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Caccia alla volpe. (Per cor3i)


Arohn

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Inviato

La sua memoria poteva quindi tornarle utile! Si ritrovò per la prima volta in tutti questi lunghi giorni, ad accennare un sorriso...

Si incamminò verso nord a passo sostenuto. Sospirava pensando a un letto in una locanda...

Inviato

Si accorse che il fiume, proseguendo verso nord, era adiacente alle mura della città, costituendo una perfetta difesa naturale contro le invasioni. La zona era stata disboscata artificialmente per almeno 200 metri dal fiume, probabilmente come ulteriore difesa in caso di guerra, per tenere gli invasori a portata degli archi.

Finalmente vide a qualche chilometro un ponte. Quasi correva dalla contentezza di essere finalmente giunta. qualche minuto dopo mise finalmente piede sul ponte, a qualche metro da lei poteva vedere due guardie, a protezione del portone alla fine di esso.

La struttura era in pietra, era larga almeno 3 metri per consentire ai carri il passaggio, lungo 12 circa. Un rumore d'acqua qui era più forte che mai, infatti a qualche metro, a nord del portone, una meravigliosa cascata, larga circa 3 metri, fuoriusciva direttamente dalle mura della città, a circa 10 metri d'altezza. L'acqua si riversava direttamente nel fiume. Dopo la cascata le mura si protendevano per un'altra decina di metri verso nord per poi scomparire in una torre circolare.

Quella città era sicuramente un capolavoro di ingegneria, lo si poteva intuire gia dalla cascata. Da dove prendesse mai l'acqua per essere alimentata??

Inviato

Saviel si fece coraggio. Era arrivata infondo alla prima parte del suo cammino senza troppi problemi... forse...

La sua mente tornò a Erial, e a ciò che lei aveva fatto lui. Sperava fortemente di arrivare fino in fondo in questa storia, così che la sua morte non sarebbe stata invana.

Mentre pensava ciò, si avvicinò al ponte, e iniziò a camminare verso la città.

Voleva trovare una locanda, e sistemarsi per un paio di notti

  • 3 settimane dopo...
Inviato

(chiedo perdono la febbre mi è scesa giusto ieri. speriamo resto stabile)

Non appena le guardie si accorsero di Saviel smisero di chiacchierare. Uno era un umano, bello, alto capelli biondi, corti, barba incolta, labbra sottili e occhi azzurri. Era equipaggiato in armatura a scaglie, e uno spadone a due mani dietro le spalle. alla cintura era legata una balestra leggera, gia carica. al petto, era legato un balteo, nelle quali cinghie erano infoderati dei pugnalini da lancio.

L'altro era un elfo bianco. la sua pelle, ai riflessi del sole presentava stilose sfumature azurrine. i capelli lunghi e argentei avevano le stesse sfumature della pelle. gli occhi verdi scrutarono la donna, che intuì che l'elfo immediatamente aveva individuato le ferite che aveva. L'elfo era con una corazza di cuoio borchiato, alla cintura, ai due fianchi, aveva legate due spade corte. dietro la schiena un arco lungo che sembrava stilizzato, e composto da più pezzi messi assieme: i flettenti e il telaio, con impugnatura. Il telaio era in metallo, un metallo azzurro che ricordava vagamente l'argento. i flettenti sembravano di olmo laccato. (E' un arco composito)

Entrambe le guardie, erano di media statura, corporatura robusta. L'umano certamente più robusto dell'elfo, ma questi non sembrava affatto meno forte del primo.

"salve signorina, la dobbiamo trattenere per alcune domande di routine" cominciò l'umano alzando la voce quel tanto che bastava da sovrastare il fragore della cascata dal fiumiciattolo interno. L'elfo restava in silenzio serio, attendendo risposte.

Inviato

Il suono della voce delle guardie interruppe i pensieri di Saviel, che si sentiva al sicuro ormai.

Si rese conto del potenziale pericolo di questa situazione, ed in cuor suo avrebbe voluto aver speso un giorno in più di cammino per prendere la strada a sud della città...

Si toccò spontaneamente la nuca e aggiunse:

"Salve... sono al vostro servizio, anche se molto stanca"

(p.s. Arohn, fammi sapere cosa sò sulla città di Valorean... :rolleyes:)

Inviato

(sai che è una città in cui girano tantissime persone molto poco affidabili. sai anche che è il covo di molte corporazioni di ladri che estendono la loro rete nera in tutta alar, nell'ombra. I nomi non ti sono noti, come al 90% di alar peraltro)

"la ringrazio della collaborazione. Mi serve sapere il suo nome, il cognome se ne ha uno e la sua provenienza. Inoltre devo chiederle i motivi per cui lei è giunta in upr cormr." Cominciò l'umano con voce atona, come se quella fosse una cantilena gia recitata molte altre volte in quella giornata. Saviel stava per rispondere, quando un forte starnuto fece scomporre la guardia elfo "maledetta acqua" disse quello tra se. L'umano sorrise, poi portò l'attenzione alla donna e la invitò a rispondere con un cenno del capo.

Quella persona ispirava sicurezza e fiducia. L'elfo invece le dava un senso di controllo. nulla sfuggiva ai suoi occhi, e in sua presenza la donna si sentiva quasi nuda.

Quelle due guardie erano state messe assieme non a caso. era un connubio perfetto di attenzione e cortesia.

Inviato

"Il mio nome è Seviel Wenesse...

Sto viaggiando da Vladamnel verso Marn, ma ho bisogno di fermarmi a Upr-Cromr, perchè sono stata aggredita da una elfa presso il passo del Lupo. Non ho avuto nemmeno il tempo di reagire che mi ha colpito in testa"

Aggrottò la fronte, e si toccò la nuca, dove aveva ricevuto il colpo. Aggiunse, girandosi un attimo a guardare il bosco:

"Quando ho ripreso i sensi, ero molto debole, e lentamente mi sono trascinata fino qua.

Sulla mia strada, ho incontrato il cadavere di un'altro elfo... Credo che sia stato meno fortunato di me. "

Inviato

(erial era umano)

L'elfo sorrise "Capisco, e la brigante elfa ha pensato bene di lasciarvi i vostri averi, eh giovane maga?" L'umano guardò male il compagno, poi con volto serafico lo interruppe "controlleremo e indagheremo sul cadavere che avete trovato, grazie per la segnalazion. Intanto le auguro un felice soggiorno nella ospitale Upr-Cormr. La locanda più vicina è l'alh.." Sorrise d'imbarazzo, poi ci riprovò "l'ahili.." -L'Alhizstaff - interruppe l'elfo "maleddetti gli scioglilingua gnomici..." riprese imbarazzato l'umano. "comunque questo a nord è il settore più ricco di upr-cormr, i prezzi delle locande sono abbordabili, ma un pò altini. tuttavia è alto anche il servizio e il lusso che vi viene offerto." Si spostò lateralmente per far spazio sufficiente alla donna per passare "felice permanenza." concluse l'umano. Era ad upr cormr finalmente.

(metti insieme in un unico racconto. poi lo spezzetto io e lo posto a pillole su ML e forum. Aggiungerò alcuni retroscena alla versione completa, quindi rileggilo se vuoi. ma non dimenticare che dei retroscena te non sai nulla :D posta qui il racconto messo insieme ok??)

Inviato

3 Aphete,

Ormai un giorno era passato da quando l'elfa aveva abbandonato la foresta di vael. Aveva gia superato il ponte che consentiva di passare all'altra riva del fiume Dahn, quando il sole cominciava a calare. Continuò a camminare in direzione est per qualche ora prima che il sole fosse totalmente tramontato e , dopo aver lasciato un piacevole rossore in cielo, fatto spazio alla luna e alle stelle. L'aria era fresca, e leggermente umida, nonostante il cielo fosse completamente sgombro da nuvole. Che spettacolo, le stelle sembravano danzare intorno alla luna piena che era nettamente in contrasto sullo sfondo nero della notte.

La donna continuava a camminare; Scappava, Scappava dai suoi ricordi, scappava dal suo dolore, e forse dalla sua probabile morte. Ma ciò che era più importante: Scappava dalla verità... O forse vi si avvicinava? Ora che ripensava agli avvenimenti di quella notte, in cui per legittima difesa levò il pugnale contro il suo amato, una leggera nebbiolina rossa, quasi invisibile, accompagnava quei tristi eventi. Durante i suoi pensieri notturni le si ripetevano quelle immagini ossessivamente rovinandole lo stato di trance in cui erano soliti cadere gli elfi, per alleviare i dolori della stanchezza. Proprio ad Upr-Cormr si vociferava di un mistero. Uno strano fenomeno naturale che vede il comparire di una fitta nebbia rossa che poi viene trascinata dal vento e finisce per creare dei fantastici effetti visivi, e in alcuni casi illusori. Forse l'avvenimento che aveva messo lei contro il suo amato aveva a che fare proprio con questo evento, che forse era tutto fuorchè naturale.

Intanto cominciava la salita verso il passo dei lupi, che attraversava il "mare di pietra". Ma era piuttosto tardi per continuare sola soletta, inoltre la stancazza cominciava ad accompagnare i suoi pesanti passi, e a chiudere i suoi occhi.

La zona circostante era una zona quasi pianeggiante, se non per la live pendenza che preannunciava la salita verso il passo (a qualche ora di cammino forse). Qualche albero qua e la adornavano quei prati bagnati a causa dell'umidità presente nell'aria.

Seviel tirò fuori un pezzo di spago e del legno dalla sacca malandata che penzolava alle sue spalle... iniziò a legare a modo di spirale lo spago attorno al legno cantilenando una formula arcana

"Cerca di coprire le orme che lascio per terra dietro di me" disse ad un certo punto con un tono di voce preoccupato mentre rallentava la marcia, girandosi ogni tanto, come per controllare dietro di sè.

Luci bluastre coprirono le mani dell'invocatrice, quando lanciò l'incantesimo. Dette luci si staccarono poi dalle sue mani a incantesimo ultimato e fluttuarono in aria disegnando una forma che ricordava vagamente un umanoide, poi scomparvero nel nulla. La forma che le luci avevano disegnato prese vita. Benchè quest'essere fosse invisibile, la donna poteva tranquillamente vederlo.

Al sentire di quell'ordine il servitore invisibile non si mosse. Evidentemente il compito assegnatogli richiedeva troppa arguzia per lui.

Fermandosi di scatto, e con impazienza, si rivolse al servitore: "limitati a seguirmi"

Colta dal pensiero di poter essere seguita, si guardava intorno, cercando un posto sicuro dove riposarsi... Doveva trovarlo, anche a costo di dover continuare a camminare. Aveva bisogno di riposarsi; tutto il dolore che cercava di nascondere la perseguitava.

Nei dintorni c'erano alberi sparsi, molto distanti tra loro. dopotutto la foresta era assai lontana, e la terra sotto i piedi di saviel cominciava ad essere più dura. Ciò non aveva impedito il crescere dell'erba e di alcuni testardi alberi che non hanno voluto rinunciare alla sopravvivenza una ventina di anni prima, quando erano ancora rbusti, che potevano essere spazzati via da un forte vento.

Ora detti alberi non erano di grosse misure, ma erano comunque resistenti abbastanza, da poter reggere la leggera elfa su uno dei propri rami. Dal momento che era estate, e che non si trovavano a grosse altitudini, questi alberi avevano tutti abbastanza foglie, che li rendevano adatti allo scopo della maga: nascondersi.

Cercò di salire su un albero, e quando finalmente si adagiò su un ramo, esclamò guardando il servitore che l'aveva seguita: "svegliami se arriva qualcuno!".

alendo sull'albero la donna vide in lontananza, dalla foresta di vael, alzarsi una colonna di fumo. Era a circa 1 giorno e mezzo da lei. Approssimativamente all'altezza di dove aveva lasciato il cadavere di quell'elfa che teoricamente doveva prendere il suo posto e farla credere morta. Tuttavia non poteva azzardare ipotesi. avrebbe dovuto aspettare il giorno seguente per capire se i suoi inseguitori avessero creduto la storia, o meno. Dopotutto si erano fermati li, e tranquillamente avevano acceso il fuoco, forse avevano creduto che quella fosse realmente saviel. Tuttavia non poteva saperlo con certezza. quel che poteva sapere, era solo che non voleva essere trovata.

in poco tempo si perse tra i suoi pensieri, ripensava in continuo a quegli attimi di puro terrore e la mente cercava di ricostruire i momenti in cui era incosciente. l'aveva ucciso lei, o la vita dels uo amante le era stata portata via da qualcun altro? Forse con la magia sarebbe stato possibile... quella nebbia rossa. era sicuramente quella la causa di ogni suo male. Qualsiasi ricostruzione che la sua mente facesse non poteva concludersi che con un unica deduzione logica: lei era l'assassina del suo unico amore. I sensi di colpa si facevano strada dalle sue viscere per andare a toccare il cuore, ma venivano fermati come sempre, dalla determinazione e dalla speranza, di trovare la verità.

Il vento rosso. La sua ricerca doveva assolutamente cominciare da quel mistero.li forse avrebbe trovato le risposte che per sempre avrebbero estinto la voglia che in lei era presente e la spingeva sull'orlo del suicidio, che, come un ultima speranza, l'avrebbe liberata dal dolore.

Ma tentare il suicidio sarebbe stato come ammettere le proprie colpe, e rinunciare, ed infine uccidere realmente il proprio amore. se voleva far luce sul buio che copriva quegli attimi, e se voleva allontanare le tenebre dal suo cuore, doveva assolutamente scoprire cosa realmente era successo a suo marito.

Quando si riprese dalla sua "distrazione ristorativa" erano gia passate circa 4 ore, minuto più minuto meno. la stanchezza aveva abbandonato il suo corpo, così come le stelle ad est erano cominciate a scomparire per far spazio al sole che cominciava a rischiarare il nero pece del cielo notturno. dall'altro lato, ad ovest la luna piena era ancora visibile.

Come previsto il servitore invisibile di Saviel era gia svanito da un pezzo. Come d'abitudine prese il suo libbro di magia, e cominciò a leggerlo, come ogni mattina faceva, quando era in viaggio. Poi scese dall'albero e, quando il sole cominciava a fare capolino da dietro al mare di pietra lei era pronta per partire.

Quasi tutto il cielo ora era chiaro e la luna cominciava a confondersi con l'azzurro del mattino.

4 Aphete

Poche erano le cose chiare a Saviel quella mattina... Sicuramente doveva togliersi di lì, e in fretta anche.

Impugnò la balestra per sicurezza, e riprese il cammino con una andatura più veloce del solito, cercando di prendere vie secondarie per il passo; non voleva farsi vedere mentre saliva le montagne dai ranger, che forse la stavano seguendo... o forse no? non aveva tempo per questi pensieri. Nonostante l'ancor fresco dolore che la seguiva, adesso aveva uno scopo, e questo scopo la portava verso Upr-Cormr.

Ma purtroppo la via era unica. L'unico passo che consentiva di superare il mare di pietra era appunto il passo dei lupi.Entro la fgine di questa giornata Saviel avrebbe dovuto superare il passo per entrare nel dominio della città meta. Attraversando infine il bosco ovest di upr cormr sarebbe finalmente giunta a destinazione.

Tutto tranquillo, poi quando il sole raggiunse la massima altezza in cielo lo stomaco cominciò a brontolare.

aviel non sapeva se sfamare quel corpo peccatore... sicuramente non voleva fermarsi per mangiare, e, a costo di arrivare sfinita a Upr-Cromr, voleva arrivarci intera. Si decise infine a tirare fuori un pezzo di pane dalla sacca rovinata e finì per ritrovarsi a mangiarlo avidamente mentre camminava per la ripida strada del passo. Si girava spesso verso la valle, con un misto fra nostalgia e odio... Quello che era certo era che doveva cercare di non farsi vedere da chi la inseguiva. Con la fine del suo pasto, portò più attensione a nascondersi alla vista di chi stava sotto... cercando di camminare il più possibile sfruttando la conformazione del terreno. La paura iniziava a salire insieme al sole nel cielo.

Man mano che la maga saliva di quota, gli alberi diventavano sempre più rari, e l'erba che copriva il suolo che ormai era diventato più duro e irregolare, cominciava a diventare erbaccia.

Imboccato il passo il paesaggio era totalmente diverso d quello precedente. per un breve tratto la strada era priva di vegetazione. Ai propri lati l'elfa poteva vedere i lati nord e sud del mare di pietra, estendersi a dismisura verso l'alto con piante conifere che adornavano le salite. Quando la donna ebbe raggiunto il punto massimo di altezza del passo, anche li, cominciava a farsi viva la vegetazione classica di posti molto freddi. Il passo era stato certamente reso agibile per il passaggio di carri e uomini, ma ai lati della strada, per un bel tratto c'erano magnifiche piante conifere di medie dimensioni, che rendevano certamente meno triste il viaggio. Il clima in questo posto era certamente meno generoso del precedente paesaggio, che seppur umido, era tollerabile. Qui infatti l'aria era davvero fredda. Non vi era neve, in quanto era estate, ma il freddo era certamente accentuato dall'altitudine, e dalla posizione geografica piuttosto nordica, pertanto, i già obliqui raggi del sole, in alcuni punti della giornata si scontravano con la montagna a sud, creando grosse zone d'ombra, in cui ovviamente, il freddo era particolarmente concentrato. Verso metà giornata, il suo viaggio venne allietato da altri due spettacoli rari. Il primo avvenne mentre ancora saliva il passo: un Falco volava alto nel cielo, proveniente da nordovest, diretto a est. la maestosa creatura si allontanava rapidamente verso l'orizzonte, per la stessa strada della donna.

Il secondo spettacolo fu una volta in cima al passo: la discesa ed in fondo, finalmente, la foresta ovest di Upr Cormr. Forse l'indomani mattina avrebbe raggiunto l'inizio della foresta.

La salita era stata estenuante, il freddo le stancava ulteriormente i muscoli già doloranti, per i due giorni di instancabile cammino che precedevano quel terzo. Nella situazione in cui si trovava non poteva fare altro che fermarsi e riposare per almeno un'ora, poi nutrirsi e riprendere per un altro paio d'ore sotto la luce del tramonto.

Se non voleva lasciarci la pelle doveva dare ascolto ai dolori del suo corpo, soprattutto ad un clima così freddo.

Era stanca, molto stanca... Così decise di cercare un piccolo riparo non troppo lontano dalla strada per farci una piccola sosta sotto la coperta. Non poteva permettersi di accendere un fuoco... Già il falco l'aveva allarmata parecchio. Probabilmente mandato dai ranger per cercarla, o ancora peggio: un messaggio per Upr-Cromr. La salvezza pareva allontanarsi sempre di più, mentre il dolore e la disperazione salivano alle stelle. Dopo un piccolo riposo, decise di provare il tutto per tutto... Voleva arrivare a Upr-Cromr, e, se il suo fato era di essere presa prima di scoprire la verità sul suo conto, lo avrebbe accettato. Era decisa ad andare avanti fino in fondo a questa faccenda, per Sebriwyn e per lei stessa. Si rincamminò, con la coperta sulle spalle, fino al tramonto. Quando il freddo divenne troppo pungente, cercò di trovare un riparo fino all'alba.

L'elfa si fermò per appena un'ora prima di riprendere il cammino fintanto che le gambe la reggessero. nessun intoppo. La strada era in discesa, la foresta che erain fondo si avvicinava sempre più, ma restava ancora troppo lontana perchè la maga potesse chiedere un ultimo sforzo alle sue gambe, quindi dovette fermarsi prima del tramonto. Di ripari ve ne erano pochi. la zona era chiaramenterocciosa. ai margini della strada vi erano piccole conifere, poi cominciava subito la salita molto ripida dei monti che cominciavano la linea sud e la linea nord del mare di pietra.

Più che salita in effetti, era una scalata, e gli alberelli presenti nella zona erano molto poco adatti allo scopo per il quale eranostati usati gli alberi nel paesaggio precedente.

Rabbrividiva per le forti ventate... Guardandosi attorno cercò una rocca, un cespuglio, una qualsiasi cosa al margine della strada che potesse offrirle un minimo riparo dal vento, per poi accucciarsi e passare la notte lì. Sapeva che per quattro ore almeno sarebbe stata indifesa, per questo posò la balestra carica vicino a lei. Ma mancava qualcosa... Iniziò a frugare nella sacca, fino a che non ne tirò fuori un pezzo di spago e raccolse dal terreno un pezzo di legno. Soddisfatta, recitò una formula arcana e ordinò all'aria: "Svegliami se arriva qualcuno". Così dicendo, si mise a dormire, arrotolata nella coperta.

Inviato

5 Aphete.

La notte passò tranquilla, il risveglio della donna avvenne quando la luna ancora regnava in cielo. Mancavano ancora un paio d'ore prima che il sole potesse prendere il trono ed il controllo del giorno. Il servitore invisibile come la notte precedente era gia scomparso da un bel pò. Il potere della magia della maga non era abbastanza forte da poter tenere su questo mondo quell'essere invisibile per più di un'ora.

Questo giorno doveva essere l'ultimo. se la fortuna girava dalla sua parte come in questi ultimi 3 giorni di viaggio, entro la sera sarebbe dovuta arrivare stremata alle porte dell'incantevole città.

All'orizzonte, lontana, dietro la foreste che aveva di fronte, poteva gia intravedere piccolissima in lontananza la sua meta. Upr Cormr.

Seviel tirò fuori il suo libro di magia e iniziò a studiarne gli incantesimi che usava più di frequente, non si aspettava niente di speciale!

Finito questo rituale, diede una carezza al rospo, e si incamminò nella foresta facendo attensione a non perdere il sentiero che dal passo entrava nel bosco.

Lo sguardo vigile in cerca di pericoli ed il passo lesto. Non vedeva l'ora di arrivare in città, per una bella scodella di minestra e un letto caldo, ma ancora di più, per poter forse fare un passo avanti nello scoprire il suo passato. Così pensando, strinse le mani sulla sua balestra, desiderosa di vendetta per chi le aveva strappato dal cuore il suo amore.

l percorso era in discesa. man mano che scendeva il clima tornava quello tollerabile al quale era normalmente abituata. ance il paesaggio cambiava e tornava gradatamente a quello che aveva abbandonato nella salita del passo. poi raggiunse la fine del passo e l'inizio del sentiero nella foresta ovest verso mezzogiorno.

Le belle e spesse mura della città di upr cormr sembravano sempre più vicine ad ogni passo che faceva.

E' finita pensò tra se, ma il pensiero fu rotto insieme al silenzio della natura dal sibilo fulmineo di una freccia, che si conficcò ai piedi dell'elfa, a pochi metri da lei.

La maga guardò la freccia, poi alzò il capo, e vide ad una ventina di metri da lei un umano alto circa 1 metro e 80, dalla corporatura robusta, capelli corvini, corti, spettinati. i lineamenti del viso erano marcati, severi, imperiosi. I suoi occhi neri accusatori ed irati.

Le braccia muscolose presero una freccia dalla faretra che aveva dietro le spalle. La incoccò e la puntò su saviel. Era sicuramente una persona che aveva già incontrato e conosciuto in passato. Era Erial Moonwishper, un vecchio compagno di avventura di Sebriwyn.

"Marthyra Arborshate. Siete accusata di omicidio ai danni di Sebriwyn Duskwalker. Essendo fuggita, avete ammesso la vostra colpa, pertanto sono autorizzato ad uccidervi qualora non vogliate collaborare. Arrendetevi senza opporre resistenza, o non vedrete la luna di stanotte."

Seviel rimase a guardare Erial... la sua angoscia cresceva, perchè Erial le ricordava terribilmente la sua vita con Sebriwyn, e in più, stava toccando una nota dolente. Non riusciva più a trattenersi e cadde in ginocchio...

"Erial......." disse piangendo "non sai cosa si prova a essere accusata dell'omicidio del proprio amato.... Credi che il consiglio avrebbe capito? non c'era nessuno, ero l'unica lì, le uniche cose che avevo in mano era una sensazione, la nebbia rossa... Piccole cose sconnesse... " alzò la testa lentamente, tutta l'angoscia che aveva accumulato negli ultimi due giorni usciva allo scoperto, non riusciva più a tenerla dentro... "l'unica cosa che mi rimaneva da fare era scappare, e seguire le mie sensazioni. Cercare dove portavano... Non sai quanto ho sofferto in questi giorni di fuga, e non ti immagini nemmeno di quanto soffrirò fino a che non saprò cosa mi è successo... Sebriwyn era un tuo amico, ma era il mio amato! l'uomo con cui volevo passare la vita... Ti prego... lasciami andare...."

I suoi occhi rossi di sangue di una persona che sta per sfogare tutta la sua rabbia, la sua voce monotona. "Marthyra Arborshate, metta le mani a terra." Tese la corda dell'arco, pronto a scoccare.

notando la rabba di Erial, Saviel mise a terra le mani, aspettando il momento giusto per scappare. Venti metri erano troppi, e lei ben sapeva quanto un arcere potesse essere letale.

"va bene Eriel, hai vinto... non ce la faccio più a scappare..." Disse l'elfa mettendo le mani a terra e posando la balestra. Aveva ancora le lacrime agli occhi, ma il suo cuore ora si era indurito di colpo. Era chiaro, o lei, o l'elfo.

Erial si morse il labbro. Pensò per qualche secondo, poi si avvicinò con molta cautela, guardingo e accorto ad ogni movimento della pericolosa maga. Fece i primi nove metri.

Erial... Quanto le ricordava il suo amato! Il volto del suo compagno le tornò in mente, sorridente...

Le lacrime iniziarono a scendere sul volto dell’elfa, che rimase inginocchiata con le mani in terra... Il suo dolore stava venendo allo scoperto. Le squarciava il cuore. Ma la cosa peggiore, era che avrebbe dovuto uccidere ancora per scoprire cosa era successo... Avrebbe dovuto uccidere qualcun’altro che conosceva. Il fato l’avrebbe portata a essere una assassina? Sperava solo che gli dei l’avrebbero capita.

Erial avanzò ancora cauto di altri 8 metri. ora era a circa 2-3 metri dall'elfa. L'arco minaccioso era sempre teso e puntava la donna a terra. Con occhio guardingo studiava i linguaggi del corpo di lei per evitare brutte e sconvenienti sorprese.

I pensieri continuavano a tormentarla. Lentamente, molto lentamente, alzò il viso piangente verso Erial.

"Bhe, dove mi porti Erial?" disse Saviel, con la voce rotta dal pianto.

"Verso il tuo destino!" replicò quello con tono rabbioso e secco. Poi aggiunse sottovoce, in elfico, un sinonimo elegante del vocabolo "puttana". Stette fermo aspettando una reazione della donna. La corda era tesa, la freccia puntata. solo pochi metri li dividevano. Quanto tempo avrebbe impiegato la freccia a pacorrere quei pochi metri?? attimi?? frazioni di secondo?? e che violenza avrebbe potuto avere l'impatto da quella distanza? Saviel involontariamente pose a se stessa quelle domande. Le risposte portavano tutte, logicamente a due parole: Morte rapida.

Con la voce tremante e abbassando lentamente il capo, l'elfa aggiunse "intendevo... che sono disposta a venire con te senza opporre resistenza, per rimettermi al giudizio del consiglio... Ho sbagliato a fuggire, ma, non sapevo cosa fare... io... sono dilaniata dai miei incubi..."

"Spiegherai le tue ragioni a chi te le chiederà." Si avvicinò cauto a pochi passi da lei.

"china il capo donna!" Tuonò imperioso lui. L'arco era ancora puntato, ad una distanza ravvicinatissima. Appena un passo, o comunque abbastanza vicino da poter ingaggiare un corpo a corpo se se ne fosse presentata occasione.

L'elfà fece come il ranger disse. Era decisa a seguirlo, per trovare una situazione migliore per fuggire... Non avrebbe avuto sempre l'arco puntato, e le giornate di cammino verso Vlandamnel erano tante.

L'elfa, testa china non potè vedere cosa stava facendo Erial, ma non sentì la corda dell'arco rilassarsi.

Fu questione di un istante. L'elfa non poteva nemmeno immaginare cosa stesse succedendo a sua insaputa, fin quando il ranger non la colpì violentemente dietro la nuca col tacco dello stivale.

Per un istante le si annebbiò la vista, questione di frazioni di secondo in cui lottò con tutte le sue forze per restare cosciente.

Erial si rimise subito in equilibrio. Sperava di tramortirla subito, evitando scontri con la maga, ma rimase stupito al vedere la donna ancora cosciente, sebbene a terra.

L'elfa, appena riuscì a capire cosa stava succedendo, iniziò a cantilenare una formula magica. Appena conclusa, un fascio di luce in un istante investì il volto del ranger.

L'incantesimo della donna pareva non sortire alcun effetto... o forse il ranger era preparato a questa evenienza.

"I tuoi trucchi non funzionano con me, maga!" Erial stava per mollare la corda del suo arco, seppure, momentaneamente alla cieca, avendo dovuto chiudere gli occhi per non restare abbagliato dall'incantesimo di Saviel, ma...

Saviel si alzò, e con un rapido movimento girò attorno al ranger, per trovarsi alle sue spalle.

La sua magia non aveva avuto l'effetto desiderato, ma doveva tirarne fuori il massimo per avere una possibilità. Quell'arco puntato faceva paura, tanta paura...

SebbeneIl ranger non potesse contare sulla propria vista, gli restava l'udito. Seguì con l'arco i movimenti di saviel, girando intorno a se stesso, poi infine scoccò.

La freccia partì, pronta a fare quel metro di volo che la separava dal suo bersaglio. Al solo suono della corda che si rilassava, Saviel raggelò, pochi attimi le sembrarono eterni, e le sembrò di vedere la freccia a rallentatore che le si conficcava nel cuore. Le tornò alla mente l'immagine del suo amore con un pugnale in fronte, Flash ripetuti in rapidissima successione, in anticipo della sua morte vicina, molto vicina...

Fortunatamente Erial scoccò la freccia troppo presto. Aveva gli occhi chiusi, benchè avesse un buon udito, restava comunque un certo margine d'errore dovuto al fatto che le sue capacità percettive non fossero al 100%. la freccia colpì il vuoto, ma se solo saviel avesse esitato nel suo movimento per un solo istante ora la avrebbe trafitta.

La reazione della maga tuttavia fu immediata. Si rese conto subito dell'infondatezza delle allucinazioni dovute forse al brutto colpo preso dietro la nuca, alla stanchezza, unite al senso di colpa, ma non poteva arrendersi, doveva uscire vittoriosa da quello scontro, quindi reagì prontamente.

Aveva una possibilità... Doveva attaccare, ora o mai più!

La formula che milioni di volte aveva ripetuta, le tornò in mente, e le fluì dalla bocca. Dalle mani di Saviel un dardo di energia magica andò ad impattare su Erial. Non contenta, imbracciò il randello che si portava dietro.. prima o poi sapeva che le sarebbe stato utile.

Il dardo incantato, come sempre, era infallibile; colpì erial in pieno viso come un pugno dato in una normale rissa da locanda. una striscia di sangue macchiò il mento del ranger, fuoriuscendo dalla bocca, quando riaprì gli occhi e riprese una posizione da incassatore, vide la donna armata di randella che stava per approfittare della sua momentantea vulnerabilità. L'umano strinse i denti, pronto a resistere al colpo che l'elfa era pronta a sferrargli.

L'esperienza di battaglia dell'umano gli consentì di reagire al suo errore. Saviel sferrò il colpo, ma Erial lo deviò abilmente, portando un flettente dell'arco sul polso del braccio attaccante, spingendo poi lateralmente, portando l'attacco di lei fuori asse. Nonostante questa abile mossa il ranger scampò all'attacco per poco, appena pochi centimetri più a sinistra e l'oggetto contundente avrebbe preso l'umano alla spalla destra.

Intanto lo zaino di lei sulle sue spalle si muoveva a ritmo della battaglia, in modo piuttosto violento. Il rospo pensò bene di uscire dalla sacca, sua casa di viaggio. Saltellò giù pochi attimi dopo che saviel avesse attaccato. Poi si spostò lateralmente, per evitare di venir schiacciato nella foga della battaglia dei due.

Erial lasciò cadere l'arco, sfoderò la sua spada lunga, e tentò un attacco. Era troppo vicino per tentare di attaccare con la lama, avrebbe dovuto fare un passo indietro, o tentare un attacco di pomo. stava per scegliere la seconda opzione, ma esitò. Non era dic erto il momento di essere comprensivi verso il gentil sesso. la donna l'avrebbe certamente ucciso, quindi decise di colpire di lama.

Con la gamba sinistra si spostò sul fianco destro di Saviel, scoperto per aver appena tentato un colpo. La gamba destra seguì kla sinistra descrivendo un semicerchio per permettere al corpo la rotazione necessaria a sferrare il colpo. L'attacco fu portato appena la lama fu totalmente estratta dal fodero, da sinistra verso destra.

Saviel guardò inorridita sul suo fianco destro, cercando di seguire i movimenti esperti di Erial col corpo.

Pensa saviel, pensa. Le tornarono in mente gli addestramenti seguiti col defunto compagno, mentre la mente pensava disperatamente cosa fare il corpo reagiva d'istinto. Non era una guerriera, e la reazione fu goffa, ma efficace. Lei era gia leggermente sbilanciata in avanti per aver appena portato un attacco, ed erial contava di sfruttare proprio quel vantaggio, che però gli si ritorse paradossalmente contro.

La maga si lasciò cadere a terra, per poi allontanarsi rapida in ginocchio per un metro, e rialzarsi. Come un corridore che parte dai blocchi. La spada di Erial fendette l'aria, ed erial ancora una volta fu sorpreso dalla foga che la donna riponeva in questa bataglia. inizialmente era quasi certo di poter concludere questo combattimento in meno di 10 secondi, ma forse le cose erano molto più diverse di quanto potesse immaginare.

L'aveva scampata, per ora... Saviel ben sapeva che non era preparata a un combattimento. Le magie che aveva preparato non erano ottimali per questa situazione, ma oramai era una questione di vita o di morte. Era decisa, e dando un'occhio ai movimenti di Erial, iniziò a formulare il prossimo incantesimo. Se fosse riuscita a colpirlo con quest'ultimo, forse cel'avrebbe fatta... Era una delle sue poche speranze!

Le labbra di Saviel formulavano la magia più lentamente del solito. Gli occhi ed il corpo attenti e reattivi a ogni movimento di Erial. Non poteva permettersi un colpo in questo momento, questo ben lo sapeva. Cercava di capire cosa e dove avrebbe tentato di colpire il ranger. Finito di formulare l'incantesimo, cercò di intercettare i suoi movimenti, e di toccarlo il più vicino possibile al cuore, brandendo il randello nell'altra mano, e cercando di tenerlo fra lei e la spada del ranger.

Il palmo Dell'elfa tremava di energia. L'elettricità era chiaramente visibile ad occhio nudo. La mano di Saviel superò senza difficoltà le difese di Erial che avevano un buco a causa del colpo inaspettatamente andato a vuoto.

La maga poggiò il palmo contro il petto di lui che ebbe appena il tempo di guardare la reazione, prima che tutta l'energia venisse scaricata in una violenta scarica elettrica, che lof ece sobbalzare ad un metro e mezzo indietro.

Il ranger cadde a terra fumante. Gli occhi erano girati, tuttavia non aveva le convulsioni, e non usciva schiuma dalla sua bocca, come era invece successo per altre vittime di quell'incantesimo. Anzi, seppure con difficoltà, l'umano respirava. Aveva le convulsioni, anche se passarono in pochi secondi.

Saviel aveva ancora tutta l'adrenalina del combattimento in corpo, quando allontanò la spada e l'arco dal ranger a terra, disarmandolo per ogni eventualità. Impugnato il bastone, si avvicinò a lui, cercando se aveva una corda, ma sempre tenendo d'occhio se si fosse svegliato. Non voleva ucciderlo, perchè infondo infondo non si sentiva un'assassina.

Non trovò nessuna corda nel suo zaino. Il ranger, aveva con se solo una spada lunga, un arco, una faretra con 7 frecce, razioni per una settimana un sacco a pelo, acciarino, pietra fuocaia, 4 torce e 5 monete d'oro. una cosa attirò l'attenzione dell'elfa alle sue spalle. dai primi alberi dell'ingresso in foresta un uccello rapace si alzò in volo... un falco.

Probabilmente quel falco altri non era che un animale messaggero dei ranger che la inseguivano. Infatti si era appena alzato in volo, ma sembrava puntare verso la sua città di partenza. Era comunque, almeno per ora, a portata di arco e freccia.

Saviel velocemente tirò fuori la balestra e cercò di colpirlo.

Non voleva altri scontri, voleva solo sparire, quel falco non doveva arrivare a destinazione...

L'animale fu preso dal dardo di saviel sull'ala destra. Cercò invano di stabilizzarsi, ma l'ala ferita era inutilizzabile, pertanto caddo dall'altezza di 22 metri circa, sfracellandosi al suolo poco lontano da Saviel.

Tuttavia, se non sarebbe arriva il falco a portar notizie, sarebbe certamente giunto il ranger a dare allarme... sempre se avrebbe resistito al viaggio di ritorno, senza razioni, ne armi.

Anche se non si sentiva un'assassina, pareva proprio che per tutti lo fosse oramai. Ma era duro per lei uccidere a sangue freddo qualcuno...

Dopo cinque minuti di esitazione, capì che era l'unico modo per avere una possibilità di capire cosa fosse realmente successo a Sebriwyn. Brandì il randello, e lo colpì nella schiena. Si pentì ancora di più di aver rotto le freccie, perchè decise di prendere le armi del defunto Erial, inclusa la faretra. Prese inoltre tre torcie, ed il sacco a pelo. Guardò le monete d'oro, ma le lasciò lì, non voleva averci niente a che fare...

Si incamminò verso Upr-Cromr, stavolta con più attensione, sperando di non trovare nessuno. Voleva andare verso la città il più possibile.

Nella fretta si rese conto che si era dimenticata qualcosa di molto importante. Si girò di nuovo verso la radura del combattimento con Erial e chiamò il suo rospetto. Ecco, trovato lui, era pronta per partire...

Ogni passo le ricordava il suo atto violento, a volte distraendola dal mondo esterno. continuava a ripensare a tutte le altre possibilità, le altre alternative che aveva all'omicidio, a tutte le possibili conseguenze, ma tutto riportava ad un solo pensiero, che ossessivamente si faceva spazio nella sua mente: scovare il responsabile di tutti i suoi guai. Trovare un punto che potesse espiare le sue colpe, un capro espiatorio, da incolpare per tutti i suoi mali. Saviel avrebbe più riso? dove avrebbe trovato la forza per reagire, in casi di fallimento, nella ricerca di questo fenomeno, o quest'essere da incolpare?

Il tempo passò, era gia stremata dopo poco tempo dal tramonto. la ferita alla nuca le faceva male. non perdeva sangue e, benchè non fosse visibile, il trauma che aveva subito le aveva provocato un leggero gonfiore che le pulsava, provocandole una forte emicrania. inoltre lo stomaco cominciò a brontolare. Se non avesse avuto quello spiacevole incontro con Erial ora sarebbe gia a upr cormr probabilmente.

Seguì il proprio istinto e cercò un'angolo più o meno sicuro, dando un'occhiata attorno per trovare traccie di qualche animale pericoloso. Si fermò un poco per mangiare, appoggiata ad un albero. Cercò di stimare quanto ci avrebbe messo ad arrivare a Upr Cromr. Lì avrebbe potuto riposarsi al sicuro in una delle locande.

Dall'incontro con erial non riuscì a fare molto, dal momento che era ferita e stremata. l'incontro era durato meno di un minuto, ma l'energie spese erano ugualmente tante.

Ora doveva riposare, sarebbe arrivata a upr-cromr l'indomani, verso ora di pranzo.

Cercò un luogo che le desse un minimo riparo, e resasi conto della gravità della situazione, decise di riposare La sua condizione fisica non le lasciava altra scelta.

Con la concentrazione rimasta, riportò alla mente una formula, e con ampi gesti ne intonò le parole.

Guardando davanti a lei, disse: "svegliami se arriva qualuno". E cercò di prendere sonno infilandosi nel sacco a pelo, assicurandosi che le sue armi fossero vicine a lei...

Inviato

6 aphete

Saviel tirò fuori il suo libro degli incantesimi dalla sacca e iniziò a studiare.

Finito il rito mattutino, rimise tutto apposto, e iniziò a camminare a passo spedito verso Upr-Cromr, con occhio vigile... Non voleva farsi prendere alla sprovvista di nuovo... Guardò la spada dell'ormai defunto ranger pendere al suo fianco, e le tornarono in mente il volto di Erial, insieme a quello di Sebriwyn. Con una lacrima che le scendeva sulla guancia si chiese se fosse diventata un mostro... ma non riuscì a darsi risposta.

Si rimise in viaggio, e ben presto arrivò di fronte alle possenti mura della città di upr cormr. Massicce, Alte, con delle sottili rampicanti che cercavano di raggiungere la cima con qualche fiorellino che spuntava dai propri rami.

purtroppo però saaviel aveva un ultimo oostacolo. Si ritrovò infatti di fronte ad un fiume. Poteva decidere di costeggiarlo verso nord o verso sud.

Guadarlo era impossibile, in quanto il letto del fiume era molto largo, e la portata d'acqua non indifferente.

nord, sud?

Guardò il fiume... "Questo dovrebbe essere il fiume Hulm!" esclamò.

Riconcentrandosi sulla strada che aveva ancora da percorrere, Saviel pensò che forse era più saggio andare a Sud, ma prima di prendere qualsiasi decisione cercò di ricordarsi se sapeva qualcosa di un ponte, o se barcollava totalmente nel buio.

Ma le venne in mente che forse andando a sud avrebbe allungato di un giorno dal momento che doveva scendere parecchio prima di trovare un ponte.

Si incamminò quindi verso nord a passo sostenuto. Sospirava pensando a un letto in una locanda...

Si accorse che il fiume, proseguendo verso nord, era adiacente alle mura della città, costituendo una perfetta difesa naturale contro le invasioni. La zona era stata disboscata artificialmente per almeno 200 metri dal fiume, probabilmente come ulteriore difesa in caso di guerra, per tenere gli invasori a portata degli archi.

Finalmente vide a qualche chilometro un ponte. Quasi correva dalla contentezza di essere finalmente giunta. qualche minuto dopo mise finalmente piede sul ponte, a qualche metro da lei poteva vedere due guardie, a protezione del portone alla fine di esso.

La struttura era in pietra, era larga almeno 3 metri per consentire ai carri il passaggio, lungo 12 circa. Un rumore d'acqua qui era più forte che mai, infatti a qualche metro, a nord del portone, una meravigliosa cascata, larga circa 3 metri, fuoriusciva direttamente dalle mura della città, a circa 10 metri d'altezza. L'acqua si riversava direttamente nel fiume. Dopo la cascata le mura si protendevano per un'altra decina di metri verso nord per poi scomparire in una torre circolare.

Quella città era sicuramente un capolavoro di ingegneria, lo si poteva intuire gia dalla cascata. Da dove prendesse mai l'acqua per essere alimentata??

Saviel si fece coraggio. Era arrivata infondo alla prima parte del suo cammino senza troppi problemi... forse...

La sua mente tornò a Erial, e a ciò che lei aveva fatto lui. Sperava fortemente di arrivare fino in fondo in questa storia, così che la sua morte non sarebbe stata invana.

Mentre pensava ciò, si avvicinò al ponte, e iniziò a camminare verso la città.

Voleva trovare una locanda, e sistemarsi per un paio di notti.

Non appena le guardie si accorsero di Saviel smisero di chiacchierare. Uno era un umano, bello, alto capelli biondi, corti, barba incolta, labbra sottili e occhi azzurri. Era equipaggiato in armatura a scaglie, e uno spadone a due mani dietro le spalle. alla cintura era legata una balestra leggera, gia carica. al petto, era legato un balteo, nelle quali cinghie erano infoderati dei pugnalini da lancio.

L'altro era un elfo bianco. la sua pelle, ai riflessi del sole presentava stilose sfumature azurrine. i capelli lunghi e argentei avevano le stesse sfumature della pelle. gli occhi verdi scrutarono la donna, che intuì che l'elfo immediatamente aveva individuato le ferite che aveva. L'elfo era con una corazza di cuoio borchiato, alla cintura, ai due fianchi, aveva legate due spade corte. dietro la schiena un arco lungo che sembrava stilizzato, e composto da più pezzi messi assieme: i flettenti e il telaio, con impugnatura. Il telaio era in metallo, un metallo azzurro che ricordava vagamente l'argento. i flettenti sembravano di olmo laccato.

Entrambe le guardie, erano di media statura, corporatura robusta. L'umano certamente più robusto dell'elfo, ma questi non sembrava affatto meno forte del primo.

"salve signorina, la dobbiamo trattenere per alcune domande di routine" cominciò l'umano alzando la voce quel tanto che bastava da sovrastare il fragore della cascata dal fiumiciattolo interno. L'elfo restava in silenzio serio, attendendo risposte.

Il suono della voce delle guardie interruppe i pensieri di Saviel, che si sentiva al sicuro ormai.

Si rese conto del potenziale pericolo di questa situazione, ed in cuor suo avrebbe voluto aver speso un giorno in più di cammino per prendere la strada a sud della città...

Si toccò spontaneamente la nuca e aggiunse:

"Salve... sono al vostro servizio, anche se molto stanca"

"la ringrazio della collaborazione. Mi serve sapere il suo nome, il cognome se ne ha uno e la sua provenienza. Inoltre devo chiederle i motivi per cui lei è giunta in upr cormr." Cominciò l'umano con voce atona, come se quella fosse una cantilena gia recitata molte altre volte in quella giornata. Saviel stava per rispondere, quando un forte starnuto fece scomporre la guardia elfo "maledetta acqua" disse quello tra se. L'umano sorrise, poi portò l'attenzione alla donna e la invitò a rispondere con un cenno del capo.

Quella persona ispirava sicurezza e fiducia. L'elfo invece le dava un senso di controllo. nulla sfuggiva ai suoi occhi, e in sua presenza la donna si sentiva quasi nuda.

Quelle due guardie erano state messe assieme non a caso. era un connubio perfetto di attenzione e cortesia.

"Il mio nome è Seviel Wenesse...

Sto viaggiando da Vladamnel verso Marn, ma ho bisogno di fermarmi a Upr-Cromr, perchè sono stata aggredita da una elfa presso il passo del Lupo. Non ho avuto nemmeno il tempo di reagire che mi ha colpito in testa"

Aggrottò la fronte, e si toccò la nuca, dove aveva ricevuto il colpo. Aggiunse, girandosi un attimo a guardare il bosco:

"Quando ho ripreso i sensi, ero molto debole, e lentamente mi sono trascinata fino qua.

Sulla mia strada, ho incontrato il cadavere di un uomo... Credo che sia stato meno fortunato di me. "

L'elfo sorrise "Capisco, e la brigante elfa ha pensato bene di lasciarvi i vostri averi, eh giovane maga?" L'umano guardò male il compagno, poi con volto serafico lo interruppe "controlleremo e indagheremo sul cadavere che avete trovato, grazie per la segnalazion. Intanto le auguro un felice soggiorno nella ospitale Upr-Cormr. La locanda più vicina è l'alh.." Sorrise d'imbarazzo, poi ci riprovò "l'ahili.." -L'Alhizstaff - interruppe l'elfo "maleddetti gli scioglilingua gnomici..." riprese imbarazzato l'umano. "comunque questo a nord è il settore più ricco di upr-cormr, i prezzi delle locande sono abbordabili, ma un pò altini. tuttavia è alto anche il servizio e il lusso che vi viene offerto." Si spostò lateralmente per far spazio sufficiente alla donna per passare "felice permanenza." concluse l'umano. Era ad upr cormr finalmente.

(mi sono presa la libertà di cambiare alcune frasi mantenendo il senso... Devo ammettere che non l'ho letto ancora per bene per togliere eventuali errori, data la lunghezza del testo, ma lo farò appena possibile.)

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