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Eberron " La corsa degli otto venti"


Fiore di Loto

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una voce esile ma vibrante si levò dall'elfo dagli occhi tristi: "Ascoltatemi tutti! Il mio nome è Seledna n'Ariel Jhaelian, sacerdote della Corte Imperitura di Aaerenal.

Ci è ormai manifesto che nessuno di noi conosce o spartisce alcunchè con altri qui presenti, e questo, unito all'evidenza della nostra situazione mi conduce a credere che siamo tutte vittime di un sacrificio rituale o altro avvenimento similare. E perciò per quanto sia naturale per molte razze il voler cercare fino all'ultimo una via di scampo, dubito che coloro i quali ci hanno prelevati da quella piazza ce ne abbiano lasciate.

Se invece mi sbaglio, e non è il Grande Viaggio quello che ci attende nell'immediato, allora saranno comunque "loro" a farci sapere cosa vogliono da noi e il perchè di questo sequestro. Saggio è, in simili momenti, pregare e preparare il nostro spirito al trapasso, anche se non avrei mai pensato che esso sarebbe potuto giungere così repentino"

la scarna figura si fermò, come per riprendersi da un discorso troppo lungo e forzato, poi si avvicinò lieve al mezzelfo spaurito, senza guardarsi intorno, e posando una mano ossuta sulla sua spalla, come per rassicurarlo, sussurrò: "Non temere, figlio, non aver paura della Morte..."

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Il mezzelfo tremante guardò dritto negli occhi l'esile sacerdote sacerdote e gli rispose con voce affranta " Non voglio morire, non posso, sono troppo giovane per morire, mia moglie aspetta un figlio...Volevo solo guardare la gara io, non...Non devo morire... " poi una piccola lacrima scese sulla sua guancia sinistra prima di aggiungere con voce tremolante " ...Non dovevo venire oggi...Se non fossi venuto a vedere quella maledetta corsa sarei già a casa da mia moglie ora... "

Subito dopo l'umano con il ciondolo della fiamma argentea si presentò " Mi chiamo Mazey, Paladino della Fiamma Argentea " e aggiunse rivolto al mezzelfo " Come ti chiami ordunque, giovane mezzelfo ? "

L'interrogato, asciugandosi le lacrime con la manica destra del suo vestito ripose " Mi chiamo Eulian... "

Il Paladino anche se dentro di se nutriva seri dubbi sulla loro sopravvivenza cercò di far coraggio a tutti gli sfortunati abitanti di quella specie di prigione dicendo " Bene, Eulian, ti prometto che farò di tutto perchè tu possa tornare a casa ad abbracciare tua moglie e il tuo futuro bambino, e di conseguenza farò il possibile perchè tutti voi possiate tornare alla vostra vita normale. La Fiamma argentea mi protegge, e la sua luce illuminerà anche il vostro futuro. "

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Si distraè per un momento dalla cassa, udendo la conversazione tra le persone che condividevano la sua condizione.. Fece qualche passo verso di loro e iniziò a scrivere i nomi di chi fino a quel momento si era presentato, annotando a fianco delle note caratteriali riguardo il tono e il tema delle conversazioni..

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Tsuyo continuò ad esplorare la stanza, senza molto successo, restando costantemente in ascolto. Quando finirono di dialogare, interruppe per un istante la sua ricerca e si avvicinò al sacerdote che diceva di chiamarsi Seledna: "Senti amico, con tutto il rispetto che meriti, non ho alcuna intenzione di farmi ammazzare. So bene che probabilmente non ci sono via d'uscita, ma preferisco provarci lo stesso, piuttosto che rimanermene con le mani in mano ad aspettare la mia ora!!"

Nelle sue parole c'era una strana agitazione, quasi stesse cominciando a perdere il sangue freddo. Non era ira la sua, più un modo per combattere questa sua irrequietudine.

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"sacrificio!? lungo viaggio? ma che sta dicendo quellla specie di sacerdote?"

Guardando la scarna figura con fare scettico, l'umano biondo si fermò un attimo a soppesare le parole dell'elfo, poi volgendo lo sguardo verso il paladino disse

"Bene paldino! Allora che ne dici se vediamo cosa contiene questa cassa?Se ci fosse qualcosa di utile, magari potremmo riuscire ad uscire di qui prima che ci "sacrifichino""

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il sacerdote elfico sussultò allorchè Tsuyo gli rivolse la parola avvicinandosi, e fece un piccolo passo indietro.

Poi posò sul giovane umano dai lunghi capelli neri i suoi occhi grigi, alzò una mano magra e disse con un filo di voce: "ragazzo umano, devi...devi stare calmo...colei o coloro che ci hanno rapiti avrebbero potuto già ucciderci nel sonno...siamo nelle loro mani, oltrechè, ovviamente, dei Signori che custodiscono la Morte.

Questo devi accettarlo...

...inoltre non abbiamo con noi alcuna arma. Quel lastrone di vetro lassù è l'unica cosa che per ora ci separa tutti da..."

ma proprio in quell'istante il robusto Mazey fu sopra alla cassa...

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Dopo aver atteso che gli altri componenti di quello strano gruppo si fossero allontanati a sufficienza dalla cassa, Mazey chiuse gli occhi per circa un secondo, facendo un profondo respiro prima di aprire quel legnoso involucro...

Sollevò il lato superiore della cassa di legno e vi guardò all'interno.

D'istinto la richiuse subito e portò entrambe le mani al viso, scutendo il capo quasi incredulo e dicendo quasi in preghiera.

" Per la santissima fiamma che arde da secoli, che orrore ho appena visto coi i miei occhi !!! "

Poi si tolse le mani dal viso e volse lo sguardo colmo di rabbia verso l'alto, diretto agli Gnoll del piano superiore, che però non badavano a quello che sotto stesse succedendo.

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l'elfo scheletrico si era interrotto nel suo parlare allorchè Mazey aperse la cassa.

in quei pochi istanti tutti si fermarono osservando il centro della sala e le mosse del robusto umano.

le sue parole risuonarono nel silenzio con un effetto abbastanza sinistro.

Subito dopo, mentre Mazey, richiusa la cassa, fissava ancora cupamente il soffitto, l'elfo disse spalancando gli occhi bistrati: "un orrore hai veduto, paladino della Fiamma Argentea? c'è dunque qualcosa che devo vedere anch'io?"e scivolò rapidamente verso la cassa...

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Per nulla impressionato dalle parole del paladino, anzi incuriosit ancora di più di conoscere il contenuto della cassa che lo aveva così sconvolto, l'umano si avvicinò alla cassa:

"Bene vediamo cosa contiene di tanto sonvolgente! Seledna", disse rivolgendosi all'elfo," se vuoi dare un'occhiata, avvicinati e apriremo insime questa cassa"

L'umano si avvicinò alla cassa, e un attimo prima di sollevarne il coperchio pronunciò:

"ah! quasi mi dimenticavo di presentarmi: sono Conn McIntyre e lavoro per il casato Cannith"

Attese che l'elfo rispondesse al suo appello e aprì il coperchio, guardando dentro al contenitore

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Dalla reazione del paladino, Tsuyo rimase alquanto sorpreso. Si ritrovò a pensare alle possibili atrocità contenute in quella dannatissima cassa, senza riuscire a farsi un'idea plausibile. Ormai la curiosità aveva preso il soppravvento; così smise la sua ricerca e si avvicinò a Conn e Seledna dicendo: "E sia. Voglio vedere anch'io cosa c'è di così sconvolgente".

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Dillon, invece di avvicinarsi alla cassa si sedette di fronte al primo scalino. Chiuse gli occhi ed alzòle mani al cielo con il palmo rivolto verso l'alto. Una lieve cantilena inpercettibilenel mondo corporeo uscì dalle sue labbra e poco dopo lo spirito guida fù con lui riempiendo il giovane gnomo di felicità.

" Cerca una via d'uscita amico mio"

Rimase immobile, aspettando una risposta.

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Seledna aprì la cassa sotto gli occhi colmi di curiosità anche di Tsuyo, Conn e Mark...

Sollevato il lato superiore un'orrenda e macabra visione si presentò alla loro vista: dentro la cassa vi era una testa mozzata.

La testa sembra quella di un giovane Halfling dai capelli neri, il collo gli è stato tranciato di netto, ha gli occhi spalancati che esprimono ancora l'espressione del dolore della decapitazione, tra i denti stringe una bacchetta di color nero e al centro della fronte gli è stata conficcata in verticale una spada corta di comune fattura...

La testa mozzata non ha ancora cominciato a decomporsi, quell'Halfling dev'essere stato ucciso da meno di un giorno...

Il resto del corpo del piccolo umanoide non c'era, e nient'altro conteneva la cassa...

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Conn si ritrasse un attimo, disgustato, portandosi una mano allla boca, come per trattenere un conato di vomito.

Dopo qulche secondo si riprese e rivolto all'elfo disse:

"Seledna perchè parli così?non siamo ancora morti, anzi!adesso" indicando la spada corta "abbiamo anche un arma, che magari Mazey potrebbe farne buon uso. Quanto a me vediamo cosa diamine è questa bacchetta"

Mostrando non poco ribrezzo Conn provò a estrarre la bacchetta dalla bocca del cadavere e una volta liberta dal suo aberrante "contenitore"si mise a osservarla attentamente e lungamente, tastandone anche il profiloil profilo

@DM

Spoiler:  
posso avere una descrizione fiica dell'oggetto?inoltre cerco di capire se si tratta di un oggetto magico: utilizzo la mia conoscenza di artefice ed effettuo una prova di sapienza magica a a +9 per determinare auree magiche
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Chiuse gli occhi di scatto. Quella visione faceva tornare alla mente vecchi fantasmi del passato: l'atrocità della guerra, il sangue, buio....

poco a poco, respirando affannosamente, li riaprii, deciso ad affrontare le sue paure.

Conn estrasse la bacchetta, evidentemente se ne intendeva di magia arcana. Così Tsuyo allungò la mano verso l'elsa della spada corta e, come per imitarlo, la tirò fuori dalla cassa, cercando di non muovere troppo la testa mozzata.

<<Bene.... qualche idea sul da farsi?>>

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Subito dopo le parole dell'Elfo il Nano sbottò infastidito " Senti un pò razza di scheletro parlante dalle orecchie a punta, hai finito di fare l'uccellaccio del malaugurio? Se a te piace andare in giro pitturato come una mummia e ti fortifichi vedendo cadaveri vedi di tenertelo per te. "

Il Mezzelfo invece preferì rimanere a distanza silenzioso e limitandosi a fare un eloquiente cenno di dissenso all'invito ad avvicinarsi.

Intervenne anche Mazey nella discussione " Cerchiamo di rimanere calmi, perdere le staffe non porta mai a niente di buono Nano... " cercando di calmare il basso umanoide.

" Guarda che io ho un nome, mi chiamo Cordor, Cordor del clan Turek. " Ribattè il barbuto Nano battendo il pugno destro sul petto in segno d'orgoglio.

" Bene Cordor, cerchiamo di ragionare un pò tutti, di mantenere la calma, e di non essere invadenti l'uno con l'altro. Quindi Seledna, per quanto la vista di una testa mozzata possa essere fonte di forza per te, probabilmente non lo è per altri, quindi ti prego di non esternare certi discorsi a persone della quale non conosci a fondo il carattere. "

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