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Disordine e Morte. (per gilga)


Arohn

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Il sole era tramontato da un pezzo dietro alla sagoma scura e frastagliata del monte Fern.

Fuori dalla vecchia miniera, Varg sapeva cosa lo attendeva: freddo, e pioggia.

All'interno, il fetore della carcassa di un grande orso bruno e dei cadaveri di quattro uomini sarebbe stato insopportabile per chiunque. Ma gli odori, per quanto acri e sgradevoli, di solito lasciavano il mezz'orco indifferente.

Con una mano strappò un altro brandello di carne dall'animale morto, e lo scaraventò vicino al fuoco.

La carne dell'orso era un po' stoppacciosa, ma almeno soddisfava una delle sue tre ragioni di vita: mangiare.

Il mezz'orco azzannò il boccone e lo trangugiò con avidità. Poco dopo un fragoroso rutto sovrastò per un attimo il ronzio dei mosconi.

Quanto alla sua seconda ragione di vita, il sangue, il mezz'orco era stato ugualmente fortunato. La notte precedente uno sparuto gruppo di uomini aveva cercato riparo nella miniera abbandonata che da da quasi un mese lo ospitava. Varg si era avventato su di loro con la schiuma alla bocca... Prima che gli fosse conficcato un piccone nel cranio, l'ultimo a restare in vita aveva mormorato qualcosa a proposito di una città poco distanze, verso ovest... Up-Comr... Urp-Corm... qualcosa del genere.

La mente del mezz'orco si sforzò di ricordare... da tempo viveva nelle terre selvagge, cacciando, uccidendo e derubando le proprie vittime: umanoidi, o deboli avventurieri.

...una città ...mmrghhhh

Varg aggrottò le sopracciglia e rilasciò parte del gas che si era accumulato nel suo intestino.

Una cosa in effetti gli mancava: una femmina, o quantomeno un elfo... era stufo di doversi accontentare di animali per appagare il proprio vorace appetito sessuale.

Varg si alzò, infilò i picconi nella cintura, si avvolse nel pesante mantello di lana, orinò sui cadaveri e lasciò la miniera. Diretto verso la meta. Le mosche, come sempre, lo seguirono.

4 Aphete

Dall'alto dei picchi di Fern il Mezz'orco sembrava avere il mondo tra le sue possenti mani.Varg guardava il panorama mozzafiato ed in lontananza a circa un giorno e mezzo di viaggio, la sua meta: Upr cormr. che maestosa costruzione, delle possenti mura in pietra circondavano la città a protezione di essa. Era troppo lontano per vederne i particolari, ma poteva cmq immaginare che splendore fosse quella città.

Dalla sua posizione gli risultò relativamente facile vedere e studiare la zona ai suoi piedi. In mezza giornata sarebbe riuscito a scendere dalla montagna, per poi ritrovarsi in braccio alla foresta del lato est della città: un intricato groviglio di rami che forse non avrebbero permesso nemmeno ad un raggio di sole di attraversarli e toccare il suolo. Quella foresta era senza dubbio secolare; alberi robusti e dal tronco molto grande erano infatti la caratteristica dominante della zona. La foresta sembrava arrivare fino ad una decina di kilometri di distanza dalla città. Era certamente estate, ma l'aria mattutina della montagna e del nord era sempre fredda e pungente, il cielo sembrava essere minaccioso con nuvoloni che forse si sarebbero spostati verso nord entro il pomeriggio, se non si fossero scaricati prima con una leggera pioggia.

(a te)

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Mentre osservava la città, Varg si strofinò con foga le parti basse.

Sentiva proprio il bisogno di compagnia.

Dopo essersi tolto con un po' di catarro e sporcizia dalle narici larghe e pelose, il mezz'orco si leccò le dita e sputò in terra.

Finalmente si mosse, diretto a grandi passi verso la foresta.

Un cinghiale bello grasso sarebbe stato perfetto per uno spuntino. L'eccitazione dovuta al pensiero che presto si sarebbe sfogato gli aveva fatto venire di nuovo fame.

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(che schifo)

Era l'alba quando cominciò a scendere da fern, l'aria diventava meno umida e fredda man mano che scendeva, ma gia dopo poche ore il suo stomaco brontolava al pensiero del cinghiale che sperava di trovare sul suo cammino, che però non si presentava. Il terreno sotto ai suoi piedi cominciava a diventare meno roccioso man mano che scendeva e il paesaggio cominciava a colorarsi anche di verde. Piccoli alberelli ancora non uccisi dal freddo dell'altitudine di fern erano sparsi qui e la.

Il viaggio proseguiva senza intoppi fino a metà del tragitto che sperava di fare prima di fermarsi a mangiare... o meglio, a divorare, qualcosa. Un orso bruno gli attraversò la strada a circa una ventina di metri da lui. Sembrò non notarlo, in quanto, incurante, si avvicinò a quello che sembrava essere l'albero più grande della zona: il veterano della flora di quell'altitudine. Forse, secondo l'orso quell'albero poteva conservare qualche generoso alveare.

Svogliato, a 4 zampe, si dirigeva a passi pesanti in cerca di cibo. Dalle dimensioni della bestia Varg poteva intuire che non era certamente un cucciolo, ma non era nemmeno un adulto. Sembrava inoltre non portare cicatrici evidenti, che gli avrebbero mostrato esperienze passate con gli umani che provassero a cacciarlo. insomma era un animale certamente giovane. Approssimativamente in piedi avrebbe misurato sui 2 metri.

Il paesaggio nei dintorni era ancora rado. Grossi massi erano disseminati un pò ovunque, a terra un prato rovinato dava segno che la foresta non era lontana. La visuale tra lui e l'orso era completamente sgombra, così come la strada che avrebbe potuto unirli in linea retta.

(puoi caricare se ti passa per la testa insomma)

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Nella vorace e contorta mente del mezz'orco si fece strada l'idea che avrebbe potuto abusare dell'orso.

In passato aveva provato vacche e muli, senza tuttavia trarne particolare soddisfazione.

Dubitava che il peloso plantigrado sarebbe stato meglio, ma la città era ancora lontana.

In ogni caso, prima bisognava abbatterlo.

Certo di non essere stato notato, Varg contrasse i possenti muscoli e in modo scomposto si avventò a testa bassa contro l'animale.

(Entro in Ira, carico l'orso colto alla sprovvista e spero di colpirlo per infliggere danno + furtivo)

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(txc=10 + 8 + 2 per carica + 2 x colto sprovvista: preso. danni: 4 + 6 + 3 furtivo= 13 danni)

L'orso si girò verso il mezzosangue quando fu abbastanza vicino, ma fu tardi , in quanto riuscì a reagire solo dopo che il piccone nemico fu piantato nella spalla della sua zampa anteriore destra. Ruggì di dololore in risposta e tentò di allontanarsi per riprendere le distanze dal barbaro assalitore che sembrava guardarlo con sguardo ferino.

(iniziativa tua 19. (13 +6) orso: 21 (20 sul dado. fortuna che non era il txc va.)

L'orso Furioso si scostò bruscamente per far perdere la presa del piccone che era piantato nelle sue carni, ma non vi riuscì. la presa del mezzosangue era molto forte. Quando il piccone uscì fuori dalla sua carne fu accompagnato da uno schizzo di sangue che diede molto piacere alla vista di Varg. L'orso di nuovo urlò per il dolore, si alzò su due gambe come per incutere timore all'avversario con la sua statura, ma in piedi era poco più grande del barbaro che non aveva per niente timore e gia immaginava se stesso mentre seviziava il cadavere.

L'animale tentò di colpire la bestia semiumana con una zampata. Ma varg esembrava essere assai più esperto in combattimento del suo avversario che se fosse stato umano sarebbe stato poco più di un novellino. (txc 5 +8 = 13 CA tua ora 14. mancato) Tuttavia dovette sollevare il braccio sinistro, e col gomito intercettare il polso dell'orso, deviandone la traiettoria. per un pelo l'animale mancò la testa del barbaro.

Bava scendeva dal suo rabbioso muso che si muoveva mostrando i denti.

(a te)

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Il primo attacco fu semplice da portare. Il suo braccio sinistro era già stato sollevato per deviare il colpo dell'animale, e il piccone era già caricato quindi dietro la testa di varg. Ciò che dovette fare per completare l'attacco fu semplicemente descrivere un arco con la sua arma che poi sarebbe calata sull'orso dall'alto verso il basso.

(2 +8=10. mancato)

Varg aveva forse sottovalutato il suo avversariocercando una soluzione semplice all'incontro, ma veloce. L'orso infatti, per tutta risposta ringhiò (che verso fa l'orso???) e con la zampa destra schiaffeggiò il braccio teso del barbaro, deviandone la traiettoria.

(12 + 8 = 20. preso)

Il Barbaro non ripetè lo stesso errore e senza perdere nemmeno per un attimo la sua speranza di poter seviziare quel nuovo futuro amante, con il piccone che aveva nella mano destra, sferrò un colpo dal basso verso l'alto con tutta la ferocia che aveva in corpo. Sembrava veder combattere un orso contro un altro orso, era impressionante la ferocia dei due, impresssionante era anche il ringhio di dolore del vero animale, quando il piccone di varg arrestò la propria corsa nel ventre del plantigrado. il piccone scavò crudelmente un buco profondissimo nello tomaco dell'orso, che cominciò a barcollare.

(4+6=10 pf sta a 23. tocca a lui)

Rivoli di sangue gli cominciarono a scendere dal muso; il respiro dell'orso cominciò a diventare irregolare e affannoso, le zampe posteriori lo reggevano a fatica. Con la zampa sinistra appena usata per deviare il primo colpo di varg, cercò di schiaffeggiare, col dorso della zampa il volto del rivale.

(11+8 19. preso danni (1d8)6+5 11 danni a te.)

Il colpò andò a segno. l'animale sembrava averci messo tutto se stesso in quell'attacco. il dorso della zampa colpì come previsto il volto di Varg, lasciandogli profondi segni sulla guancia sinistra e un taglio profondo poco sopra l'occhio. quelle cicatrici sarebbero state un vanto per lui in futuro.

Il mezzosangue riuscì a tenersi in piedi, nonostante la forza bruta dell'animale l'avesse costretto a piegarsi. Il sangue gli colava sull'occhio sinistro, costringendolo a chiuderlo, ma con l'altro occhio vide l'animale di fronte a lui sbilanciato dalla sua stessa forza, le gambe non riuscirono a tenerlo, quindi cadde rumorosamente a terra prono (è prono pancia sotto vero???). respirò più velocemente per qualche secondo, ed ogni respiro era un lamento o un rantolo, poi cominciò a rallentare, e infine cessò.

(non te lo perdonerò mai, hai ucciso il mio winnie pooh. Aveva 0 pf cmq. per questo è caduto. Mo vediamo che fai te :D TREMO!)

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Il bruciore della profonda ferita al volto aveva ulteriormente eccitato il mezz'orco.

Varg tirò via con la mano il sangue che cominciava a rapprendersi sull'occhio. Ancora in preda alla frenesia scatenata dal combattimento, si leccò le labbra e fissò con voluttà il grande animale privo di sensi.

Doveva fare in fretta, prima che la carcassa della bestia cominciasse a raffreddarsi.

Fece ciò che voleva, e una volta concluso fracassò la testa dell'orso con il piccone, facendo sprizzare sangue e materia cerebrale all'intorno.

Quindi, provato dall'esperienza, si coricò accanto al grosso albero per riposare.

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(Pensavo peggio)

Sarà stato che l'orso era stato un avversario che gli aveva dato fastidi, sarà stato per il fatto che fosse ancora quasi vivo quell'animale, ma l'orso gli diede un certo senso di soddisfazione.

Dopo un aio d'ore fu gia pronto per ripartire. Le ferite erano profonde, ma il dolore era parte integrante della vita da barbaro che il mezzosangue aveva scelto. Ancora molto sangue sarebbe dovuto essere versato, prima che questo dolore lo portasse al cospetto di Grummsh.

I tagli erano ancora aperti, ma il sangue rappreso impediva che ne fuoriuscisse dell'altro. L'occhio di Varg era senza dubbio fuori pericolo, ma le tre cicatrici che avrebbe avuto (2 sulla guancia, una qualche centimetro sopra occhio sinistro) sarebbero state indubbiamente motivo di gran vanto per lui.

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(Pensavo peggio)

( :shock: :shock: :shock: )

Il mezz'orco avanzò deciso verso la città, attraverso l'antica foresta.

Aveva fame, e bestemmiava gli dei per non essersi cibato dell'orso. Quel dannato animale avrebbe potuto essere ancora più utile.

In ogni caso, nella foresta qualcosa avrebbe trovato... se non un cinghiale, almeno un elfo o uno gnomo.

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Camminava baldanzoso, e piu' o meno all'ora in cui era abituato a mangiare qualcosa trovò:

(Tiro salvezza su riflessi: 4+4 8 fallito)

Inciampò in una corda forse nascosta che era sfuggita alla sua attenzione. quando sol corpo toccò terra, si rese conto chesi trovava in una trappola per conigli, solo che era progettata per esseri umanoidi. infatti fu sollevato da una rete che lo teneva prigioniero. contemporaneamente il meccanismo rudimentale sembrava aver innescato con reazione a catena la caduta di una ampolle, da un albero a un metro da Varg. L'ampolla cadde a terra e si ruppe e il liquido che ne fuoriuscì cominciò subito ad evaporare, lasciando un disgustoso olezzo puzzolente.

(ti do bonus su TS su tempra perche' te puzzi gia di tuo 10+7 +2 19 superato)

Le narici di Varg si arricciarono, ma sembravano essere gia abituate ad un odore così forte e nauseante. infatti la puzza di quel liquido era appena appena più forte di quella che emanava lo stesso Varg.

La trappola non era fatale, sembrava essere lo scherzo di un burlone. A giudicare dallo stato della corda della rete che lo imprigionava era li anche da molto tempo.

Il mezzosangue era sollevato da terra a circa 3 metri, grazie ad una corda instabile che manteneva la rete. il ramo che funzionava da carrucola scricchiolava sotto il peso del mezz'orco. probabilmente doveva mantenere pesi minori di quello, oppure il costruttore della trappola aveva fatto male i calcoli.

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Il mezz'orco, appeso a testa in giù, era molto molto irritato.

"Porca *****, ****** ******, se ti trovo sdradico un albero per infilartelo nel ****" borbottò digrignando i denti.

E intanto agitava grasso e muscoli per spezzare con il proprio peso il ramo che lo sosteneva.

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Il ramo non resistette molto. infatti scricchiolava ad ogni movimento del pesante mezzosague. dopo meno di 30 secondi si spezzò, e Varg cadde pesantemente a terra. Scoprì con orrore, che forse quella mossa era stata preventivata. Infatti si sporcò non poco... non di terra.

Del letame era stato accuratamente posto sotto al punto in cui la preda sarebbe caduta in caso in cui si sarebbe comportata come il mezz'orco. Certo sarebbes tato più divertente tenerlo appeso come un sacco di patate, ma anche vederlo nel letame come un maiale non era male.

Nella contorta mente di Varg si fece strada un pensiero stranamente coerente: da qualche parte qualcuno rideva di lui.

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Chiunque fosse, con un tronco nel **** avrebbe riso con maggiore difficoltà, penso tra sé e sé il mezz'orco con un certo compiacimento.

Intanto, alzandosi, afferò una manciata di letame e se la mise in bocca. Niente di nuovo, la solita *****. Le mosche gli ronzavano intorno felici. Varg sputò in terrà il boccone, e quindi si guardò intorno e tese le orecchie augurandosi di scoprire chi aveva posizionato la trappola.

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(Riflessi: 4+4 8 LOL)

Nella frenesia e nell'eccitazione del sangue che stavano per bere i suoi picconi, Varg non si rese conto di cosa pestava, fin quando un suo piede non andò a vuoto.

Un'altra trappola rudimentale era posta a 5 metri tra il barbaro e il simpatico burlone che le aveva piazzate. Varg si rese conto troppo tardi di aver appena messo un piede su un pezzo di stoffa teso e mascherato da fogliame e terriccio, che sotto il suo peso si era strappato agli angoli incui era ancorato al terreno per mezzo di picchetti.

Il barbaro tentò di sbilanciarsi istintivamente in avanti, per superare quell'ostacolo. Ma la sua reazione fu inutile. Cadde per tre metri su uno strato di morbido, melmoso e freddo fango.

Una vocina sottile partì in una fragorosa risata stridula da fuori la buca.

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