Jump to content

Info su questa Gilda

Nella piccola città di Haanex nella Reanaaria Bay, il mago Veoden riunisce dei giovani per un lavoro semplice: trovare i resti di una meteora che si dice fosse composta di una rara sostanza. Si supponeva fosse un lavoro semplice!
  1. Cosa c'è di nuovo in questa gilda
  2. Bjorn sono d'accordo avviciniamoci, siamo avventurieri alla ricerca di animali rari, cimeli antichi e storie da raccontare intorno ad un fuoco per avvicinare belle donne focose! sorrido ai compagni
  3. Seldanna Certamente, ma può portarci solamente verso quei portali che già conosco rispondo a Gromnir io sono per avvicinarci senza però palesare le nostre intenzioni.
  4. Gromnir «Buone notizie, almeno qualcuno sopravvive da queste parti nonostante il drago. Dobbiamo decidere se avventurarci a chiedere informazioni rischiando che siano ostili, o mantenerci lontani e proseguire in questa fascia boschiva finché non troveremo la grotta sul versante Est in cui abita il drago». Il guerriero guardò i tre nuovi compagni con occhio critico, soffermandosi soprattutto sul nano, per giudicare le capacità di muoversi silenziosamente. «Con Bjorn avevamo la fuga facile, aveva un incantesimo di teletrasporto in caso di guai. Voi disponete di qualcosa di simile?».
  5. Homeday 12 Mustering 420, mezzodì [Sereno - Fine Primavera] Il gruppo iniziò a muoversi verso nord attraversando la foresta: la vegetazione era florida e avvolgeva il gruppo Verso il mezzodì i compagni giunsero vicino al bordo della macchia Da lì si intravvedeva l'atro lato della valle e in lontananza la parvenza di un villaggio da cui si sollevavano dei fili di fumo @all
  6. Seldanna L'elfa guardò la tazza di tè con un po' di delusione, ma non disse nulla a riguardo non è mai vano o futile accrescere le proprie arti. Se lo vorrai sarò felice di farti da maestra aggiungo per poi voltarmi verso Enarion e Hrólfr due splendide notizie. Direi che possiamo incamminarci con qualche peso in meno sulle spalle
  7. Lainadan Nulla mia signora disse il ragazzo facendo cenno a Seldanna di accomodarsi accanto a lui e versandogli una tazza del the alle erbe che aveva preparato per colazione, possiedo qualche oggetto di magia ma nessuna predisposizione verso l'arte. Stavo accarezzando l'idea di imparare qualcosa ma il vostro arrivo lo rende quasi futile. L'arrivo di Enarion e le sue parole imposero attenzione, almeno siamo certi di essere sulla strada giusta.
  8. Hrólfr La visione del suo dio ed il fatto che rispondesse alla sua supplica, riempi di gioia il cuore del nano. Il rumore ritmico del maglio e l odore di fumo e fuliggine lo riportano indietro nel tempo quando, poco più che un bambino, portava la legna per alimentare le caldaie del birrificio. La risposta di Moradin fu breve e sibillina ma diede comunque indicazioni importanti. Rialzatosi e raggiunto il gruppo, Eenarion sembrava ansioso di completare i preparativi e partire. ”Moradin risponde sempre a modo suo ma posso dire con tranquillità che per ora non ci sono altri gruppi sulle tracce del portale”
  9. Enarion Amar di Bosco Grigio - Aerlindir - Divinatore da Battaglia Alba del 12 Mustering 420 [Sereno – Foschia leggera tra i pini, l’aria profuma di resina e terra umida] Il sole era appena salito sopra le cime più basse, e la nebbia si stendeva ancora in veli sottili sopra la valle, come una pelle ferita che si rifiutava di guarire. Enarion si voltò lentamente verso il gruppo, il volto impassibile, lo sguardo distante. Nessuna enfasi. Nessuna dichiarazione. Solo la voce chiara e priva di orpelli, come una lama estratta dal fodero. «Ho visto la pianura oltre la valle. Un deserto di cenere e morte. Vegetazione carbonizzata, colonne di fumo, un’aria che brucia anche senza fiamma. E poi lui.» Fece una pausa. Non per effetto, ma per chiarezza. «Il drago. Immenso. Sorveglia dall’alto, annidato in una grotta sulla parete orientale. Nessuno attraversa quella pianura senza finire tra le sue fauci.» Fece un breve cenno con la testa verso il bosco. «Ma la foresta… ci offre una possibilità. Il presagio è stato chiaro: è ventura. Una via coperta, nascosta, se agiamo con prudenza e precisione.» I suoi occhi si posarono su Hrólfr, fissi come quelli di un falco che scruta un bastione. «Hai chiesto ai tuoi dei? Hai cercato risposte tra i tuoi antenati? La magia può essere lama e torcia, ma ogni cammino attraversa più ombre di quante un solo sguardo possa illuminare.» Lasciò qualche istante di silenzio, per dare spazio a una risposta. Poi proseguì. «Procederemo tra gli alberi, sul fianco destro della valle. Niente fuochi. Niente parole inutili. Le fronde saranno il nostro scudo, ma anche la nostra trappola, se non restiamo uniti.» Sistemò il grimorio al fianco e si avvicinò al bordo della cupola dissolta. Le sue vesti elfiche non facevano rumore come i suoi passi sul terreno. Il capuccio calato sul volto sempiterno gettavano ombre sinuose sulla sua espressione fredda, mentre le dita della mano scorrevano leggere su un medaglione intarsiato e prezioso. Una piccola preghiera prima del viaggio? Forse. «Non appena siete pronti.» disse, attendendo.
  10. Homeday 12 Mustering 420, mattina [Sereno - Fine Primavera] Mentre il sole si alzava nella fresca area frizzante della valle, i due incantatori interrogarono il fato sul loro futuro @Enarion @Hrolf
  11. Seldanna Restituisco il libro a Enarion grazie mille caro dico con un sorriso per poi lasciarlo alle sue divinazioni. Mi avvicino dunque all'umano che si è presentato come Lainadan è facile intuire i nostri talenti e quelli del tuo compagno dico scrutando il volto del ragazzo sono curiosa dei tuoi, sei bravo ad usare le parole immagino, anche tu pratichi qualche forma di magia?
  12. Gromnir Approfittando del bosco e dei giavellotti, il barbaro con la catena tentò di procurare cibo fresco. Immaginava che gli elfi non avessero grandi esigenze, ma il suo stomaco e quello del nano sarebbero stati forse d'accordo nel preferire il mangiare carne fresca a gallette e carne essiccata. Prima della partenza occorreva attendere le divinazioni dei nuovi compagni di marcia. Sperò che i rispettivi Dei fossero affidabili. D'altra parte, i due dovevano come minimo essere fortunati, se altre volte avevano fatto ricorso alle divinazioni ed erano ancora vivi per raccontarlo, quindi forse valeva la pena attendere e ascoltarli.
  13. Hrolf Bierbauer La notte passo’ tranquilla, il sole spuntando da dietro le montagne, illumino’ la valle di una calda luce rosso arancio. Il nano si alzò di buon umore stiracchiandosi e iniziando a preparasi per la lunga giornata che li attendeva. Il gruppo al quale si era unito era ben assortito, si fidava di Lainadan e quanto ai due elfi, sapeva quanto potenti fossero e di certo averli dalla sua parte era un vantaggio determinante. Ma tutto il potere del mondo non li avrebbe se non avessero avuto fede, e quello era un compito che spettava a lui. L aria sfrigolava di magia, segno evidente che Enarion e Seldanna si erano gia’ messi all opera. Allontanandosi di qualche passo dall accampamento trovo’ una piccola radura, si inginocchio’ e si raccolse in preghiera. ”Grande padre della forgia, confido nel tuo potere e nella tua onniscenza e chiedo che la tua grazia scenda su di me in ogni momento di questo viaggio. Il viaggio che stiamo per intraprendere è lungo e cosparso di pericoli, proteggici dalle minacce che riusciamo a vedere e preparaci per quelle che ancora non riusciamo a vedere. Moradin onnipotente , rafforzami, e guida le mie mani cosi che siano vettore della tua potenza. Ti ringrazio per il Tuo amore costante e per essere il mio rifugio nei momenti di bisogno. " finita l orazione, rimase qualche momento in silenzio - narratore
  14. Enarion Amar di Bosco Grigio - Aerlindir - Divinatore da Battaglia Alba del 12 Mustering 420 [Sereno – Foschia leggera tra i pini, l’aria profuma di resina e terra umida] L’alba strisciava attraverso la valle come un predatore in caccia, senza rumore, senza pietà. La bruma copriva ancora il terreno come un sudario trasparente, e i raggi del sole s’infiltravano tra i rami dei pini, proiettando lame di luce nell’aria sospesa. Il gruppo si risvegliava lentamente, ma Enarion non aveva dormito. Quando i primi raggi di sole tinsero di oro il bordo della cupola magica ormai dissolta, lui era in piedi su un piccolo rialzo del terreno, il mantello ancora rigido per la brina. Aveva vegliato come fanno gli esploratori e i maghi da guerra: occhi attenti, corpo immobile, mente in moto costante. Ora, era tempo di cercare risposte. Non avrebbero marciato alla cieca. Si inginocchiò su un tratto di terra battuta che discendeva fino alla vicina foresta e con gesti misurati estrasse una piccola custodia di cuoio rigido, sormontata da simboli elfici incisi con precisione. La aprì, e da essa trasse una manciata di perle nere. Sfere di potere levigati dal tempo e dalla magia, ognuna incastonata con minuscole rune che solo gli iniziati dei Divinatori da Battaglia erano autorizzati a conoscere. Le fece roteare lentamente tra le dita, come sfere celesti in un firmamento oscuro, mormorando parole nel linguaggio arcano degli elfi. “Foresta. Passaggio. Silenzio. Pericolo. Cammino.” Ogni parola era una chiave. Ogni pensiero, una porta. Le perle presero a vibrare nella sua mano, poi si disposero a raggiera nella terra davanti a lui. Una formazione imperfetta, sbilanciata. Un segno chiaro per lui da leggere. Enarion osservò le rune brillare per un istante, poi svanire. Le raccolse in silenzio, il viso scolpito nel consueto gelo. Ma la vera risposta, quella che bramava, non sarebbe venuta dalle perle di potere. Sarebbe venuta da lei. L’ombra che cammina nei suoi sogni. L’essere che lo aveva scelto. Forse per caso. Forse per crudeltà. Forse per un capriccio antico quanto le guerre degli dèi. Ancara. Enarion si tolse i guanti, posò il grimorio accanto a sé con delicatezza e tracciò un cerchio rituale nella terra umida, riempiendolo con incenso lunare, polvere d’argento e una piuma scura come l’inchiostro della notte: una reliquia recuperata nel cuore morente di Bosco Grigio, nei resti carbonizzati di una creatura mai identificata. Si sedette in ginocchio. Chiuse gli occhi. E discese. Il mondo svanì. La luce scomparve. Il tempo si arrestò. Nel buio profondo, una ragnatela di fili d’ombra si tese attorno a lui. Silenziosa. Pulsante. Ogni filo vibrava con il canto sordo delle profondità del mondo. E da quel centro… venne lei. Ancara. Alta, sottile, elfica eppure più antica della razza degli elfi. Un volto coperto da un velo nero che si sollevava appena, mostrando occhi come pozzi senza fondo ed un volto di una bellezza predatoria e divina. Una voce che non si udiva con le orecchie, ma nella carne e nelle ossa. Capelli lunghissimi, fluttuanti come fumo scuro nel vuoto. Enarion non si inchinò. Ma sentì il gelo scendere lungo la schiena. Sempre, quando lei appariva, la temperatura nel sogno si abbassava. I sensi si facevano acuti. Il cuore rallentava. Non era paura. Era consapevolezza. Era rispetto per qualcosa che non si poteva comprendere appieno. La prima volta che l’aveva vista, era ancora un allievo alla Torre Bianca. Aveva sognato Bosco Grigio. Il suolo ridotto in cenere, le foglie bruciate sospese nel vento come ceneri votive. Lei era apparsa nel cuore di quel sogno. Aveva pronunciato il suo nome: Aerlindir. E da quel giorno, ogni incantesimo di divinazione lanciato da lui sembrava toccare la sua sfera. Perché lui? Perché ora? Perché proprio lei? Nessuna risposta. Mai. Solo presagi. Solo visioni. Solo l’ombra. Oggi, però, parlò per primo. «Mostrami come raggiungere la tomba evitando il drago.» Una domanda. Diretta. Nuda. Come la verità che cercava. La figura non rispose subito. Una ragnatela si tese attorno a lui. Una scia di sangue solcava un lago immobile. Una montagna si spaccava in silenzio. Un battito d’ali in lontananza. Poi, finalmente, la voce: Le parole musicali in un elfico antico gli diedero la risposta che cercava forse. Il sorriso di lei ed il bacio che li diede sulla fronte il permesso di andare. La visione svanì. Enarion aprì gli occhi. Il fumo dell’incenso si era consumato, e la brina della notte si era oramai ritirata sotto il sole giovane. Si alzò senza dire una parola. Sistemò gli strumenti rituali, strinse il mantello calando il cappuccio sul volto immortale e tornò verso il campo. Ancora una volta, il Mostra Via aveva interrogato le ombre. E le ombre avevano parlato. Ora doveva solo guidare il gruppo.
  15. Homeday 12 Mustering 420, mattina [Sereno - Fine Primavera] La notte trascorse senza eventi Una bella alba calda di fine primavera accolse il gruppo che ora doveva decidere cosa fare
  16. Enarion Amar di Bosco Grigio - Aerlindir - Divinatore da Battaglia Il fuoco bruciava lento, consumando la legna secca e lasciando dietro di sé solo spire di fumo sottile che si perdevano nel velo notturno. Sotto la cupola magica, i volti attorno al bivacco erano rischiarati dalla luce tremolante, ognuno perso nei propri pensieri. Enarion ascoltò senza interrompere. Valutò. Pesò ogni parola. Lainadan aveva confermato che si trovavano nella valle giusta, o almeno in quella più probabile. Questo significava che la loro strada era già tracciata. Ma significava anche che non erano soli. Un drago rosso.Le parole gli lasciarono un sapore amaro sulla lingua. Gli esploratori elfici non affrontavano i draghi. Li evitavano. Si aggiravano nelle loro ombre, studiavano le loro abitudini, ne carpivano i movimenti senza mai osare provocare la loro furia. I draghi non erano solo bestie. Erano intelligenze antiche, predatori perfetti, entità capaci di trasformare un esercito in cenere nel tempo di un respiro. Ma se davvero quel portale si trovava nella tomba custodita da un drago, allora la sfida non era più solo trovare la via. Era arrivare vivi. Gromnir propose di attraversare il bosco, il che aveva senso. La foresta era copertura. Era ombra. Era anonimato. Ma era anche un rischio. Se il drago era attivo nella zona, cacciava. E se cacciava, i suoi sensi erano acuiti, la sua attenzione sveglia. Muoversi tra gli alberi avrebbe garantito protezione da occhi mortali, ma non da quelli di un antico essere che dominava i cieli. Enarion non parlò subito. Lasciò che il silenzio si allungasse un attimo oltre il necessario. Poi, con calma misurata, prese un piccolo pezzo di carbone dalla cenere e tracciò una linea accanto a quella già segnata da Gromnir. «Attraversare il bosco è la scelta più sicura… se il drago è addormentato o distante.» Spostò il carbone di qualche centimetro. «Se invece è attivo, se la sua tana è vicina, muoverci tra gli alberi potrebbe esporci più di quanto immaginiamo. Soprattutto se ha marcato il territorio. Se c’è qualcosa che vive in quelle fronde, lo sapremo presto. O lo saprà lui.» Lasciò cadere il carbone e si voltò verso Seldanna, il volto privo di espressione. «Preparazione, dici?» Fece un cenno vago con il capo. «Dimmi, quanti incantesimi conosci in grado di annullare il soffio infuocato di un drago antico?» Non c’era sarcasmo nella sua voce. Solo pragmatismo. «Possiamo prepararci quanto vogliamo, ma la conoscenza è l’unica arma reale che abbiamo. Dobbiamo sapere dove si trova, quali sono le sue abitudini, se caccia di notte o all’alba. Solo allora potremo scegliere la via migliore.» Il primo passo verso la morte è l’arroganza. Il secondo è l’ignoranza. Non commettiamo nessuno dei due. Penso. Fece un respiro profondo, come se stesse valutando la decisione che stava per prendere. «Userò la mia magia per cercarlo. Domani. Se i tuoi metodi divinatori possono aiutare fai lo stesse mastro nano.» Si voltò verso Seldanna, prendendo dal suo fianco un libro avvolto in una custodia di pelle rinforzata. Lo sfilò con un gesto fluido e lo porse all’elfa. «Visto che hai sete di conoscenza, puoi dare un’occhiata mentre io mi preparo per il primo turno di guardia.» Il tomo non era un libro qualsiasi. La copertina era di cuoio scuro, quasi nero, ma la superficie sembrava mutare sotto la luce, come se vene d’argento liquido scorressero sotto lo strato superficiale, scrivendo rune e parole elfiche. Non un semplice grimorio, ma un artefatto forgiato per la guerra. Il sigillo del casato Amar era impresso al centro: un corvo nero su uno sfondo bianco argenteo. Non più un simbolo di potere nobiliare, ma un monito. Una reliquia di un nome che non aveva più un regno da proteggere. Le pagine non erano di semplice pergamena. Sottili come seta, resistenti come ferro. Impermeabili all’acqua e al tempo. Erano state scritte in condizioni estreme: sotto la pioggia battente, alla luce di un fuoco morente, con la spada ancora insanguinata appoggiata accanto. Questo non era un libro di studio. Era un libro di battaglia. Ogni formula era annotata con strategie, con considerazioni tattiche, con possibili applicazioni in guerra. Era un grimorio da esploratore, da assassino, da veggente della notte. Una reliquia della Torre Bianca, adattata a chi aveva imparato a combattere nel fango e nella cenere. «Non è solo inchiostro e carta.» Seldanna, la prima bibliotecaria di Tor Leah, avrebbe capito. Non era un libro da esporre in una teca. Era un’arma, forgiata con parole invece che con il ferro.
  17. Seldanna Ilivaris Mi sembra un ottimo punto di partenza dico a Gromnir Un drago rifletto poi sulle parole di Lainadan non una sfida semplice, ma con un po' di preparazione tutto è possibile aggiungo speranzosa io e Enarion possiamo tranquillamente coprire i turni di guardia della nottata, così potete riposare. E a proposito, caro mi volto verso l'elfo mi impresteresti il tuo libro degli incantesimi? Sicuramente avrai collezionato magie utili, posso copiarne alcune?
  18. Gromnir «Direi che la strategia migliore sia tagliare di netto attraverso il bosco». Tracciò la linea sul disegno nella polvere con uno dei giavellotti che portava con sè. «Il verde spesso indica la presenza di una fonte d'acqua, se troviamo un fiume lo risaliamo e prima o poi beccheremo il lago. In ogni caso, le fronde ci aiuteranno a stare nascosti. Procedere allo scoperto è escluso, saremmo visibili da lontano anche a chi ha vista ben più scarsa di un drago».
  19. Fireday 11 Mustering 420, sera [Sereno - Fine Primavera] Le parole di Lainadan accesero una luce negli occhi di tutti i compagni La valle dove si trovavano pareva stratta: a ovest vie erano delle montagne al di là della pianura, mentre a est i pini lasciavano si intravvedere nella luce della luna qualche cima montuosa). Inoltre a sud aveva un'apertura: il passaggio che i tre nuovi membri avevano valicato: poteva essere l'apertura di cui aveva letto il giovane ladro Per ora non vedevano alcun lago ma erano vicini al lato sud: forse inoltrandosi nella valle potevano trovarne uno La valle dove si trovavano poteva ben essere quella indicata @all
  20. Lainadan Per quanto ne sappiamo non ci sono nemici o altre persone alla ricerca di questa tomba. Essa dovrebbe trovarsi dall'altra parte di una valle stretta circondata da montagne su tutti i lati tranne a sud. Dovrebbe anche avere un lago al centro, disse il ragazzo guardandosi attentamente intorno. Il teletrasporto che abbiamo usato noi per arrivare qui, invece, secondo le cronache era alla fine della valle, ed è lui ad aver permesso al narratore di sfuggire a Khyrastryx il drago. Avete forse attraversato una valle come quella che ho descritta prima per arrivare qui? Sennò direi che è la prossima. E una conferma della direzione da parte del padre della forgia sarebbe gradita. Prevedendo dubbi e obiezioni preferì chiarire: il teletrasporto non sempre si apre e non reagisce a tutte le richieste, ma spesso lo fa con me. In questo frangente si è aperto dopo che gli ho descritto la valle proprio come ho fatto con voi, quindi non dovremmo essere troppo lontani dalla tomba né, purtroppo, dal drago rosso che la custodisce.
  21. Hrólfr Bierbrauer Il chierico ascolto' con attenzione le parole dei suoi due compagni di viaggio. Osservava i movimenti eleganti di Enarion mentre spostava le pietre sulla mapppa immaginaria enunciando i pro e i contro di ogni scelta. "Potrei interpellare il grande padre della forgia o uno dei suoi arcangeli e fare una domanda specifica sulla nostra missione" disse aggiungendo la sua parte alla conversazione "E' un incantesimo molto potente che non faccio mai con leggerezza..." prosegui "Ma siamo in circostanze particolari e sbagliare strada, oltre che farci perdere tempo potrebbe metterci in pericolo" tiro' una boccata assaporando l aroma del tabacco per un attimo prima di esalarlo "Una cosa non ho ancora capito...chi o cosa ci e' contro in questa ricerca? Ce' competizione su chi trovera' prima questo portale o piu' semplicemnete...ce' qualcuno a cui sta sulle scatole la nostra ricerca ed ha interesse a fermarci?"
  22. Seldanna L'elfa guardò il suo allievo con un sorriso materno, fiera dell'analisi che stava conducendo Possiedo un incantesimo di teletrasporto, ma può portarci solo verso altri portali che già conosco rispondo spiegando poi agli altri in caso di pericolo posso portarci tutti alla torre, oppure in altri posti sicuri fece una mezza smorfia non mi sono mai fidata troppo di quel tipo di magie, troppo imprecise, troppo casuali prese il proprio libro degli incantesimi, sfogliando velocemente alcune pagine però potrei, una volta scelto un percorso usare una divinazione per capire se è la scelta giusta
  23. Enarion Amar di Bosco Grigio - Aerlindir - Divinatore da Battaglia Enarion alzò lo sguardo verso il cielo plumbeo, lasciando che la mente si sintonizzasse sulla geografia del luogo. Il campo di battaglia era davanti a loro, invisibile agli occhi di chi non sapeva dove guardare. Non c’era bisogno di scrutare le stelle o di evocare antiche profezie per sapere che la strada sbagliata significava morte. Si accovacciò vicino al fuoco, tracciando con un dito la forma della valle nella terra umida. Il suo tono era quello di un comandante che non aveva bisogno di chiedere il permesso per parlare. «Abbiamo quattro direttrici.» Prese una manciata di cenere dal bordo del focolare e la lasciò cadere sulla mappa improvvisata. «A nord e a est, la foresta si estende fino all’orizzonte. Il sottobosco potrebbe darci copertura, ma ci costringerebbe a muoverci più lentamente e ci esporrebbe al rischio di imboscate. Se qualcosa si nasconde in questa valle—indigeni, predoni o creature legate al portale—questa è la strada che consiglierei loro per tendere un’imboscata.» Spinse un piccolo sasso a ovest. «A ovest, la pianura. Terreno aperto. Troppo esposta, troppo visibile. Se il nostro passaggio è già stato notato, sarebbe il miglior modo per finire sotto gli occhi di chiunque voglia seguirci. Ma se volessimo velocità, questa sarebbe la via più rapida.» Con il dorso della mano, spazzò via un po’ di terra a sud, come se volesse cancellare qualcosa. «A sud abbiamo le montagne, le stesse che abbiamo attraversato per arrivare fin qui. Strada difficile, irregolare, e tornare indietro senza informazioni precise è una perdita di tempo. Ma se dovessimo eludere eventuali inseguitori, potremmo sfruttarle per nasconderci e costringerli a cercarci in un terreno difficile.» Fece una pausa, lasciando che il silenzio parlasse più delle sue parole. Non era un dibattito. Era una valutazione. «Non sappiamo chi o cosa potrebbe essere già sulle nostre tracce, ma se noi siamo arrivati fin qui, allora anche altri potrebbero.» Il suo sguardo freddo si posò su Gromnir. «Dite che nessuno conosce la posizione esatta del portale. Io non ci conterei.» Era una regola della guerra: se una reliquia era rimasta nascosta per secoli, non significava che nessun altro la cercasse. Significava solo che chi la voleva davvero, sapeva nascondere le proprie tracce. Si alzò lentamente, ripulendo il guanto dalla polvere accumulata. «Se vogliamo arrivare alla tomba prima di altri, la velocità è essenziale. Ma se vogliamo arrivarci vivi, la cautela lo è ancora di più.» Si voltò verso Seldanna e Hrólfr, poi su Lainadan e Gromnir. «Dobbiamo scegliere. Un sentiero veloce, ma esposto. Un sentiero sicuro, ma lento. O una via di mezzo, che potrebbe nascondere più insidie di quante ne vediamo ora. » Fece una pausa, socchiudendo gli occhi, riflettendo su un’altra possibilità. La magia era un’arma. La divinazione, un ponte tra il presente e il futuro. Se volevano guadagnare tempo, potevano usare entrambi. «C’è un’altra via. Più rischiosa, ma più veloce.» I suoi occhi si spostarono su Seldanna. Lei sapeva dove stava andando con quel pensiero. «Potremmo usare la divinazione per individuare un punto più vicino al portale, un luogo sicuro abbastanza da servire come ancoraggio per un teletrasporto. Se riusciamo a trovare un punto d’approdo affidabile, possiamo ridurre il nostro viaggio a pochi battiti di cuore.» Vi erano molte magie di teletrasporto, o di trasporto rapido e forse la Prima Blibliotecaria della Torre Bianca aveva un incantesimo dalla sua che faceva al caso loro. Passò lo sguardo su tutti loro, valutandoli. Non era una magia priva di rischi. «Ma se il portale è sorvegliato da altri maghi, o se la sua energia influenza lo spazio attorno a sé, potremmo finire nel posto sbagliato. O peggio, essere intercettati.» Nella guerra, ogni vantaggio aveva un prezzo. «Possiamo rischiare di tagliare la distanza e forse risparmiare giorni di viaggio… ma se qualcuno sta aspettando, potremmo cadere dritti in una trappola.» Si voltò di nuovo verso il fuoco. La scelta spettava al gruppo, ma lui aveva posto le carte sul tavolo. Qualunque via scegliessero, lui avrebbe servito la missione per cui era stato chiamato a servire. Forse per la prima volta da quando si conoscevano, Seldanna e Hrólfr, comprendevano perche' il suo soprannome fra gli esploratori elfici era Aerlindir, il mostra via.
  24. Fireday 11 Mustering 420, sera [Sereno - Fine Primavera] Il gruppo si guardò intorno Si trovavano in una foresta che si estendeva a est e a nord rispetto alla loro posizione A ovest si trovava una pianura che si estendeva verso nord parallela alla foresta, e al di là di questa una catena montuosa A sud infine vi erano le montagne che Seldanna, Hrólfr e Enarion avevano attraversato per arrivare in quella valle. Dovevano decidere come procedere la mattina dopo @all
  25. Gromnir «Allora è così, cerchiamo la stessa cosa». Le parole di Seldanna erano la conferma che gli serviva. «A noi serve per i suoi poteri divinatori. Avvicinando al portale un oggetto che possediamo, dovrebbe essere in grado di rivelarci il destino di alcune persone disperse che il mago di Haanex ha interesse a ritrovare. Se dopo vorrete chiuderlo, distruggerlo o renderlo inaccessibile, non sarà un problema per noi». Rimuginò un attimo sulla richiesta dell'elfo. «Se il portale è nella tomba perduta di Kruk-Ma-Kali, come ci ha detto il mago, a parte lui e qualche altro sapientone non credo ci sia nessuno che sappia dell'esistenza, dunque dubito che ci siano altri in cerca. Se incontreremo qualcuno, è probabile che si tratterà di indigeni del luogo o creature fuoriuscite dal portale». Il nano che non parlava affatto cominciò a fumare nella cupola magica creata dall'elfa. Gromnir seguì il fumo con lo sguardo per vedere se sarebbe uscito all'esterno o avrebbe finito per affumicare tutti. «In ogni caso, non ci aspettavamo di incontrare neanche voi. Dunque trovare altri stranieri in viaggio verso la stessa meta non è del tutto da escludere».
  26. Hrólfr Bierbrauer Finito di sistemare le sue faccende, il chierico tiro' fuori la pipa ed inizio' a pulire e riempire il fornello. Sapeva molto poco dello scopo che aveva portato qui i due maghi e ancora meno di cio' che aveva spinto qui il suo vecchio amico. Aveva accettato l incarico con l idea che si sarrebe trattata di una breve parentesi che lo avrebbe distolto per qualche giorno dalla monotonia dei suoi incarichi ecclesiastici, tuttavia, piu' passava il tempo piu' le sue ossa gli dicevano che il suo ruolo in quella questione sarebbe stato ben altro.