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Background di Berthold


Fortinbras

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Berthold figlio di Ordunn, fabbro di Malinè. Un ragazzone dal cuore gentile, lento sia di piede che di lingua ma forte e tenace come un bue. Essendo Malinè una comunità piccola, placida e isolata si è dedicato all'addestramento marziale su esclusivo impulso della bella Alisandra, di cui sin da bambino sogna di diventare lo scudiero. Ad insegnargli i trucchi del mestiere ci ha pensato, malgrado le obiezioni paterne, il bonario zio Gunnar, ritiratosi a Malinè dopo aver servito per oltre un ventennio sulle navi da guerra di Lyantas. Berthold, ispirato dalle letture di Alisandra e dai racconti dello zio, ha un'idea alquanto romantica della vita da guerriero, ed è disposto a ricorrere alla violenza solo quando è strettamente necessario; non sopporta le soperchierie, tanto più quando a farne le spese siano gli umili e gli indifesi. In particolare si è sempre dimostrato molto protettivo nei confronti di Alek (che si sforza, non sempre con successo, di chiamare Bloodfir) e di Ereinion. I suoi sostengono che la magia faccia perdere il senno a chi la pratica, e più volte gli hanno ricordato la cattiva fama dei suoi compagni di gioco; ciò nonostante Berthold è rimasto affascinato della superiore intelligenza dei due ragazzi, e sebbene entrambi gli mettano i brividi per il l'atteggiamento un po' sinistro e ancor di più per i prodigi che sono in grado di operare, è molto dispiaciuto dell'ostilità della gente di Malinè nei loro confronti.

E' molto affezionato ai genitori (il massiccio Ordunn e la rubiconda Marielle), da cui ha ereditato la religiosità semplice e schietta, l'amore per il lavoro onesto e, inevitabilmente, un pizzico di buon senso contadino. Ha un fratello più giovane, Harold, di corporatura più esile ma dalla mente acuta e dalla mano ferma e precisa. Se Berthold accetta di lasciare Malinè malgrado il dolore che certamente darà ai suoi, è proprio perchè conta che Harold saprà mandare avanti il lavoro alla forgia meglio di quanto lui potrebbe fare mai; questa certezza, ad ogni modo, riesce ad alleviare il suo senso di colpa solo in parte.

Data la sua goffaggine, la scherma di Berthold si è sempre rivelata alquanto debole. Si trova molto più a suo agio brandendo un pesante maglio da lavoro, che malgrado l'apparente scomodità riesce a manovrare con efficacia. Durante gli anni di apprendistato alla forgia, presumibilmente ispiratosi ai disegni di uno dei libri di Alisandra, il nostro ha segretamente costruito una rudimentale corazza di piastre. Il suo aspetto non sarà dei più minacciosi (alcune parti hanno una marcata somiglianza con certi fondi di pentola spariti dal magazzino di Ordunn in circostanze mai chiarite), ma nel corso degli allenamenti l'armatura si è dimostrata insospettabilmente flessibile e robusta. Oltre al maglio e alla corazza il giovane guerriero porta con se' anche un giavellotto e un piccolo baule pieno di attrezzi, entrambi regalatigli dal vecchio Gunnar prima della partenza.

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Cosa pensa dei suoi compagni:

Alisandra: A prima vista potrebbe sembrare che Berthold abbia semplicemente una cotta per la bella Eladrin; in realtà la sua è vera e propria venerazione. Quando la fanciulla lo incita, lo incoraggia e persino quando lo rimprovera, Berthold si sente come i valorosi campioni delle cronache che lei ama tanto, e non un insignificante e goffo ragazzo di bottega. Di questo lui le è profondamente grato, ed è disposto a ficcarsi in ogni genere di guaio pur di dimostrare a lei e a se stesso di avere veramente la stoffa dell'eroe.

Ereinon: Berthold ammira molto l'acume e la presenza del fratello di Alisandra, ma al tempo stesso è un po' intimidito dall'aura di mistero che lo circonda. Se la ragazza sembra uscita da un antico poema guerresco, Ereinon gli ricorda i Principi Fatati delle storie che mamma Marielle raccontava quand'era ora di dormire: creature al tempo stesso nobili e spaventose, generose e volubili, degne di grande rispetto ma da trattare con la massima cautela.

Alek/Bloodfir: Su Alek Berthold ha una teoria tutta sua: è convinto che il tiefling sia in realtà un diavoletto, scacciato dagli Inferi perchè un po' pasticcione e perchè, in fondo, di buon cuore. Tratti che lui per primo è convinto di possedere, e non solo: per Berthold entrambi sono, per carattere e aspirazioni, molto diversi da come li vede la comunità di Malinè. Insomma, dei suoi compagni Alek è (per quanto sia bizzarro) quello a cui è convinto di assomigliare di più, e forse è per questo che nei suoi riguardi Berthold si dimostra particolarmente paziente e premuroso.

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