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Cuori di Tenebra


EXTREME DUNGEON MASTER

Messaggio consigliato

Vi trovate nei pressi di una città, piccola, ma abbastanza grande da essere frenetica. E' la città di Joyoak, Famosa per essere schifosamente pacifica. Sempre stata in un punto strategico per commerci e rifornimenti, ha trovato alleanze con più o meno tutte le terre di confine lì presenti, impegnandosi a far mantenere quel clima pacifico e quasi noioso che sembra aleggiare anche nella pianura intorno e nel sottobosco dove vi siete rifugiati. Osservate la città, chi con disgusto, chi con odio, e vi interrogate sul da farsi.

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Ember, la giovane ragazza, raccolse le sue corte treccine dietro la testa e le lego. Raramente si riusciva a vedere completamente il suo viso. Quello che sembrava, e un tempo forse lo era, un dolce viso era stato completamente sfregiato e deturpato.

Molte cicatrici le segnavano il volto, una in particolare le tagliava completamente in tue la faccia.

Il suo sguardo passo in un attimo da calmo e sereno, come una ragazzina che passeggia in un prato, in uno puramente folle, la fronte si currugò e gli occhi si socchiusero.

Una lieve smorfia delle labbra mostro dei denti candidi, non si capiva se sorrideva perchè felice o era uno smorfia di dolore per le vecchie cicatrici, o entrambe le cose.

Con passo leggero si mosse in un semi cerchio e diede uno guardo in giro.

@Master:

Spoiler:  

-Muoversi silenzioso [23] per evitare di far rumore

-Osservare [11] & Ascoltare [11]per capire chi mi sta vicino e se qualcuno si sta avvicinando

-Cercare [18] per capire se è passato qualcuno oltre a noi, o c'è stato un fuoco, o quaclosa di interessante che mi dia informazioni sul ambiente circostante

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L'uomo in armatura appoggiò la grande falce ad un piccolo albero. L'adamantio lanciava riflessi ambrati riflettendo la luce del sole di mezzogiorno. Ral si tolse il pesante elmo e, con un sospiro per il gran caldo dentro l'armatura completa, lo lasciò cadere a terra. Intanto, una pioggia di foglie gialle cominciava a posarsi attorno ai suoi piedi e sugli spallacci dell'armatura. Era primavera, ma l'albero a cui era stata appoggiata la falce cominciava ad ingiallirsi e a seccarsi. L'essenza di Nerull scorreva attraverso l'arma, e portava all'albero un inverno prematuro.

Se non fosse stato per l'aspetto inquitante dell'arma e dell'armatura, non si sarebbe potuto pensare che il Ral albergasse un potere oscuro. Forse solo lo sguardo vuoto e triste nei suoi occhi poteva tradire qualcosa. Guardò lontano, verso la città. I suoi pensieri correvano veloci, come una folata di vento per le strade polverose, e col pensiero seguiva quello spiraglio e immaginava di poter toccare le persone per le strade, portando con sè malattia e pestilenza, infettando, corrompendo.

Si staccò dai suoi pensieri con un lieve sussulto. I suoi.... "compagni" si stavano muovendo. Li seguì con lo sguardo, mentre si recavano in una sorta di ricognizione.

Si rivolse a coloro che ancora erano lì con lui:

"Che dite, li aspettiamo qui? Pensate che torneranno presto?"

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La giovane donna guardò la città attentamente perdendosi nel marei dei suoi pensieri

*Altro sangue da versare per il Duca del metallo... questo mondo deve essere depurato, la nuovo rinascita dovrà arrivare e la terra dovrà essere bagnata del sangue di tutti i viventi deprovevoli per accogliere la Fine.*

Una ragazza bellissima con capelli cremisi e 2 occhi neri come la pece... aveva qualcosa nei suoi lineamenti, nella sua portata o nel suo modo di parlare pacato che la rendeva irresistibile.

Le sue forme erano perfette, seno sodo e alto fisico asciutto e gambe lunghe tutto enfatizzato da dai pantaloni di pelle nera e un corpetto anchesso nero che risalta i suoi seni conferendo contemporaneamente protezione eleganza e mobilità.

Le due scimitarre alla cintura completano il quadro.Vedendola si capisce subito che dietro a quelle forme e quel viso si nasconde qualcosa di piu profondo, qualcosa di sconosciuto e forse è prorpio quel qualcosa che attraei alcuni stolti uomini... uomini morti.

Riscuotendosi dai suoi pensieri si rivolge all'uomo con la falce e dice in modo calmo e pacato:"Non so dove siano andati ma comunque sia li aspetteremo qui per un po e se non vengono almeno io andro in città avrò molto da fare li, c'è molta gente che non merita di vivere come la maggior parte di noi dopotutto..."

Lo sguardo si perde nel vuoto mentre con le braccia incrociate si appoggia a un albero contemplando l'opera della falce di quel chierico.

*Quel tizio mi piace... potrebbe essere olto utile*

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*Ma di che diavalo stanno parlando, forse devo diminuire la dose dei veleni quotidiani, sto esagerando e forse invece di aumentare, la mia resistenza diminuisce*

"Ma di cosa state parlando? chi è passato da qui?"

Con fare aggraziato Ember si avvicinò alla giovane donna con le due scimitarre legate, e sfiorandole il viso sussurrò:"Che bel viso che hai, e che pelle liscia"

*Che noia questo posto, mi sta venendo fame e qui non c'è nulla di succulento..sarà meglio cercare qualcosa di più tenero in città*

Abbozzando una smorfia-sorriso Ember fece un giro vicino alla bella donna per ammirare meglio la sua bellezza.

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A disagio sotto la calda luce del sole, il nano protese la mano per ripararsi gli occhi. Poi, socchiudendoli, tentò di individuare la figura alata del vrock, che si era librato in aria senza una parola.

Questo gli piaceva dei suoi compagni : agivano senza che nessuno dovesse dir loro cosa fare. E per la stessa ragione, lo infastidiva il fatto che non esistesse, salvo poche occasioni, un piano ben delineato a cui attenersi. Si affidavano prettamente alle loro capacità personali, alla loro iniziativa e alla loro intraprendenza. Non che gli dispiacesse, in verità; adorava il caos e l'improvvisazione.

La città era decisamente tranquilla, ma chissà cosa si nascondeva sotto la sua superficie. Forse c'erano numerosi cadaveri da risvegliare, forse poteva ammorbare la terra con i suoi poteri e reclamare a sè alcune patetiche creature non morte.. "Pessima idea idiota", pensò tra sè, "con questo sole tornerebbero carne per i vermi in poco tempo"

Udì i propri compagni che parlottavano tra loro, e ascoltò suo malgrado le loro parole. Lo sguardo corse rapido alla donna dalle scimitarre. Odiava il suo corpo liscio e privo di imperfezioni. Avrebbe tanto desiderato corromperlo! Nel frattempo la sua spalla ebbe un fremito, e una grossa ciste si mosse sottopelle lungo il braccio sinistro, sino a giungere nei pressi della mano, che appariva bianca e in procinto di decomporsi.

Poi la sua attenzione passò alla piccola bambina, quella sfregiata. La considerava pazza, ma allo stesso tempo intuiva un grande potere emanare da lei, e decise di non sottovalutarla.

Il chierico di Nerull era quello con cui andava maggiormente d'accordo. Si parlavano poco, ma il nano intuiva che i due erano sulla stessa linea d'onda.

Tamburellando sul pettorale della sua splendida armatura completa brunita, di fattura rigorosamente nanica, Golkar attese che la conversazione proseguisse.

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Orgoraht inizia ad andare verso il basso, restando in volo.

*odio questo posto. Quando la mia opera sarà completa raderò al suolo ogni singolo edificio di questa città.*

Poi disse senza smettere di guardare la zona: "Non ho ancora visto niente"

Orgoraht era freddo e silenzioso. Preferiva i fatti alle parole.

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Con tono freddo dice rivolgendosi alal donna sfregiata e levandogli la mano dalla faccia:

"Odio essere toccata... a meno che non sia per buon fine o che non sia un uomo da sacrificare a farlo!

Direi che dovreo andare a vedere in città se c'è qualcosa di interessante, ho bisogno di un po di svago"

L'ultima parola è sottolineata da un sorriso qualsi malefico.

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Il viso di Ember mutò espressione, qualcosa dentro di lei cambiò, il suo viso puntava il vuoto ed era misteriosamente senza espressione

Si giò verso l'albero che la falce aveva seccato.

*Questo potrebbe essermi utile e forse loro si potrebbero anche divertire*

Con voce piatta disse: "Certo che se un uhmm"

Fece un gesto ampio con le bracciia e con voce sonante proseguì"qualcosa"

riprese con voce piatta e le braccia ferme vicino al corpo "si appiccasse un incendio a quest'albero o a tutto il bosco.."

strofinandosi le mani e continuò "potremmo entrare in città e procurarci del buon cibo"

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Orgoraht era a mezzo metro da terra. Meditò per qualche secondo e disse, senza smettere di guardare avanti e di restare a quell'altezza, sbattendo piano ma in continuazione le ali :

"mi sembra una buona idea quella dell' incendio. Io adoro il fuoco, ne sono molto resistente. Io proporrei di pensare ad un piano."

Il suo volto si fece pensieroso. Si capiva dall'espressione del volto il suo pensiero: voleva veder morire un popolano qualunque, solo per il gusto di ucciderlo.

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Golkar soppesò per un istante la proposta della sfregiata, e dopo aver constatato con orrore che anche il vrock approvava, si decise a proferire parola per la prima volta. Lo fece con un timbro profondo e gutturale, autoritario e deciso. "Non credo che quella dell'incendio sia una buona idea. Anzi, la reputo veramente stupida" sottolineò con durezza l'ultimo termine, guardando dritto la ragazza sfregiata.

Poi proseguì "Guardatevi intorno, siamo sotto questo maledetto sole cocente, allo scoperto, e ad un tiro di pietra da quella schifosa città! Pensate che dopo che sarà scoppiato un incendio, non verremo individuati quasi istantaneamente?"

Stava pensando in particolare al bestione alato, il vrock.

"Preferirei che attendissimo la notte, prima di muoverci. Con il favore delle tenebre, potremmo entrare in città senza essere notati, e potremmo anche appiccare quel maledetto fuoco, se proprio ci tenete! Anche se non ci vorrà molto prima che gli idioti della città si rendano conto che è stato scatenato da qualcuno"

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"Sono d'accordo con Golkar. Evitiamo di attirare attenzione inutilmente; abbiamo per forza bisogno di un diversivo, per entrare in città? Credo di no. A parte Orgorath, non credo sia un grosso problema non farsi notare... più del dovuto. Anche io penso sia meglio aspettare la notte, per agire. Poi vedremo che si può fare."

Ne approfitto del momento di pausa per mettermi a sedere su un tronco.

*Questo sole maledetto mi sta cuocendo dentro all'armatura*

Rimango nei miei pensieri, e il mio sguardo di perde correndo veloce su è giù lungo le linee del corpo della splendida Lady Rose. Me ne accorgo solo poco dopo che la stavo fissando...

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"Bene evidentemente qualcuno non vuole divertirsi. Allora io mi farei una bella passeggiata in città, se non volete venire posso andare anche sola, mi son stufata di star ferma"

Diede uno sguardo a tutti i compagni per capire le loro intenzioni, e lentamente iniziò a camminare verso la città.

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"Che senso ha appicare un incendio!Non ci sarebbe gusto!... Vengo anchio in città devo sgranchirmi le gambe... e magari troviamo qualcuno con cui divertirci"

detto questo seguo la sfregiata ancheggiando vistosamente e facendo finta di non aver visto che ral mi stava fissando

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"è bello andare tutti d'accordo!"

Ember fece una sonora risata, e con un veloce gesto si mise un ceppellino in testa.

Improvvisapemnte il cappello cambio colore, divenne un celeste chiaro e si allargo come cappello di paglia.

Un abito, sobrio e primaverile, dello stesso celeste, apparve sul corpo di Ember e le sue treccine si allungarono e si sfilarono diventando dei capelli rossi ondulati al vento.

Spoiler:  

Cappello del camuffamento - come camuffare se stesso

Ember si volto sorridendo, con un volto con grandi occhi verdi di una ragazzina dolce e spenzierata e chiese con voce gentile: "A quasi dimenticavo.. qualcuno ha per caso un buco poratile? Magari ci potrebbe servire"

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