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Inviata

Ho notato in altri topic una discreta passione per De Andrè, qui nel forum.

Dal momento che sono uno di questi appassionati, propongo un topic dove ognuno possadire le sue opinioni sul suddetto artista, canzoni preferite, commenti, etc...


Inviato

Non posso dire molto su Fabrizio DeAndré. Le mie modeste conoscenze musicali e letterarie nemmeno sfiorano la vastità dei suoi scritti e delle sue poesie: finirei col dire banalità risapute.

Plaudo all’amico Manzo, la cui sensibilità musicale – già apprezzata in altre discussioni – lodevolmente suggerisce che Faber venga commentato dalle parole dello stesso DeAndré.

il druido, che prima di scrivere questo post s’è tolto il cappello

Inviato

Allora mi rischio io..

Un blasfemo

F. De Andrè

Non al denaro, non all'amore, ne al cielo

----------------------------------------------

Mai più mi chinai e nemmeno su un fiore,

più non arrossii nel rubare l'amore

dal momento che inverno mi convinse che dio

non sarebbe arrossito rubandomi il mio.

Mi arrestarono un giorno per le donne ed il vino

non avevano leggi per punire un blasfemo

non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte

mi cercarono l'anima a forza di botte,

perchè dissi che dio imbrogliò il primo uomo

lo costrinse a viaggiare una vita da scemo,

nel giardino incantato lo costrinse a sognare

a ignorare che al mondo c'è il bene e c'è il male.

Quando vide che l'uomo allungava le dita

a rubargli il mistero di una mela proibita

per paura che ormai non avesse padroni

lo fermò con la morte e inventò le stagioni.

Mi cercarono l'anima a forza di botte...

E se furon due guardie a fermarmi la vita

è proprio qui sulla terra la mela proibita

e non dio ma qualcuno che per noi l'ha inventato

ci costringe a sognare in un giardino incantato

----------------------------------------------

L'energia e la forza dell'espressione "mi cercarono l'anima a forza di botte" mi lascia sconvolto ogni volta.

E' un espressione unica, che rende perfettamente la crudezza dell'atto. Avrebbe potuto dire cavarono, o altro, ma il termine cercarono ha molta più forza e molti più significati laterali.

Un genio.

Inviato

Non posso dire molto su Fabrizio DeAndré. Le mie modeste conoscenze musicali e letterarie nemmeno sfiorano la vastità dei suoi scritti e delle sue poesie: finirei col dire banalità risapute.

Plaudo all’amico Manzo, la cui sensibilità musicale – già apprezzata in altre discussioni – lodevolmente suggerisce che Faber venga commentato dalle parole dello stesso DeAndré.

il druido, che prima di scrivere questo post s’è tolto il cappello

Opinioni?

Non oso.

Non sono all'altezza di commentarlo...

maddai...vi pare davvero il caso di sacralizzare così uno degli artisti più dissacratori di sempre... è sbagliato! [-( :mrgreen:

comunque una delle mie favorite rimane

IL TESTAMENTO DI TITO

Tito:

"Non avrai altro Dio all'infuori di me,

spesso mi ha fatto pensare:

genti diverse venute dall'est

dicevan che in fondo era uguale.

Credevano a un altro diverso da te

e non mi hanno fatto del male.

Credevano a un altro diverso da te

e non mi hanno fatto del male.

Non nominare il nome di Dio,

non nominarlo invano.

Con un coltello piantato nel fianco

gridai la mia pena e il suo nome:

ma forse era stanco, forse troppo occupato,

e non ascoltò il mio dolore.

Ma forse era stanco, forse troppo lontano,

davvero lo nominai invano.

Onora il padre, onora la madre

e onora anche il loro bastone,

bacia la mano che ruppe il tuo naso

perché le chiedevi un boccone:

quando a mio padre si fermò il cuore

non ho provato dolore.

Quanto a mio padre si fermò il cuore

non ho provato dolore.

Ricorda di santificare le feste.

Facile per noi ladroni

entrare nei templi che riguargitan salmi

di schiavi e dei loro padroni

senza finire legati agli altari

sgozzati come animali.

Senza finire legati agli altari

sgozzati come animali.

Il quinto dice non devi rubare

e forse io l'ho rispettato

vuotando, in silenzio, le tasche già gonfie

di quelli che avevan rubato:

ma io, senza legge, rubai in nome mio,

quegli altri nel nome di Dio.

Ma io, senza legge, rubai in nome mio,

quegli altri nel nome di Dio.

Non commettere atti che non siano puri

cioè non disperdere il seme.

Feconda una donna ogni volta che l'ami

così sarai uomo di fede:

Poi la voglia svanisce e il figlio rimane

e tanti ne uccide la fame.

Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore:

ma non ho creato dolore.

Il settimo dice non ammazzare

se del cielo vuoi essere degno.

Guardatela oggi, questa legge di Dio,

tre volte inchiodata nel legno:

guardate la fine di quel nazzareno

e un ladro non muore di meno.

Guardate la fine di quel nazzareno

e un ladro non muore di meno.

Non dire falsa testimonianza

e aiutali a uccidere un uomo.

Lo sanno a memoria il diritto divino,

e scordano sempre il perdono:

ho spergiurato su Dio e sul mio onore

e no, non ne provo dolore.

Ho spergiurato su Dio e sul mio onore

e no, non ne provo dolore.

Non desiderare la roba degli altri

non desiderarne la sposa.

Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi

che hanno una donna e qualcosa:

nei letti degli altri già caldi d'amore

non ho provato dolore.

L'invidia di ieri non è già finita:

stasera vi invidio la vita.

Ma adesso che viene la sera ed il buio

mi toglie il dolore dagli occhi

e scivola il sole al di là delle dune

a violentare altre notti:

io nel vedere quest'uomo che muore,

madre, io provo dolore.

Nella pietà che non cede al rancore,

madre, ho imparato l'amore".

canzone che reputo anche musicalmente molto gradevole, le strofe che preferisco sono quelle di "non dire falsa testimonianza" e "non rubare". è davvero una crtitca perfetta, cattiva ma non a sproposito, trova alla perfezione gli errori della chiesa che parecchi fanno fatica ad accettare.

Inviato

Chi mi conosce lo sa, la mia canzone preferita di De Andrè è indubbiamente

Amico Fragile

Evaporato in una nuvola rossa

in una delle molte feritoie della notte

con un bisogno d'attenzione e d'amore

troppo "Se mi vuoi bene piangi "

per essere corrisposti,

valeva la pena divertirvi le serate estive

con un semplicissimo "Mi ricordo"..

per osservarvi affittare un chilo d'erba

ai contadini in pensione e alle loro donne

e regalare a piene mani oceani

ed altre ed altre onde ai marinai in servizio,

fino a scoprire ad uno ad uno i vostri nascondigli

senza rimpiangere la mia credulità

perché già dalla prima trincea

ero più curioso di voi,

ero molto più curioso di voi.

E poi sorpreso dai vostri "Come sta"

meravigliato da luoghi meno comuni e più feroci,

tipo "Come ti senti amico, amico fragile,

se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te"

"Lo sa che io ho perduto due figli"

"Signora lei è una donna piuttosto distratta."

E ancora ucciso dalla vostra cortesia

nell'ora in cui un mio sogno

ballerina di seconda fila,

agitava per chissà quale avvenire

il suo presente di seni enormi

e il suo cesareo fresco,

pensavo è bello che dove finiscono le mie dita

debba in qualche modo incominciare una chitarra.

E poi seduto in mezzo ai vostri arrivederci,

mi sentivo meno stanco di voi

ero molto meno stanco di voi.

Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta

fino a vederle spalancarsi la bocca.

Potevo chiedere ad uno qualunque dei miei figli

di parlare ancora male e ad alta voce di me.

Potevo barattare la mia chitarra e il suo elmo

con una scatola di legno che dicesse perderemo.

Potevo chiedere come si chiama il vostro cane

Il mio è un po' di tempo che si chiama Libero.

Potevo assumere un cannibale al giorno

per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle.

Potevo attraversare litri e litri di corallo

per raggiungere un posto che si chiamasse anarchia.

E mai che mi sia venuto in mente,

di essere più ubriaco di voi

di essere molto più ubriaco di voi.

In questa canzone, che risulta molto piu' comprensibile a chiunque abbia affrontato almeno una volta nella sua vita una crisi esistenziale a suon di bicchieri, è racchiuso un intero mondo: l'amore che "strappa i capelli", sempre per usare i termini Deadreiani, le banalità prosciuganti e le piccole crudeltà giornaliere, in una ricerca, vana, di qualcosa di migliore, di piu' magico e piu' reale al tempo stesso. Una ricerca che porta dritto in quel posto anarchico e perdente, dove si puo' imparare la propria distanza dalle stelle.

Zigh :cry:

Inviato

tutto qui?

è tra i cantanti preferiti di lameno 6/7 di voi e nessuno posta qui? [-X :evil:

CARLO MARTELLO RITORNA DALLA BATTAGLIA DI POITIERS

Re Carlo tornava dalla guerra

lo accoglie la sua terra

cingendolo d'allor

al sol della calda primavera

lampeggia l'armatura

del sire vincitor

il sangue del principe del Moro

arrossano il ciniero

d'identico color

ma più che del corpo le ferite

da Carlo son sentite

le bramosie d'amor

"se ansia di gloria e sete d'onore

spegne la guerra al vincitore

non ti concede un momento per fare all'amore

chi poi impone alla sposa soave di castità

la cintura in me grave

in battaglia può correre il rischio di perder la chiave"

così si lamenta il Re cristiano

s'inchina intorno il grano

gli son corona i fior

lo specchi di chiara fontanella

riflette fiero in sella

dei Mori il vincitor

Quand'ecco nell'acqua si compone

mirabile visione

il simbolo d'amor

nel folto di lunghe trecce bionde

il seno si confonde

ignudo in pieno sol

"Mai non fu vista cosa più bella

mai io non colsi siffatta pulzella"

disse Re Carlo scendendo veloce di sella

"De' cavaliere non v'accostate

già d'altri è gaudio quel che cercate

ad altra più facile fonte la sete calmate"

Sorpreso da un dire sì deciso

sentendosi deriso

Re Carlo s'arrestò

ma più dell'onor potè il digiuno

fremente l'elmo bruno

il sire si levò

codesta era l'arma sua segreta

da Carlo spesso usata

in gran difficoltà

alla donna apparve un gran nasone

e un volto da caprone

ma era sua maestà

"Se voi non foste il mio sovrano"

Carlo si sfila il pesante spadone

"non celerei il disio di fuggirvi lontano,

ma poiché siete il mio signore"

Carlo si toglie l'intero gabbione

"debbo concedermi spoglia ad ogni pudore"

Cavaliere egli era assai valente

ed anche in quel frangente

d'onor si ricoprì

e giunto alla fin della tenzone

incerto sull'arcione

tentò di risalir

veloce lo arpiona la pulzella

repente la parcella

presenta al suo signor

"Beh proprio perché voi siete il sire

fan cinquemila lire

è un prezzo di favor"

"E' mai possibile o porco di un cane

che le avventure in codesto reame

debban risolversi tutte con grandi pu**ane,

anche sul prezzo c'è poi da ridire

ben mi ricordo che pria di partire

v'eran tariffe inferiori alle tremila lire"

Ciò detto agì da gran cialtrone

con balzo da leone

in sella si lanciò

frustando il cavallo come un ciuco

fra i glicini e il sambuco

il Re si dileguò

Re Carlo tornava dalla guerra

lo accoglie la sua terra

cingendolo d'allor

al sol della calda primavera

lampeggia l'armatura

del sire vincitor

una satira così bella mai l'avevo sentita e mai la sentirò...questa canzone davvero non posso commentarla, solo applaudirla

=D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D>

Inviato

Fiume Sand Creek

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura

sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura

fu un generale di vent'anni

occhi turchini e giacca uguale

fu un generale di vent'anni figlio di un temporale

c'è un dollaro d'argento sul fondo del Sand Creek.

I nostri guerrieri troppo lontani sulla pista del bisonte

e quella musica distante diventò sempre più forte

chiusi gli occhi per tre volte

mi ritrovai ancora lì

chiesi a mio nonno è solo un sogno

mio nonno disse sì

a volte i pesci cantano sul fondo del Sand Creek.

Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso

l'inferno in un orecchio nell'altro il paradiso

le lacrime più piccole

le lacrime più grosse

quando l'albero della neve

fiorì di stelle rosse

ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek.

Quando il sole alzò la testa tra le spalle della notte

c'erano solo cani e fumo e tende capovolte

tirai una freccia in cielo

per farlo respirare

tirai una freccia al vento

per farlo sanguinare

la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek

Inspirata ad uno dei masssacri piu' ignobili della storia umana, questa canzone è particolarmente bella per il suo accostarsi alle tematiche ed al modo di pensare di una cultura cosi' tanto diversa dalla nostra, come quella degli indiani. Mi stupisco sempre inoltre come Faber riesca a generare emozioni tristi anche con sonorita' tutto sommato allegre e spensierate, unendole a frasi devastanti come "sognai talmente forte che mi usci' il sangue dal naso".

Per chiunque voglia saperne di piu' sull'episodio del Sand Creek:

http://www.viadelcampo.com/html/fiume_sand_creek.html

Inviato

Quest'ultima non la conosco manzo..provvederò ;)

Per Airon: CARLO MARTELLO RITORNA DALLA BATTAGLIA DI POITIERS non l'ha scritta De Andrè, ma il nostro Paolo Villaggio, in una collaborazione con il Poeta.

Non so se abbia scritto anche le musiche, ma posso dire con abbastanza certezza che le parole siano del simpatico Fantozzi.. ;)

Inviato

mmm... :oops: non lo sapevo Wolf, grazie per avermelo detto.

Sono comunque molte le canzoni che De Andrè ha scritto con altri, o perlomeno con altri citati tra gli autori.

Inviato

Certo verissimo, come anche Don Raffaé, che ha scritto con Roberto Murolo se non sbaglio..ma non sono sicuro sul nome di questo secondo.

La guerra di Piero

Fabrizio de Andrè

Dormi sepolto in un campo di grano

non è la rosa non è il tulipano

che ti fan veglia dall'ombra dei fossi

ma sono mille papaveri rossi

Lungo le sponde del mio torrente

voglio che scendano i lucci argentati

non più i cadaveri dei soldati

portati in braccio dalla corrente

Così dicevi ed era d'inverno

e come gli altri verso l'inferno

te ne vai triste come chi deve

il vento ti sputa in faccia la neve

Fermati Piero, fermati adesso

lascia che il vento ti passi un po' addosso

dei morti in battaglia ti porti la voce

chi diede la vita ebbe in cambio una croce

Ma tu non lo udisti e il tempo passava

con le stagioni a passo di java

ed arrivasti a varcar la frontiera

in un bel giorno di primavera

E mentre marciavi con l'anima in spalle

vedesti un uomo in fondo alla valle

che aveva il tuo stesso identico umore

ma la divisa di una altro colore

Sparagli Piero, sparagli ora

e dopo un colpo sparagli ancora

fino a che tu non lo vedrai esangue

cadere in terra a coprire il suo sangue

E se gli spari in fronte o nel cuore

soltanto il tempo avrà per morire

ma il tempo a me resterà di vedere

vedere gli occhi di un uomo che muore

Altra canzone stupenda, che fa capire una delle tantissime sfaccettature della guerra e del portare la morte.

Con un ritmo accogliente, e delle parole dirette, rende l'angoscia di un militare umano.

  • 4 settimane dopo...
Inviato

Non posso far a meno d'intervenire anch'io considerando De André il mio cantautore preferito!

Ma non vi posterò una delle sue canzoni, non saprei quale scegliere eppoi dipende anche dalla giornata....

Vi posto invece qualche notissiola sulle canzoni già inviate per stuzzicare la vostra curiosità, benché chi conosce Fabrizio non le troverà nuove...

Un blasfemo, e ogni canzone di quell'album è ispirata alle poesie dell'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters (un capolavoro);

Il testamento di Tito, come tutte le canzoni dell'album "La buona novella", sono ispirate ai vangeli apocrifi...Tito infatti è il nome del ladrone buono che viene crocifisso con Gesù;

Amico Fragile, se non erro, è dedicata al cantante Tenco, morto suicida a San Remo;

Carlo Martello è stata scritta difatto a 4 mani assieme a Paolo Villaggio, così come un'altra canzone di De André: Il fannullone;

Sulla tragedia del Sand Creek è già stato postato;

Don Raffaé è stata scritta con la complicità di Roberto Murolo (wolf correggi);

La musica de La guerra di Piero è stata presa da Riccardo Marasco (e chi è fiorentino lo sa) per la comica canzone l'Alluvione...ma questa è un'altra storia... :wink:

Inviato

Mr connery, si vede che hai una sviluppata cultura in campo deandreiano!

Io sapevo pero' che Amico Fragile fu scritta dopo una "serata da ubriaco" in una festa per ricchi. Questo e' almeno quello che dice Vasco, prima di cantare suddetta canzone al concerto tributo qualche anno fa, leggendo un documento originale o qualcosa di simile. Se poi Faber decise di dedicarla a Tenco oppure no, questo non lo so :-)

Inviato

Quella del Blasco non lo sapevo...

Tra le altre cose, non posso fare a meno di citare La canzone di Marinella..tramite la quale, cantata da Mina ha fatto conoscere Fabrizio e la sua musica in tutta l'Italia... detta canzone poi, mi dicono e ho sentito, la cantano ad ogni concerto gli Afterhours...(scusante: la cantava come ninnananna la nonna al cantante del gruppo)....

  • 2 settimane dopo...
Inviato

Un autentico genio. Penso che "Non al Denaro non all'amore nè al cielo" sia il più grande concept album della musica italiana.

Concordo: non posso scegliere una canzone di De André che più mi piace, ma ne sto ascoltando una in questo istante...

Coda di Lupo

Quando ero piccolo m'innamoravo di tutto correvo dietro ai cani

e da marzo a febbraio mio nonno vegliava

sulla corrente di cavalli di buoi

sui fatti miei sui fatti suoi

e al dio degli inglesi non credere mai

E quando avevo duecento lune e forse qualcuna è di troppo

rubai il primo cavallo e mi fecero uomo

cambiai il mio nome in "Coda di lupo"

cambiai il mio pony con un cavallo muto

e al loro dio perdente non credere mai

E fu nella notte della lunga stella con la coda

che trovammo mio nonno crocifisso sulla chiesa

crocifisso con forchette che si usano a cena

era sporco e pulito di sangue e di crema

e al loro dio goloso non credere mai

E forse avevo 18 anni e non puzzavo più di serpente

possedevo una spranga un cappello e una fionda

e una notte di gala con un sasso a punta

uccisi uno smoking e glielo rubai

e al dio della Scala non credere mai.

Poi tornammo in Brianza per l'apertura della caccia al bisonte

ci fecero l'esame dell'alito e delle urine

ci spiegò il meccanismo un poeta andaluso

"per la caccia al bisonte - disse - il numero è chiuso"

e a un dio a lieto fine non credere mai.

Ed ero già vecchio quando vicino a Roma a Little-Big-Horn

capelli corti generale ci parlò all'università

dei fratelli tute blu che seppellirono le asce

ma non fumammo con lui non era venuto in pace

e a un dio fatti il culo non credere mai.

E adesso che ho bruciato venti figli sul mio letto di sposo

che ho scaricato la mia rabbia in un teatro di posa

che ho imparato a pescare con le bombe a mano

che mi hanno scolpito in lacrime sull'arco di Traiano

con un cucchiaio di vetro scavo nella mia storia

ma colpisco un po' a casaccio perché non ho più memoria

e a un dio senza fiato non credere mai.

  • 10 mesi dopo...

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