Testa di Basso
Ora, so che è difficile crederlo. Ma son stato bambino pure io.
E da bambino ero figlio di due ragazzini, perché quando son nato mio padre doveva ancora compiere 23 anni e mia madre non ne aveva nemmeno 20.
Quando mio padre aveva la mia età, io andavo alle elementari e mia sorella finiva l'asilo.
E questa penso sia stata la mia grandissima fortuna. E ne sono stato conscio fin da allora.
Al di là di tutte le considerazioni pedagogico/evolutive che possono venir fuori dal fatto di esser cresciuto insieme ai miei, di rimbalzo a loro ho potuto vivere gli strascichi degli anni '70 che si tuffavano prorompenti negli '80.
Di tutte le rivoluzioni che si sono realizzate in quegli anni quella che mi ha colpito in pieno non è stato il boom dell'industria e del miracolo italiano, non è stata l'apertura delle prime frontiere, non è stato il muro di Berlino...è stata la rivoluzione musicale.
Perché io, la musica, ho iniziato a sentirla ancora prima di nascere.
Nella pancia di mia madre, seguivo le vibrazioni che mi arrivavano da fuori. Non che ne capissi molto, ma probabilmente le note che meglio si propagavano in mezzo a tutti quei sughi amniotici, erano le note basse e credo sia per questo che sono sempre stato particolarmente legato ed attratto dai riff ritmici.
La prima canzone di cui ho memoria storica è un singolo innovativo, per l'epoca, che denunciava i cambiamenti che di li ad un decennio avrebbero portato alla MTVgeneration.
Ebbene si, il mio imprinting musicale fu
Probabilmente è colpa/merito anche di questa canzone se son nato imbecille e sono andato avanti così.
Ho infatti avuto un'evoluzione musicale atipica per quelli della mia generazione.
Mi sono totalmente perso il Grunge, ad esempio: per me Kobain è sempre stato un biondino capellone che non sapeva cantare e che fumava troppo. E mentre i miei amici si mettevano jeans strappati, si lasciavano crescere i capelli e avrebbero voluto avere la barbetta incolta io cercavo di capire come facesse a stare in equilibrio su una gamba sola e a suonare il flauto traverso quel demonio di Ian Anderson.
Nel periodo del liceo i miei compagni di classe ascoltavano gli Iron Maiden a palla mentre io spluciavo tra i 45 giri di mio padre in cerca di ritmi funky da http://www.youtube.com/watch?v=5MMkSYwrf0Q, quella degli anni '70 (come canta Elio).
Agli Smashing Pumpkins ribattevo con
E poi ho compiuto 17 anni. Ho comprato Follow The Leader dei Korn che nessuno ancora sapeva chi fossero, ho scoperto gli Skunk Anansie grazie ai due singoli presenti nella colonna sonora di Strange Days (si tratta di
E poi ho fatto un passo indietro. Ho deposto le armi dell'adolescenza e penso di essermi musicalmente un po' evoluto. Ho lasciato da parte growl, headbanging e poghi per andare ad apprezzare il più riflessivo Jazz.
E quindi dopo Jarrett, Petrucciani, Metheney, ho esplorato un po' di fusion, anche brasiliana, tipo con gli Azymuth (che i più teledipendenti non potranno non associare al faccione di Gianni Minoli e ai primi esperimenti di grafica 3D) .
Insomma, ho ascoltato di tutto, ma sempre al basso e alla ritmica son stato legato. Quando gli amici di cui sopra avrebbero voluto avere i ricci di
Ci ho pure provato a suonare il basso. Ho tenuto un Fender tra le mani per un intenso pomeriggio, cercando di capire come maneggiarlo.
Ed è stato come tornare ragazzino, quando ti trovi ad avere i primi strusciamenti amorosi, che hai un'idea molto ben precisa di dove mettere le mani, ma non sai come farcele arrivare e soprattutto l'inesperienza ti rema contro. Desistetti.
La faccenda è che non ho la costanza necessaria per suonare. E mi limito ad ascoltare. Più che posso.
Ecco che quindi giusto ieri mi accingo ad ampliare le mie conoscenze in questo senso e ad ascoltare un po' di uno dei miti del basso, Jaco Pastorius. Per completezza mi leggo un po' della sua biografia...
Se avessi saputo che era LUI il bassista dei Weather Report quando hanno inciso Heavy Weather, cavolo, probabilmente adesso suonerei il basso...
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