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Gilda aperta  ·  4 membri

Locanda di DW

Panoramica

  1. Cosa c'è di nuovo in questa gilda
  2. Grazie a tutti! Ho in programma di ritornare tra due settimane quando rientro al lavoro!
  3. Volevo solo spammare che ho ripreso il vecchio PbF Atorion. Chiunque sia interessato a riprendere il suo vecchio PG o a farne uno nuovo, può lasciare un mex sul thread 🙂
  4. Auguri e congratulazioni!
  5. Congratulazioni!!!!
  6. Lietissima notizia. Complimenti anche per il bel nome 🙂
  7. Ehi ragazzi! Non mi sono dimenticato di voi 😛 clarissa è arrivata stamattina 🙂
  8. complimentoni e auguri! 😄
  9. Felicitazioni per il nuovo arrivo. Tienici aggiornati! 🙂
  10. Ciao ragazzi, come avete visto sono molto latitante.. essendo estate e con un sacco di gente in ferie sono molto incasinato col lavoro e in più mia moglie partorirà a giorni, quindi proprio non ce la faccio a starci dietro 😞
  11. Lothar, Prescelto di Kharnath, il decimo giorno d'Inverno a Melcar Mi alzo di scatto non appena riapro gli occhi, le mie mani poggiano aperte sul tavolo ligneo, solamente per non chiudersi intorno al collo della vecchia. Nel mio volto segnato dalle prove dei miei Dei, gli occhi tradiscono i miei intenti omicidi. << Non temi tu la morte, forse per l'eta' che hai raggiunto e per il tuo potere, ma non e' all morte dove io ti condurro', se nuovamente userai la tua magia su di me. Ma imperitura sofferenza ed oblio, la pazienza non e' fra le mie doti, cosi' come non lo e' fra quelle di Kharnath.>> La mia bocca si serra' mentre mi verso da bere e penso alle parole della mia inaspettata comunione con il Dio della Guerra. << A quale Dio sei asservita, Amarant? >>
  12. @Knefröd Melcar? decimo giorno d'Inverno Bjorun piange con calma disperazione, mentre ti avvicini al suo cospetto «Chi è questa donna che ti mette alla prova? Questa vecchia che pensa che il mio prescelto debba provare la fiducia che gli ho concesso...» I profondi occhi da cui scendono lacrime del colore dei suoi capelli sembrano entrarti nell'anima, leggerti la mente e mettere a soqquadro la tua stessa esistenza: anche per un prescelto dagli dei è difficile stare al loro cospetto a lungo senza perdere il senno. «E' questo che volevi, Amarant, vecchia megera, prescelta del Mai Nato e araldo del niente??» La voce spezzata dal pianto di Bjourn squarcia l'oscurità in un buio accecante, che ti fa risvegliare nella tenda che avevi appena abbandonato. Amarant ti osserva, seduta su una delle sedie degli ospiti. @Crees Melcar? decimo giorno d'Inverno L'enorme figura sul possente trono ti osserva, e ti parla con voce tonante mentre sembra non muoversi minimamente. «E così Amarant mette alla prova gli dei e i loro prescelti. Mette alla prova la loro pazienza! Usala finché ti servirà, ma una cosa deve ricordare.. » Il gigante alza lentamente la testa, provocando un rumore indistinguibile, che assomiglia allo stesso tempo al tuono, a una valanga, a un masso che rotola e ad altri centinaia di rumori differenti. «Non tutti hanno la pazienza della Gestante, non tutti possono ancora attendere! Il suo Dio non vedrà mai il Caos e nessuno mi ruberà la Corona del Dominio. Nessuno! NESSUNO!» La voce roboante ti fa portare le mani alle orecchie e chiudere gli occhi: come può anche il piu forte dei guerrieri pensare di poter resistere alla volontà di Kharnat? Quando li riapri subito dopo, sei tornato alla tenda del comando. Amarant ti osserva, seduta su una delle sedie degli ospiti.
  13. Ahhh, il caro vecchio spiaccichio di budella sui muri! Mi riporta alla mente quel mio esplosivo apprendistato presso I Bombaroli dell'East quando avevo deciso di approfondire la conoscenza di quelle strane polveri orientali… Finì per ridipingere i loro muri, più o meno consapevolmente. Quando Dhalia esordisce con la sua battuta non riesco a rimanere serio: dapprima è un riso trattenuto, poi questo si libera e prorompe. Dei! Da quando ho assaltato quella maledetta carovana, questa è la prima volta che mi viene davvero da ridere! Ascolto Zandher parlare: la sua non-confessione mi stupisce poco. "Oh beh, di segreti siam pieni tutti, messere! Nessuno pretenderà che voi diciate nulla nella misura in cui voi non pretendiate alcunché da noi. Poi, chissà, confesso che ho imparato a conoscere persone in situazioni ben più intricate! Quindi, nel mentre voi decidete se meritiamo di essere considerati una compagnia discretamente piacevole, direi che un sodalizio possiamo comunque inaugurarlo.." gli porgo la mano, con aria pomposa, alzando l'altra a mo' di giuramento "Io, Léon D'Avimbert, artista dai dubbi talenti, mi impegno a badare ai fatti miei fintantoché voi, messer Zandher, studioso e mago talentuoso, facciate lo stesso! Come postilla, nell'ambito - per me molto caro - della sopravvivenza mia e della petulante comica al mio fianco, mi impegno a farvi uscire parimenti illeso da qua. Il resto lasciamolo agli Dei o chi per loro!" Dopo questa teatrale messinscena e le reazioni del mago, lascio la torcia a Dhalia, affinché illumini il campo di lettura di Zandher, e mi fiondo sul rampino. "Scoprirete che sono discretamente bravo e interessato a ficcanasare in giro...vi ho dedicato la mia intera vita!" Detto questo, salgo su e, dopo aver ammirato come il caos avesse dipinto i muri in maniera talmente perfetta, mi dedico a esaminare i resti delle creature, con attenzione e giusta accortezza, prendendomi il tempo necessario per essere sicuro di non aver tralasciato nulla.
  14. ‘Mmh… frattaglie e ferraglie sparse’ Un brivido mi fa storcere il naso. Faccio un cenno di assenso alle parole della ragazza. Finalmente sento la sua voce. Non sembra turbata dagli ultimi avvenimenti. Anzi, seppur con un humor nero piuttosto inusuale (che però non mi dispiace affatto), dice cose sensate. «Qualcuno la chiamerebbe “arte”», le faccio eco riferendomi alle pareti disopra, ritinteggiate e costellate di sangue e schegge. «Ora, non che scalare corde sia la mia passione, ma se non avete fretta si potrebbe dare un’ulteriore occhiata lassù. Chissà che quelle bestie non avessero qualche “lascito più degno di attenzione”» Prima però sento di dover ristabilire un certo ordine. Mi schiarisco la voce ed accenno un inchino, come a riprendere la scena di ingresso dal punto in cui era stata interrotta. «Come mi chiamo già lo sapete. Quello che non sapete è che sono un ricercatore. Quello che non sapete… e che non potrete sapere… è l’oggetto della mia ricerca. È segreto…» La pausa mi serve per soppesare le loro espressioni. «Una cosa posso dirla» riprendo con un tono meno accademico «Se sono finito in questo buco, è per puro caso.» «Non che sia un male, intendiamoci. In barba agli investimenti più ingenti, le grandi scoperte avvengono perlopiù per caso. Noi ricercatori amiamo il caso… l’imprevisto, l’anomalo. Il caso mi ha portato ad Ultimo Braciere; per caso tu Léon hai sfondato una botola col deretano; per caso uno stupido sasso mi ha messo in ridicolo; e per caso ora ci stiamo squadrando l’un l’altro, come giocatori di scambialasso al quinto bicchierino. Non so voi, ma io sono moderatamente entusiasta.» Mentre parlo tiro fuori uno dei miei libri da una sacca. È mezzo sgangherato, color testa di moro, e il cui titolo – seppur sia un po’ consunto – è ancora leggibile: “ULTIMO BRACIERE. TRA STORIA E LEGGENDA.” Sfogliandolo, mi avvicino alla torcia di Léon per fare luce sulla faccenda. In tutti i sensi. «Vediamo cosa dice di utile riguardo i sotterranei sotto l’Occhio degli Antichi… Beh, qualcosa la dice. Ricordavo bene.»
  15. @Danear @Marco NdC Ultimo braciere, decimo giorno d'Inverno Zandher, il tuo piano ha l'effetto sperato. Il tuo costrutto viene subito percepito dall'affamata bestia, che si scaglia voracemente su di lui iniziando ad assorbire la sua magia latente. Inizi a vedere l'umanoide che si gonfia lentamente, mentre segui Léon e la ragazzina giù per la botola utilizzando il rampino che ti hanno lasciato a disposizione. Quando tutti e tre vi ritrovate sul piano sotterraneo, dall'odore umido e dal pavimento che al tatto sembra di pietra, quella che sembra un'esplosione di viscere interrompe il rumore del banchetto che si stava consumando sopra di voi: ora l'ingresso dell'Occhio non deve essere un bello spettacolo.. Dhalia spezza il silenzio e la tensione della buona riuscita del piano. «Pare che dei nostri amici siano rimaste solo budella. Qualcuno vuole salire a controllare?» Forse è seria, forse è una battuta. E' difficile capire le emozioni della ragazza, soprattutto in un luogo dove si vede a malapena a un palmo dal naso..
  16. Non sono morto ragazzi, sono solo un po' preso 🙂 appena possibile rispondo!
  17. Lothar, Prescelto di Kharnath, il decimo giorno d'Inverno a Melcar La mia volontà dominata da una donna è qualcosa che mi è difficile accettare mentre chiudo gli occhi per riaprirgli poco dopo in una sacrale e pulsante oscurità. Seduto su di un trono d’ossa e spade, Kharnath mi osserva. È un gigante racchiuso in una armatura barocca dalle forme che richiamano demoni urlanti. Sulla sua testa glabra poggia un cimelio che è noto a tutti i seguaci del caos. La Corona del Dominio è fatta di un metallo dimenticato, manuffattura divina ed oscuro potere. Chi la possiede raduna eserciti, sottomette Re ed espande il suo dominio su ogni cosa . Ma non è fatta per i mortali, molti campioni hanno provato a portarla , ma essa li ha condotti prima alla pazzia e poi alla morte. Gli occhi rossi del Dio mi trafiggono come per uccidermi.
  18. Ragazzi sto rientrando a casa, da domani sono nuovamente presente!
  19. Léon D'Avimbert, il Menestrello delle Cose Nascoste Guardo soddisfatto il risultato della mia operetta, compiaciuto dello sguardo interessato di Zandher. Mmm, devo ricordarmi di annotare queste note, potrebbe venir fuori un bel Rondo: qualcosa del tipo La Chiusa del Tempo o Ballata Indomabile della Bestia Doma o.. I miei vaneggiamenti vengono interrotti dall'entrata in scena di una delle due creature, ancora più grande e affamata di prima. Forse dovrei chiamarla Fallimento Annunciato, penso, mentre Zendhar prova a rimpinzare di magia l'essere. Penso a come aiutarlo e concludo che semplicemente è meglio che mi leva dai piedi. Dopotutto, se anche fossi magico, questo mio 'status' non pare esistere all'infuori dell'attivazione di quegli strani arnesi e sempre e solo -a quanto ne so finora- per intenti diversamente onesti. Dunque, ad essere esibizionisti col deretano degli altri son buoni tutti, motivo per cui urlo in direzione del mago: "Badate che sono io che ve lo sto lasciando! Ci si vede giù!" Tirando fuori il mio rampino delle grandi occasioni, aggancio la testa alla base della botola, poi faccio cenno a Dahlia di salire sulle mie spalle, tenendo ben in vista una piccola torcia che accendo poc'anzi. Non mi fermo a vedere l'esito del piano del Mago: è in gamba, ce la farà. Anzi, sono talmente sicuro di ciò che, quando tocchiamo terra, non ritiro il rampino: Zendhar avrà bisogno di aiuto per scendere fin quaggiù.
  20. Per me è più che ok. Per un pour parler regolistico invece, in verità dovresti indirizzare la narrazione secondo i risultati delle mosse. In questo caso l’oggetto del mio Sfidare era l’impedire che i “segugi” tornassero dentro. Con un 7 (successo parziale) sarebbe ok una tua mossa morbida tipo: “Porta e sedia resisteranno… ma non per sempre” (il GM ti proporrà un esito inferiore, un prezzo da pagare, o una scelta difficile). Relativamente all’oggetto/scopo dello Sfidare dunque, sembra invece che l’esito inferiore sia equivalente ad un non esito: il ritorno dei segugi c’è stato, ed in modo non contrastabile (mossa dura). Poi c’è anche la mossa di @Danear anche se non ho capito bene quale. Sembra collegata con i suoi attrezzi, ma menzionava anche ad uno Sfidare il Pericolo… Da come ho capito, il fatto che sia ritornato solo un “segugio”, seppur più forte di prima, dipenderebbe dal successo (pieno) di questa mossa. Qualcosa non quadra. Riguardo la presunta magia degli attrezzi di Léon, visto che lo “chiedevi a Zandher ”, direi di non aver voce in capitolo. O meglio, non mi stai dando uno spazio bianco sull’universo di gioco, ma di avere giurisdizione su un altro giocatore. Non conosco la mossa in questione, ma se parla di proprietà magiche, allora ok, è stabilito dalle regole. Poniamo che sia così, la mossa dice anche che eventuali arnesi magici siano utilizzabili senza problemi? Se non lo dice, la questione potrebbe essere comunque relegata al background (immagino che ne abbiate concordato uno). Se la questione è aperta, beh… decidi tu. Un’eventuale Sfidare il Pericolo resta lo strumento jolly per il GM. Occhio che una volta stabilito un precedente in fiction, si dovrà mantenere la sua coerenza 🙂
  21. Zandher, Mago (Archivista) Mi compiaccio della baldanza di Léon. Lo osservo mentre si ingegna con la serratura, rivelando doti che, dopo l’aver sfondato una botola col deretano, non sospettavo. ‘Sarà un egregio compagno d’avventura’ mi auguro lungimirante, mentre liscio placidamente la barba, ormai bersaglio rassegnato dei miei stati d’animo. Ammetto però che la tecnica di Léon è inusuale, nuova per me. Non saprei se sia magia o autosuggestione. Non che la seconda non possa fare miracoli, anzi… Un forte schianto interrompe le mie elucubrazioni, nonché le belle speranze di aver risolto con quegli esseri. ‘Ops…’ La sedia e la porta che bloccava si frantumano dietro l’insistenza di una bestia, ora ben più robusta di qualche attimo prima. Si è rimpinguata di magia… ma non fino al punto di esplodere1. Concediamole il bis allora. Poi le porterò il conto… Con uno schiocco di dita evoco un costrutto invisibile. «Se non ti spiace vorrei usarti come dessert» gli bisbiglio ad un orecchio (o almeno dove suppongo sia il suo orecchio), con l’idea di darlo in pasto al nemico. So che non gli dispiacerà: è un costrutto di pura energia, privo di intelligenza, se non quella conferitagli per adempiere ai suoi compiti. Senza molti scrupoli lo indirizzo con una spintarella verso il “segugio”, ora eretto, che a grandi passi si sta avvicinando. «Non badate a me Léon» lo prego, sperando di non toccare il suo orgoglio. È un uomo intraprendente, ma non voglio che ciò metta a repentaglio lui e sua “figlia”. Spero anche che tra i suoi singolari attrezzi abbia qualcosa di più ordinario per illuminare i sotterranei, visto che, a quanto pare, una soluzione magica potrebbe stuzzicare le narici di qualche altro “segugio” nei dintorni. ‘Non è una scusa, bensì l’unico “segugio” che voglio, non è quello che mi annusa, ma quello che trangugio’ Ah, l’umorismo in rima perfettamente fuori luogo. Il mio preferito!
  22. @Danear @Marco NdC Ultimo braciere, decimo giorno d'Inverno L'improvvisata collaborazione ha l'effetto che tutti speravate: i segugi restano bloccati all'esterno dell'ingresso dell'Occhio, ma non sono ancora inermi. Mentre vi guardate un po' sollevati e anche un po' stupiti della scoperta sinergia delle vostre azioni perfettamente coordinate, i colpi alla porta si fanno sempre più forti e più violenti, ma la magia (Zandher, era magia?) di Léon per ora ha la meglio. La porta sembra abbastanza robusta e serrata per reggere per un po', sebbene sembra che le creature stiano diventando col tempo più forti e insistenti. Il piccolo quadrato di finta pavimentazione dal quale sono usciti i segugi è completamente squarciato e una strana aura fuoriesce da quell'accesso sotterraneo... Mentre Dhalia si avvicina al buco nel pavimento seguendo il consiglio del mago, un forte colpo le fa gelare il sangue nelle vene: spostandovi tutti per procedere all'esplorazione, siete tutti e tre a qualche metro dalla porta quando questa viene buttata a terra da uno dei due individui che avevate chiuso fuori: dopo aver abbattuto la porta però si erge eretto, e dove prima c'erano occhi vuoti potete entrambi vedere una fiammella che lascia una scia quasi eterea quando la bestia inizia a camminare con passo deciso verso di voi. Avete pochi secondi per pensare a cosa fare, mentre riuscite a scorgere accasciato sulla porta quello che sembra il cadavere consunto dell'altra bestia.
  23. Gandissir, Prescelto di Björun, decimo giorno d'Inverno a Melcar  Le parole di Amarant rimbombano nella mia testa. Mi accorgo che l'anziana donna sta lanciando un incantesimo. Troppo tardi, cado in uno stato di trance; alle mie spalle avverto la presenza di Lothar. Nulla illumina lo spazio che mi circonda, rimango immobile nel freddo abbraccio delle tenebre. D'un tratto qualcosa interrompe la monotonia dell'oscurità: prima un bagliore, poi un secondo e prima che riesca a comprendere cosa accade intorno a me un infinità di luci pulsano caoticamente intorno a me. Una donna piange sommessamente a pochi metri da me, i lunghi capelli rossi danzano in aria come fiamme e riflettendo la luce emessa dai globi luminosi che fluttuano a mezz'aria. 'Björun...non c'è dubbio, è proprio lei! Dove mi trovo? E' forse un illusione costruita da Amarant? Ne dubito, ma è stato senza dubbio il suo incantesimo a portarmi al cospetto di Björun, temo di aver sottovalutato il suo potere'. Lo sguardo della donna è fisso su di me. Mi avvicino lentamente, confuso. Gli occhi della dea sembrano celare un universo in costante movimento, dominato dal caos...
  24. Léon D'Avimbert, il Menestrello delle Cose Nascoste "Ma che c.." quasi cado dietro per la sorpresa quando due esseri mai visti prima sbucano dalla botola, improvvisamente apertasi, e si dirigono verso Zandher, famelici - oserei dire -, a quattro zampe come bestie. Sono ancora incerto sul da farsi quando un pizzicotto di Dhalia mi riporta alla realtà: senza indugio lancio una sedia sgangherata a Zandher: vedendo il comportamento degli esseri, però, penso che non si è mai visto nessuno rubarmi la scena per così tanto tempo! Vi attirano le cose magiche? Guardate qui! Faccio cenno al mago di farsi da parte, dopo aver posizionato la sedia, mentre tiro fuori dalla mia scarsella un diapason. Ho passato la vita a scassinare serrature, quanto sarà difficile fare il contrario? Così pensando, poggio il diapason sulla serratura, la quale imprime sullo strumento una vibrazione che a me arriva come una nenia antica, solenne, di chi ha visto e sentito tante cose. Mentre il diapason continua a segnarmi il ritmo, scelgo, tra i miei ferri, un piccolo liuto, particolarmente adatto per quella frequenza così solenne. Dopo tutto questo tempo continuo a capire poco della magia che permea i miei ferri: so solo che so usarli per queste cose e che a quanto pare sono unici. Non che debba ragionare troppo su cosa fare: sento la frequenza e il mio animo sa già cosa suonare e in che modo. Comincio a pizzicare le corde, sempre tenendo il ritmo del diapason e riesco a visualizzare i fronti di vibrazione dell'aria: li vedo diramarsi intorno, svelarmi i segreti di quella melodia. Vedo forse pezzi di ciò che fu l'Occhio e poi ancora prima, fino a vedere ombre che posizionarono la prima pietra secoli fa. Tutto è molto confuso e poco interessante: man mano che la melodia va avanti, però, di tutta la storia di quella porta riesco a visualizzare la serratura. Vedo i suoi meccanismi interni e verso di essi indirizzo le mie note: normalmente, se dovessi scassinarla, cercherei di fare un lavoro certosino; ora, invece, mi diverto - e la musica lo fa intuire, in seguito ad improvvisi cambi di accordi e scale a non finire - a creare scompiglio in quel fine meccanismo, per bloccarlo come posso. Mentre termino questa improvvisata composizione, penso che, se anche la porta così ulteriormente bloccata non dovesse reggere per troppo tempo, se non altro i nostri ospiti avranno della magia da studiare. Accenno un inchino a Zendhar e Dhalia, come faccio alla fine di ogni sonata, dopodiché faccio loro segno di entrare nella botola. Questa faccenda si fa sempre più interessante!
  25. Zandher, Mago (Archivista) Mi tormento la barba; devo ragionare velocemente (sembra che le due cose siano in qualche modo collegate). Gli esseri sbucano dalla botola, annusando l’aria come bassotti sulla scia di una polpetta fumante. Sarebbero anche buffi se non avessero quell’aspetto terrificante. Ma so bene cosa vogliono. Puntano ai miei piedi o, più probabilmente, al sasso che ho lasciato cadere ai miei piedi. Dovrebbe ancora riverberare dell’eco del mio incantesimo. Con un calcetto faccio rotolare il sasso oltre l’uscio. Lo stesso dal quale, poc’anzi, sono entrato in scena. Il sasso sembra davvero una polpetta dispettosa, che vuole farsi inseguire. ‘Almeno dovrebbe togliermeli dai piedi… in tutti i sensi…’ Ma in questi casi, non si sa mai, è preferibile abbondare. Con un gesto delle dita “materializzo” lì, proprio al termine della corsa del sasso – quindi un bel po’ all’esterno dell’edificio – una montagnola di polpette fumanti. ‘Abbuffatevi!’ In verità anche un’idiota si accorgerebbe che quelle polpette siano un’illusione. Il punto è che un idiota ha occhi per vedere; i nostri nuovi amici hanno le orbite cave... ma un gran fiuto per la magia. Istantaneamente, tirati quasi da un filo invisibile, questi deviano scapicollandosi in un selvaggio testa a testa, verso il nuovo incantesimo. C’è un solo problema: la nuova magia è peggio di quella vecchia. Stasera qualcosa non va. La montagnola di polpette svanisce al primo soffio di vento, lasciando le due creature interdette, disorientate. Per quanto tempo, non lo so. «Sedia!», chiedo con tono distaccato, monocorde, a Léon. Sembro un chirurgo in attesa dello strumento dal suo assistente, che cerca di non fargli trasparire quanto l’operazione si sia improvvisamente aggravata. Dandomi fiducia, Léon prende quella più vicina: una con l’impagliatura sfondata (non che quella più lontana fosse meglio). Me la passa al volo. «No, non voglio sfasciargliela in testa. Troppa fatica», ironizzo. Chiudo rapidamente la porta. Inclino poi la sedia, incastrandola tra il disotto della maniglia ed una fessura del pavimento. «È un vecchio trucco, ma dovrebbe fare il suo dovere…» «Beh, non sembra che restino molte alternative», indico con un cenno della testa alla botola misteriosa, l'unica uscita ormai praticabile. «Avremo modo di raccontarci strada facendo», continuo provando a trattenere una certa eccitazione. L’adrenalina mi scorrere nelle vene. Se quello era il comitato di benvenuto, chissà cosa ci aspetta dopo…
  26. @Marco NdC quello che sai è quello che hai già immaginato (credo): si tratta di esseri completamente contaminati dalla magia, che come dei segugi ne sentono l'essenza da lontano e bramano di assorbirla per colmarsi fino a scoppiare: non sono però un particolare gruppo di persone o bestie, quindi i loro abiti (in questo caso la loro armatura) invece non ti dice nulla
  27.  

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