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Gangs Of Milano


Godric il Paladino

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Venerdì sera in Via Padova a Milano un giovane egiziano di 19 anni viene accoltellato da un membro di una gang di giovani latini dopo una lite per futili motivi. Scoppia la rivolta: gli egiziani, amici e connazionali della vittima scendono in strada e devastano il devastabile nel quartiere, minuti di follia, di paura e violenza.

Non è la prima sommossa che si vede a Milano, qualche anno fa furono i cinesi di via Paolo Sarpi a rivoltarsi, anche qui il caos scoppiò per un futile motivo: una contravvenzione da parte di un vigile a un commerciante cinese.

Milano oggi non pare molto diversa dalla New York di metà 800 del celebre film di Martin Scorsese, dove gang rivali si affrontano per il controllo della città e lo Stato sembra assente.

Succede quasi esattamente la stessa cosa tutti i giorni e ovviamente ci deve scappare il morto perchè la cosa abbia risalto.

Ma a Milano è routine che bande di Latinos si fronteggino per il controllo di un quartiere, è routine che i cinesi, quasi alla luce del sole, aprano attività illegali, è routine lo spaccio in stazione centrale da parte dei nordafricani, gli stupri ecc ecc e finchè ognuno se ne sta buono nella sua zona "poco male", ma se succede che qualcuno fa il passo sbagliato nella zona sbagliata ci scappa la violenza di strada il morto e la rivolta.

Milano è una città multietnica, ci sono 200000 extracomunitari regolari e 40000 clandestini: numeri pesanti. Il vice sindaco De Corato dice che "sono troppi" ed è difficile tenerli a bada.

Si potrebbe capire, il problema è che non si è mai visto un tentativo da parte del Comune e prima ancora dello Stato, di combattere queste problematiche.

Io stesso sono stato nella Chinatown, non si vede passare una volante nemmeno di passaggio, sono stato in viale Certosa, dove in pieno giorno, con i miei occhi ho visto clienti di trans brasiliani in fila davanti a portoni di palazzi trasformati in case chiuse abusive.

Ci dicono che hanno mandato l'esercito: io questo esercito, a parte il soldato di guardia all'entrata laterale del Duomo, non l'ho mai visto.

Non parliamo girare Milano di notte.

Questa rivolta, l'ennesima e sicuramente non l'ultima, è il simbolo della debolezza del nostro intero sistema politico in materia di integrazione e di sicurezza: quando si arriva a perdere il controllo della città o di alcune parti di essa, bisogna seriamente porsi delle domande e sedersi a un tavolo per trovare delle soluzioni.

La ghettizzazione degli stranieri in un quartiere ha creato come una sorta di territori dove ci si governa da soli e l'ordine pubblico ha difficoltà a farsi rispettare.

Non voglio pensare a uno Stato di Polizia, perchè penso che la violenza genera violenza, di certo un rafforzamento delle forze di Polizia, controlli più severi e mirati nelle zone malfamate, e la presenza dell'esercito in pattuglie, anche già la sola presenza forse avrebbe già un effetto deterrente a chi agisce per delinquere contro ogni autorità.

L'altro effetto collaterale è che gli italiani residenti cadano, in preda alla disperazione, in atti xenofobi e razzisti, anche contro chi onestamente e nel pieno rispetto delle regole, cerca portare a casa uno stipendio per vivere degnamente con la propria famiglia.

Le gangs of Milano vanno combattute però anche con l'aiuto degli stranieri onesti, perchè coprire i connazionali delinquenti quasi li pone sullo stesso piano, se davvero gli stranieri vogliono essere tutelati dalla criminalità facciano il loro dovere di cittadini.

Ma prima di tutto questo, dei controlli, dei provvedimenti, della Polizia, della collaborazione, bisogna agire a livello governativo, rivedere tutte le procedure di integrazione, a partire dall'accoglienza fino alla stabilizzazione dello straniero, quindi controlli capillari, burocrazia chiara nel rilascio dei documenti e espulsioni dei delinquenti facendo in modo che non ritornino ovviamente.

A me piace che Milano sia multietnica, oramai ogni città moderna ha una grossa parte della popolazione fatta da cittadini stranieri, secondo me questo non è un problema ma una risorsa e io trovo che sia una opportunità culturale eccezionale il contatto con esponenti di altre realtà, l'incontro e il confronto tra diversi stili di vita, e sono per il dare a ogni straniero onesto una onesta chance per cambiare vita, come altri paesi hanno dato una onesta chance a noi italiani.

Il Ministro Maroni dice che non c'è il pericolo che Milano rischi una situazione stile banlieu parigine. Per adesso ancora no però l'inerzia volge proprio in quella situazione e come al solito le cose si fanno perchè hai gli occhi puntati addosso, anche se ho paura che appena la cosa non farà più notizia cambierà poco o niente.

Le gangs of Milano per ora continuano a combattere per i Five Points.

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