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Call of Cthulhu - Balder. "The Haunting of Hill House" - Che l'Orrore abbia inizio.


Balder

Messaggio consigliato

Inviato

Matthew Gambino

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Tanja arriva e ti porge tremando il tuo drink. Joe la segue con lo sguardo e attende che esca dall'ufficio.

Poi con sguardo fermo ti risponde: "Ehi Boss per chi mi hai preso? Puoi stare tranquillo, ti ho sempre aiutato nei tuoi affari. Ora dobbiamo pensare a te." e mentre lo dice tira fuori dall'ampia tasca dell'impermeabile una rivista arrotolata. La apre ad una pagina segnata con una piega e te la porge. Mentre scorri le righe dell'articolo Joe ti spiega: "Quest'articolo parla di case infestate. Ma al momento non ci interessa questo. Quello che interessa a noi è che questo tizio, tale Maurice Van Laaden vuole vendere la sua casa. Pagherà una percentuale della vendita a chi dimostrerà che non è infestata o la "esorcizzerà". Insomma può essere una buona occasione per fare soldi, diciamo, onestamente, giusto per tenere basso il profilo e intanto vedere questa casa. Potrebbe diventare la sede di un nuovo club. Che ne dici?" Rimani con la rivista in mano. In fondo all'articolo ci sono i dati per contattare l'editore e tramite lui il sig. Maurice Van Laaden, residente a Grand Rapids. Nell'articolo si parla di strani accadimenti e "presenze" che aleggiano nella casa.

Sammie Walters

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Sei seduto nella piccola sala di lettura al pian terreno. Nella stanza a fianco vedi i due uomini d'affari immersi nella nebbia fumosa che parlano tra di loro. La stanza è illuminata da alcuni lumi appesi alle pareti. Mentre leggi distrattamente una rivista vedi arrivare nella sala la proprietaria dell'albergo. Porta un vassoio con due tazzine di caffè e una zuccheriera. Si siede nella sedia di fronte a te e poggia delicatamente il vassoio sul tavolino. Sorridendoti gentilmente ti guarda e dice: "Quanto zucchero giovanotto?".

Dopodiché prende la sua tazzina e mentre assapora l'aroma, con fare di chi ha qualcosa di ghiotto da dire, ti dice: Prima l'ho sentita parlare con mio marito. Lei sta cercando il sig. Van Laaden. Se lo lasci dire la famiglia Van Laaden ne ha passate di tutti i colori. Che Dio li abbia in gloria. Molti esponenti di quella famiglia sono morti prematuramente. Chi per una malattia fulminante, chi per un incidente, chi è scomparso senza lasciare tracce, chi come Elisabeth si è suicidata!! Quella famiglia è molto sfortunata, nonostante contino tra loro persone meravigliose con il sig. Aaron che ha combattuto la guerra civile. Ora di questa famiglia rimane solo il sig. Maurice che, ahimè, non è come i suoi progenitori. Passa tutto il tempo assieme ai suoi amici al circolo. E ha abbandonato la casa da tempo, e ci credo bene! Con tutto quello che è successo là dentro! Chi mai vorrebbe tornare ad abitarci?!". Fa una pausa e riprende: "Ma mi dica sig. Walters, lei di cosa si occupa?".

Ti guarda con uno sguardo curioso. Appoggia la tazzina ormai vuota e intrecciate le mani attende una tua reazione.


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Inviato

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afferro saldamente il bicchiere portatomi da Tanja "Lo so Joe mi fido di te e lo sai" in un solo sorso svuoto il bicchiere "Volevo solo mettere le cose in chiaro"

Continuo a fissare la rivista pensieroso "Beh considerando che mi devo levare da qui e che è una buona occasione per fare soldi.Adesso contatto questo pollo, magari cercando di farmi dare qualche informazione in più sulla percentuale. Delle presenze non me ne frega assolutamente nullal'unica presenza che conta è quella dei bigliettoni nel borsellino" sorrido ironicamente per sottolineare la battuta "Io torno a controllare i miei affari tu prepara il viaggio e quant'altro, ci vediamo domani mattina" Congedo Joe con un cenno del capo e inizio a comporre il numero dell'editore attendendo una risposta. Dopo alcuni squilli mi risponde un uomo che dal tono dimostra di essere sorpreso della chiamata "Buonasera sono il Gambino e sarei interessato alla casa del signor Van Ladeen, domani sarò a Grand Rapids e vorrei avere quanlche informazione in più". Ottenute le informazioni che cercavo mi congedo educatamente e riaggancio la cornetta tornando ai miei affari

Inviato
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Sorrido e sorseggio il mio caffé mentre la donna parla. Alla fine, resto un momento impreparato di fronte alla sua domanda. Io, tossisco per prendere tempo, io sono un giornalista, lavoro per il Detroit Free Press. Mi sto occupando della famiglia Van Laaden per una rubrica sulle personalità di spicco del nostro stato. Mi farebbe piacere poter intervistare il signor Maurice. Lascio in sospeso la frase, come se mi aspettassi che la donna potesse combinarmi un incontro. Quindi, quando capisco che mi sono probabilmente aspettato troppo, Mi diceva di un membro della famiglia che si è suicidato. E di quello che è successo dentro la casa di famiglia. A cosa si riferisce, esattamente?
Inviato

Matthew Gambino

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Il forte liquore scorre velocemente nelle vene dandoti quella familiare e piacevole sensazione di calore. Dopo la telefonata ti sei segnato i dati per rintracciare il sig. Van Laaden. L'editore non ti ha dato molte informazioni riguardo alla casa, probabilmente data la tarda ora non voleva restare più di tanto in ufficio.

Joe, che nel frattempo era uscito, rientra lasciandoti un piccolo foglio di carta inserito in un documento d'identità intestato a un certo Jack Ross. Nel foglietto è annotato un indirizzo e il nome di quello che sembra una piccola pensione a Grand Rapids. Mentre sta per uscire si rivolge a te: "E' l'unico posto decente per passarci qualche notte. Ti ho già prenotato una stanzetta a nome di Jack Ross, se devi sparire per un po' di tempo è meglio evitare un cognome... ehm.. ingombrante come il tuo. Giusto? ". Detto ciò ti lascia ai tuoi affari.

La serata trascorre tranquilla. I clienti vanno e vengono tra la musica e le risate delle ragazze.

Sammie Walters

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La signora annuisce quando le indichi il tuo lavoro e pare compiaciuta di poter aiutare un giornalista come te.

Quando le chiedi di approfondire sulle morti della famiglia si fa seria e ti parla sottovoce:

"Quei poveri Van Laaden. In diverse generazioni hanno avuto una tragedia di qualche tipo, praticamente da quando hanno costruito quella casa. Tutto non ricordo ma se vuole più informazioni abbiamo una discreta biblioteca qui in città. Teniamo tutte le copie dei giornali e.. beh.. ovviamente anche libri. Ora mi scusi, mi sono trattenuta fin troppo. Le auguro la buonanotte." Raccoglie le tazzine ormai vuote e velocemente scompare nella sala da pranzo.

Inviato
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Quando Joe rientra sollevo la testa dai vari fogli che stavo sistemando "Ottimo lavoro Joe" sorrido al mio sgherro "Adesso lascio tutto nelle tue mani mi raccomando mi fido di te". Mi alzo dalla sedia e indosso il cappotto e il cappello appesi all'attaccapanni. Prima di uscire do una sonora pacca sulle spalle a Joe dopodichè varco la soglia e passando da una scala sul retro esco dal locale. Salgo in macchina e mi avvio verso casa. Lascio la macchina nel vialetto e lentamente mi avvicino alla porta di casa aprendola lentamente. Lascio il giubbotto e il cappello su una sedia all'ingresso e salgo al piano di sopra andando verso la camera da letto. Tiro fuori dall'armadio una pesante valigia e inizio a riempirla con abiti costosi e accessori tra cui la mia pistola. Dopo aver preparato la valigia la lascio in piedi in fondo al letto e mi corico addormentandomi dopo aver girato e rigirato nel letto tra mille pensieri. La mattina mi alzo svogliatamente e dopo essermi sciacquato e vestito prendo la valigia e la carico nel bagagliaio della macchina. Metto in moto e parto per Gran Rapids con i documenti falsi nel cruscotto e un sigaro in bocca.
Inviato

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Non credo si possa dire che è una mia impressione che quella donna non volesse parlare delle disgrazie della famiglia Van Laaden, penso mentre mi reco nella mia stanza.

Trascorro una notte mediamente inquieta, ormai è diverso tempo che non riesco a riposare a dovere.

Il mattino successivo, quando mi alzo, cerco di fare chiarezza nella mia testa. Ho diverse strade da percorrere per arrivare al mio scopo. Cerchiamo di non affrettare i tempi. Fatta colazione, chiedo al proprietario dove posso trovare il "circolo culturale" dove passa il suo tempo il Sig. Van Laaden, quindi mi metto in marcia nella speranza di trovarlo al primo tentativo.

  • 2 settimane dopo...
Inviato

Sorge un tiepido sole a Grand Rapids. Lentamente la cittadina riprende vita, gli operai escono per recarsi al lavoro, vengono aperti i negozi e comincia il lento via vai della città.

Sammie Walters

Ti alzi al mattino svegliato dai rumori provenienti dal piano inferiore. I due coniugi si sono messi di buona lena in cucina. La conferma ti arriva quando discendi le scale con il buon aroma del caffè che si diffonde nella sala. Fai una buona colazione con l'amorevole signora che ti serve due volte il dolce della casa e si preoccupa che non ti manchi nulla.

Dopodichè parlando con il marito ti fai indicare dove rimane il circolo culturale avvertendoti che aprirà nel pomeriggio. "Eh.. che vuole sig. Walters quelli là non si alzano mai prima di mezzodì"

Caleb Whassen

Arrivi a mezzogiorno circa. La città è in piena attività. E' molto diversa da quella a cui sei abituato tu. Vieni indirizzato in un piccolo alberghetto poco fuori città gestito da una coppia di signori di mezzaetà.

Parcheggi il mezzo e entri nella reception.

Robert Davis

Arrivi a Grand Rapids sull'ora di pranzo. Mentre ti aggiri per le viuzze ti godi la tranquilla frenesia della cittadina. I buoni odori ti smuovono lo stomaco. Ti indicano l'unico posto che funge da albergo e ristorante. Quando vi arrivi noti che vi sono tre auto parcheggiate nello spiazzo davanti alla casa a due piani e una sul retro.

Entri e un anziano signore da dietro alla reception ti accoglie con un sorriso e uno sguardo sorpreso. Non sei l'unico cliente al momento. Già un altro è in attesa per avere la stanza.

Matthew Gambino

Sulla tua auto scorri lungo le strade americane fumando il sigaro con il fumo che si disperde velocemente. Arrivi a Grand Rapids verso mezzogiorno. Joe ti ha lasciato un appunto per arrivare all'unico albergo della città. Sai che è gestito da una coppia di signori anziani e riservati. Ti ha assicurato che non ci saranno problemi.

Quando parcheggi nel cortile vedi che non sei l'unico avventore.

Entri e trovi l'anziano gestore che da dietro il bancone sta servendo il primo di due clienti.

Inviato

Ringrazio sentitamente la moglie del proprietario per la doppia razione di torta, che gusto con piacere, benché la mia mente vaghi ancora tra pensieri non proprio tranquillizzanti.

Parlando con il proprietario, mi rendo conto che la mattinata risulta in questo modo persa. Forse non del tutto. Chiedo all'uomo se nel motel è presente un apparecchio telefonico e se, nel caso, mi è possibile fare una telefonata.

Spoiler:  
In caso affermativo, chiamo l'editore di Occult Review e cerco di parlare con l'autore dell'articolo che ho letto. In caso negativo, mi fermo nella saletta comune a leggere i giornali a disposizione, in particolare quelli locali, così da raccogliere eventuali informazioni interessanti.
Inviato

Aspetto che il proprietario dell'albergo si liberi, quando noto l'ultimo arrivato. "Non pensavo di trovare così tanta gente qui in questo periodo, deve esserci un qualche avvenimento particolare nei paraggi" penso. Rifletto intanto sul piano d'azione: prendere una stanza, mangiare qualcosa e iniziare a fare domande in giro.

[Descrizione: non dimostro affatto la mia giovane età con i vestiti che indosso, piuttosto usurati a ben guardare e dal taglio non modernissimo. Corporatura nella media, barba di un paio di giorni e nessun segno particolare. All'aperto indosso sempre un fedora che ha visto giorni migliori.]

Inviato

Entro con calma gustando il sigaro. "non le dispiace se fumo vero?"

Lascio la valigia in mezzo al corridoio e mi avvicino al bancone, mi appoggio sil ripiano ed inizio a tamburellare le dita nervosamente mentre aspetto che il vecchio finisca di parlare con gli altri due.

Inviato

Appena entrato chiedo alla reception se c'è una stanza libera, ho con me la mia valigia, e l'intenzione è quella di sistemarmi e poi uscire a farmi un'idea della situazione. Mi stupisce un po' l'ingresso di altre persone, mi chiedo se siano qui per lo stesso motivo mentre aspetto la chiave della mia stanza.

La cosa mi incuriosisce, così cambio idea: appena sono in stanza, mi do una rinfrescata e poi scendo a mangiare, magari riesco a sentire qualcosa su questi altri nuovi arrivi.

Inviato

Sammie Walters

L'anziano albergatore, il sig. Paul Mc Arthur, ti informa che l'unico apparecchio telefonico si trova nel suo ufficio e di solito l'uso è riservato ai proprietari.

Si scusa e ritorna alle sue attività.

Nella saletta adibita alla lettura vi sono i quotidiani locali. Passi la mattinata a leggere. Le notizie che trovi parlano di alcuni fatti di cronaca locale, di alcune leggi nuove che la contea ha intenzione di far passare entro breve e poco altro.

Verso mezzodì entrano tre uomini molto diversi tra di loro e senti l'albergatore che sbriga le pratiche per la registrazione dei nuovi clienti.

Caleb Whassen, Matthew Gambino, Robert Davis

Il sig. Mc Arthur, proprietario della struttura assieme alla moglie Gail, vi da il benvenuto al suo piccolo albergo. Vi informa che i pasti vengono serviti alle 8, alle 12.30 e alle 19.30. Vi indica la sala lettura, la sala comune, la sala da pranzo e al piano superiore troverete le vostre stanze.

Prende i nominativi di ognuno di voi e vi fornisce della chiave.

Chiede per quanto tempo desiderate fermarvi.

E informa ai presenti che solo nella sala comune o all'esterno è permesso fumare.

Tutti

Dopo aver sistemato i bagagli vi siete ritrovati nella saletta comune ad attendere che si faccia ora di pranzo. Cosa che avviene poco dopo, la signora Gail entra e vi informa che è pronto.

Inviato

Ringrazio con un cenno il proprietario. "Peccato, da quando sono arrivato pare che non si possa far altro che perdere tempo."

Resto tutta la mattinata a scorgere i vari giornali, impaziente. All'ingresso dei tre nuovi clienti, alzo lo sguardo e saluto con un sorriso: Buongiorno. Quindi, mentre loro sbrigano le pratiche per l'accettazione, torno a concentrarmi sulla lettura.

Quando la signora ci chiama per mangiare, ripongo il giornale e mi dirigo verso la sala da pranzo.

Spoiler:  
Faccio in modo che i tre mi precedano, mi siedo in un tavolo vicino al loro e cerco di tendere l'orecchio alle loro chiacchiere.

descrizione per tutti

Spoiler:  
Quello che vedete sulla poltrona della sala comune è un uomo avanti con gli anni, con radi capelli grigi poco accuratamente pettinati e un paio di occhiali che comunque sembra usare solo per la lettura. La sua corporatura è robusta, la pancia tradisce una certa passione per la cucina. Indossa un abito che qualcuno potrebbe definire elegante e una camicia, senza cravatta, il colletto aperto. Le scarpe sono certamente di valore, tuttavia ormai consumate sia nella suola che in punta. Non vi pare di scorgere altri elementi distintivi.
Inviato

La piccola sala da pranzo dell'albergo si presenta come una delle stanze più grandi dell'intero edificio. Può ospitare fino a 20 persone in tavolini da 4 posti l'uno.

Quando entrate passando dalla doppia porta a vetri trovate tre tavole su cinque apparecchiate e la signora Gail che vi accoglie con un sorriso:

"Signori sedete pure dove volete, vi serviremo il pranzo a breve."

Con un gesto del braccio vi indica i posti.

Su ogni tavolo sono presenti stoviglie e posate semplici, nulla di ricercato. Alcune bottiglie d'acqua e di vino completano il tutto.

Dalla cucina un buon odore si spande nella sala.

Inviato

Prendo posto ad uno dei tavoli imbanditi, ringraziando la signora. L'odorino proveniente dalla cucina mi mette ancora più appetito, "non riesco a ricordare da quanto non mangio in un locale decente" penso.

Dopo essermi versato un bicchiere di vino mi guardo intorno, sembra che gli altri ospiti dell'albergo siano tutti da soli, proprio come me.

Inviato

Mi incammino verso il tavolo più isolato e mi siedo. Con il piede avvicino la sedia di fronte e ci poggio entrambi i piedi, prendo la bottiglia del vino e la osservo attentamente "che cos'è sta m***a c'è più alcool nel mio p****o, dimmi te se posso bere sta roba". Verso un po di vino nel bicchiere e lo bevo in un solo sorso dopodichè mi guardo un po attorno aspettando l'arrivo del cibo

Inviato

Scambio nuovamente un sorriso cordiale con gli altri ospiti dell'hotel all'ingresso nella sala da pranzo. "Quindi non si conoscono". Mi dirigo verso l'ultimo tavolo apparecchiato rimasto vuoto e mi siedo, pregustando il cibo che mi verrà servito. "L'odore è più che invitante, sono stato fortunato con i signori Gail".

Inviato

I due coniugi entrano nella sala da pranzo con il carrello delle vivande e cominciano a servirvi una densa zuppa di verdure dal profumo invitante.

Con un ampio sorriso vi augurano buon appetito, informandovi che arriveranno tra poco con il secondo e i contorni.

Poco prima di uscire la donna dà una triste occhiata all'uomo che si è seduto in maniera scomposta appoggiando le scarpe non proprio pulite sulla sedia.

Prima di rientrare in cucina vi dicono: "Se gradite il bis o altro ditelo pure". Li vedete entrare e tornare ai fornelli.

Descrizione per tutti

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Siete tutti e quattro seduti ai vostri tavoli con un fumante piatto di zuppa. Siete disposti a quadrifoglio, quindi ognuno può vedere gli altri in volto.
Inviato

Ricambio il sorriso del più vecchio degli altri ospiti e non manco di far notare all'ultimo arrivato, con una occhiataccia, il mio disappunto per la sua mancanza di educazione.

Ringraziando i proprietari inizio a mangiare la zuppa, alzando di tanto in tanto lo sguardo dal piatto per osservare gli altri. Nonostante il silenzio mi metta un po' a disagio evito di romperlo per primo.

Inviato

Ringrazio con un sorriso i due anziani. Con delicatezza prendo il tovagliolo e lo appoggio sulle gambe per evitare di sporcare i costosissimi pantaloni italiani.

Ricambio lo sguardo di disappunto dell'altro ospite facendo spallucce e inizio a mangiare la mia zuppa

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