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[Ricky Vee - d&d 3.5] L'alba di un nuovo mondo


Ricky Vee

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Aperto ormai ad ogni discorso ed incuriosito da voi, l'elfo vi risponde cordialmente.

Noi elfi lo chiamiamo Delenodren. Gli umani Alyssa. I nani... Bah, chi se ne frega dei nani. Benvenuti nella nostra terra.

Chi è il potente mago tra voi? Una meravigliosa magia vi ha portati fino qui, sembrava estremamente potente. Chi l'ha invocata?

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magia? rifletto

ti riferisci alla luce rossa nel cielo che ci ha condotti fin qui? mi dispiace deluderti ma non c'è nessun mago tra noi... a dirla tutta non ci sono maghi ne magia in tutta la spagna... e nel resto dei paesi da me conosciuti.

che strano posto...

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Alla vista delle vostre facce, l'elfo si mette di nuovo a ridere. Sembra molto divertito.

Su, seguitemi.

Per un po' di minuti avanzate nel bosco. A farvi da guida, insieme all'elfo, si sono aggiunti altri quattro arcieri che poco prima erano nascosti tra la boscaglia.

La strada è leggermente in salita, ma finalmente arrivate in una radura non molto grande. Ha un diametro di poco più di una ventina di metri. La cosa curiosa è che sugli alberi ai suoi margini, vi sono alcune piccole strutture, che talvolta proseguono nel bosco diventando anche di modeste dimensioni.

Queste sono le nostre case.

Vi sussurra l'elfo, che durante la camminata si è presentato come Feldor.

Ad un suo cenno, gli arcieri entrano di nuovo nel bosco e ne escono di nuovo dopo cinque minuti, accompagnati da una donna (anzi, un'elfa) con gli stessi lineamenti degli altri e con una lunga tunica verde. Rimanete incantati alla sua vista, è bellissima.

Notate che anche il resto dei vostri uomini alle vostre spalle è rimasto senza fiato.

Benvenuti, stranieri. Io sono Elira Nimderon.

Vi ho visti arrivare ieri. Vi aspettavo.

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Semplicemente sapevo che degli stranieri sarebbero arrivati in questa terra. Come non lo so, presumo che abbiate attraversato un portale.

Dice Elira con tranquillità.

I miei amici mi hanno già spiegato tutto mentre mi accompagnavano da voi. Mi hanno detto che volete vedere una magia. Osservate.

Sorridendovi, si avvicina ad uno dei tanti alberi che circondano la radura. Prende qualcosa da una tasca della veste e lo tocca con delicatezza.

Improvvisamente, il punto della corteccia da lei toccato, inizia a risplendere, emanando una luce che non si riflette sulla radura (illuminata dal sole), ma illumina la parte di bosco dietro di essa.

L'elfa si avvicina di nuovo a voi.

Questo è un incantesimo.

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Dipende quale dio, ragazzi.

Dice Elira.

C'è chi prende i poteri da un dio, chi da un altro. Chi da tutta un'altra fonte.

Poi vi guarda e si fa porgere dagli arcieri due piccoli frutti, uno blu e uno rosso.

Questi sono per voi. Quando ho saputo che sareste arrivati mi è stato detto anche di tenerli per voi.

Non so che poteri vi possano dare, o cos'altro potrebbero farvi, ma mangiateli. Vi renderanno speciali.

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più divinità? bah...

dalle nostre parti si venera un'unico Dio anche se ci sono alcuni che ne venerano di più... chi vi ha detto di darci questi frutti?

mi voglio fidare...

prendo il frutto che mi viene porto ed inizialmente esito poi lo mangio

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"Mi spiace contraddirla signora ma nel nostro mondo esiste un solo Dio. Ma ne ho già viste tante di stranezze e nonostante ciò continuerò a credere nell'esistenza di un unico Dio."

Sorrido amichevolmente e seguendo l'esempio di Iago mangio il frutto che mi viene dato.

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Dopotutto ognuno crede nel suo dio.

Vi dice Elira, sempre sorridendo.

Marco prende il frutto rosso, Iago quello blu.

Appena lo ingerite...

Iago

Una luce immensa.

All'improvviso senti una voce. Lontana.

Iago! Iago!

Moltissime immagini ti passano per la mente.

Volti di persone ferite, sofferenti. Una fila di strani esseri umani ciondolanti avanza lentamente. Una luce li ferma.

Altri volti. Persone ferite, che sorridono. Ancora la voce.

Iago!

Un uomo, con un lungo abito bianco, si incammina in quello che sembra il campo di un esercito.

Molti feriti. Egli ne tocca alcuni, e il loro viso esprime gratitudine e meraviglia.

Cercami, Iago! Cercami!

Marco

Terre selvagge.

Stai volando.

Sotto di te boschi, foreste, natura.

All'improvviso un incendio. Rabbia.

Una voce femminile ti risuona nella mente.

Chi la fa la aspetti. Il fuoco purifica, ma è nostro nemico.

Un branco di animali sta scappando da qualcosa.

Una risata gelida ti ghiaccia il sangue.

Si, lui.

Vi risvegliate improvvisamente.

Siete entrambi per terra, ricoperti di sudore. Una mano vi è scivolata inavvertitamente in tasca, tocca quello che sembra un pezzetto di carta.

Intorno a voi non c'è più nessuno. Siete in una caverna poco illuminata da candele che formano un cerchio intorno a voi.

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Apro gli occhi non ancora abituati al buio

*Un sogno... si tutto un sogno, la tempesta e il viaggio ancora nulla, probabilmente Roano si sveglierà tra poco*

Il soffitto della caverna si fa più nitido

*Quelle fiamme... forse erano vere anche quelle...*

Mi alzo osservandomi intorno, vedo la figura di Iago illuminata dalle candele

"Stai bene?"

solo ora mi accorgo di avere una mano in tasca e del foglio che sto stringendo con una mano sudata, lo prendo e cerco di leggerlo

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Scruto meglio il fogliettino cercando di decifrare qualcosa

"Riassimuiamo: abbiamo incontrato quelle creatura, elfi giusto? E poi abbiamo visto quella luce... e infine ci hanno dato da mangiare dei frutti. A dire dall'effetto potrebbe essere oppio o qualcos'altro"

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