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Inviata

Premessa

Io non sono un oratore, e tantomeno uno scrittore, nemmeno discreto, quindi quello che scriverò adesso sarà solo frutto della mia mente e dell'ora tarda

Ho notato che nel mondo del GDR in generale si avverte la Classe come uno stereotipo da seguire e non come una linea guida descrittiva, mi spiego.

Giocando un Inquisitore CN su Pathfinder ho avuto modo di sbizarrirmi e creare un personaggio totalmente in linea con il mio modo di pensare casuale, questo mi fa sentire molto vicino al PG e genera non poche situazioni di svago per me e tutti i presenti al tavolo.

Dall'altra parte mi si presenta un'altra campagna su FR dove interpreto un Chierico di Tyr LB. Fin quì tutto bene se non fosse per gli attriti creati tra me e il master dovuti alla diversa visione di gioco.

Per lui il Chierico è la copia esatta del suo allineamento e della sua classe, inoltre lo vede unicamente come curatore (cosa che stava per demolire il gruppo al primo scontro)

Io lo vedo come un avventuriero in linea con i canoni di una faccia della sua divinità, una porzione dell'immensità del suo Dio. Non deve necessariamente essere preciso e identico alla sua divinità

Ora, io ho creato un chierico di Tyr votato al combattimento (per quello ho scelto Guerra e Castigo come domini) e per me le cure vengono in secondo piano.

Questo discorso si allarga a tutte le classi, quello di prima è solo una situazione esplicativa

La domanda è:

Quanta liberta si dovrebbe concedere a un giocatore nell'interpretazione di una classe/allineamento?


Inviato

La domanda è:

Quanta liberta si dovrebbe concedere a un giocatore nell'interpretazione di una classe/allineamento?

La stessa libertà che il giocatore concede a te come master.

Inviato

Io non sono un genio nè un filosofo, ma sono profondamente convinto che il sistema degli allineamenti così com'è è un po' incongruente e contraddittorio. Come dice il capitano Barbossa nei Pirati dei Caraibi: "il codice è [in questo caso dovrebbe essere] più che altro una sorta di traccia che un vero regolamento".

Diciamo che l'opposizione Bene/Male è abbastanza limpida. Io la vedo così: l'indole e gli strumenti che un individuo mette al servizio delle proprie aspirazioni e convinzioni. Ma che dire dell'affascinante opposizione Legge/Caos? Il legale dovrebbe avere un comportamento che oscilla tra senso dell'onore/del dovere, conformismo, obbedienza all'autorità e alla tradizione. Il caotico dovrebbe incarnare lo spirito libero, un po' lunatico, che non esita ad aggirare le regole e le istituzioni, capace di decisioni improvvise, a volte incomprensibili, a volte irresponsabili. Insomma per semplificare il legale è a suo modo affidabile, il caotico no. Il legale crede più nel rispetto delle norme, il caotico al limite ha la sua visione della giustizia, diversa da quella comune.

Mi dilungo un attimo perchè c'ho riflettuto e dibattuto un po' con un mio giocatore che impersona un barbaro del Rashemen. Dei barbari il manuale dice: "I barbari non sono mai legali . Possono essere onorevoli, ma il loro cuore è selvaggio. Questa selvatichezza è la loro forza e non può dimorare in un animo legale...". Tanto è vero che "Un barbaro che diventa legale perde la capacità di cadere in preda all'ira e non può più guadagnare livelli come barbaro...". Ma come fa una società qualsiasi, e nella fattispecie il Rashemen, ad erigersi su queste basi? Nel Rashemen i barbari sono i custodi dell'ordine, per altro in posizione subordinata alle "streghe" locali, le Hathran, sono i difensori della pace del paese, sia contro i nemici esterni che interni. E l'Irraggiungibile Est precisa: "La giustizia nel Rashemen è rapida e precisa". Uno dice, per forza, le Hathran hanno una restrizione di allineamento (LB o LN o NB), e sono le Hathran (chieriche o stregonesse) a tenere il vero potere. E i berserker locali? Devono avere la capacità di Ira, quindi devono essere barbari caotici o neutrali. Per la cronaca il mio amico impersona un berserker CN, allineamento per cui il MdG dice: "...lo Spirito Libero: Un personaggio caotico segue esclusivamente il suo arbitrio. È l'individualista definitivo. Mette la sua libertà sopra ogni altra cosa ma non lotta per difendere quella degli altri, respinge l'autorità, odia le costrizioni e si scaglia contro le tradizioni". Tanti auguri alle Hathran che difendono con pugno di ferro le loro regole dovendo gestire una masnada di individualisti di tal fatta! Tanti auguri ai Rashemi popolani che hanno autorità legali e "poliziotti" caotici. Forse CB ("il Ribelle") o CM ("il Distruttore") sarebbero più indicati come soldati? o forse il Rashemen è la patria dei barbari quanto meno neutrali?

L'unica via d'uscita IMHO è ammorbidire un attimo le sclerotizzazioni e punire come DM solo quei comportamenti palesemente fuori allineamento, con un occhio di riguardo all'ambientazione e alle situazioni contingenti. Il suddetto berserker nella mia campagna rivive questa contraddizione avendo stretto un patto col Diavolo (LM) e girando come mercenario con un chierico di Bane (LM): il suo caoticismo è messo a dura prova, certo, e se vorrà perseguire il suo obbiettivo sembrerebbe destinato, vuoi per interesse vuoi per il momento di vita, a slittare gradualmente verso NN (no, non diventerà un druido... :) ). Certo il suo padrino infernale ci terrebbe anche a portarlo "verso malvagio" (il suo padrino zhent si accontenta che obbedisca e mulini il suo spadone qua e là).

Un altro breve esempio (prometto, sarò più breve!)? Menzoberranzan! La Città dei Ragni è l'incarnazione vivente di un ordine CM, che a me sembra una contraddizione in termini. Tutte le matrone devote a Lolth, tutte arriviste senza scrupoli, ma imprigionate nelle regole del Rango (ma che siamo all'Inferno? Lì ci sta, ambiente LM). Una Casa rivale si può eliminare ma salvaguardando le apparenze e le tradizioni.

Insomma io come DM (i DM dovrebbero essere "legali" immagino... :) ) cerco di parlare coi giocatori non solo in sede di creazione del personaggio, ma anche durante la campagna, e di spostare l'allineamento di pochi gradi verso un estremo o l'altro a seconda della condotta del giocatore, ovviamente in separata sede. Non punisco un PG che ha un comportamento fuori allineamento, ma più semplicemente sposto il suo allineamento in sintonia con la sua interpretazione. La punizione c'è quando il giocatore ci tiene (per motivi estetici? personali? di sua percezione della questione degli allineamenti?) a giocare ad esempio un CN o un LM ma non ce la fa come personaggio e magari perdendo l'allineamento perde anche requisiti per certe classi a lui gradite.

Per quanto riguarda l'argomento delle classi invece... Tu (@Saito Hajime) hai per le mani un chierico che non vuole essere una macchina da cura ferite, io un mago che non vuole essere una macchina da invocazione. La mia opinione? Onore e gloria, se esiste qualcuno che (...caoticamente...) non si appiattisce sugli stereotipi tradizionali. Nessuna penalizzazione (a volte si penalizzano già da soli con certe scelte), ma magari un accenno giustificativo, e solo per le scelte più anticonformiste, nel background del personaggio. Viva la varietà!

Inviato

Lieto di restare sempre l'esempio in positivo. ^^

Comunque, gli stereotipi sono una cosa molto "facile" con cui costruire le avventure. Io ho tratto molto giovamento dall'opera di un filosofo ateniese, i Caratteri di Teofrasto, dove appunto sono indicati i modi di fare tipici di veri e propri "personaggi" dell'Atene sua contemporanea.

Il problema è che il tipo permette sì una caratterizzazione maggiore nel breve periodo, ma non nel lungo. E' come un fondale dipinto: ti mostra uno sfondo nitido, ma manca di profondità.

Quindi, se i tipi vanno bene per creare dei PNG di contorno, per i PG e per i PNG principali si rivelano carenti.

Problema, mi è già capitato di sollevare l'argomento con alcuni secondo i quali una caratterizzazione a "tipo" va bene per i PG. -___-

A questo aggiungiamo che il d20 è un sistema stereotipante per sua natura, i personaggi sono quel che fanno e quel che fanno sono le classi. In tutto questo per alcuni la classe diventa il tipo. No, la classe è solo lo strumento meccanico: o vogliamo giocare il film di D&D, oppure ci serve saper andare oltre i numeri e i nomi.

PS sugli allineamenti: io trovo che possa funzionare la caratterizzazione buono "tratto gli altri come voglio essere trattato", malvagio "non riconosco agli altri dignità pari alla mia", legale "credo che l'ordine sia necessario", caotico "la libertà è più importante". Ma si tratta come dicevo prima solo di un fondale, manca di reale profondità e, in quanto figlia di un sistema bacato come quello degli allineamenti, regge solo se si evita per pietà nei suoi confronti di indagarla troppo a fondo.

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Inviato

"il codice è [in questo caso dovrebbe essere] più che altro una sorta di traccia che un vero regolamento".

Però questa è la visione del "codice" da parte di un pirata che per sua natura distorce l'interpretazione delle cose a proprio piacimento. Se per esempio tu chiedessi ad un soldato cosa dice la costituzione, beh, probabilmente il giudizio sarebbe molto più ferreo e preciso :) Intendo dire che la visione delle cose dipende molto da chi le "vede".

Questa poi è una mia interpretazione. Da un personaggio legale mi aspetto che sia fedele al concetto di legalità, mentre da un personaggio caotico mi aspetto che sia caotico in generale ma che comunque può distaccarsi da questo concetto se gli è comodo (beh per brevi momenti però). Discorso simile per bene/male. Da un personaggio buono mi aspetto che sia buono sempre (o quasi), da un personaggio malvagio mi aspetto più libertà di azione (beh senza diventare buono però).

Distinguo poi tra allineamento e convinzioni. Nel senso che (per come la vedo io) un personaggio potrebbe distaccarsi dal proprio allineamento ma non dalle proprie convinzioni. A maggior ragione se si tratta di giuramenti o convinzioni teologiche.

Inoltre io distinguo tra visione poetica dei personaggi e visione pragmatica dei personaggi. Nella visione poetica, possiamo pensare per esempio ispirata ai racconti di re artù, per esempio i personaggi LB sono legali buoni in tutto, a qualunque costo e sempre. Nella visione pragmatica invece, i personaggi sono esseri umani (o di altre razze ma come dire, creature che possono sbagliare) e come tali possono cadere in tentazione, sbagliare, ecc... Dicevo quindi, dipende da come si vedono le cose. Secondo la visione poetica il pesonaggio è una copia della sua divinità oppure è ferreo e intransigente nella difesa dei valori in cui crede e al suo allineamento. Nella visione pragmatica un essere perfetto non esiste e quindi i personaggi credono, sono convinti di cose ma poi può succedere che deviano dalla via maestra o che vedano le cose in una ottica diversa.

Io come DM in genere lascio abbastanza libertà ai giocatori su come interpretare i loro personaggi, però chiedendo loro prima di iniziare a giocare che tipo di personaggio vogliono interpretare. Se mi rispondono che vogliono interpretare un personaggio fondamentalista di Pelor (per esempio) poi allora se deviano da questo comportamento allora dò loro penalità ai PE. Se invece mi dicono che vogliono interpretare un personaggio in modo più libero, beh sono meno fiscale. Certo cmq entro dei limiti accettabili :)

Inviato

Io lo vedo come un avventuriero in linea con i canoni di una faccia della sua divinità, una porzione dell'immensità del suo Dio. Non deve necessariamente essere preciso e identico alla sua divinità

Da manuale un chierico può essere ad un passo di allineamento dalla sua divinità, pertanto è un'interpretazione corretta. Per il resto puoi allegramente fregartene.

Inviato

La domanda è:

Quanta liberta si dovrebbe concedere a un giocatore nell'interpretazione di una classe/allineamento?

Premessa: non sta al tuo master decidere cosa deve fare il tuo PG. Immagino che allora se facessi un guerriero dovrei fare per forza il classico nano con ascia nanica e scudo. E se volessi fare qualcosa di più simile ad uno spadaccino, con Des alta e For 10? Mi direbbe che non so interpretare il guerriero?

Risposta: Quanta ne dice il buon senso. Purtroppo la differenza tra gli allineamenti è spesso molto sottile ed è difficile vedere la differenza, e alcune volte, forse anche impossibile.

Esempio: un paladino (LB) fa parte di un ordine (LN) di un dio patrono della legge, della conquista miltare ecc.. (un po' come st.cuthbert). Al paladino, viene ordinato di partecipare ad un raid contro un villaggio di ribelli, che non sono malvagi, ma solo una tribù di origini barbariche che potrebbe minacciare le terre dell'ordine. Il superiore del paladino ordina "Uccidete tutti". Il paladino come primo avversario si trova davanti un ragazzo spaventato che impugna un bastone, in lacrime che tenta di difendere la sua vita, magari anche di allineamento CB, cosa fa?

A) Disubbidisce all'ordine, quindi compie un'azione non legale.

B) Obbedisce all'ordine, quindi compie un'azione non buona.

Se non si ha un po' di elasticità, il paladino perderebbe in ogni caso il suo status.

Inviato

Io sono per gli stereotipi nell'interpretazione da parte dei pg e per la elasticità mentale da parte del master.

Stereotipi nel senso che il proprio personaggio deve avere una linea di condotta determinata dal suo allineamento, dal suo background e dal modo di giocare che ha tenut fino a quel momento; al limite che i compagni devono prevedere quello che farà. Questo perchè in effetti è il comportamento che solitamente hanno le persone nella vita reale. Faccio un esempio: a me va bene un CB che fin dall'inizio ha fatto un punto d'onore del mantenere la parola data quando accetta un compito (o qualcosa del genee), magari non è un comportamento molto caotico ma può rientrare nei limiti interpretativi, ma se a un certo punto infrange la parola data sostenendo "tanto sono caotico" allora la considero una interpretazione non buona.

Il DM dovrebbe concedere spazio di manovra (nei limiti del ragionevole) fintanto che la personalità non è definita e poi basarsi su quello per definire l'interpretazione buona o malvagia.

Inviato

Però è vero che ci sono DM che si aspettano sempre un determinato comportamento da parte dei pg. E se il tuo pg non si comporta come il DM si aspetta allora ti becchi penalità ai PE. Per dire, mi è capitato l'anno scorso con un DM. Giocavo un chierico di Pelor e mi sono trovato nella spiacevole situazione (almeno per un chierico di Pelor) di dovere decidere se salvare la vita a poveri innocenti fedeli del culto di Pelor, oppure se salvare la vita ai miei compagni di viaggio che non erano fedeli di Pelor. Heh bella scelta da fare. Salvare i miei 4 compagni di viaggio oppure salvare i 10 fedeli di Pelor entrambi destinati al massacro? Alla fine avevo scelto di salvare i compagni di viaggio e poi cercare con loro di salvare quanti più fedeli possibile. Mi ricordo che il DM mi aveva dato una forte penalità ai PE perchè diceva che un chierico di Pelor se deve scegliere tra il salvare compagni di ventura che il chierico conosce da molti anni e un gruppo di fedeli di Pelor, un chierico di Pelor sceglierebbe sempre e comunque il gruppo di fedeli. E mi ricordo che a fine sessione c'era stata una discussione profonda proprio sul tema della libertà di interpretazione del personaggio da parte del giocatore :)

Inviato

Premetto che potrei dire mille castronerie ma in fondo è il mio punto di vista quindi poco m'importa.

Secondo me i PG non dovrebbero avere un allineamento, bensì un background che spieghi qual'è il loro carattere, la loro morale e che ruolando riesca aa seguire le proprie linne guida. Con ciò non voglio comunque dire che tutto il mondo di D&D deve perdere gli allineamenti.

I requisiti di allineamento delle classi possono benissimo essere sostituiti da un dato stile di vita invece che da un paio di sterili letterine lasciando libertà di interpretazione!

Con questo intendo dire che un guerriero per imparare le sue arti militari ha diverse vie e quindi può avere un carattere molto libertino oppure ferreo e rigido. Un paladino no, deve attenersi a quello che è il proprio codice di condotta personale e che secondo lui è in linea con la propria divinità. Sta poi alla divinità (interpretata dal DM) decidere se il paladino rientra con il proprio comportamento nelle proprie grazie e quindi concedergli i doni divini. Stesso discorso per il chierico, non credo ci sia molto da aggiungere, il chierico si comporta in tal modo e se alla divinità venerata va bene gli vengono concessi i poteri.

Se poi un pg credendo di fare una cosa gradita al suo dio lancia una protezione dal male verso un qualcosa che propriamente (secondo il suo dio) male non è semplicemente la cosa non funziona, il dio non concede il potere poichè la cosa esce dai suoi dettami. In tal modo possiamo uscire dal relativismo degli allineamenti anche sul campo degli incantesimi!

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Inviato

La domanda è:

Quanta liberta si dovrebbe concedere a un giocatore nell'interpretazione di una classe/allineamento?

Tutti hanno risposto sulla questione allineamento, mentre io preferisco rispondere alla questione classe.

Secondo me lo stereotipo è utile per la costruzione dei PNG ed è indispensabile quando si è alle prime armi.

Non deve però diventare limitante nell'interpretazione della classe.

A parte il fatto che il chierico esclusivamente guaritore non è l'unico stereotipo di chierico, ma si può anche immaginare un chierico combattente, altrimenti perché dovrebbero andare in giro con armature pesanti, mazza e scudo (e anche questo è uno stereotipo)?

Ricordo una discussione di non molto tempo fa in cui qualcuno proponeva per il suo chierico il dominio della danza, il ché spostava la discussione sull'uso delle armature pesanti.

E' vero che esistono molte classi e moltissime cdp, per cui se uno vuole interpretare diversamente la propria classe non ha che da scegliere, ma questo non significa che tutti i chierici debbano essere identici.

Semmai è giusto mettersi d'accordo all'inizio col master su come deve essere interpretata una determinata classe e poi attenersi a quello. Senza tirare in ballo gli stereotipi.

Per quanto riguarda l'allineamento, concordo in pieno con Damiano.it. Anche secondo me l'allineamento potrebbe anche non esserci. Le 9 combinazioni date dall'incrocio degli assi L-C e B-M sono largamente insufficienti per descrivere l'allineamento di un pg che, magari, il giocatore vuole approfondire e interpretare un modo complesso. Il mio cavallo di battaglia è il paladino (o simile) esaltato che agisce nel nome del bene, ma uccide dei bambini orchi, perché da adulti diventeranno degli stupratori assassini. E' LB o LM? Troppo riduttivo l'allineamento.

Inviato

Ma secondo me l'allineamento deve essere legato al retaggio culturale di un personaggio. Non è detto che le leggi siano le stesse in ogni posto e non è detto che ciò che è buono per una civiltà sia buono anche per un'altra civiltà. Quindi un LB delle terre dell'ovest potrebbe avere un concezione diversa di bontà o di legge rispetto ad un LB delle terre dell'est. Forse la cosa è più accentuata su legge/caos. Ma cmq anche su bene/male.

Inviato

premetto che secondo me gli allineamenti sono inutili se non deleteri al gioco.

detto questo secondo me lo stereotipo nasce in automatico alla creazione del pg ma tutto si "sgretola" con un background abbastanza curato.

Il background poi, volendo, basta che siano una serie di piccole domande che guidino lo "stile e convinzioni" del pg...

Chierico o guerriero o mago cambiano poco perchè in teoria un pg diventa di qualche classe non appena nasce ma durante delle scelte. quindi lo stereotipo dovrebbe nascere dalle scelte e non dalla classe...

Inviato

Il tutto è anche influenzato dalla esperienza di gioco di un giocatore. Personalmente ho giocato ad altre edizioni di d&d e in qualche modo lo stereotipo sulle classi/razze mi è rimasto nel senso che ormai fa parte del mio modo di giocare: che so, per esempio che un nano dovrebbe essere guerriero o chierico e in genere buono, oppure che un elfo dovrebbe essere sul caotico buono, oppure che un paladino è umano perchè è l'unica razza in grado di aiutare tutte le creture buone senza che odi antichi inficino il suo operato, ecc...

Vedo invece che chi ha iniziato a giocare con la terza edizione è molto più libero da questo tipo di condizionamenti. Se sia un bene non lo so. A me a sentire parlare di nano mago mi provoca tremende convulsioni psicologiche (hah), invece i nuovi player lo fanno senza problemi :)

Inviato

Premetto che non ho mai letto tanti "premetto che" in un solo topic,

Saito, sei troppo vago, così non è facile giudicare il caso singolo.

Generalizzare parlando di "stereotipi" è facile, nessuno vuole che il proprio PG sia una macchietta che fa solo quello che sta scritto sul manuale - nessuno ti dirà che devi giocarlo così! Questo non significa che nel caso specifico tu abbia avuto ragione però (scusa se evidenzio questo punto ma è proprio la carenza di informazioni precise a rendere la questione controversa). Ci sono dei limiti che il DM può richiedere che vengano rispettati (anche tralasciando il concetto di "buona interpretazione", per lo meno se si vogliono mantenere i poteri), non serve che io ti dica che il Chierico di una divinità Buona di cui magari condivide la passione per i viaggi e l'avventura non può stuprare ragazzine e uccidere senza motivo, quindi siamo tutti d'accordo che una linea di confine c'è e ci deve essere. Dove collocarla? Sicuramente da qualche parte - il fatto di non essere obbliugati a giocare una figurina panini non toglie che questo limite comunque esiste.

Detto questo, non significa neanche che tu abbia avuto torto. Sto semplicemente dicendo che in assenza di riferimenti chiari non si possono valutare queste cose.

Inviato

Premetto che non ho mai letto tanti "premetto che" in un solo topic,

Saito, sei troppo vago, così non è facile giudicare il caso singolo.

Generalizzare parlando di "stereotipi" è facile, nessuno vuole che il proprio PG sia una macchietta che fa solo quello che sta scritto sul manuale - nessuno ti dirà che devi giocarlo così! Questo non significa che nel caso specifico tu abbia avuto ragione però (scusa se evidenzio questo punto ma è proprio la carenza di informazioni precise a rendere la questione controversa). Ci sono dei limiti che il DM può richiedere che vengano rispettati (anche tralasciando il concetto di "buona interpretazione", per lo meno se si vogliono mantenere i poteri), non serve che io ti dica che il Chierico di una divinità Buona di cui magari condivide la passione per i viaggi e l'avventura non può stuprare ragazzine e uccidere senza motivo, quindi siamo tutti d'accordo che una linea di confine c'è e ci deve essere. Dove collocarla? Sicuramente da qualche parte - il fatto di non essere obbliugati a giocare una figurina panini non toglie che questo limite comunque esiste.

Detto questo, non significa neanche che tu abbia avuto torto. Sto semplicemente dicendo che in assenza di riferimenti chiari non si possono valutare queste cose.

non sto assolutamente esponendo il mio caso per avere un giudizio, sono solo esempi che ho fatto per dare una linea al topic e non generare flame inutili :P

il punto è che per me un pg ha libertà d'azione finchè le azioni che compie non sono palesemente fuori allineamento e classe

mettiamo un chierico CB che è focalizzato sulle battaglie, chi mi dice che non possa essere scontroso e un po' scurrile? se in effetti mi comporto da Buono, seguo i dettami del mio dio e mi prendo qualche libertà personale senza danneggiare gli altri chi mi vieta di farmi un chierico caotico buono di kord con la tourette?

uscendo dal caso estremo, cosa impedisce a un giocatore di interpretare un pg con qualche carattere non al 100% rientrante nell'allineamento solo perchè il master ha pregiudizi?

ecco qualche scena

io - io faccio un chierico votato alla battaglia, prima butto giù il bestione e poi curo

dm - ah, io pensavo che curavi perchè quello è il compito del chierico e ho alzato il GS

oppure

dm - vi rendete conto che non potete girare il continente con un cadavere dietro, e domani avete uno scontro

io - vabbè, dato che sono un chierico penso io al funerale e lo cremo

altri - e quando hai intenzione di farlo? domani abbiamo una battaglia

io - abbiamo un pomeriggio intero e tanto non c'è niente da fare

il dm ha detto che l'ultima affermazione non era da chierico, perchè non è da chierico sottolineare che non avendo niente da fare sarebbe bene occuparsi della sepoltura di un corpo

questi sono alcuni esempi, poi è entrato il discorsetto su "cosa è il chierico" dove mi ha letteralmente cazziato perchè non faccio come si aspetta

io avevo un background

non mi ha calcolato quando lo stavo proponendo

s'attacca alle conseguenze

Inviato

il punto è che per me un pg ha libertà d'azione finchè le azioni che compie non sono palesemente fuori allineamento e classe

Certo, ma scusa se magari dico una cosa ovvia ma anche il tuo DM la pensa così, è che lui ha un concetto di "palesemente fuori classe" molto diverso dal tuo.

Per cui, premesso che (...) della frase che ho quotato non si discute perché tanto siamo tutti d'accordo, il problema sta proprio nel determinare dove si collochi il divisorio tra ciò che è stereotipo, coerente ma leggermente diverso, ragionevolmente in dubbio e palesemente sbagliato.

E nella mia seppure scarsa esperienza in questo genere di discussioni non ho mai visto qualcuno disposto a rivedere le proprie posizioni su argomenti come questi.

Non è mia intenzione essere anti costruttivo, anzi, penso però che sia meglio isolare il problema per quello che è, cioè un divergenza basata sulle definizioni più che sulla quantità di libertà da dare al giocatore.

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Inviato

la cosa assurda è che per essere un gioco in cui si parla, il gioco di ruolo non aiuta "sempre" alla comunicazione.

La prima regola è COMUNICARE, comunicare il proprio punto di vista, e lo dico da master, perchè se io ho un modo di vedere le cose e i miei giocatori no, è giuzsto che ci sia un confronto e una soluzione.

Lo stereotipo, il tipo di storia, il modo di giocare, dipendono tutto dalla "presessione", un minimo di collaborazione e la metà dei topic sparirebbero...

Inviato

Quella dell'allineamento è sempre stata una patata bollente.

Io, come master, ho sempre preso la descrizione degli allineamenti come guida, più che altro, soprattutto per quello che riguarda la distinzione tra legale e caotico. Questo perchè i tratti legale/caotico sono sempre stati molto ambigui. Ad esempio, un caotico buono che vive, chessò, a Silverymoon, dove tutto fila liscio e quindi non sente la necessità di "infrangere" nessuna legge allora dopo un po' sarà da considerarsi legale solo perchè le regole della città coincidono con il suo credo!??! Nel manuale, come caotico buono, c'è l'esempio di Robin Hood se non sbaglio. Quindi, Robin Hood, una volta sconfitto il suo nemico Nottingham, diventerebbe legale buono perchè non avrebbe più bisogno di rubare ai ricchi per donare ai poveri!?

Oppure, un legale buono che capita nel Thay e vede schiavi in vendita ad un mercato, cosa dovrebbe fare!? Dovrebbe ribellarsi perchè la sua concezione di "legale buono" non gli consente di accettare la schiavitù!? Oppure dovrebbe accettare quella situazione perchè lo schiavismo è considerato legale nel Thay!?

O, ancora, un legale buono che ruba ogni giorno un po' di cibo perchè ridotto alla fame, diventerebbe caotico!? Sarebbe una situazione accettabile dovuta alle necessità del PG!?

Insomma, quand'è che un master può dire ad un giocatore con assoluta certezza: "Guarda tu sei caotico buono ma ti stai comportando da legale buono da fin troppo tempo?". Secondo me, quasi mai. Questo perchè se si gioca ad una ambientazione le sfumature sono così tante e soggettive che risulta praticamente impossibile distinguerle. Questo, a meno che il giocatore non si imepgni realmente ad agire contrariamente all'allineamento che ha scritto sopra la sua scheda (ma si tratta di un altro discorso). Oltretutto, se si legge attentamente il manuale dei Reami, per esempio, si scoprono tantissimi riferimenti a personaggi teoricamente "buoni" che compiono azioni che, ogni tanto, sembrano un po' estreme.

Una cosa è certa però: il master non può dire al giocatore come personalizzare il suo personaggio. Se io, giocatore, voglio creare uno stregone poco carismatico, poco intelligente ma con molti PF e che si diverte ad andare in corpo a corpo a mani nude a lanciare Mani Brucianti a tutti, dovrei essere in grado di farlo. Se poi quel PG sarà in grado di sopravvivere all'avventura questo non si può sapere. Certo è che un Cherico di Tyr che predilige il combattimento non è assolutamente strano, anzi!!! Ergo, il master dovrebbe calibrare gli scontri in base al gruppo che gioca e senza presupporre un comportamento stereotipato da parte di una classe. Poi, starà ai personaggi stessi inventarsi qualcosa per vincere quello scontro.

Poi esistono sempre le dovute eccezioni eh. Se un mago legale buono, con la possibilità di salvare tutti i suoi compagni da morte certa, rimanesse invece a combattere uno scontro, causando la morte del suo party e poi salvasse solo se stesso... ecco, magari si potrebbe discutere se una situazione del genere dovesse ripetersi più volte e tale mago dovesse comportarsi nuovamente da egoista, causando problemi ai restanti membri del gruppo. In quel caso, coem master interverrei sicuramente, o facendogli cambiare attitudine, o facendogli cambiare allineamento (ma probabilmente, ancora prima, verrebbe cacciato dal gruppo dai suoi stessi compagni).

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