Panoramica
- Cosa c'è di nuovo in questa gilda
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Organizzazione Generale
Casa ha risposto alla discussione di Marco NdC in Organizzazione in L’Isola Proibita
comunque ci tengo a ringraziare @Marco NdC (e anche @Crees per l'altra volta) per la pazienza avuta nei miei confronti e per lo sbattimento aggiuntivo nel reindirizzare le mie giocate! profetizzo: non ci sarà eclissi solare prima della quale vedrete epilogo! 😀 a tempi migliori! ciao -
Organizzazione Generale
Crees ha risposto alla discussione di Marco NdC in Organizzazione in L’Isola Proibita
Siamo maledetti, te lo dico io Marco. Prima o poi riusciremo a iniziare e finire un avventura insieme. Ci si legge in giro ragazzi! -
Organizzazione Generale
Marco NdC ha risposto alla discussione di Marco NdC in Organizzazione in L’Isola Proibita
Concordo, l'avventura non è decollata. L'idea era di dare diversi spunti che potessero interessare i personaggi. Non solo andare sull'isola, ma anche giocare altri fronti. Come fare una caccia alla strega (la taran gipoa del barbaro), scoprire di più sul mago che ha insidiato l'habitat del druido, gli intrighi tra il barone e le gilde commerciali, etc.. Considerando i tempi di gioco però, sarebbe stato meglio farvi partire dal dunque. Qualcosa tipo: dopo il naufragio riaprite gli occhi sulla spiaggia dell'Isola Proibita... Comunque non ha senso continuare così, e reclutare altri giocatori non funzionerebbe. Mi spiace dirlo per l'ennesima volta... ma è meglio chiuderla qui. -
Organizzazione Generale
Casa ha risposto alla discussione di Marco NdC in Organizzazione in L’Isola Proibita
ritengo che sia meglio di chiudere qui l'esperienza. anche a causa mia, i ritmi stanno scivolando sempre più verso l'apatia. sinceramente non ho più l'entusiasmo iniziale. la cosa mi dispiace perchè sto imparando un sacco di cose riguardo DW e ne ho ancora tantissime da imparare, tuttavia continuare mi sembra una forzatura. non so! -
Organizzazione Generale
Crees ha risposto alla discussione di Marco NdC in Organizzazione in L’Isola Proibita
Io come te sto giocando a tempo perso. Non ti nego che, nonostante il tuo modo di scrivere e masterare sia uno di quelli che preferisco in assoluto ( credo di avertelo confessato piú di una volta) , l'avventura non mi sta proprio prendendo. Un pó complice l'ambientazione che forse non é fra le mie preferite, anche se sono comunque curioso di esplorarla, sicuramente colpa del ritmo, per quanto io non sia comunque in grado, a cose normali, di garantire più di due post settimanali. Io ci sono per continuare. Peró forse bisognerebbe peró decidere come dare una svolta al tutto. -
Organizzazione Generale
Marco NdC ha risposto alla discussione di Marco NdC in Organizzazione in L’Isola Proibita
Facciamo il punto. Sto aspettando la giocata di @Ji ji per andare avanti. In passato è stato già assente per molti giorni, ma ha sempre detto di voler continuare, seppur chiedendo un po' di pazienza. Questa volta però non entra dal 28 gennaio, e la sua ultima giocata risale al 26. Cioè due settimane fa. Ditemi voi, @Casa e @Crees, come regolarci. Per me, visto che sto partecipando a "tempo perso", potrei anche aspettare. Certo, non è molto divertente, ma nemmeno mi peserebbe. Ad ogni modo è giusto sapere il vostro parere. Dobbiamo divertirci tutti. Se non è così, non vale la pena continuare. In questo caso ho preferito non muovere Mororga, visto che pendono decisioni che potrebbero dare una certa direzione all'avventura. Direzione che fino ad ora non ha preso, un po' per cucire il subentro di John al posto di Bazza, un po' per l'impostazione "open world" che mie era stata richiesta inizialmente. Ma immagino che potrebbe esserci una svolta da qui a poco. Sempre che ji ji torni, ovviamente. Fatemi sapere. -
John Milligan - Alcova di Kilia. Passo il tempo raccontando qualcun'altra delle mie mirabolanti avventure alla giovane "apprendista", alcune riguardo proprio incontri con streghe, fattucchiere e sirene ed ogni altro tipo di creatura magica che ho incontrato. Insomma le faccio capire che so esattamente di cosa sta parlando. Mi stringo a lei quasi dimenticandomi dei miei compagni finché non si apre a porta. Inutile dire che la visione mi rapisce e non poco. Ora capisco il nostro amico dai bislacchi costumi perché aveva cosí fretta di tornare qui. Prendo la giovane Yesabel per mano e la trascino insieme a me difronte a Kilia <<Capitano John Milligan. Un amico di Mororga. Io e lei dobbiamo parlare. >>
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teros (druido elfo) l'attesa è in realtà una lotta di resistenza psicologica; non riesco a penetrare i segreti di quel quadro. A interrompere i miei pensieri si presenta Kilia che chiama Mororga. Difficile restare indifferente a tal soda bellezza ma non per Teros: mi muovo per affiancarmi al barbaro attendendo una sua reazione!
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Haisendok -> Alcova di Kilia John Anche se è stata lei a lanciarti un qualche segnale, quando attacchi bottone la ragazza sprofonda un po’. Non solo in senso lato, ma letteralmente, nella sua dose di cuscini. Sarà per la tua audacia, o perché chi si rivolge ad una chiromante - e lei fa parte della categoria - potrebbe avere un qualche imbarazzo nel raccontare perché. Si schiarisce la voce mentre riprende una postura più tonica. «Sono… lusingata. Lei è galante» risponde sinceramente «…e di una schiettezza, oserei dire, inaspettata» aggiunge un po’ più timidamente. «È vero, non sono qui per… come dire… avere una consulenza. Nossignore. Ma prima le buone maniere: se posso presentarmi, mi chiamo Yesabel… Lei è il signor?...» Da come parla si evince che Yesabel non è la tipica paesanotta del luogo. Ti guarda con occhi grandi, tradendo una voglia di confidarsi finora inespressa. «Ho affrontato un lungo viaggio e adesso eccomi qui, su questi bei cuscini di piuma d’oca. La cosa migliore di Haisendok… fino ad ora. Aspetto un colloquio con madame Kilia. A ripensarci, non ci posso credere... tutto quello che ho dovuto passare… Insomma… da quando è successo quel che è successo (si riferisce alla Grande Eruzione), qualcosa è cambiato anche dentro di me… Ma non voglio annoiarla con i sentimentalismi. Diciamo che ho scoperto di avere dei “doni”. Lei è un uomo arguto. Sono sicura che avrà contestualizzato ciò che intendo. I miei tutt’ora non lo accettano. Non li biasimo. Il vulcano e poi questo… non è stato facile per loro. Sono vecchia maniera, gente pratica, e c’è sempre bisogno di una mano in bottega. O meglio, c’era. Adesso che le nostre proprietà sono perlopiù allagate, ho deciso di andare per la mia strada, di fare ordine dentro di me. Chiederò a madame Kilia l’onore di essere una sua assistente. Lavorerò gratis se necessario. Ma devo imparare a controllare questi… sì, doni! Devo capire se mi sono stati dati per un motivo… per una missione. Ma basta parlare di me. Non ho potuto fare a meno di sentire mentre parlava con i suoi amici. Certo che ne ha di storie da raccontare!» La sua allegrezza adesso dissimula un certo disagio. Forse si è resa conto troppo tardi di aver svelato troppo su di sé. Ma quel che è detto è detto. L’abbassamento dei freni inibitori è uno degli effetti che hai sulle donne. Normale amministrazione. ----------------- Mororga Il mercante (o damerino acchittato come tale) sbanda come quei marmocchi quando gli fai “BUUU!” all’improvviso. «Scusa prego?» balbetta. «Conosci questa pe-pe… pe-pe… pe-pe-pe-persona?» Il tizio ingoia a stento l’umiliazione di avere appena parlato come una trombetta. Il tuo grugnito, la tua imponenza… e il tuo alito di acquavite non hanno aiutato in effetti. Nemmeno i tuoi tatuaggi sono dei più rassicuranti. Tuttavia, guardandoli meglio, il tizio ne coglie la similitudine con quelli del suo ritratto. Così, tra un tic nervoso e l’altro, si accende una scintilla nei suoi occhi. «Str.. strega hai detto? Stai dicendo che… esiste da-davvero? Non me la sono solo so-oooo-ognata?» Meno goffamente che può abbandona la sua pila di cuscini. L’avvallamento lasciato dal suo sedere è considerevole. «Possiamo pa-parlare più in là?» Ti fa strada raggiungendo un angolo più defilato. I suoi occhi scorrono ancora sui tuoi tatuaggi. Poi si chiudono come se non riuscissero a reggerli per molto. «Pensavo di essere diventato ma-matto! Non che ora mi senta sanissimo a di-dirla tutta. Le mie attività, il mio ma-matrimonio, le mie co-co-conoscenze… tutto… tutto è andato a rotoli da quando sogno questa donn… strega! Mi ca-capitano sfortune su sfortune… e fa-fatti sempre più strani… Non sapevo più co-cosa fare. Pe-per la disperazione ho fatto me-eee-ttere dei ma-manifesti con la sua faccia in giro. Dap-pp-pertutto! Ma i corvi andavano a beccarli... Non è assurdo? Tu mi ch-chhhh-redi vero?» Adesso che ci ripensi, quando ieri vi siete soffermati alla staccionata con i manifesti dei ricercati, quello della Taran Gipoa era riconoscibile solo per un pezzettino di tatuaggio rimasto integro. La faccenda adesso ha più senso. «Il mio no-nome è Dorlanimus Kavarindan XIII. Sono l’u-uu-ultimo della mia casata e a capo della g-g-g-ggilda dei Tre Boccali. Probabilmente ne avrai sentito p-parlare. Abbiam… cioè, avevamo un bel giro. Mororga hai detto che ti chi-chi-chiami, g-giusto? Ah! Certo… puoi chiamarmi Dorlan. Puoi davvero sbarazzarti di questa st-strega? Davvero? E come? Fino ad un attimo pensavo esistesse solo nella mia te-testa. E po-poi arrivi tu! Mo-morga salvami se puoi! Chiedimi qualunque cosa! Qualunque cosa!» È evidente che Dorlan stava affidando le sue chiappe alla chiromante, ma in questo posto ci è arrivato solo dopo averle provate tutte. Non è tipo da credere in queste “superstizioni”. Poi arrivi tu. Coincidenze? Magari ti hanno davvero portato gli dei. Chissà. Ad ogni modo per Dorlan sembra così. E questo è buono. È buono perché Dorlan c’ha la grana, e tu potresti avere la tua fetta in questa storia. Anzi, perché no, anche tutta la torta se vuoi (Parlamentare). Forse Kilia non la prenderebbe bene, ma non è detto che debba saperlo… ----------- Teros Fuori dalla magione Le pantere ricambiano il tuo sguardo con curiosità, come se riconoscessero in te qualcosa di vagamente familiare (Nato dalla Terra). Se ne stanno distese, vigili e annoiate allo stesso tempo, alla maniera dei felini. Ai bei tempi si sarebbero beate tra la frescura e gli sprazzi di sole che arrivavano dalle palme. Ma adesso che il cielo getta la sua ombra, sempre e ovunque, hanno perso parte della loro vitalità. Ad ogni modo non sono affamate. La loro padrona (termine opinabile) le cura e rifocilla alla bisogna. Magari le vizia pure, a giudicare dal loro aspetto. Se le pantere attaccano, lo fanno solo per disciplina. Linguaggio degli spiriti: Le due non sono in vena di “chiacchiere”, ma gli sguardi, i piccoli movimenti della coda, delle orecchie e delle vibrisse fanno trapelare comunque qualcosa di interessante. Quello che inizialmente poteva sembrare appetito nei confronti del grosso-e-succulento Mororga, in realtà è un tipo di eccitazione diversa. Non è la prima volta che vedono il barbaro. Potrebbe portare con sé ancora un po’ dell’odore della padrona. Ma è più probabile che sia Kilia a portare ancora l’odore del barbaro. Almeno considerando che dal loro ultimo incontro, Mororga si è ripassato nel guano prima, e nella tinozza della bettola poi, a botte di sfregamenti. All’occorrenza le pantere avrebbero un “grado di ostilità” per voi, del tipo: Mororga -> Tu -> John. In ordine crescente. Dentro la magione Il quadro del mago cattura la tua attenzione, rubandola al altri elementi disturbanti, che pure senti essere presenti nella scena. Forse è un bene non indagare. La magia è roba innaturale. Meglio preservare la propria integrità. Resta il fatto che la chiromante sia, nella migliore delle ipotesi, un’estimatrice di questo mago. Nella peggiore, una sua adepta… ------------- TUTTI Dopo una certa attesa (raccontate come avete proseguito le rispettive conversazioni nel mentre) finalmente si dischiude lo studio di Kilia. Ne esce un cliente. Si alza il prossimo. Ma prima che entri al posto del primo, viene anticipato dalla padrona di casa. Kilia si affaccia sull’uscio, come se da dentro avesse fiutato qualcosa che valesse la pena controllare. La chiromante è di una bellezza statuaria. Altera, sinuosa, pelle d’ebano accarezzata da lunghi capelli neri. Sembra un’altra pantera, ma fatta donna. I guizzi delle candele proiettano sensuali chiaroscuri sulle gambe ben tornite, in particolare sul riflesso lucido della sinistra, che vertiginosamente fuoriesce dallo spacco dell’abito. Gli occhi verdi-screziati-oro incrociano istintivamente quelli del barbaro. «Mororga!» esulta. «Allora hai fatto come ho ti ho detto…» (in riferimento alla richiesta di non partire. Vedi Capitolo 1) Cosa fate?
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Teros (druido elfo) scendere in strada in fin dei conti non è stato racconto a John delle 2 piccole disavventure avute. Raggiunto l'ingresso della fortezza percorriamo lungo il tunnel siamo costantemente affiancati da due splendide pantere mi metto in ascolto (linguaggio degli spiriti) e deduco il loro desidero di azzannare quello grosso con tanta carna da magiare! Sembrano ben tenute e proseguo oltre. Arrivati alla sala d'attesa tuttavia una strana sensazione mi pervade: magia nera, tutto ciò che è negazione della forza della natura! Ancor prima di entrare trattengo per un braccio Mororga: "sei sicuro che questo sia un posto sicuro?" ma il barbaro non sembra avere dubbi. Con sospetto entro anche io e non mi siedo: resto in allarme in piedi lungo un muro della stanza facendomi distrarre solo da quel quadro che costantemente richiama il mio sguardo!
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Rido forte ai racconti di John mentre andiamo dall'indovina. Ne ha combinate di divertenti. E poi sono allegro perché recupererò presto i miei pantaloni. Arrivato all'edificio mi spaparanzo sui cuscini. Sarebbe stato meglio arrivare di soppiatto per riposarci un paio di giorni senza ficcanaso. Ma per una notte andrà bene così. Quanto a Kilia, ora ha da fare con i suoi clienti suppongo. Bevo un sorso dalla bottiglia di acquavite che ho arraffato, poi un altro sorso. Poi mi distendo e mi stiracchio, pronto per un bel pisolino, quando vedo il mercante e il foglio che ha in mano. Ah-ah! Mi avvicino in modo casuale e lo osservo. E' bolso e nervoso. Le Taran Gipoa possono e vogliono tormentare lo spirito degli uomini per renderli loro marionette. Così poi li spingono a procurare loro la materia prima per i loro osceni sacrifici. Ma anche le Taran Gipoa possono essere tormentate, nel corpo se non nello spirito. Se questa strega è a portata di mano, Mororga la vuole, per il suo piacere oppure per trucidarla. O magari entrambe le cose; lo deciderò quando l'avrò tra le mani. Grugnisco e attiro l'attenzione del mercante. "Bel disegno" gli dico, "ho visto tatuaggi simili nello specchio." Sorrido sbilenco, che veda bene i tatuaggi sul mio volto e sul mio corpo. "Sei qua per liberartene, vero? E gli dei sono stati generosi e ti hanno fatto incontrare Mororga". Inarco le sopracciglia e mi batto il petto con le dita: "solo Mororga può liberarti della strega, per un modico prezzo. Raccontami di lei. Sono gli dei a portarmi qua."
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John Milligan - Alcova di Kilia. Lascio che il nostro buon Mororga ci faccia strada mentre chiedo ad entrambi come sono arrivati lí e che cosa hanno combinato prima del nostro incontro, mentre intanto gli racconto un altra delle mie mirabolanti avventure. <<Sultano del Dernir non è spaventoso come si possa pensare. Mi è quasi dispiaciuto dovergli prendere il cavallo, ma non potevo farne a meno. Dovreste vederlo è perfetto. Alto, forte, con questo manto bianco o grigio a seconda dell'umore del mare. Comunque, come vi stavo dicendo, sono stato mandato ad indagare sui maremoti e gli uragani. Sono troppo giovane perché il mondo finisca. Cosi tante imprese da compiere, donne da amare, tesori da conquistare.>> Concludo dando una pacca al Druido. <<Non fare quella faccia. Guarda che anche tu hai ancora molto da fare su questa striscia di terra e acqua. Tu dai ascolto a me e vedrai che il tuo nome sarà ricordato anche fra quelli della tua risma. Ce ne sono altri vero?>> Divagai per poi sorprendermi del distacco di quel luogo mistico con il resto della cittadina. La giovane donna dai capelli corvini e mossi avrebbe catturato ben più di un mio sorriso, se solo lo scaccia spiriti non si fosse messo di mezzo. Tocca istintivamente il mio come a controllare che fosse sempre li... Improvvisamente io e quella fattucchiera avevamo qualcosa di cui parlare. Tornai con gli occhi sulla giovane donna. Se come sembrava, tutta quella gente era in attesa, forse la nostra amica poteva aiutarci a saltare qualche posizione. Mi sedetti quindi accanto a lei, lasciando il barbaro a fare il barbaro, e Teros a rimirare l'arredamento. <<Sono piuttosto sicuro che non hai motivo di trovarti qui. Sei troppo bella per aver bisogni di un filtro d'amore e nessun uomo sano di mente potrebbe tradirti. Perciò, cosa ci fai qui?>> Diretto e sprezzante, é cosí che é John Milligan.
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Mororga Al tuo “Shhhh” i due piccioncini si stringono l’un l’altro, raddrizzando le schiene per il brivido. Stupidi conigli… Sai bene però che senza una dimostrazione pratica, come un dito spezzato, un occhio pesto, o una spalla slogata, rialzeranno la cresta appena arriverà la cavalleria. Sempre che abbiate qualcuno alle calcagna. Alla fine guardie e avventisti si pestano i calli a vicenda. Magari stanno ancora giù a menarsela. E anche se venissero a cercarvi, basterà che i due conigli balbettino quel tanto da concedervi un po’ di vantaggio (successo parziale in Parlamentare). Vi basta per vedere bene dove mettete i piedi, mentre zompettate tra i tetti e le grondaie fradice di Haisendok. Non è stagione per fare dei buchi in acqua. ---------- Haisendok -> Alcova di Kilia TUTTI Raggiungendola dal basso, come le persone normali, la tenuta della chiromante si nasconde aldilà di mura di argilla piena. Sono alte, spesse, smussate, e adornate da maioliche rosa-beige. Il complesso è una graziosa fortezza. Ricorda una conchiglia che ha preservato la sua perla – il giardino botanico – dall’innalzamento del mare. Come se chi la progettò a sua tempo ne avesse previsto l’eventualità... Oltrepassate le mura salendo su delle rampe a zig-zag. Sono rampe mobili, che vengono piazzate nelle ore diurne, permettendo il via-vai dei clienti. L’interno della tenuta si dischiude ai vostri occhi come il contenuto di un monile. Totalmente fuori luogo nel grigiore di Haisendok. Il selciato che conduce alla dimora è ben curato. Soprattutto, è isolato per tutta la sua lunghezza da una galleria in rete metallica, che fa sia da gabbia, sia da supporto per i rampicanti. Il perché è presto detto: aldilà delle sbarre potete scorgere non solo la varietà delle piante, ma anche le due pantere di Kilia. I felini seguono il vostro passaggio apaticamente, ma meglio non farsi illusioni e camminare al centro del sentiero. Le palme che avevate visto dal tetto della locanda, adesso svettano sulle vostre teste (sempre dall’interno del giardino). Si susseguono in una fila che, facendo il giro, vi avrebbe portato direttamente sul terrazzo della camera da letto di Kilia. È vero, sarebbe stato rischioso saltare dall’una all’altra. Forse anche ridicolo, ma la cosa avrebbe avuto i suoi vantaggi. L’interno della casa ha un che di esotico più raffinato. Luci soffuse, tende damascate in ogni dove, e una leggera nebbiolina di incenso. Quel genere di cose lì. In fondo, la porta a due battenti dello studio di Kilia, si staglia ben chiusa e massiccia. Nell’attesa del loro turno si sono appollaiati una dozzina di clienti. Più uomini che donne. Ma sono i primi a fissare maggiormente lo sguardo su di voi. Chissà perché. La cosa buffa è che la chiromante preferisce i grossi cuscini, rispetto le volgari sedie. Ognuno cerca di sprofondare il più compostamente possibile, ma i meno agili sono chiaramente in difficoltà. ---------- Teros È una sensazione a pelle, ma c’è qualcosa di profondamente innaturale in questo posto. Non è solo una messa in scena per suggestionare i creduloni. Qui si pratica la magia. Quella vera... quella nera. La tua attenzione viene catturata da uno dei dipinti. Ritrae quel mago che ebbe a che fare con Agor, il druido delle pianure sussurranti. Stando alla leggenda, i due si affrontarono a causa di un fiume misteriosamente prosciugato (puoi descriverla più nel dettaglio se vuoi). Sarà una tua impressione, ma quel ritratto sembra fissarti. Come se ce l’avesse a morte con te. Davvero inquietante, ma guardandoti attorno senti che ci sono anche altre cose che ti mettono a disagio. Seppure, ad una prima occhiata, non sapresti dire esattamente cosa… ---------- Mororga Puoi facilmente immaginare perché alcuni ti guardino di sottecchi, e con malcelata invidia. Mezze calzette! Sarà trapelata qualche indiscrezione sui tuoi insaziabili appetiti e le particolari voglie della signora Kilia. C’è chi può e chi non può. E questo è quanto. Ad ogni modo c’è un cliente che è troppo concentrato sui suoi problemi per prestarti attenzione. Come osa? È un uomo sui quaranta, ben vestito. Probabilmente un mercante, ma con la ciccia troppo molle e il colorito troppo delicato per essere di quelli che vanno in giro per lavoro. In mano tiene un foglio che evita di guardare troppo spesso, e su cui è ritratto qualcosa di familiare. Almeno per te. Osservandolo meglio, ti accorgi che tratteggia una donna con capelli e occhi bianchi, senza pupille. Anche il tatuaggio, per quanto sia approssimato, per te è inconfondibile. Non c’è dubbio: è una strega divinatrice, una serva dei demoni. Una Taran Gipoa. Di nuovo lei… ---------- John Nei tuoi riguardi è più il gentil sesso a scoccare qualche occhiata. Ma non è sempre così? In questo caso però, che sia una cosa buona, è tutta da vedere. Donne e chiromanti sono un connubio abbastanza scontato. Le prime, o si fanno leggere la mano (per questioni perlopiù di corna), o devono rimediare qualche filtro d’amore. Ad ogni modo la più carina (puoi descriverla se vuoi) ti scocca qualche occhiata in più. Anzi, abbozza addirittura un sorriso. C’è un’altra cosa che attira la tua attenzione. Sull’architrave della porta che dà nello studio di Kilia, pende uno scacciaspiriti fatto di conchiglie, qualche piuma e una cima sfilacciata. Non che questo genere di oggetti sia particolarmente raro, soprattutto in certi luoghi, ma è la prima che ne vedi uno praticamente uguale a quello che porti con te. ---------- TUTTI Cosa fate?
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Discussioni sul Capitolo 2
Marco NdC ha risposto alla discussione di Marco NdC in Organizzazione in L’Isola Proibita
Ehilà. Oggi sarò tutto il giorno fuori. Se non riesco a postare per stasera, lo farò al massimo per domani. Anche se non l’avete specificato, direi che ci sono elementi che vi permettono di arrivare da Kilia senza sfidare il pericolo 😉 -
Teros (druido elfo) alla proposta di john faccio spallucce come a indicare che una via o l'altra fosse indifferente.
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Discussioni sul Capitolo 2
Casa ha risposto alla discussione di Marco NdC in Organizzazione in L’Isola Proibita
sono un po' impegnato fino a mercoledì. per quanto riguarda la domanda del master, dato che seguiamo mororga, direi di aspettare di vedere dove va lui! -
John Milligan - Ventre del Kraken, Haisendok. Ci lanciamo dove ci guida l'istinto, interrompendo l'onesto lavoro di una professionista e lasciando che l'aria fetida della cittá ci accolga nuovamente. Ricontrollo per sicurezza gli oggetti trafugati, come assicurandomi di aver tutto, mentre esco sul cornicione per nulla preoccupato. Non é la prima volta che scappo per i tetti di Haisendok, mi é infatti facile realizzare che non sono poi molto lontano da una delle donne piú belle su cui abbia posato lo sguardo, le mani e tutto il resto. Faccio per aprir bocca in tal senso, quando il mio amico poco civilizzato si propone di farci pista. Sospiro vagamente deluso per poi seguire il suo incidere grezzo fra le passerelle. Dovrebbe essere semplice e decisamente meno rischioso, sopratutto per lui, scendere verso la strada, piuttosto che darci al salto fra gli alberi come scimmie, oltre al fatto che forse attirerebbe maggiormente l'attenzione. << Passiamo di qua? >> Propongo, indicando le impalcatura che dalla strada si arrampicano su per l'edificio. Certo, si potrebbe dover saltare di tanto in tanto ed evitare di scivolare, ma meglio che rischiare l'osso del collo.
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Discussioni sul Capitolo 2
Crees ha risposto alla discussione di Marco NdC in Organizzazione in L’Isola Proibita
Ragazzi domani rispondi, comunque ovviamente mi unisco al gruppo -
Discussioni sul Capitolo 2
Ji ji ha risposto alla discussione di Marco NdC in Organizzazione in L’Isola Proibita
Prima di descrivere la cosa aspetto che anche Crees confermi se John viene con noi o fa altro. -
Discussioni sul Capitolo 2
Marco NdC ha risposto alla discussione di Marco NdC in Organizzazione in L’Isola Proibita
@Casa Descrivi come e quale pericolo sfidi. La cosa fa differenza (al netto dei dadi) e non posso farlo io per te. Da BG risulta che sei un elfo snello e forte. Ci sta che tu possa saltare di palma in palma per arrivare all’alcova… dunque bypassando le mura di recinzione e la fila dei clienti. Ammesso che tu voglia fare questo. Sta a te/voi decidere il come (vedi anche sotto). -------------------------- @Ji ji Discorso simile. Cosa fai per arrivare all’alcova di Kilia? L’opzione da me descritta è indicativa. Si può benissimo scendere per “strada” (ponteggi e passerelle) e poi procedere, o magari imbucarsi in qualche botola/finestra di un edificio, poi accedere alla “strada”, etc.. Va bene qualsiasi narrazione che abbia un senso e che sia coerente con la fiction. Ad esempio il considerare che arrivandoci da sotto, vi imbatterete nella solita fila di clienti. ----------------------------- TUTTI Lo so che rallenta il gioco, ma valutate se è il caso di discutere il dà farsi prima di fare le vostre giocate. -
TEROS (DRUIDO ELFO) un posto valeva l'altro bastava togliersi da li in modo discreto, purtroppo imbuchiamo una stanza occupata: mororga reagisce a suo modo dal mio conto invece l'approccio è diverso: un veloce "scusate il disturbo" prima di varcare la finestra.
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"So io dove possiamo stare tranquilli per un paio di giorni. E quando dico tranquilli, intendo spassarcela. Seguitemi!" dico ai miei due compagni. Mi avvio verso la finestra, poi ci ripenso un attimo e mi volto. Guardo il ciccione e la bagascia. Mi passo un dito davanti alla gola, poi lo metto davanti al naso. "Shhhh." Esco sul cornicione e mi avvio verso l'alcova di Kilia.
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Haisendok -> Locanda “Ventre del Kraken” -> Sala principale TUTTI Gambe in spalla. Dopo una svolta e mezza, le scale vi conducono al pianerottolo del terzo piano. La corsa termina subito in un’intersezione a T. Dove andare? Il corridoio, da sinistra a destra, è intervallato da una serie di porte chiuse. Sono sostanzialmente uguali, eccetto il numero di stanza ben in vista sulla targhetta. Lunetta avrebbe saputo quali sono quelle libere. Ma tornare indietro significherebbe una cosa che non volete: ritrovarvi le guardie e/o gli avventisti tra i piedi. Con il passe-partout vi infilate in una stanza. «Quante volte devo dirti di non…» abbaia un grassone sorpreso in una posa poco decorosa. La bagascia sotto di lui è altrettanto contrariata. Lo sconcerto aumenta nell’apprendere che non siete nemmeno il servizio in camera. Oltre le tendine c’è la scappatoia più vicina. La finestra affaccia sul cornicione nord. Non proprio una vista panoramica, seppur si intravede uno spicchio di mare. È a nord-ovest, come una lastra di ardesia grezza, oltre il velo di caligine e il vedo-non-vedo per il continuo sforbiciare dei tentacoli dell’insegna. Per raggiungere il tetto basta aggrapparsi ad uno di questi. Un gioco da ragazzi. La vista domina su tutta Haisendok. Le sommità degli altri edifici appaiono come una scacchiera sulla quale conviene ragionare un po’, prima di capire come conviene muoversi. Non avete tutto il tempo di questo mondo ma, grosso modo, stabilite che si può raggiungere: - Un qualche nascondiglio “sicuro”; È la soluzione più pratica. Basterà calarsi in una delle tante botole, finestre o abbaini. Al che avrete modo di raccogliere le idee, al riparo di sguardi indiscreti. Eccetto quello di un eventuale occupante, si intende. - Un qualche ponteggio o passerella; Che seppur all’aperto è ragionevolmente distante per seminare eventuali inseguitori. Salì lì, scendi là: ci sono opzioni tutte intorno. Certo, qualche discesa richiederebbe un po’ di agilità, e tetti e grondaie sono perlopiù fradici. Il pericolo di una sederata in acqua non è da escludersi (Sfidare), soprattutto considerando che avete il pepe al culo. Una volta giù potrete filarvela più o meno dove vi pare. - La camera personale della baronessa; Il palazzo baronale si staglia seguendo il profilo della scogliera. La corona di gabbiani ne riprende il tono avorio-sporco-fuliggine, e l’araldo della casata svetta logoro e stinto come lo scettro di un monarca caduto in disgrazia. La finestrella che dà sulla camera della moglie del barone, che John conosce bene, se ne sta lì in cima. Occhieggia di un invitante color glicine. Saranno candele profumate. Non è vicinissima. Bisognerebbe saltare di tetto in tetto per un bel po’, eludere la sorveglianza, e infine arrampicarsi per molte lunghezze. Rischioso ma divertente. A meno che, nel tentativo, non ci si sfracelli abbracciando qualche scoglio (Sfidare). - L’alcova di Kilia l’indovina; Qui si va sull’esotico. Mororga conosce approfonditamente questa signora. In tutti sensi. Le ha anche lasciato dei calzoni in ricordo. Di lei ci si potrebbe fidare anche per un’ospitata. Le montagnelle di cuscini damascati basterebbero per tutti. Però arrivandoci dall’alto, dunque di palma in palma (Sfidare), dunque scavalcando la recinzione e la solita fila di clienti, bisognerebbe avere l’accortezza di non cascare nel giardino. Non tanto per non rovinare le piante rare: dicono che siano alchemiche. Ma per non finire tra le grinfie di Nerina e Nerona, le sue pantere da compagnia. - Il grosso e il peggio di Haisendok; Ossia l’enorme accozzaglia di case popolari. Sono retrostanti alla locanda, addossate come se volessero mangiarsela; Anche qui, saltando di “palo in frasca” si rischierebbe al massimo un buco in acqua (Sfidare). Ad ogni modo va considerato che dopo i fatti di Oman “quattro denti”, ci saranno mille e mille occhi in cerca di facce come quelle di Teros e di Mororga. Vaglielo a spiegare che Oman era quello cattivo. - Ognuno può inventare un’altra destinazione di sua fantasia, e un pericolo da sfidare per poterla raggiungere. Queste sono le opzioni. A sensazione dovreste decidere alla svelta. Non sapete se qualcuno è sulle vostre tracce. In tal caso, il grassone e la bagascia che avete poc’anzi importunato, sarebbero ben collaborativi nello spifferare dove vi siete cacciati. Cosa fate? Mororga hai preso con te il grog che stava servendo John, ed un’altra bottiglia di tuo gradimento. La prima è:
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Bene, è ora di agire. Seguendo la lista delle priorità. Uno, seguire gli amici. Due, afferrare un paio di bottiglie di bumba per il viaggio, quelle più a portata di mano. Tre, pagare le bottiglie. Per l'ultima non c'è tempo, mi sa. Seguo John e Teros su per le scale, guardando quali bottiglie ho preso.
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TEROS (DRUIDO ELFO) John ha ragione, ma per ora decido di rimanere con loro e mi fiondo anche io su per le scale
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