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[Wiggly] Manus Diabuli in Corruptione Auget


Wiggly

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Inviato

[Feuris]

La cuoca gira la testa verso di te mentre con mano sicura fa roteare in aria due uova ormai quasi cotte: "Avrà fatto tardi anche stanotte con quel fannullone sciupafemmine di Arturo, il figlio del calzolaio... è da una settimana che sgattaiola fuori la notte per vederlo, se lo impara il padrone puoi star sicura che si troverà senza lavoro seduta stante!" - e torna a dedicarsi alla frittata che stava cuocendo sbuffando e sparlottando seccata...


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Inviato

Mi sveglio quando un timido raggio di sole sbuca dalla finestra ferendomi l'occhio. Con i muscoli indolenziti e doloranti per le fatiche del giorno prima e per aver dormito in una posizione scomodissima per tutta la notte, più o meno 4 ore. Trambellando leggermente esco di casa avviandomi alla fontana più vicina per darmi una rinfrescata e per godermi un po' di quel tepore inaspettato che riscalda le ossa e accarezza dolcemente la pelle. Mi siedo davanti alla porta di casa a crogiolarmi al sole aspettando che tutti gli altri della famiglia si alzino in modo da non disturbare. La prima ad alzarsi è come sempre mia madre, la sento mentre mette sul tavolo un po' di latte e qualche fetta di pane del giorno prima come ogni giorno. E come ogni giorno si scorda di me. Mi alzo sconsolato e borbotto un "buongiorno" stentato prima di mangiare un cantuccio di pane e mezzo bicchiere di latte. Vado a prendere il giaco di maglia e la spada approfittando del sole per dargli una pulita veloce, passando prendo anche gli stivali sporchi di fango così da pulire anche quelli. Mi siedo fuori armato di uno straccio bagnato, bucato e consunto e con un po' di olio di gomito inizio a togliere le incrostazioni di fango dagli stivali imprecando pesantemente "Cristo santo! Su questi stivali c'è tutto il fango di Bologna, cribbio è impressionante, ma dove diavolo l'ho raccattato tutto? MaH" Continuo a strofinare tranquillamente finchè la mia sorellina non esce a corsa da casa sbattendo rumorosamente la porta e inciampando nel giaco di maglia. Ormai abituato ai suoi disastri le sorrido come sempre scuotendo la testa "Irene dove stai andando così di corsa?"

"Mamma mi ha chiesto di andare a prendere un po' di frutta e di fare un salto da Amilcare a prendere un po' di farina" preoccupato lancio lo straccio dentro casa, mi indosso gli stivali più velocemente possibile e istintivamente allaccio il cinturone con la spada attorno alla vita "Aspettami allora che vengo con te, ho bisogno di fare 2 passi" torno in casa a riportare il giaco di maglia "Che madre snaturata, mandare da sola un bambina con tutto quello che sta succedendo, che idiota, non ho parole" sbuffando esco di casa e prendo per mano Irene stando attento ad ogni singolo rumore e a tutto ciò che ci circonda cercando di non abbassare mai la guardia. Rimango stranamente in silenzio per tutto il tragitto finchè una domanda innocente e improvvisa mi coglie impreparato "Ma come mai hai la spada oggi? non la porti mai quando andiamo in giro? perchè oggi ce l'hai? è successo qualcosa?" guardo stupito la mia sorellina e senza volerlo porto la mano all'elsa della spada sfiorandola "Ehm... beh si cioè oggi l'ho presa perchè...sai com'è la devo portare dal fabbro perchè... perchè la devo affilare, niente di che è solo che ha bisogno di una sistemata tutto qua" sperando di essere stato abbastanza credibile guardo nuovamente Irene che sembra averla bevuta. Continuiamo a girellare per il mercato eseguendo le commissioni, ne approfitto per fare qualche domanda in giro e chiedere alla gente come si sente e come sta, stando bene attento a non farmi sentire da mia sorella. PRima di tornare a casa faccio un salto da Della Bruma per portargli la spada per non destare sospetti in Irene. "Buongiorno, avrei bisogno di un favore. Potresti affilarmi la spada? Passo a prenderla verso mezzogiorno prima di iniziare il turno" consegno la spada al fabbro sempre dando un'occhiata a mia sorella che si diverte a guardare le balestre nell'angolo cercando di capire a cosa servano, assicurandomi che mia sorella non mi senta mi avvicino all'orecchio di Simone "Stai attento quando vai in giro per la città di notte, ieri sono stato aggredito da un mio compagno d'armi che mi ha scambiato per un assassino, quindi vedi di stare attento mi raccomando" tossendo rumorosamente torno ad un tono di voce normale "allora a dopo e grazie mille del favore" Riprendo per mano mia sorella strattonandola un paio di volte cercando di convincerla a venire via ma visto che rimani lì incantata a guardare la prendo in braccio sorridendo e la porto fuori mentre scalcia facendo le sue finte bizzette, quelle che fa sempre per farmi credere che non gli piace essere presa in braccio. Con quella piccola peste in braccio mi incammino verso casa, leggermente sollevato nel vedere che tutto quello che è successo non ha intaccato la mia piccola Irene e per essere riuscito ad avvertire Della Bruma di quanto accaduto

Inviato

Un raggio di sole filtra dalle imposte delle grandi finestre della biblioteca del convento, mi sveglio rendendomi conto di essermi addormentato nel mezzo della mia ricerca. Arrotolo i fogli degli appunti raccolti durante la notte, ripromettendomi di terminare il lavoro in giornata, li infilo nella manica della tunica e, attraversando il chiostro, mi dirigo al refettorio per una buona colazione energizzante. Individuo subito Fratello Severino, seduto ad un tavolo solitario, intento a consumare fugacemente il suo pasto mattutino; presa la mia razione lo raggiungo per aggiornarlo su quanto scoperto...

@ Wiggly

Spoiler:  
A questo punto dovresti dirmi se e cosa ho scoperto dalle ricerche che mi sono costate mezza nottata di sonno :rolleyes: - piccola autocorrezione da scuola elementare...
Inviato

[Onirica]

Spoiler:  
Purtroppo le tue ricerche in biblioteca non hanno prodotto nulla di concreto. Non hai trovato nessun riferimento al simbolo visto o alla frase rinvenuta. L'unica cosa che hai visto è un riferimento di un secolo fà, di poche righe, in cui un uomo fu crocifisso perchè affermava di essere vicino all'onnipotenza grazie ad un rituale blasfemo.

P.S.: Quando vuole anche la tua mogliettina può dirmi cosa vuole fare e consideri che può lasciare suo marito a bottega e spostarsi per la città anche in orario "d'ufficio". ;-)

Inviato

Non è stato un sonno tranquillo.

Riapro gli occhi infastidito dal mal di testa. Per tutta notte non ho fatto altro che pensare e ripensare e quei pochi istanti di sonno che mi sono stati imposti, sono stati conditi da incubi. Non credo in queste cose. Non ci credo!

Questa volta, l'arrivo dei servitori mi coglie già seduto sul bordo del letto, ancora pensieroso e con una mano a tentare di avvolgermi la testa. Razionalità.

Mi vesto con movimenti lenti, fortunatamente Piero mi conosce a sufficienza da sapere che quando mi trovo in queste condizioni è bene evitare ogni genere di rumore o disturbo. Scendo con altrettanta lentezza le scale e attraverso le stanze che mi separano dal salone per la colazione.

Faccio giusto un cenno a Caterina e leggo nei suoi occhi la comprensione del mio stato. Mi siedo con cautela.

Per cortesia, Caterina. Una tisana lenitiva. Foglie di salice. Guardo il cibo disposto di fronte a me con un moto di disgusto. Non ho fame in questo momento, la testa pulsa più forte. Anche un pezzo di carta, per cortesia, e il calamaio.

Quando una delle cameriere mi porta gli strumenti per scrivere, i miei movimenti sono ancora lenti e confusi, ma la mano è fortunatamente ferma sulla carta. Richiudo il foglio e lo porgo nuovamente alla cameriera, guardandola torvo. Fatelo avere a Sallustio. Subito.

@Wiggly

Spoiler:  
Per Sallustio:

"Prendi ogni precauzione necessaria affinché i nostri uomini non cedano al panico e i nostri affari non risentano di questo problema. Ogni precauzione necessaria."

@Wiggly

Spoiler:  
Dopo aver bevuto la tisana, mi rilasso un poco nella speranza che il mal di testa si lenisca, quindi esco e mi dirigo al convento alla ricerca del frate. Se per caso Caterina o qualcun altro mi coinvolge in qualche situazione o dialogo prima della mia uscita, rispondo prima di andarmene.
Inviato

[Raemar]

Esci di casa abbastanza in fretta mentre finalmente il decotto di salice sta cominciando a dare i suoi benefici effetti sul tuo mal di testa. Le strade sono popolate di molta gente ma ti rendi conto subito che quello che ti era stato riferito da più parti corrisponde al vero: nessuno sembra sereno e spensierato come ricordi dalle settimane scorse, ognuno ha negli occhi una celata paura di quello che potrebbe succedere ancora. Attraversi il mercato deciso e percorri i portici di via Castiglione diretto a S. Domenico. La piazza davanti all’imponente chiesa sembra più vuota del solito, dipenderà dal fatto che si sta svolgendo la messa dell'Ora Terza e la maggior parte dei fedeli non impegnati a lavorare è raccolta alla funzione, il canto dei frati che si alza in lontananza te ne dà conferma. Entri attraverso la porticina intagliata nel pesante portone dell’edificio sacro e ti apposti in un angolo per non dare nell’occhio, in attesa che di lì a poco la funzione finisca. Appena i fedeli cominciano ad uscire ti dirigi veloce per intercettare l’abate, intento a sistemare l’altare per la messa successiva mentre i molti frati del coro fanno per andarsene. Il severo sguardo del Vescovo Egidio Togliatti si posa su di te e ricambia il tuo gesto di saluto, non sembra sorpreso di trovarti lì e la sua mimica facciale come al solito non tradisce nulla di quelli che sono i suoi pensieri. “Mio caro Ezio, cosa ti porta alla mia porta? Non ricordo di averti mandato a chiamare per dei tomi pronti?” – dice con un tono di assoluta tranquillità, porgendoti la mano da baciare...

[Raemar]

Spoiler:  
Mentre ti porti nei pressi dell’altare attraversando la navata ti sembra con la coda dell’occhio di vedere qualcuno che ti osserva più del dovuto, ma quando ti giri non noti nessuno di particolare fra la gente... (hai fallito il tiro in osservare, sorry!) ;-)

[Onirica]

Stai recitando distratto l’orazione del giorno mentre i tuoi pensieri tentano di riportarti a ciò che hai scoperto nel giorno passato. Aumenti il volume del tuo recitare quando viene intonata l’acclamazione conclusiva per scacciare dalla testa i ricordi e concentrarti sulle preghiere al Signore. In quel momento noti Pantoliano in disparte appoggiato ad una colonna nella penombra della navata di sinistra. Non perde d’occhio il vescovo nemmeno per un secondo e capisci che non è sicuramente qui per pregare. Sei stupito della cosa, siccome gli emanuensi non hanno che tu sappia tomi pronti da consegnargli. Anziché cominciare a seguire il gruppo di confratelli che, finita la recita, cominciano a uscire dal coro per tornare ai loro compiti, decidi di attardarti un attimo fingendo di sistemarti il vestito e i legacci in cuoio dei sandali. Come immaginavi il mercante si dirige rapito a intercettare il vescovo, il quale però non sembra più di tanto stupito di vederlo... almeno all’apparenza.

[Feuris]

Stufa di dover sempre fare tutto tu e poco felice di dover dare una strigliata alla giovane, ti dirigi verso la stanza della servitù per svegliare Silvia, ora che il tuo padrone è uscito per affari. Bussi con forza alla porta del suo piccolo alloggio per svegliarla e la chiami arrabbiata: “Svegliati pelandrona! Ti ho già coperto più di quanto meriteresti! Non sei la padrona di casa ed è meglio che cominci a dedicarti ai tuoi lavori, scansafatiche che non sei altri... non costringermi ad entrare!”. Nessuna risposta giunge dall’altra parte della porta di legno senza serratura. Arrabbiata per l’insolenza della ragazza decidi di entrare per cantagliele faccia a faccia e metterla in riga minacciando di dire tutto a Pantoliano. Apri la porta di scatto ma rimani sorpresa nel trovare la stanza vuota e il letto fatto. Dove si sarà cacciata quella sgualdrina!? Vuoi vedere che quella stupida si è davvero addormentata fra le braccia di Arturo o peggio è scappata? Così non posso più proteggerla e si troverà in grossi guai al ritorno del padrone...!

Inviato

[Kyran]

Lasci la tua bottega chiusa dopo aver scambiato poche parole col giovane Gianmarco conosciuto la sera prima, pensi sorridendo che il ragazzo ci ha messo davvero poco prima di approfittare del coinvolgimento comune al fine di chiederti un favore che altrimenti non potrebbe permettersi. Attraversi tutta la piazza e via D’Azeglio fino a incrociare via Farini e da lì cominci senza farti notare a gironzolare per il dedalo di vicoli che circondano la zona del misfatto. Passi anche a vedere il portico, luogo del delitto, ma ormai gli spazzini hanno ben pulito tutto e a malapena si notano i fori triangolari sulla colonna provocati dai chiodi... deve essere stata una scena davvero raccapricciante! Parli con qualche bottegaio fingendoti noiosamente incuriosito all’accaduto e cercando di carpire informazioni utili, ma ti rendi presto conto che nessuno sembra aver visto o sentito nulla, nemmeno i colpi di martello che devono essere serviti per piantare i tre chiodi della blasfema crocifissione. Svolti rimuginando e guardandoti intorno per via Val d’Aposa, diretto verso palazzo comunale. Quell’intreccio di scarni e poco illuminati vicoli ora ti sembrano più tetri e spaventosi nel clima che si è creato, la gente li evita per la paura quando invece erano affollati fino al giorno prima, e la cosa ti rattrista. Percorri vicolo Spirito Santo quasi invocandolo per risolvere in fretta la situazione e ridare pace e fiducia alla città. Stai camminando guardandoti intorno quando un suono urta il tuo orecchio attirando la tua attenzione. Uno schiocco secco, dal timbro poco sonoro, che ti ricorda un osso che si spezza. Rimani immobile coi sensi tesi per cercare di distinguere meglio, ora percepisci anche un rumore di masticazione, come di un animale intento a mangiare il suo pasto, i suoni provengono da un vicoletto laterale probabilmente chiuso, non ricordi, quasi completamente oscurato dai palazzi intorno nonostante sia giorno. Col tuo fidato coltello già sguainato in mano, fai vincere la curiosità sulla cautela e vigile cominci ad entrare nel budello di mattoni rimanendo schiacciato e silenzioso contro il muro. Il rumore diventa più udibile e distinto, sembra un grosso cane o qualcosa di simile intento probabilmente a cibarsi di un qualche animale catturato, senti ogni tanto lo schiocco di un osso sotto i denti del predatore e un ringhio di eccitazione intercalato allo sbiascichio poco elegante della bestia evidentemente affamata. Arrivi sull’angolo del gomito compiuto dal viottolo e ti prepari a uscire di scatto per spaventare l’animale e metterlo in fuga. Fai un profondo respiro e conti fino a tre per darti decisione.

Uno...

Due...

Tre!

Con un guaito spaventato un grosso cane randagio dal pelo arruffato e sporco si lancia al galoppo latrando terrorizzato nella direzione opposta a te per quello che in realtà non era un vicolo cieco. Ma la soddisfazione per le tue deduzioni azzeccate ti muore in petto alla vista di ciò che il randagio stava divorando. Il largo coltello ti scivola dalla mano tremante mentre a fatica cerchi di mantenere salde le gambe, ora fragili come fili d’erba in una tormenta di emozioni. Sul muro di destra del vicolo, quella che una volta doveva essere stata una ragazza graziosa è infissa ai mattoni con la testa capovolta e le braccia distese. Sul selciato una immensa pozza di sangue rosso vivo, sporcato da grossi stracci di coaguli nerastri, invade tutta la carreggiata. La carcassa della donna è nuda e completamente sventrata, coi visceri che sono stati tratti per terra dal cane per essere più comodamente divorati, mentre alcune costole tagliate all’altezza dello sterno riportano segni di masticatura e sono rotte. Il volto della donna non è riconoscibile, completamente avvolto da una maschera di rossa linfa vitale ormai rappresa, come anche i capelli sono incollati in una macabra acconciatura cremisi. La vista ti lascia paralizzato per diversi minuti, incapace di formulare alcun pensiero. Quando riprendi una parvenza di controllo e cominci a guardarti intorno noti sui mattoni della parete imbrattata diversi simboli a te incomprensibili scritti col sangue della poveretta, come a incorniciare quella tremenda crocifissione blasfema. I chiodi, direttamente spinti fra le ossa delle mani e dei piedi, hanno una testa strana, di forma pentagonale che non hai mai visto. Avvicinandoti con cautela noti che la donna, sotto lo strato di sangue rappreso che riveste e malamente cela le sue nudità, mostra segni violacei sparsi per tutto il corpo, soprattutto sulle cosce e nella zona delle braccia, dei fianchi e sui seni, le mani sono piene di graffi e molte unghie sembrano spezzate. Un conato ti sorprende e ti costringe a girarti verso l’altra parete del vicolo per rimettere la colazione. Quando ti rialzi, un piccolo sacchettino di pelle, finito dietro ad una grondaia a ridosso del muro, cattura il tuo sguardo. È piccolo ma ben fatto e su di esso sembrano esserci alcuni schizzi di sangue assorbiti dal tessuto e ormai rappresi. Lo prendi e ne slacci i sottili legacci in corame. All’interno trovi quelli che sembrano essere i resti di un fungo essiccato di colore rosa pallidi che subito rimetti dentro. Ripreso dallo sforzo e dalla nausea ti accingi a tornare di corsa sui tuoi passi per andare a chiamare qualcuno. Sei ancora sconvolto quando raggiungi il cortile del comune e lì incontri Goffredo intento a dare istruzioni a diversi soldati prima che inizi il loro turno di ronda. Gli racconti il ritrovamento senza concederti neppure un respiro e dopo un breve cambio di ordini dieci soldati in armi con alla testa un fabbro e il comandante delle guardie saettano fuori dal cancello del palazzo diretti di corsa verso il vicolo dove l’incubo del giorno ha preso vita, pronto a diffondere ancora più paura e terrore negli abitanti della città...

Inviato

Non è possibile, ci mancava anche questa! Per fortuna il padrone è uscito, ho tempo di rimediare... se faccio in fretta riesco a fare un salto dal calzolaio durante il mio solito giro.

Cerco di non innervosirmi troppo e rimanere lucida. Come prima cosa vado a controllare dove sia Francesco; lo trovo seduto sul letto, che fissa con aria assonnata un passerotto che si è posato sul davanzale della finestrella. Appena mi sente entrare mi rivolge uno sguardo e senza dire niente si stiracchia e si stropiccia gli occhi, un po' rintontito. La quiete prima della tempesta, penso sorridendo.

Mi avvicino e lo stringo delicatamente tra le braccia.

Buongiorno dormiglione. Oggi cosa cacciamo di bello per la mamma?

Mmmm... mugugna, e lascia cadere la piccola testa sul mio seno.

Se ti lascio a casa anche oggi e ti prometto che ti porto un dolcetto, tu mi prometti che fai il bravo bimbo?

Posso andare a giocare fuori però?

No piccolo...

Ma uffa!

Senti, facciamo così. Tra non molto Agostina inizierà a preparare il pranzo, tu le dai una mano e dopo pranzo ti porto con me... e passiamo anche a vedere se il fornaio ha i biscotti che ti piacciono tanto!

Non posso venire subito con te?

No topolino, solo più tardi... la mamma ha da fare. E poi lo sai che quando Agostina ha te come aiutante le viene tutto meglio, lo dice sempre.

Eh, è vero...

Soffoco una risata e lo abbraccio più forte.

Dai, su... vai a prepararti.

Prima di uscire dalla porta di servizio mi rivolgo ad Agostina:

Silvia non è nella sua stanza. Ora esco per le solite commissioni, vedo di passare anche dal calzolaio per fare due chiacchiere con il figlio... ha davvero passato il segno stavolta.

Ehhh... risponde la cuoca, alzando gli occhi al cielo.

Ti chiedo una cortesia. Voglio fare in fretta e quindi preferisco lasciare Francesco a casa... gli ho detto di aiutarti in cucina, così almeno sta buono. Puoi tenere un occhio su di lui?

Ahah... gli darò le patate da schiacciare, ci mette una vita a farlo ma è delizioso osservare quanto impegno ci mette.

Eheh sì, è davvero tenero. Ti ringrazio... A dopo allora.

Esco velocemente e mi immergo nel viavai cittadino, decisa a risolvere questa nuova noia.

@Wiggly

Spoiler:  
durante il mio giro vado dal calzolaio e chiedo di parlare con suo figlio per sapere di Silvia... non so come la vuoi ruolare la cosa...

perchè sento (come giocatrice) che Silvia è in un fosso da qualche parte?? :P

Inviato

[Feuris]

Entri nella bottega del calzolaio, un uomo magro e canuto dagli occhiali spessi e le mani sempre annerite dai lucidi che maneggia tutto il giorno. Non ricordando il nome lo saluti con un semplice “Salve”. Lui alza lo sguardo dallo scarponcino che stava risuolando e cerca per qualche secondo di mettere a fuoco il viso di chi si trova davanti senza riuscire a distinguerlo. “Buongiorno a lei!” – dice poi gioviale rinunciando nel suo intento di riconoscimento – “In cosa posso servirla bella signora?”...

Inviato

Sfoggio un sorriso e rispondo

Buongiorno a voi. Mi chiamo Caterina, lavoro presso Palazzo Manfatti. Sto cercando vostro figlio... Avrei alcune domande da fargli. Potete dirmi dove posso trovarlo?

Inviato

[Feuris]

Proprio mentre finisci di fare la tua domanda, un ragazzo sui vent'anni esce da una tenda che proteggeva il retro della bottega dagli sguardi degli avventori. Il fisico asciutto, il viso abbronzato, contornato da capelli mossi di color nero corvino lasciati un po’ lunghi. Due lucenti occhi azzurri si fissano su di te, come a studiarti, poi un sorriso accattivante si spalanca e il giovane ti si fa incontro con fare suadente: “La giornata sembra volgere al meglio Madama, in cosa posso aiutarla? Sono qui per esaudire i suoi desideri...” – e lancia uno sfrontato seppur non troppo appariscente sguardo a misurare ogni tua curva finendo la stima sulla tua scollatura, col cipiglio di chi è avvezzo a tali studi...

Inviato

Che sfacciato! penso, stringendomi nella mantellina e coprendo il collo, infastidita dal suo fare da dongiovanni. Con tono fermo e serio comincio:

Buongiorno a voi. Come dicevo a vostro padre, vorrei fare due chiacchiere con voi. C'è un retrobottega in cui possiamo stare? Non vorrei intralciare il passaggio.

Arturo mi conduce dietro alla tenda da cui è appena uscito. Non voglio che questo dialogo duri per le lunghe, specialmente dopo esser stata preda dei suoi sgradevoli modi.

Sono stata informata che siete amico di Silvia, una delle cameriere a servizio del mio padrone, il signor Pantoliano. Vedete, io gestisco i domestici di Palazzo Manfatti e mi trovo in una situazione piuttosto spiacevole al momento, dato che stamattina non ho trovato traccia di Silvia in casa. Volevo sapere se potete darmi qualche notizia, l'avete vista di recente? Sapete qualcosa di lei? Vi assicuro che non è mia intenzione screditare nè voi nè la ragazza, ma certo presto dovrò fare rapporto al mio signore e devo capire cos'è successo e se devo preoccuparmi per la sua sorte. Per questo motivo, vi prego di essere franco e completo se avete qualcosa da dirmi.

Inviato

[Feuris]

Il giovane perde l’aria spavalda avuta fino ad ora e i suoi zigomi prendono ad arrossire visibilmente: “Madama, io e Silvia ci frequentiamo da diverse settimane e i miei propositi nei suoi confronti sono più che seri. L’ho incontrata ieri sera dopo la chiusura del negozio e dopo che lei aveva sbrigato i suoi doveri, siamo stati insieme per qualche ora poi l’ho riaccompagnata a casa siccome era ormai tardi e lei doveva prendere servizio presto questa mattina. Cosa significa che non ne ha trovato traccia??”. Il viso del giovane si fa serio e spaventato mentre i suoi occhi tradiscono il rimuginare della sua mente mentre ripercorre attimo per attimo i ricordi della sera prima...

Inviato

La preoccupazione improvvisamente comparsa negli occhi del ragazzo mi contagia.

E' dunque successo qualcosa di male a Silvia? Se fosse rimasta vittima anche lei di ciò che sta accadendo a Bologna? Se era invaghita di questo ragazzo e lui le prometteva di avere intenzioni serie, che motivo avrebbe avuto di fuggire? Calma, Caterina, calma...

Cerco di non far trasparire la confusione e l'agitazione che pervadono i miei pensieri e mi rivolgo ad Arturo: L'avete accompagnata fino alla porta? L'avete vista varcare la soglia? Questi sono particolari importanti, devo capire se c'è la possibilità che qualcuno sia entrato in casa... Cercate di non agitarvi e ditemi i dettagli che ricordate. Dopo di che io tornerò a Palazzo Manfatti e controllerò se Silvia è ancora assente. In tal caso vi assicuro che mi precipiterò più veloce del vento ad avvisare le autorità. Sono certa che anche il mio padrone non resterà indifferente a qualcosa che è accaduto a casa sua.

Vedo che il giovane respira più intensamente e forse trema anche un po'. Con gesto materno poso una mano sulla sua spalla e cerco di tranquillizzarlo, mentendo: Sono sicura che non le è accaduto nulla di male.

Inviato

[Feuris]

Il ragazzo accetta il conforto senza esserne toccato, poi raccoglie i ricordi e comincia: “Non l’ho accompagnata fin sulla porta, non lo voleva per evitare di essere vista da qualcuno dei domestici e subire infiniti sguardi di rimprovero e dicerie alle spalle” – e una nota di biasimo e disprezzo trapela all’indirizzo della servitù di palazzo Manfatti, poi prosegue – “Come solito l’ho accompagnata fino all’ingresso del vicolo su cui si apre la porta della servitù, all’inizio di via S. Vitale. Quando ho sentito la porta che si apriva e si richiudeva poco dopo ho girato i tacchi e me ne sono tornato a casa di corsa... purtroppo non posso dire in tutta onestà di averla vista entrare, ma tutto mi è sembrato tranquillo, non c’era nessuno in giro a quell’ora e non si è udito nessun rumore allarmante... sono certo che abbia varcato quella porta... DEVE averlo fatto...” e un nodo di agitazione interrompe il suo discorso. Ritrovata la calma, dopo pochi secondi riprende: “Io devo ora uscire per delle consegne urgenti che non posso non fare, ma vi prometto che appena finito vi raggiungerò a palazzo per avere maggiori informazioni ed eventualmente aiutarvi nelle ricerche. Ci vediamo fra qualche ora... ve lo giuro... ma ora dovete lasciarmi andare.” – e con agitazione, senza aspettare una risposta, supera il pesante drappo che isolava l’ambiente per poi uscire di gran carriera dalla bottega, non prima di aver caricato sulla schiena un pesante zaino pieno di merce...

Spoiler:  
Cerchi di capire le sue emozioni... sicuramente percepisci molta tensione nelle sue parole, ma non riesci a dire se nasconde qualcosa che non ti ha detto o se è solo molto preoccupato per Silvia...
Inviato

Le parole del ragazzo mi agitano ancora di più. Prendo immediatamente la via di casa, ignorando gli altri servizi da fare, li affiderò a qualche altro domestico. Mentre cammino mi chiudo a rimuginare:

Se ciò che dice è vero e ha sentito la porta aprirsi e richiudersi... forse qualcuno ha afferrato Silvia sulla soglia e l'ha trascinata dentro, aspettando che Arturo andasse via. Oppure Silvia è entrata sana e salva ed è uscita più tardi per qualche motivo che non so spiegarmi. C'è anche la possibilità che Arturo stia mentendo, non lo conosco affatto... Sembra sinceramente spaventato tuttavia. Devo correre dal signor Pantoliano, non prenderò iniziative senza prima riferirgli ciò che è accaduto!

@Wiggly

Spoiler:  
Alcune cose.

1. il mio pg può sospettare di qualcuno dei domestici o ha cieca fiducia in tutti?

2. so dov'è andato Pantoliano ingame?

3. che ore saranno quando arrivo a casa? per sapere se conviene che esca a cercare il padrone o se è meglio che io attenda che rientri per pranzo.

Inviato

Buongiorno Eccellenza, dico lieto che anche Togliatti non abbia alcuna intenzione di perdere tempo. Ieri mi è parso di capire che alcuni dei frati, forse uno in particolare, avrebbero avuto l'opportunità di esaminare il, mi guardo attorno assicurandomi che nessuno stia ascoltando e abbasso il tono della voce fino a un sussurro quasi impercettibile, _corpo_ ritrovato, così da trarre conclusioni su ciò che è veramente accaduto. Mi chiedevo se fosse possibile scambiare due parole con costui. Sono in ansia per ciò che sta succedendo a Bologna e per le voci che corrono rapide nelle strade. Presto attenzione alla reazione del Vescovo e resto in attesa di una sua risposta.

Inviato

Il comportamento sicuro di Goffredo, in parte, mi porta via il senso d'impotenza ricevuto alla vista del macabro pasto del randagio. In una situazione normale non sarei certo in grado di stare al passo di un soldato, ma la paura e l'adrenalina mi impongono una corsa senza sosta fino al luogo. Per un attimo, senza pensarci, svolto l'angolo e quando mi ritrovo davanti alla scena raccapricciante non riesco a trattenere un altro conato, nonostante il mio stomaco sia ormai vuoto.

Aspetto qualche secondo che i soldati mi passino davanti, in modo da potermi coprire parte della visuale, quando lo sguardo spaventato mi cade sul coltello, fatto cadere poco prima inavvertitamente. Nella testa già esausta, si accalca ora anche il pensiero che questo dettaglio possa condurre su di me i sospetti e il fatto che i messi papali siano diretti in città non mi è certo di conforto, in questo pensiero.

Con gambe molli e mani tremanti mi avvicino di qualche passo, prendendo faticosamente in mano il sacchetto di pelle e porgendolo al comandante. Incerto tento di spiegargli cosa credo ci sia dentro, ma ancora una volta la paura e il disgusto, mescolati a un forte senso di pena per la poveretta, hanno la meglio su di me, facendomi tremare la voce al punto da rinunciare alla spiegazione, aprendo semplicemente il sacchetto nelle mani di Goffredo.

Senza dire nulla, attendo che mi vengano fatte eventuali domande, pesantemente poggiato al muro del vicolo, senza riuscire a scacciare dalla mente il tremendo suono di ossa in frantumi.

Inviato

[Raemar]

Il volto del Vescovo tradisce per un istante un sentimento di preoccupazione e ansia subito ricomposto: “Quello che è successo è una macabra tragedia che dovrebbe essere dimenticata il più in fretta possibile. Voglia il Signore aiutarci in questo. Ieri sera frate Severino e frate Daniele sono andati ad esaminare il corpo per poi informare delle loro impressioni il Cardinale e i suoi uomini” – poi guarda alle tue spalle per un attimo, in direzione del coro, come cercando qualcosa – “Ecco, uno dei due sembra essersi attardato nel coro, quello è frate Daniele. Non capisco però cosa c’entriate voi in tutta questa faccenda.” – il suo tono diventa inaspettatamente più seccato e duro – “Non credo spettino a voi le indagini e non so quanto il Cardinale o il Podestà gradiscano una vostra intromissione in questi fatti. Posso comprendere che teniate ai vostri affari e che ciò che è accaduto minacci di turbarli, ma lasciate che di quest’eresia si occupi chi le combatte ogni giorno nel nome del Signore e attraverso la sua benedizione. Ora se volete scusarmi devo tornare ai miei affari, se volete parlare con Daniele fate pure, non posso impedirvelo, ma ricordate le mie parole e preoccupatevi solo di ciò che vi compete, buona giornata.” – e si ritira dopo avervi freddamente rifatto baciare l’anello vescovile, uscendo dalla chiesa per la porta laterale all’altare.

[Kyran]

Dopo aver attentamente valutato la scena dello scempio per diversi minuti, Goffredo prende il sacchetto e ne osserva il contenuto: “Sembrano erbe di qualche tipo, bisognerebbe chiedere a qualche erborista se le riconosce.”. Richiuso il laccio te lo porge di nuovo, come a dire tacitamente di occupartene, prima di proseguire: “Hai visto o sentito nulla quando sei arrivato qui? Un’ombra, una voce, dei passi?” – chiede mentre raccoglie il tuo coltello dalla pozza di sangue ai vostri piedi e fa per porgertelo cercando di non sporcarsi. In quel momento sopraggiunge un capitano del gruppo che vi aveva accompagnato che va per fermare il comandante nel gesto: “Signore! Quel coltello era sulla scena, potrebbe essere stato dell’assassino e sopra potremmo trovarci degli indizi, forse anche il nome del colpevole inciso!” – dice guardandoti con sospetto ma non in modo palese. Un brivido di terrore ti scende lungo la schiena a quelle parole e all’implicazione che possono avere per te quei sospetti, anche gli altri soldati e militari sul posto si fermano per un attimo a guardarvi a quell'accusa velata, in attesa di quello che succederà. Il comandante si volta verso di lui seccato: “Ci troverai sicuramente sopra al manico una bella iscrizione che cita "Al mastro migliore e amico sincero. G". Questo è un mio regalo che gli feci anni orsono, caro Boezio. Non preoccuparti” – continua notando il perdurare della diffidenza sul volto del gendarme – “lui non può essere stato e men che meno avendo usato questo coltello, sarà lungo nemmeno la metà di quello che cerchiamo. Gli è solo caduto di mano quando ha scoperto il cadavere, come ci ha già raccontato. Apprezzo il tuo zelo ma la soluzione del problema è in un’altra direzione, fidati!”. Torna poi a rivolgersi a te parlando a bassa voce e accennando un sorriso: “Non preoccuparti, è un bravo ufficiale ma è troppo zelante a volte. Ora vattene mentre finisco di sistemare le cose qui, scopri per me che erbe sono quelle nel sacchetto e a cosa possono servire, sicuramente dovevano appartenere all’assassino ed essergli uscite di tasca. Vieni ad informarmi al comando appena hai novità a riguardo, ora vai!” – e ti spinge gentilmente in direzione dell’uscita del vicolo mentre lui ritorna in mezzo ai soldati intenti a staccare le fredde membra della donna dal suo altare di morte.

Inviato

Mi attardo fingendomi assorto in preghiera incuriosito dal colloquio tra il Vescovo ed il mercante, cerco di farmi notare il meno possibile ma l'occhiata del Vescovo nella mia direzione mi coglie impreparato. "La curiosità è un brutto vizio, caro Daniele. Spero solo che non si siano resi conto che li stavo osservando". Prima di muovermi attendo un paio di minuti, finisco la preghiera e mi alzo per conquistare l'uscita attraverso la navata laterale.

A metà del percorso sento un rumore di passi allontanarsi dall'altare ma sono passi pesanti, probabilmente il mercante ha terminato il colloquio e se ne sta andando, decido di rallentare per non dare l'apparenza di un frate che fugge di sottecchi.

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