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La nostra storia...


Kordian

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Allora l'avete smessa di spammare? :twisted:

Il kender mi sa tanto che non ci crede troppo....

Garfuss all'improvviso guardò incuriosito la nuova arrivata:

-Eeeh che è? Come hai fatto? Una volta mio zio mi aveva mostrato una cosa del genere, ma si vede che doveva averla imparata da un nano dei fossi perchè ha dato una tremenda cappocciata per terra. A proposito tu sai cos'è un nano dei fossi? Non credo che tu sia di queste parti, ma se vuoi te lo posso spiegare... A dire il vero mio zio mi aveva raccontato di un posto dove ci sono degli elfi dalla pelle scura, come quella volta che era sparito per un mese per aver cercato di usare quello strano bastone. Che poi non era un bastone, ma un'invenzione di uno gnomo. A proposito: tu sai che cosa sono gli gnomi, no? Ecco quello gnomo aveva fatto questa invenzione, ma la cosa strana è che a differenza di tutte le altre invenzioni gnomiche quella funzionava ed il bastone ti telequalcosa da qualche altra parte. Od almeno mio zio aveva detto di essere stato tele qualche cosa proprio poco prima che andasse in tavola a mangiare. Ma sospetto che fosse stata la zuppa poco cotta di mia zia a fargli quell'effetto...chissà se anche lo gnomo l'aveva assaggiata...-

Iskra arrossì in qualche modo....

A te il seguito, se vuoi cancello sto discorso ma mi pareva che ci stesse bene :wink:

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Il nano e il chierico erano stati molto bravi, non c'era niente da dire!

Ora l'unico problema, per potersi impossessare dell'accampamento, era quel grosso bestione che era sopravissuto a tutti gli incantesimi.

Era della stessa razza dell'altro che Ariaston aveva affrontato poco prima, e ricordava ancora bene di cosa fossero capaci.

Stava caricando dritto verso di loro, con la mazza ferrata impugnata a due mani davanti al petto, e non sembrava accennare a rallentare.

Perenor era ferito, di fianco a lui, mentre Sturmir stava salmodiando qualcosa che sicuramente sarebbe stato utile, ma che non sarebbe giunto in tempo a fermare la sua carica.

L'elfo si rese conto di doverlo fermare, prima che travolgesse il gruppo nella sua corsa sfrenata, e si preparò.

Impugnò la daga sulla destra, la spada dell'orchetto, appena ucciso dal chierico, sulla sinistra, e si fiondò contro al mostro, quasi a voler sfidare l'onda che stava per travolgerlo.

Ma sapeva benissimo che un piccolo sasso non poteva fermare un onda anomala.

Si avvicinò velocemente al mostro, che alzò la mazza sopra la testa urlando come un demone; continuarono ad avvicinarsi, e quando furono a pochi metri l'uno dall'altro la mazza calò precipitosamente verso la sua testa, da sinistra verso destra, in una mezza luna discendente che lasciava poco spazio alla fuga.

L'elfo saltò verso l'alto, e il colpo sfiorò i suoi piedi, passando dall'altra parte.

Ma non si piantò a terra, come sperava, e quando i suoi piedi toccarono nuovamente terra la mazza stava riiniziando un'altro viaggio all'indirizzo della sua testa.

L'elfo si rese conto che rischiava anche di essere travolto dal corpo del mostro ormai a poco più di un metro da lui, e scattò di lato, con un tuffo di due o tre metri che lo fece finire disteso sul fianco.

Il mostro frenò il colpo della mazza, continuando la sua corsa verso il nano salmodiante, disinteressandosi dell'elfo.

"NO!"

Il guerriero elfico si rese improvvisamente conto che Perenor non era in grado di fermare il bestione, e Sturmir non era ancora pronto con l'incantesimo.

Non lo aveva rallentato abbastanza!

In un attimo di disperazione scagliò la corta spada orchesca contro il mostro, contro la sua schiena scoperta.

L'arma roteò nell'aria, andando a colpire la natica sinistra della creatura, debolmente ma abbastanza forte da causare una ferita sanguinante.

La creatura grugnì di dolore e si sbilanciò leggermente perdendo la possibilità di colpire con la mazza, ma non rallentò.

Sturmir saltò di lato appena in tempo per evitare il ginocchio che lo stava per colpire al volto, mentre Perenor venne sbalzato di lato, a rotolare scomposto nel terreno.

L'essere proseguì per qualche metro, cercando di fermarsi, e poi si voltò con la mazza sopra la testa urlando di rabbia, e con la schiuma alla bocca. Il kender, la bambina elfica, e le due donne non gli interessavano.

Ariaston era già in piedi e stava correndo, quando la cratura mosse il primo passo verso il nano che tentava di difendersi con la piccola ascia che possedeva. Ma era chiaramente uno scontro impari.

L'elfo arrivò di gran carriera; l'orco lo aveva notato e lo stava tenendo d'occhio, pronto ad affrontare sia il nano che l'elfo.

Ad un certo punto il corpo della creatura si irrigidì, i muscoli del volto e del corpo si contrassero, e un urlo di dolore uscì dalla sua bocca. Sturmir gettò a terra l'ascia e iniziò a salmodiare qualcosa.

Ariaston lo sorpassò e finalmente capì il perchè di quella reazione: Lirian aveva una corta spada orchesca tra le mani e la stava piantando sempre più in profondità nella gamba della creatura urlante.

L'essere si girò furibondo, con la spada ancora piantata, strappando via l'elsa dalle mani della ragazza; alzò un braccio, mentre con l'altro impugnava ancora la mazza, e calò un pugno potente verso il volto indifeso.

Ma il colpo non arrivò mai a destinazione!

La daga di Ariaston si conficcò silenziosa e delicata appena sopra al gomito, recidendo ogni articolazione e rimanendo incastrata tra le ossa incontrollate.

Gli sfuggì di mano, ma riuscì nella sua corsa ad afferrare la ragazza e tuffarsi con lei qualche metro più in la, appena di fianco al kender.

Il botolo emise un debole urletto e poi iniziò a parlare.

ANCORA!

"Ci pensò io ad ammazzarlo, non preoccupatevi. Mi ricordo benissimo quando mio cugino Tialson affrontò quel gigante dalle sette teste..o erano sei? Beh comunque lo affrontò armato di una sola rete per pescare scardole!

Dopo qualche roa stava ancora combattendo, e mia zia allora lo chiamò per mangiare..aveva preparato un ottimo pasto e sapete, era veramente un peccato si raffreddasse; anche perchè c'era un ottimo vino preso nelle vigne poco vicino al fiume..". Si interruppe perchè senti un rumore: quando si voltò l'energumeno aveva alzato la mazza sopra la testa, aveva fatto un passo verso di loro e si apprestava a schiacciare elfo e ragazza come mosche.

L'elfo si sentì veramente in pericolo, incastrato e impedito a muoversi a causa dell'intrigo di arti con la ragazza umana, e non possedeva neanche un arma, tranne il suo pugnale.

Ma non sarebbe riuscito a prenderlo!

Guardò il sole riflettersi sul metallo tondo dell'arma nemica, il bagliore splendere come un diamante e la morte passare di fianco a lui.

Per un attimo si senti solamente la voce del nano, che terminava di salmodiare.

Poi un rumore sordo si sprigionò alle spalle dell'orco, che venne sbalzato improvvisamente una decina di metri più in la.

Cadde violentemente a terra, sbattendo il volto e con la schiena spezzata da un urto violentissimo.

Sturmin era dove si trovava il mostro poco prima, con una mano aperta tesa davanti a se, e un sorriso divertito sul volto.

"Non doveva interrompermi l'incantesimo, poco fa!" disse, con tono di sfida.

Un sorriso si formò sulle labbra di tutti che lentamente si rialzarono e controllarono la situazione.

Poco dopo l'elfo vide il nano tornare con la sua daga in mano, e la proprioa ascia sporca di sangue nerastro.

"Stava ancora mormorando qualcosa, quel coso li..."

Perenor aveva già provveduto a guarirsi, e poco dopo aiutò anche Iskra con la ferita..

ad altri l'onore di continuare, e gestire il Kender ;)

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Certo che stare dietro ai discorsi di quel kender era davvero impresa non di poco conto, penso' Iskra'.

Che quell'improvvisa sfera di oscurita' avrebbe destato delle domande da parte dei suoi nuovi "amici" lo sospettava, l'importante e' che non legassero l'accaduto con gli elfi dalla pelle scura che il kender aveva appena nominato, per fortuna pero' nominare gli elfi scuri l'aveva poi portato a saltare ad un'altra storia, e il discorso era stato lasciato cadere.

Ad ogni modo doveva dare una giustificazione alla domanda che aveva originato tutta la strana narrazione del kender.

< Beh Garfuss > disse rivolgendosi al kender con tono pacato < e' un giochetto piuttosto semplice che conosco da anni, tanto che non ricordo neanche piu' chi me lo ha insegnato, ma decisamente e' carino non trovi?> sorrise poi continuo' a parlare < Effettivamente hai ragione quando dici che non sono di queste parti, e non saprei nemmeno dirti di preciso come ci sono arrivata. Tu parlavi di un bastone che tele qualcosa, forse volevi dire che teleportava le persone? Credo che sia lo stesso modo in cui sono giunta qui solo che forse non e' qui che mi sarei dovuta trovare, e' un racconto un po' complicato forse un giorno ti narrero' la mia storia. Parli poi di elfi dalla pelle scura ma non capisco cosa questo c'entri nel resto della narrazione che hai fatto, del resto > disse con tono scherzoso, ridendo < tu parli talmente tanto e tanto in fretta che a volte faccio anche fatica a tenere il ritmo della narrazione. Comunque elfi dalla pelle scura esistono anche dalle mie parti, ma noi elfi non li amiamo direi, o meglio nessuna razza che calca il suolo del mio mondo vorrebbe mai incontrane uno sulla sua strada, anche se non ti nascondo che uccidere quegli esseri malvagi da una notevole soddisfazione.> Sorrise nuovamente, un sorriso che malcelava un odio e un rancore profondi nei confronti di quella razza, e un lampo di vendetta saetto' nei suoi occhi neri come la notte.

Quanto tempo era che la sua spada non trafiggeva il cuore di un drow? non se lo ricordava quasi piu', ma ricordava bene la sensazione di soddisfazione che le dava, non era come uccidere un qualunque altro essere, le morti su commissione, che poi erano il lavoro che meglio sapeva fare, non le davano alcuna soddisfazione...come non le dava soddisfazione il fatto di doversi celare sotto le sembianze di un elfa, ma purtroppo ovunque andasse non aveva molte altre scelte, non poteva mostrarsi per cio' che realmente era.

Richiuse gli occhi appoggiata ancora con la schiena sulla fredda roccia, e si immerse nuovamente nei suoi pensieri sperando che al kender fosse bastata la sua semplice spiegazione.

Si riscosse solo all'arrivo del resto del gruppo, quando Perenor le si avvicino' per curarle il braccio ferito.

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In poco tempo si occuparono dei pochi orchetti rimasti, eliminando quelli storditi o imprigionati dalle magie lanciate, e attorno alle tre del pomeriggio l'accampamento era in mano loro.

Si sentirono soddisfatti al pensiero dell'opera compiuta: un intero accampamento orchesco conquistato in poche ore e in evidente inferiorità numerica.

Controllarono tutti i baraccamenti presenti, e si accertarono dell'assenza di gallerie sotterranee.

Trovarono un piccolo deposito di armi, ma con al suo interno qualche arco corto e parecchie frecce. Le predisposero in qualche punto ai limiti dell'accampamento, luoghi dai quali avrebbero fatto turni di guardia per accertarsi che nessuno si avvicinasse a loro.

A fianco al deposito armi trovarono anche qualche scorta di cibo, di dubbia provenienza, per niente invitante ma sicuramente utile in caso di necessità.

Trovarono tutti delle armature da indossare, vecchie e consunte, ma sicuramente meglio che esserne senza, in caso di combattimento.

Arrivò velocemente sera, e con essa la notte e la stanchezza.

Il giaciglio che si erano preparati fù velocemente riempito dai corpi stanchi, mentre solo Ariaston e Iskra rimasero a girare per l'accampamento.

L'elfo si era preso l'incarico del primo turno di guardia, e siccessivamente il nano e Perenor gli avrebbero dato il cambio.

La strana e misteriosa elfa semplicemente sembrava non avere sonno. Si aggirava per il campo osservando ogni singolo anfratto, dimostrando esperienza di sopravvivenza.

Ci teneva a conoscere ogni angolo del luogo in cui era, segno di un meetodico perfezionamento della propria condizione, frutto di esperienze passate. Sembrava molto a suo agio nella notte e nel buio, e si muoveva silenziosa come anche pochi elfi sapevano fare.

Era agile come un gatto, delicata e attenta.

Non si curava molto della presenza dell'elfo, che dalla sua postazione la osservava, o per lo meno non lo dava a vedere.

Poco dopo si avvicinò al guerriero, e si sedette a qualche metro da lui, osservando la notte, apparentemente assorta nei suoi pensieri.

"Non ho visto cosa hai fatto prima contro gli orchetti, ma dai commenti degli altri deduco che tu abbia fatto qualcosa di particolare." disse l'elfo senza guardarla. Teneva un tono di voce bassa, per non disturbare la notte e le stelle, avvolgendo il silenzio con il caldo della sua melodiosa voce.

Gli occhi verdi intensi si muovevano a scandagliare il boschetto poco distante da loro, distorcendo lievemente nei movimenti anche la cicatrice che solcava il volto. Mosse le mani dentro al mantello che si stringeva addosso, sistemando meglio le gambe, in una posizione più comoda.

L'elfa lo guardò un attimo, facendo un sorriso di circostanza, indecisa su che dire.

Poi Ariaston riprese:" Che ci fai su quest'isola? Non sai dove siamo, e da quello che hai detto ci sei arrivata per magia, senza volerlo. Sembra un racconto molto strano, ma potrei anche crederci viste le cose che sono successe ultimamente." Fece una pausa colma di significati.

"E' vero dunque, quello che hai affermato?".

L'agile ragazza lo osservò, facendosi seria. Pensò qualche istante alle parole del suo interlocutore, e poi si distese comodamente anche lei, portando le mani dietro la testa appoggiandocela sopra.

"Si, è vero. Non so come sono finita qua, e non so neanche dove sia qua...".

L'elfo continuò a guardare il vuoto.

"Cosa sono gli elfi scuri di cui parlavi? Non ne ho mai incontrato uno, e sono curioso di sapere che razza è." Si voltò a guardarla, in curiosa attesa di un nuovo racconto..

prego Deed, a te la palla ;)

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Iskra' sposto' velocemente gli occhi scuri dal viso di Ariaston al cielo stellato, poi torno' a fissare il suo sguardo negli occhi verdi dell'elfo, respiro' profondamente l'aria fresca della notte.

<Beh non sono stata io la prima a parlare di elfi scuri, li ha nominati il kender in uno dei suoi discorsi, a cui come al solito ancora non mi sono abituata e spesso non riesco nenahce a capire.> disse sorridendo.

<Per quanto poi riguarda la tua curiosita', beh...> smise di sorridere lo sguardo si fece cupo e la voe divenne improvvisamente seria <io posso soddisfarla, conosco quella razza abbastanza bene.>

Ando' a sedersi a un metro dal suo intelocutore, e inizio' a raccontare.

Un fiume di parole ininterrote, di ricordi, di rabbia troppo a lungo repressa, parlo' della citta' dove era nata, di come si scalavano le gerarchie all'interno della societa', della meschinita' di quella razza, inganno morte e tradimento, erano trte delle parole che gli elfi scuri preferivano, anche tra di loro, anche tra fratelli, racconto' tutto quello che sapeva, tutto quello che ricordava, tutto, perfino della morte del fratello, omettendo il luogo dove era nata e molti altri particolari, che potessero svelare la sua vera natura.

Iskra' riprese fiato, soffoco' il dolore che ancora oggi provava, e riprese a parlare.

<Esistono anche elfi scuri che vivono in superficie, alcuni scappano dal sottosuolo, ripudiando il sistema di vita matriarcale che vige in quella societa', vivono per lo piu' tutti assieme in gruppi organizzati, hanno le loro regole e il loro dio, non che sia paritolarmente simpatico traversene davanti uno, ma sono diversi dai loro fratelli del sottosuolo. Per un certo periodo di tempo....anche io ho vissuto con loro.>

Ariaston pensava che quell'elfa era sempre piu' strana.

Dopo il racconto di Iskra' cadde il silenzio tra i due, rotto solo dal mormorio del vento tra le foglie.

Iskra' sembrava pensierosa, come lo era quasi sempre del resto, ma dopo tutto quel racconto pareva esserlo ancora di piu' <Ariaston > si rivolse all'elfo continuando a guardare le stelle <se tu incontrassi un elfo scuro proprio adesso, cosa faresti?>

L'elfo la guardo' incuriosito <Beh suppongo nulla, perche' non vedo nessun elfo scuro nei paraggi> rispose sorridendo < e poi non saprei dirtelo, te l'ho detto non ne ho mai incontrato nessuno,anche se dal racconto che mi hai fatto, non deve essere proprio piacevole avere a che fare con loro.>

Iskra' lo guardo',deposito' ai piedi di Ariaston la sua spada, che era anche l'unica arma che possedeva, a quel punto, disarmata, lo fisso dritto negli occhi, le era sempre piaciuto rischiare, molte volte aveva gia' giocato con la morte ma questa volta era diverso, e con un rapido gesto si sfilo' l'anello dal dito.....

La sua pelle era tornata di colpo scura come la notte, i suoi capelli risplendevano argentei sotto la luce della luna, e i suoi occhi dall'iride talmente chiara da sembrare quasi completamente bianchi, scrutavano il viso di Ariaston, cercando di indovinare i suoi pensieri.

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L'elfo contrasse i muscoli d'istinto, a ritrovarsi di fronte questa creatura sconosciuta.

La fissò per un attimo, esitante sul da farsi.

La ragazza che aveve di fronte aveva la pelle completamente nera, due bianchi occhi inquietanti che lo fissavano in attesa di qualcosa. Aveva un fisico simile a prima, snello e agile come tutti gli elfi, e le differenze rispetto ad un elfo vero erano veramente poche.

Passarono diversi secondi, di tensione, di dubbi. L'elfo osservò per un istante la spada che l'elfa aveva poggiato a terra.

Spostò lentamente la mano sull'affilata daga che teneva al fianco; poi con un colpo di reni saltò in piedi, veloce, con la daga in mano.

La ragazza reagì d'istinto piegandosi sulle gambe, allarmata e pronta a tutto.

La lama della daga si conficcò nel terreno davanti ai suoi piedi, poco distante dalla spada che aveva abbandonato sul terreno, e un sorriso solcò il volto del misterioso guerriero.

Ariaston si voltò, dandogli il fianco ed appoggiandosi con i gomiti alla roccia che dava sulla foresta che doveva tenere d'occhio.

"Non preoccuparti, non ho intenzione di far nulla." La ragazza era ancora tesa e sorpresa, e si rilassò lentamente.

"Non ho nulla contro di te, o per lo meno contro la tua razza. Gli unici che odio sono i maledetti Demoni". Sputò fuori la parola con disprezzo, con astio e odio puro. Si fece serio.

"Solo, visto che a quanto pare tu hai intenzione di stare con noi per un po', credo sia giusto che tu ci dica qualcosa di più di te..." Lasciò correre le parole nell'aria per qualche minuto, pensando.

Poi sorrire divertito sinceramente. "Anzi no, forse non è necessario che tu lo faccia. Dopotutto mi sono reso conto di non conoscere quasi i miei compagni, e loro non conoscono me. Non sei molto diversa da noi."

Si voltò a guardarla, strappandole un sorriso divertito.

Raccolsero le proprie armi, e a quel punto l'elfo sembrò ricordarsi di qualcosa.

"Ah a proposito. Quell' anello ha un potere eccezionale. Dovrai spiegarmi cosa puoi fare con esso. Se puoi fare quello che penso io la nostra convivenza sull'isola sarà più felice nei prossimi giorni..".

Un ghigno perfido e astuto alterò i suoi lineamenti, mentre aspettava le parole dell'elfa.

In quello si voltarono entrambi, attirati da un rumore dentro all'accampamento, e videro il botolo a pochi metri da loro che fissava la ragazza nera, con la faccia stupita in un misto di ammirazione o forse spavento (se mai il kender poteva essere spaventato..) con il braccio destro teso ad indicarla con l'indice..

ho modificato un po' quello che avevo pensato, visto che manzo aveva un idea e daermon ancora per un po' non può tornare a postare..vai manzo :twisted:

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"Qu...qu...qu...anf. Ok ricominciamo. Ciao Arias, stavo fancendo due passi per smaltire tutta quella cosa che il nano chiama "sbornia colossale dopo una battaglia epica" in pratica si, è come se prendi un masso grosso cosi' e te lo fai precipitare sulla testa, ma quella roba orchica facva veramente schifo. Sturmir puzza ancora come un bue sottaceto morto da 3 giorni, mesà che è meglio lavarlo prima che ci si scaraventino addosso i Glubriz, famosi ghiottoni di bui sottaceto...ah vabbè insomma, sono arrivato qua e ho visto che Iskra è un MAGIUO! Si, ma non hai salomoniato pero', io mi aspettavo qualcosa di piu' spettacolare, che ne so, stelline scintille colorate come ogni buon mago, ma tu come li conosci gli elfi scuri? L'ultima volta che ne ho visto uno ero dall'altra parte di quel buco nero e ventoso, si, dove c'erano un sacco di spade incantate pff! Tel'ho mai raccontato? Allora, sono entrato in questo buco con un mio amico, Zak il folle, te lo ricordi no? beh allora..."

"Ma è fisicamente impossibile parlare così tanto senza prendere fiato.." fece Iskra ad Ariaston, sinceramente impressionata. L'elfo scrollò le spalle e si avvicinò al Kender, che era appunto giunto nella parte in cui arando un campo che aveva ereditato ritrovava quel famoso artefatto.

Ariaston bloccò il flusso di parole del nanetto appoggiandogli pesantemente la mano sulla spalla: "Lei non è un mago. E' un elfo scuro. Tu li conosci?"

A quelle parole (continua...)

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"Qu...qu...qu...anf. Ok ricominciamo. Ciao Arias, stavo fancendo due passi per smaltire tutta quella cosa che il nano chiama "sbornia colossale dopo una battaglia epica" in pratica si, è come se prendi un masso grosso cosi' e te lo fai precipitare sulla testa, ma quella roba orchica facva veramente schifo. Sturmir puzza ancora come un bue sottaceto morto da 3 giorni, mesà che è meglio lavarlo prima che ci si scaraventino addosso i Glubriz, famosi ghiottoni di bui sottaceto...ah vabbè insomma, sono arrivato qua e ho visto che Iskra è un MAGIUO! Si, ma non hai salomoniato pero', io mi aspettavo qualcosa di piu' spettacolare, che ne so, stelline scintille colorate come ogni buon mago, ma tu come li conosci gli elfi scuri? L'ultima volta che ne ho visto uno ero dall'altra parte di quel buco nero e ventoso, si, dove c'erano un sacco di spade incantate pff! Tel'ho mai raccontato? Allora, sono entrato in questo buco con un mio amico, Zak il folle, te lo ricordi no? beh allora..."

"Ma è fisicamente impossibile parlare così tanto senza prendere fiato.." fece Iskra ad Ariaston, sinceramente impressionata. L'elfo scrollò le spalle e si avvicinò al Kender, che era appunto giunto nella parte in cui, arando un campo che aveva ereditato, ritrovava quel famoso artefatto.

Ariaston bloccò il flusso di parole del nanetto appoggiandogli pesantemente la mano sulla spalla: "Lei non è un mago. E' un elfo scuro. Tu li conosci?"

A quelle parole il Kender si bloccò per un secondo, per poi esclamare "MA ALLORA SEI UN ELFO SCURO!? Via! Rauss, demone nero! Cioè, Arias, tu mi stai chiedendo di dormire con questa? Ma manco se fosse un drow! Ma che non li conosci, ah gia' non li conosci, beh praticamente è tutto cattivo no, nella società, solo che noi siamo buoni, ecco nella nostra società si. Mel'aveva spiegato una volta uno, com'era.. ah ecco! Insomma, c'e' questa società o compagnia che non ho capito bene quale, in cui noi viviamo pacificamente no? Beh no. Ok, proviamo a vivere pacificamente, cioe', quello che penso io, se faccio una cosa cattiva poi vengo visto male, che ne so, per esempio non si ruba. Ecco si era questo il punto! Non si ruba. Ah e poi non si ammazza la gente. Specialmente i bambini, quindi adesso hai capito no? No? Ma perche' loro non lo fanno no? Cioè se vai a Merzoperrshazam, è come se entri dentro il carcere solo che è al contrario, cioè, sei tu quello strano e no quelli che ammazzano! Cioè, si sono strani, ma perchè IO penso che siano strani, e pure tu, ma non loro! Quindi se tu sei cattivo sei buono. Cioè, ci sono quelli cattivi - buoni, come qui ci sono i cattivi - cattivi, ah no volevo dire i buoni - cattivi e buoni - buoni, ma è come un allevamento di pecore, era qualcosa del genere, che se sei buono - cattivo diventi nero, cioè, arriva il pecoraro e tinge il pelo alla pecora, e tutte le altre allora Beee sei neeera, e quella se la prende a male e fa le stragi tipo a Columbine, e poi intervengono le pecore in tuta antismossa e picchiano tutti, solo che le pecore nere avevano preparato l'esplosivo prima e il pollaio esplode al posto del banchetto dei gelati. Poi alla fine arriva il pecoraro e rade tutte le pecore per farci i maglioni."

Ariaston capì che il Kender si aspettava qualche tipo di commento dopo una rivelazione del genere.

"Er...vuoi dire che non ci dobbiamo fidare di lei?"

"No!! Ma allora vedi che non mi segui!" fece Garfuss Pedante.

"Allora ci possiamo fidare di lei!"

"NOOOO!"

"Ma allora cosa!?!?"

"E' NERA, nooo!?" il Kender se ne torno' a dormire sbuffando. La gente non capiva mai.

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