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Capitolo 8: Ceti 2°


Kursk

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GIORNO 50 (Pomeriggio): SI LAVORA E SI FATICA.

Siamo ancora su Ceti VI.

I nostri eroi sono ancora divisi.

Mentre i due jedi si medicano le ferite in seguito al violento addestramento del mattino (il combattimento “vero” contro il maestro twi’lek), i tre “tecnici” si dedicano ad attività che sono loro più congegnali: Geego-Gin continua ad esaminare i dati recuperati dal computer della navetta imperiale; Jere Mee Kohlson si dedica alla riparazione delle armature (per quanto possibile); ed Highbecca si concentra nella realizzazione di una poltrona da pilota per la loro navetta più consona alle sue dimensioni.

Il tempo trascorre così serenamente e solo a sera, poco prima di concedersi il meritato riposo, i tre ripensano allo stato in cui hanno ritrovato la navetta e pensano di chiedere spiegazioni al vecchio maestro jedi. Il colloquio non porta molte novità, se non che i danni che il vecchio twi’lek asserisce di aver causato alla navetta sono molto minori rispetto a quelli riscontrati dai nostri tre esploratori.

Con un po’ di pensieri tutti optano per una notte di buon riposo.

GIORNO 51: RITORNO ALLA NAVETTA.

Svegli di buon’ora i tre tecnici decidono di tornare a dare un’occhiata alla navetta imperiale abbandonata; hanno due obbiettivi, per prima cosa vogliono recuperare altri pezzi di ricambio e/o parti comunque utilizzabili della navetta (una torretta laser intatta fa gola a tutti); e, seconda cosa, vogliono compiere qualche indagine/osservazione in più, per rispondere alla domanda che è balenata improvvisamente nelle loro menti: “…ma che diavolo ci faceva un droide di quella potenza chiuso nella stiva?”…

Tornati velocemente presso la i rottami della nave imperiale, si ricomincia. Una veloce analisi della situazione e della nave indica a Jere Mee Kohlson che tentare un recupero dei missili potrebbe esseretroppo pericoloso: “…meglio pensare alla torretta” (NdSM: in realtà la tentazione di portarsi via un bel missilozzo è forte, ma stranamente il giovana jawas resiste :twisted:).

Così, mentre lo jawas ed il wookie impiegano circa otto ore a smontare e caricare sulla loro nave la nuova torretta (ci vorrà molto più tempo per rimontarla, e sarà possibile solo in un hangar attrezzato), il giovane twi’lek si dedica alla ricerca di tracce e nuove informazioni: ricerca che però non dà esiti se non la convinzione che la mancanza di qualsiasi segno/oggetto che possa testimoniare una battaglia (pur dopo dieci anni) sia quantomeno strana.

È quasi ora di tornare “alla base” quando il piccolo jawas decide che forse è il caso di dare ancora un’ultima occhiata al droide distrutto solo due giorni prima… il droide appare come se fosse composto dei pezzi di quattro droidi diversi (tutt'altro che un qualcosa prodotto in serie, in ogni caso), due braccia sembrano ancora in buono stato ed il piccolo tuttofare non si lascia sfuggire l’occasione di mettersele in saccoccia… anche il processore del droide non sembra particolarmente danneggiato quindi Geego-Gin lo reclama per provare a recuperarne qualche dato interessante.

È il tramonto quando i tre ritornano alla casa del vecchio jedi.

Qui ritrovano i loro due compagni umani stremati dagli allenamenti del vecchio twi’lek e la serata passa tranquilla con poche chiacchiere e molti pensieri.

GIORNI 52 – 53: ULTIME INDAGINI ED ULTIMI ALLENAMENTI.

La permanenza su ceti VI volge al termine ed i nostri eroi passano i loro ultimi giorni sul pianeta impegnati in varie attività.

I due jedi continuano ad allenarsi combattendo prima tra loro e poi di nuovo insieme contro il vecchio maestro twi'lek.

Lo wookie si prende cura della navetta facendo tutte le piccole riparazioni che è in grado di fare con gli strumenti di cui dispone e nel tempo di cui dispone.

Il jawas si dedica sia a ripulire i pezzi del droide appena recuperati, sia a riparare le armature sue e dei suoi compagni (che non erano ancora completamente efficienti).

Il twi’lek passa il tempo a studiare la programmazione del droide abbattuto pochi giorni prima arrivando a scoprire poche ma interessanti notizie:

1. il droide è di proprietà del tenente Karen Kaal delle truppe imperiali.

2. il droide è stato programmato dal tenente Karen Kaal in persona.

3. la programmazione è molto semplice “se qualcuno tenta di forzare o sfondare le porte della stiva, aprire il fuoco ed annientarlo”.

4. il droide è programmato per reagire ai comandi vocali dati solo dal tenente Karen Kaal.

5. nella memoria del droide sono nascosti una serie di pacchetti di dati codificati (devono essere decrittati) estranei alla programmazione.

Due giorni impegnativi tra addestramenti, ricerche e chiacchierate amichevoli…

Alla fine, mentre i cinque eroi cominciano ad abituarsi alle giornate di 30 ore di questo grande pianeta verde, tutti si rendono conto che il pianeta “…è qualcosa di più… è quasi un essere vivente lui stesso…” e di questo (e di altro) parlano amichevolmente col vecchio twi’lek.

GIORNO 54: PARTENZA VERSO CETI II

Un breve saluto al vecchio twi’lek e la conferma delle sue intenzioni nei confronti della ribellione e del suo vecchi amico (il generale Tarth).

E finalmente… PARTENZA!

Un volo comodo e piacevole (circa nove ore) grazie alla perizia dello wookie alla guida, ed il piccolo e brullo Ceti II è in vista: una palla di roccia bucherellata qua e là di crateri da impatto meteoritico, il piano equatoriale molto inclinato rispetto all’asse di rivoluzione (circa 40°), unica particolarità: un sottile e curioso anello di asteroidi sul piano equatoriale…

Geego-Gin si dà da fare con i computer di bordo e comincia una prima analisi a lungo raggio:

• Niente atmosfera.

• Qualcosa disturba le frequenze radio rendendole praticamente inservibili; ed influisce negativamente anche sulla strumentazione di bordo.

• Gli anelli sono composti da asteroidi di piccoli dimensioni (al massimo un paio di metri di raggio) e almeno la metà del materiale è metallico.

• Sulla superfice si registra un “ammasso metallico” in posizione equatoriale.

Mentre il twi’lek sta per dire che quell’ammasso metallico sul pianeta potrebbe essere la base che cercano, due missili partono da un punto nell’anello di asteroidi: il primo esplode nell’anello scontrandosi con qualcosa; il secondo esplode lontano dalla nave mancando il bersaglio (anchegrazie ad una bella manovra di Highbecca).

Comincia l’avvicinamento alla presunta base… la strada sembra essere quella giusta dato che una salva di laser si abbatte sulla navetta: degli oltre venti colpi sparati da “qualcosa” nascosto tra gli asteroidi solo quattro sono abbastanza precisi da impensierire i nostri eroi e grazie all’abilità di pilota dello wookie solo due vanno a segno causando, per la verità, poco più che un graffio alla navetta.

Si prosegue… in rotta verso la presunta base…

30000 metri…

20000 metri…

10000 metri…

In un cratere si comincia a distinguere quello che sembra un grosso portello di accesso: la base è sotterranea (proprio come aveva ipotizzato il generale Tarth).

8000 metri…

6000 metri…

3000 metri…

Il portellone si apre ed una serie di luci indica la via ai PG… “Siamo attesi?” chiede ironicamente il jawas… “Mmmmmm… mi sarei aspettato un raggio traente…” risponde lo wookie seriamente preoccupato.... e continua “Entriamo?”…

Dopo qualche istante di esitazione: “Entriamo!” sentenzia Geego-Gin.

La manovra non è facile ma Highbecca è sufficientemente capace da evitare danni alla nave… pochi minuti lungo un tunnel oscuro ed ecco che la nave atterra in un grosso hangar… buio… desolato… nessuno in vista… solo navette imperiali danneggiate (quattro tie-fighter) e macchinari spenti.

Il portellone d’accesso si chiude e l’hangar comincia a pressurizzarsi… in un paio d’ore sarà pieno d’aria ed i nostri eroi potranno scendere a dare un’occhiata.

GIORNO 54 (12 ore dopo): LA BASE SEGRETA

Sono passate dodici ore dalla partenza da ceti VI. I nostri eroi sono stanchi ma decisi a sbrigarsi con le ricerche e con l’esplorazione della base segreta. “Un piccolo sforzo e sarà tutto finito… riposeremo quando saremo in hyperdrive per tornare a casa…” mormora tra se e se lo wookie.

Comincia l’esplorazione…

L’hangar ha tre porte: laterali (che probabilmente conducono ad altri hangar) ed una centrale che conduce verso il cuore della base segreta… i nostri eroi cominciano da lì…

Si muovono in quattro: i tre tecnici ed Hope… Paul Warerflyer rimane di guardia sulla navetta.

Geego-Gin si avvicina al pannello di controllo della porta… una rapida occhiata… la porta è aperta… basta premere un pulsante… “…alla faccia della sicurezza… ma non doveva essere una base segreta e fortificata?” borbotta.

La porta scivola silenziosa sparendo nelle pareti metalliche dalla base; dietro di essa un’altra porta identica: “… ma certo… una doppia porta di sicurezza per evitare depressurizzazioni involontarie…”.

Dietro la seconda porta un breve corridoio (una ventina di metri) e le prime avvisagli di qualcosa che non va: il corridoio è malamente illuminato da pochi neon malfunzionanti; sul soffitto uno squarcio lungo oltre dodici metri che è arrivato a mettere a nudo la roccia nascosta dalle paratie metalliche e che è la causa del malfunzionamento delle luci… in fondo un’altra porta.

La nuova porta si apre rivelando ai nostri quattro eroi la scena di un massacro: una piccola stanza ottagonale con quattro porte (comprese quella da cui sono giunti i nostri eroi); al centro quello che rimane dei cadaveri parzialmente decomposti di due trooper imperiali (morti da circa una settimana stando alle osservazioni del twi’lek), sono stati fatti a pezzi con crudeltà e non abbattuti da una semplice scarica di balster; in terra e sulla pareti un lago di sangue… e le impronte di stivaletti militari.

Un buon colpo d’occhio porta i nostri eroi a notare che le porte sono dotate di segnali che indicano cosa vi si può trovare oltre: l’infermeria ed i laboratori a sinistra; l’officina al centro; gli alloggi del personale a destra.

I quattro ribelli optano per cominciare subito dalla infermeria e dai laboratori… la porta si apre facilemente… un altro corridoio sporco di sangue… un altro bivio… l’infermeria a sinistra, i laboratori a destra.

Cominciamo dall’infermeria…” dice il twi’lek aprendone la porta. La stanza è illuminata; le attrezzature sembrano in buono stato (dei tre bacta-tank due sono danneggiatimentre il terzo sembra pienamente operativo); sul lato sinistro due stanze pressurizzate le luci dentro sono spente.

Geego-Gin si mette al terminale… non ne ricava molto ma riesce ad accendere le luci nelle due stanzette chiuse ed a scoprire che delle tre persone “legato a letto” dentro una delle stanzette due sono morte ed una ha solo deboli segni vitali.

Che ne facciamo di … quello?” chiede il twi’lek indicando il moribondo… la risposta delgi altri non arriva ficnhè Jere Mee Kohlson decide di rompere il silenzio: “Andiamo avanti… torneremo dopo, eventualmente, a prenderlo o a vedere se sia possibile fare qualcosa per lui… se ha resistito finora non vedo perché dovrebbe morire proprio adesso…”.

Gli altri non sono molto convinti… ma accettano comunque. Si passa così al laboratorio composto da due stanze che messe assieme formano un quadrato: nella prima una serie di terminali di computer (per accedervi pare servano una tessera magnetica ed una password – che ovviamente i nostri eroi non hanno); nella seconda, più grande, vari piccoli banchi di laboratorio per analisi chimiche o per la creazione di piccoli congegni meccanici di precisione o per l’assemblaggio di droidi.

Buongiorno a voi… chiunque voi siate” declama una voce metallica… “Posso forse esservi d’aiuto?” continua…

Stupiti i nostri eroi si guardano in giro per un po’ prima di rendersi conto che la voce appartiene alla testa di un droide che li fissa da un banchetto pieno di pezzi…

Vinto lo stupore iniziale Geego-Gin comincia a chiacchierare col droide (attivato da poco più di 3000 ore) e riesce con un po’ pazienza ad ottenere qualche informazione: “fino a circa una settimana fa tutto era a posto e non si registravano problemi… dopodichè gli scienziati che frequentavano il laboratorio sono scomparsi… da quel momento in poi il droide ha sentito solo spari ed urla per qualche giorno… poi più nulla, salvo uno strano sibilo, fino all’atterraggio della navetta dei nostri eroi”.

Per ora meglio lasciare tutto come stà… anche lui...” commenta il twi’lek indicando la testa di droide… “E poi ci servono una tessera magnetica ed una password per accedere ai computer…” la ricerca riprende… i quattro eroi si dirigono verso gli alloggi…

Di nuovo attraverso l’ottagono insanguinato… poi un nuovo piccolo corridoio, anche qui segni di distruzione e squarci nelle pareti… la porta in fondo è bloccata e tocca al possente wookie forzarla nonostante la pioggia di scintille. Oltre la porta bloccata altre tracce di lotta ed un bivio: i dormitori/alloggi a sinistra e la mensa/cucina a sinistra…

Nonostante il twi’lek avverta il rumore di una porta che “sbatte di continuo” provenire dalla zona della mensa, i nostri quattro eroi decidono di dare un’occhiata al dormitorio: un lungo corridoio buio, quattro porte sulla sinistra, solo l’ultima è aperta e da dentro fuoriesce parecchia luce tremolante (come di un fuoco) che si spande nel corridoio…

Passando davanti alla prima porta il twi’lek è convinto di sentire un rumore dietro di essa… i nostri eroi la aprono… e solo Geego-Gin ha il tempo per vedere due occhi gialli che lo fissano dal buio e poi scompaiono “dentro la parete”… autosuggestione? Forse… ma forse no…

Superato il momento di sorpresa per la "visione, in breve vengono controllate le prime tre stanze… due appartengono a soldati, una a “civili”… vi si trova ben poco: un po’ di cadaveri, qualche oggetto personale e poco più…

Nell’ultima stanza il calore è insopportabile… solo dando un’occhiata il twi'lek nota al suo interno una massa incandescente che ha bruciato tutto quello che c’era nelle sue vicinanze… compresi i resti di almeno otto corpi... e che continua a bruciare...

Insomma ancora nulla.

Mentre i nostri quattro eroi ritornano verso la mensa si trovano davanti una soldatessa, l’armatura molto danneggiata, un braccio fasciato, un fucile…

Giù quell’arma!” tuona Geego-Gin…

La donna obbedisce prontamente e replica “Per l’amor di Dio… portateci via di qui… chiunque voi siate portateci via di qui… anche se foste ribelli non mi interessa… l’importante è che ci portiate via di qui…”…

Il twi’lek è sorpreso, ma lo sguardo terrorizzato della soldatessa sembra sincero. Ritiratisi tutti nella mensa i nostri eroi scoprono che i sopravvissuti sono solo tre: la soldatessa e due scienziati (uno gravemente ferito)… ne segue un breve scambio di battute tra i quattro ribelli ed i tre sopravvissuti; dalla discussione emergono dettagli inquietanti:

• Tutto andava bene alla base fino all’arrivo di una nuova squadra di ricercatori (circa due mesi fa) con una nuova ricerca segreta ordinata dall’imperatore in persona.

• Tutto poi sembrava normale a parte un po’ di disturbi nelle comunicazioni radio e ad altre apparecchiature elettroniche.

• Da circa quindici giorni soldati e scienziati hanno cominciato a sentirsi male ed a dare segni di follia.

• La situazione è peggiorata da circa una settimana quando i soldati hanno cominciato a spararsi l’un l’altro e, contemporaneamente, è apparsa la creatura/fantasma che ha cominciato a mietere vittime.

• Dopo aver ucciso otto o più persone la creatura le ha ammucchiate nell’ultima stanza del dormitorio, probabilmente con l’intenzione di mangiarseli, ma la soldatessa ha provato ad attaccarla con una potente granata incendiaria (realizzata come prototipo grazie all’aiuto dei due scienziati sopravvissuti)… la granata non ha fatto molto effetto sul mostro, ma questo non si è mai fatto vedere da loro nascosti nella mensa e la granata sta ancora bruciando.

• Uno dei due scienziati fornisce al twi’lek scheda magnetica e password per accedere al computer.

Il gruppo si divide di nuovo: Hope ed Highbecca restano coi tre imperiali sopravvissuti per “difenderli in caso di pericolo”; Geego-Gin e Jere Mee Kohlson tornano al laboratorio per analizzare ancora una volta i computer. Usando la scheda magnetica e la password fornite dallo scienziato il twi’lek accede alla memoria dei computer… comincia a cercare registrazioni di sicurezza o qualcosa di simile… le trova e comincia a cercare.

Risltato: si vede una figura umanoide, coperta da un mantello nero e con un “artiglio che sembrava avvolto dalle fiamme” che si aggira nei corridoi della base nell’ultima settimana e che aggredisce alcuni trooper… i colpi di blaster sparati dai poverini sembrano inefficaci.

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