Rincewind Inviato 15 Giugno 2006 Segnala Inviato 15 Giugno 2006 quale è la differenza tra pazzo e folle? ritorno a dire che una persona che ha un'alterata percezione di se può essere anche intelligentissima... ma rimanere pazza comunque! basta pensare a Hannibal the Cannibal... era un genio ma considerava gli altri essere umani cibo!
imported_Longino Inviato 15 Giugno 2006 Segnala Inviato 15 Giugno 2006 Beh, ma quella è pazzia secondo te, che sei abituato a non mangiare gli altri uomini!
Jade Silvershine Inviato 15 Giugno 2006 Segnala Inviato 15 Giugno 2006 Personalmente non legherei assolutamente i problemi mentali alla saggezza, piuttosto li vedrei come una cosa separata. Si sa che il personaggio in questione ha dei problemi (che so, schizofrenia, manie di persecuzione etc..) e ci si accorda con il giocatore di conseguenza su come vada interpretato.
Rincewind Inviato 15 Giugno 2006 Segnala Inviato 15 Giugno 2006 quindi non ti darebbe nessun fastidio vedere un personaggio con sag 18 lanciarsi in mischia al grido di kawaboonga contro nemici che sa essere pi? forti di lui, sol perchè è convinto di essere immortale?
imported_Longino Inviato 15 Giugno 2006 Segnala Inviato 15 Giugno 2006 Provo ad elaborare meglio il concetto. Una persona è "pazza" quando il suo comportamento non è, per quanto ci è dato di comprendere, legato ad un ragionamento coerente ne relazionato al mondo che lo circonda. In D&D la saggezza rappresenta sia la capacità di fare ragionamenti coerenti, che la capacità di comprendere ciò che ci sta intorno ( in modo pi? o meno intuitivo, in base all'intelligenza). Una persona con poca saggezza può essere semplicemente una persona molto distratta, o una persona che cambia facilmente idea, come una persona che agisce in modo "strano" perchè non riesce a comprendere ciò che le sta intorno... capisci già da questo che cercare di dare una definizione precisa di pazzia basandosi sulla saggezza D&Desca ha qualche limite... Credo proprio di non essermi spiegato! EDIT : no, a me non darebbe alcun fastidio... Io giocavo un chierico di Kossuth che per mettere a prova le persone usava il fuoco, ovvio che quasi tutti fallivano la prova, lui compreso. Il suo obiettivo era quello di migliorare se stesso, fino a quando non fosse stato degno dei favori di Kossuth.... ad un certo livello, guadagnata la protezione dagli elementi, si sentiva sempre pi? vicino al proprio padrone, e sempre superiore rispetto a quei mortali che continuavano a fallire la prova... e dagli che ti ridagli m'è diventato un arconte elementale! Alla fine chi c'aveva ragione, lui che letteralmente "metteva la mano sul fuoco" per stabilire le proprie capacità, o gli altri che per pigrizia non hanno voluto impegnarsi a raggiungere una forma migliore?
Jade Silvershine Inviato 15 Giugno 2006 Segnala Inviato 15 Giugno 2006 quindi non ti darebbe nessun fastidio vedere un personaggio con sag 18 lanciarsi in mischia al grido di kawaboonga contro nemici che sa essere pi? forti di lui, sol perchè è convinto di essere immortale? Se si crede immortale credo (e spero) abbia un valido motivo. Personalità così particolari credo vadano concordate bene prima tra giocatore e master. Se me la motiva bene, non ho problemi. Anche se il kawaboonga lo lascerei perdere
imported_Longino Inviato 15 Giugno 2006 Segnala Inviato 15 Giugno 2006 L'immortalità dev'essere giustificata bene, come dice Jade... e comunque è una convinzione che si perderà presto di fronte alla cruda realtà del master!
Rincewind Inviato 16 Giugno 2006 Segnala Inviato 16 Giugno 2006 se non ho inteso male le vostre affermazioni, una valida interpretazione può essere completamnte scorrelata da quelli che sono i punteggi delle caratteristiche... non so perhcè ma l'idea che qualcuno che per il suo comportamento nella nostra società sarebbe rinchiuso in una casa di cura (i manicomi non esistono pi?, giusto?) ha sulla sua scheda un punteggio di saggezza superiore alla media mi fa lo stesso effetto di un esperto giocatore di scacchi, che magari si esprime citando mosse famose e pianifica tutte le sua azioni che però ha int 9... de gustibus...
imported_Longino Inviato 16 Giugno 2006 Segnala Inviato 16 Giugno 2006 non so perhcè ma l'idea che qualcuno che per il suo comportamento nella nostra società sarebbe rinchiuso in una casa di cura (i manicomi non esistono pi?, giusto?) ha sulla sua scheda un punteggio di saggezza superiore alla media mi fa lo stesso effetto di un esperto giocatore di scacchi, che magari si esprime citando mosse famose e pianifica tutte le sua azioni che però ha int 9... Questi sono casi estremi, e non stiamo parlando di questo. Quello che stiamo cercando di dirti è che la saggezza non è univoca. Il vecchio sciamano indiano, che bolle sangue di rana con urina per curare il mal di testa, è saggio tanto quanto il pi? sapiente dei nostri luminari, il problema è che le loro posizioni vanno inserite in un contesto preciso! Quello che differenzia un pazzo dal tuo pg è che il pazzo, nel 99% dei casi, non fa ragionamenti coerenti. Le credenze acquistano valore se sono coerenti, non se sono esatte.
Rincewind Inviato 16 Giugno 2006 Segnala Inviato 16 Giugno 2006 la domanda originale da me posta era: è correto permettere di giocare un personaggio con alta saggezza come se fosse uno privo di discernimento, solo perchè il giocatore non vuole perdere i bonus derivanti dall'avere un punteggio alto, ma desidera interpretare un personaggio originale? in quel caso era lo stesso giocatore a riconoscere che il suo era un personaggio folle... non il master che dopo aver visto il suo comportamento lo apostrofa come tale...
imported_Longino Inviato 16 Giugno 2006 Segnala Inviato 16 Giugno 2006 Mah, secondo me aquesto punto bisogna guardare al caso specifico. Che linea di condotta tiene il tuo PG, qual'è la sua alienazione mentale? Ha solo quella o si comporta da folle in modo indiscriminato?
Rincewind Inviato 16 Giugno 2006 Segnala Inviato 16 Giugno 2006 secondo me non è necessario andare a vederee il caso specifico (comunque basta leggere i miei post nelle pagine precedenti e si trova tutto quello che so di questo aborto di PG) perchè se il master è disposto a tollerare la pazzia di un PG con sag 18 non storcerà il naso di fronte a un cauto PG con sag 7... Per quanto riguarda la saggezza, il manuale dice: "la saggezza indica la forza di volontà, il buon senso, la perspicacia e l'intuito di un personaggio." chi ha saggezza alta deve avere la capacità di fare ragionamenti coerenti, anche se sbagliati. la capacità di ragionare è legata all'intintelligenza. La sag regola le percezioni
larrel Inviato 16 Giugno 2006 Segnala Inviato 16 Giugno 2006 se il master è disposto a tollerare la pazzia di un PG con sag 18 non storcerà il naso di fronte a un cauto PG con sag 7... bisogna vedere se la pazzia in quasto porta a non essere cauto, o comunque, dato che la saggezza non è solo questo, a a quanto il personaggio si rende conto della situazione che ha intorno.
khandra Inviato 16 Giugno 2006 Segnala Inviato 16 Giugno 2006 [MOD ON] Ragazzi, questa conversazione sta diventando fatta un po' tanto da botte e risposte secche. Posto che state affrontando un argomento complicato, vi chiederei di cercare di esprimere le vostre opinioni in modo un po' pi? articolato, onde evitare di risultare anche involontariamente difficili da leggere, incomprensibili e o poco rispettosi delle idee altrui. Grazie! [MOD OFF]
imported_Longino Inviato 16 Giugno 2006 Segnala Inviato 16 Giugno 2006 @ Khandra : ci provo, ma l'argomento è spinoso! la capacità di ragionare è legata all'intintelligenza. La sag regola le percezioni Partiamo da due presupposti : Conoscenza Incorporata e Habitus. L'essere umano ha come unico metro con il quale conoscere il resto del mondo il proprio corpo, ergo l'uomo costruisce il proprio sistema sensivo in base a ciò che lo circonda. La "conoscenza grezza" che deriva da questo forma l'Habitus, ovvero l'insieme dei criteri che regolano la conoscenza incorporata, e che ci permettono di "comprendere" il mondo. Deriva quindi che l'habitus varia in base all'ambiente nel quale l'uomo si trova a vivere, e forma ogni aspetto della sua vita. Banalizzando e portando in termini D&D eschi la conoscenza incorporata è la Saggezza, ovvero la capacità di legare causa ad effetto; l'habitus invece è l'Intelligenza, ovvero la capacità di creare cause per ottenere effetti. Le due cose non sono e non possono essere slegate, proprio in virt? di del fatto che è la conoscenza incorporata che forma l'habitus. Il problema che ci si pone davanti è : in che casi la conoscenza grezza è manchevole, e quindi altera l'habitus, e in che casi invece è forte, e quindi permette un habitus estremamente efficace? Può un solo "difetto" nella capacità di legare causa-effetto compromettere tutta la capacità di percepire il mondo, oppure si limiterà a produrre un difetto nell'habitus? Se il tuo personaggio ha solamente la percezione della propria morte alterata modificherà il proprio schema mentale di conseguenza, ma tutte le altre percezioni possono essere normali e, anzi, può essere addirittura pi? lucido di altri! Per questo ti dico che secondo me il caso specifico è determinante. Se fossi io il DM chiederei di scrivere un BG adatto che giustifichi questo difetto percettivo, e cercherei di capire in che modo questo difetto modifica il modo di interagire con il resto del mondo. Se queste posizioni fossero, nel complesso, coerenti sarei disposto a lasciare l'alto punteggo di saggezza, e magari anche di intelligenza... ma pretendere un interpretazione impeccabile, e non lascerei interpretare un pazzo scatenato che agisce spinto dall'istinto. Insomma, secondo me la posizione va giustificata e interpretata "seriamente", altrimenti ci troveremmo davvero di fronte ad un PG pazzo! PS : spesso e volentieri per giustificare a se stesso e agli altri queste posizioni "estreme", le persone si rifugiano in una ritualità molto rigida, questo è un ottimo spunto per il PG.!
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