egno Inviato 12 Gennaio 2008 Segnala Inviato 12 Gennaio 2008 Se ho capito bene il problema è che un pg con voto di povertà ha usato un oggetto per salvare centinaia di vite. Secondo me il voto è stato infranto. Fa parte delle rinuncie del voto, devi farcela con la tua sola forza interiore e personale. Però... c'e' un però. Il pg non solo ha eccelso nella sua bontà salvando tutte quelle vite, ha anche rinunciato a tutti i benefici del suo voto per il bene altrui. Se masterizzassi una cosa simile, considererei il voto infranto, ma permetterei certamente l'espiazione della colpa e concederei al pg tutti gli onori e le glorie derivate dal fatto che ha rinunciato a tutto quello che ha (il voto) per salvare degli innocenti. Più eroico di così si muore. Qualche bonus divino o punti esperienza direi che sono il minimo per un pg del genere (ammesso che sapesse che usare l'oggetto avrebbe infranto il voto). E in più la possibilità di recuperare il voto in qualche modo (non + di una, due sessioni di gioco).
Longino Inviato 12 Gennaio 2008 Segnala Inviato 12 Gennaio 2008 Nulla non direi visto che molte religioni reali mirano a ciò. Inoltre se percorri il giusto sentiero erso la salvazione puoi fare da esempio e da guida anche ad altri. Comunque io penso che lo scopo del voto di povertà sia appunto liberarsi dall'influenza del mondo materiale che evidentemente è visto come un ostacolo. Tu hai detto che lo scopo è salvare vite altrui, al che ti (ri)chiedo: in che modo voto di povertà salverebbe vite altrui? Non mi risulta che il patto permetta azioni che prima non potevi compiere quindi è evidente che la purificazione sta nel patto in se. A meno che tu non intenda il generale accrescimento della tua potenza, il che ci porta a dire: 1) il pg sceglie il voto per i benefici concessi (pessimo gdr) 2)chi fa PP sta purificandosi... essendo il patto stesso lo scopo di se stesso è evidente che non può essere un ostacolo. Voglio dire che se fosse come dici tu potresti evitare di farlo. Un voto è tale perchè devi rispettarlo per forza, altrimenti è un proposito o un intenzione o un abitudine. E qui ti sbagli. Praticamente nessuna delle religioni salvifiche mira alla salvazione personale, al più attraverso la salvazione personale cerca di arrivare alla salvazione dell'umanità in toto ( sia l'umanità tutta, o l'umanità costituita dal corpo di fedeli). Dal Vangelo al Bodhisvatta praticamente tutti i testi salvifichi si pongono questo obiettivo. Partendo da qeust'ottica ogni azione del fedele ( parliamo ovviamente di PG buoni) deve essere mirata alla salvazione della collettività, secondo i mezzi esistenti. Uno di questi mezzi, nel mondo di D&D, è la sottoscrizione del voto di povertà. Se tu pensi che i patti siano sottoscritti per se stessi ti manca una delle basi fondamentali della filosofia occidentale : ogni atto è realizzato ad uno scopo, e rispetto allo scopo gli atti sono indifferenti quindi, nell'istante in cui un atto realizzato ad uno scopo non riesce più a realizzaro, l'atto viene abbandonato. Potremmo se vuoi discutere sullo scopo che ha portato alla stipula del patto, ma non è ammissibile alcuna discussione sul fatto che il patto è e rimane un mezzo, non uno scopo in se stesso : se così non fosse, sarebbe una tautologia ( ho sottoscritto il patto perchè ho sottoscritto il patto). Ora, se un buano sottoscrivesse il voto per aumentare le proprie capacità, il patto non dovrebbe neppure avere luogo, perchè lo scopo di una divinità buona non è accrescere il potere degli individui; lo scopo di una divinità buona è "salvare" ( e qui puoi inserire tutte le forme di salvazione che tui hai inserito), quindi il patto non può che essere sottoscritto allo scopo di aumentare le capacità salvifiche del fedele che desidera sottoscrivere il patto. Quindi il voto di povertà ha uno scopo, nel momento in cui il voto ostacola lo scopo* per il quale è stato creato il voto cessa d'esistere e, lo ripeto per la quarta volta, con tutte le conseguenze del caso ( perdita permanente del voto e del talento). Tutto questo è al di la del fatto che io personalmente in casi eccezionali ammetterei la possibilità per un PG di tornare sui propri passi, riottenendo i benefici dati dal voto attraverso una nuova stipula. Questo è al di la delle regole, ma dato che sono io come DM che creo le regole, il problema non sussiste. * E lo scopo può essere quello di Kord, di Ilmater, di Kossuth o di chi ti pare a te : non è lo scopo specifico in discussione, ma l'assolvimento di uno scopo in quanto tale. I modi in cui gli scopi vanno assolti sono indifferenti a questa disccussione, e si limiteranno ad influenzare la decisione della rottura più o meno legittima del patto. Se così fosse allora se nessuno sa del patto o della violazione un LM dovrebbe violarlo? invece così non è. E perchè i CM violano i patti? anche loro li fanno per convenienza personale e anche loro sarebbero leggittimati dal mantenimento. Il modo in cui tu vuoi limitare l'agire dei LM sono fatti tuoi, io ti invito a rileggerti quanto ho scritto; con quello che dico anche la condotta di un LM rimarrebbe coerente. L'unica differenza sta nello scopo che LB, LN e LM si prefiggono, da cui la differenza delle azioni, che come ho già detto sono indifferenti rispetto agli scopi ( o meglio, sono determinate dagli scopi, quindi le singole azioni possono cambiare senza alcun limite ne problema). Il punto è che in generale un LM è più interessato al rispetto del patto perchè l'attenersi ai patti in futuro gli permetterà di sottoscriverne altri, mentre un C sarà assolutamente indifferente all'atteggiamento verso i patti perchè secondo lui i patti non sono dei "moltiplicatori" di potenzialità. Cioè un buono non può comprare casa? E anche fosse, una leggittimazione sarebbe utile anche per loro in modo che la gente si fida e gli permette di fare patti con i quali farebbero del bene. Le estremizzazioni a scopo di retorica non servono a nulla, che ne dici di evitarle? E' l'essere legali che porta al rispetto dei patti. E' il vantaggio che dal rispetto del patto può derivare che deriva il rispetto dei patti. Un legale ha milioni di modi per rompere un patto, ti basta vedere quanto ho scritto sopra. in realtà parlavi anche di salvare un tuo amico, che danno tanto grave non mi sembra Mai detto nulla di simile. Io ho parlato di casi estremi in cui può sorgere il dubbio fra mantenere il patto e far si che un evento grave si realizzi, e rompere il patto in modo tale da evitare che l'evento grave abbia luogo. La natura del dubbio non mi interessa. Ammesso che i tuoi limiti derivino da principi etici (perchè se sono limiti ficisi è evidente che non è grave) l'uguaglianza non vale comunque visto che in un mondo come D&D i principi etici sono cose concrete, forze cosmiche mentre i danni puoi misurarli solo su basi soggettive e incerte (come puoi sapere se la distruzione di un certo villaggio sarà cosa buona o no a livello cosmico?). Non puoi, ed è su questo che si gioca l'interpretazione, nonchè la doppia punizione che ho già avuto modo di spiegare.
thondar Inviato 13 Gennaio 2008 Segnala Inviato 13 Gennaio 2008 E qui ti sbagli. Praticamente nessuna delle religioni salvifiche mira alla salvazione personale, al più attraverso la salvazione personale cerca di arrivare alla salvazione dell'umanità in toto E’ ovvio che nessuna religione mira alla salvezza di thondar ma alla salvezza di tutti ma il singolo credente mira alla salvezza della propria anima. Io seguendo la mia religione non posso salvare la tua anima, almeno non direttamente. Comunque tutto ciò non cambia il fatto che posso dire che il voto di povertà serve a purificare l’anima (attraverso la liberazione dai beni materiali) e non mi sembra ci sia nulla di strano in questa affermazione. Se tu pensi che i patti siano sottoscritti per se stessi ti manca una delle basi fondamentali della filosofia occidentale : ogni atto è realizzato ad uno scopo Non parlo di patti in generale ma del voto di povertà ove il nome del voto indica anche il suo scopo: liberarsi dei beni materiali (il che avrà conseguenze più importanti, come purificare l’anima). Potremmo se vuoi discutere sullo scopo che ha portato alla stipula del patto Direi allo scopo del patto. Io ho detto la mia e ti ho chiesto tre volte di dire la tua ma senza risposta. Ora, se un buano sottoscrivesse il voto per aumentare le proprie capacità Leggi meglio. Non era la mia idea ma una possibile interpretazione della tua il patto non può che essere sottoscritto allo scopo di aumentare le capacità salvifiche del fedele che desidera sottoscrivere il patto. Appunto. E nel caso del voto di povertà mi sembra che sia la rinuncia ai beni materiali (con le sue conseguenze) che aumenta tali capacità. Cosa altro? Quindi il voto di povertà ha uno scopo, nel momento in cui il voto ostacola lo scopo* per il quale è stato creato il voto cessa d'esistere e, lo ripeto per la quarta volta, con tutte le conseguenze del caso ( perdita permanente del voto e del talento). il voto esiste comunque, casomai lo infrangi e allora non esiste più, se non come voto infranto. Comunque concordo sul dire che se lo infrangi subisci le conseguenze. Tutto questo è al di la del fatto che io personalmente in casi eccezionali ammetterei la possibilità per un PG di tornare sui propri passi, riottenendo i benefici dati dal voto attraverso una nuova stipula. Questo è al di la delle regole, ma dato che sono io come DM che creo le regole, il problema non sussiste. Forse è qui che non ci capiamo. 1) il fatto che la tua sia una personale interpretazione non implica che io non possa parlarne visto che tu la esponi in un forum e la dai come consiglio ad altrui persone. 2) Il fatto che tu come DM puoi modificare le regole non implica che tali modifiche siano giuste/utili/positive ne che io non possa commentarle visto che tu le esponi pubblicamente 3) Sostenere la propria tesi dicendo “io sono il DM e faccio quello che voglio” non è il massimo Il modo in cui tu vuoi limitare l'agire dei LM sono fatti tuoi, io ti invito a rileggerti quanto ho scritto; con quello che dico anche la condotta di un LM rimarrebbe coerente. Non evitare la domanda se vuoi sostenere la tua idea. Tu hai detto che un LM mantiene il patto per legittimare il sottoscrivente mentre invece così non è visto che un diavolo (LM) manterrebbe il patto anche se la situazione fosse tale che nessuno saprebbe mai della rottura. Il punto è che in generale un LM è più interessato al rispetto del patto perchè l'attenersi ai patti in futuro gli permetterà di sottoscriverne altri, mentre un C sarà assolutamente indifferente all'atteggiamento verso i patti perchè secondo lui i patti non sono dei "moltiplicatori" di potenzialità. A no? E allora perché li sottoscrivono? Le estremizzazioni a scopo di retorica non servono a nulla, che ne dici di evitarle? Neanche evitare di cogliere il senso della frase servirà a nulla. Un buono ottiene vantaggi dalla legittimazione allo stesso modo in cui li ottiene un malvagio, un legale ed un caotico. Solo che un legale (buono o malvagio) rispetterà il patto perché è il suo modo di fare ed un caotico (buono o malvagio) romperà il patto per lo stesso motivo. Ma la cosa importante è che tu dici che un voto può essere rotto quando va contro il suo scopo (che non hai detto quale è) mentre invece ciò non è vero visto che i diavoli non rompono patti anche se vanno contro il loro interesse a prescindere dal fatto che tale rottura sarà risaputa o meno. Non puoi, ed è su questo che si gioca l'interpretazione, nonchè la doppia punizione che ho già avuto modo di spiegare. Se non puoi stabilire l’entità del male conseguente ad una certa azione allora è sicuramente più grave violare il sacro voto per impedire tale azione che il non essere riusciti ad impedire tale azione per aver rispettato l’impegno preso con la divinità.
LaDinamite Inviato 13 Gennaio 2008 Segnala Inviato 13 Gennaio 2008 Il talento è maledettamente forte; il limite all'equipaggiamento magico non penso che sia un gran che visto che il monaco non usa armi magiche(ha i pugni) e per quanto riguarda le pozioni te le possono fare e per le cure ci sono i preti e i druidi; dal punto di vista del Bg poi non è che ci voglia chissa che la descrizione del talento dice che è il pg volontariamente che decide di sottoporsi a un voto sacro non è il dio che glielo chiede.
Longino Inviato 13 Gennaio 2008 Segnala Inviato 13 Gennaio 2008 Ti prego evita di spezzettare i post in singoli quote, alla lunga diventano illeggibili dato che si perde di vista quale sia lo scopo della discussione, che viene perduta nella marea di botta e risposta. Tralasciando il fatto che un fedele di una religione escatologica non potrà mai raggiungere la salvezza se si porrà come obiettivo la propria salvezza personale, trovo che tu non abbia colto bene il senso del mio intervento. Direi di partire da quello su cui siamo d'accordo : il voto è rotto e il PG ne paga le conseguenze. Detto questo, noi qui stiamo discutendo sulla fondatezza morale che una rottura del voto può avere per il PG, ed è per questo che dico che le regole non sono importanti per questa discussione : non esiste alcuna regola che definisca esattamente quale debba essere la condotta morale di un PG, ma la condotta morale deve essere interpretata e discussa caso per caso con tutta la serie di ragionamenti che abbiamo fatto fin'ora. Ora, io capisco quale sia la tua tesi, ma trovo che pecchi su un punto fondamentale : il voto di povertà non nasce allo scopo di liberarsi dei beni materiali! Lo scopo di di liberarsi dei beni materiali non è liberarsi dei beni materiali, ma è di guadagnare alcuni vantaggi attraverso la rinuncia ai beni materiali. Messo questo come punto fermo, tutto il resto ne consegue. Ne consegue che i vantaggi acquisiti servono anch'essi al conseguimento di uno scpo, e rappresentano quindi essi stessi dei mezzi cui si può e si deve rinunciare nel caso rappresentino un ostacolo all'assolvimento dello scopo primo che li ha generati. E' tanto falso quanto contraddittorio affermare che sia meglio permettere che un atto malvagio avvenga, piuttosto che rompere un patto che ha come scopo proprio fermare quell'atto malvagio. Se così fosse il patto in primo luogo non sarebbe neppure stato stipulato, perchè sarebbe un patto del tutto privo di scopo; senza contare che la rottura di un patto per evitare un atto malvagio non costituisce un atto malvagio, ma solo la rottura di un patto più o meno sacro ma che deriva la propria sacralità proprio dal motivo per cui è stato stipulato. Per rispondere all'altra tua questione, cui penso di aver già risposto, non posso far altro che ripeterti che per i "buoni" è indifferente il rispetto o la rottura dei patti perchè lo scopo che si prefiggono non ha bisogno di garanzie che l'assolvano, dato che costituisce di per se un elemento che accomuna tutti gli atti dei buoni rivolti all'assolvimento dello scopo "bene". E' nei confronti dei non buoni ( o nel caso di patti che non riguardino il "bene") che i patti per i buoni hanno senso, perchè danno loro una garanzia che altrimenti non sarebbe loro garantita da quella stessa comunità d'intenti che caratterizza i rapporti intra-buoni. E' un assurdo pensare poi che un LM possa rompere un patto senza che nessuno se ne accorga : se ne accorgerebbe la parte con cui questi ha stipulato il patto, ed è questo che mette i diavoli in contraddizione; ma che poi i diavoli abbiano da regole altri limiti oltre a quelli dei LM è tutto un altro paio di maniche, qui siamo ad un incrocio fra il bilanciamento del gioco e la caratterizzazione di una tipologia di PNG che può essere più o meno adottata anche per i PG. Si tratta di un aggiunta non necessaria ad una costruzione coerente del "legale" che gli permetta di rompere i patti nei casi che ti ho spiegato negli altri post.
Amministratore Subumloc Inviato 13 Gennaio 2008 Amministratore Segnala Inviato 13 Gennaio 2008 dal punto di vista del Bg poi non è che ci voglia chissa che la descrizione del talento dice che è il pg volontariamente che decide di sottoporsi a un voto sacro non è il dio che glielo chiede. Qui ti sbagli... il manuale spiega chiaramente che voti e in generale talenti exalted richiedono un'ampio supporto di BG, devono essere presi solo da personaggi super-buoni ed entrati in contatto con agenti delle divinità.
thondar Inviato 13 Gennaio 2008 Segnala Inviato 13 Gennaio 2008 Non so più come chiedertelo... Secondo te quale è lo scopo del voto della povertà? Hai detto diversi post fa che lo scopo del voto di povertà è salvare la vita delle persone. Confermi? E se lo confermi mi spieghi 1) cosa te lo fa pensare? 2) in che modo il voto di povertà permette a chi lo prende di salvare persone? E' inutile proseguire una discussione dove dici che si può venire meno al voto se esso ti impedisce di raggiungere lo scopo per il quale lo hai fatto se ti rifiuti di dire quale sia questo scopo.
Longino Inviato 13 Gennaio 2008 Segnala Inviato 13 Gennaio 2008 Lo scopo del voto di povertà è quello di fornire a chi lo sottoscrive un aiuto nel perseguimento del "Bene". Violare i termini del voto nel caso da noi discusso non significa andare contro il Bene, ma riconoscere che il voto non è più utile a questo fine.
thondar Inviato 13 Gennaio 2008 Segnala Inviato 13 Gennaio 2008 Lo scopo del voto di povertà è quello di fornire a chi lo sottoscrive un aiuto nel perseguimento del "Bene". Ammesso e non concesso che il bene sia effettivamente lo scopo prefisso come il non avere un certo oggetto (o nessun oggetto) può aiutarti a fare del bene? evidentemente è la rinuncia agli oggetti stessi che ti aiuta in tale scopo.
Jade Silvershine Inviato 14 Gennaio 2008 Segnala Inviato 14 Gennaio 2008 Tralasciando il fatto che un fedele di una religione escatologica non potrà mai raggiungere la salvezza se si porrà come obiettivo la propria salvezza personale Non sono molto d'accordo con questo punto (cito il solo caso dell' arhat), ma lascerei perdere i paragoni con le religioni del mondo reale, in quanto sono un terreno molto molto scivoloso. Altrimenti dovrei anche dire come, secondo me, questi voti sembrano una brutta copia di una via ascetica. Già il fatto di dare dei vantaggi perché si rinuncia ai beni materiali per me è una stupidaggine IMHO, in quanto va contro al pensiero che dovrebbe esserci alla base. Non lo fai certo per avere vantaggi "concreti". Comunque stiamo parlando di un talento di un gioco, quindi lascerei stare.
Longino Inviato 14 Gennaio 2008 Segnala Inviato 14 Gennaio 2008 Non sono molto d'accordo con questo punto (cito il solo caso dell' arhat), ma lascerei perdere i paragoni con le religioni del mondo reale, in quanto sono un terreno molto molto scivoloso. Altrimenti dovrei anche dire come, secondo me, questi voti sembrano una brutta copia di una via ascetica. Già il fatto di dare dei vantaggi perché si rinuncia ai beni materiali per me è una stupidaggine IMHO, in quanto va contro al pensiero che dovrebbe esserci alla base. Non lo fai certo per avere vantaggi "concreti". Comunque stiamo parlando di un talento di un gioco, quindi lascerei stare. Che sia molto discutibile il fatto che il VDP dia dei vantaggi concreti al prezzo di una "rinuncia" non ci piove, ma è proprio per spiegare dei vantaggi altrimenti inspiegabili che ci tocca di pensare a tutta sta menata del "bene superiore". O così, o possiamo semplicemente dire che il voto di povertà è un modo come un altro per potenziare il proprio personaggio, quindi tutte le regole devono semplicemente essere applicate alla lettera con buona pace di qualsiasi tentativo di interpretazione che vada al di la dell' if-then-else. Tutti giochiamo come più ci pare, ma a me sembra doveroso sacrificare le regole per l'interpretazione dato che le regole sono nate per l'interpretazione.
thondar Inviato 14 Gennaio 2008 Segnala Inviato 14 Gennaio 2008 Il voto di povertà darà i vantaggi che darà (in termini di meccaniche di gioco) per vari motivi ma il pg che lo sceglie lo sceglierà non in funzione di tali vantaggi (in termini di meccaniche di gioco) ma per un motivo giustificabile in ruolo. Ciò che ora interessa è invece giustificare in ruolo il funzionamento per cui tale voto ed è evidente come il non avere un conto in banca non possa contribuire al bene cosmico se non passando attraverso la purificazione della persona (concetto del resto non nuovo). Purificazione che porterà la persona stessa a fare del bene (appunto perchè purificato e quindi "illuminato") e magari porterà altri a seguire la stessa strada. Da questo punto di vista quindi il ricorrere ad un oggetto per risolvere uan situazione è un atto abbastanza grave perchè è la dimostrazione (a se stessi e agli altri) di non poter fare a meno degli oggetti materiali ed è quindi una negazione del lavoro di purificazione fatto fino a quel momento (come il ricominciare a fumare una sigaretta, se vogliamo).
Longino Inviato 15 Gennaio 2008 Segnala Inviato 15 Gennaio 2008 Il voto di povertà darà i vantaggi che darà (in termini di meccaniche di gioco) per vari motivi ma il pg che lo sceglie lo sceglierà non in funzione di tali vantaggi (in termini di meccaniche di gioco) ma per un motivo giustificabile in ruolo. Ciò che ora interessa è invece giustificare in ruolo il funzionamento per cui tale voto ed è evidente come il non avere un conto in banca non possa contribuire al bene cosmico se non passando attraverso la purificazione della persona (concetto del resto non nuovo). Purificazione che porterà la persona stessa a fare del bene (appunto perchè purificato e quindi "illuminato") e magari porterà altri a seguire la stessa strada. Da questo punto di vista quindi il ricorrere ad un oggetto per risolvere uan situazione è un atto abbastanza grave perchè è la dimostrazione (a se stessi e agli altri) di non poter fare a meno degli oggetti materiali ed è quindi una negazione del lavoro di purificazione fatto fino a quel momento (come il ricominciare a fumare una sigaretta, se vogliamo). Quello da te detto sarebbe vero se la rinuncia ai beni materiali fosse l'unica via verso la purificazione, ma non lo è. La rinuncia ai beni materiali è una delle vie, e come tale il suo successo sarà determinato dalla contingenza. Il fallimento o la riuscita della purificazione "individuale" non possono far trarre alcuna conclusione sulla validità o meno della via scelta dal PG, ma attestano solo la capacità del PG di attenersi alla via che egli ha scelto per se stesso.
thondar Inviato 15 Gennaio 2008 Segnala Inviato 15 Gennaio 2008 Pur non essendo l'unica via ciò non mi autorizza a lasciarla, dal momento che l'ho scelta. Sarebbe come dire che rifiuto di fare la carità lasciando morire di fame qualcuno perchè tanto posso fare del bene convertendo i malvagi. Inoltre il seguire tale via porta al bene non solo per se stessi ma anche per gli altri (come hai detto tu) allora il rinunciare/fallire a seguire tale via sarà un male sia per se stessi che per gli altri. Se non altro sarà un cattivo esempio e quanto meno un'omissione a fare del bene, esattamente come il non fare un'azione eroica per rispettare il voto con la differenza che l'azione eroica potrebbe riuscire anche senza violare il voto o il non fare l'azione potrebbe portare a conseguenze diverse da quelle attese e quindi portare del bene comunque.
Longino Inviato 16 Gennaio 2008 Segnala Inviato 16 Gennaio 2008 Pur non essendo l'unica via ciò non mi autorizza a lasciarla, dal momento che l'ho scelta. Sarebbe come dire che rifiuto di fare la carità lasciando morire di fame qualcuno perchè tanto posso fare del bene convertendo i malvagi. Inoltre il seguire tale via porta al bene non solo per se stessi ma anche per gli altri (come hai detto tu) allora il rinunciare/fallire a seguire tale via sarà un male sia per se stessi che per gli altri. Se non altro sarà un cattivo esempio e quanto meno un'omissione a fare del bene, esattamente come il non fare un'azione eroica per rispettare il voto con la differenza che l'azione eroica potrebbe riuscire anche senza violare il voto o il non fare l'azione potrebbe portare a conseguenze diverse da quelle attese e quindi portare del bene comunque. Affatto. C'è un enorme differenza fra fare del male, e non fare del bene. Lasciar morire di fame chi è degno della propria vita è molto più grave di non convertire i malvagi, ed se applicassimo questo tuo ragionamento al caso qui specificato potremmo dire che lasciar che un villaggio venga sterminato è molto più grave di violare un voto di povertà.
thondar Inviato 16 Gennaio 2008 Segnala Inviato 16 Gennaio 2008 Affatto. C'è un enorme differenza fra fare del male, e non fare del bene. Lasciar morire di fame chi è degno della propria vita è molto più grave di non convertire i malvagi, ed se applicassimo questo tuo ragionamento al caso qui specificato potremmo dire che lasciar che un villaggio venga sterminato è molto più grave di violare un voto di povertà. Rileggi meglio. Non ho detto che ritengo questo ragionamento giusto, al contrario lo ritengo sbagliato, solo che è lo stesso ragionamento che fai tu quando dici che posso violare il voto di povertà visto che esso non è l'unico modo di fare del bene. Cambio esempio. Secondo il tuo ragionamento potrei evitare di convertire i malvagi perchè tanto domani farò carità... E' evidente che ci sono tante strade per fare del bene ma è altrettanto evidente che se ne intraprendo una e poi l'abbandono per incapacità a seguirla non ho fatto del bene ne a me stesso ne agli altri, a cui darò quanto meno un cattivo esempio. Che poi nel frattenpo abbia fatto del bene è un altro discorso ma a questo punto ti pongo due domande: 1) Un monaco con voto di povertà compie un'azione eroica salvando il mondo. Tu gli regali un talento? 2) Un monaco con voto di povertà compie un'azione eroica salvando il mondo ma violando il suo voto. Tu gli regali un talento?
Longino Inviato 16 Gennaio 2008 Segnala Inviato 16 Gennaio 2008 2) Un monaco con voto di povertà compie un'azione eroica salvando il mondo ma violando il suo voto. Tu gli regali un talento? No, glielo tolgo, come ho già più volte detto in questo topic. Dove vorresti arrivare?
thondar Inviato 16 Gennaio 2008 Segnala Inviato 16 Gennaio 2008 Gli togli il voto ma io ti ho chiesto se glie regaleresti un altro talento e soppratutto ti ho chiesto se l ofaresti nel primo caso, dove non viola il voto. Il punto ove voglio arrivare è che, spero, nel primo caso non gli regali nulla (mia ipotesi) quindi a maggior ragione dovresti non regalare nulla nel secondo caso. Ora visto che trovi giusto che perda il voto per averlo infranto, dargli poi la possibilità di riprenderlo per aver compiuto un'azione eroica sarebbe come regalarglielo. E se lo regali quando si comporta "benino" (2° caso) a maggior ragione dovresti regalarglielo quando si comporta bene (1° caso). Invece sembra che tu dia un premio maggiore nel 2° caso piuttosto che nel 1°.
Longino Inviato 16 Gennaio 2008 Segnala Inviato 16 Gennaio 2008 Gli togli il voto ma io ti ho chiesto se glie regaleresti un altro talento e soppratutto ti ho chiesto se l ofaresti nel primo caso, dove non viola il voto. Non regalerei talenti a nessuno. Il punto ove voglio arrivare è che, spero, nel primo caso non gli regali nulla (mia ipotesi) quindi a maggior ragione dovresti non regalare nulla nel secondo caso. Ora visto che trovi giusto che perda il voto per averlo infranto, dargli poi la possibilità di riprenderlo per aver compiuto un'azione eroica sarebbe come regalarglielo. E se lo regali quando si comporta "benino" (2° caso) a maggior ragione dovresti regalarglielo quando si comporta bene (1° caso). Invece sembra che tu dia un premio maggiore nel 2° caso piuttosto che nel 1°. Dipende dalla ruolata : se come master mi viene in mente di fargli giocare una quest con come tema l'espiazione, non vedo perchè non dovrei ristabilire i suoi poteri sopratutto se consideriamo che la perdita degli stessi è dovuta solo ad un trafiletto salva-regole che a mio parere travisa completamente il senso che dovrebbe avere il voto, a favore di una tutt'altro che necessaria esasperazione dell'equilibrio ( almeno per i giocatori esperti).
Jade Silvershine Inviato 16 Gennaio 2008 Segnala Inviato 16 Gennaio 2008 Dipende dalla ruolata : se come master mi viene in mente di fargli giocare una quest con come tema l'espiazione, non vedo perchè non dovrei ristabilire i suoi poteri sopratutto se consideriamo che la perdita degli stessi è dovuta solo ad un trafiletto salva-regole che a mio parere travisa completamente il senso che dovrebbe avere il voto, a favore di una tutt'altro che necessaria esasperazione dell'equilibrio ( almeno per i giocatori esperti). Scusami, ma l'espiazione non dovrebbe prevedere anche il pentimento per l'azione compiuta? L'azione è stata compiuta in modo ponderato IMHO, quindi non mi pare abbia molto senso chiedere scusa per qualcosa che si sarebbe pronti a rifare..
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