulla scrivania, non si erano soffermati a osservare le mille volte di quegli edifici sinuosi, popolati da migliaia e migliaia di creature fantastiche delle più disparate. Su quel foglio di carta, un grandioso ricevimento era iniziato: c'erano cavalieri e dame, e Draghi in quantità. C'erano sirene e gnomi e spiriti, e diversi nobilotti di provincia, ognuno col suo calice. Tutti erano emozionatissimi, poiché un ospite di riguardo era arrivato, e occorreva rendergli omaggio nel migliore dei modi. Gli dovevano moltissimo, gli dovevano tutto: gli dovevano la loro stessa esistenza. Perfino qualche re si stava inchinando in direzione di quell'ometto sorridente, in direzione di quell'uomo dotato di due maestose ali di fenice, un grandioso angelo pronto a spiccare il volo nel cielo limpido e azzurro. Se avessero guardato attentamente, quelli che erano venuti a cercarlo si sarebbero accorti della familiarità di quel volto, l'avrebbero riconosciuto in mezzo a quella marea di piccole figure dettagliatissime. Egli era là, minuscolo eppure titanico tra le sue creazioni, incontrastato imperatore della fantasia. Egli era là, libero dai vincoli della realtà limitata delle persone comuni: ora che aveva disegnato un Cielo proprio, Claudio poteva volare finalmente senza limite alcuno.

A Claudio “Gideon Rowhan” Trangoni, Eletto della Creazione, Maestro del Disegno e persona unica. Ovunque tu sia ora, possa la Fenice accompagnarti.

1 Commento


Commento consigliato

Selvaggio Saky

Inviato

E le lacrime tornarono, a rigare il volto di quelli che finalmente, riuscirono a vederlo dove meritava di essere.

Grande Aerys....

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