esahettr Inviato 23 Marzo 2009 Segnala Inviato 23 Marzo 2009 Procurati un libro di italiano (per iniziare, un libro di letteratura italiana da liceo va benissimo) e studia a fondo la metrica e le figure retoriche, utilizzando le poesie degli autori classici per comprendere come la metrica e la retorica si applicano.. Quanti anni hai, Altair?
Dusdan Inviato 23 Marzo 2009 Segnala Inviato 23 Marzo 2009 Quanti anni hai, Altair?Nel profilo e` scritto 19.
esahettr Inviato 23 Marzo 2009 Segnala Inviato 23 Marzo 2009 Io non riesco a visuallizzarlo, ma temo che tu abbia ragione. Oh, ho sparato una cavolata. Se ha diciannove anni il discorso che facevo non e' piu' valido. Fiscale, lo so, ma cerchiamo di evitare. Il God
Mr Atomic Bomb Inviato 23 Marzo 2009 Segnala Inviato 23 Marzo 2009 Occhio al relativismo però: non basta dire di essere un artista per esserlo effettivamente. nah, frase buttata lì. è stupido tentare di definire chi è artista e chi non lo è. evitiamo un discorso tanto ampio quanto inutile. Inoltre credo che la mancanza di metrica "classica" non significhi mai mancanza di struttura. Cosa che invece noto spesso in numerosi pretesi componimenti poetici di autori in erba. fortunatamente ti sei risposto da solo. in erba. Il pineto abbandonato con un cane ivi legato io di certo non ho dato il consenso a questo fato e per questo stai sicuro non sto zitto te lo giuro. (me medesimo: creata al volo in questo preciso momento) poesia? Il difilar dei ferri entro la gabbia, il suo sguardo accecò. Più non ravvisa. Moltiplica le sbarre, a cento, a mille: ma, dietro quelle sbarre, è il vuoto, il nulla. Nel flessuoso molleggiar dei passi grevi tornanti entro il racchiuso giro, par che l'Impeto danzi attorno a un centro, ove una enorme Volontà vien meno. Solo, a volte, su l'arida pupilla, tacito, un velo si solleva; e irrompe una imagine in essa; e via balena lungo il silenzio delle membra tese, per smorzarsi, veloce, in fondo al cuore. (La pantera - Reiner Maria Rilke) poesia! mi si perdoni la mancata formattazione, ma non ho voglia ora ogni 5 secondi cannoni da assedio sventrare spazio con un accordo tam-tuuumb ammutinamento di 500 echi per azzannarlo sminuzzarlo sparpagliarlo all´infinito nel centro di quei tam-tuuumb spiaccicati (ampiezza 50 chilometri quadrati) balzare scoppi tagli pugni batterie tiro rapido violenza ferocia regolarita questo basso grave scandere gli strani folli agita- tissimi acuti della battaglia furia affanno orecchie occhi narici aperti attenti forza che gioia vedere udire fiutare tutto tutto taratatatata delle mitragliatrici strillare a perdifiato sotto morsi shiafffffi traak-traak frustate pic-pac-pum-tumb bizzzzarrie salti altezza 200 m. della fucileria Giù giù in fondo all’orchestra stagni diguazzare buoi buffali pungoli carri pluff plaff impen narsi di cavalli flic flac zing zing sciaaack ilari nitriti iiiiiii… scalpiccii tintinnii 3 battaglioni bulgari in marcia croooc-craaac [ LENTO DUE TEMPI ] Sciumi Maritza o Karvavena croooc-craaac grida delgli ufficiali sbataccccchiare come piatttti d’otttttone pan di qua paack di là cing buuum cing ciak [ PRESTO ] ciaciaciaciaciaak su giù là là intorno in alto attenzione sulla testa ciaack bello Vampe vampe vampe vampe vampe vampe vampe ribalta dei forti die- vampe vampe tro quel fumo Sciukri Pascià comunica te- lefonicamente con 27 forti in turco in te- desco allò Ibrahim Rudolf allò allò attori ruoli echi suggeritori scenari di fumo foreste applausi odore di fieno fango sterco non sento più i miei piedi gelati odore di sal- nitro odore di marcio Timmmpani flauti clarini dovunque basso alto uccelli cinguettare beatitudine ombrie cip-cip-cip brezza verde mandre don-dan-don-din-bèèè tam-tumb- tumb tumb-tumb-tumb-tumb-tumb- tumb Orchestra pazzi ba- stonare professori d’orchestra questi bastona- tissimi suooooonare suooooonare Graaaaandi fragori non cancellare precisare ritttttagliandoli rumori più piccoli minutisssssssimi rottami di echi nel teatro ampiezza 300 chilometri quadri Fiumi Maritza Tungia sdraiati Monti Ròdopi ritti alture palchi logione 2000 shrapnels sbracciarsi esplodere fazzoletti bianchissimi pieni d’oro Tumb- tumb 2000 granate protese strappare con schianti capigliature tenebre zang-tumb-zang-tuuum tuuumb orchesta dei rumori di guerra gonfiarsi sotto una nota di silenzio tenuta nell’alto cielo pal- lone sferico dorato sorvegliare tiri parco aeroatatico Kadi-Keuy BILANCIO DELLE ANALOGIE (1» SOMMA ) Marcia del cannoneggiamento futurista colosso-leitmotif-maglio-genio-novatore-ottimismo fame-ambizione ( TERRIFICO ASSOLUTO SOLENNE EROICO PESANTE IMPLACABILE FECONDANTE ) zang-tuumb tumb tumb (2» SOMMA ) difesa Adrianopli passatismo mi nareti dello scetticismo cupole- ventri dell’in- dolenza vigliaccheria ci-penseremo-domani non- c’è-pericolo non-è-possibile a-che-serve dopo- tutto-me-ne-infischio consegna di tutto lo stock in stazione-unica = cimitero ( 3» SOMA) intorno ad ogni obice-passo del co- losso-accordo cadere del maglio-creazione del genio-comando correre ballo tondo galoppante di fucilate mitragliatrici violini monelli odori- di-bionda-trentenne cagnolini ironie dei critici ruote ingranaggi grida gesti rimpianti (ALLE- GRO AEREO SCETTICO FOLLEGGIANTE AEREO CORROSIVO VOLUTTUOSO ) (4» SOMMA ) intorno a Adrianopoli + bombardamento + orchestra + passeggiaita-del-coloso + offi- cina allargarsi cerchi concentrici di riflessi plagi echi risate bambine fiori fischi-di-vapore attese piume profumi fetori angoscie ( INFINITO MONOTONO PERSUASIVO NOSTALGICO ) Questi pesi spessori rumori odori turbini moleco- lari catete reti corridoi di analogie comcorrenze e sincronismi offrirsi offrirsi offrirsi offrirsi in dono ai miei amici poeti pittori musicisti e runositi futuristi zang-tumb-tumb-zang-zang-tuuumb tatatatatatatata picpacpam pacpacpicpampampac uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu ZANG-TUMB TUMB-TUMB TUUUUUM [ Filippo Tommaso Marinetti, Zang Tumb Tumb] Uno su un milione può dire "della tecnica me ne frego", non studiare nulla e buttare giù un'opera che lascia esterefatti tutti i suoi predecessori e anche coloro che verranno nel futuro. Queste persone però particolarmente fortunate possiedono il Talento. Tutti gli altri se vogliono produrre qualcosa di significativo devono spaccarsi le ossa per imparare quello che hanno fatto fino ad oggi i loro predecessori. E non tutti di costoro riusciranno poi a produrre qualcosa di decente. il thread starter non ha chiesto di diventare il nuovo Pascoli. non deve creare un'opera d'arte, deve scrivere quello che lui considera poesia. se poi sarà sua intenzione continuare, e innalzarsi ad un livello superiore, dovrà quasi [quasi!] per forza studiare. ma adesso, come dice esahettr, è inutile che sappia cosa è un anacoluto, se non sa manco se parlare dell'amore o della caccia in Burkina Faso..
Dusdan Inviato 23 Marzo 2009 Segnala Inviato 23 Marzo 2009 il thread starter non ha chiesto di diventare il nuovo Pascoli. non deve creare un'opera d'arte, deve scrivere quello che lui considera poesia. se poi sarà sua intenzione continuare, e innalzarsi ad un livello superiore, dovrà quasi [quasi!] per forza studiare. ma adesso, come dice esahettr, è inutile che sappia cosa è un anacoluto, se non sa manco se parlare dell'amore o della caccia in Burkina Faso..Quindi la poesia e` (anche) una serie di parole senza costrutto? Ascolteresti le canzoni composte da uno che ignora l'armonia e la melodia? Leggeresti libri scritti da chi non sa cosa sia la consecutio?
Mr Atomic Bomb Inviato 23 Marzo 2009 Segnala Inviato 23 Marzo 2009 Quindi la poesia e` (anche) una serie di parole senza costrutto? se il dadaismo non me lo sono inventato io, sì. aggiungo anche una citazione: « Prendete un giornale. Prendete le forbici. Scegliete nel giornale un articolo della lunghezza che desiderate per la vostra poesia. Ritagliate l'articolo. Ritagliate poi accuratamente ognuna delle parole che compongono l'articolo e mettetele in un sacco. Agitate delicatamente. Tirate poi fuori un ritaglio dopo l'altro dispondendoli nell'ordine in cui sono usciti dal sacco. Copiate scrupolosamente. La poesia vi somiglierà. Ed eccovi divenuto uno scrittore infinitamente originale e di squisita sensibilità, benché incompresa dal volgo. » (Tristan Tzara, Per fare una poesia dadaista)
Dusdan Inviato 23 Marzo 2009 Segnala Inviato 23 Marzo 2009 se il dadaismo non me lo sono inventato io, sì.Riformulo, non senza costrutto, ma senza logica, senza "premeditazione". Giusto per capire se abbiamo concetti simili di arte: - una tela bianca con una riga nera e` arte? - una tela meta` bianca e meta` nera e` arte? - gigi d'alessio e` arte? Se rispondi si` ad almeno una di queste domande parliamo di cose diverse ed e` inutile continuare il discorso. Se rispondi si` alla terza spero che ti bannino presto
Mr Atomic Bomb Inviato 23 Marzo 2009 Segnala Inviato 23 Marzo 2009 Riformulo, non senza costrutto, ma senza logica, senza "premeditazione". bhe, non va bene l'esempio di prima? anche il surrealismo si basava più o meno sullo stesso principio. una versione onirica della poesia, un flusso di coscienza che esclude l'uso della logica, della ragione, della premeditazione. che però ha una struttura. l'esempio più lampante è quello dadaista, che invece non ha scopo, senso, ragione, logica, metodo. è anarchia poetica allo stato puro. quello che piace a me del futurismo e delle altre avanguardie è proprio questo. il manifesto del futurismo è eccitante, Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, una lotta continua contro il passatismo. ma ora sto andando troppo OT Giusto per capire se abbiamo concetti simili di arte: - una tela bianca con una riga nera e` arte? - una tela meta` bianca e meta` nera e` arte? - gigi d'alessio e` arte? posso dirti: dipende dal contesto in cui sono state fatte queste opere. una tela bianca con una riga nera è arte, se fatta ieri? no, non lo è. non lo è poichè si tratta di prendere un sentiero già battuto, e prenderlo pure male. ma se la stessa opera porta la data 1875, per dirne una, posso capire il VERO significato di quell'opera in una società artistica completamente diversa. lì, e posso dirlo con sicurezza, è arte. la Mèrde d'artiste (uso l'accento per eludere la censura ) non è altro che mèrda. ma nessuno, nessuno mai al mondo potrebbe azzardarsi unicamente di PENSARE che non si tratti di arte. anche se son più propenso a pensare ad una presa per il **** del Manzoni per far vedere che pure la ***** firmata diventa arte.
Dusdan Inviato 23 Marzo 2009 Segnala Inviato 23 Marzo 2009 il manifesto del futurismo è eccitante, Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, una lotta continua contro il passatismo.Piu` che eccitante e` demenziale, formulato in altro modo potrebbe avere senso, ma cosi`... meglio che non scriva quello che penso. Vabbe`, la mia l'ho detta. Non ho altro da aggiungere alla discussione, credo.
esahettr Inviato 23 Marzo 2009 Segnala Inviato 23 Marzo 2009 Riformulo, non senza costrutto, ma senza logica, senza "premeditazione". Un terzo della letteratura del Novecento e un tentativo - piu' o meno vano, piu' o meno polemico, piu' o meno fallito - di uccidere la "premeditazione".
Aerys II Inviato 23 Marzo 2009 Segnala Inviato 23 Marzo 2009 è stupido tentare di definire chi è artista e chi non lo è. Spero tu abbia capito che intendevo esattamente questo. Ragioniamo un attimo per assurdo, partendo da questa domanda: chi sei tu per stabilire chi è un artista e chi non lo è?
Jack Ryan Inviato 23 Marzo 2009 Segnala Inviato 23 Marzo 2009 Mr Atomic Bomb, il fatto è che gli esempi dei futuristi e dei dadaisti che hai portato (me lo aspettavo) possono essere considerati arte in virtù del fatto che ci sono stati dei gruppi di persone che hanno avuto la bella pensata, hanno scosso il mondo dell'arte che se ne stava fermo sul manierismo e su canoni statici. Lì l'arte non era contenuta tanto nella sequenza di parole scritte, quanto piuttosto nello scossone che queste persone hanno dato al mondo intellettuale. Ma chi oggi rifacesse lo stesso non farebbe altro che fare un'imitazione, come chi si dovesse mettere a fare l'imitazione del sonetto di Dante giusto per fare un esercizio di metrica ma sfornando, alla fin fine, solo un contenitore metricamente perfetto ma vuoto. Con la differenza che un esercizio di metrica non sarà poesia, ma qualcosa ti lascia (almeno un po' di esperienza di metrica). La poesia deve trasmettere qualcosa. La tecnica (che non è solo fare il conto delle sillabe e delle rime, è un'infinità di cose: l'accostamento dei suoni giusti, l'imporre le pause corrette, l'evidenziare certe parole in posizione opportuna, suggerire più significati con la stessa frase, utilizzare la forma retorica giusta per dare intensità e sfumatura desiderate a uno specifico concetto e mille altre cose ancora), che lo si voglia o no, è necessaria, se si vuole pensare di realizzare qualcosa di valido. Prima la si deve conoscere; poi si decide quale parte se ne desidera impiegare e in che modo. Certo, tutto il discorso è superfluo se una persona scrive perché ne ha voglia, per sé come valvola di sfogo o perché semplicemente si diverte, pur non volendo migliorarsi: ma in quel caso non si tratta di un poeta. Inoltre, il fatto che un'autore sia ancora in erba non lo giustifica automaticamente: se qualcuno mi dovesse sottoporre un componimento, potrei magari rispondergli qualcosa come: "concetto interessante. Però non mi sembra che il modo in cui lo hai scritto lo metta ben in evidenza. La frase cruciale non risalta." Se la sua replica dovesse essere: "si, ma non badare alla metrica, tanto non mi interessa" perché allora mai mi avrebbe chiesto un parere? I casi sarebbero due: o non avrebbe capito il commento, oppure mi avrebbe chiesto un parere solo per farsi fare i complimenti. Con un presupposto del genere tra 5, 10 o 20 anni i suoi componimenti non saranno migliorati di un ghello. (piccolo chiarimento necessario: non mi riferisco a te, non fraintendere. Non ricordo nemmeno se hai mai postato qualcosa di tuo su questo forum, e non ho idea di come siano i tuoi scritti. Non c'è dunque nulla di personale verso alcun specifico utente in ciò che qui scrivo. Chiarimento per me superfluo, ma non voglio assolutamente correre rischi di fraintendimenti che rovinerebbero la discussione ) 1
Merin Inviato 24 Marzo 2009 Segnala Inviato 24 Marzo 2009 Vedo che il mio esempio è stato volutamente frainteso. Dopo il mio intervento proporre poesie futuriste, dadaiste, la m.erde d'artiste ecc ecc sta a significare che non si è nemmeno letto quello che ho scritto, o almeno non si è inteso. Quando dicevo che ho abbandonato il mondo dell'arte dopo che mi si cercava di convincere che arte era anche un filo appeso ad un chiodo piantato su una tavoletta di legno, non stavo scherzando. Di conseguenza tutti gli esempi successivi di ciò che IO non considero arte ma al limite solamente come ha scritto qualcuno, scossone ai benpensanti nel mondo dell'arte, non andavo posti come alternativa a ciò che ho/abbiamo sostenuto. Non ci sarebbe stata nemmeno di bisogno della puntualizzazione di Dusdan riguardo alle tele bianche e nere e su gigi d'alessio Il discorso sarebbe lungo, e non lo voglio fare, tanto le idee sull'arte sono troppo, da parte di alcuni, astratte (tanto per rimanere in tema ). Riguardo al fatto che un tredicenne scriva poesie senza conoscere un minimo di tecnica a questo punto farei una decisa e precisa distinzione nonché una domanda. Perché vuole scrivere poesie? Se è per "creare" e tentare di lasciare al mondo qualcosa di bello, IMHO dovrebbe cominciare ANCHE a studiare la tecnica a meno di non decidere che una persona che per la prima volta prende un pennello in mano, lo intinge e fa una riga su una tela bianca non sia arte. Se vuole comporre poesia per "essere figo" e rimorchiare ragazze (legittimo a qualunque età, figuriamoci a 13 anni) allora può anche non studiare e comporre "ad cazzum". L'importante è poi che non si deprima se declama una sua poesia ad una ragazza che la poesia la conosce e gli fa notare che è solo una caricatura di poeta
Mr Atomic Bomb Inviato 24 Marzo 2009 Segnala Inviato 24 Marzo 2009 Mr Atomic Bomb, il fatto è che gli esempi dei futuristi e dei dadaisti che hai portato (me lo aspettavo) possono essere considerati arte in virtù del fatto che ci sono stati dei gruppi di persone che hanno avuto la bella pensata, hanno scosso il mondo dell'arte che se ne stava fermo sul manierismo e su canoni statici. Lì l'arte non era contenuta tanto nella sequenza di parole scritte, quanto piuttosto nello scossone che queste persone hanno dato al mondo intellettuale. Ma chi oggi rifacesse lo stesso non farebbe altro che fare un'imitazione, come chi si dovesse mettere a fare l'imitazione del sonetto di Dante giusto per fare un esercizio di metrica ma sfornando, alla fin fine, solo un contenitore metricamente perfetto ma vuoto. Con la differenza che un esercizio di metrica non sarà poesia, ma qualcosa ti lascia (almeno un po' di esperienza di metrica). posso dirti: dipende dal contesto in cui sono state fatte queste opere. una tela bianca con una riga nera è arte, se fatta ieri? no, non lo è. non lo è poichè si tratta di prendere un sentiero già battuto, e prenderlo pure male. ma se la stessa opera porta la data 1875, per dirne una, posso capire il VERO significato di quell'opera in una società artistica completamente diversa. lì, e posso dirlo con sicurezza, è arte. Inoltre, il fatto che un'autore sia ancora in erba non lo giustifica automaticamente: se qualcuno mi dovesse sottoporre un componimento, potrei magari rispondergli qualcosa come: "concetto interessante. Però non mi sembra che il modo in cui lo hai scritto lo metta ben in evidenza. La frase cruciale non risalta." Se la sua replica dovesse essere: "si, ma non badare alla metrica, tanto non mi interessa" perché allora mai mi avrebbe chiesto un parere? I casi sarebbero due: o non avrebbe capito il commento, oppure mi avrebbe chiesto un parere solo per farsi fare i complimenti. Con un presupposto del genere tra 5, 10 o 20 anni i suoi componimenti non saranno migliorati di un ghello. ma pure io quando ho iniziato a scrivere, anni fa, me ne fregavo di metrica, struttura, e ogni cosa. è come quando prendi in mano la chitarra per le prime volte: non ti metti a fare gli esercizi, a studiare le note, a fare tutte quelle cose noiose. ti metti a strimpellare allegramente, credendo di essere il più figo del mondo. poi mesi dopo ho riletto i miei stessi scritti e mi son detto: "queste schifezze le ho scritte IO?" insomma, è una poesia, non una questione di vita o di morte. io gli ho detto come, secondo me, dovrebbe iniziare: capendo se gli piace, se può fare qualcosa di buono, e imho non lo scoprirà studiandosi le tecniche di scrittura, ma capendo cosa ha dentro. per cambiare, per migliorarsi, per affinare parole e tecniche avrà tempo, ma prima deve vedere se è quello che vuole fare. (piccolo chiarimento necessario: non mi riferisco a te, non fraintendere. Non ricordo nemmeno se hai mai postato qualcosa di tuo su questo forum, e non ho idea di come siano i tuoi scritti. Non c'è dunque nulla di personale verso alcun specifico utente in ciò che qui scrivo. Chiarimento per me superfluo, ma non voglio assolutamente correre rischi di fraintendimenti che rovinerebbero la discussione ) ho postato qualcosa di mio, ma tranquillo che non fraintendo niente insomma, se tutti qui dentro ci dicessimo "sì, hai ragione" sai che palle.. Spero tu abbia capito che intendevo esattamente questo. Ragioniamo un attimo per assurdo, partendo da questa domanda: chi sei tu per stabilire chi è un artista e chi non lo è? tralasciando il mio commento su Vasco Rossi (volutamente ironico, nonostante rispecchi quelli che sono i miei gusti musicali) non mi pare di aver mai detto qualcosa su chi è artista e chi no. posso dirti quale arte non mi convince, o cosa per me non può essere arte (vedi la riga nera su tela bianca dell'esempio di Dusdan) ma non potrei mai stabilire cosa è o non è arte. Vedo che il mio esempio è stato volutamente frainteso. no, non volutamente. avevo proprio letto male il tuo post. ma non potrei rispondere comunque, visto che da come la metti per te movimenti che hanno fatto la storia dell'arte non sono arte. per me questo è mettere una diga alla discussione, indi per ribattere dovrei tirare in mezzo il rugby.
Aerys II Inviato 24 Marzo 2009 Segnala Inviato 24 Marzo 2009 tralasciando il mio commento su Vasco Rossi (volutamente ironico, nonostante rispecchi quelli che sono i miei gusti musicali) non mi pare di aver mai detto qualcosa su chi è artista e chi no. posso dirti quale arte non mi convince, o cosa per me non può essere arte (vedi la riga nera su tela bianca dell'esempio di Dusdan) ma non potrei mai stabilire cosa è o non è arte. Vasco non piace neppure a me devo dire. Tornando al ragionamento per assurdo: se tu essere umano non puoi stabilire chi è o non è artista, chi lo può fare? Forse la convenzione? Il sentire comune?
Mr Atomic Bomb Inviato 24 Marzo 2009 Segnala Inviato 24 Marzo 2009 Vasco non piace neppure a me devo dire. Tornando al ragionamento per assurdo: se tu essere umano non puoi stabilire chi è o non è artista, chi lo può fare? Forse la convenzione? Il sentire comune? ne abbiamo discusso proprio poco tempo fa con un amico. siamo arrivati alla conclusione che berci una birra era molto più produttivo che continuare la discussione sull'argomento.
Aerys II Inviato 24 Marzo 2009 Segnala Inviato 24 Marzo 2009 Eh sì, ma visto che qui di birra non ce n'è continuerei ancora un po', tanto manca poco: finora abbiamo stabilito che tu non puoi definire chi è artista e chi no. Direi che la logica conseguenza sia che tu non possa sapere se lo sei, visto che non puoi darti un attributo che non sai definire. A questo punto le conseguenze sono due, coincidenti con l'accettare o negare quella che io definisco logica conseguenza: o tu sei artista perché dici di esserlo (e allora chiunque può farlo, dunque tutto è arte, dunque niente è arte), oppure lo sei perché una qualche entità con più potere decisionale di te lo ha stabilito. Che questa entità sia o meno il sentore comune poco importa, quello che importa è che a meno di dire che chiunque è un artista per il semplice fatto di dirlo deve esistere una distinzione arrivata "dall'alto" tra quello che è arte e quello che non è arte. Supponiamo di accettare la seconda idea: questa entità superiore (che individuare effettivamente richiederebbe un lungo discorso ma che possiamo lasciare incognita ai fini di una discussione semplificata) definisce insomma cosa è "arte". Come si definisce l'appartenenza a una classe? Un metodo che mi pare appropriato in questo caso è quello deduttivo: verifico se sono vere alcune premesse e se lo sono è vera la conseguenza che implicano. Se la conseguenza è "essere arte", cosa saranno le premesse se non "rispetta il canone A dell'arte, rispetta il canone B dell'arte, rispetta... dell'arte"? Insomma, esisteranno a mio avviso dei criteri decisionali stabiliti a priori per decidere se una determinata espressione umana è arte o meno. L'alternativa è quella di credere che la nostra entità superiore ragioni induttivamente ("siccome questa cosa è arte allora dico che le sue caratteristiche sono proprie di un'espressione artistica"), ma mi rifiuto decisamente di farlo: percorrendo questa strada in breve si tornerebbe al caso indiviualistico del "tutto è arte, niente è arte", o peggio si arriverebbe a credere in un'entità superiore stupida. Supponiamo che ragioni deduttivamente, ovvero che conosca le "caratteristiche" che rendono un'espressione umana una forma d'arte? Sì? La accendiamo? Bene: abbiamo appena accettato la presenza di delle regole per l'arte, quindi è proprio il caso di studiare la grammatica, la metrica e il resto a meno di voler cadere nel ridicolo. IMHO ma nemmeno troppo. P.S. Nel caso qualche passaggio risultasse poco chiaro o sbagliato (caso improbabile ) fatemelo sapere, mi spiegherò meglio: ora sono davvero di fretta.
Jack Ryan Inviato 24 Marzo 2009 Segnala Inviato 24 Marzo 2009 ma pure io quando ho iniziato a scrivere, anni fa, me ne fregavo di metrica, struttura, e ogni cosa. è come quando prendi in mano la chitarra per le prime volte: non ti metti a fare gli esercizi, a studiare le note, a fare tutte quelle cose noiose. ti metti a strimpellare allegramente, credendo di essere il più figo del mondo. poi mesi dopo ho riletto i miei stessi scritti e mi son detto: "queste schifezze le ho scritte IO?" insomma, è una poesia, non una questione di vita o di morte. io gli ho detto come, secondo me, dovrebbe iniziare: capendo se gli piace, se può fare qualcosa di buono, e imho non lo scoprirà studiandosi le tecniche di scrittura, ma capendo cosa ha dentro. per cambiare, per migliorarsi, per affinare parole e tecniche avrà tempo, ma prima deve vedere se è quello che vuole fare. Ma vedi, su questo aspetto della questione siamo in verità d'accordo: tuttavia uno che inizia, scribacchia senza pensarci su per i fatti suoi, mesi dopo si rende conto degli orrori che ha fatto e allora decide di migliorarsi è un conto; tutt'altro invece è il soggetto che sbandiera ai 4 venti un presunto componimento poetico dalla dubbia qualità e natura, che chiede pareri (il che di norma e secondo il buon senso denoterebbe un intento a migliorarsi) ignorando però puntualmente e infallibilmente tutti quelli negativi e critici, e considerando solo gli eventuali elogi, e che, a distanza di qualche mese, scrive ancora le stesse cose, senza rendersi conto di alcunché, continuando a proclamarsi autore navigato. Non discuto sulle fasi pre-iniziali che tutti coloro che si imbarcano in qualcosa di creativo attraversano, piuttosto sostengo che, per fare qualcosa di meglio, per poter dire in pubblico "sono un poeta/scrittore/autore/musicista", il lavoro sulla tecnica sia una cosa assolutamente necessaria. Nello specifico credo che la prima cosa che serva a una persona che si interessa per la prima volta alla poesia non sia tanto scribacchiare a caso, ma capire che cos'è la poesia veramente, leggere poesie, spiegate, dei più svariati stili (o almeno i più rappresentativi). Poi, quando avrà capito, se ci si sarà appassionato, inizierà con lo scribacchiare e man mano si affinerà. Partendo dallo scribacchiare senza aver capito davvero cosa sia la poesia, non può portare altro che ad un breve periodo in cui si fa il figo con i coetanei, seguito dal dimenticatoio. L'esempio della chitarra è calzante: ci sono quelli che a 13 anni strimpellano a caso per un anno, e poi buttano la chitarra nello sgabuzzino ad aeternum; e ci sono invece quelli che strimpellano a caso per un mese, e quindi si mettono a studiare perché si accorgono che se non lo fanno le canzoni più difficili non le suoneranno mai. Tuttavia gli strimpellatori a vuoto al massimo si esibiscono e si vantano nella cerchia dei loro personali amici, non girano per le strade proclamandosi Hendrix o Malmsteen a chiedendo ai passanti quanto siano bravi (iperbole). PS: il chiarimento era giusto per super scrupolo a scanso di equivoci, purtroppo via forum è sempre complicato afferrare il tono esatto con cui un post è stato scritto
Merin Inviato 25 Marzo 2009 Segnala Inviato 25 Marzo 2009 ì tuttavia uno che inizia, scribacchia senza pensarci su per i fatti suoi, mesi dopo si rende conto degli orrori che ha fatto e allora decide di migliorarsi è un conto; tutt'altro invece è il soggetto che sbandiera ai 4 venti un presunto componimento poetico dalla dubbia qualità e natura, che chiede pareri (il che di norma e secondo il buon senso denoterebbe un intento a migliorarsi) ignorando però puntualmente e infallibilmente tutti quelli negativi e critici, e considerando solo gli eventuali elogi, e che, a distanza di qualche mese, scrive ancora le stesse cose, senza rendersi conto di alcunché, continuando a proclamarsi autore navigato. Ecco,giusto. Ciò richiama alla mia mente uno dei motivi per cui odiavo la quasi totalità degli studenti dell'Accademia di Belle Arti e sono finito a frequentare SOLO (io al primo anno), una del secondo, due del terzo e uno del quarto. Ad una domanda del professore, fatta a sezione unita agli studenti di tutti e quattro gli anni,riguardo alla pittura, nessuno e ripeto NESSUNO seppe rispondere. Al che il professore disse che tutti, anche quelli del secondo, terzo e quarto anno avrebbero dovuto ricominciare da capo. Ci fu la rivolta. Studenti di secondo anno che dichiaravano di aver trovato la loro strada nell'arte, studenti di terzo e quarto che "ormai erano artisti". Partiamo dal presupposto che la maggior parte delle persone presenti in quella sala, prima di iniziare l'accademia avevano fatto almeno 5 anni di scuola d'arte o di liceo artistico, ciò ovviamente era una aggravante. La rivolta ha prodotto i suoi frutti e ci è stato cambiato insegnante; Aggiungiamo l'idea di alcuni professori (non di tutti per fortuna ma non è una scusante per gli altri), di convincerci che tavolette e fili appesi, bacheche di legno comprate già fatte e riempite di dadi, bulloni e rondelle o tele bianche tagliate fossero arte, e capite il perché abbia abbandonato tale mondo. La poesia adolescenziale per rimorchiare, ripeto, può anche andare bene, basta che ci sia l'intento a migliorarsi e per farlo bisogna studiare. Aggiungo anche un'altra cosa che forse vi è sfuggita. Non è detto che anche studiando si componga arte. Un orafo, studia la tecnica e crea gioielli, non è detto che sia un artista, magari sarà un bravissimo artigiano. CI sono milioni di artigiani, ma di Benvenuto Cellini, o pari a lui, ce ne sono pochi. Quindi non solo per comporre poesia si dovrebbe studiare, ma tale studio non ti assicura nemmeno di fare poesia. Che rompiscatole che siamo eh? Questa è una saliera : http://graphics8.nytimes.com/images/2008/02/17/weekinreview/theft-7.jpg Ah...per chi se lo fosse chiesto la domanda a cui nessuno rispose in accademia fu: "che differenza c'è fra tono e timbro di colore?" Domanda peraltro da fare anche agli studenti del conservatorio dato che l'arte ha preso in prestito dalla musica tale terminologia. Ad uno studente di pianoforte del 10° anno che non sapesse la differenza fra tono e timbro non fareste ricominciare tutto da capo? Che cosa ha fatto fino a quel momento non conoscendo le basi? Dopo questa ennesima prolissa risposta, con la consapevolezza che il tredicenne scriverà lo stesso quello che vuole (giustamente) e chi supporta teorie "autodidatte" continuerà a sostenerle ( non ho mai detto che dadaismo, cubismo e correnti contemporanee non siano arte tout cour, per puntualizzare ), ritengo di potermi ritirare.
esahettr Inviato 25 Marzo 2009 Segnala Inviato 25 Marzo 2009 L'alternativa è quella di credere che la nostra entità superiore ragioni induttivamente ("siccome questa cosa è arte allora dico che le sue caratteristiche sono proprie di un'espressione artistica"), ma mi rifiuto decisamente di farlo: percorrendo questa strada in breve si tornerebbe al caso indiviualistico del "tutto è arte, niente è arte", o peggio si arriverebbe a credere in un'entità superiore stupida. Qui mi trovi in disaccordo. Le categorie sono modalita' mentali attraverso cui cataloghiamo le cose secondo la nostra percezione, non attraverso cui le cose esistono. Arte e' in primo luogo e in assoluto quello che l'Ignoto Superiore (lungi da me addentrarmi nella definizione della sua identita') sente come arte, non cio' che risponde ai requisiti delle categorie - del sistema formale - che il concetto di arte porta con se': o meglio, constatare il rapporto o il coincidere fra l'arte e alcune determinate forme non e' affatto una prova che questa sia causata dal compimento delle forme, dato che le forme nascono dall'arte e ne sono sfaccettature. Altrimenti anca 'n pissi' saria bon de scriver "la tera desolata"! Fine dell'aristotelismo d'accatto.
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