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[Ventura]Sette Debiti di Sabbia - Prologo


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La creatura si fece avanti con passo deciso mulinando la kora. Dastan scansò i primi colpi, incapace di replicare con un colpo sicuro al bersaglio che si era prefissato, ma finì col subirne alcuni, per fortuna solo di striscio. L'essere non-morto aveva una forza terribile e anche se Dastan non era poi così debole parare i suoi colpi era molto difficile. Mentre duellavano la testa iniziò a parlare in una lingua orribile di cui il giovane non capiva le parole, ma per un oscura stregoneria essere richiamavano alla sua mente immagini raccapriccianti di tortura e disperazione. Queste lo resero inquieto, ma grazie anche al rassicurante tepore della lama di vero argento, riuscì a dominarsi e a non fuggire via. Questo vista la portata e la potenza della kora del suo avversaio gli sarebbe stato di certo fatale.

Spoiler:  
Ti sei beccato 16 PV di danno. Te ne restano 74. A causa delle orribili cose dette dalla testa hai un malus da paura a tutti i CdA di -1, quindi il prossimo giro il pareggio è 11 o +. Dici se intendi mirare ancora alla testa.
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Dannazione...così non ci siamo...devo zittirlo in fretta o verrò fatto a brandelli.

la situazione era critica..la creatura usava il kora con una mano sola eppure colpiva con molta più forza di quanto non facesse griggo quando usava entambe le mani..la trasformazione lo aveva reso più forte. Ma ad inquietare il principe era ancora la testa essa parlava una lingua arcana e mentre lo faceva dastan rivedeva le sue paure e non riusciva a concentrarsi sul nemico...di questo passo sarebbe morto sicuramente.

malgrado l'orrore e la paura Dastan raccolse le sue enrgie e mulino un una serie di colpi verso la creatura..puntò al corpo ma all'ultimo eseguì un abile finta e diresse il fendente nuovamente contro la testa in modo da zittirla definivamente.

Spoiler:  
Miro di nuovo alla testa...il dado stavolta ha fatto 17...anche con il malus se non erro ho colpito il mio bersaglio...prima di tirare i dadi aspetto una tua conferma.
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Dastan riuscì a fare un paio di schivate in successione e stavolta si coordinò ottimamente, assestando un colpo piuttosto violento alla testa di Bagi, colpendola di taglio dalla parte sinistra della nuca al sopracciglio destro. La violenza dell'urto ne strappò i capelli, che rimasero saldamente nella mano di Griggo, facendola ruzzolare a vari passi di distanza, oltre il campo visivo datogli dalla torcia. Il corpo di Griggo sembrò avere un tremito ma continuò a combattere contro di lui. Era diventato più lento però e molto meno abile.

Spoiler:  
Puoi usare fuga con un 9 o + e disingaggiarti per cercare la testa, oppure continare a combattere il cadavere di griggo con un 5 o +. In quest'ultimo caso, puoi avere un +9 a schivare, un +8 al danno oppure usare il tempo restante per spostarti continuando a duellare e vedere se la testa è negli immediati paraggi.
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Dastan aveva visto giusto..in qualche modo la testa manovrava con forze oscure il corpo...aveva questo sospetto e dopo averla colpita i suoi dubbi vennero confermati. Rotolando lontano dal corpo di Griggo questi era diventato più lento e molto meno preciso di prima nel colpire...come se tutto d'un tratto fosse disorientato. Era l'occasione migliore per chiudere la faccenda distruggendo quella testa.

Dastan decise di disingaggiarsi dal corpo ambulante e di cercare velocemente la testa, che di sicuro non poteva essere lontana, e di tapparle per sempre la bocca con la lama del suo Falchion.

Spoiler:  
Prova di fuga per cercare quella maledetta testa e colpirla.

17 di dado. Appena la trovo la distruggo.

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Con una destrezza maturata in anni di borseggio il giovane scansò un violento fendente del non-morto senza testa (come potesse sapere dove lui si trovasse restava un mistero) e si allontanò di alcuni passi, mentre la goffa creatura girava posatamente su sé stessa per inseguirlo.

Intravide la testa: stava rotolando su sé stessa lungo il vicolo verso l'altra uscita. Dastan avrebbe dovuto scattare di corsa per inseguirla.

Non molto lontano da lì c'erano i cadaveri (per fortuna disarmati) dei due nasanelli.

Spoiler:  
Se ti metti a correre dovrai tirare: devi superare tre prove su Agilità da 8 o +. Se in qualsiasi momento ottieni almeno un 18 col dado non tirare le successive. Se fallisci le prime due non tirare la terza. Potresi provare a tirarle un pugnale ma la difficoltà sarebbe così elevata che falliresti al 95%.
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La testa stava rotolando via e senza di essa il corpo menava colpi a vuoto, ma qualcosa non andava. Seppure privo di occhi per vedere, orecchie per sentire o olfatto per odorare quell'ammasso di carne morta riusciva sempre ad intuire la posizione del Principe.

Di questo passo lo avrebbe trovato per cui Dastan decise di ricorrerrere alla velocità.

Sin da bambino Tareeq gli aveva insegnato che le gambe sono l'arma migliore di cui un ladro può disporre...non importa quanto grosso o forte sia un nemico o quanti essi siano..se non è abbastanza veloce da starti dietro e del tutto inutile.

Anni di fuga ed allenamenti diedero i suoi frutti e in tre rapidi balzi Dastan raggiunse sicuro la testa rotolante prima che potesse arrivare ai corpi dei 2 nasanelli.

Spoiler:  
la prima è 10, la seconda è 15 la terza ed ultima è uscito il fatidico 18...ordunque riesco a porre fine al viaggio di " bragi senza testa"? ahah!
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Alla fine fu una questione di abilità d'arme e null'altro: la testa non poteva opporsi in modo efficace ad una lama lunga oltre tre piedi: un unico colpo ben assestato fu sufficiente a spaccarla a metà. Ci fu come un piccolo scoppio di fumo e per un istante a Dastan parve di scorgere l'intera figura di Bagi, traslucente. "Trova il mio cuore Dastan e buttalo nella Fiamma della Luce*, altrimenti Lui mi costringerà a tornare..." poi si dissolse come una nuvola di vapore nel vento. La testa divenne cenere in pochi momenti e alle sue spalle Dastan sentì il rumore di qualcosa che cadeva a corpo morto sulla terra battuta del vicolo ed un robusto tintinnio. Almeno Griggo era definitivamente morto (sempre che non lo fosse già).

Spoiler:  
(*)Damlakara è una città cosmopolita e nel quartiere degli stranieri ci sono vari templi. Uno dei più noti è quello a Atesh, il Signore della Luce, nel cui centro c'è un fuoco che mai deve essere spendto che si chiama la Fiamma della Luce. Questo dio è venerato nel Per ingraziarsi i viaggiatori Dragonato e nell'Impero di Arcos quanto la Dea nel sultanato.
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Santo cielo..non ci capisco più nulla...L'ologhul è dotato anche di qualche stregoneria? Che cavolo sta accadendo.

Devo riposarmi e domani eseguire il colpo o altrimenti Vagan mi staccherà la testa accidenti.

Di sicuro molte cose dovevano essere chiarite, con vagan e con Tareeq..ma un pensiero lo tormentava Iradel poteva aiutarlo con le sue conoscenze di magia? Forse la vecchia delle ossa aveva qualche responso? Chi realmente manovra i fili e può odiare il principe a tal punto da sopravvivere alla morte divenendo un abominio.

Troppe domande..e nessuna risposta.

La fatica cominciava a farsi sentire e il principe ripose il falchin nel suo fodero e si diresse al rifugio dela corte per poter dormire..pregando la Dea di non metterlo ulteriormente alla prova stanotte!

Spoiler:  
3 uomini armati e una creatura non morta ..mica male per una sola notte!

Credo che dopo il lavoro con Vagan(se sarò ancora vivo) farò un paio di chiacchiere con le persone citate!

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Non ci furono altre prove per lui quella notte, ma un sonno ristoratore e profondo. Egli sognò della lussureggiante oasi di Suyu'Keeil* dove, steso all'ombra delle palme, stava in compagnia di Onaba, Agaya ed altre donne che lo servivano di frutta fresca e gli dispensavano amorevoli carezze, mentre le fresce acque dell'oasi gli lambivano le caviglie e rilassavano i piedi.

Fu un sogno privo di significati o di una progressione comprensibile, solo una piccola immersione nel piacere da cui si staccò malvolentieri quando i rumori di una zuffa tra due mendicanti lo riportarono alla realtà della corte. Sebbene lui potesse considerarsi un arrivato nella complessa gerarchia non scritta della corte entro di essa la vita era estremamente dura per molti. L'ordine veniva portato solo quando serviva e anche se le zuffe si concludevano con ferimenti o menomazioni Tareeq era solito dire: "Un monco scaltro guadagna più di uno scaltro falso monco, perché nulla della sua abilità è speso nella finzione".

Arrivata l'ora si recò al quartiere del mercato, entrando per la porta dei mendicanti. Il quartiere aveva varie piazze di scambio, quasi tutte destinate al consumo cittadino o al commercio con le città del sultanato lontane dalla costa. Per questo era molto ben sorvegliato e le guardie con la loro sollecitudine avevano sempre impedito ad un qualsiasi gruppo di prendere il controllo anche di una sola delle piazze. In quella su cui affacciava la bottega che Dastan avrebbe dovuto assaltare quella notte si commerciavano in animali e derivati e l'ambiente era viziato da un puzzo di stalla e di conceria.

Il giovane non ebbe difficoltà a capire quale era la bottega da osservare nel sopralluogo. Due zhagi stavano fuori dalla porta di questa con l'aria molto annoiata e, appoggiati alla parete osservavano il passaggio con fare distratto. Dastan osservò senza farlo notare la costruzione. Era di mattoni ma aveva un'aria solida. A giudicare dalla posizione delle finestre ogni piano doveva essere alto una decina di piedi. Tutte le finestre avevano sbarre di un buono spessore e anche la porta d'ingresso, fatta di spesse assi di legno rinforzate con stecche di ferro orizzontali, sembrava molto robusta.

Una prostituta dai lunghi capelli neri, con indosso una tunica corta e sgargiante che contrastava con la sua carnagione olivastra, cercò di abbordarlo battendo ripetutamente lunghe ciglia nere su occhi dello stesso colore. Lui stava quasi per liberarsene in malo modo quando questa interruppe le sue profferte di piacere e a voce più bassa gli disse: "Attento a non farti notare da quei due scimmioni. Sono lì da un pezzo ormai e cercano solo un motivo per attaccar briga con chi pare guardarli troppo a lungo. E il padrone della Casa Rossa non vuole che loro ci diano problemi, prima che siamo noi a darne a loro. Fingi di darmi retta e andiamo nel vicolo vicino al negozio, così potrai vedere cosa ti aspetta..."

Spoiler:  
(*)Dove tra l'altro non era mai stato ma che immaginava essere molto esotica.
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Dastan smise di guardare i due zhagi e subito cambio atteggiamento verso la ragazza...si finse interessatto alle sue avance e sorridendole si fece accompagnare in un vicolo appartato come a voler consumare con lei i piaceri della carne.

In realtà il suo scopo era distogliere gli interessi degli Zhagi dalla sua figura e riunirsi ai suoi compagni per il furto..e la donna era sicuramente stata mandata da Vagaan visto che solo Iradel , dastan Vagaan e i partecipanti al colpo sarebbero stati a conoscenza di uqesta informazione.

Doveva prepararsi a l suo briefing e studiare il modo migliore di entrare ed i tempi giusti...un errore di calcolo e si sarebbe ritrovato bloccato in una gabbia di leoni!

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La ragazza guidò il giovane nel vicolo che fiancheggiava da destra la bottega occupata da zhagi e filibustieri. La zona era frequentata da donne di quel tipo, quindi che si appartassero non sarebbe sembrato strano a nessuno.

Mentre fingevano un rapido amplesso lei lasciò che Dastan si guardasse intorno. Il vicolo era cieco e lungo una buona ventina di passi. Al pianterreno non c'era nessuna finestra o altre aperture, salvo una sgangherata porta sulla destra quasi alla fine. La finestra di cui avrebbe dovuto aprire le sbarre per entrare si trovava ad una dozzina di piedi d'altezza: l'eunuco ci avrebbe messo molto poco ad arrampicarsi, una volta calata la corda e anche la fuga sarebbe stata rapida.

Una volta che Dastan si fu reso conto per bene di distanze e spazi si avviarono circospetti verso la fine del vicolo e la ragazza tirò fuori una chiave e aprì svelta la porta che si trovava lì che era sì vecchia ma con una serratura ben oliata che non fece alcun rumore nell'aprirsi.

La bottega si trovava alle spalle di quella che avrebbero dovuto assaltare e Dastan poteva sentire di tanto in tanto zhagi e filibustieri sghignazzare o gridare. A differenza della costruzione adiacente quella in cui Dastan si trovava era composta da un unico grande ambiente alto tra i 15 e i 20 piedi, con una lunga scala a pioli che portava sul tetto. Non vi era un vero e proprio arredamento, ma avanzi di scaffalature e parte di un bancone fatto di assi ammuffite.

La ragazza lo fece salire sulla scala e quindi raggiunse anch'ella il tetto. Come questi tutti gli edifici di Damlakara anche questo aveva un tetto piatto leggermente rialzato ai bordi, e con una specie di conca in un angolo dove si raccoglieva l'acqua piovana. Il tetto era circondato dalle pareti su tre lati, e affacciava sul vicolo dal quarto, ma non vi erano altre finestre od aperture nell'edificio di fronte da quel lato.

La parete che doveva scalare per raggiungere il tetto della bottega degli zhagi era alta poco meno di 10 piedi, ma con molti appigli: sarebbe stata una arrampicata piuttosto facile, ma la ragazza si raccomandò che fosse silenziosa: non avrenne dovuto usare né scala né rampino.

Dal punto in cui si trovavano Dastan non poteva vedere come era fatto il tetto su cui sarebbe dovuto salire, ma a vederlo da sotto sembrava in tutto simile a quello in cui si trovavano al momento. Volendo avrebbe potuto fare una prova, per togliersi i dubbi anche se questo li esponeva al rischio che qualcuno dagli edifici circostanti o dalla piazza di scambio lo notasse una volta salito sul tetto della bottega che era più alto e affacciato direttamente sulla piazza.

Spoiler:  
Sta a te decidere se arrischiarti a fare una prova della scalata e vedere com'é il tetto della bottega, ma rischiare di farti vedere da qualcuno, o accontentarti di quel che hai visto e proseguire col sopralluogo.
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Dastan osservo bene la struttura e immagino quali movimenti eseguire per potersi arrampicare senza rischio di fare rumore...salire era facile, farlo senza farsi sentire già più difficile ma non impossibile.

Decise che quanto aveva visto era sufficente e non voleva far insospettire nessuno...quindi tronò alla ragazza e disse che era pronto e che aspettava il segnale per muoversi.

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Una volta tornati di sotto la donna gli mostrò delle grosse sacche da sella la cui parte centrale era stata assicurata ad una corda e gli spiegò che avrebbero usato quelle per calare i bambini, due per volta. Le sacche avrebbe dovute portarle lui, in modo da poterle utilizzare anche qualora l'eunuco che doveva aiutarlo avesse avuto problemi nel salire. Dastan valutò l'ingombro dell'attrezzatura, ma non era tale da rendergli l'impresa più difficile, una volta ben sistemato in uno zaino magari da issare su una volta scalato il muro e non portandolo durante la scalata.

La ragazza gli disse che lei sarebbe stata a raccogliere i piccoli elfi a terra e li avrebbe portati poi nella bottega dove ora si trovavano.

Scostò quindi una tela dietro la quale era nascosta una porta che conduceva alla bottega vera e propria da cui tramite un'ulteriore porta si usciva su un'altra piazza di scambio del quartiere. La porta intermedia era stata attrezzata per poter essere sprangata dall'esterno, bloccando eventuali inseguitori. Lei e gli elfetti sarebbero usciti di lì e anche Dastan e l'eunuco avrebbero seguito la medesima via di ritirata a meno che non fosse bloccata, nel qual caso avrebbero dovuto salire sul tetto ed allontanarsi di tetto in tetto o attraverso la bottega se possibile.

Chiese quindi a Dastan se aveva bisogno di qualcosa e lo invitò a restare lì a riposarsi per il resto della giornata onde essere ben rilassato per l'azione notturna che li attendeva.

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Dastan accettò e mentre si riposava ripensava con la mente a tutto quello che doveva fare.

Avrebbe tenuto le sacche in uno zaino e la corda con se in modo da eseguire una scalata veloce e rapida e poi avrebbe calato la corda. A quel punto sarebbe arrivato l'eunucco a dargli man forte arrampicandosi velocemente... avrebbero caricato gli elfi nelle sacche e li avrebbero calati giù...e poi via prima che qualcuno si accorgesse di qualcosa.

Un lavoro veloce e pulito...questo se tutto seguirà il piano..eppure Dastan sa che il destino ha molte vie e spesso alcune di queste sono predestinate anche se l'individuo s'illude di scegliere.

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La giornata passò tranquillamente e Dastan si caricò rilassando corpo e mente, caricandosi di energie per l'imminente azione notturna.

Quando fu il momento salì sul tetto della bottega. La ragazza lo accompagnò e lo avvertì di aspettare che la pattuglia di guardie si avvicinasse alla casa prima di calarsi, altrimenti gli occupanti della bottega avrebbero potuto sciamare tutto intorno togliendo loro ogni possibilità di fuga e di successo.

Ora era il momento di vedere se era tanto bravo quanto sperava di essere.

Spoiler:  
La prova di arrampicata è 7 o +. Ti avverto inoltre che per questo e tutti i tiri seguenti, tanto prove che combattimento hai a disposizione un ritiro, cioé se tiri un valore indesiderato puoi (ma non sei obbligato, sta a te scegliere quando usarlo) ritirarlo, ma dovrai accettare il risultato del ritiro. Usalo con parsimonia in quanto non ne avrai un altro per un bel po'.
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Dastan Attese il momento opportuno e poi fece leva con tutta la sua agilità per riuscire ad arrampicarsi silenziosamente.

Era una situazione delicata ma il principe fu silenzioso come il pensiero e veloce e rapido come un ragno nell'arrampicarsi...

Senza battere ciglio inizio a salire e a raggiungere l'obbiettivo per poi calare la fune per l'arrampicata del compagno.

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Dastan stette per un bel po' ad osservare la semioscurità della città da dove si trovava, finché una piccola selva di luci non cominciò a rischiarare la piazza di scambio, deserta a quell'ora. Si trattava della pattuglia di guardie: il giovane ne contò quindici in tutto. Era il momento di entrare in azione. Calò la corda che aveva assicurato ad un ampia porzione di muro e cominciò la discesa fino ad arrivare alla finestra del primo piano, dove quattro sbarre di ferro verticali incastrate nella pietra bloccavano l'accesso.

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Fino ad ora sembrava che le cose stessero andando per il meglio.

Ora veniva la parte difficoltosa...sciogliere le sbarre con la fialetta d'acido e rimuoverle senza far rumore. Un'impresa difficile ma Dastan non si scoraggio e lentamente usò l'acido per sciogliere le sbarre alla basi superiori ed inferiori cosi da poterle rimuovere facilmente.

Per non fare Rumore il principe dosò i tempi e le energie e si assicurò di rimuovere le sbarre una alla volta e di riporle con massima attenzione sul davanzale in modo che non cadessero ne sul pavimento ne nel vicolo.

Dopodichè scrutò la stanza per assicurarsi che non vi fossero guardie e silenziosamente entrò e preparò la corda per il compagno.

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Dastan liberò il passaggio ed entrò nella stanza: era un ambiente spoglio che puzzava di pesce. C'era un piccolo focolare per cucinare, un barile chiuso ed un paio di pentole di metallo appoggiate su una mensola. La stanza era vuota e la porta verso l'altra era accostata ma no chiusa perfettamente.

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Dastan Si assicurò che nessuno arivvasse e rimase con le orecchie ben attente a qualsiasi rumore...

Si mise subito all'opera e fissò la corda saldamente prima di calarla al compagno, così da evitare brutte sorprese...

Appena ebbe finito si assicurò che il vicolo fosse sgombro e lascio cadere la corda dando così all'eunucco il segnale per salire a dargli man forte.

Mentre attendeva ripassò mentalmente le spiegazioni di Vagan e della donna su dove avrebbe trovato la merce.

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