piri Inviato 7 Marzo 2009 Segnala Inviato 7 Marzo 2009 Non appena salito sul cocchio chiudo le tende scure di pesante velluto facendo sprofondare l'abitacolo nel buio pressochè totale. Nel compiere questo gesto rispondo al mio compagno di viaggio: "Spero che una persona così eloquente e garbata nei modi riesca a far capire alla nostra distratta Victoria quando ad una dama si conviene di tacere...e nel frattempo che riesca a farle capire da che parte le conviene schierarsi se vuole continuare ad avere gli stessi privilegi di adesso..." Ormai conosco a memoria dove il mio fidato Richizo è solito accomodarsi. Dopo una breve pausa, come di riflessione, mi rivolgo nuovamente a lui, sebbene non riesca che ad intuirne le forme: "Piuttosto, Richizo dimmi un po'...cosa ne pensi, tu, di questo forestiero? E delle notizie che porta? Possibile sia davvero giunto il momento tanto atteso da mio Padre?"
padishar Inviato 7 Marzo 2009 Segnala Inviato 7 Marzo 2009 " Credo che sia possibile. Occasione migliore non poteva capitare, mio signore. Non posso prevedere l'esito di tutta la vicenda, ma d'altra parte non lascerei sfuggire questo momento." ripongo il pugnale nel fodero nascosto e mi avvicino a Giacomo. "Per quanto riguarda il forestiero..credo sia un soggetto alquanto interessante ma... ma.. non so come dirtelo.. non rietra nelle mie grazie. Chi si crede di essere?!? sarei curioso di sottoporlo ad uno dei miei trattamenti.." attendo un cenno affermativo da Giacomo anche se so che molto probabilmente rimarrò deluso " forse è meglio evitare." ritorno al mio posto, nascosto nell'ombra della carrozza. "usalo, mio signore. usalo per i tuoi scopi. Ma non permettere che calchi troppo le strade di Bologna. non mi piace"
piri Inviato 7 Marzo 2009 Segnala Inviato 7 Marzo 2009 "Se ho un po' imparato a conoscere mio Padre e il forestiero sarà stato tanto stupido da avvicinarsi troppo a Victoria, avrai modo di gestirlo come meglio credi non appena scenderà dall'altro cocchio." Mi fermo un attimo, pensando ai possibili eventi che potrebbero essere in corso nell'altra carrozza "Dubito però che potrà darti soddisfazione...a me non dispiace il forestiero. Sa cosa dire e quando farlo...e spero che sia abbastanza ambizioso dal voler tentare il rischio di esporsi. A quel punto le tue possibilità di divertirti con lui potrebbero crescere." Pur non essendomi lasciato andare più di tanto, mi ricompongo raddrizzandomi sul sedile "Pazienta ancora un po' Richizo...e cerca di far buon viso a cattivo gioco...Siamo quasi arrivati e mio Padre saprà certo inquadrare il nostro ospite. Ci dirà lui cosa farne."
Wiggly Inviato 7 Marzo 2009 Autore Segnala Inviato 7 Marzo 2009 Le carrozze si fermano in uno spazioso cortile nell’attimo in cui il portone borchiato che lo delimita viene richiuso stancamente. I passeggeri scendono incappucciati per proteggersi dalla nevicata invernale che non accenna a calmarsi e scivolano silenziosi dentro il lugubre e scuro ingresso della magione. Un impettito e anziano servitore dall’aria austera e professionale, vestito di un elegante indumento di seta nera ricamato con merletti e pizzi tali da farlo sembrare quasi sfuocato alla vista, li accoglie con un formale quanto piatto inchino. Nel risollevare il capo concede un’occhiata e un accenno di sorriso a Pepoli e finisce l’arco descritto dal suo sguardo con una rapida e attenta panoramica dell’intero gruppo. “Sua Eccellenza è ansioso di conoscere il nuovo ospite appena giunto dal nord... la notizia del suo arrivo non è certo passata inosservata alle fini orecchie di sua signoria!” la sua voce è tetra e sinuosa come la lingua di un serpente. Senza aspettarsi ulteriori risposte, ruota su se stesso e si incammina su per l’ampia scalinata di marmo nero che invade il centro dell’ampio salone d’ingresso, assicurandosi che gli altri lo seguano. Il corteo attraversa due scaloni lucidi quanto tetri e una serie labirintica di corridoi che Giacomo, Victoria e Richizo hanno ormai imparato a conoscere bene nei decenni, fino a giungere alla solita anticamera dello studio privato del vescovo. Qui, come da tradizione, il servitore fa cenno loro di attendere e si congeda con un altro sinuoso inchino, sparendo da una porta laterale. Il nero quartetto rimane avvolto nel silenzio inquietante della stanza dall’arredamento sobrio e quasi si va a fondere con le innumerevoli ombre, che sembrano detenere il dominio su questo posto, scomparendo nell’immobilità del contesto. Passata una decina di minuti il vecchio servitore riappare dalla lucida porta di scuri specchi che si erge di fronte agli ospiti e li invita ad entrare con un lascivo gesto silenzioso.
Wiggly Inviato 7 Marzo 2009 Autore Segnala Inviato 7 Marzo 2009 La sala che si para davanti ai nuovi arrivati è ampia e lussuosa, e trasmette una eleganza dimessa ma sfarzosa al tempo stesso, dove l’ebano e il porpora sono i colori dominanti e le scene dei quadri alle pareti comunicano una sacrale sofferenza dell’anima che chiuderebbe lo stomaco a chiunque ne abbia ancora uno funzionante. Sulla destra, un freddo camino fa da grammofono al lamento del comignolo sferzato dal freddo vento, lasciando cadere ogni tanto timidi fiocchi di neve come lacrime del suo dolore. Di fronte ad esso, una enorme poltrona cremisi, riccamente imbottita e adornata di passamaneria nera e argento in ogni sua piega, è affiancata da un robusto tavolo d’ebano intarsiato, le cui notevoli dimensioni sono minimizzate dal sanguigno arredo che lo affianca, riducendosi a poco più di un tavolino a confronto con il regale scranno. Quattro sedie sono state collocate davanti al focolare e il gesto della mano della spettrale figura in abito ecclesiastico seduta sulla poltrona non lascia dubbi alla loro funzione. Una volta seduti, Asinelli ripone delicatamente il polveroso volume che stava leggendo e degna di uno sguardo predatore i nuovi giunti, ponderando ogni viso, noto e non, con la stessa intensità con cui una faina potrebbe guardare un branco di galline in un pollaio. “Mio caro Giacomo, vedo che hai saputo subito trovare il filo della questione, la tua perizia e agilità nell’ambiente della politica sono sempre eccelse, mi complimento!”, un sottile e gelido sorriso sembra scalciare per poter affiorare anche solo per un istante dal margine destro delle gelide e sottili labbra di Asinelli. “Mi permetta di presentarmi” – dice alzandosi e dirigendosi in modo lento ma autoritario verso il nobile Von Zell – “Vescovo Ludovico Asinelli, primogenito a Bologna del clan Lasombra... e lei è?” – e porge la mano, dorso in alto, dalla quale spicca un anello grande come una noce con incastonato un brillante rubino che sembra colorare di sangue tutto ciò che lo circonda. Aggiunge poi, indicando Pepoli e gli altri, – “Suppongo che mio figlio e i graziosi membri della sua variopinta coterie già li conosca, quindi non mi perdo in presentazioni... sono davvero ansioso di conoscere le lussuriose notizie che è venuto a portare in questa noiosa e ammuffita città!” e sul suo viso fiorisce come un’infezione un sorriso fanciullesco e impertinente come quello che si potrebbe trovare sul volto di un maniaco omicida davanti ad una giovane fanciulla indifesa.
Lothavier Inviato 7 Marzo 2009 Segnala Inviato 7 Marzo 2009 Mi inchino rispettosamente avvicinando le labbra all'anello, e nel prendere la sua mano con la mia mi si scopre parte del polso, mostrando piccoli spuntoni d'osso. Mi risollevo facendo un passo indietro. "Mio nome è Klaus von Zell, ambasciatore Tzimisce in visita in vostra città. In verità devo dire di aver avuto un'interessantissima discussione sul tempo atmosferico, ma di non aver ancora afferrato alcuna identità... Spero che sarete così gentile da illuminarmi su chi mi ha permesso di arrivare qui ad informarvi..."
piri Inviato 7 Marzo 2009 Segnala Inviato 7 Marzo 2009 Prima che Asinelli possa parlare, un commento ad alta voce mi sfugge dalle labbra: "Ma è inaudito!" Rendendomi conto di aver interrotto il Vescovo con tale uscita, mi inchino in direzione di Asinelli: "Perdonatemi, Padre. Avrei senz'altro posto rimedio prima a questa incresciosa scortesia. Credevo che il nostro Principe avesse provveduto ad informare il nostro gradito ospite delle nostre identità come si conviene in queste occasioni." Poi mi volto all'indirizzo di Klaus e con un inchino: "Vi chiedo perdono. Il mio nome è Giacomo Pepoli e ho il grande onore di portare in me il Valore del qui presente Vescovo Asinelli."
Wiggly Inviato 7 Marzo 2009 Autore Segnala Inviato 7 Marzo 2009 Stupito ma non troppo, Asinelli squadra con uno sguardo di finto disappunto tutto il gruppo dei tre mentre ascolta le parole di Giacomo, poi si prodiga in un effimero sospiro inalando aria per la prima volta dopo secoli, quindi torna a rivolgersi al nobile Tzimisce: "Sono semplicemente costernato nell'appurare che anche quella che si crede essere "la nobiltà" vampirica e che svolge funzioni di dominio su questa città, si dimentichi perfino le più basilari buone norme dell'etichetta, nei confronti per giunta di così illustri ospiti!" - scuote la testa con un sorrisetto - "mi scuso sentitamente per il principe Prendiparte, non ha mai avuto molto acume nel giudicare quali fossero gli affari importanti e quali le questioni futili... credo sia giusto che ora rimedi io stesso a questo increscioso incidente!" Passando in rassegna i vari membri della coterie... "Questi che si è appena presentato è appunto Giacomo Pepoli, della mia linea di sangue. La fanciulla è Victoria Welsh, pecorella smarrita del tanto riprovevole clan Tremere, che ho salvata e accolta sotto la mia ala. Lo scuro figuro dall'aria schiva è invece il fedele amico di Giacomo, Richizo di Malaspina, del clan Toreador... è maestro in raffinati ricami e ha uno squisito senso estetico che fa riecheggiare sempre nelle prigioni!" Torna dunque a sedere e congiunge con eleganza le mani davanti al viso, smettendo in una frazione di secondo i panni civettuoli precedentemente vestiti per tornare ad indossare una maschera di crudeltà e risolutezza tali da abbassare la temperatura della sala di almeno cinque gradi all'istante. Passati pochi secondi riprende con un tono di voce minaccioso che sembra provenire direttamente dall'abisso:"E ora che tutti conoscono tutti, la prego... svolga il lavoro per cui ha fatto tanta strada, ho veramente premura di apprendere le informazioni che lei ha portato fino qui!"
Lothavier Inviato 7 Marzo 2009 Segnala Inviato 7 Marzo 2009 Quando Giacomo si presenta, accenno un inchino in segno di ringraziamento. Quando poi il vescovo esprime il suo disappunto devo sforzarmi per non sorridere, dato che capisco dove si andrà a parare, e la cosa mi piace. Durante le presentazioni, annuisco a Giacomo, rischio la frenesia apprendendo il clan di Victoria, e mi soprendo riguardo a Richizo: ciò che Asinelli ha detto di lui mi piace, penso subito che potremmo condividere molto in quanto a "ricami" e simili forme d'arte, ma si vedrà più avanti. Appena ha finito e si risiede, assecondo con piacere la sua fretta. "I miei ringraziamenti, Vescovo Asinelli." Estraggo da una tasca della veste una lettera, la stessa mostrata a Prendiparte, e mi avvicino per consegnargliela. "Il nostro Voivoda tra i Voivoda, Vladimir Rustovich, prega me di consegnarvi questa lettera firmata anche da Hardestadt. Come potete leggere, c'è stata una grave scissione che ha portato i nostri nobili lignaggi a unirsi contro le assurde regole della Camarilla, che ci imporrebbero di nasconderci a occhi mortali, e di farci proteggere dall'unione dei clan. In realtà non erano intenzionati a trattare con noi, ve lo assicuro." Attendo una risposta, mentre la mia mano torna nella tasca.
Wiggly Inviato 8 Marzo 2009 Autore Segnala Inviato 8 Marzo 2009 Asinelli legge attentamente la lettera per diversi minuti, senza lasciare trapelare nulla dal suo pallido viso. Finito di leggere la ripone delicatamente sul tavolo al suo fianco e resta per qualche minuto con lo sguardo concentrato sul camino alle spalle dei quattro di fronte a lui... Quando torna con la mente tra i presenti, con lo stesso lento iter che percorrerebbe una persona che fugge dal mondo dei morti, scruta Klaus in viso per ancora qualche attimo prima di esplodere in una risata fragorosa che cozza stridendo contro tutto ciò che è presente in quella stanza, rischiando di creare uno strappo nel mondo per la discordanza palese fra le due realtà emotive. Il fedele servo entra correndo nella stanza e si ferma impietrito con la fronte imperlata di sudore e le mani tremanti ad osservare il Vescovo, come se questi stesse perdendo la sua anima tra atroci lamenti di agonia, solo un gesto tranquillizzante del suo signore riesce in parte a fugare il grosso delle sue paure e a convincerlo a tornare shoccato alle sua mansioni. Lentamente Sua Eccellenza riprende il contegno e l’aspetto austero avuto in precedenza, pur mantenendo un visibile sorrisetto furbo, dunque esordisce rivolto ai suoi interlocutori. “Non riesco minimamente ad immaginare la faccia di Prendiparte nel momento in cui ha letto questa missiva, doveva essere furibondo! Per quanto mi riguarda non posso che accogliere con entusiasmo le parole del tuo nobile progenitore e di quell’altro figuro, le cose finalmente stanno prendendo la strada che da anni spero venga imboccata, era ora che si cominciasse a fare fronte unito verso quegli sporchi usurpatori (senza offesa miss Victoria) e i loro lecchini dal sangue blu... certo, avrei sperato in una partecipazione più massiccia di clan alla nostra idea, ma è risaputo che non tutti hanno un cervello degno di essere salvato dalle fiamme dell’inferno.” ”Ugo!!” – strilla all’indirizzo del fedele goul, che rapido si fionda dentro la stanza – “Porta un calice della nostra migliore vitae ai nostri ospiti e tutto ciò che possano desiderare, oggi è un importante giorno e va festeggiato... oggi offro io!”. Il servitore fissa con sguardo stralunato il suo sire, ma non trovando abbastanza coraggio per mettere in discussione quel suo insolito quanto inatteso comportamento, scatta fulmineo fuori dalla porta da cui era entrato.
Lothavier Inviato 8 Marzo 2009 Segnala Inviato 8 Marzo 2009 La reazione di Asinelli mi sorprende, ma non lo do minimamente a vedere, abituato come sono a trattare con gli individui più disparati ed eccentrici. In realtà la reazione mi conforta, è quello che speravo da chi, a conti fatti, è diventato una specie di alleato. "Le vostre parole mi trovano assolutamente d'accordo, Vescovo Asinelli. Tuttavia ho timore che i futuri, inevitabili giochi di potere per riassestare questa città, possano intaccare i rapporti tra i membri delle varie coterie." Accenno leggermente con sguardo e testa verso i tre Fratelli vicino a me. "È rischio da considerare, specie in vista di Stregoni, anche se ritengo che il buon senso alla fine risolverà molti di questi problemi alla radice. In ogni caso... estraggo di pochi centimetri un oggetto chiaro dalla tasca in modo che solo lui lo veda, "avete la mia completa disponibilità ad aiutare in questo senso."
piri Inviato 8 Marzo 2009 Segnala Inviato 8 Marzo 2009 Mi rivolgo a Klaus, sorridendogli: "I futuri giochi di potere, in quanto futuri, meritano di essere controllati a tempo debito. Sono convinto che difficilmente chi opererà una scelta di parte adesso avrà la possibilità di cambiare impunemente idea..." nel dire questo mi giro lentamente a guardare Victoria, sempre sorridendo, poi torno ad indirizzarmi al teutonico: "...ma perchè non parliamo dei progetti a breve termine? Sono convintissimo che mio Padre saprà come tessere la sua tela per fare più proseliti possibile...e noi siamo qui per dare tutto l'aiuto di cui ci sarà bisogno...ma voi, piuttosto, Messer Klaus? Che intenzioni avete per il vostro futuro prossimo?"
Wiggly Inviato 8 Marzo 2009 Autore Segnala Inviato 8 Marzo 2009 Interrompendo sul nascere la domanda di Pepoli, Asinelli aggiunge rapidamente, continuando a guardare Klaus negli occhi: "Se lor signori vogliono scusarci un momento, io e il mio buon ospite dovremmo scambiare due parole in privato" - proferisce lanciando una rapida occhiata alla tasca dello Tzimisce e a quello che si vede spuntare - "vi prego di accomodarvi nell'altra stanza lasciandoci soli." e spinge il resto del gruppo verso la porta a specchi che dà sull'anticamera, senza curarsi di eventuali rimostranze. [a Klaus Von Zell] Spoiler: Una volta rimasto solo con il nobile dragone, si rivolge di nuovo a lui con uno sguardo interessato, picchiettandosi nervosamente la lunga veste con le ossute dita e facendo accomodare l'ospite più vicino a lui, creando una situazione di intima complicità tale da far vibrare l'aria intorno al tavolo. "Ora" - aggiunge famelico - "mi sembra di capire che le novità non siano ancora finite.".
Lothavier Inviato 9 Marzo 2009 Segnala Inviato 9 Marzo 2009 Spoiler: Estraggo velocemente il foglio dalla tasca e lo consegno al vescovo. "Personalmente ritengo che il mio compito potesse essere svolto da qualsiasi volgare emissario Ventrue. Il nostro Voivoda era ansioso di farvi avere questa, piuttosto. Ed è soprattutto in questo che avete mia assistenza, nella speranza di collaborare in armonia anche con vostro infante Giacomo Pepoli." Torno ad appoggiarmi alla poltrona e attendo che il signore legga e decida.
Wiggly Inviato 9 Marzo 2009 Autore Segnala Inviato 9 Marzo 2009 [a Klaus Von Zell] Spoiler: Asinelli scorre attentamente gli occhi lungo le varie righe del foglio soppesando ogni parola con profondo interesse. Dopo una decina di minuti entra il servitore con un vassoio pieno di lavorate coppe di argento ricolme di vitae ancora fumante e, per quanto sorpreso del diminuito numero dei presenti, decide di non stupirsi più per questa notte. Appoggia il tutto sul tavolone, porgendo una coppa all’ospite e posizionando quella più cesellata vicino al suo padrone, poi fa per uscire. “Fai accomodare di nuovo Giacomo e i suoi” – dice con tono distratto al servo senza sollevare gli occhi dalla pergamena – “sono di là nell’anticamera”, poi ripone la lettera sul tavolo prendendo la sua coppa fra le dita continua, dunque rivolto a Von Zell: “mi dica mio buon Klaus, prima che i miei fidati assistenti rientrino, la sua precedente locuzione ” Ed è soprattutto in questo che avete mia assistenza, nella speranza di collaborare in armonia anche con vostro infante Giacomo Pepoli” sta a significare che lei rimarrà per qualche tempo in questa città a mia completa disposizione e aiuterà nell’operare secondo gli intenti riportati qui sopra, ho capito bene?” afferma in un tono che definirlo imperativo è usare un vezzeggiativo, mentre picchietta l’affilata unghia del suo indice sulla carta dell’epistola, pallida macchia che risalta sul nero screziato dagli intarsi del robusto tavolone...
Lothavier Inviato 9 Marzo 2009 Segnala Inviato 9 Marzo 2009 [A lo vescovo nostro] Spoiler: "Esattamente", dico, per nulla infastidito dal tono perentorio, dato che le cose stanno proprio così. "Il mio compito riguarda soprattutto Bologna, e proprio in vista della nuova alleanza fra nostri clan, intendo offrirvi il mio aiuto per portare questa città sotto comando di Sabbat. Prendiparte non perderà tempo a cercare di fare stessa cosa a favore della Camarilla, io ho parlato di Pepoli proprio per la sua appartenenza al Clan delle Ombre. Non vi nego, e lo potete immaginare, che tendo a fidarmi molto più di lui che di Usurpatrice."
Wiggly Inviato 9 Marzo 2009 Autore Segnala Inviato 9 Marzo 2009 Si apre un battente della scura porta di vetro dello studio del Vescovo e il volto particolarmente provato del fedele Ugo spunta da dietro l'anta. Senza riuscire a sorridere al gruppo impaziente che ivi attende, emette un lamento con voce provata che dà la misura a chiunque l’ascolti di quanto la serata in corso si stia rivelando inattesa: "Sua Eccellenza desidera che vi accomodiate al suo cospetto, siete richiesti.". ------------------------------------- Rientrati nella stanza, i fratelli notano sul tavolo vicino delle ricche coppe ricolme di liquido vermiglio una lettera aperta. Il fedele ghoul non si attarda a servire a tutti i lussuosi calici di vitae ancora calda portati in precedenza. Asinelli si alza e si rivolge al trio cingendo nel mentre con un braccio le larghe spalle del voivoda: ”Signori miei, vi presento quello che sarà il nuovo membro della vostra coterie e che vi aiuterà nei compiti che dovrete presto andare a svolgere. Per quanto variopinti ed eccentrici, siete tutte persone utili e di cui posso fidarmi riguardo i progetti che ho in mente, mi aspetto da voi che ripaghiate tale concessione da parte mia, vi posso assicurare che non riuscireste a sopportare la mia delusione se così non fosse!” – e squadra Victoria prima e poi gli altri, ergendosi minaccioso davanti a loro. Infine, si abbandona di nuovo sul suo sfarzoso scranno, delle ombre quasi innaturali vengono proiettate dal seggio tutto intorno alla sua figura, aumentandone la pericolosità e la famelicità dello sguardo. Dopo una breve pausa, che sembra però creare un vuoto nel tempo, aggiunge con la voce tagliente di un crotalo e le mani giunte davanti al petto immobile – “La cooperazione è l’arma in più nel nostro fodero e ci permetterà di ottenere il nostro fine. Ora finite le vostre coppe e accompagnate il nostro nuovo amico nella mia dimora di via Castiglione che tu Giacomo ben conosci, fate in modo che sistemi le sue cose e che possa prenderne possesso. Domani notte vi aspetto tutti di nuovo qui, dovremo parlare di come mettere le mani su questa squisita città... ho un piano!”. Le ombre intorno al cainita sembrano d’un tratto dilatarsi e prendere corpo, danzando in un lamento ultraterreno e facendosi tanto nere da far sembrare sbiadito lo stesso mondo dei morti, per poi ritornare lentamente alla loro semplicità.
Lothavier Inviato 10 Marzo 2009 Segnala Inviato 10 Marzo 2009 La cortesia dimostrata dal vescovo mi onora, ma non posso fare a meno di pensare che sto per "invadere" un rifugio e mi chiedo fino a che punto sarò al sicuro, e quanto "sotto controllo". Tuttavia non mi sembra il caso di contraddirlo, al massimo posso pensarla come una soluzione temporanea e sono abituato ad affrontare un problema alla volta, quando si presentano e non prima. "Sono onorato di vostra accoglienza", dico accennando un inchino al vescovo, e poi mi rivolgo agli altri, soprattutto a Giacomo, "spero che la mia permanenza non vi arrechi disturbo, Signor Pepoli. Mi auguro anzi che così avremo modo di parlare a lungo, rispondere a vostri dubbi e curiosità, e intanto imparare da voi cose su Bologna." Attendo qualche risposta tenendo la coppa in mano.
piri Inviato 10 Marzo 2009 Segnala Inviato 10 Marzo 2009 Mi avvicino sorridente a Klaus con la mia coppa: "Benvenuto in famiglia! Innanzitutto, vi prego, chiamatemi Giacomo. Inoltre sappiate che mai in quella dimora, dovrete sentirvi ospite. Non appena arrivati darò disposizioni affinchè possiate sistemarvi come meglio vi aggrada e affinchè la servitù vi riverisca come il padrone. Sarò ben lieto di fornire alloggio anche alla servitù che voi doveste avere al vostro seguito..." lancio un'occhiata furtiva e quasi di rimprovero preventivo all'indirizzo di Richizo, a ricordargli quanto detto in carrozza poco prima "...spero che la sistemazione vi aggradi, ma qualora non dovesse rivelarsi consona ad uno del vostro lignaggio, mi impegno ad aiutarvi nella ricerca di quella che riterrete per voi più congeniale. Sperò però di poter godere a lungo dell'onore della vostra compagnia e di potere, quando i reciproci impegni ce lo permetteranno, intrattenere con voi interessanti chiacchierate, giacchè la mia curiosità, ormai vi è fatto noto" Concludo la frase con un'espressione quasi di imbarazzo, come se mi vergognassi di aver ripetutamente infastidito lo Tsimisce con domande puerili. Dopo un attimo di pausa continuo, cambiando totalmente espressione e riprendendo il sorriso: "Propongo quindi un brindisi al nuovo arrivato" dico alzando il calice.
Wiggly Inviato 10 Marzo 2009 Autore Segnala Inviato 10 Marzo 2009 Asinelli alza il calice, rimanendo seduto in poltrona, gratifica con un sorriso calcolatore Giacomo, poi comincia a sorseggiare il liquido cremisi della sua coppa senza smettere di fissarlo e lasciando trapelare che la questione è tutt'altro che conclusa...
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