Amici miei - atto II
E' diverso.
Come i seguiti dei film, quelli riusciti, cercano di offrirti una prospettiva nuova sulla quale investire un paio di pensieri. Anche stavolta, pochi protagonisti, ma ognuno con una storia diversa.
Stavolta non c'è nessuno che conosci "da una vita", al massimo c'è uno che hai visto un paio di dozzine di volte in tutto. Ma c'è anche chi hai visto sei volte, chi quattro, e chi solo due. Ma alcuni li incontri regolarmente senza mai guardarli negli occhi.
L'incontro parte con le stesse basi: riuscire a mangiare parecchio, cercando di fare in modo che sia pure buono, senza dover alleggerire troppo il portafoglio. E gli occhi a mandorla di viale Palmanova promettono bene, in questo senso. Purtroppo la voce si dev'essere sparsa parecchio in giro, visto che il parcheggio più vicino l'ho trovato ad un paio di centinaia di metri dal locale, e che per un pezzo si sushi devi sopportare un po' di attesa, qualche spintone, e un paio di brutte occhiate della serie "Datti una mossa".
Ma chi se ne frega? E' sabato sera e siamo qua per divertirci, no? Quelli che arrivano incazzati anche in queste occasioni non sono altro che losers.
Anche stavolta però c'è una magia, diversa, ma pur sempre una magia. Nonostante non si sappia praticamente nulla o poco l'uno degli altri, questo non frena le chiacchiere e il piacere di condividere la cena. Il solo fatto di condividere la stessa passione, il Gioco, produce un effetto straordinario. Si chiacchiera come se ci si conoscesse da tanto tempo, si fanno battute che si sa già gli altri capiranno e che piaceranno, si raccontano esperienze che crediamo uniche, per poi scoprire che sono state molto simili anche per gli altri.
Ed ecco che si chiacchiera parecchio, che il tempo vola, che le distanze fra noi si riducono. Quelle di età, di esperienza, quelle geografiche: siamo tutti così diversi eppure...
Prendi il Nonno, quello che conosco meglio. Qualcuno di noi potrebbe essere frutto dei suoi lombi, e lo si prende pure in giro per questo (sai che novità, ma credo sia l'approccio standard...). Ma è in grado di commuoversi come un agnellino quando la birra cinese finisce. Lo staff del locale si unisce in fretta allo sfottò, con un po' più di diplomazia di noi. Ma quanti fra le centinaia in quel locale possono dire di essere ricordati e chiamati per nome dai gestori? Yes, Merin can.
Ci prova anche a fare il Nonno D.O.C. da tradizione. Davanti ad un maxischermo che spara video musicali, riesce a sostenere che ai suoi tempi si che i video erano osè, mica come quelli di oggi! Peccato che dei venti video che nel frattempo venivano passati, nessuno contemplasse meno di un centinaio di tette, o tre dozzine di culi, o "pose" piuttosto esplicite... Ma tant'è, c'ha provato... anche lui è parte del gioco.
Alla fin fine, perchè prenderlo in giro? Semplice, perchè forse invidiamo un po' qualcosa di lui, e vorremmo avere parecchie storie da raccontare come le sue, o averne viste altrettante.
Prendi l'unica fanciulla della serata, quella che conosco meno. Anche li scatta la presa in giro, che parte proprio dalle sue di "diversità". Donna in mezzo ad un gruppo di maiali (a giudicare dai vari loro appetiti), e pure straniera. A cosa giocheranno mai in Austria da bambini? La risposta dei suoi amici fa venire le lacrime agli occhi dalle risate, ma non voglio rovinare la sorpresa dando la risposta... ma anche lei fa parte della serata, delle chiacchiere e del buon tempo passato assieme. Fa parte del gioco.
Ma è il Gioco a rendere queste persone speciali? Mi chiedo, è lui che rende possibile questa "magia"? Senza Gioco, saremmo intorno allo stesso tavolo con una Weizen/Pils/Coca/Baileys (con ghiaccio) a raccontarci qualcosa?
Credo di si, perchè in realtà penso accada l'esatto contrario. Che sia il gioco a selezionare questo genere di specialità, e che chi ne possiede sia poi portato naturalmente, in un modo o nell'altro, prima o poi, a finire intorno ad un tavolo con un secchio di dadi e un foglio di carta in grado di trasportarlo lontano nel tempo e nello spazio. E a farlo per un sacco di tempo, attraversando età, confini, generi, eccetera.
Se non è magia questa...
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