Amici miei
Ed ecco che siamo qui ancora una volta intorno ad un tavolo, in pochi ma buoni, a ridere, guardarci negli occhi, ricordare fatti di qualche anno fa, parlare di noi, di altri, e ancora ridere. Non faremo gli Zingari come i nostri più famosi predecessori, ma comunque ci diamo da fare per infastidire gli altri commensali del locale.
Uno stinco, qualche lublijanska, un tris di primi... e via a parlare, parlare e parlare...
Mi estraneo un attimo dalle discussioni, quasi quasi tirandomi un po' indietro con la sedia, e mi metto a guardare i miei quattro commensali, con cui un tempo dividevo i banchi all'università.
C'è l'apparentemente serio bancario, appassionato anche lui di GDR che alterna una battuta con un racconto della sua ultima sessione. Uno di quelli sempre pronti a dare una mano, sia che riguardi il suo lavoro, sia che riguardi altro. Quello che ai tempi fumava si, ma rigorosamente quelle degli altri. Adesso offre... strana la vita. Rivedo per un attimo quando ha fatto il diavolo a quattro qualche mese fa per tirarmi fuori da una brutta situazione. Mi scappa un sorriso, pensando a cosa poi sia servita. Sono contento dei suoi ultimi racconti: si è spostato ancora una volta e si trova ancora meglio, ha una ragazza che ancora devo conoscere con la quale convive, non fa altro che parlarne bene... Ancora un sorriso.
C'è l'apparentemente rumoroso e cazzaro bancario, che non perde occasione per condire le proprie storie con informazioni da "Ai confini della realtà". Ma lo conosciamo, dannazione, ci è sempre piaciuto per questo... quindi godiamo anche le sue ultime vicende, che sfidano le leggi della natura. Rimane sempre rumoroso e... ingombrante. Anche dal punto di vista affettivo. Entra nel locale e tutti si zittiscono per vedere di chi si tratti. Ti solleva a un metro da terra in pubblico e ti bacia (grazie a Dio su una guancia) come se fossi una modella con un reggiseno molto capiente. Sorrido: io so che c'è molto di più di quel che sembra lì sotto, e so quanto è in grado di dire le parole giuste al momento giusto quando serve. Magari quando sono in pochissimi ad ascoltare.
C'è poi il professionista/politico/chi più ne ha più ne metta. Impegnato 25 ore su 24, 8 giorni su 7. Sempre con un gadget elettronico o informatico nuovo. E anche stavolta non smentisce le attese. Per festeggiarlo rovescio metà aperitivo sul suo lato della tavola... lui per festeggiare noi, dopo un po', rompe un bicchiere mettendo troppa forza in un brindisi e si fa pure male ad un dito. Sorrido ancora: anche lui ne ha passate di brutte, fin da piccolo e, come le mie, più di una. Ma ora gli sorridono anche le lenti degli occhiali: la casa è quasi pronta, il matrimonio è in arrivo. E i suoi racconti, belli e brutti, sono un toccasana. Ripenso a qualche anno fa e... maledizione, i suoi lati buoni non sono cambiati di una virgola!
Alla fine c'è pure l'intruso, il "fratello", che anche se non è stato sui nostri stessi banchi, ha condiviso alcune "zingarate" con noi, e quindi ha tutti i titoli per far parte della truppa. Il cellulare non gli dà tregua, gli cambia un po' l'espressione solitamente molto sorridente, ma dice che va bene così, e non abbiamo motivo di non credergli.
Sorrido, ancora una volta, ma poi mi rifaccio avanti e mi lancio con loro di nuovo nella discussione.
"Ti ricordi quando...", "Ma lo sai che Tizio e Caia...", "Però quella volta non ti ho detto che...", e via dicendo.
Con lo stinco che ne esce sconfitto, ma con le lublijanske che si riprendono la rivincita su fisici non più performanti come una volta.
Con le pornostar, sosia di attrici famose, che diventano dei Predator... lo so, sembra una follia... ma fa parte del gioco.
Che bella serata. Quando la prossima?
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