raemar Inviato 26 Luglio 2010 Segnala Inviato 26 Luglio 2010 Non volto il capo verso Caterina mentre faccio un lieve cenno di assenso con la testa. I pensieri si accavallano in me, mentre cerco di dirimere la matassa che sta imbrogliando la mia solita capacità di azione. Sallustio, segui Caterina e vedi se trovi qualcosa di rilevante tra gli effetti personali della ragazza. Quindi esci, e vai a cercarla. Lascio cadere la conversazione e qualunque altra richiesta mi dovesse venir posta. Ho necessità di pensare e di calmare il flusso di riflessioni per darvi una forma. @Wiggly Spoiler: Tra le mie conoscenze, esiste qualcuno che possa aiutarmi in questa faccenda? Qualcuno con cui discutere di rituali religiosi e/o demoniaci?
Wiggly Inviato 10 Agosto 2010 Autore Segnala Inviato 10 Agosto 2010 [Feuris] Raggiungi le stanze della servitù dove trovi buona parte dei maggiordomi e delle serve, intenti a riposarsi prima del lavoro serale. Riporti severa le parole del tuo signore facendo attenzione a non dire troppo ma dando comunque il giusto peso agli ordini impartiti. Accompagnata poi da Sallustio vi dirigete nella stanza disadorna di Silvia. Frugate nell’armadio e nei pochi cassetti dove rinvenite solo abiti di scarsa fattura e qualche semplice monile. Sotto al letto trovate un pacchetto di lettere scritte in bella calligrafia e tutte firmate Amedeo. I toni degli scritti sono molto passionali, sui fogli è descritta una lunga relazione epistolare durata due anni (a quanto risulta dalle date riportate) e interrottasi bruscamente l’anno prima a settembre, con una lettera struggente di addio nella quale viene per sempre promesso un amore impossibile. Un moto di emozione e tristezza ti riempie il cuore mentre leggi e gli occhi ti si allagano di lacrime davanti a quello che appare come un amore genuino e nascosto, ti chiedi chi possa essere questo Amedeo e d’un tratto ti rendi anche conto che Silvia non sapeva né scrivere né leggere, per cui almeno qualcuno doveva sapere di quella storia. Setacciate accuratamente tutta la stanza, ma nulla di insolito balza ai vostri occhi. Sorprendi ad un certo punto Sallustio intento ad ammirare eccitato della biancheria intima in un cassetto ma fai finta di non vederlo per evitare una situazione imbarazzante... è pur sempre il fratello del tuo padrone. Finita l’ispezione metti in tasca le lettere e ti dirigi verso lo studio di Pantoliano per metterlo a parte della perquisizione; noti che è passata più di un’ora da quando avete cominciato. Sallustio si congeda e ti dice che ha altre mansioni di cui occuparsi. Ripercorri i corridoi e bussi alla porta intarsiata, invitata ad entrare ti presenti di nuovo al tuo padrone... [Raemar] Spoiler: Nessuna delle tue conoscenze si farebbe coinvolgere in simili faccende. L’unica persona che potrebbe sapere qualcosa a riguardo è un rilegatore con cui collabori, un certo Ercolino Fratti, che abita vicino a porta S. Mamolo, sulla strada interna che costeggia le mura; è lui che ti ha venduto di nascosto i libri eretici che conservi in casa. Non si occupa di occultismo ma se è entrato in possesso di quei volumi forse sa almeno chi puoi contattare. [Onirica] Passi quasi un’ora ad osservare le colonne, spettatrici del macabro evento, ma non riesci a trovare nulla che possa aiutarti a dirimere le tue perplessità. Ti accorgi poi che il sole sta calando e che l’ora Sesta si sta avvicinando. Di buon passo quindi torni a S. Domenico e trovi Severino fremente ad aspettarti davanti al portone: “Dove ti eri cacciato!? Dobbiamo recarci subito alla Curia, siamo in ritardo!” – e ti sprona a seguirlo a passi quasi di corsa per le vie che vi separano dalla casa del Cardinale. Arrivate col fiatone davanti alla ricca e solida cancellata che separa la via dal largo cortile interno. Ad accogliervi, oltre alle guardie, trovate un frate scalzo ma dall’abito fresco di bucato, è inginocchiato accanto alla parete del muro di cinta e sta pregando a bassa voce. Dopo alcuni minuti di silenzio imbarazzante il frate si desta dalla sua litania, si alza spolverandosi il saio e vi saluta con un gelido sorriso: “Voi dovete essere Frate Severito e Frate Daniele, lieto di conoscervi confratelli. Vi stavo aspettando e visto che tardavate mi sono preso un attimo per lodare il Signore e supplicarlo di guidarci in quello che stiamo per fare. Seguitemi...” – e si incammina verso piazza Maggiore...
Onirica Inviato 11 Agosto 2010 Segnala Inviato 11 Agosto 2010 Evito di rispondere alla provocazione del frate, felice che Fratello Severino faccia lo stesso. Senza mostrare un attimo di esitazione seguo il francescano cercando di recuperare terreno, scambiando un'occhiata con Fra Severino. "Spero che il nostro supporto possa essere di aiuto..." apostrofo in direzione dell'inquisitore "...da quando siamo stati coinvolti in questa faccenda abbiamo cercato di collaborare per risolvere il problema". Il tono di voce è volutamente ansioso e accondiscendente, voglio che il frate creda di "averci in pugno".
Feuris Inviato 11 Agosto 2010 Segnala Inviato 11 Agosto 2010 Dopo una lieve riverenza, comincio Signore, io e vostro fratello abbiamo cercato a fondo nella stanza, come potrete intuire dal tempo impiegato e l'unica stranezza sembrano essere queste lettere - le porgo a Pantoliano, appoggiandole sulla sua scrivania - firmate Amedeo. Pare tuttavia che la corrispondenza sia terminata vari mesi fa, dunque non so se possa essere di vostro interesse. Naturalmente la ragazza non aveva nessuna istruzione, perciò non so chi le scrivesse e leggesse queste lettere. Attendo qualche istante, prima di aggiungere: Posso rendermi utile in qualche altro modo?
raemar Inviato 15 Agosto 2010 Segnala Inviato 15 Agosto 2010 Allungo la mano verso Caterina per raccogliere l'involto di lettere che mi sta porgendo. Una rapida occhiata ai diversi fogli, più per misurarne la quantità che non per leggere effettivamente quello che vi è scritto, quindi le poggio sulla scrivania, con l'intenzione di riprenderle più tardi, certo di non potervi trovare molto più di una noiosa sequela di sdolcinerie. Sto uscendo, Caterina, fatemi preparare la carrozza per cortesia. Sarò con ogni probabilità di ritorno per l'ora di cena. ... la ragazza non aveva nessuna istruzione ... non so chi le scrivesse e leggesse queste lettere .... Torno col pensiero su quanto detto poco prima. Cercate di capire se qualcuno dei domestici aiutasse Silvia in qualche modo in questa relazione. E cercate di capire se qualcuno l'ha mai sentita parlare di questo _Amedeo_. Una volta che si sarà occupato di rafforzare il controllo del perimetro del Palazzo, mandate Sallustio nei luoghi che, per lavoro, Silvia poteva frequentare abitualmente. Vedete se troviamo qualcuno di nome Amedeo da quelle parti. Accenno un sorriso stentanto verso Caterina, quindi le faccio cenno di uscire e mi preparo per dirigermi verso Porta S. Mamolo. Spoiler: Vado a cercare Ercolino, poiché ho bisogno che mi indichi qualche nome che potrebbe interessarsi a queste arti arcane e oscure. Quando tornerò, più tardi, darò un'occhiata alle lettere. Sono certo di non trovarvi nulla.
Kyran Inviato 16 Agosto 2010 Segnala Inviato 16 Agosto 2010 Il comportamento secco di Goffredo mi fa preoccupare più di quel che avrei pensato: era a lui che mi affidavo per tranquillizzarmi, ma evidentemente la persona che dovremmo incontrare è più sinistra del previsto. Venendo meno al consueto scambio di saluti, entro nella stanza insieme ai militari e mi chiudo la porta alle spalle, osservando poi attentamente la stanza per scorgere eventuali altre persone. Sento il petto pervaso da una serie di sensazioni che non sono ben in grado di classificare, e mentre raduno i pensieri da esporre cerco lo sguardo amichevole che ben conosco, senza però trovarlo. faccio qualche passo all'interno della stanza e prendo una sedia girandola verso i due, mentre estraggo il sacchetto che Goffredo mi aveva affidato. "Quando ci siamo lasciati, mi sono recato dalla signora Angelica Mederi per farle esaminare il contenuto di questo." soppeso il sacchetto e lo poggio sul tavolo, "Ho cercato di non dire di più di quanto fosse strettamente necessario, ma non sono bravo a mentire, mi conosci.." continuo con aria di vaga colpevolezza abbassando per un istante lo sguardo; "In ogni caso è stata estremamente gentile, e mi ha spiegato che si tratta di un micete, una polvere che se inalata risulta essere un potentissimo allucinogeno, che pare venisse usato - o che sia usato - da alcuni medici per sedare i folli...tuttavia ha aggiunto che è una merce estremamente rara, quasi impossibile da avere." Cerco qualcosa da rigirarmi nelle mani per ridurre la tensione, ma finisco solo per torturarmi le dita per qualche secondo, prima di obbligarmi alla calma. "Non ho chiesto altro per evitare di fare troppe domande e dare nell'occhio, ma non credo ci sia bisogno di sapere altro per il momento, a parte forse come si può fare per procurarsi questo micete, magari è un buon punto di partenza." Appena finita la frase scuoto leggermente il capo, come a pentirmi di aver cercato di dare un consiglio a un uomo che è di certo molto più esperto di me in questa situazione. "E'li che ho incontrato Vetinari, che mi ha appunto detto che quella persona ci vuole parlare..." concludo, sottolineando le ultime parole con tono preoccupato.
Wiggly Inviato 16 Agosto 2010 Autore Segnala Inviato 16 Agosto 2010 [Kyran e Laerex] Goffredo rimane muto come a soppesare attentamente le nuove rivelazioni, anche se la delusione traspare dalle sue sopracciglia folte, infossate pesantemente fra gli occhi, piantate saldamente in profonde rughe di preoccupazione. “Speravo si scoprisse qualcosa di più su quelle erbe o funghi che siano... manderò comunque i miei uomini a raccogliere informazioni su come procurarsi quel prodotto, anche perché al momento sembra essere l’unica pista che abbiamo...”. Dicendo questo si alza dalla sedia e riapre l’uscio della stanza: “Ora seguitemi, un uomo del Cardinale ha mandato a dire che il luogo dell’incontro con l’inquisitore è cambiato e che devo accompagnarvici io... come se non avessi altro a cui pensare” – aggiunge secco – “ e siamo già in ritardo.”. Uscite dalla stanza senza curarvi della folla di armati che vi circondano e muovete il passo quasi alla corsa per riuscire a tenere l’incedere della vostra guida. Il Comandante attraversa veloce tutta la piazza per infilarsi lungo il lato destro di S. Petronio, percorrendo il portico dell’Archiginnasio fino a fermarsi davanti al pesante portone delle stanze universitarie e della biblioteca. Si fa aprire senza dire una parola e salite veloci gli ampi scaloni che portano ai piani superiori. La cura e lo sfarzo con cui sono adornate le volte e le pareti di stemmi nobiliari e araldi di casate vi fa aprire la bocca dalla bellezza, lo sfarzo di quel luogo non vi è famigliare e vi incanta. Ancora più sbalorditi restate nell’entrare nella sala anatomica, dove le raffinatissime sedute e decori in legno intagliato che arredano tutta l’ampia stanza risplendono come stelle per occhi semplici come i vostri. Mai avreste pensato che l’università potesse permettersi così lussuose opere. Simone è incantato da tanta maestria di intaglio. Lo stupore presto però viene sgretolato dal lenzuolo bianco intriso di sangue che vi si para di fronte, gettato in modo disordinato sopra al tavolo in marmo lavorato al centro del salone. L’immaginazione poco impiega per intuire dove vi trovate e cosa siete venuti a fare in questo luogo. Goffredo, ancora in silenzio ma con uno sguardo pietrificato nella tensione, vi indica gli scranni laterali e vi fa cenno di sedervi. Al termine dello scricchiolio dei sedili, che timidamente tenta di resistere in una flebile e poco convinta eco, il silenzio piomba sul luogo e si insinua nell’animo dei presenti, come una pietra tombale gettata sui vostri cuori a comprimervi l’anima e impedirvi il respiro. Passano i minuti senza che riusciate a rompere la tela di orrore e tragedia nella quale vi trovate rapidamente immersi... Spoiler: Scusate la fretta ma si è tardato molto a postare e ho bisogno di accelerare per far giocare anche gli altri... se comunque volete dire o chiedere qualcosa lungo il tragitto o alla sala anatomica fate pure... Mi farò perdonare!
Wiggly Inviato 16 Agosto 2010 Autore Segnala Inviato 16 Agosto 2010 [Onirica] Alle tue parole il frate sorride, mentre le arcate del portico dell’archiginnasio sovrastano le vostre teste e alla vostra destra incombe l’imponente struttura di S. Petronio. “Non dubito di questo e ne sono felice, caro confratello, ma non mi aspetterei da voi niente di meno, per servire Dio e la Chiesa che lo rappresenta.”. Nelle sue parole una gelida minaccia e un’appuntita traccia di pericolosità stuzzicano i vostri nervi e vi trovate entrambi a dover controllare un brivido. “Siamo arrivati” – dice poi aprendo il portone di legno massiccio dell’Archiginnasio e passandovi oltre. Salite senza indugio le scale fino alla sala anatomica della sera prima. La bellezza e l’ordine di quel luogo mal si accosta al drappo di cotone insanguinato e sgualcito steso a coprire la innaturale scultura di depravazione e morte che ha di nuovo colpito la città. Seduti ai lati della sala trovate anche altri tre uomini, uno riconoscete essere il comandante delle guardie, Goffredo Picci, un altro è un soldato della milizia cittadina e il terzo sembra essere un ricco artigiano almeno dai vestiti, sono tutti e tre in silenzio e guardano il frate con circospezione come si tiene d’occhio un serpente velenoso. “Operate pure in libertà fratelli miei, io sono qui solo per osservare il vostro prezioso lavoro. Fate come se non ci fossi e che il Signore possa guidarvi verso la verità e verso il male che ci perseguita affinché possa essere sconfitto.” - si siede poi su uno dei tanti scranni intagliati e rimane in silenzio ad osservare. Severino titubante rimuove il telo e un moto di disgusto e ribrezzo vi colpiscono alla vista del corpo di donna orribilmente deturpato. Il cerusico inizia poi a esaminare le spoglie col tuo aiuto ripetendo i gesti canonici e abitudinari che gli hai visto fare la sera precedente: “La donna doveva essere una ragazza, capelli chiari e non più alta di 160 cm., era abbastanza curata visto che non trovo nodi nei capelli o pidocchi, quindi o era di buona famiglia o aveva un lavoro che le permetteva di avere del tempo per se. Gli abiti non sono di ottima qualità e usurati, questo mi fa pensare ad una operaia o una serva; non ha monili o gioielli, ma possono averglieli rubati.” – deglutisce e trattiene un conato prima di continuare – “E’ stata picchiata selvaggiamente al volto e al corpo, anche se questo livido intorno al collo, più pronunciato degli altri, mi suggerisce che sia stata afferrata da dietro con un braccio e soffocata, probabilmente prima di essere percossa. Hanno anche abusato del suo corpo più volte prima di aprirle il petto con lo stesso tipo di lama usato per l’uomo dell’altra sera e le sono stati asportati maldestramente gli organi.”. Ti avvicini anche tu al corpo col volto: “Le hanno tagliato i seni oltre ad aprirle il costato e ci sono segni di tagli anche in basso, inoltre i segni dei chiodi con cui deve essere stata crocifissa sono sempre uguali, ha usato gli stessi chiodi particolari che abbiamo visto ieri.”. “Hai detto giusto amico mio” – commenta Severino al tuo indirizzo – “stai imparando bene l’arte!”. Frena poi subito il moto di soddisfazione lanciando un’occhiata timorosa all’indirizzo del francescano, che rimane silenzioso e concentrato sul suo seggio. “Azzardando un’ipotesi su cosa sia accaduto direi che la donna sia stata sorpresa alle spalle, afferrata per la gola e trascinata in un luogo appartato, c’è anche caso che possa essere svenuta. Non è morta subito però, è stata dunque seviziata con calma e a lungo, carnalmente e con violenza, finché non è stata crocifissa, le è stato inferto il colpo finale e le è stato aperto il petto. Quale uomo può fare una cosa simile ad una fanciulla!? Con chi abbiamo a che fare, mio Dio!” – dice mentre alcune lacrime iniziano a rigargli il viso... “Non un uomo, bensì una creatura demoniaca ha agito in questo modo” – la voce di Ian spezza la pesante cappa di silenzio creatasi nella penombra della sala – “Il Diavolo è capace di cose anche peggiori, e usa la debole e fragile mente degli uomini per operare i suoi malefici. Per quanto l’anima di questa vittima fosse ovviamente impura in quanto donna ciò non toglie che spetta solo a Dio e alla Chiesa giudicarla. Spesso le donne sono usate dal Maligno come tramiti e catalizzatori del peccato ed è sicuramente questo che ha fatto di lei un bersaglio. Il male trae forza dall’impuro e dal corrotto. Fortunatamente però la luce di Dio è in grado di trafiggere qualsiasi tenebra e la mano dei suoi discepoli in grado di riconoscere e colpire anche le creature più spaventose agendo in suo nome. Avremo la meglio anche su questo malefico arcano, state tranquilli fratelli miei.” – conclude sorridendo mentre una luce fanatica nei suoi occhi divampa per un attimo con ardente intensità...
Wiggly Inviato 17 Agosto 2010 Autore Segnala Inviato 17 Agosto 2010 [Kyran, Laerex, Onirica] … Ian St. Ledger chiude gli occhi e compie un lungo respiro rimanendo poi fermo immobile per alcuni secondi, in piedi, imperturbabile ed estraneo agli sguardi perplessi dei presenti; poi si rianima fissando Vetinari e Della Bruma col suo sguardo penetrante la carne e le ossa. “Dunque miei cari, voi siete stati rispettivamente i testimoni primi dei due efferati crimini contro Dio, a voi il Male ha deciso di rivelare la sua immonda e perversa natura, e mi chiedo perché... ho scoperto nel tempo che il Maligno giammai fa accadere nulla senza motivo.”. Il silenzio lasciato da queste ultime parole congela l’intero aere della sala. Il frate riprende poi il discorso rivolto ora a Simone: “Voi, Mastro Della Bruma, avete rinvenuto il corpo martoriato di questa fanciulla, cosa sapete dirmi a riguardo che non abbiano già dedotto grazie al loro intelletto i miei cari confratelli nella loro illuminata opera di ragionamento?” – Poi si rivolge a Gianmarco, senza attendere la risposta dell’armaiolo e occhieggiando la spada al suo fianco: “Voi avete dunque ritrovato la vostra arma soldato? Non è consono al vostro ruolo dimenticare l’attrezzo del mestiere quando i và al lavoro, sarebbe come dire per un frate lasciare il rosario nella propria cella nell’andare in chiesa a pregare... Vi suggerisco di essere più accorto in futuro, o qualcuno potrebbe pensare che in realtà la vostra spada abbia avuto altri usi oltre quello di difendere e proteggere...” – sibila secco mentre si avvicina al tavolo anatomico. “Questi chiodi sono particolari, come notava prima frate Daniele, e possono rivelarci la via da seguire. A voi armigeri intenditori di metallo” – dice rivolto a Goffredo, Gianmarco e Simone – “affido il compito di investigare in tal senso, essendo il vostro ramo di interesse. Voi invece, miei cari confratelli, dovete cercare con le vostre arti investigative di scoprire l’identità di questa donna e del motivo per cui è stata scelta fra tutte le anime femminili impure che popolano la città per fare da vessillo all’opera e agli intenti del Maligno.”. “Mi aspetto da tutti voi massima collaborazione, come si confà a chi ha l’anima pura alla luce di Dio ed opera nella Sua gloria; sono certo che sarete disposti a dare tutti voi stessi per servire la causa del Signore, favorendo il lavoro del suo braccio purificatore sulla Terra, la Santa Inquisizione. Darò disposizioni al Podestà e al Cardinale che vi sia garantito l’accesso ad ogni ora del giorno e della notte a qualsiasi luogo della città e mi aspetto ovviamente che mi teniate scrupolosamente informato su tutto. Avete già qualcosa da aggiungere dunque in merito ai fatti?”...
Kyran Inviato 18 Agosto 2010 Segnala Inviato 18 Agosto 2010 Il comportamento freddo e distaccato di Goffredo sono solo uno spiacevole preludio a quella che sembra essere la peggiore situazione nella quale sia mai capitato in questi lunghi anni. E la notte insonne e ricca di crudi pensieri non sono certo d'aiuto. Per quanto la sala anatomica in sè sia uno spettacolo di maestria, soprattutto ai miei occhi, questo dettaglio non riesce minimamente a distogliere il mio sguardo ed il mio pensiero dalla povera fanciulla, oramai martoriata, che giace sul tavolo al centro dell'austera sala; tuttavia, l'immagine che ho davanti agli occhi, mi appare trasfigurata dalla visione di poche ore prima: il corpo mi sembra ancora posto in quell'innaturale posa sottosopra, vari tagli e lacerazioni e lividi quasi traspaiono da sotto il lenzuolo, apparendomi davanti come fossero appena fatti e il rumore di ossa frantumate che - seppur per poco - aveva abbandonatole mie orecchie, si fa ora più vivo e nitido che mai. Forse per questo, o forse per una celata inconsapevolezza, la presenza inquietante del frate che sembra volermi leggere l'anima e giudicarla, mi urta inizialmente meno del previsto. Mi balena per un istante in mente l'idea che non ho neanche fatto le presentazioni, quando la voce di Ian pronuncia sinistramente il mio nome. Mi riscuoto da una sorta di torpore indotto - forse - per difesa e fisso per qualche istante il frate, senza però riuscire a reggere il suo sguardo, mentre trattengo il respiro durante la frase rivolta a me. Sto per aprir bocca, seppur senza sapere cosa dire, quando l'inquisitore si volta verso Vetinari porgendo anche a lui un quesito. Tiro un sospiro, e mi volto verso il ragazzo, confidando che, dato il suo mestiere, sia più abituato di me a trattare con questo genere di persone o di situazioni, lasciando a lui l'ambascia di fare il primo resoconto.
Onirica Inviato 19 Agosto 2010 Segnala Inviato 19 Agosto 2010 Lascio che il frate ascolti i resoconti dei due civili. Approfitto di questo momento per studiare attentamente il corpo della donna, nella speranza che l'assassino abbia lasciato un nuovo indizio scritto...
LaereX Inviato 22 Agosto 2010 Segnala Inviato 22 Agosto 2010 Rimango immobile nella stanza con lo sguardo basso cercando di evitare lo sguardo del frate e l'orrendo spettacolo che offre il corpo martoriato della ragazza. Cerco di non ripensare a quanto visto la sera in cui quella spirale di violenza e terrore ha preso vita, quando ho ritrovato il primo corpo, quando ho visto quello spettacolo raccapricciante, quando la mia vita è cambiata all'improvviso. Non ci riesco. La mente torna a quegli istanti e senza volere ripercorro le interminabili giornate appena trascorse. Quando la voce del frate riecheggia rimproverandomi per aver smarrito la strada inizio a pensare ad una scusa, una giustificazione, qualsiasi cosa che possa scagionarmi ma quando le idee iniziano a balenarmi per la testa istintivamente abbasso la testa, mi guardo gli stivali lerci e usurati e con voce tremante rispondo all'inquisitore "mi scusi. non succederà più, è stata una mia leggerezza" Cerco in Goffredo e Simone un po' di supporto trovando solamente gli occhi spenti dell'artigiano che mi supplicano di parlare per primo evitandogli per un po' quel supplizio. Schiarisco la voce prima di tossire nervosamente. "Inizieremo il prima possibile a cercare informazioni su quei chiodi non si preoccupi, appena avremo notizie la informeremo. Conti pure su di noi, faremo tutto quello che possiamo per servire il Signore" e per stare il più lontano possibile da te
Wiggly Inviato 26 Agosto 2010 Autore Segnala Inviato 26 Agosto 2010 [Laerex e Kyran] “Ne sono sicuro.” – risponde con un leggero sorriso Ian – “Voi invece cosa avete da dirmi signor Della Bruma? Avete da aggiungere qualcosa su ciò che può essere successo? Altri dettagli magari?”... [Raemar] Spoiler: La tua carrozza si ferma nel bel mezzo della piccola strada che costeggia il lato interno delle spesse mura cittadine occupando per intero la carreggiata di ciottolato. Scendi all’invito del tuo lacchè che ti apre la porta con solerzia. Oltrepassata la porta di legno consunta dagli anni che ti sta davanti scendi rumorosamente una lunga serie di scricchiolanti gradini che sai portare nella taverna di Ercolino, dove risiede il suo laboratorio e dove in realtà lui passa la buona parte della sua vita. Bel sistema di allarme queste scale, certo che nessuno potrebbe arrivare qui senza essere notato pensi tra te e te. In fondo alla scala un’altra porta impedisce la vista della stanza, la apri gentilmente e ti affacci cercando con lo sguardo. La stanza è illuminata da molte lanterne appese alle pareti e l’odore acidulo di olio che satura l’aria quasi brucia le narici. Una innumerevole serie di scaffali malandati e vetusti riveste il perimetro dell’ampia tavernetta, tutti stracolmi di libri, cartoni, vecchi fogli ammucchiati o dorsi di volumi impilati. Un pesante tavolo da lavoro sta spossato dai tarli si vede sul lato destro della stanza, tutto intorno sono appesi vari attrezzi dalle forme più bizzarre e dagli usi per te sconosciuti mentre sopra di esso decine di barattoli e pennelli ricoprono interamente la metà di sinistra del piano. Sull’altra metà, relativamente ordinata, alcuni volumi sono appoggiati a diversi stadi di rilegatura, alcuni serrati saldamente in morsetti di legno, altri aperti col dorso verso l’alto. Seduto al tavolo con un grosso volume tra le mani, intento ad ispezionarne minuziosamente l’attaccatura delle pagine, Fratti alza lo sguardo verso di te con l’aria stupita di uno che non aspettava visite per i prossimi cento anni e si sistema il monocolo per mettere a fuoco il tuo volto. “Pantoliano, che sei venuto a fare? Non mi aspettavo una tua visita, o ho dimenticato di ripararti un libro? Vieni pure avanti...” [Onirica] Spoiler: Ti chini sul corpo e cerchi fra gli intestini di trovare qualcosa di simile al portaaghi della sera precedente, esamini minuziosamente senza però avere successo. Convinto che qualcosa deve esserci ispezioni anche tutti gli altri orifizi del corpo senza demordere, ma anche naso, bocca e orecchie non portano indizi. Schifato e imbarazzato scendi più in basso, nell’intimo profanato di quella povera creatura di Dio e ti fai violenza di controllare in quei luoghi per trovare qualcosa che porti almeno giustizia alla sua anima. Improvvisamente senti un oggetto spinto nelle profondità del suo ventre, lo estrai e con orrore scopri di avere tra le mani un altro contenitore d’argento, simile in tutto a quello già rinvenuto sul vecchio. Ti pulisci alla buona le mani e lo apri, senza dare nell’occhio, rivelando un altro brandello di pergamena su cui la solita scrittura incerta e fanciullesca ha questa volta vergato le parole Profana carne ad tenebras offundendum orbi terrarum. Sai che significa: Profana la carne per stendere l’oscurità sulla Terra.
raemar Inviato 1 Settembre 2010 Segnala Inviato 1 Settembre 2010 @Wiggly Spoiler: Non immaginavo di dovervi annunciare una mia visita, caro Ercolino, dico con un sorriso che lasci vagamente intendere che non ho apprezzato la sua accoglienza. Sapete del mio interesse per la vostra .. arte, e in effetti in questi giorni mi stavo chiedendo se il mio buon artista non avesse per le mani qualcosa di interessante per arricchire la mia collezione personale. Non avendo vostre notizie da diverso tempo, ho immaginato fosse bene venire a chiedervi di persona se qualcosa su cui state lavorando possa soddisfare il mio incessante desiderio di conoscenza. Spoiler: La prendo un po' alla lontana e cerco anche di attirare la sua attenzione su temi che possano essere di suo interesse. Farei una prova di Carisma, ma eventualmente anche un Raccogliere Informazioni se ritieni sia necessario.
Onirica Inviato 2 Settembre 2010 Segnala Inviato 2 Settembre 2010 Attendo che i miliziani terminino il loro rapporto ... Spoiler: ...tenendo celato il cilindro metallico, riflettendo sulle parole profane scritte dall'assassino. Studio attentamente il Francescano per capirne gli atteggiamenti ed eventuali "punti deboli", in particolare studio le parole che usa per condurre gli interrogatori cercando di comprendere l'influenza che ha sul prossimo.
Kyran Inviato 2 Settembre 2010 Segnala Inviato 2 Settembre 2010 La domanda del frate non mi coglie di sorpresa, ma comunque i suoi gesti, il suo sguardo e le sue parole che sembrano voler celare minaccia dietro ogni sillaba e la cui freddezza è incrementata dal forte accento del Nord, mi avvertono di pesare bene le parole. Ancora una volta cerco conforto nei giovani occhi della guardia che ho accanto e con cui condivido la spiacevole situazione, poi mi volto per fronteggiare lo sguardo del mio interlocutore: "Qualche dettaglio su come potrebbe essere accaduto?" chiedo aggrottando leggermente la fronte - pensieroso - mentre cerco di risistemare una plausibile sequenza di eventi che potrebbero aver prodotto il crimine. Poi il sangue mi si gela e gli occhi si fissano per qualche istante in quelli freddi del frate: il dubbio che l'uomo voglia trarci in inganno per - a modo suo - farmi confessare qualcosa che non ho fatto ma che lo porterebbe ai favori dei suoi superiori si insinua in me come fosse il gelo delle notti invernali. Senza tradire emozioni, sposto un attimo lo sguardo sulla misera vittima, prima di riprendere a parlare: "Non ho mai avuto a che fare con fatti simili, per mia fortuna...non ho..ecco, non avevo mai visto l'operato del demonio prim'ora. Dico con un piccolo inchino accennato: "Voi invece credo siate più capace di tirare - già ora - delle somme" concludo in un tono che risulta vagamente lusinghiero.
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