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[Play by forum] Topic di gioco


Marquand

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Dash@Domn

Quindi dovete limitare il vostro cibo a solo alcune pietanze?

Avete già cenato immagino..

Il vostro ospite, immerso nei suoi pensieri, sembra non sentire la domanda, e continua a fissare un punto lontano. Ora che il suo sguardo inquitante, dagli occhi qualsi del tutto bianchi, non si fissa su di voi vi sentite meno in soggezione, e, tra una cucchiaiata e l'altra di stufato, riuscite a notare meglio i particolari della pelle rinsecchita e rugosa del suo volto, che cambia di aspetto ad ogni istante per il tremolare della luce del candelabro posto al centro del tavolo. I baluginii della fiamma si concentrano soprattutto sullo spesso filo d'argento che gli orna il volto, dall'orecchio al naso: ora che è quasi di profilo notate qualcosa di strano, forse è un gioco di ombre, ma piuttosto che attaccato al padiglione dell'orecchio, il filo d'argento sembra poggiarsi sul padiglione e sparire tra i radi capelli, giù verso il collo...

Il Domn si riscuote dai suoi pensieri: Spero che il pasto sia di vostro gradimento, quando vi sarete ristorati la sarvitù vi accompagnerà alle stanze che ho fatto preparare per voi, in relazione al vostro rango... La sua voce roca ha ora un tono più basso e distaccato, come se parte della sua attenzione tardasse a ritornare al presente Domani potremo continuare la nostra conversazione

Dash chiede dell'acqua alla serva, che lo fissa anuendo e mantenendo stampato sulle labbra un sorriso che appare eccessivo, e non sparisce neppure mentre la donna si allontata verso le cucine: più che avere una reazione strana alla richiesta, la donna anziana sembra strana in se', nel suo sorriso fisso sul volto c'è un che di isterico...

Hemlet ringrazia il Domn per l'ospitalità e brinda alla sua salute, ottenendo in cambio un nuovo ghigno per sorriso.

Domn @ Hemlet: E' mio dovere curare gli ospiti... i titoli invece li ho curati sempre molto poco...

In effetti, mentre sorseggia il suo vino speziato, Amhal riflette sul titolo di Domn [Accademica +20]: per quanto ne sai si tratta di un appellativo generico equivalente a "signore", in giro non si vedono stemmi araldici o altre simbologie che indichino se il vostro ospite possiede o meno veri e propri titoli nobiliari.

Per quanto riguarda Roselin, originaria della Mesia, ora che è più rilassata ripensa al cognome del padrone di casa, Shte-Keter, che ha decisamente un suono straniero, ma non sembra conciliarsi bene con la servitù, di evidente origine Sideta.

Spoiler:  

Il calore del camino ed il pasto caldo dopo giorni di stenti vi fanno recuperare 2 Punti Volontà

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@Domn

Vi sono grato della vostra ospitalità, e sarò ben felice di riposarmi nella stanza che mi avete preparato, sono davvero molto stanco e non sono molto lucido, quindi sarò ben felice di riprendere domani la conversazione... Mi permettete solo un'ultima domanda? Non ho potuto fare a meno di notare quel filo d'argento che vi orna il volto, di che si tratta? Un'ornamento tipico del vostro paese? Voi di dove siete originario? Prometto che per stasera è l'ultima domanda...

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Il Domn si volta di scatto verso Amhal stringendo le palpebre, mentre il suo aspetto assume una sfumatura più ostile, e la voce si arrochisce ulteriormente:

Semplice gioielleria l'affermazione secca è pronunciata in fretta, poi sembra rilassarsi leggermente Riguardo le mie origini invece, sono Niveja

L'ultima affermazione vi sorprende in modo particolare: in tutto il Sacro Impero i Niveja sono spesso tollerati piuttosto che realmente accettati nella società, molti editti limitano i loro diritti di proprietà, e sapere uno di loro signore di un castello è una novità assoluta, tanto più che la servitù e le guardie non appartengono alla stessa stirpe.

Il vosto ospite riprende la parola Ora sarete accompagnati nelle vostre stanze, Amhal e l'ospitaliera soggiorneranno nel mastio indica la serva anziana con il sorriso isterico, in piedi accanto alla porta vicina al camino gli altri dovranno accontentarsi di una stanza nell'ala nord e fa un cenno a Minna, che si avvia verso la scala che vi ha condotti in questa stanza.

x Amhal

Spoiler:  

Parlando del gioiello sul volto del Domn lo hai osservato con maggiore attenzione, e non sei riuscito a capire come resti attaccato al naso, sembra quasi entrare all'interno della narice...

(sensi acuti)

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Hemlet

Alla notizia assumo un'espressione stupita che non tento di dissimulare.

Un Niveja! Un... O santo Gabriel! O santo, santissimo Gabriel! Per tutti i...

Mi inchino, ammutolito, e seguo a malincuore Minna verso la camera da letto.

Niveja. Cabala. Conoscenza proibita. Mistica di alto livello. Domani sarò io a fare domande al Domn. Tante domande.

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@Hemlet e Dash

Bene, direi di salutarci allora, a domattina. Finalmente riusciremo a riposare un po'...

@Roselin sussurrando

Io e te dormiremo nel mastio... Forse sarebbe prudente condividere la stessa stanza, c'è qualcosa in questa storia che non mi convince e l'idea di lasciarvi da sola mi spaventa... Certo non vorrei sembrare inopportuno... Ditemi voi Roselin, se volete chiediamo di poter condividere una stanza!

Spero che non fraintenda le mie intenzioni...

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Le vostre strade si dividono.

Amhal e Roselin seguono la serva anziana oltre la porta, dove vi accoglie un piccolo ambiente con una scala ascendente ed una seconda porta che da sulle cucine, prendete la scala e giungete in un lungo corridoio zigzagante, male illuminato e privo di decorazioni, ai cui lati si aprono diverse porte, alcune delle quali di aspetto malmesso. Tutto il tragitto è accompagnato dalla voce e le risate incoerenti della vostra anziana guida, che ridacchia di continuo e sembra particolarmente loquace: Sono Lucilla, al servizio di lorsignori... eh eh eh... ora vi accompagnerò nelle vostre stanze, herr Shte-Keter le ha scelte personalmente per voi... tra quelle che ancora non cadono a pezzi ha ha aha! Sapete com'è, il tempo passa! Anch'io sono stata giovane una volta, hihihi... e quando ero una bambina mia nonna mi raccontava di com'era bello il castello quando era giovane lei haha... he he Nei corridoi non vedete anima viva, gli unici suoni, a parte la voce quasi in falsetto di Lucilla, sono lo scrosciare della pioggia e occasionali fruscii oltre le porte chiuse, attribuibili probabilmente ai topi, immancabili in case e manieri di ogni dimensione.

Mentre due salgono, Dash ed Hemlet scendono lungo la scala erta che porta ai corridoi del pianterreno, seguendo la candela che Minna porta con se. Vi reimmettete nel grande corridoio con gli arazzi, che incombono carichi di bandiere ed eserciti in marcia, e ne uscite imboccando un colonnato, dal quale potete osservare l'ampio cortile interno: a giudicare dalle dimensioni degli edifici, tra cui una grande stalla probabilmente vuota, e dall'architettura spartana, il castello deve essere nato come presidio militare, evidentemente abbandonato col tempo. Notate anche il profilo inconfondibile di una piccola chiesa, incastonata tra una torre ed un tratto di mura, ma risalta, in una generale atmosfera di abbandono, per essere ancor più cadente delle costruzioni circostanti. Minna avanza in silenzio, con lo sguardo basso e la mano libera sul ventre prominente.

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Hemlet

@Cortile Interno

Spoiler:  
Seguo Minna in silenzio, rimuginando sugli ultimi sviluppi.

Ci siamo divisi. Non avrebbe dovuto succedere. Sento che questa decisione del Domn non sia del tutto priva di secondi fini. Poteva almeno metterci nella stessa ala. Perchè non dividerci? E poi, pensa ai due gruppi: da una parte la suora e lo scienziato, che sono quelli che gli interessano maggiormente. Dall'altra il duir ed il fabbro...

Ripensando al mestiere di Dash non posso fare a meno di fare un sorrisetto. Mi volto verso il compagno e gli mollo un leggero pugno sulla spalla.

Così siamo di nuovo io e te, vero Dash? Come ai vecchi tempi! Ricordi?

Ah! Quel libro... Quel dannato libro... Hi hi hi...

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Hemlet

@Cortile Interno

Spoiler:  
@Dash, sottovoce

Ah, sì. Ricordo anche questo. In giro ad esplorare? Buona fortuna. Ora che ci penso..

@Minna

Mi scusi, nell'ala dove alloggeremo è presente una biblioteca? Se non c'è, è comunque possibile avere qualche libro da leggere? Qualsiasi cosa: leggende tipiche del posto, libri sacri, poesie o poemetti, ballate, sonetti, madrigali, saggi, biografie, agiografie, trattati...

Sempre SE sa cos'è un madrigale.

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Nel cortile, sotto un colonnato, Dash ed Hemlet avanzano alla luce della candela portata da Minna.

Quando il pellegrino si rivolge alla servetta, lei sobbalza e, tenendo sempre lo sguardo basso, risponde con un filo di voce a malapena udibile: n... no... biblioteca... i libri ce li ha... il... il padrone... dov... dovete chiedere a... a lui poi resta in silenzio avvolgendo il grembo con il braccio libero.

La pioggia scroscia nel piazzale.

Due piani più in alto risuona la risata isterica di Lucilla Hi hi hi, nella stessa stanza? Con una suora? La donna agita un dito He he, giovanotto, il signore ha vi ha riservato questa stanza Apre leggermente una porta Ci tiene che stiate comodo, hihi il suo viso rugoso si contrae in una maschera indecifrabile, poi continua a parlare con un tono di voce leggermente più acuto La sorella deve seguirmi ancora. La sua stanza è più avanti.., ha ha ha, lo ha deciso il padrone.

L'anziana serva fa un cenno con la lanterna, verso il corridoio che sparisce nel buio pochi passi più avanti.

Tutti e quattro sentite la stanchezza farsi poco a poco più pesante.

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Amhal entra nella stanza, illuminata fievolvente da alcune braci che ardono nel camino. L'ambiente, quasi tiepido grazie anche a pannelli di legno tarlati che coprono le pareti, è dominato da un letto con baldacchino, le cui tende grossolane appaiono stinte anche con la scarsa luce a disposizione. Un tavolo con due sedie, una cassa ed una colonnina accanto al letto sono l'unico mobilio, gli accessori includono inoltre un bacile di acqua pulita per le abluzioni mattutine ed un vaso per i bisogni corporali. La finestra, chiusa, tremola solecitata dal vento, e la porta è dotata di una grossa chiave posta all'interno.

Roselin segue Lucilla lungo un paio di svolte del corridoio, mentre la serva ridacchia tra se, fino a raggiungere un'altra stanza alquanto lontana. Nell'aprire la porta l'anziana donna commenta: Mia nonna hehe, mi raccontava che questa era la stanza della vecchia Signora, hihi, era la più bella del castello!.

In effetti doveva trattarsi di una stanza particolarmente ricercata, sebbene piccola, con le pareti coperte di tessuto a fiori, decorazioni di stucco al soffitto ed un grande comò di foggia elaborata accanto al letto, ma è stato molto tempo fa. Il tessuto macchiato e lacero in più punti delle pareti, gli stucchi in gran parte crollati e le scrostature sul legno del comò ammantano tutto di un'aura di decadimento, ancora più accentuata dalla cornice vuota di uno specchio, che sembra quasi fissarti come un occhio cieco. In effetti non hai scorto specchi nel palazzo... Un brivido corre lungo la schiena, nonostante un braciere posto sul pavimento riscaldi fievolmente la stanza.

La serva ti affida un mozzicone di candela acceso e poi si congeda con un'ultima inopportuna risatina, mentre il suo sguardo assume per un'istanzte un'aspetto disperato in disaccordo con il ghigno sottostante.

Anche qui c'è una piccola chiave nella serratura, una cassa, e il necessario per trascorrere la notte. Una seconda porta, chiusa, collega la stanza ad un altro ambiente sconosciuto.

Più in basso Minna si rimette silenziosamente in cammino, e guida i due ospiti di minor rango fino ad una stanzetta ricavata all'interno di un bastione. L'arredamento è spartano, due letti, un tavolo con due sgabelli ed una cassa, accanto alla quale è stato riposto un secchio per i bisogni notturni. L'ambiente è freddo e umido, ma certamente meno che all'esterno, dove imperversa ancora la bufera, come si intuisce dai fremiti della finestrella. I letti sono più comodi del pavimento dove avete riposato nelle ultime notti e quasi puliti, tutto sommato, per voi che siete avvezzi a viaggiare, una sistemazione migliore di molte locande di strada in cui vi è capitato di soggiornare.

La stanchezza cresce sensibilmente, e vi sentite avvolgere le membra da un profondo torpore.

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Hemlet

@Stanza nel Bastione

Spoiler:  
Una volta arrivato nella stanza appoggio la mia roba sul pavimento, guardandomi intorno. Ripongo con particolare cura la mia arpa, controllando se nei dintorni ci sono tane di topi.

Bene. Non sarà proprio un'accoglienza principesca, ma almeno siamo all'asciutto. Domani chiaccherata. Hmm.. mi chiedo se..

@Dash, sussurrando

Tu che dici, ci conviene fare turni di guardia? Questa cosa dell'essere divisi non mi piace, ma non so quanto potrei resistere. Avrei davvero bisogno di una dormita.

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Do un giro alla chiave, ripongo i miei vestiti vicino al camino e mi stendo sul letto.

Estraggo il mio blocco e annoto tutto ciò che riesco a ricordare degli ultimi avvenimenti, con particolare attenzione allo stato in cui si trova il Domn finchè la sonno non prende il sopravvento (nel frattempo attendo Roselin nel caso decidesse di passare a trovarmi, se i tempi si dilungano troppo, ripongo tutto nella borsa da viaggio e chiudo gli occhi).

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