La situazione
Scrivo queste parole più che altro per un mio personalissimo sfogo, perché è un periodo abbastanza complicato e da qualche parte ho bisogno di scrivere quello che mi passa per la testa.
Il 9 Febbraio, che mi sembra ormai una vita fa, si è chiusa la mia vita da universitario. Sapevo che la mia laurea non mi sarebbe servita a nulla, a meno che non si fosse realizzata l'utopia di un insegnamento serio di storia delle religioni nelle scuole. Sconfortante, ma ero preparato, più o meno.
Ora sono passati 4 mesi nei quali mi sono rimesso sui libri di malavoglia per avere qualche possibilità di entrare nel settore pubblico. Ho dato diversi concorsi, ma tutto sommato mi va abbastanza bene, nel senso che ce ne sono abbastanza e sono riuscito ad entrare in due graduatorie, in buone posizioni.
Nel frattempo, ho mandato diversi cv ogni giorno praticamente, cercando di non scartare nessuna opzione. Niente di concreto fino ad adesso, anche se qualcosa si sta muovendo ultimamente, almeno così spero.
Inoltre, ho cercato di sfruttare le mie conoscenze linguistiche (giapponese e inglese) per offrirmi per lezioni e traduzioni.
Tutto questo per dire che ancora sono disoccupato e la situazione mi pesa parecchio. Sicuramente io ho delle responsabilità per la mia situazione attuale. Inoltre, ad Agosto mi sposerò. Non mi sono mai pentito della scelta, ma ultimamente per una serie di problemi i preparativi cominciano a sembrare quasi ostacoli insormontabili. Molti sembrano quasi infastiditi dal fatto che siano stati invitati.
Infine, sono diversi anni che praticamente vivo in Veneto, più di due che convivo con la mia fidanzata a Montebelluna. La mentalità della mia famiglia e di quella della mia fidanzata non potrebbero essere più distanti: l'istruzione è vista come un orpello inutile ("sprechi anni e soldi per niente e oltretutto cambi idee politiche"), l'importante è lavorare dalla mattina alla sera, mettendo il lavoro davanti a tutto, perfino alla famiglia, tanto che non si capisce per cosa si lavori così tanto alla fine. Chi lavora nel pubblico è visto come un fannullone quando va bene. Non oso immaginare quello che si dica di me e della mia fidanzata, anche perché conviviamo. Un'idea ce l'ho, comunque.
Insomma, che due balle. Vorrei emigrare.
P.S. Essendo uno sfogo, mi rendo conto di aver scritto anche inesattezze e/o cattiverie. Spero mi scuserete.
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