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Inviato

Basta non posso resistere! E' tempo che tutti consocono le potenzialità di Quifim il ladro e dei suoi compagni! Da qualche parte ho già descritto chi erano, ma forse è meglio ripetre il tutto:

Quifim, il ladro halfling più rompiballe.

Gruvosh, il chierico mezz'orco armato di caber.

Ulfgar, un guerriero tanto capace quanto il più stupido degli uomini.

Hermes, il ranger stunt-man.

Vecchi e giovani, bambini e bambine, prestate orecchio che comincia la storia...

...e dopo aver sconfitto l'orda di drow all'interno dell'avamposto sotterraneo, i 4 rincorrono l'ultimo chierico nemico rimasto miracolosamente in vita, fino ad un'ampia grotta, illuminata da torce e da raggi di sole penetranti nell'entroterra.. il chierico di Lolth si dilegua, l'oscurità diventa padrone della situazione, un'oscurità nera e densa come la pece.. alchè un ruggito, qualcosa di indefinibile echeggia per la grotta.. arriva! Si avverte la sua presenza ma nessuna riesce a vedere l'essere, Gruvosh riporta la luce in questo momento oscuro e subito di colpo qualcosa lo scaraventa all'indietro! Un'entità invisibile si scaglia contro tutti gli avventurieri, che non riescono a percepire l'esatta posizione della "cosa".

Quifim estrae il suo rampino e comincia a farlo roteare sopra la sua testa, sicuro di sè e del suo stratagemma di difesa.

Ulfgar rincorre la creatura, seguendo gli spostamenti d'aria provocate da essa.

Gruvosh comincia a ribollire di rabbia, ma controllando il suo sangue orchesco recita alcune preghiere di protezione.

Hermes scompare dalla vista di tutti, e comincia ad arrampicarsi sulla parete di questa grotta emisferica.

La creatura rimane calma per qualche momento, ancora celata agli occhi di tutti. intanto Hermes si trova al centro del soffitto, in attesa del momento propizio, ma a prezzo di un'ernorme sforzo fisico che riesce superbamente a sopportare!

Quifim passa il rampino a Ulfgar, che ha abbandonato la sua idea. Estrae un otre di olio e aspetta il momento propizio.. Ulfgar smette di roteare l'oggetto, subito arriva la creatura, Ulfgar la schiva all'ultimo e Quifim, con i riflessi pronti scorge un'imperfezione nell'aria e vi lancia l'otre, frantumandosi contro la "cosa" e ungendola di olio!

Comincia a delinearsi una strana forma al centro della grotta, Hermes la vede e vi si getta a 4 di spade, estranedo le sue 2 daghe e cadendo sull'essere ve le conficca! Gruvosh continua a pregare ed a proteggere Hermes in groppa al mostro!

Quifim avvolge altra tela al rampino, la imbeve d'olio e le da fuoco..!

Eccola! Sta volando verso Quifim, pronto a compiere l'unico gesto possibile... come ripassa sopra di lui, e sentendo le urla di Hermes, lancia il rampino che si conficca nella carne del mostro e prende fuoco!! Ora è tutto più chiaro! Ed è grande..molto grande...

Anche Hermes comincia a bruciare, ma sembra che questo non lo turbi, anzi continua a pugnalare l'immensa torcia di carne, accecato dalla rabbia e dalla foga! Quifim rimane attaccato alla corda del rampino e viene trascinato una ventina di metri più in là, dove Gruvosh finalmente ha l'occasione di Sfogare la sua ira e Ulfgar, rincorrendo Quifim cerca di fare altrettanto.

L'enorme torcia cade a terra, rimbombando per tutta la grotta. Hermes pare in berserk, Gruvosh ietta il sua enorme, pesante tronco sulla testa del mostro, Ulfgar salta Quifim, a terra dopo aver rotolato per alcuni metri a causa della caduta del mostro, e con foga taglia di netto la testa all'ormai defunta creatura.... è FATTA!

Risultato:

Hermes, ustionato e sporco di sangue, si stacca dalla schiena e cerca finalmente di spegnersi le fiamme che ha addosso (cominciava a sentire odere di carne arrosto..)

Gruvosh dove aver sentito l'inconfondibile suono di cranio spaccato, vede Hermes e gli si lancia contro, placcandolo. Si credeva per mangiarselo, invece gli crea acqua addosso..

Ulfgar crede di aver ucciso lui il mostro. In realtà era già morto dopo il colpo del mezz'orco.

...e Quifim? Beh lui è qualche metro più indietro, mezzo rincoglionito per la rotolata che si è fatto per terra, con le gambe che non lo reggono in piedi e le stellette che gli girano in tondo sulla testa...

Ecco come l'essere più piccolo può fare la cosa più grande.. restando sempre una fonte di divertimento per tutti in qualsiasi situazione!

  • 1 anno dopo...

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Principali partecipanti

Inviato

Ciao a tutti,visto che c'è il Topic "Le nostre Campagne le nostre Compagnie" mi sono chiesto: Perchè non aprirne uno nel quale si raccontano gli scontri più emozionanti che i nostri PG hanno affrontato?

Secondo me potrebbe essere carina come idea... :cool:

Chiaramente non intendo una cosa del tipo " Il Guerriero del gruppo ha fatto 20 col dado e ha ucciso il mostro con un critico confermato" :banghead::naughty:

Ma proprio far capire le emozioni del combattimento e cioè " Il Guerriero concentrò tutta la sua potenza in un ultimo disperato attacco al Gigante delle Colline,il suo colpo fu di una potenza inaudita e il Gigante cadde al suolo privo di vita" ;-)

Si possono descrivere sia le scene da una prospettiva esterna come se a parlare fosse il DM che descrive le scene oppure descrivere il combattimento in prima persona qualora il protagonista sia un singolo PG che racconta le sue imprese alla locanda... :beerchug:

Spero di essermi fatto capire...

Qui sotto posterò anche io un combattimento a breve...

E ora via ai racconti di eroiche imprese e cruente battaglie !!!

:orc::paladin::dwarf:

Inviato

ok..se si parla di imprese nella locanda il Merry ci sta...

Il gruppo era alla ricerca disperata di soldi, servivano per comprare dei cavalli e partire all'inseguimento dei potenti semi del vento...

Nella sconsolata aria gli eroi decisero di entrare in taverna per riflettere e organizzare qualcosa...Fu così che allora l'halfling decise di guardare meglio intorno,vide tre persone sospette ad un tavolo,si diresse e si mise a colloquiare con questi tizzi.Avevano bisogno di un componente per fare una "partitina".Fu così che il giovane halfling si fece dare i soldi del gruppo,per farli fruttare un po'...

L'eventuale perdita sarebbe stato il collasso,ma la prima mano fu fortunata...tuttavia non si può lasciare la parita dopo la prima mano!!!

Bene Meriadoc prese la carta...era un due,avrebbe perso.Allora decise di tentare il tutto per tutto e tirò la carta dalla manica,era un sette,aveva qualche speranza,difatti vinse...

Fu così che gli eroi proseguirono il viaggio e che l'halfling lasciò squattrinati tre poveri malavitosi che pensavano di avere fatto l'affare...

Don Merry...

Inviato

Ambientazione: Eberron

Scenario: La Roccaforte di Tael Zanathar nel Valenar

Scontro narrato:La Compagnia del Fiore di Loto ( PG ) VS un Crucian Druido a cavallo di una Ieracosfinge

La battaglia infuriava tra 50 Elfi Vales Tairin e i Crucian all'interno della fortezza,mentre la Compagnia del Fiore di Loto supportava i Vales Tairin sia da sopra le mura e sia corpo a corpo...

Ad un certo punto arrivò in picchiata sula campo di battaglia il capo dei Crucian:un Crucian Druido a cavallo di una imponebte Ieracsfinge.

La Compagnia del Fiore di Loto capì subito che avrebbe dovuto concentrare i suoi attacchi contro il capo dei nemici.

Da sopra le mura Krott il Mezzorco Druido cominciò a lanciare fiamme colpendo il Druido nemico,Syrio il Paladino/Chierico con la sua spada in pugno andò subito corpo a corpo contro la Sfinge,Vilnius il Morfico Ladro scoccava frecce contro la sfinge e Vargar il Chierico/Stregone da distante con la sua bacchetta sparava dardi incantati...

Ma il nemico era veramente forte,la Ieracosfinge colpiva con disumana potenza Syrio mordendolo e artigliandolo senza pietà mentre Il Crucian Druido faceva prima comparire una sfera infuocata contro Krott,per poi far riscaldare magicamente l'armatura di metallo di Syrio infliggendogli dolorosissime ferite da fuoco e poi potenziando magicamente le sue difese...

Il combattimento stava prendendo una brutta piega per i nostri eroi...

Syrio gridò "Prescelto curami !"...

Udite le parole il bambino Mezzelfo Prescelto si avvicinò a Syrio e stando attendo a non essere colpito dai potenti artigli della sfinge usò la sua bacchetta magica per curare il Paladino il più possibile...

Se Syrio fosse caduto in battaglia tutto il gruppo sarebbe stato in grave pericolo.

Krott cominciò allora ad evocare animali che dessero man forte a Syrio,prima un orso nero,poi un Lupo Crudele e poi un Lupo normale...

Il Druido nemico rispose evocando un grosso Gorilla che si scontrò con il Lupo Crudele...

Victor il Mago scagliò una freccia acida mancando però il bersaglio e poi fece comparire un altro Orso Nero...

Il nemico ora si ritrovava circondato da 2 orsi neri,un lupo e Syrio mentre poco distante infuriava il combattimento tra il Gorilla e il Lupo Crudele...

Dopo poco tempo la sfinge cadde sotto i colpi della Compagnia del Fiore di Loto e rimase solo il Crucian Druido che colpiva Syrio con la sua mano infuocata...

Il Prescelto continuava a curare il Paladino con tutte le magie curative a sua disposizione,Vilnius Vargar e Victor da distante scagliavano tutto ciò che era in loro possesso contro il Druido nemico ma di li a poco ad uno ad uno gli animali evocati da Krott sarebbero scomparsi...

Il Lupo Crudele uccise il Gorilla e poi corse veloce ad attaccare il Druido nemico...

I colpi di Syrio non riuscivano ad andare a segno contro quel mostro magicamente potenziato e ormai stava solo cercando di resistere il più possibile in attesa che i suoi compagni risolvessero il combattimento...

Fu con l'ultimo attacco a sua disposizione che prima di scomparire il Lupo Crudele riuscì a sbranare il capo dei Crucian e a consegnare la vittoria seppur sofferta ai nostri eroi...

  • 4 settimane dopo...
Inviato

Noto nell'ombra i vostri stanchi volti in questa locanda...dopo aver sentito le vostre stupende storie lasciate che vi narri della volta in cui, con il mio vecchio compagno Drow Delta, dovetti affrontare lo spirito inquieto di un cavaliere che decise di occupare una torre e mutare i suoi inquilini in statue di giada... solo l' arrivare in cima è stata opera di difficile maestria... le serrature non erano solo chiuse ma dotate di trappole o incantesimi, le stanze erano un susseguirsi di illusioni e misteri, porte segrete e tranelli mortali...(sorso di birra!!)dunque...arrivati ormai all' ultima stanza vidi d' innanzi ad un affresco raffigurante un drago verde vicino ad un lago, il corpo immobile di quest' essere coperto con un' armatura nera borchiata che rimaneva sospeso ad una spanna da terra... Delta gli si fiondò alle spalle...ma limmagine svanì di colpo e lui andò dritto verso l'affresco...l'essere riapparve accanto a lui con un ascia pronta a cadere sulla sua nuca ma il mio intervento con la balestra riuscii a salvarlo visto che colpiì l'essere sul braccio che fece cadere in quell' attimo l'ascia...Delta si riprese dallo spavento e con un colpo di spada trafisse quel corpo ormai senz' anima guidato dall' odio...usciti da quella torre non vidi più Delta e vi prego, compagni avventurieri, se lo sentiste in giro di farmi avere sue notizie...OSTE!! UNA BIRRA A TUTTI!!! Larga la foglia, stretta la via, dite la vostra che ho detto la mia!!:bye:

Inviato

Allora... Adesso state buoni e calmi che il vostro Arween vi racconta una bella storia sulle sue imprese...

Al tempo in cui ero famoso alle cronache (e ai miei colleghi bardi) come Lear, incontrai un gufo delle nevi, il quale dall'"alto" del mio metro e 6 cm mi apparì molto più enorme di quanto fosse in realtà... Ciononostante non ebbi paura e mi preparai ad affrontare il temibile avversario assieme ai miei compagni, nei quali fui subito costretto ad infondere coraggio per renderli più sicuri delle loro capacità di danneggiare l'infausta creatura. Lo scontro durò per diversi minuti ma ecco che quando tutto sembrò finito, dopo un ultimo fendente tirato da un fino ad allora sconosciuto samurai, qualcosa, nello stesso istante colpì il mortale avversario facendolo stramazzare al suolo... Tutti si guardarono sbalorditi negli occhi... Una freccia?!? Ma chi... ?[Off: la freccia è stata diretta dritta al petto dopo che il gufo era già morto ;-) ] Ma ecco che nel frattempo un loro compagno si era dileguato. Già... avete capito bene, proprio il buon Lear aveva trafitto la bestia, ed ora ero lì trionfante e troneggiante sul cadavere, con l'arma del delitto in mano quale orgoglioso trofeo. Era destino che la gloria scegliesse me... Ma le cose non andarono così bene come quella volta... Un giorno, mentre vagavamo alla disperata ricerca di un'uscita da un dungeon, un mostro mai visto prima, solo sentito grazie a numerosi racconti di avventurieri come voi, mi si parò innanzi: un'idra a 5 teste!!! Purtroppo il nostro Paladino venne subito messo fuori gioco da un colpo a sorpresa [OFF: guardacaso il PnG del Master :banghead: ] e quindi la situazione si fece ancora più in salita... Non sapevo quanto il mio ardore nello spronarli sarebbe risultato utile... Ad ogni modo, ogni volta che attaccavamo quelle dannate teste, queste ricrescevano moltiplicandosi :banghead: ... Tentai con successo una mossa azzardata, e cioè cicatrizzare uno dei colli senza testa grazie alle torce che avevamo a disposizione nella galleria, per impedirne la rigenerazione... Ma il tempo agiva contro di noi, e ad un certo punto ci trovammo a dover affrontare ben 7 teste! Ma la caparbietà del mio fidato barbaro non mancò mai, e colpo su colpo, riuscì anch'egli ad abbattere qualche testa, che intanto non perdeva l'occasione di provare ad incenerirci con il suo temibile soffio... Lo stregone faceva quel che poteva, con le sue magiche frecce infallibili [OFF: dardo incantato ;-) ], ma presto perse le forze, e la furia dell'idra non lo risparmiò... Fu solo grazie al mio ingegno che egli può ancora essere qui con noi quest'oggi... Infatti convinsi il barbaro a lanciarmi quella sua collana dagli strani poteri, che gli permetteva di combattere fino alla morte con tutte le sue forze [OFF: concedeva il talento Duro a Morire] e con un repentino movimento arrivai accanto allo stregone, ormai morente... Riuscito momentaneamente a riprendersi, si curò con le pozioni che aveva a disposizione... Ma intanto la battaglia non era ancora terminata... E ben presto anch'io fui reso inabile al combattimento... Con uno strano sortilegio ero costretto unicamente a ridere senza poter compiere alcuna azione, e le sventure dei miei malcapitati compagni non facevano che aumentare la mia ilarità [OFF: risata incontenibile di Tasha :-( ] E, devo ammetterlo, fu solo grazie al nostro compagno monaco, che in quella occasione si dimostrò più che un valido alleato [OFF: e nell'ultima sessione si è superato! Anche se inutili, ha fatto un attacco da 103 danni! E siamo solo di 7° livello! Pazzesco!], se riuscimmo a sconfiggere il mostro e grazie alla mia caparbietà a limitare le perdite...

La leggenda di tali imprese [OFF: seppur recenti, nel giro di 6 mesi precedenti tale racconto] si è persa nell'alba dei tempi, e spesso confusa, tanto che aleggia su di me ancora la fama di essere stato l'unico gnomo ad aver sconfitto un gufo a 5 teste... E non nego che possa esserci verità in queste parole [OFF: Faccio una prova di Raggirare... Roll... 20! (non ci credo, è uscito davvero!) + 17=37, ok può andare, ora lo spacceranno come verità ovunque andranno... AHAHAHAH :evilhot: ]...

Ma la battaglia più "epica" [OFF: per PG di 4° livello^^] mi accingo solo ora a narrarvela... Tale scontro, è avvenuto circa quattro decadi prima di aver affrontato l'idra, e si riferisce al tempo in cui avevamo appena incontrato il nostro futuro compagno paladino... Dopo qualche giorno di viaggio nella foresta eravamo appena giunti nell'unico villaggio in zona, nemmeno segnato sulle mappe, che siamo stati subito costretti a salvare una vergine dall'essere portata come sacrificio ai padroni del vicino castello: esseri demoniaci che tenevano in scacco il villaggio minacciandolo di distruzione con un gigantesco cannone puntato su di loro per avere un tributo da cui succhiare la linfa vitale... Molti di voi l'avranno già compreso: VAMPIRI! Inizialmente non ero molto preso dall'intraprendere tale missione, dato che il compenso non era granchè... Ma al paladino tali discorsi così materialistici non interessavano, ed era già pronto ad andare da solo ad aggiustare i torti... A malincuore lo inseguimmo, e facendoci promettere di tenere per noi qualsiasi oggetto trovato nel castello, ideammo un piano. Sul far della notte, io e il barbaro ci travestimmo da defunti, portando con noi una bara, nella quale nascondemmo il monaco e lo stregone, mentre nel frattempo il samurai e il paladino scalavano il lato nord per prenderli di sorpresa. L'effetto riuscì. Le guardie ci fecero passare senza troppi problemi e una volta dentro eravamo pronti ed organizzati. Mentre il barbaro faceva fuori le guardie che incontrava e il monaco azionava il meccanismo per aprire il portone d'accesso, mi dirigei con lo stregone verso i piani più alti, protetti dal paladino e dal samurai che nel frattempo avevano eliminato i guardiani alle torri, prima di andare a dare manforte ai compagni. Ad un certo momento il portone fu finalmente spalancato: quello era il segnale. I 4 valorosi combattenti fuggirono nello spazio antistante il castello, e cominciarono a difendersi in ritirata dall'orda di vampiri che ormai era sopraggiunta, resa nota la loro presenza... Assieme allo stregone ero pronto a completare la parte finale del piano. Avvisai, dall'alto del castello, i miei compagni di fuggire allontanandosi il più possibile. Nel mentre un sordo rumore venne coperto dal frastuono della battaglia... Ma poi... ci fu una sola fortissima esplosione, ed ogni cosa cessò... Impadronitici del cannone, lo avevamo indirizzato verso il luogo dello scontro e lo avevamo azionato per un colpo mortale! La battaglia era vinta, e adesso non restava che impadronirci dei tesori del castello e sconfiggere il capo; ci muovemmo silenziosamente fino a raggiungere la sua stanza, anche se ormai era chiaro che la nostra presenza era svelata... Appena entrati, fummo subito accolti da un'aura malvagia, e i combattenti furono subito colti impreparati, tanto che addirittura il monaco perse il controllo e osò attaccarmi! Ma fortunatamente resistetti, e con i miei ultimi sforzi magici riuscii con successo a fermare il vampiro [OFF: fallisce il TS su Vol del Blocca Persone] e a permettere all'indomito paladino di farlo fuori. Prima di commettere un imperdonabile errore, mi ricordai che per sconfiggere questi mostri avremmo dovuto far fuori la loro bara, e, trovata rapidamente dal samurai dietro lo scranno, e distrutta dal barbaro...

Ancora una volta la fama e la gloria mi avevano reso partecipe dei loro onori.

E' questo quanto miei fidi ascoltatori, ed ora, vogliate farmi il piacere di servirmi un gustoso bicchiere di vino, che il mio palato non è così rinfrancato quanto il mio cuore e il mio orgoglio, nel sentir le gesta che valoroso mi fan! :cool:;-)

Inviato

...ne racconteranno di storie gente, ma questa almeno ve la voglio raccontare io...

...attraversando la foresta del Cormanthor, dove una minaccia ormai stava espandendo il suo potere a danno della natura, 5 avventurieri incuranti del pericolo (anche se due non proprio consapevoli di tale) marciavano per debellare tale minaccia...

...a guidare il gruppo c'erano due cavalieri guidati dall'onore e dal dovere che la loro dottrina gli ha insegnato...

Amork Ilivorèi, un sacerdote del signore del mattino, tornato dal mondo dei morti per volere di qualche entità superiore per compiere questo dovere.

Aristarcos, detto il giusto, cavaliere di Torm, un uomo silenzioso, taciturno, ma sempre pronto quando la situzione necessita di avere un aiuto in battaglia.

...ma anche un altro sacerdote di indiscutibile sapienza ha aiutato il gruppo, un ragazzo di nome Eltrin, devoto alla dea dei misteri, a colei che governa la trama e che ogni mago o incantatore deve il proprio potere...

...tra questi avventurieri saggi e devoti a un'entità superiore si accompagnavano due piccoli Halfling, due creature che all'apparenza non avrebbero fatto paura ad una mosca, ma che nella pratica dimostravano abilità e potenza...

Lubdorc, con la spiccata abilità con la frusta sapeva sempre riconoscere come e dove colpire per far più male...

e Dudoc, capace di nascondersi anche dietro la sua ombra e che aveva come compagno di viaggio uno strano essere incorporeo...

...questi signori andarono incauti nei territori devastati di Cormanthor per ripristinare un equilibrio ormai messo in pericolo da tempo...

...dopo alcuni giorni di cammino e dopo aver affrontato Drow, scheletri, mostri inverosimili e tante altre avversità, il gruppo si inoltrò in un'area dove la foresta sembrava essere ormai avvizzita.

Gli alberi avevano perso il loro naturale splendore e la terra non aveva quel colore fiorente di sempre... tutto sembrava dover morire.

Ma nei pressi di una grande radura la spiegazione agli avvenimenti fu data... un tappeto di cadaveri di Draghi verdi precedeva un altare dove un essere viziato dalla nn morte pronunciava parole infernali...

I 5 avventurieri non esitarono un attimo e corsero per fermare la creatura, ma un tuono sordo colpì la radura e 4 cadaveri dei draghi ripresero vita. Alti più di 7 metri e fatti solo di ossa, i draghi attaccarono il gruppo, il quale non attese certo il loro arrivo. Amork lanciò subito una polvere luccicante che bloccò le creature per alcuni secondi, consentendo agli altri di procedere. Ma dopo alcuni attimi altri draghi vennero richiamati alla non vita e successivamente altri e altri ancora... un esercito di ossa e spettralità si imposa dinanzi ai 5 avventurieri.

Incauti del pericolo e decisi a proseguire, Amork e i compagni non si scoraggiarono... il sacerdote dell'alba continuò a bloccare più esseri possibili con il suo incantesimo, consentendo agli altri di proseguire. Aristarcos ignorò completamente i colpi di alcune delle bestie che lo attaccavano mirando solo ed esclusivamente alla creatura sull'altare. I due Halfling si librarono in volo arrivando facilmente dal necromante. Ma non riuscirono molto contro di lui, data la protezione magica che impediva ogni attacco. I due piccoli compagni si trovarono circondati da altri draghi d'ossa e ai quali potevano solo sfuggire senza far alcun danno. Dopo aver camminato tra due decine di draghi, i due cavalieri annullarono la protezione magica del negromante ed infine Eltrin ne mostrò la vulnerabilità... In pochi secondi tutta la potenza magica di Amrok, tutta l'abilità degli Halfling e tutta la forza di Aristarcos colpirono con violenza ilò negromante... ponendo fine alla sua minaccia.

Così la foresta tornò a vivere, e con lei la speranza di un futuro migliore.

-Codan-

Inviato

L'epica sfida finale tra Calidor, l'Arciere elfico delle foreste di Chondal, e il suo acerrimo nemico, il Dracolich

ANTEFATTO:

Qualche settimana prima, il Dracolich, sotto il controllo di alcuni maghi malvagi del Thay, si erse da un terreno dissacrato, e una nube di terra morta e di terrore circondò l'infame scheletro di quello che un tempo era un possente drago nero.

Calidor e i suoi amici furono colti alla sprovvista, con Calidor in preda al panico alla vista di una cotale bestia innaturale, e mentre il suo amico Brom, druido che l'aveva visto nascere e che ha imparato ad amare come un padre, e Kira, sua compagna nelle terre selvagge di Chondal, combattevano con coraggio fino allo stremo delle forze prima di essere costretti a una fuga ingloriosa, Calidor, dopo aver lanciato una singola freccia a vuoto che era passata attraverso alle ossa del drago, se l'era data a gambe con gravissima onta, mentre i suoi amici di una vita hanno quasi rischiato di morire.

Da quel giorno Calidor fece un giuramento solenne.

Giurò a se stesso che non sarebbe mai più scappato dinanzi a quel drago, e mai più avrebbe lasciato soli i suoi amici nel momento del bisogno.

Si mise d'impegno nell'aiutare, da quel momento, i suoi amici senza fuggire mai, nonostante la sua cagionevole salute l'abbia messo più volte in pericolo di vita anche dopo aver subito un singolo colpo di spada.

Settimane passarono da quell'incontro col dracolich, e nel frattempo, spinto dall'odio irrefrenabile contro tutto ciò che è non vivo, si era procurato un arco magico particolarmente efficace contro le creature malvagie, che illuminava ogni freccia di un bagliore sacro, per la giusta punizione nei confronti di quelle creature innaturali.

Mohrg, ghast, scheletri guerrieri e vampiri caddero l'uno dopo l'altro davanti alle sue frecce e alla fredda determinazione che guidava il suo braccio, ma del nemico giurato nessuna traccia.

Poi, in una caverna aperta al cielo stellato, i perfidi maghi di Thay lanciarono l'assalto a Calidor, Brom, Kira e i loro nuovi strani alleati, giunti da poco nel gruppo: una maga elfa, un nano abile con l'ascia e dall'armatura rilucente, capace di scatti d'impeto incontrollabile, e un mezz'elfo abile nel canto, il cui aspetto in parte richiamava ad antenati draconici.

Calidor era in quel momento di guardia, sentì l'arrivo lungo il corridoio che era l'entrata della caverna di gnoll in armi, vide sul crinale della caverna tre figure ammantate di rosso, la centrale con un vistoso tatuaggio sulla fronte, mentre in cielo la luna si oscurava...

Il Dracolich si era fatto infine rivedere.

Calidor lanciò l'allarme per i suoi amici e alleati.

<I maghi rossi ci stanno tendendo un'imboscata! Gnoll all'entrata dal piede pesante, e tre maghi sul crinale... C'è anche una nostra vecchia conoscenza... CHE NESSUNO OSI INTROMETTERSI TRA NOI!>

Il Dracolich era alla portata delle frecce di Calidor, che con estrema rapidità e precisione, raggiungevano le ossa del drago, incrinandone le ossa col potere sacro e della determinazione di Calidor.

<Tu, maledetto essere delle tenebre, non mi farai abbandonare i miei amici anche stavolta...>

Prima freccia a segno da 50 metri di distanza.

<Che la tua genìa finisca nelle fiamme dell'abisso!!>

Seconda freccia sul bersaglio

<ti fanno male stavolta le mie frecce eh? ne ho ancora tante per te, avvicinati SE HAI IL CORAGGIO!!!>

Terza freccia, portatrice di un dolore enorme.

Il Dracolich, indispettito da quel piccolo elfo insolente, stava volando a tutta velocità verso di lui, mentre Calidor, fermo, impassibile e letale, lo colpiva ancora con due frecce su tre...

Il Dracolich era ormai quasi addosso a Calidor, che stava attendendo la sua carica in volo... Ma la mole e la scarsa manovrabilità del Dracolich non furono sufficienti a raggiungere Calidor, che riuscì a rotolare di lato schivando il colpo, rialzandosi infine e piantando nel corpo del drago due frecce lanciate simultaneamente...

<Dovrai fare di meglio, bestia del male!>

Il Dracolich era chiaramente in difficoltà a girarsi per colpire di nuovo l'elfo, ma a quanto sembrava stava apprestadosi a usare la sua terribile arma a soffio.

Calidor allora salì sul suo tappeto magico, intenzionato a sfidare il drago nel suo stesso dominio, l'aria, mentre lanciava su di sè un incantesimo protettivo contro il suo probabile soffio.

Il tappeto si sollevò, e Calidor era fuori dalla portata del Dracolich, ma non del suo soffio.

Infatti il drago d'ossa soffiò con furore, ma Calidor, per nulla intimorito, prese spavaldamente in pieno petto il getto acido, senza nemmeno tentare di muoversi di un millimetro per evitarlo. Calidor quindi derise il Dracolich, mentre con fare di sfida...

<Hai esaurito i tuoi trucchi, bestia immonda? ora è giunto il momento di SVELARE I MIEI!!>

Calidor quindi tira fuori le sue due frecce, specificamente efficaci contro i non morti, infuse di una magia molto più potente di quella dell'arco, gli erano costate quasi 1300 mo l'una, ma le conservava per un'occasione speciale, QUESTA occasione...

Manovrando agilmente il tappeto, si avvicinava per un viaggio di non ritorno tra le fauci del drago, ancora aperte dopo il soffio, scaglindole simultaneamente nella gola...

Il Dracolich si smembra con un ultimo impatto, mentre Calidor passa attraverso al suo scheletro che si spezza, entrandogli con prepotenza nelle fauci e uscendo vittorioso dal suo corpo ormai in caduta libera.

Purtroppo nella successiva lotta contro i nemici restanti, Calidor prese in rapida successione un'alabardata da parte di uno gnoll e un dardo incantato particolarmente potente lanciato da uno dei maghi, prima di esalare il suo ultimo respiro per la tremenda vendetta dei suoi amici... A nulla servirono le cure tempestive di Brom e di Kira [dannazione, 27 pf al decimo livello sono pochissimi!]

Brom, data l'eroica e non naturale morte di Calidor (infatti era stato colpito da dardi magici contro cui non potevano nulla l'agilità e i trucchetti appresi nei boschi di Chondal), si appresta a breve a reincarnarlo in un nuovo corpo, affinchè Calidor possa continuare a tener fede al giuramento che gli impedisce di lasciar soli di nuovo i suoi amici di una vita.

Inviato

E allora, Buona bardo, lascia che ti racconti l'ira di un prode minotauro...

(la storia è di Dragonlance)

Darkahan Es Zakhan... investito di numerosi poteri magici da Sargas... che si aggira per le lande di Krynn assieme ad alcuni strani compagni... che non osa ripresentarsi al cospetto si suo padre...

Io ed il gruppo raggiungiamo un piccolo villaggio funestato da uan terribile epidemia... nessuno (nemmeno io) è in grado di prestare le benchè minime cure ai malati... di notte misteriose creature si aggirano nei vicoli...

Il piccolo Timmie (un gracile bambino umano) sembra ammaliato dalla mia poderosa figura... ma è destino che sia malato... e le mie cure (addirittura amorevoli, tanto da garantirmi commenti sarcastici da parte dell'elfa... che muoia tra atroci sofferenze) sono inutili...

Finchè la morte di Timmie è inevitabile...

Io celebro il rito funebre... che nessuno (tranne la povera madre) al villaggio ha il coraggio di celebrare... la malattia fa paura...

Di notte un losco individuo si intrufola nel cimitero... lo seguiamo... una cripta... un dungeon... i resti del diario di un nano pazzo... la maledizione di Morgion...

Tutto mi è chiaro...

Questo posto va porificato con le fiamme distruttrici di Sargas...

All'improvviso... la porta si apre... decine di grossi topi si gettano verso me ed i miei compagni... Non esito... spingo indietro i compagni... chiudo la porta...ed affronto le putride bestiacce...

VENITE AVANTI BESTIE IMMONDE! IL MIO SACRO VUOCO VI PORTERA' ALL'INFERNO!

Poche parole arcane ed un arco di fiamme si apre davanti al palmo proteso delle mie mani...

Alcuni topi periscono subito tra le fiamme... Altri mi raggiungono... la lotta è cruenta... sento i loro denti che mi lacerano la carne... poi un rumore la porta che ho chiuso cede di schianto... gli amici giungono in mio soccorso...

Il grosso del lavoro orami è stato fatto... Sono ferito... e non mi sento prorpio bene... ma ne è valsa la pena... peccato per l'elfa che è sopravvissuta...

E questo è il mio contributo alle cuonoscenze bardiche di Codan Brother Bard! ;-)

:bye:

Inviato

Esistono pure giorni da eroi che da eroi proprio non sono.... un esempio a ques'affermazione apparentemente ossimorica?

Neb del Thay, stregone squattrinato, odiante e odiato dai Maghi rossi, sfigato, alle prime armi e per di più mezz'elfo si trova in una locanda col gruppo di avventurieri cui si è unito.

Ma in una locanda cosa può scatenate un lucertoloide selvaggio (compagno di tale stregone) se cade in ira per disputare un incontro di braccio di ferro? in questo caso una rissa, che ha inizio quando il suddetto Lucertola afferra il tavolo sul quale ha appena slogato la spalla al povero avversario e lo scaraventa in testa al malcapitato stesso, provocando la rabbia dei suoi compagni.

Nella rissa, piuttosto confusionaria, che vede, tra le altre cose, Neb impassibile al bancone che si limita a stendere con ul boccale di birra un rissaiolo che si stava avvicinando troppo, spicca U'shi, suo compagno, un drow cacciatore, che fa calare la più completa oscurità sulla locanda (con una mossa unanimemente in seguito ritenuta "Il motivo per cui ti ucciderei volentieri, U'shi").

Neb ne approfitta per saltare dietro il bancone (insieme all'oste e donnine spaventate) e aspetta che le forze di polizia si presentino per far paizza pulita.

Dopo pochissimo tempo l'oscurità scompare e nulla è in piedi nella locanda se non il lucertola, che conclude il suo ultimo round di combattimento al buio con un maestoso suplex in volo che fracassa sia il brigante che era stato afferrato dal lucertolo stesso sia un halfling che si trovava incautamente lì vicino.

Ed ecco che fa irruzione nella locanda tale guerriero vestito di tutto punto con divisa, armatura, stemma pennacchio ma soprattutto armi, e dall'aria quantomeno minacciosa.

Neb ne approfitta e decide che è il momento di far calmare il lucertola: "Aiuto, Ti prego, buon uomo, ferma quella furia scatenata... ha già steso tutti!" disse rivolto al poliziotto dall'aspetto possente che si era appena presentato indicando il lucertoloide.

Tempo una decina di secondi e il lucertola è in coma.

"Buon uomo, la prego, non lo lasci morire" Incalza Neb, "Lo aiuti, lui è stato ingannato: gli hanno venduto della droga convincendolo che fosse un'ottima spezia per birra!!! Lo salvi lui è un innocente! Io ho visto chi gli ha venduto la droga!!!"

Il guerriero fa ingurgitare al coso verde una pozione di cura, per poi raccogliere la mia denuncia a ignoti in seguito specificati (ho indicato i briganti stesi per terra) per vendita di stupefacenti, truffa, associazione a delinquere, istigazione alla violenza, danni a pubblico locale.

Fu così che Neb di Thay, con un'azione eroica ma non propriamente eroica, salvò le squame al lucertola, i soldi e la prigione al gruppo e incassò una taglia di 300 monete d'oro... :mrgreen:

  • 3 settimane dopo...
Inviato

Premessa: Campagna con giocatori di 16° livello iniziata in quattro e finita in uno. Io sono il sopravvissuto, il mago, per un pelo.

I due compagni salirono velocemente le scale dell'ultima torre del bastione del Barone Nural Von Raith, malfattore colpevole di aver rubato la reliquia di cui loro avevano la responsabilità del recupero. Avevano ancora nelle orecchie il rimbombo delle grida di dolore dei loro compagni deceduti nel loro assalto solitario alla fortezza. Mudan, il monaco, era stato il primo a morire, per salvare il suo carissimo amico Kairo, ladro abilissimo, ma debole, dall'assalto di quattro guardiani di pietra e il suo compagno non aveva ritardato a raggiungerlo, cadendo nello scontro contro il malvagio barone, che si era rivelato mago eccellente. Solo loro erano ancora vivi e la loro missione era quasi compiuta.

Rimaneva solo quella torre da setacciare e quando il mago Corior, sfavillante per le potenti magie difensive che lo avvolgevano, si voltò verso il compagno Komor il barbaro, si sentì abbastanza sicuro, nonostante gli rimanesse un solo incanesimo, il più potente a sua disposizione. Era dispiaciuto per la perdita degli amici e ancor più per essere rimasto solo con il barbaro, da sempre suo odiato compagno di viaggio per la sua stupidità. Scacciò quei pensieri dalla testa e continuò a correre.

Arrivati in cima alla torre, si ritrovarono su un ampio piazzale su cui si ergeva solitaria un'Enorme statua di Gargoyle nei cui artigli si trovavano due copie della loro reliquia, una era falsa, l'altra vera. Il mago si diresse a destra, il barbaro a sinistra della statua e giunti ai fianchi della statua iniziarono a colpirne le mani, che stringevano saldamente le reliquie. Sussultarono di sorpresa quando quella che credevano una statua si animò.

Il barbaro fu il primo a reagire, caricando un terrificante colpo d'ascia bipenne contro il fianco della creatura. La forza e lo slancio del colpo erano tali che avrebbere potuto facilemnte amputare anche un arto al mostro, ma questi, incredibilmente, si spostò, levandosi in volo. E così il terribile colpo del barbaro calò inesorabile sul mago, che si vide arrivare addosso il fendente, che trapassando come creta le difese magiche dell'incantatore, gli amputò di netto il braccio sinistro. Corior, dimostrando una resistenza non comune, resistette al dolore e non svenì, ma non potè reagire immediatamente a causa dello shok delle parole del barbaro. "Essere tutta colpa tua, stupido."

Il mago strinse il pugno del braccio rimastogli e lo alzò verso il barbaro e il gargoyle, che nel frattempo avevano ricominciato a combattersi a pochi metri da lui. Immobile, lanciò il suo ultimo incantesimo verso entrambi, accecato dall'odio e dal dolore. Sette raggi di colori diversi si diressero verso i due e dopo che il Gargoyle, avvolto da fiamme, scariche elettriche e un fiotto d'acido

si distruggesse, il povero barbaro si ritrovò catapultato su un altro piano, senza capire cosa era successo.

Morale della Storia. Assocciate un Gargoyle con un talento tattico davvero inusuale come Combattimento Brutale e un Barbaro davvero inopportuno e stupido e otterrete un mago davvero inc....to

Inviato

Saluti compagno cantore Codan!

Il mio "giorno da eroe" è stato sicuramente quello di Renis. L'elfo, pur di difendere la terra di Faerun dalle orde demoniache che ne minacciavano l'esistenza, sacrificò la sua vita e la sua anima con un incantesimo che lui stesso aveva creato.

Grandi Gesta!

ps = hai ancora salvato "Ultima Nota di Renis"?

  • 7 mesi dopo...
Inviato

Spero che anche voi possiate vivere momenti tanto emozionanti, quanto terrificanti, come li ho potuti vivere io. Quando l'interpretazione, la storia, la paura e l'immedesimazione si fondono istintivamente ... e attorno a quel tavolo tutto cambia in un modo che sembra veramente magico

Domenica 29 Luglio ...

Prima parte

...partirono in quattro, alla ricerca di un tempio elfico ormai perduto, situato in una landa che il tempo aveva fatto diventare più un mito che storia, per ripristinare un sigillo che l'antico ordine di Cormanthor aveva racchiuso molti anni prima... per evitare il ritorno di una grave minaccia, per evitare il ritorno di Moader.

Vi narrerò la storia di un gruppo di avventurieri, di quattro persone partite per Highmoon pronte a portare il supporto politico-militare ad una città che sembra trovarsi alle porte di una guerra. Vi narrerò di Aristarcos, detto il giusto, cavaliere impavido di Torm e della sua cavalcatura Yumei (un drago d'oro degno della fierezza di un dio). Vi narrerò di Amork Ilivorèi, sacerdote del signore del mattino, portatore di speranza e radiosità. Vi narrerò di Lubdorc, misterioso halfling molto abile con la frusta. Vi narrerò di Dudoc Greenbottle, altro halfling molto diffidente e sfuggente, ma altrettanto disponibile se preso nel verso giusto e del suo compagno d'ombra (non molto apprezzato da Amork, ma questa è un'altra storia).

Costoro, amici da molto tempo, compagni d'armi, condivisero parecchie avventure prima di questa, ma nessuna come ciò che sto per raccontarvi.

L'immagine di un libro... ecco come cominciò tutto... sull'immagine di un antico tomo elfico. In mezzo a quelle pagine, vecchie di centinaia di anni, erano raffigurati loro... o meglio... non proprio nei minimi particolari, ma l'accostamento era palese. In primo piano un cavaliere con armatura dorata dove al suo fianco un drago d'oro gettava il suo soffio infuocato. Poco distante un altro uomo in armatura mostrava un simbolo luminescente. Poco a destra un piccolo essere con orecchie appunta manovrava una lunga frusta e dall'altro lato, celato nell'ombra un altro esserino simile ad un halfling si preparava ad un attacco. Poco più in là c'era anche un altro uomo, ma era sullo sfondo, quasi non si vedeva, era di spalle e sembrava disinteressato allo scontro. L'immagine era eloquente, ma la cosa che sconvolse il gruppo, fu la storia che l'immagine rappresentava. Lo scritto diceva...

"Costoro attraverseranno il verde e troveranno il luogo. Passeranno tra dubbi e paure e giungeranno dove il destino li ha condotti. Fronteggeranno le loro prove a testa alta, la forza per prima, poi l'astuzia. Si troveranno dinanzi ai loro dilemmi e dovranno essere certi di ciò che sono. Questo li porterà dinanzi a Moader... dove troveranno finalmente la vittoria"

Nessun come, nessun perchè... solo cosa. Per quanto la cosa sembrò rischiosa, nessuno volle tirarsi indietro ad una cosa che rappresentava il loro destino, la curiosità, lo spirito di avventura, ma anche la voglia di evitare il ritorno di una divinità tanto malvagia li spinse ad intraprendere questo viaggio.

Si inoltrarono nella foresta più cupa del mondo, quella Cormanthor che iniziava a perdere le originali difese e che a lungo aveva tenuto intrappolato l'essenza del dio malvagio, ma che ora aveva una nuova speranza di tornare splendere ... loro.

Nessun indizio concreto, solo un sentiero. Un sentiero che li portò ad affrontare vari pericoli nella foresta, un sentiero che li condusse dopo quattro giorni di cammino dinanzi ad un uomo. Ferito e dolorante l'uomo si dichiarò essere un cercatore di tesori, partito insieme ad i suoi compagni alla ricerca di tesori all'interno di un tempio (guarda caso lo stesso che loro stavano cercando). Diffidente e per nulla convinto Aristarcos non volle aiutare l'uomo e Lubdorc non esitò un secondo di più per sfoderare la sua frusta. Solo Amork volle aiutarlo e curando parte delle sue ferite convinse gli altri a portarlo con loro (soprattutto facendo fronte del fatto che forse era lui il quinto elemento dell'immagine e che la sua presenza all'interno dello scontro sarebbe potuta essere, anche se marginale, decisiva). Con riluttanza Aristarcos e gli altri accettarono il suo ingresso, ma la loro attenzione non si distolse mai da dove fosse l'uomo.

Il gruppo ripartì e finalmente, dopo un nuovo giorno di cammino, trovò l'ingresso del tempio. Un luogo di tenebra e morte... desolato, oscuro e dissacrato. Amork per primo si trovò disorientato e infastidito dal dover procedere, ma stringendo il suo simbolo del sole, trovò la forza nella sua fede per stringere i denti ed andare avanti. Aristarcos non abbassò mai la guardia, il suo spadone (fiamma del dovere), non lasciò mai le sue mani e la convinzione di poter trovare la vittoria in nome di Torm fu la sua spinta a procedere impavido. Dal canto loro, i due halfling non subivano affatto l'influenza dell'aura negativa del luogo e per loro la tenebra significava un luogo sicuro nel quale nascondersi.

Finalmente arrivarono dinanzi al portone d'ingresso, un immensa stele di pietra alta oltre sei metri e larga altrettanto, dove ai due lati si innalzavano due immense statue di pietra. Aristarcos fece un solo passo avanti, staccandosi leggermente dal gruppo, e stringendo ancora più forte il suo spadone disse...

"La prima prova..."

Fine prima parte...

Inviato

Seconda parte

Il silenzio più totale calò tra i cinque avventurieri, poi il cavaliere di Torm tornò a parlare.

"Lubdorc, Dudoc, voi qui non potete far nulla, quelle statue sono immuni ai vostri attacchi, cercate il modo di aprire quella porta... Amork (e qui il cavaliere si girò verso il sacerdote con lo sguardo di chi sa perfettamente cosa deve fare ed è pronto a tutto per farlo)... è arrivato il nostro momento"

Senza aggiungere altro il sacerdote dell'alba invocò i poteri del suo dio per infondergli potenza e precisione ed in breve i due combattenti, fianco a fianco fronteggiarono le due statue... che ovviamente, si animarono. Lo scontro fu durissimo, Amork cercò di colpire con la massima potenza possibile ed Aristarcos non fu da meno, ma da soli non ce l'avrebbero mai potuta fare, le difese dei due Golem erano fortissime. Vista la situazione, il cavaliere di Torm non esitò ulteriormente e con un urlo che sembrò smuovere le fondamenta della terra, invocò l'aiuto del suo drago... e con la solita grazia e imperiosità. fece la sua comparsa Yumei. Purtroppo però, quell'invocazione costrinse Aristarcos ad abbassare la guardia e a subire l'effetto di rallentamento dei Golem, ma adesso c'era Yumei e lo scontro poteva volgere a loro favore. Con non poca difficoltà Yumei sgretolò una delle statue ed Amork finì l'altra. La vittoria era giunta, ma molto del potere magico di Amork era stato utilizzato e parecchie ferite di Aristarcos rimasero inguarite e molte erano le sfide ancora da affrontare. Il gruppo decise di procedere e apertasi la porta d'ingresso dopo la vittoria, il gruppo si trovò dinanzi ad un portale inattivo... con un indovinello assai bizzarro.

"Dimostra di conoscere il Coronal di Arvandor"

Mentre alcuni simboli erano disposti sul pavimento.

Quella prova fu superata, grazie all'intuito di Aristarcos prima e alla concretezza di Dudoc poi... e questo attivò il portale.

I cinque entrarono all'interno con il solito timore e la curiosità di chi deve attraversare un portale (perchè tutti conoscono il detto... "quando si attraversa un portale si sa cosa si lascia, ma non si sa mai con certezza dove ci si ritrova").

Cosa trovarono poi... desolazione... oscurità... immensità... ma sopratutto solitudine. Ognuno di loro venne portato separatamente in un luogo diverso... uno spazio immenso nel quale solo il punto in cui si era poteva essere definito, il resto era simile ad un'illusione di immensità.

Amork e Lubdorc trovarono i loro anteposti... e li affrontarono con delle risposte concrete in una stanza comune ed insieme ebbero facilmente la meglio dei propri avversari. Aristarcos purtroppo, trovò nelle sue parole qualche dubbio... e questo lo costrinse ad una sfida uno contro uno... e dopo un'iniziale difficoltà devastò il suo avversario, arrivando nella stanza con Amork e Lubdorc. Dudoc non vinse e non perse... il suo avversario lo stuzzicò lo provò... ma ancor non del tutto certi per il motivo lo fece arrivare nella stanza con gli altri.

Tutti trovarono nella propria vittoria una nuova cura... tutti, tranne Dudoc. Questi venne curato da Amork con uno dei suoi più potenti incantesimi e dopo la notte di meritato riposo, il gruppo trovò un nuovo spirito per riniziare.

Il giorno dopo, i cinque avventurieri esaminarono la stanza dove erano capitati. Sette facciate, sette effigi, sette scritte. Ognuna aveva il suo significato, ognuna aveva il suo mistero. Lubdorc e Amork iniziarono una sfida per vedere chi ne indovinasse di più, ma non ci fu confronto, il piccolo halfling stracciò il sacerdote di ben quattro lunghezze, ma lo spirito della gara lasciò lo spazio al trambusto del successivo evento... e cioè... Moader.

Un essere terrificante emerse dalle viscere della terra. Grande quanto una casa, con corna e denti minacciosi ed un carapace tanto spesso da sembrare impenetrabile, si presentò dinanzi agli occhi degli avventurieri, quello che per molti era conosciuto come... il Terrasque.

Senza un attimo di esitazione, la bestia attaccò il primo che vide dinanzi a se e a farne le spese fu Aristarcos. Questi saggiò la potenza dell'essere più forte mai visto prima. In soli pochi colpi il cavaliere sembrò molto in difficoltà e solo grazie alle pronte cure di Amork riuscì a ristabilirsi. Ma il cavaliere di Torm aveva la sua carta più forte da giocare e non ebbe dubbi nel farlo. Yumei tornò sul campo di battaglia e fece vedere il suo valore. Dudoc intanto aveva mandato il suo compagno d'ombra ad attaccare l'immenso essere, ma questi sembrava quasi ignorare la sua presenza. Poi il piccolo halfling estrasse una balestra molto speciale, capace di lanciare piccoli fulmini oscuri, arma con la quale l'ahlfing era parecchio dotato.

Lubdorc invece, lanciò su di se un incantesimo di invisibilità e scomparve, lasciando negli altri un tremendo dubbio.

Intanto la battaglia infuriava... il Terrasque menava con furia bestiale e gli attacchi di Aristarcos e Yumei sembravano quasi inefficaci, anche perchè oltre ad assorbire i colpi, l'essere era capace di rigenerare e di molto le proprie ferite.

Finalmente tornò a farsi vedere il piccolo ladro, ma il luogo in cui comparì lasciò sbigottiti tutti... sotto la pancia del colossale bestione. Dudoc e Lubdorc sfruttarono i loro colpi micidiali per colpire con precisione devastante, Aristarcos fece appello a quanto più potere avesse in corpo per distruggere l'immonda presenza, Amork provò a scagliare comete e semi infuocati, ma non cadeva... Moader aveva assunto una forma indistruttibile. Yumei fronteggiò fianco a fianco il suo compagno, ma il Terrasque ne stroncò l'esistenza con un preciso colpo di corno che trapasso le scaglie del drago come fossero burro. L'urlo di rabbia di Aristarcos si sentì per tutto il Faerun... un cavaliere aveva non solo perso un compagno d'arme, ma un vero amico fidato. I colpi del cavaliere si fecero sempre più potenti, ma il Terrasque adesso aveva solo due bersagli... Aristarcos e Lubdorc. Nonostante la posizione di vantaggio dell'halfling, questi prese dei colpi devastanti e in poco tempo si ritrovò ad un passo dall'oblio. Ormai non si poteva smettere di menare i colpi, le ferite del carapace guarivano a vista d'occhio e sarebbe bastato un attimo di esitazione che tutto sarebbe andato in fumo.

"Maledetto... a costo della mia vita tu oggi tornerai da dove quegli elfi ti hanno rinchiuso!!!!!!" Urlava di rabbia, quasi con le lacrime agli occhi Aristarcos, completamente incosciente del numero di ferite che aveva su tutto il corpo che in breve lo avrebbero portato alla morte. Poi quando la disfatta era alle porte, Dudoc ebbe un attimo di esitazione... come per voler allontanarsi dalla battaglia, malo sguardo dell'halfing incrociò per un secondo quello di Amork... un sorrisino... un ghigno... poi un'occhiolino di scherno... come se le sue ferite fossero solo uno scherzo. Avrebbe potuto andarsene l'alfling, avrebbe potuto lasciare il campo di battaglia, un solo attimo lì sotto gli sarebbe costata la vita, ma... qualcosa lo tenne lì... non si sa bene cosa, forse orgoglio, forse la sua continua ricerca del suo limite, o forse altro... sta di fatto che quell'halfing non se ne andò... e picchiò forte... ma molto forte. Continuò a menare con quanta forza gli rimase nel braccio, fino a quando uno degli artigli della bestiaccia non gli lacerò il petto facendolo cadere a terra morto.

"Morto.... noooooo.... non posso permetterlo!!!!!"

Negli occhi del sacerdote questa scena scattò prima ancora di verificarsi e con un pronto e deciso intervento, Amork fece appello ad uno degli incantesimi più previdenti che avesse e curò tempestivamente Lubdorc... l'halfling era stato colpito come nella visione di Amork, ma le sue condizioni non erano così gravi... insomma era ancora vivo. Ma la situazione non si era affatto messa meglio. Lubdorc era a terra, vivo, ma inefficace. Il Terrasque concentrò tutti i suoi sforzi contro Aristarcos che venne reso anche lui inerme in breve tempo. I due combattenti più dannosi erano stati battuti, rimanevano solo Amork e Dudoc. L'halfling durante lo scontro non era affatto stato da meno del cavaliere di Torm e del suo simile, aveva continuato a flagellare a distanza l'immondo essere in maniera ripetuta e devastante. Il suo supporto era stato fondamentale, ma adesso doveva essere decisivo.

Amork vide il terrasque puntare i due... non aveva alcuna speranza di poter essere dannoso come Aristarco o Lubdorc, i suoi incantesimi più potenti erano già stati lanciati, l'unica speranza era nelle mani di un piccolo halfing coraggioso.

I sacerdote si girò d'impatto verso Dudoc...

"Tira amico... tira come non hai mai fatto prima... e sappi che la Luce di Lathader guiderà i tuoi fulmini... tira DUDOC TIRAAAAAAAA!!!!!!!!"

E con quell'urlo Amork potenziò le capacità dell'halfing al massimo delle sue potenzialità... con un incantesimo che venne urlato più che invocato. E l'halfling venne coinvolto da quell'urlo, ormai sentiva l'adrenalina del combattimento, ormai anche Dudoc sapeva che non c'era scampo, sapeva che non ce l'avrebbero fatta... ma forte dell'urlo e del nuovo potere di Amork... quell'halfing urlò.... urlò eccome...

Strinse la sua balestra come se dovesse tirargliela addosso e facendo anche un passo in avanti per poter mirare meglio, Dudoc continuò ad urlare, e a tirare... ancora... la sua precisione e potenza divennero surreali. Quando il Terrasque sentì la potenza dell'arma di Dudoc mirò su di lui con tutto la potenza possibile. Ormai per l'alfling non c'erano speranze... la carica del Terrasque lo avrebbe travolto con un una valanga. Ma l'halfling non arretrò... anzi continuò ad urlare... continuò ad urlare e a sparare... ed anche Amork incitò suo compagno come poteva...

"Avanti Dudoc è tuo... è TUO!!!!!!!!"

Un nuovo urlo di terrore, sfogo, rabbia, ma anche adrenalina pura... l'halfing non arretrò sparò come non mai... ed ad un passo, un solo terrificante ultimo passo... si sentì il tonfo della morte.

Una montagna era caduta... ed il silenzio troneggiò nella stanza.

Le urla dell'halfling si erano spente... un grosso polverone si era alzato. Amork preoccupato della disfatta del suo amico si avvicinò alla carcassa del Terrasque... questi era caduto... Dudoc ce l'aveva fatta... ma a che prezzo???

"Dudoc!!!!!! Dudoc!!!! Dove sei maledetto halfling???!!!!"

Colpi di tosse... e il sollievo di Amork... il viso del piccolo halfing era coperto di polvere e sangue del bestione... ma quell'halfing aveva salvato la vita a parecchie persone.

"Ma bravi avete fatto solo ciò per me era meglio... grazie!!!!"

Le parole nella stanza fecero passare il sorriso ai due sopravvissuti che videro Larus in piedi con un vistoso diamante in mano.

"Ora il potere di Moader verrà con me"

Nessuno era in grado di evitare quell'evento, tanto meno di fronteggiare un nuovo scontro, tranne uno. Un mezzo-drago comparve dal nulla alle spalle di Larus e con un preciso colpo di spada, tagliò la testa dell'uomo. Prese il diamante e guardando verso Amork e Dudoc disse...

"Stolti, avete fatto il lavoro che io avrei fatto da solo... ma comunque... non avete di certo finito".

Intanto dietro a Dudoc e Amork si era rialzato ferito il Terrasque che sembrava continuare a guarire le sue ferite. Poi un raggio lo colpì... e un'ondata di polvere avvolse tutto.

"Addio... forse la prossima volta che ci rivedremo, sarete voi il mio bersaglio"

Il mezzo-drago scomparve così come era venuto... e nonostante la contentezza della vittoria e del fatto di essere tutti sopravvissuti si insinuò il dubbio... di una nuova minaccia.

Fine seconda parte

Inviato

un bel giorno due guerrieri,un druido,un chierico(di shar) e un combattente psionico vennero assoldati dalla chiesa di shar per rubare un importante reliquia da la chiesa di selune di ordulin tutto questo dopo la nascita di due bambine la stella nera(la parte di shar) e la stella bianca(la parte di selune)ma il problema che un mezzo celestiale albergava nella chiesa di selune ed allora un nostro amico della chiesa di shar(un chiericone di liv15)ci diede una mano pensando personalmente al mezzocelestiale.............se ti puo piacere questo è solo un assaggio dimmelo in un messaggio privato cosi magari ti racconto tutto

Inviato

Bhe, sicuramente il mio Ladro/assassino/spia che cresciuto all'interno degli Zhentarim fu addestrato fin dalla giovane età a diventare un ottimo sicario.

Ritrovo artefatti e assassino diplomatici per conto loro, e fu talmente soddisfacente il suo lavoro negli anni che la stessa gilda investi una consideravole somma di denaro per effettuare un rituale e renderlo una tenebra.

Dopo il rituale però decise di mettersi in proprio, e viaggio per i reami in cerca di Denaro ma soprattutto molto potere.

Quando la sua potenza raggiunse il livello impressionante (35o livello), riusci ad appropriarsi dell'arma di una Divinità (Cyric gli presto la sua arma perchè rientrava nei suoi piani le intenzioni del mio ladro) e attraverso una collana del rosario, Evoco Mask per tendergli un Agguato, trapasso il suo cuore nero con l'arma divina, e ascese alla natura divina Grazie al Deicidio, diventando il nuovo dio dei Ladri, Del Tradimento, Dell'oscurità e del male

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