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Storiella Pulp (V.M.12 che in Italia siamo precoci...)


Mister Master

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Non mi piacciono i cachi, ma certe cose proprio non le sopporto. Insomma, era lì da quando io riesco a ricordarmi, l’ho visto crescere (e lui avrebbe potuto dire lo stesso di me) e ricordo ancora i colori dei suoi frutti maturi e zuccherini, come di certo se li ricordano i merli golosi che lo assalivano in autunno. I miei anziani vicini sono appena morti, manco il tempo di arrivare al camposanto che subito – zac – i figli str°nzi ereditano la casa ed il bel giardino verdeggiante. Niente di male in questo, per carità, ma c’era proprio bisogno di eradicare qualsiasi forma di vita vegetale da quel riquadro di terra?? Cosa ha di tanto speciale il cemento, rispetto ai rododendri, all’edera selvatica ed al dispero, il mio preferito? Quell ’impasto in simil pietra non fiorisce, non profuma (anzi, quando è fresco, puzza di tumore ai polmoni), non cresce e l’unico colore che ha ti mette in corpo una voglia matta di suicidio. E allora, che c@zzo fanno questi??? Tagliano e segano. Poi però magari in casa hanno un ficus od un geranio, variabilmente morenti o finti.

Quindi, ecco perché ho comprato questo motosegone. Bello lucido, a tre velocità, modernissimo, un misto fra “non aprite quella porta” e “guerre stellari”, presente il tipo, no? Non solo. La storia del caco di prima serve anche a capire perché nei giorni scorsi mi sono informato riguardo al nome ed all’indirizzo del responsabile dello spargimento di linfa. So tutto di lui, tranne il segno zodiacale. Lo dico perché mi sarebbe piaciuto leggere il suo oroscopo, giusto per vedere se c’era scritto qualcosa tipo “Pessima settimana, vi sentirete a pezzi” oppure “ Sarete disossati da una motosegona nuova di pacca”. Così, per curiosità. Non sono un ambientalista, intendiamoci. Di media me ne frega poco della natura, al massimo faccio la raccolta differenziata. E’ solo che quando ho visto un moncone di tronco dove prima era un ridente e odoroso alberello, ecco, non so cosa sia successo. Forse il concetto è lo stesso di quel film, come si chiama, ah si: “Un giorno di ordinaria follia”. C’è questo tizio, giaccaincravattato, tutto casa ed ufficio che un giorno si sveglia con le p@lle girate e fa una strage a fucilate. Più o meno lo stesso è successo a me. Ma, ehi, acqua in bocca. Già è stato difficile nascondere il mio acquisto a babbo e mamma. Ci mancherebbe solo che mi beccassero quando mi chiudo in camera ad affilare i denti della sega. In ogni caso, il gran giorno si avvicina: ho programmato la mia spedizione punitiva per sabato, visto che venerdì ho l’esame di psicologia criminale. E’ tosto, ma non mi preoccupa, sono preparatissimo. Ma non divaghiamo. Oggi è mercoledì quindi, andiamo un po’ avanti.

Eccoci al giovedì. Quello sono io, che gioco a pallone con i miei compari di cassate. La sera studio, poi a nanna.

Venerdì, mitico, c’è l’esame. Stupisco il prof che mi vorrebbe come collaboratore! Dice che sono un genio della psicologia, che riesco a pensare come un maniaco omicida. Bella forza. Incasso la lode, ringrazio e torno casa. Domani è il giorno x. Verso mezzanotte mi alzo dal letto e controllo l’equipaggiamento: Tuta nera da ninja urbano firmata Adidas, tanicozza da 5 di benza, zippo d’oro harley davidson, il segaccione, che ho purtroppo dovuto tingere di nero per via della sua eccessiva tendenza al riflesso, ed infine il sale grosso, 3 kili abbondanti. A che serve? Mi pare ovvio. In ogni caso se non ci arrivate, cassi vostri, lo vedete dopo. Mi vesto, metto tutto al suo posto fra zaino e cinghia da spalla e poi… Tahdaaah! Eccomi qua a rimirarmi davanti allo specchio: Un po’ rambo, un po’ naruto, con un tocco di sadomaso per via della tuta che mi esalta **** e pacco. E poi rido, perché ora viene il pezzo forte. Dall’armadietto tiro fuori lei, la maschera da Bossi! Trash è bello! Mi cambio di volto e sono pronto.

La macchina ha poca benza, ma chissene, tanto l’ho f°ttuta da un parcheggio. Arrivo sotto casa del tipo. Carina, stile liberty, con un davanzale al primo piano, pieno guarda caso di gerani invasettati. Controllo che non ci sia nessuno intorno, ma è ovvio che no, la zona è piuttosto isolata. Così, senza preoccuparmi troppo del rumore, accendo la motosega. Romba ed inizia a borbottare. So che la camera da letto è al piano superiore, quindi non devo perdere tempo, la sorpresa è fondamentale. Il c°glione manco c’ha la porta blindata (ma non ha paura dei criminali? mah, di sicuro è comunista) e la riduco rapidamente in segatura (servirà dopo per il sangue) correndo come un forsennato entro nella casa, la sega alta che urla “WrEeEEeeEEEe”!!!! Salgo le scale, sento dei rumori, di certo m’ha sentito. Me lo ritrovo davanti con una ridicola mazza da baseball in mano, gonfio di sonno, infilato in un paio di mutandoni ascellari alla fantozzi. Ululo e quello si piscia sotto. Abbasso la segona sui suoi ginocchietti cicciosi e zam!, quanto c@zzo di sangue, altro che 5 litri! Imbratto tutte le pareti! Lui urla e crolla a terra, tarantolato. Io, ovviamente continuo il lavoro, stando ben attento a non ammazzarlo. Quando l’ho filettato il giusto, tiro fuori il sale. Lui mugugna qualcosa, ma tanto io faccio l’indiano. Glielo spargo addosso, dove ho scoperto i muscoli e le vene spruzzose. Che m&rda eh? Strilla come un porcello da latte. In fondo lo capisco: vedersi alle 3 di notte bossi che ti entra in casa e ti trita sul pavimento devono girare i c°glioni. Vabbè, una volta finito il sale, capisco che m’ho da muovere. Lo cospargo di benzina e lo zippo in mano gli dico, dove dovrebbe esserci l’orecchio: “Don Caco ti manda i suoi saluti, fetuso.” Simulo l’accento siciliano con disinvoltura e poi, via, verso le scale. Lo zippo colpisce il suolo e la luce accecante della giustizia lo avvolge. Continua a strillare, ma per poco. Io sono già in macchina, dopo essermi cambiato di faccia. La segona è sul seggiolino posteriore. Mi sbarazzarerò di lei nel caccoso Arno. Gli abiti sono neri ed il sangue non si vede, anche quelli poi, finiranno nel fiume. La macchina la lascio in zona cascine e con indosso un bel giubbottone lungo e nero, mi levo di torno. Tornando a casa mi sento improvvisamente stanco. Senza perdere tempo, mi faccio una doccia col vim, per levarmi il sangue di dosso. Si, si, lo so che così se fanno gli esami sulla vasca mi sgamano, ma in fondo non me ne importa. La valigia per la vacanza a sollicciano l’ho già preparata, anche se, infilandomi sotto le coperte, penso che ho sc@zzato. Eh già, quelli mica mi mandano in un carcere comune. Mi sa tanto che finirò coi grulli al manicomio criminale. Vabbè. Alla valigia da rifare ci penso domattina. Ora ho sonno. Buonanotte!

Questo racconto l'ho scritto in un momento ispirato...si accettano critiche e commenti (e anche un pò di spam:-D).

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Ho riso come un forsennato. Cioè, certe cose hanno un che di brillante e lo humour nel racconto non manca.

Però veniamo alle critiche: l'utilizzo di c@zz e compagnia un po' rovina l'effetto brillante del racconto. A mio parere anche non indulgendo nella volgarità avresti reso bene lo stesso, anzi un po' di giri di parole ed un po' di invenzione avrebbero colorato un po' di più il racconto.

Poi stai attento alla punteggiatura ed ai tempi verbali. Non ho capito questa frase:

ma è ovvio che no, la zona è piuttosto isolata
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Non mi pareva di avere esagerato con le volgarità, semplicemente è il personaggio che mi tornava bene come uno che ha il c...o parecchio in bocca. Ma proverò a levrle per vedere che succede.

"Controllo che non ci sia nessuno intorno, ma è ovvio che no, la zona è piuttosto isolata"

Sta a dire che controllando, è ovvio che no, non c'è nessuno intorno, dato che la zona è isolata. Grammaticalmente è corretto, solo molto colloquiale.

Peraltro mi sono accorto ora di questo:

Un po’ rambo, un po’ naruto, con un tocco di sadomaso per via della tuta che mi esalta **** e pacco. Ebbene rullino i tamburi, qui c'era scritto Coolo...la censura bolscevicha miete vittime gluteiformi.:lol:

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