D@rkraven Inviata 10 Settembre 2010 Segnala Inviata 10 Settembre 2010 è strano pensare quanto siamo stati vicini alla rottura di noi stessi, quante volte ci siamo piegati in un modo che non potevamo immaginare, quante volte abbiamo assaggiato con la nostra lingua il sale dei nostri limiti più dolorosi, portati all'estrema sensibilità da un fatto insignificante, e quanto ora siamo in grado di ricordare questi fatti come sfocate immagini del nostro passato, accompagnati da una lieve, piacevole fitta al cuore. è strano vedere che i nostri imperdonabili errori diventano nel tempo piccole malizie nel cui ricordo è piacevole indulgere che i nostri sogni innocenti diventano pericolose utopie da cui guardarsi e che i nostri ricordi, a cui crediamo più che a noi stessi diventano mattoni che costruiscono case su una superficie in continuo cambiamento. nulla resiste al tempo. non le nostre idee. non la nostra carne. non la nostra innocenza. non la nostra speranza. non la nostra memoria. non la nostra vita. chiedendosi cose senza senso per arrivare a capire che nulla ha senso per cercare un senso all'assenza di senso e cercarlo per anni ed anni per poi rinunciarci e riderci sopra ridendo così sopra a sé stessi. e pensare alla morte di sé come si pensa alla fine delle vacanze: ormai è giunto l'autunno, l'accademia chiama l'apprendista al suo sapere e l'apprendista ha aspettato il momento della vocazione per mesi. ma quando gli ultimi giorni cadono come le ultime parole di un moribondo, diventano dolci come miele. e nessun giorno può essere fermato, né può essere pienamente vissuto, perché ormai abbiamo dimenticato l'arte di vivere. l'assuefazione alla vita è la prima vera morte.
D@rkraven Inviato 12 Settembre 2010 Autore Segnala Inviato 12 Settembre 2010 Ed Ora, Ora. Ora sento rinascere in me il mio spirito, che avevo confinato nell'oblio, tra brevi felici istanti di raccoglimento e lunghi dolorosi abissi di nostalgia. Ora, presso questi infiniti, sotto questo cielo nero d'immenso, davanti a questo mare nero d'ignoto, reclamo mia la mia anima, che mi sia da guida e mi sia ala nei miei mistici voli.
D@rkraven Inviato 12 Ottobre 2010 Autore Segnala Inviato 12 Ottobre 2010 Quanta amarezza. Gonfiori di sensi disperati. Passare una vita a guardare in alto. Arrivare in alto, ed accorgersi che è solo più faticoso. E non poter negare, mai, per amore di sé stessi, la propria umanità. Amore o Morte. Quanta Ironia. Il mio amore è morto. Amo la morte.
EXTREME DUNGEON MASTER Inviato 2 Novembre 2010 Segnala Inviato 2 Novembre 2010 Visto che D@rkraven in persona me lo chiese: Here he is, the puppet boy no more sorrow, no more joy love has gone and hate did too none to tell him what to do his strings were cut and thrown away he waits in silence for a brighter day to be a man, no more a toy this is the wish of the puppet boy
D@rkraven Inviato 31 Dicembre 2010 Autore Segnala Inviato 31 Dicembre 2010 Così finisce. Così inizia. Prendiamo per mano il nulla, sperando cercando lottando ancora (ma non ora) non ancora contro sé stessi. Un uomo migliore? Un giorno migliore? Un nuovo amore? L'esitazione, il peccato, il perdono, l'azione. Dolci catene, amari bocconi di polvere nella polvere e terra nella terra. Sei stata tu. Sì, tu. Mi hai dato la speranza laddove non ce n'era ormai più per nessuno. Mi hai dato speranza, e te la sei ripresa quando non dovevi. Proprietà, autorità, devozione. Ma ti ringrazio. Sono sceso più a fondo. Ho scoperto abissi di oscurità. Ne sono stato fiero, lusingato, affascinato, spaventato. Ho accettato. Ora, però, non dire che non mi conosci più. Sono il frutto del tuo tradimento. Anno nuovo, vita nuova.
D@rkraven Inviato 30 Gennaio 2011 Autore Segnala Inviato 30 Gennaio 2011 La vita è un enorme errore il più grande dolore un bisogno assillante un'illusione costante una dolce decadenza ...e uno spleen la cui cadenza sugge la forza e ruba energia: Quanto vorrei andarmene via.
D@rkraven Inviato 3 Febbraio 2011 Autore Segnala Inviato 3 Febbraio 2011 Stavo ragionando sul pentametro giambico libero di Shakespeare e, contemporaneamente, sull'operato del signor Browning che usò il giambico in rima simulando in maniera mirabilissima il discorso diretto... Stavo fantasticando sul rovesciamento degli stili, in particolare del sonetto (che, a mio parere, richiede un ammodernamento). E stavo pensando al gentil sesso. Oath I call the thunder and the storm to be witnesses and judges upon me. In afterlife and death I don't put faith For when the light of life in me will fade the holy flame in my within, that made me deeply suffer will no longer wait. For hearth and sky do know what I have seen: the fear, the lust, the fast heartbeat, the gleam. And who on earth can face my troubled heart without feeling his passion fall apart? For here I bend my Oath, and here I swear: Complete and utter darkness shall I bear before and after I will cease to give my faithful love to you, and your to me.
Messaggio consigliato
Crea un account o accedi per commentare
Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento
Crea un account
Crea un nuovo account e registrati nella nostra comunità. È facile!
Registra un nuovo accountAccedi
Hai già un account? Accedi qui.
Accedi ora