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[La scoperta di Arcadia] I primi passi


Mokuren

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Inviato

Non c'è altro da aggiungere per il momento e faccio un cenno di assenso alla forgiata

"Molto bene, direi che prima ci mettiamo all'opera e prima finiremo con il lavoro, vado subito a radunare una trentina di volontari che siano disposti ad aprire il sentiero"

Detto questo mi avvio con passo veloce verso l'uscita


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Inviato

La forgiata lo imita, urgendo tutti gli altri a seguirli.

Le preparazioni da fare sono molte, prima di partire: informare gli uomini e dargli il tempo di prepararsi, tirare fuori gli zaini e riempirli di cose utili, come razioni, corda, torce, borracce, coperte, accetta e quant'altro. Infine, una breve capatina al tempio per avvisare le Sette Stelle che stava per partire.

Personalmente Alima dubita che si sarebbero sentite sole senza di lei - cipè, sono sette. E poi sono connesse anche a tutti gli altri templi allo stesso tempo, no?

Ma essere educati non costa nulla, in fondo.

In capo ad un'ora e mezza, gli uomini e l'atrezzatura sono pronti a partire dalla porta orientale.

Inviato

Lath, visto che degli uomini se ne occupano Alima ed Enold, va a prepararsi per la spedizione, era molto ormai che non faceva da scorta a qualcuno, dai tempi di Meren, ma questa volta sentiva una voglia rinnovata come i primi giorni, prima che quel lavoro diventasse un peso.

Dopo mezz'ora è già alla porta, dove non c'era ancora nessuno, prevedibile, e si mette ad aspettare gli altri. Dopo un'altra ora sono infine pronti a partire.

Inviato

Dalamar si alzò dal suo posto e uscì dalla tenda.

Si recò nei propri alloggi, dove indosso un'armatura e armò.

Sapeva che probabilmente non ci sarebbero stati combattimente, ma la prudenza non era mai troppa.

Quando fu pronto si affiancò a Lath e si mise ad aspettare gli altri membri della spedizione.

Inviato

"Che ne dici, Kalhi? Andiamo in un bosco, magari puoi trovare già qualcosa che potrebbe interessarti, peccato che in questi territori non ci sia traccia di goblin, avevo proprio voglia di staccare un paio di teste di quelle bestie"

Gli uomini sono radunati e ben muniti, il bosco si raggiunge in pochissimo tempo, vediamo di iniziare a conoscere questo nuovo continente

Inviato

Il gruppo si sposta verso la breve barriera di foresta tropicale che separa il passaggio verso la spiaggia.

Ora che non c'è più la necessità di mettere su un campo base in brevissimo tempo, i coloni possono vendicarsi di tutte le palme, i rampicanti, il folto sottobosco e quant'altro che ha reso più complicato del necessario trasportare le provviste e i materiali.

In realtà la breve barriera, che però si estende in lungo a nascondere quasi tutta la spiaggia, non è straordinariamente fitta, è solo l'impressione che viene dai molti cespugli e rampicanti, nonché le occasionali radici che emergono dal terreno, ma non sembrano sicuramente appartenere agli alberi di cocco.

La creazione del passaggio non sembra essere un processo molto complicato, il gruppo procede con relativa velocità, anche se forse sarebbe stato meglio portarsi dietro meno asce e più spade a lama larga per tagliare tutti quei cespugli. Non si sta ricavando una quantità enorme di legna, e soprattutto la scarsità di frutti commestibili è quasi scoraggiante, almeno da questo lato, le foreste nella direzione opposta sembravano ben diverse.

Dopo qualche ora il gruppo è giunto oltre metà strada e si sta iniziando a ripulire il terreno da tutti gli sfalci. Nonostante la via sia più sgombra, sempre più persone inciampano contro radici esposte.

E' strano, ora che il terreno è sgombro si nota facilmente come sia molto accidentato per colpa di queste larghe radici, eppure, cinque giorni fa quando avete trasportato le provviste e iniziato a piazzare il campo, avreste giurato di non ricordare un passaggio così accidentato. Insomma, sarebbe stato molto più problematico.

Inviato

"Bergold fulmini questa dannata radice!!"

Inveisco mentre cerco di rialzarmi, raccolgo l'ascia e poi mi rivolgo agli altri

"Questi cespugli iniziano a darmi sui nervi, ma almeno siamo a buon punto, non vedo l'ora di andarmene da questo posto"

Do un'ultima scrollata ai vestiti che si sono sporcati in seguito alla caduta e riprendo a camminare

Inviato

"Su, su, state calmi ed attenzione a dove mettete i piedi. Le radici non lo fanno certo apposta di farvi inciampare!"

Lath cerca di sdrammatizzare, ma gli animi della spedizione sono irritatati dalle frequenti cadute e dal fitto sottobosco e lui è uno dei pochi la cui faccia non lascia intuire "Ma chi me l'ha fatto fare di accettare di addentrarmi nella dannata foresta?"

Proseguendo continua, come durante il resto della traversata, ad osservare incuriosito le piante più insolite, che aveva già individuato durante il primo passaggio, borbottando tra sé e sé "Ah, tante storie per un po' di vegetazione. Da un lato però hanno ragione: queste radici sembrano veramente un'infinità."

Inviato

''Non riesco più a procedere così lentamente, è frustrante.

Forse potrei proporre di andare in avanscoperta...''

Questo pensò Dalamar, e decise di esporre i propri pensieri.

Si rivolse a Alima, considerata da Dalamar il capo della spedizione.

''Alima, penso che dovrei andare in avanscoperta.

Senza offesa, questo gruppo non è molto veloce, io potrei andare avanti e dirvi se ho avvistato qualcosa di preoccupante.

Cosa ne pensa?''

Inviato

Alima, che sta ammirando pensierosamente la strada semisgombra ma dissestata, si scuote un attimo, voltandosi verso Dalamar.

"Avanscoperta? Hmm. Finora la zona sembra abbastanza tranquilla, ma non vedo ragione per non farlo." Annuisce tra sè e sè. "Okay, fà un giro. Se trovi qualcosa di interessante, strano o che non ti aspettavi, però, torna subito. Non credo tu rischi di perderti, ma non si sa mai cosa potrebbe succedere, quindi non c'è bisogno di correre rischi, almeno per ora." Si vede chiaramente che la sua prima priorità è la salute di tutti i membri della spedizione.

Quindi, torna a considerare la foresta dissestata. "Questo è strano. Quando siamo sbarcati, non l'abbiamo mica attraversata qui. Era un'area molto più piattta. Dalamar, se trovi un punto in cui il terreno ti sembra più adatto durante i tuoi giri, avvisaci subito." Lo avvisa prima che lui se ne vada sul suo giro di perlustrazione.

"Ora, se solo avessimo uno schiacciasassi a vapore ed un'asfaltatrice... ehh, figuriamoci."

Inviato

''Allora, Alima, mi congedo.''

Dalamr si allontanò dalla forgiata.

Iniziò a correre nel bosco, allontanandosi sempre più dal gruppo, cercando di notare qualsiasi cosa anormale.

Spoiler:  
Natura+2, Percezione +7
Inviato

Mentre Dalamar si allontana rapidamente nella foresta ed il resto della spedizione aspetta il suo ritorno, Lath ne approfitta per tentare di soddisfare l'irritata curiosità del gruppo e chiama l'erborista, che insieme a lui se ne intendeva un po' di più di piante, anche se temeva non di alberi a grosso fusto:

"Khali venite qua. Per il bene della viabiltà, aiutatemi a scoprire da dove vengano tutte queste radici: nessuno sembra poterne più, né averle mai notate all'andata"

Spoiler:  
@DM: Natura +9

@ Rickty: Kalhi è un erborista, o comunque si intende di cose del genere, vero? Mi era sembrato di capire così.

Inviato

Kalhi cerca di capire qualcosa riguardo alle radici, ora che il lavoro si è spostato abbastanza da permettere di avere una discreta panoramica e modo di osservare con cura i dettagli.

Scruta, tocca, prova a spostare... Ma ogni momento la sua perplessità sembra aumentare.

"E' strano", dice poi alla fine, "Queste radici non appartengono agli alberi che abbiamo abbattuto, e nemmeno alla boscaglia. E' come se non c'entrassero niente con la fauna locale".

Nel frattempo si sente il distinto suono del crepitare di legno. Non sembra provenire dagli alberi abbattuti, nè dalla vostra attrezzatura. C'è del movimento però, ed è sufficiente a mettere in allarme più di un lavoratore.

Dalamar nel frattempo, correndo nel bosco, si rende rapidamente conto che aumentando la boscaglia diminuiscono le radici. In effetti, non c'è propriamente lo spazio perché crescano fuori dal terreno, il che significa che devono esservi spuntate sotto i piedi mentre lavoravate o qualcosa del genere.

Per quanto ti sforzi di guardare a terra, non vedi niente che somigli a una robusta radice esposta. Noti però il cappello di un grosso fungo viola chiaro, veramente grosso, piantato in mezzo a una piccola zolla di terra leggermente disturbata, come se fosse stato piantato lì di fretta e di recente.

Inviato

"Ragazzi non so se l'abbiate pensato anche voi, ma io ho l'impressione che il bosco si stia ribellando alla nostra volontà di aprirci un sentiero... perchè non lasciarlo per ora così com'è e attraversarlo normalmente quando ne abbiamo bisogno? Tanto non mi sembra molto fitto"

Inviato

Lath chiama in disparte Enold ed Alima, cercando di non farsi sentire dai partecipanti alla spedizione:

"Sentite, io di principio sarei d'accordo con voi, Enold: queste radici non promettono nulla di buono, e mi è stato insegnato che i boschi preferiscono essere attraversati dove lasciano il passaggio che forzati con vie a loro estranee, per quanto queste risultino più utili agli abitanti dei luoghi. E' quindi opportuno smettere di abbattere la foresta e sembrebbe più saggio per il momento anche lasciar perdere il sentiero, ma questo avrebbe un cattivo effetto sul morale dei coloni: la prima impresa dopo l'edificazione del campo base e viene abbandonata a metà?

Invece cercare l'origine di questi ostacoli e convincerla a lasciarci un passaggio, o, quantomeno, cercare un percorso spontaneo alternativo, che risulti più comodo del passare in mezza ad una foresta, anche se dovesse uscir fuori abbastanza contorto, alzerebbe senza dubbio il morale!"

Inviato

"Non mi importa molto del sentiero per la sua effettiva utilità. Ne avrà sicuramente una, ma solo molto più avanti nel tempo. Per ora non ci serve a nulla..." Ammette Alima. "...Ma tagliare una foresta con una strada, segnare il paesaggio con l'opera delle nostre mani, è un simbolo. E' il segno del nostro operato, una strada che dalla costa si intrude in una terra nuova ed inesplorata. Mostra a tutti che noi siamo qui per restare. Teniamo gli occhi aperti nel caso qualcuno o qualcosa ci attacchi, ma ora non possiamo permetterci nè la resa nè un compromesso."

Alima sembra ponderare per un momento il discorso, annuendo e incamminandosi di nuovo verso il gruppo di coloni, ora visibilmente più nervosi ogni minuto che passa, ed inizia ad arringarli.

"Se vogliamo avere la mentalità di gente intenzionata a restare in pianta stabile, dobbiamo mostrare a questa terra chi è che comanda ora." Dice loro, scrocchiandosi le dita con un rumore metallico minaccioso.

Sta parlando a voce alta, abbastanza da farsi sentire da tutta la squadra e da chiunque sia in ascolto. "E se questo è un tentativo di sabotaggio, intendo risolverlo alla vecchia maniera: forza bruta. Mano alle asce, signore e signori! Abbiamo una strada da aprire! Fatela di un paio di metri più larga, che la piastrelleremo per bene quando avremo del tempo libero. La rete stradale dell'impero Velkan è stata stesa mille e duecento anni fa ed è ancora in uso... la nostra deve durare almeno altrettanto!"

(diplomazia +6, se conta)

Inviato

Dalamar tornò velocemente al gruppo, preoccupato.

''Credo di aver trovato qualcosa di importante.

Chi si intende di piante dovrebbe seguirmi.

Qualcuno è disponibile?''

Inviato

Alima fissa la scena con aria distaccata.

In tutta la spedizione non c'era una persona che si intendesse di piante meno di lei, probabilmente.

"Vengo anch'io."

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