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[Elayne] LiT - 10 Piccoli Contadini


Elayne

Messaggio consigliato

Ahhh che bella vacanza che si prospetta!

Siete stati invitati, ognuno di voi, ad un evento dal signore Connu.

Non potevate rifiutare, l'invito era piuttosto persuasivo.

L'appuntamento era previsto per le 20.00, al porto della ridente citadina SempreVerde.

Ed eccovi qui, tutti.

Si, tutti.

In quanto è indubbio che il vostro oste non si è degnato di farvi capire CHI sarebbe stato presente, alla sua festa.

Vi ritrovate quindi in 10, al porto, più un giovane guidatore del motoscafo.

Motoscafo che vi porterà, senz'alcun dubbio, sull'isola della famiglia nobiliare Connu.

Nota off-game:

Spoiler:  
stasera e domani è una giornata di PbF "tranquillo".

Dovete come al solito trovare i vostri nomi in game, e anche una vostra occupazione, che potrà o meno essere resa nota in game.

Quindi avete insomma più di 24 ore per ruolare e conoscervi. Nel frattempo, farò in modo di fare avanzare alcuni eventi "in game", come il viaggio verso l'isola, e tante altre cose.

Nel vostro primo post, fate una descrizione fisica del vostro personaggio!

Che dire d'altro.

Ah si, uno di voi mi deve fare il ruolo del guidatore del motoscafo!

Il primo che posta al riguardo, ha il ruolo.

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un'arzilla vecchietta si avvicina al molo, muovendo velocemente i piccoli piedini: "ooooooooooh, ma guarda quanti bei giovannotti^^!" dice guardandosi intorno: "salve, baldi ragazzuoli, io sono la signora Elvira, un' amica di vecchia (VECCHISSIMA, anzi VETUSTA) data dei genitori del signorino Connu". La vecchia signora ha la schiena tutta ingobbita e si appoggia ad un bastone, è vestita con un vestito a fiori e gli zoccoli di legno che porta ai piedi fanno un gran baccano sul legno del molo... "ahi ahi ahi, devo avere qualche acciacco... ohi ohi ohi, povera me... avrei dovuto rifiutare l'invito, viaggiare mi fa venire i reumatismi..." ricomincia a dire con la vocina monofonica e un po' rauca, che tuttavia lascia trasparire un tono premuroso. La vecchia Elvira, che oggi è l'affettuosa fioraia della cittadina Sempreverde, un tempo era la badante del vecchio barone Connu, nonno dell'attuale signore. "L'ho visto crescere il signorino, ooh si!!!"

Spoiler:  
spero di non aver rovinato nessuno dei tuoi progetti, in caso dimmelo che modifico^^ comunque invito tutti a notare che Elvira abita a Sempreverde eppure sostiene di avere viaggiato per arrivare al molo... eeeeeh, la vecchiaia fa brutti scherzi...
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la signora Elvira si avvicina e tira un bel buffetto (di quelli che lasciano il segno) alla guancia del motoscafista, riconoscendo in lui un ragazzino che si ricordava dai tempi in cui lavorava come badante (anche se probabilmente il ragazzino di cui si parla non era il povero Ned): "ma che bel giovanotto che sei diventato, ti ricordi della signora Elvira? è passato tanto tempo, saresti dovuto venirmi a trovare... ma tu sei sempre stato un ragazzino senza grandi speranze..." ovviamente il tutto senza preoccuparsi minimamente di offendere il motoscafista (e probabilmente senza nemmeno accorgersene)...

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Ore 22.20

Ned vi va imbarcare tutti sul suo motoscafo.

A parte la fioraia, vecchia e forse con quale rotella fuori posto, nessuno parla.

Come se, facendolo, si mostrerebbe agli altri i qualche schelettri che avete, forse, nei rispettivi armadi...

Il viaggio prosegue tranquillamente, per un paio d'ore.

Perdete di vista anche le luci della costa, mentre il motoscafo si inoltra nel buio pesto.

Ma Ned sembra essere sicuro di se.

Poi lo vedete.

Il Faro.

"Il Faro dell'isola." dice semplicemente Ned.

Difficile definire le dimensioni dell'isola, con questo buio.

Ma grazie alla maestria del guidatore, arrivate ad un picolo molo.

"Poteva arrivare il Lord Connu, vi dice Ned, con noi, stasera.

Per questo l'abbiamo aspettato tanto.

Ma lo andrò a prendere l'indomani.

Nel frattempo, venite, che vi apro il maniero."

Il forte Ned inaugura il ripido sentiero, che sale su dal molo, verso un ombra imponente in lontanza, su per la collina.

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Arrivati presso l'isola, il giovane seduto vicino alla prua del motoscafo si alza svogliatamente e si toglie con un movimento elegante il cappello da cowboy mostrando il suo volto affilato incorniciato da una rada barbetta castana e da folti e mossi capelli dello stesso colore. Il giovane si gira verso la signora Elvira e con un sorriso a metà fra il gentile e il sarcastico la aiuta a scendere dalla barca. Una volta sceso il giovane si guarda intorno cercando di capire qualcosa dell'isola, ma il buio glielo impedisce. "Accidenti da quanto tempo che non vengo qui!" Pensa il giovane, che si chiama Julian e tempo addietro era un amico d'infanzia del barone Connu, mentre ora è un vagabondo che vuole far credere al mondo di essere ora un investigatore, ora un poeta... o qualsiasi altro mestiere gli venga in mente di giorno in giorno. Dopo aver passato qualche secondo a fissare il paesaggio Julian si accorge che i suoi compagni di viaggio si stanno muovendo e si affretta a raggiungerli. La sua figura alta ed esile vestita con pantaloni aderenti, giacca doppiopetto sgualcita e stivali di pelle si accoda alla fila che si sta inerpicando su per una collina

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"io ti devo aver gia visto" dice la vecchia Elvira a praticamente tutti i presenti sulla barca: "mi ricordo di te (un vaaaaaago ricordo...)" e poi viiiiia a raccontare tutta la sua vita più e più volte, fino a che il motoscafo non arriva all'isola e un baldo giovincello la aiuta a scendere da quel trabicolo "ahi ahi ahi, la mia schiena ... ohi ohi ohi, devo avere qualche acciacco ... viaggiare mi fa venire i reumatismi!!!"

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Ore 11.00

Il Maniero, manierino, manierino del Lord Connu.

Arrivati tardi la notte scorsa, siete subito andati a dormire, nelle vostre rispettive stanze.

La mattina, subito i primi guai si fanno sentire.

Prima di tutto, non c'è nessun maggiordomo.

Quindi la colazione, beh, ve la dovete fare da soli.

Inoltre, c'è ancora Ned, con voi.

E' buio in volto.

Il cielo, poi, in lontananza, si sta coprendo di nuvole grigie.

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Un giovanotto biondo, non tanto alto e vagamene ingobbito, scende sul molo mantenendosi in equilibrio stentato sulle proprie gambette storte. poi saluta gli astanti.

Buonashera a tutti. She vi shembra di non conoshcermi è perchè shono venuto qui in vece dei miei genitori, impegnati in un viaggio di affari nel profondo Nord dell'Asia... Mi chiamo Ricky, e shono l'erede della famiglia Marmittu, shecolare alleata della famiglia Connu.

Detto ciò, tenta di raddrizzarsi un po' la schiena, ma senza successo, squadrando con invidia i corpi degli altri.

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Un ragazzo giovane, addosso aveva una maglietta azzurra con su scritto LIT e un paio di pantaloni attillati di dubbio gusto. Si mise in mezzo al gruppo e disse con voce fiera:

Ciao Maria, mi chiamo Gianmattia, ho 22 anni e sono un ballerino di danza classica.

Come cavallo di battaglia presento "la morte del lupo".

Appena finì di parlare partì, non si capì bene da dove, una musica struggente sulla quale, il giovane, danzò in modo soave.

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Appena finì di parlare partì, non si capì bene da dove, una musica struggente sulla quale, il giovane, danzò in modo soave.

Il piccolo storpio fa di tutto per evitare di vedere Gianmattia danzare, ma ne è come rapito...poi avvicinandosi a lui prova a sgambettarlo col bastone che usa come appoggio per comminare.

Maledetto!! Muori, muori!!!

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Ponzio per tutto il tempo non aveva fatto altro che rimanere in silenzio. E' un giovanotto ben vestito e dalla faccia molto antipatica, un vero snob. Veste una camicia bianca, un gilettino da scuola privata con uno stemma su cui è scritto "Vermerosa" con tanto di disegno di vermetto, e delle scarpe classiche che si è curato di non bagnare durante la gita in barca.

Guarda tutti dall'alto in basso, e soprattutto Ned. Sporco manovale!

Tsk..perchè? Spero il padrone ti bastoni se hai combinato qualcosa di male, plebeo..!

Quindi si volta verso Ricky

E tu, storpio, smettila un po..! Mio dio quanto sei brutto..!

Non ha parlato di sè ancora con nessuno, non si capisce perchè uno str*nzetto simile sia stato invitato. Affatto

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"lei signorino Ponzio(Pilato) dovrebbe mantenere un atteggiamento più rispettoso nei confronti dei suoi coetanei... mi dia le mani che le spetta una punizione!!!" dice la signora Elvira tirando fuori dalla valigia una lunga bacchetta di legno, parecchio nodosa... "oooooh quanti ricordi questo bellissimo legnetto, il signorino Connu non l'avra di certo dimenticato, questo è il fondamento di tutta la sua educazione..." poi si rivolge a Ned e gli dice confondendosi evidentemente con un bambino che aveva conosciuto in passato: "ecco, vedi a lasciare sempre le cose in disordine? quante volte te l'ho detto che se avessi lasciato sempre tutta quella confusione nella tua cameretta sarebbe stato difficile trovarci le cose che ti servivano, nel mondo tutto funziona grazie all'ordine ragazzo..."

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Ore 14.45

L'isola, vi rendete conto, è piuttosto piccola, collinosa e rocciosa.

C'è un faro, è vero, su un promontorio.

Ci si mette massimo un ora a fare il giro del perimetro di questo pezzo di terra.

Il maniero è sul punto più elevato.

L'interno e l'arredamento è classico per l'epoca, e denota un certo ordine e opulenza.

Insomma, è piacevole e confortevole.

Da notare, poi, che ognuno di voi aveva la sua stanza predisposta, con tanto di nome su una targa sulla porta.

Tutti, tranne Ned, ovviamente.

Non essendoci altre stanze, lui ha scelto il divano come posto dove dormire.

Il maniero è su 2 piani, c'è anche una sala giochi, una biblioteca, e un salotto.

Senza contare la cucina, la sala da pranzo, ecc.

Spoiler:  
Vi posterò la mappa domani mattina.
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Improvvisamente nelle stanze del palazzo risuonò una dolce melodia. In un angolo della stanza in cui si trovavano gli ospiti Elisabetta, una ragazza che fino a quel momento era rimasta in disparte a causa della sua estrema timidezza, aveva estratto il suo violino dalla custodia e aveva iniziato a suonare. Quello strumento era per lei come un fedele amico, un compagno di viaggio da portare sempre con sè. Era una ragazza minuta dalla carnagione pallida in contrasto con la cascata di ricci scuri che le scendevano fino alla vita. Solo quando suonava Elisabetta si sentiva sicura di sè e. ora come non mai, aveva bisogno del conforto del suono del violino a causa dell' enorme disagio che le provocava stare per tanto tempo in compagnia di sconosciuti.

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Zoppicando sulle gambe storte si fa largo fra gli altri invitati per mettersi in un angolino della tenuta.

O tempora, o mores! Di questi tempi nemmeno un treno su quest'enorme isola! Spero non mi facciano camminare ancora, sennò sbrocco!!

Detto ciò, tira fuori un porta sigarette d'argento, una sigaretta, uno zippo d'oro, un bocchino di platino, e appiccia, sbuffando rivoletti di fumo ad ogni boccata.

Porco due!!

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