Sono fregato(?). Un italiano e il suo futuro.
Arriva sempre per ognuno di noi il momento di decidere seriamente la strada professionale che sarà poi il tuo lavoro, che ti darà sostentamento per tutta la vita.
Tutti noi sogniamo un lavoro che ci piaccia, che unisca passione e guadagno, anche perchè, fare per 40 anni un lavoro che non ti piace è davvero terribile.
Da quando ho cominciato a pensarci a oggi, nella mia mente sono passati mille lavori diversi, volevo fare l'archeologo, volevo fare l'avvocato, il militare di carriera...
Alla fine la passione per un qualcosa spesso ti fa decidere il lavoro che farai, per quanto mi riguarda è la storia. E studiando storia e se Dio vuole arrivi a laurearti altro non puoi fare che insegnare, no bè non è vero ci sono altri sbocchi ma io voglio insegnare.
Perchè sono un tipo prima di tutto socievole, mi piace un confronto, mi piace il contatto con la gente, mi piace il dialogo e la possibilità di trasmettere un sapere è veramente una prospettiva che mi attira.
Ma tra dire e il fare si sa, c'è di mezzo il mare, e non è facile come bere un bicchiere d'acqua. Ci vuole impegno dedizione, insomma la mia parte è difficile. Ma la mia parte si ferma allo studio. Dopo viene lo Stato.
E devo rivelare, cari lettori, che sono un pò preoccupato, la strada burocratica, giuridica ecc che porta all'insegnamento è difficile e tortuosa.
Dopo la Laurea triennale ci vuole la specialistica, quindi a quanto risulta la SILSIS, che appare e scompare ogni quarto d'ora, poi ci sono i concorsi, una graduatoria, le supplenze e se tutto procede bene, in una decina d'anni ce la fai. Se tutto va bene.
Ma io in 10 anni mi devo mantenere, una laurea in Storia oggi è una laurea di serie B, difficilmente ti dà da mangiare, o comunque è più difficile di certo trovare un lavoro che con un laurea in ingegneria. Ma che volete farci? io e i numeri proprio non andiamo d'accordo.
E cosa fare nel frattempo? E se le difficoltà buro-giuridiche sono un ostacolo insormontabile?
Ho dovuto pensare a un ripiego, un lavoro alternativo, che unisse quello che sono a quello che voglio fare.
Pensando e ripensando io sono a cui piace mettersi in gioco, dare la mia opinione, che è aperto al confronto, interessato ai fatti del giorno e al futuro.
Uno sbocco possibile è il giornalista, e immagino qualche lettore che è scoppiato a ridere, a leggere questa mia ipotesi.
La laurea in Storia, secondo la guida alla Facoltà, apre anche in questa strada, e devo dire che è una strada molto allettante.
Il giornalismo apre a tante possibili diramazioni, cronaca, divulgazione scientifica, politica, sport, economia, estero ecc, tutti campi che mi interessano.
Per diventare un giornalista, anche qui la strada non è facile, ci sono delle tappe obbligatorie, innanzitutto c'è la divisione tra pubblicisti e professionisti, per questi ultimi ci vogliono 18 mesi di praticantato in scuole adibite, con rette non trascurabili poi ti iscrivi all'ordine ecc ecc.
Potrebbe spaventare, ma le regole sono regole, e questo non è un problema, o meglio lo è ma c'è di peggio. Ed è attualità.
Il problema è voler entrare in un sistema, quello dell'informazione italiana, che ha dei cancri profondi, già a partire dal concetto stesso di informazione in Italia.
Mi imbatto in questo video, l'uomo che parla è un personaggio pubblico, si può essere d'accordo o no con lui, a me sembra che quello che dica sia attendibile. Fa un confronto fra il giornalismo italiano e quello statunitense.
http://www.youtube.com/watch?v=6e-ExZ5Q-Js
Ora non mi interessano i giudizi politici, ma proprio le differenze.
Se io volessi occuparmi di politica, dare opinioni, giudizi, occuparmi di queste cose qui non lo posso fare, come si può accettare il fatto che a fare il proprio lavoro qui in Italia si subiscano SEMPRE ripercussioni se si toccano ALCUNE persone?
E' veramente sconcertante.
Cose come libertà di informazione, diritto di cronaca sono messe in pericolo, parole come servilismo, omertà sono quasi normali nel sistema.
L'ultima frase è agghiacciante: "E' fare i giornalisti che non conviene".
Ma non mi interessa fare politica, io ho 2 professioni che mi interessano che mi sono bloccate, per un motivo o per l'altro dallo Stato, e non sono le uniche.
Ma se la prima sono intoppi che si traducono solo in tempi lentissimi, l'altra tocca zone delicatissime. E non nascondo la mia paura, è veramente brutto che si debba aver paura a realizzare un progetto, che Stato è uno Stato che ti mette nelle condizioni di dire:"Ok vuoi farlo?Fai...ma attento quello che dici e su chi dici..."
Uno shock che mi ha portato a sfogarmi qui.
Ma l'uomo del video ha parlato senza un contradditorio, se il mio lettore, vorrà dire la sua, e magari darmi una speranza, sarò ben felice di ascoltarlo. E avere un confronto.
Mi sa che la friggitrice del Mac Donald ha cominciato a scaldare l'olio...
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