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[Ventura]Sette Debiti di Sabbia - Prologo


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Il giovane principe ci mise qualche istante di troppo a trovare la coordinazione per il gesto atletico che stava per compiere, rischiando grosso, ma poi si mosse con perfetta coordinazione, puntellandosi sulla prima sporgenza disponibile con un piede e dando una controspinta sufficiente a contrastare parzialmente la caduta. Il resto lo fece con un possente colpo di reni che gli permise di aggrapparsi saldamente al davanzale con entrambe le mani e issarsi su fino a poggiarvi i piedi sopra. La finestra era protetta da vecchie sbarre di ferro parzialmente erose dalla ruggine, forse poteva forzarle anche se il tetto era ormai a poco più di 10 piedi di arrampicata.

Spoiler:  
Per forzare le sbarre ti basta una prova di FOrza da 10 o +, se la fallisci in modo critico (3 o meno col d20) dovrai fare anche una prova di agilità per non sbilanciarti e cadere giù di nuovo però. Altrimenti puoi continuare ad arrampicarti con un 9 o +.
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Dastan si mosse rapido sui tetti scavalcando un paio di dislivelli a scendere non molto impegnativi e arrivò al terrazzamento che affacciava sul vicolo dove stava in agguato l'uomo incappucciato. Oltre il vicolo stava la taverna, il cui tetto, anch'esso piatto come quasi la totalità a Damlakara, era più basso di quello dell'edificio su cui si trovava. Non era un salto difficile, ma nemmeno del tutto privo di rischi.

Spoiler:  
Basta una prova su acrobatica da 4 o +
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Non era la prima volta che si trovava su quel tetto (in passato però c'era stato per osservare i dintorni in attesa di un contatto e non per raggiungere la taverna) e sapeva come muoversi. Poco dopo era nel corridoio del secondo piano che collegava le cinque stanze che il taverniere affittava ai clienti delle ragazze gentili che non lavoravano per la taverna (le altre le avevano al primo piano). All'altra estremità del corridoio c'era una sedia poggiata al muro su cui era accomodato un uomo corpulento e quasi calvo. Dastan sapeva che oltre la sedia vi erano le scale che scendevano al primo piano e che quell'uomo era uno dei due protettori che si occupavano che nulla andasse storto con le ragazze. Cambiavano abbastanza spesso perché era un lavoro per violenti in cui era facile eccedere ed essere cacciati o venire accoltellati per vendetta e quindi il giovane principe non conosceva quell'uomo.

In quell'ambiente però, visto che lui non stava facendo niente di male lì, almeno per quanto riguardava le mansioni del protettore, nel migliore dei casi gli sarebbe bastato uno sguardo minaccioso o un piccolo obolo per accedere alla scala e nel peggiore, beh, l'uomo era armato di un pugnale e una manganello mentre lui aveva armi ben più letali e in uno spazio ristretto come quello del corridoio era nel suo ambiente migliore per combattere.

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Dastan preparò una moneta d'argento e in una mano e si diresse verso le scale..con fare tranquillo...se l'uomo protestava gli avrebbe dato la moneta e sarebbe sceso in cerca di tareeq...sperava vivamente di non dover arrivare allo scontro e sapeva che il lavoro dell'uomo calvo era noioso, violento e poco retribuito..una moneta d'argento era un compenso piuttosto alto per non essere disturbato.

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L'uomo lo addocchiò a metà corridoio e si alzò in piedi rivelando del tutto la sua mole non trascurabile. Fece per dire qualcosa ma quando vide l'argento nelle mani del principe si limitò ad incassarlo silenziosamente, lasciandolo passare oltre la sedia con una certa deferenza e quindi sedendovisi di nuovo.

Dastan poté così scendere giù fino al pianterreno, dove la taverna era affollata come poteva esserlo un locale del genere ad ora di cena. Più o meno 'come stanno stipate le monete nel borsellino del Re' se ricordava bene il modo di dire.

Nonostante questo sentì su di sé gli occhi del taverniere, un omaccio panciuto che in un lontano passato era stato un ghulam troppo corrotto per salvarsi entrambe le mani dal ceppo. Al posto di quella mancante aveva una specie di tenaglia il cui bordo esterno era però affilato come un rasoio.

Kizil, il Rosso, quello era il suo soprannome, gli indicò con uno sguardo il corridoio che conduceva alle salette dove era possibile cenare privatamente e quindi alzò per un momento la mano buona con tre dita alzate ad indicare di quale saletta si trattasse.

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Dastan si infilò nel corridoio. Le porte erano contraddistinte da un marchio a fuoco sul legno con una figura. Non era la prima volta che andava lì e l'indicazione del taverniere era in codice. Non si trattava della terza porta entrando delle quattro, ma di quella che portava il marchio del triangolo, che era proprio l'ultima del corridoio. A guardia di questa vi era un uomo con indosso un mantello che ne copriva completamente l'abbigliamento, salvo per la punta del fodero da spada che portava. Questo si accorse della sua presenza immediatamente e fece il gesto di portare la mano all'arma, ma poi si fermò. Non era incappucciato e Dastan lo riconobbe così come era stato da lui riconosciuto: si trattava di uno dei due Rizibreti che aveva liberato dalla schiavitù. Senza dire una parola questi gli aprì la porta e lo invitò ad entrare dentro dicendo "Er Ubester"

Da dentro si affacciarono i due eunuchi che scortavano Tareeq ovunque. Anche il signore dei mendicanti era lì, e sebbene fosse difficile ammetterlo al giovane principe pareva ancora più vecchio e affaticato dell'ultimo incontro avvenuto appena qualche giorno prima.

Insieme a lui c'era il mago del Dragonato: Iradel e la donna guerriera dallo sguardo terribile. Il suo mentore e il mago erano seduti attorno a un robusto tavolo di legno grande abbastanza da ospitare comodamente otto commensali. La donna era in piedi alle spalle del mago e i due eunuchi avevano spostato due sedie a ridosso della porta e ci si erano appena accomodati sopra.

Al centro del tavolo c'era due caraffe di cui almeno una conteneva del liquore di datteri (Dastan ne sentiva l'odore) e sei bicchieri di peltro, che però sembravano tutti intonsi, meno uno che era pieno d'acqua e stava davanti al mago.

"Ho piacere che tu sia riuscito a raggiungerci qui, figlio mio, accomodati, bevi qualcosa e dicci come va la situazione là fuori..." disse Tareeq.

Dastan lo conosceva bene: era improbabile che Tareeq fosse lì dentro senza avere almeno un paio di piani per uscirne e privo di una consapevolezza su chi poteva essere nei dintorni, quindi valutò che la domanda fosse semplicemente un modo per dargli il benvenuto, secondo il consueto rituale dell'ospitalità, e fargli ricapitolare permettendo poi al suo signore di replicare in modo più conciso.

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Dastan sorrise salutando con un cenno i commensali presenti.

Molto bene...nel più immediato mi auguro che i 2 individui che sono nascosti ne vicolo fuori dalla locanda siano al servizio di qualcuno di voi...altrmenti sono stati mandati dalla concorrenza probabilmente ad attendere il sottoscritto.

Ne l caso invece fossero al vostro soldo vi consiglierei di rivolgervi a qualcun altro perchè se io li ho elusi senza che se ne accorgessero e sono entrato qui significa che non fanno molta attenzione a ciò che gli circonda.

Prendo un breve respiro..

Detto questo che è di secondaria importanza, beh ci sono alcune cose di cui credo dobbiate essere informati anche se credo che mi abbiate già preceduto in questo... Qualcuno ha appiccato un incendio alla casa Rossa e Vagan sembra abbia deciso di eliminarmi...così devo dedurre visto che non più tardi di oggi 2 suoi tirapiedi hanno cercato di tendermi un imboscata...Personalmente non capisco questo suo gesto ma qualcosa mi dice che ha ache fare con quanto successo alla casa rossa. per quest'ultima l'ipotesi più plausibile è che quel folle di Agor sia sceso sul piede di guerra e che il suo atto sia una chiara sfida lanciata alla corte dei mendicanti e ai suoi alleati.

per quanto riguarda la mia crociata personale..nessuna novità se non che la creatura sembra essersi placata nel suo darmi la caccia..o forse è solo in attesa del momento più adatto.

Invece voi cosa potete dirmi su quanto accaduto alla casa rossa...cosa si mormora alla corte di Agor e per le strade della città?

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Il suo mentore ed il mago ascoltarono in un paziente silenzio le sue parole.

"Figlio mio - disse quindi Tareeq - la situazione è molto grave. Mi aspettavo che Vagan e Agor si sarebbero scornati a vicenda ma questo non mi infastidiva, anzi ero sicuro che questo avrebbe portato alla distruzione del primo e ad un indebolimento del secondo. Certo, così è stato: ho saputo che Vagan è fuggito a bordo di una nave della Filibusta mentre Agor attaccava la Casa Rossa, lasciando ad un triste destino buona parte degli occupanti. La guardia cittadina e i soldati hanno distrutto la fortezza di Agor nella Palude ed ucciso molti suoi uomini, ma non sono stati in grado di catturarlo: probabilmente è rintanato in qualche rifugio sotterraneo nel quartiere degli stranieri o in quello dei moli e sta riorganizzando le sue forze."

Tareeq prese fiato. Dastan notò che seppur lo dissimulasse doveva essere molto stanco o comunque provato per quella situazione o qualche altro motivo.

"Sfortunatamente non abbiamo di che gioire per questo evento, in quanto probabilmente causerà anche la fine della Corte. Almeno due tuoi Fratelli* ci hanno tradito e si sono messi a capo di nuove bande, reclutandone i membri tra quelli della Corte a loro fedeli. Un tempo non avrebbero osato temendo a ragione di essere schiacciati, ma, non so come, la notizia della mia malattia** è trapelata e tutti cercano di appropriarsi del pezzo migliore dell'agnello che sta per essere macellato***. Le sentinelle che hai evitato sono uomini di tuo fratello Assar****, che so per certo essere uno degli infami: so che ha ucciso Aluk ed è per questo che sapeva dove cercarci."

Spoiler:  
(*)Non sei ovviamente il solo principe dei mendicanti in un'organizzazione grande come la Corte: ce ne sono almeno altri 4 oltre te. Normalmente ogni principe ha incarichi differenti e si occupa di determinati aspetti o zone della città, organizzati in modo tale da far si che due non entrino in competizione. Tu essendo dovuto fuggire, hai perso durante la tua assenza i tuoi contatti e molto del credito che avevi da parte di coloro che lavoravano con te.

(**)Non ne sai assolutamente nulla. Forse è capitato mentre eri lontano.

(***)E' un modo di dire di Damlakara.

(****)Assar è uno dei principi tuoi fratelli, che tu ricordi si occupava principalmente di contrabbando e prostituzione

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Guardo sconvolto tareeq...

ma quanto sono stato via'..non mi sono nemmeno reso conto che il mio mentore e padre è gravemente malato.

maledizione la cosa è seria...la Corte non deve cadere! Quel cane di Assar merita una sola cosa per questo suo tradimento, ma la corte deve sopravvivere e riorganizzarsi...moltissimi nostri fratelli, ladri mendichi e gente povera non ha un luogo dove andare e la corte è l'unica cosa che fino ad ora ha evitato bagni di sangue nella palude.

Padre dobbiamo assolutamente fare qualcosa e farlo in fretta..se è vero che Assur sta prendendo il comando dobbiamo muoverci..presto o tardi potrebbe arrivare in forze e decidere di sferrare un attacco.

dastan rimase pensieroso ancora un istante..

Una cosa non mi torna..perchè tutto questo movimento è scoppiato adesso? Assur non avrebbe ami agito così se non avesse avuto la certezza di un vantaggio..e non parlo della tua malattia..ma del fatto che non avrebbe avuto concorrenti come Agor o Vagan sulla sua strada...qual'è stata la molla che ha fatto scattare tutto?

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Tareeq sorrise al giovane principe, poi si volse verso Iradel e gli disse: "Ecco vedi perché ho scelto lui? Perché si sente parte di ciò che avevo creato piuttosto che volerne essere a capo. Si preoccupa degli altri."

Iradel annuì in modo silenzioso. Per un istante Dastan sentì su di sé lo sguardo della donna che era alle spalle del mago, ma poi il signore dei mendicanti riprese a parlare, stavolta rivolto a lui.

"Assur non è che uno dei numerosi grossi sciacalli che si stanno spartendo grande branco della Corte. Ha agito adesso, come gli altri perché coloro che temeva: Vagan, Agor e io stesso sembrano essere diventati improvvisamente tanto deboli da raggiungere il suo infimo livello. Un tempo lo avrei appeso col cappio dei traditori* su una pozza d'acqua bollente per farne un esempio. Un tempo, ma non ora non così..."

Il suo mentore sollevò una delle maniche dell'ampio abito e posò sul tavolo il suo braccio nudo: una vista a cui Dastan non poté che rabbrividire.

L'arto era smagrito e flaccido, la pelle bianca, tesa e chiazzata con grandi macchie nere circondate da un malsano alone violaceo. Sembrava il braccio di un cadavere.

Tareeq lo guardò in volto e gli parò lentamente: "Sto morendo Dastan e ho bisogno del tuo aiuto per compiere come si conviene il mio ultimo viaggio"

Spoiler:  
(*)Sorta di esecuzione fatta appendendo il condannato per il collo con un nodo scorsoio, ma con le mani parzialmente libere, in modo che questi possa attenuare la presa della corda sul collo tirandosi su con la forza delle braccia, ma non liberarsene. Per rendere la faccenda ancora più terribile il condannato è appeso sopra una buca che contiene acqua bollente, predatori marini o altri animali feroci, che lo invogliano a stare il più in alto possibile. Se il condannato è molto forte e non troppo pesante il supplizio può durare abbastanza a lungo
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dastan rimase allibito a quelle parole, il suo amato mentore stava morendo...che cosa ne sarebbe stato di lui...che cosa sarebbe successo alla corte? no doveva esserci una soluzione.

No...No no...non puoi morire, non è ancora la tua ora..dannazione la corte ha bisogno di te..io ho bisogno di te...se muori la corte non avrà più un capo e sai meglio di me che non c'è ancora nessuno che possa prendere il tuo posto. Troveremo una cura ...

dastan rivolse lo sguardo disperato verso iradel e i presenti.

Esisterà una cura...la magia..Iradel siete un uomo di grandi conoscenze..ci sarà pure una magia o una cura che possa salvere il re dei mendicanti...

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Iradel guardò Tareeq per qualche istante e solo quando questo annuì si rivolse a Dastan.

"Quando il mondo era ancora molto giovane Colui-Che-Comanda-Le-Montagne, uno dei vecchi dei, decise di plasmare delle creature per servirsene, ma a causa della sua scarsa familiarità con tutto ciò che non era roccia o fuoco esse nacquero deformi tanto nel corpo quanto nella mente e rese invidiose dell'apparente perfezione delle altre creature divennero rapidamente malvagie e perverse, tanto che il loro stesso creatore, che non ne condivideva l'indole e le invidie, decise di intrappolale in delle grosse pietre sfaccettate e seppellirle nelle profondità della terra.

Alcune di queste sono però state ritrovate dagli uomini, o da altre razze, in miniere o sono venute alla luce grazie a terremoti o eruzioni. Sebbene le creature al loro interno siano del tutto incapaci di liberarsi e siano ormai un tutt'uno con le gemme che le imprigionano, esse dispongono di un considerevole potere e non esitano a concederlo a chi le possiede a patto che questi soddisfi il loro insaziabile desiderio di malvagità e distruzione."

"Quando era giovane, tuo padre è sceso a patti con una di queste creature che lo ha aiutato a costruire la Corte e a conservare la sua posizione, ma a un ben alto prezzo... Tanto alto che da tempo ormai lui non è più disposto a pagarlo e ha cercato di distruggere quell'orribile pietra."

"Ma ha fallito e ora la stretta del patto che ha infranto si sta facendo ogni giorno più forte e finirà col succhiargli via tutta la forza vitale, fino a separare dal corpo lo spirito e costringere quest'ultimo a rispettare il patto sottoscritto: servire l'oscura creatura della gemma. Per sempre"

Dastan vide che Tareeq lo stava studiando attentamente.

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Dastan rimase basito alle parole di Iradel, suo padre aveva fatto un patto ed ora ne pagava il prezzo...tutto ad un tratto le cose furono chiare. I continui esperimenti di tareeq...il suo interesse alla magia..tutto per cercare di distruggere la pietra.

Ma come si poteva distruggere un artefatto demoniaco?...dastan guardò Iradel...Forse i mezzi mortali non possono distruggere la gemma, ma io sono certo che esista un modo. Se gli strumenti degli uomini non funzionano...possono riuscirci quegli degli dei.

E voi presenti sapete bene che uno di essi è sempre con me...che mi ha permesso di distruggere già alcuni servitori di queste oscure entità.

Sollevo lo Sguardo verso tareeq e poi verso Iradel..

Lasciatemi provare..un modo dovrà pure esserci..se gli dei me l'hanno fatta trovare non era solo per difendermi..c'è di sicuro qualcosa di più importante che vogliono che faccia...forse proprio questo!

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Il sorriso che Iradel gli riservò gli fece scendere un brivido lungo la schiena. Ma forse era solo la tensione che andava scemando. Dastan conosceva le persone, era stato mendicante e aveva avuto a che fare con molti piccoli mendicanti nella Corte. Talvolta uno di questi diceva qualcosa che ne tradiva l'ingenuità dettata dal loro essere ancora bambini, seppur fatti maturare in fretta dalla strada. Il sorriso che Iradel gli aveva appena rivolto era stato come quello di un uomo che sorride davanti all'ingenuità di un bambino. Non era scherno ma una sorta di divertita comprensione per qualcuno che dovendo risolvere un problema difficile in una materia in cui è assolutamente incompetente prova a farlo dando dei consigli che chi ne è esperto trova bizzarri o curiosi.

Iradel quindi gli rispose: "La tua arma è un ottimo strumento. E lo dico perché ne sono convinto. Non voglio minare le tue convinzioni con storie a cui probabilmente non crederesti, ma sappi che il mondo è molto antico e abitato da forze ben più potenti di quelle che la tua arma può distruggere e la creatura imprigionata nella gemma è una di queste. Comunque non potresti distruggerla adesso. Tareeq ci ha provato buttandola nella Fontana di Fuoco del Pozzo del Mago*, ma a quanto pare questo non solo non è bastato a distruggerla, ma nemmeno ad evitare che qualcuno fosse in grado di impadronirsene. La gemma è nelle mani di un essere vivente e lo sta usando come medium per uccidere Tareeq. Devi trovare la creatura, ucciderla o sottrarle la gemma. Pensi di poterlo fare?"

Spoiler:  
(*)Dastan aveva sentito alcune leggende su questo luogo. In un tempo remoto un mago così potente da far tornare in vita i morti aveva costruito una torre e creato una strada che attraversava il deserto e conduceva fino alla torre dalla città più vicina. Nelle profondità sotto la torre c'era una fontana in cui il fuoco scorreva come l'acqua e chi si faceva il bagno in quella fontana guariva da qualsiasi malattia e mettendoci un morto questo tornava in vita.

Il mago aiutò molte persone finché lo sceicco della città, che era malato ma non voleva recarsi al cospetto del mago mandò a prendere questo cento dei suoi migliori guerrieri. La leggenda vuole che il mago rifiutò e insultò i cavalieri che per un intera luna assediarono la sua torre.

Alla fine dopo che l'assedio era costato la vita a tre quarti dei cavalieri questa capitolò e il mago fu catturato, ma mentre i cavalieri erano sulla via del ritorno la strada scomparve ed essi si persero nel deserto, dove i loro spiriti vagano ancora senza tregua.

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Iradel spostò lo sguardo su Tareeq e il Re dei mendicanti trasse qualcosa da una tasca interna della sua veste.

Sembrava una specie di feticcio: una catena d'argento, al cui non era agganciato un pendente bensì quello che Dastan riconobbe essere le ossa appartenenti ad un dito, comprese alcune ossa del carpo.

"Grazie figlio mio. Spero che la Dea ti favorirà in questo difficile incarico. Ti conviene cominciare la tua ricerca dal Pozzo stesso. Questo ti indicherà la strada. Perché funzioni devi bagnarlo con qualche goccia di sangue. Quale che sia la creatura che ora ha la gemma non sottovalutarla né darle tempo di capire i tuoi punti di forza. I poteri della gemma sono subdoli più di quanto siano realmente diretti, ma se la creatura che l'ha trovata sa combattere la gemma la renderà molto più abile e capace di quanto non fosse perché gli darà la possibilità di prevedere parzialmente le tue mosse."

Iradel intervenne: "Faresti bene a portare con te i due Rizibreti che hai liberato: ti aspetta un viaggio nel deserto che è meglio non affrontare da solo."

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Tareeq tirò fuori dalla veste anche un sacchetto di pelle nera e lo porse a Dastan insieme a quella sorta di feticcio d'osso di cui gli aveva appena spiegato il funzionamento.

"Qui c'è quanto ti era dovuto da Vagan. Più qualcosa di mio, che ti aiuterà nel tuo compito. C'è qualcosa che vuoi sapere, in particolare?"

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