17 Febbraio 200916 anni comment_298402 ateo non vuol dire necessariamente non credere negli dei, ma, come è già stato detto, ritenerli semplicemente dei mortali più potenti... in termini di gdr per le persone comuni un pg epico sarà già molto vicino all'idea di divinità...
17 Febbraio 200916 anni comment_298403 Marco Cornelio ha detto: ateo non vuol dire necessariamente non credere negli dei, ma, come è già stato detto, ritenerli semplicemente dei mortali più potenti... in termini di gdr per le persone comuni un pg epico sarà già molto vicino all'idea di divinità... Secondo me non è così: in un mondo fantasy, a meno che non sia davvero very low magic, non è possibile non credere all'esistenza delle divinità. Per me un ateo, nel modo di DnD, semplicemente non adora alcuna divinità, ma ne accetta l'esitenza
18 Febbraio 200916 anni comment_298701 Per inciso: gli atei non ammettono l'esistenza del divino, non si tratta di fede, ma di un mancato riscontro fisico dell'esistenza delle divinità. Questo, nel mondo di D&D sembra poco probabile, o, alla meglio, dipende dal tipo di ambientazione giocata. Ad ogni modo, se un personaggio assiste a una chiara opera di matrice divina e persiste in un atteggiamento del genere, è gnucco e basta. Anche S.Tommaso ammette l'evidenza di fronte alle prove. Dall'altra parte è possibile che un personaggio decida di non riporre la sua fiducia in nessuna divinità, dipende sempre dall'ambientazione (vedi cosa succede nei Forgotten Realms), ma in linea di massima (IMHO) dovrebbe avere una personalità molto spiccata o delle convinzioni veramente salde per permettersi una condotta del genere.
18 Febbraio 200916 anni comment_298746 Io non farei troppe distinzioni tra ateo o credente ( se non chierico ) in quanto i vantaggi o gli svantaggi derivati da esso non sono presenti se non il vagare dopo la morte.
19 Febbraio 200916 anni comment_299376 No, il master non deve punire un personaggio perchè è ateo, già il fatto di esserlo è uno svantaggio, se pur non grande, perchè da quel che so, oltre al fatto che rimarrà un' anima dannata e senza meta per sempre, esso :pray:non può usare la resurrezione:pray:, il che potrebbe essere l' unico fondamentale problema per qualcuno che tiene particolarmente alla pelle del proprio pg, anche se non è molto facile ricorrervici:rolleyes:
21 Febbraio 200916 anni Supermoderatore comment_300033 El Faño ha detto: [...]non può usare la resurrezione [...] E perché mai? Un chierico di una divinità buona resusciterà probabilmente ogni suo compagno di viaggio (salvo il caso in cui quest'ultimo sia malvagio, ma anche in quel caso potrebbe farlo) avendone la possibilità, in termini di livello e componenti. Nei FR un personaggio senza divinità non viene murato istantaneamente da Kelemvor, ma mi pare ci voglia almeno una settimana. E poi potenzialmente un giocatore morto potrebbe dire al master che in punto di morte si è convertito a qualche culto (compatibile con la sua condotta, si presume), ragion per cui a livello di gioco lo svantaggio non c'è, ed è giusto che non ci sia. Comunque per il discorso in generale, che io ricordi Kelemvor da mortale credeva che i chierici fossero dei maghi con poteri diversi (lui era un guerriero abbastanza rozzo), e dato che le divinità non camminano spesso su Toril, mi pare perfettamente plausibile che esistano atei anche nei FR. In ogni caso adorare una divinità significa abbracciarne i dogmi e i principi, almeno in parte; questo significa che dal momento che non esistono infinite divinità, ci sarà sempre qualcuno che non è in sintonia con nessuna di quelle esistenti (o magari anche nel caso in cui lo fosse, non sia a conoscenza dell'esistenza di tale divinità).
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