shalafi Inviato 7 Gennaio 2012 Autore Segnala Inviato 7 Gennaio 2012 vabbè. mi vien voglia di lasciar perder tutto e giocare solo a artis magicae...
tizioizit Inviato 8 Gennaio 2012 Segnala Inviato 8 Gennaio 2012 A quel punto "de mortis libris", a voler essere precisi. sì sarebbe più giusto, come in inglese. ma io ho citato il ''De bello Gallico'', che non è conosciuto come il ''De Gallico bello''.
FeAnPi Inviato 8 Gennaio 2012 Segnala Inviato 8 Gennaio 2012 E' una cosa diversa però: Cesare era un analogista e dunque utilizzava forme correnti, mentre invece gli arcaismi sono per definizione forme lontane dalla lingua d'uso. PS: perché Artis Magicae? Non era Ars Magica? o_O
Sir Daeltan Fernagdor Inviato 8 Gennaio 2012 Segnala Inviato 8 Gennaio 2012 Perciò ''De libris mortis'' come titolo di un libro inganna come ablativo di argomento, lasciando tradurre: ''I libri della morte'', quando invece noi abbiamo solo un libro... Spoiler: From the Books of Death può effettivamente corrispondere a "Libris Mortis", a rigore secondo i casi del latino: libris da liber, libri, seconda declinazione, sarebbe dunque un ablativo plurale. Dunque, lo si potrebbe anche tradurre con "dai libri"... ma sarebbe una traduzione estremamente libera. Infatti i latini, se avessero voluto dire "dai libri", avrebbero probabilmente utilizzato "de libris", che non significa solo "riguardo ai libri", ma anche "proveniente dai libri"; quindi avremmo avuto DE LIBRIS MORTIS, ovvero in un certo senso "estratti dai libri della morte", che equivale a "From the Books of Death". Infatti indicando DE LIBRIS MORTIS non intendevo un ablativo di argomento, ma di provenienza. Come ho scritto prima (e riporto sotto spoiler la citazione dal mio precedente intervento) DE LIBRIS MORTIS è traduzione latina appropriata per From the Books of Death. Anche per questo non è da indicare DE MORTIS LIBRIS: perché a questo punto avremmo DE MORTIS come complemento di argomento, e LIBRIS che non si sa più cosa ci stia a fare: infatti ci vorrebbe a questo punto LIBER, nel caso di un libro solo (omissibile, come da altri specificato), o LIBRI nel caso di più libri; ma il significato diventa assolutamente diverso rispetto a quello di From the Books of Death, che è invece l'espressione tradotta da DE LIBRIS MORTIS (per chiarezza, "Dai Libri della Morte", con significato identico all'espressione inglese). Questo giusto per chiarire che indicando la traduzione DE LIBRIS MORTIS non intendevo proporre una traduzione per "Libro della morte", "Libro sulla morte", "Libri della/sulla morte" o altre cose di questo genere, ma solo per From the Books of Death. Per quanto riguarda le osservazioni sull'omissione della parola "LIBER": i latini non intitolavano mai nulla con LIBER. Sono stati portati come esempi il De Bello Gallico e il De Rerum Natura: De Bello Gallico non sta per Liber De Bello Gallico, ma per Commentarii De Bello Gallico; De Rerum Natura non è un'abbreviazione di un titolo più esteso, dunque non sottintende il termine Liber. Pertanto già il titolo stesso, qualunque sia l'utilizzo dei casi, non è filologicamente corretto, nel caso in cui si volesse scrivere un titolo latino in tutto e per tutto. Inutile pertanto disquisire sull'ordine delle parole o sull'omissione di parte di esse. Gli interventi di FeAnPi sullo stile restano sine ullo dubio apprezzabili e corretti, sia per quanto concerne gli arcaismi che riguardo allo stile cesariano piuttosto che epico o poetico, ma rimane un ostacolo insormontabile: se vogliamo parlare di stili secondo la codifica classica degli stessi dobbiamo prima eliminare la parola LIBER dal titolo... Possiamo invece, senza cambiare le parole da utilizzare, (ed è giusto, secondo la mia personale opinione) discutere sulla correttezza grammaticale dei casi: il latino, anche successivamente al periodo del latino classico, varia molte strutture, molti usi nella titolazione delle opere, ma i casi rimangono quelli, anche nel latino ecclesiastico. Pertanto, le varie traduzioni grammaticalmente possibili, con i rispettivi significati in lingua moderna, sono: De Libris Mortis (From the Books of Death, o Estratti dai Libri della Morte, dove "della Morte" è inteso "appartenenti alla Morte"); Ex Libris Mortis (idem come sopra, con in più il significato di Dalla Biblioteca della Morte - ovvero, appartenente alla Morte); Liber Mortuorum (Libro che appartiene ai Morti); Liber Mortis (Libro che appartiene alla Morte); Liber de Mortuis (Libro che parla dei Morti); Liber de Morte (Libro che parla della Morte). Probabilmente quest'ultimo significato è quello che gli autori del libro volevano ottenere. 1
FeAnPi Inviato 8 Gennaio 2012 Segnala Inviato 8 Gennaio 2012 L'ostacolo alla fine resta uno: hanno preso le parole latine e le hanno messe lì a caso, tipo nel "voce del morte" o nel "palla grande" di Vampire the Masquerade (ci credo che in casa WW non conoscessero nessun italiano?). Stiamo qui a elaborare ipotesi *noi* quando a loro sarebbe anche solo bastato sentire un liceale italiano per risolvere il problema in maniera più elegante. Alla fine "liber mortis", la traduzione italiana, è in qualche modo lontana dal fumoso senso originale ma quantomeno passabilmente corretta. E non penso che alla 25th abbiano scomodato La Penna, Traina e Cugusi per arrivarci.
shalafi Inviato 8 Gennaio 2012 Autore Segnala Inviato 8 Gennaio 2012 PS: perché Artis Magicae? Non era Ars Magica? o_O evidentemente il mio segnalatore di sarcasmo deve essere guasto...
FeAnPi Inviato 8 Gennaio 2012 Segnala Inviato 8 Gennaio 2012 Il grosso limite della comunicazione via internet rimane sempre che si avvicina molto al parlato, ma non puoi intonare la voce. ^^'
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