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il GDR è forse in crisi?


Messaggio consigliato

Beh il problema del "cuore" del gdr per me è un po' inflazionato. Nel senso che spesso si punta il dito su "quel sistema che ti obbliga al Power Play" ma io ho giocato per anni a D&D 3 senza PP.

Semplicemente abbiamo scelto di non sbatterci per farlo. Dopodiché, per inciso, abbiamo scoperto sistemi più belli e ci siam buttati su quelli ma sto tornando indietro.

Due post fa ho lanciato l'esempio del "materiale fisico", prendiamo i criticatissimi tileset che secondo molti utenti "trasformano il gioco di ruolo in boardgame". Be se non si usano come plancia cosa sono? Semplice un modo per avere in pochi secondi una mappa di dimensioni generose fruibile dai giocatori per le scenne "clou". Più gradevole, d'atmosfera e funzionale dell'A4 a quadretti con uno schizzetto in mezzo al tavolo.

Quindi io direi che un gioco che si adegua allo stile dei giocatori non è mai un male. Insomma i giochi vecchi e belli ci sono e si lasciano giocare. Penso che sia giusto che quelli nuovi seguano percorsi nuovi.

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attento, da quel che so il nuovo rolemaster è semplicemente il rolemaster riordinato un pò... a casa ho il vecchio...mai letto troppe tabelle!!

AM?!?! che sarebbe!?!?!?

ma se si chiedesse a tutti i siti/comunity che creano materiale per giochi di potersi unire tutti sotto uno pseudo archivio?!?!?!?!

sarebbe bello che in italia almeno, tutto o quasi il materiale prodotto dai fan per i gdr venga raccolto e conservato....come una mega libreria..

Riguardo a questo, qualcosa bolle in pentola. Abbiate fede. ;-)

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Ciao bello!

.Il 'trend' dei manualoni di 200 pagine è passa è iniziato con AD&D e Traveller (fine anni settanta)... da lì è andata sempre più rafforzandosi l'idea generale secondo cui i manuali con poche pagine sono il riflesso di regolamenti inferiori come qualità ai fratelli maggiori più corposi.

E no!

Negli anni novanta e duemila: A game of throne due versioni una d20

e una tristat d20 da l'una 500 e l'altra 660 pagine. Path Finder versione definitiva da 560 pagine... insomma i manuali sopra le 200 pagine esisto eccome.

Razionalmente si sa che il numero delle pagine non può essere associato alla qualità, ma istintivamente ci si dirige sempre verso il mattone di 300 pagine... salvo poi utilizzare solo il 50% delle regole presentate. E' una questione psicologica: l'utente medio vuole più informazioni possibili, anche se poi non le mette a frutto. Non si sa mai...

C'è ancora gente che considera D&D Classico (scatola rossa - blu - ecc - circa 120 pagine se consideriamo Base e Expert) come un gdr di serie B o peggio, alla stregua di Heroquest.

Credo che lo stesso ragionamento venga applicato nei riguardi dei gdr indie con meno di 200 pagine.

Non dimentichiamoci poi del fattore 'look', campo in cui di solito i gdr indipendenti (di solito) scarseggiano alquanto.

Due cose.

La prima è legata al fatto che esistono gdr indie che hanno 20 pagine di regole e il resto di applicazione: grazie al cielo.

Per l'art Work: mai vistop Mouse guard??

Guarda e sbianca!!!

Alla facciaccia di Pathfinder, Mouseguard è una spanna sopra.

Aloa! :D

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Da sbiancare e da tradurre, solo che se non si comperano i giochi a nessuno verrà voglia di farlo.

Confermo che per quel poco che capisco dell'inglese il gioco è molto bello.

Edit:

Alcune cose mi lasciano un po' perplesso: io sono un fan di Rolemaster e sono assai contento che qualcuno continui a supportarlo. Però, proprio da fan sono il primo a dire che siamo in pochi. Quindi io non posso fare a meno di pensare a cosa passi mai per la testa degli editori. Che senso ha supportare un gioco che è sempre stato di successo altalenante ed il cui "zoccolo duro" è molto esiguo quando si potrebbe invece pubblicare qualcosa di nuovo (i compratori "virtuali" di materiale indie sono sicuramente più numerosi dei fan di rolemaster)? Vabbe che a quelli della Grifo devo essere simpatico (e sicuramente comprerò i loro prodotti) ma se stacco un attimo il mio cuore e guardo il progetto oggettivamente rimango sempre basito.

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I ragazzi della Red Glove (quelli che stanno pubblicando Rolemaster e Harp) sono anzitutto dei fan, la loro principale occupazione editoriale è quella dei giochi in scatola però, elemento molto più produttivo a coprire eventuali perdite.

Le royalties erano già pagate, il materiale tradotto doveva essere revisionato e implementato con le errata, quindi non c'erano traduttori da ripagare per tutto il lavoro, rimane il grafico impaginatore e i costi di stampa, che credo sia stata fatta in digitale e nell'ordine del centinaio di copie. Altro vantaggio è che essendo Red Raven (Red Glove+Raven) e avendo come unico canale distributivo la Raven appunto, saltano la scontistica del 50% da fare al distributore che si prende in carica i manuali, insomma più margini e un rientro con meno copie vendute.

Per il resto bisognerebbe chiedere a loro.

Mouse Guard difficilmente verrà tradotto, i costi di produzione sarebbero spropositati, 402 pagine fullcolor - farlo in b/n sarebbe di una stupidità fuori dal comune - e con un formato anomalo 8x8 (in)... uno sproposito per il mercato italiano, a meno di un suicidio economico o di costi di copertina stratosferici.

Speriamo che io possa venire smentito, ma temo che sarà così.

Aloa!

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Le royalties erano già pagate, il materiale tradotto doveva essere revisionato e implementato con le errata, quindi non c'erano traduttori da ripagare per tutto il lavoro

Sicuro fenna, io avevo sentito che era stato RItradotto?

Magari sono OT ma se la traduzione è la stessa di strate ci penso su un po' prima di acquistarlo (non era eccelsa). :-(

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@Cyrano

Ritradotto dall'inizio?? Mi pare strano.

Nel senso che prendi un revisore del testo che corregge gli errori e riscrive le frasi più controverse.

Mi pare molto strano che abbiano pagato qualcuno per rifare il lavoro dall'inglese.

Io, almeno preferirei pagare un bravo revisore, che lo paghi una volta, piuttosto che un traduttore e un revisore per controllare il lavoro del secondo traduttore.

Però francamente mi posso sbagliare.

@leprecauno

Hem... domanda retorica in questo periodo non ti pare ;)

Il problema non è investire, il problema è fare volontariato.

Prova a fare due conti dei costi di copertina su Lulu di un tomo come quello, poi tieni presente, facendo il prezzo, che devi pagare le royaltys all'autore del gioco e forse, in questo caso, anche all'autore delle immagini.

Fatti due conti e vedi se non è una spesa notevole.

Credo che fino ad un certo punto, uno lo fa come seconda entrata, come passione: va bene.

Fai tirature in digitale 100 copie per volta - quindi costo a copia elevato -, ma se è roba in b/n te la cavi, metti dei prezzi abbastanza alti per coprirti le spese, anche se non ti rientra tutto subito: ok!

Però inizia a buttar via migliaia di euro per produrre un gdr del genere: insomma ti iniziano a girare, no? Buttar via soldi non è bello per nessuno.

Se hai un'azienda, beh, diglielo tu ai tuoi collaboratori che praticamente non verranno pagati. Credo che la questione sia questa, questione per cui, ad esempio, non vedremo mai Pathfinder in italiano.

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Ed il li si torna... Ora non voglio fare i conti in tasca a nessuno come prima si era inteso. Ma se escludiamo i fan di D&D ove si deve fare un mutuo (e questo da sempre e con qualsiasi versione). Io direi che quello dei giochi di ruolo generali è un hobby relativamente poco costoso.

Però l'estrema diffusione di tale hobby mi lascia perplesso: ok non siamo una massa che divide le acque ma se condideri i forum italiani sull'argomento e la gente che si appassiona ai giochi (forgisti, gamisti ecc.) direi che i presupposti per un mercato florido ci sarebberro. Visto che così non è (almeno non del tutto) io continuo a dire che ho il sospetto che si stia sviluppando la categoria del giocatore che non compra i giochi stessi. Vuoi perché dipende dai manuali del master, vuoi perché li scarica illegalmente. Indipendentemente dal fatto che potrebbe essere pure un suo diritto quello di non acquistare i manuali (purché non si "aggiri l'ostacolo" con emule) questo come dici tu DI FATTO tarpa le ali al commercio.

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Ed il li si torna... Ora non voglio fare i conti in tasca a nessuno come prima si era inteso. Ma se escludiamo i fan di D&D ove si deve fare un mutuo (e questo da sempre e con qualsiasi versione). Io direi che quello dei giochi di ruolo generali è un hobby relativamente poco costoso.

Però l'estrema diffusione di tale hobby mi lascia perplesso: ok non siamo una massa che divide le acque ma se condideri i forum italiani sull'argomento e la gente che si appassiona ai giochi (forgisti, gamisti ecc.) direi che i presupposti per un mercato florido ci sarebberro. Visto che così non è (almeno non del tutto) io continuo a dire che ho il sospetto che si stia sviluppando la categoria del giocatore che non compra i giochi stessi. Vuoi perché dipende dai manuali del master, vuoi perché li scarica illegalmente. Indipendentemente dal fatto che potrebbe essere pure un suo diritto quello di non acquistare i manuali (purché non si "aggiri l'ostacolo" con emule) questo come dici tu DI FATTO tarpa le ali al commercio.

Motivo per cui ripeto la mia idea: non e` un mercato che si presta a fare soldi, pero` ci sono tante persone disposte a partecipare alla creazione di un gioco nuovo. La cosa migliore sarebbe un gioco "open source" creato dagli utenti stessi.
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Sinceramente Dusdan, io conosco molti "utenti". Gabriele Pellegrini ha creato l'ottimo Barbarian ad esempio. Ma per capolavori del calibro di Vampiri, D&D, ecc. Servono altre menti...

Serve gente motivata e (brutale ma vero) pagata onestamente.

Secondo me serve semplicemente una massa critica, nel senso che uno o due persone possono fare un gioco carino, per fare altro serve un team di sviluppatori, un sacco di tester e via dicendo.
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