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Eberron " La corsa degli otto venti"


Fiore di Loto

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Inviata

Sharn 23 Lharvion 999 AR

Erano passati quasi tre anni ormai da quando venne stipulato il Trattato di Fortetrono che pose fine alla Grande Guerra.

Tutte le nazioni del Khorvaire piano piano ricucivano le profonde ferite che cento anni di conflitto avevano solcato.

Era una giornata nuvolosa a Sharn, non pioveva, ma la vicinanza della foce del fiume Pugnale e delle coste meridionali che si affacciano sull'oceano rendevano il caldo di mezza estate molto più afoso di quando il sole stagionale picchia forte su Sharn.

Le guglie delle enormi torri si stagliavano altissime quasi a farle sembrar toccar le nuvole.

Le impressionati torri di Sharn, in molte parti della metropoli ormai mostravano i loro anni, ma anche se per molti scettici sembrano addirittura essere troppo alte per essere così stabili e sicure, erano sempre lì, inesorabilmente erette sfidando le normali leggi della fisica, grazie al fatto di essere in una zona di manifestazione collegata al piano di esistenza chiamato Syrania, il Cielo azzurro.

Nel vecchio quartiere di Dura quel giorno c'erano per le strade migliaia di persone, accorse da ogni angolo del mondo a Sharn per assistere alla famosissima "Corsa degli Otto Venti".

Ogni anno, ormai da centinaia di anni, tra le guglie delle torri di Dura si disputa una corsa agonistica tra abili fantini in sella ad esotiche cavalcature volanti provenienti da tutto il mondo.

La Corsa degli Otto Venti è principalmente una prova di velocità e abilità che si svolge in un percorso che attraversa le torri della metropoli.

I partecipanti si sfidano in cerca di fama e denaro, ma il vero vincitore, come ogni anno in questa giornata, è sicuramente il vecchio quartiere di Dura, che, nel resto dell'anno è relegato a quartiere povero e senza futuro, ma che in questa particolare giornata diventa una concentrazione di persone di ogni genere...

La corsa era iniziata da pochi minuti, tutti i ponti erano gremiti di gente con il naso all'insù per vedere sfrecciare i corridori, tutte le strade strapiene di persone costrette a spintonare per poter prendere un posto favorevole per poter riuscire a vedere quando le cavalcature volanti voleranno esattamente sopra di loro, i botteghini nelle piazze erano una bolgia di scommettitori pronti a fare le proprie puntate su una o sull'altra bestia volante...

C'erano umanoidi di ogni razza e tipo, e di ogni ceto sociale: dal fabbro che tifa a squarciagola per il pegaso al quale ha ferrato gli zoccoli, dal mezzorco che raccoglie l'occasione per litigare con il tifoso di un'altra scuderia spaccandogli il boccale in testa, allo gnomo che sbandiera i colori della propria squadra da sopra il piedistallo del vecchio monumento di Re Galifar, al goblin che cerca di sfruttare la disattenzione generale per arraffare qualche borsello, alle ventine di guardie brelandiane che anche in questo giorno di festa cercano, entro i loro limiti, di mantenere la calma e di far rispettare la legge, al ricco signore che si gusta la corsa a bordo della sua carrozza volante ma ben distante da dove le cavalcature volanti in gara dovranno passare, ai normali e più diversificati abitanti di Dura inferiore e Dura intermedia che per poter vedere la corsa semplicemente si affacciano alla loro finestra, vedendosi disegnare uno spontaneo sorriso sulle labbra che, seppur per poco tempo, allontana il pensiero dalla loro triste vita di povertà.

I corridori a metà percorso dovevano passare proprio sopra la grande piazza di Bazar, il quartiere dei mercati di ogni genere a Dura intermedio, che, oltre al luogo della partenza e a quello dell'arrivo, era la piazza più affollata di tutta Sharn in quella circostanza...

Tra poco i corridori appariranno da lontano e sfrecceranno esattamente sopra le loro teste...


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Inviato

Non appena trovò un posto leggermente rialzato, che gli permetteva di avere una visuale più ampia, si mise comodo e iniziò a cercare nel proprio zaino. "Mi aspettavo tanta gente ma non a questi livelli.. La piazza è stracolma!!" pensò sorpreso mentre estraeva dei fogli e il necessario per scrivere.

"Beh bando alle ciance è ora di mettersi al lavoro.." pensò infine aggrottando le sopracciglia per aguzzare la vista, mentre rivolgeva lo sguardo nella direzione dei corridori che stavano per sopraggiungere.

Inviato

In mezzo alla folla nella piazza del Bazar, Tsuyo era assorto nei suoi pensieri: non era particolarmente interessato alla gara, nonostante fosse in qualche modo coinvolto. Rimase silenzioso, la spada che pendeva dalla cintura e indosso ancora la tunica che usava in servizio. "Per quanto ancora dovrò continuare a fare questa vita? Beh, almeno mi hanno pagato una buona somma, per il momento.", pensò.

I destrieri stavano per arrivare. Tsuyo alzò leggermente lo sguardo, quasi a cercare il pegaso che ormai conosceva da diversi giorni...

Inviato

Si mosse a fatica in mezzo alla folla, e il fatto di dover condurre anche il mulo non rendeva le cose facili, anzi.

Buono Padulo”, disse alll'animale agitato da tutta quella confusione, “buono! eccoti uno stuzzichino” proseguì porgendogli un piccolo pezzo di carota.

Si guardò intorno, cercando un angolino tranquillo per sé, da cui osservare il finale.

Speriamo che il nostro fantino vinca, anche se un piazzamento non troppo distaccato dai primi sarebbe già un buon risultato, viste le premesse”, pensò, andando con la mente verso i mesi precedenti di preparazione alla gara.

L'improvviso grido della folla lo distolse dai suoi pensieri e alzando lo sguardo vide i corridori svoltare l'angolo e avvicinarsi alla piazza. Alzò lo sguardo, con il cuore in gola, sperando di vedere la "sua" squadra in testa.

Inviato

Dillon sventolava la bandiera variopinta dal carro che aveva trasportato il dinosauro volante e la scuadra gnomica a Sharn.

Sentiva di essere qualcuno ed un sorriso compiaciuto rendeva il viso delicato dello gnomo la sintesi del benessere.

"Arrivano, arrivano. FORZA GORIN!!!!! "Urlava a squarciagola, distraendo molte delle persone che lo circondavano dalla gara ed attirando l'attenzione su di sè ed i suoi compagni nelle loro uniformi variopinte.

La bandiera era formata da quattro triangoli che si univano al centro formando un quadrato, erano rosso, blu, verde e giallo ed al centro di essa una zampa da retile in stoffa bianca spiccava come simbolo.

Con il cuore in gola e saltando dall'eccitazione vide le creature alate ed i fantini girare l'ultima curva.

Il boato di giubilo dell'intera piazza rimbombò per tutta l'altezza delle torri di Sharn.

Inviato

"così questo è il mondo delle razze, le loro facce eccitate, la loro festa chiassosa, lo stridore delle diverse lingue, gli incitamenti, le urla di soddisfazione, le genti che ti spingono senza riguardo a chi sei o cosa rappresenti, i loro odori che si mescolano, la promiscuità, il tripudio di colori atto a mascherare la natura effimera della loro esistenza..."

Aveva smesso quasi subito di lottare (peraltro con scarsissimi risultati e finendo spesso spintonato) per riuscire a guadagnare una via più sgombra e per sfuggire da quella marmaglia che lo circondava ed ora era fermo presso un muricciolo della piazza circondato da un carnevale di spettatori festanti o incolleriti.

Molta gente, di diversa razza ed età, era salita sul muro e ora oscurava la visuale verso il cielo a quelli meno scaltri o meno fortunati. Nessuno badava a lui.

osservava. l'occasione era buona per osservare.

Era chiaro che la cosa lo incuriosiva...non tanto la gara o il suo insignificante esito, quanto l'evento in sè...era in un certo modo...affascinante!

Inviato

I corridori svoltarono l'angolo, due di loro uscirono per primi da dietro la torre, erano il pegaso a crescita magica venuto dal Thrane e dato come favorito alla vigilia e tra lo stupore generale testa a testa col favorito c'era il grandiali (pterodattilo) cavalcato da uno Gnomo alla sua prima partecipazione...

Dopo una manciata di secondi svoltò anche un inseguitore, un grifone con una strana corazza, alla vigilia era dato tra i meno quotati proprio per la pesantezza della sua bardatura, ma dopo aver svoltato l'angolo pare stia guadagnando terreno rispetto al duetto di testa...

Ben distaccati apparvero tutti gli altri concorrenti...

Il lungo rettilineo che attraversava la grande piazza di Bazar esaltava le doti del trio di testa, dall'agilità incredibile del dinosauro, all'eleganza e velocità dell'equino sino all'inaspettata tenuta muscolare del mostro pesantemente bardato.

Il tripudio di urla e colori si manifestava in tutto Bazar, piazza soprattutto, la gente giova nel vedere i corridori sfrecciare sopra alle loro teste.

Tuttavia, sfruttando il momento di distrazione generale, accadde qualcosa di anomalo: la mente di alcune persone in piazza cominciò ad annebbiarsi, i riflessi cominciavano a farsi sempre più lenti.

Nonostante le persone in causa cercassero di reagire a questa strana sensazione di mancamento, nessuna di loro vi riuscì.

Nelle teste di queste persone i suoni della folla cominciavano a farsi più attutiti, fino a diventare quasi insignificanti lasciando spazio ad un unica, dolce ed irresistibile voce femminile che li chiamava dicendo " Vieni, vieni da me..."

Coloro al quale la voce si manifestò non poterono far altro che seguire quel dolce e melodioso richiamo...

Cominciarono a camminare, come se stessero sognando ad occhi aperti, incuranti di ciò che stava succedendo attorno a loro e completamente inconsci di cosa stessero facendo.

La voce che li chiamava è l'ultimo ricordo che avessero...Prima di risvegliarsi di colpo...Tutti simultaneamente...

Inviato

Ognuno di loro quando riprese coscienza si guardò attorno, ovviamente stranito.

Attorno a loro c'era una grande stanza circolare, priva di finestre e fatta di solida pietra che sembrava avere molti anni.

Nessuno di loro poteva dire con certezza a che altezza fossero, e se fosse una torre o meno...

Il pavimento era tappezzato di paglia secca e i filamenti del vegetale arrivava loro alle caviglie, al centro della stanza c'era una cassa di legno cubica, di circa un metro di lato, chiusa.

Il soffitto,a circa cinque metri d'altezza, non era in pietra ma era un grosso lastrone di vetro trasparente dalla quale trapelava la luce, almeno era ancora giorno, questo lo si capiva.

Guardando attraverso il lastrone di vetro si potevano vedere camminare nella stanza superiore quattro grossi umanoidi pelosi armati di alabarda, un incrocio tra un uomo e una iena...Quattro Gnoll...

In una parte del soffitto vetroso c'era una specie di botola chiusa, in metallo massiccio dalla quale partivano delle scale metalliche, della larghezza di un metro, prive di scorrimano dal lato interno e fissate sulla parete dal lato esterno, che, gradino dopo gradino, finivano sul pavimento percorrendo un quarto della stanza circolare.

All'interno della stanza c'erano otto persone:

- Un umano molto magro, con dei lunghi capelli biondi portati fino alle spalle e delle folte basette, occhi azzurro ghiaccio e vestito con abiti comodi con un tema rosso, blu e bianco.

- Un umano dalla corporatura media con corti capelli ricci neri, un pò stempiato, e dei baffetti che si arricciavano leggermente verso l'alto, occhi scuri e vestito con una camicia grigia, con un delle lettere ricamante in nero all'altezza del taschino, ovvero CdK, dei comodi pantaloni lunghi, un foglio e un piccolo calamaio chiuso da un tappo di sughero in mano.

- Un elfo molto esile, con dei lunghi capelli argentati, legati con un'acconciatura elaborata, i suoi occhi sono grigi, la sua pelle è molto pallida e il suo volto è truccato con una maschera dalle sembianze scheletriche, i suoi abiti sono bianchi e neri in stile elfico con ornamenti color porpora, le sue braccia sono tatuate dai polsi fino ai gomiti con esotici simboli runici.

- Un umano dalla corporatura robusta, con occhi azzurri e capelli castani corti ma molto curati, indossa un'armatura metallica media color argento, al collo porta un simbolo raffigurante una piccola fiamma.

- Un nano di mezza età tozzo e robusto, con complicate trecce sulla barba e sui capelli, occhi scuri e vestito con un abito molto elegante ed elaborato con iscrizioni in stile nanico.

- Un umano, giovane e dal fisico robusto, occhi neri così come i suoi lunghi capelli, questi ultimi raccolti in una lunga coda, nella parte sinistra del suo viso c'è una grossa e vistosa cicatrice, indossa un armatura media, e un mantello azzurro con disegnato un pegaso bianco in volo.

- Un mezzelfo, giovane, snello e di bell'aspetto, porta i capelli lunghi castani sciolti, ha gli occhi verdi, così come il colore dominante dei suoi vestiti che sembrerebbero da esplorazione.

- Uno gnomo, magro con occhi scuri e con un vestito piumato multicolore che lo faceva sembrare un incrocio tra un pappagallo e una qualche specie di strano piccolo dinosauro piumato delle pianure Talenta.

Inviato

Guardandosi attorno con aria sorpresa Dillon sembrava perso, non era abituato ad i luoghi chiusi, ma soprattutto, il fatto di non sapere chi avesse vinto lo faceva star male, molto male.

" Hey." sbottò "Qualcuno sa cos'è successo? Dove siamo, dov'è Flywinner? E Gorin? Chi ha vinto la gara? "

Cercò quindi con lo sguardo gli occhi di un interlocutore, uno qualsiasi.

Inviato

L'umano con l'armatura e il simbolo della fiamma rispose allo gnomo per primo " Non so cosa sia successo, ricordo solo una voce femminile che mi chiamava... " poi il suo sguardo si diresse verso gli altri membri del gruppo e nel contempo la sua mano strinse il ciondolo della fiamma quasi cercando conforto in esso...

Inviato

"Si, si è vero.. una voce femminile.." esclamò subito dopo l'affermazione dell'umano..

"Non ho idea di ci troviamo e soprattutto del perchè siamo qui.." disse mentre alzandosi in piedi si guardava attorno..

Poi cominciò a battersi le mani sulle tasche "La mia piuma.. Dov'è la mia piuma" trovandola poi nel taschino con la scritta CdK..

"E non so nemmeno chi abbia vinto la competizione.." disse con tono estremamente preoccupato e faccia corrucciata..

"Non so come si evolverà la vicenda ma anche uscendo da qui sarò nei guai per non aver scritto niente sulla Corsa degli Otto Venti."

disse sconsolato..

All'improvviso si illuminò "Ehi!! Ma è semplice!! Farò la cronaca di questa nostra avventura!! Una voce femminile misteriosa 8 protagonisti e chissà cos'altro.. Con uno scoop del genere il mio editore non potrà dirmi nulla.." disse soddisfatto.. Poi divenne pensoso e disse guardandosi attorno "Alla peggio, signori, questo scritto potrebbe rappresentare le nostre ultime memorie.." disse con aria grave..

Dopo qualche secondo stappò il calamaio, prese la piuma, la intinse e rivolgendosi verso la persona al suo fianco disse "Coraggio cominciamo con te. Nome, professione, il sogno della tua vita e cosa farai se uscirai da qui.." disse con tono incoraggiante..

Inviato

la persona al suo fianco, l'elfo ischeletrito, che si stava guardando in giro con aria mesta, sussultò alle improvvise parole dell'umano ricciuto, alzò su di lui il suo sguardo tetro e disse in un bisbiglio dal forte accento elfico: "dubito sinceramente che uscirò di qui, e anche voi signor giornalista…e non conosco neppure il vostro nome! Credo che le vostre domande rivolte a me siano fuoriluogo... ...piuttosto, scoprite se qualcuno qui conosce qualche informazione utile a gettar luce sul mistero che ci avvolge..."

Inviato

Accadde tutto talmente in fretta... un attimo prima Tsuyo assisteva tranquillo alla gara, successivamente una specie di limbo, del quale ricordava solo una voce femminile che lo attirava a sé. Il risultato fu quella specie di prigionia, in un luogo sconosciuto insieme a persone sconosciute.

A Tsuyo non piacque molto questo risvolto che stavano prendendo le cose, lo avrebbero distolto dal suo vero obbiettivo.

Prese a camminare per la stanza, prestando poca attenzione alla parole degli altri, giustamente stupiti e increduli per la situazione attuale.

"Sentite, non so dove diavolo siamo finiti e perché. Francamente mi interessa solo uscirne alla svelta. Cerchiamo di trovare una via d'uscita, oppure aspettiamo che chiunque ci abbia condotto qui si faccia vivo e ci dia qualche spiegazione".

Così dicendo cominciò a esplorare la stanza in cerca di indizi.

Inviato

Il nano innervosito disse burberamente " Ehi, tu, ricciolino, io non sono un articolo per il tuo giornale, vedi di star calmo o ti faccio bere tutto l'inchiostro... " mostrandogli poi un minaccioso pugno chiuso e uno sguardo severo...

Inviato

"Che sbadato, non mi sono nemmeno presentato.." disse rivolto verso l'elfo. "Mi chiamo Mark Turner e sono un giornalista delle Cronache del Khorvaire" aggiunse poi girandosi verso gli altri e chinando leggermente il capo..

"Non me ne vogliate, quando sono nervoso devo scivere, è il mio modo di reagire.. In ogni caso il mio intento era quello di capire cosa abbiamo in comune, un indizio sul perchè la voce ci abbia chiamato..

A proposito, oltre a me e voi due.." disse rivolgendo lo sguardo verso l'umano e lo gnomo che avevano parlato in precedenza ".. anche voi avete sentito quella voce?"

Inviato

"E così ti chiami Mark Turner. Piacere, io sono Tsuyo", rispose sbrigativamente. Pur non amando particolarmente dialogare con gli sconosciuti, rimaneva pur sempre una persona educata.

La mancanza delle sue armi cominciava a dargli particolarmente fastidio, quasi gli mancasse una parte di sé. In fondo si trattavano degli unici mezzi con cui si sapesse difendere.

Inviato

" Certo, una voce femminile. Esattamente come avete detto voi. " Guardò quindi in alto attraverso il soffitto di vetro. " Io sono Dillon Fetherwind della tribù gnomica dei "Piediscaglia" e sono a Sharn per la gara degli Otto Venti" Sospirò.

" Quello che devo fare è uscire di qui, con o senza il vostro aiuto, sonbp stato io a portare i miei amici in questa città e sono sicuro, senza di me, sono perduti.Sono responsabile per loro. "

Detto questo si avviò verso le scale e iniziò ad osservarle con attenzione, buttando occhiate sfuggenti alle quattro figure sopra di loro.

Inviato

Alzandosi lentamente, Conn si guardò intorno, e rimase in silenzio ad osservare l’animato colloquio che si svolgeva tra quegli strani tizi. Molto seccato per quanto successo

Maledetta voce femminile! E stavamo pure per rimontare! Mi piacerebbe sapere dove diamine sono!

Una volta realizzato cosa fosse successo, la rabbia cominciò a montare in lui.

Con fare scorbutico si rivolse agli altri

ehi voi! A me non interessa del come e del perché siamo finiti qui, ma sono d’accordo con lo gnomo: dobbiamo uscire di qui.

E volse lo sguardo prima ai mostri sopra di lui, poi cominciò a esaminare la cassa al centro della stanza, cercando un modo per aprirla

Inviato

Dillon da più vicino vide che le scale erano grosse griglie metalliche coni i fori quadrati di circa 1,5 cm di lato e spesse 15 cm, erano fissate alla parete da viti e bulloni molto saldi e viste le dimensioni di scale e botola sembravano essere costruite per umanoidi anche di taglia grande...

Quando il biondo umano si avvicinò alla cassa al centro della stanza vide che quest'ultima era una normale cassa di legno, seza serrature di alcun tipo e sembrerebbe che si possa aprire dal lato superiore.

Il mezzelfo vestito di verde non aprì bocca per il momento, e il suo sguardo sembrava terorizzato...

Inviato

Annotò i nomi delle due persone, poi si distraè all'udire di quelle scorbutiche parole e infine si incuriosì all'armeggiare intorno alla cassa cubica di quell'individuo. Si spostò leggermente sulla destra, e allungò il collo per osservare bene cosa stesse facendo.

P.S.: scusatemi ma ho sbagliato: CdK = Cronache di Korramberg

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