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[Ventura]Sette Debiti di Sabbia - Prologo


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Inviato

Il tiro non era un granché centrato ma andò a segno, colpendo la rattessa al muso. Questa presa alla sprovvista dal colpo si portò le mani al muso e perse l'equilibrio e cadde nella fogna. La donna, che Dastan notò aveva le mani legate insieme ma sul davanti le sollevò cercando di togliersi il cappuccio. Ma il giovane non poté prestarle ulteriore attenzione, impegnato a difendersi dai due rattuomini che lo attaccarono insieme approfittando del momento di vantaggio. Dastan schivò e parò abilmente due attacchi del primo e mandò completamente a vuoto un fendente molto violento del secondo che finì con lo sbilanciarsi a causa dell'irruenza del colpo e del mancato impatto e cadde nella fogna.

Di certo per simili creature risalire non sarebbe stato molto difficoltoso, ma se riusciva a spacciare abbastanza in fretta l'unico rattuomo rimasto sarebbe comunque stato in vantaggio trovandosi nella posizione sopraelevata del camminamento.

Spoiler:  
Sei rimasto a combattere contro un solo avversario: 6 o + col d20 e se riesci tira anche 6d6 per il danno ritirando i 6.

Il rattuomo era veloce ma non abile quanto lui e Dastan riuscì in pochi momenti ad infliggergli varie ferite, nessuna però molto profonda.

Alle spalle della creatura il giovane vide la donna togliersi il cappuccio e riconobbe in lei la mezzosengue oggo che aveva visto uscire dalla dimora della Vecchia delle Ossa. La giovane aveva l'aria terrorizzata e si addossò alla parete gettando intorno occhiate spaurite.

Spoiler:  
Sempre 6 o + gli altri due non sono ancora risaliti.

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Inviato

Dastan era andato a segno con diversi colpi,che avevano ferito la creatura in diversi punti. Essa resse la prima scarica ma non la seconda serie. Con un ultimo e veloce fendente la creatura ratto caddè a terra rantolando in un ultimo gemito di forte dolore.

Dastan voleva esultare ma la battaglia non era terminata, aveva ottenuto un notevole vantaggio ora e doveva mantenerlo.

La femmina era ferita al viso e l'altro maschio era caduto in acqua. Sarebbero riemersi a breve ma stavolta era dastan che guidava le danze. I principe si preparo arretrando di un passo dal bordo ove vi era l'acqua rimanendo pronto in attesa che una delle creature riemergesse, così da attaccarla in maniera fulminea impedendogli di poter prendere una ulteriore iniziativa.

La priorità ovviamente andava sul maschio ancora illeso e meglio armato.

Inviato

Li vide riemergere dopo poco, al limite del campo visivo dato dalla torcia e stendendo il braccio illuminò un altro breve tratto della loro ignominiosa ritirata nuotando tra gli escrementi. Aveva evidentemente sottovalutato la loro codardia, ma era comunque uscito illeso e vincitore dal confronto e, altra fortuna, lo scarico dentro cui i due rattuomini si stavano ritirando non era tra quelli che avrebbe dovuto percorrere quindi la possibilità di imboscate era davvero remota.

La ragazza era ancora schiacciata contro la parete del condotto e lo guardava spavantata dagli eventi di certo spiacevoli che aveva patito e da quel subitaneo scontro di cui il giovane aveva ancora la lama sporca di sangue.

Inviato

Dastan Rippulì la lama dal sangue e dal fatore della creatura uccisa e poi raccolse la sua bisaccia.

Vedendo la ragazza in quello stato rinfoderò subito la sua arma e prese invece l'artiglio del ratto uomo e se lo pose alla vita.

Si recò dunque dalla fanciulla per tranquillizzarla. Prese uno dei suo manti cencios e lo porse alla fanciulla per coprirsi.

Stai tranquilla....non voglio farti alcun male. Ti porterò fuori di qui presso la corte ei mendicanti, li sarai al sicuro da creature come queste..te lo prometto!

Inviato

La giovane si strinse nel manto e annuì senza aggiungere nulla e lasciò che Dastan la guidasse a ritroso fino a che non uscirono dalle fogne a Scolo Reale. Era più o meno metà pomeriggio. La ragazza lo scrutò attentamente alla luce del sole, poi disse a bassa voce come parlando a sé stessa: "...rifiuta chi ti è amico ma sa infangare ratti per te funesti..." e poi un momento dopo gli chiese, parlando normalmente: "Ma tu eri quello che aspettava fuori la casa dalla Vecchia delle Ossa stamattina?"

Inviato

Dastan si fermò un secondo ad osservare la ragazza..Ora mi ricordo di te! Sei la ragazza che è stata dalla Vecchia prima di me! Ma che ci facevi in mano a quegli schifosi rattouomini? Cosa ti è capitato?

Inviato

La ragazza abbozzò un sorriso: "E pensare che non le avevo creduto. Mi aveva avvisato: sì più parca confrontarti con la Dea o contrarrai l'estremo debito con colui che rifiuta chi ti è amico ma sa infangare ratti per te funesti. E Malissa, ti ha chiesto se volevi andare con lei ma tu le hai detto di no, è vero?"

Inviato

Sorrido alla giovine...è vero, la veggente aveva visto giusto anche con me! le sue profezie sono criptiche ma esatte!

ora raggiungiamo la corte li potrai avere vestiti, cibo e un riparo!

Detto questo Dastan si recò a comprare un pezzo di cuoio per l'elsa della spada e poi corse subito con la giovine alla corte.

Doveva parlare con Tareeq e stavolta aveva un offerta da mettere nel piatto.

Inviato

La ragazza annuì gravemente quando Dastan parlò della veggente, ma quando parlò della corte dissentì: "Non ho bisogno né di cibo né di riparo, abito qui vicino e se mi accompagni potrò restituirti questo - alzò una delle pieghe del manto indicativamente - ospitarti ed offrirti la mia riconoscenza."

Inviato

Dastan era scettico sul fermarsi ma decise comunque di rischiare, in una sola giornata aveva fatto recuperato un potente oggetto, messo a segno una rapina e sconfitto delle creature mostruose da solo...forse era davvero il caso di riposarsi e di non esagerare.

Va bene....mostrami la strada! disse Dastan sorridendo alla ragazza!

Inviato

Attraversarono Scolo Reale per fermarsi poco oltre lo slargo che ospitava la casa della Vecchia delle Ossa, davanti ad un edificio di tre piani costruito in mattoni d'argilla, ma servito da una scala in granito grigio che sembrava essere molto più antica e che oltre a salire verso l'alto fino al tetto piatto dell'edificio scendeva anche nel sottosuolo per una buona ventina di alti gradini dove, da un apertura illuminata da una torcia, si sentiva venire il vociare allegro e rumoroso tipico di una taverna o di una bettola. Come Dastan quasi si aspettava percorsero la scala fino a raggiungere il piano più alto e di nuovo il giovane calpestando gli alti gradini notò quanto questi fossero consumati dall'uso e quanto dovessero essere antichi.

Entrarono per un passaggio e quindi svoltarono subito a sinistra, trovandosi davanti ad una porta chiusa di legno robusto.

La ragazza bussò in modo cadenzato: due volte, una volta, due volte e pochi istanti dopo la porta si aprì a metà e la testa di una ragazzina mora di dieci o dodici anni sbucò fuori indagatrice.

"Onaba! - gridò quasi balzando fuori e abbracciando la giovane donna - Avevo paura. Sei scomparsa. Temevo ti avessero rubato i leoni!" disse ad un fiato dividendo le parole con dei singulti da pianto. Si calmò e riferì quindi: "E' venuto anche Accagam ma non sapevo cosa dirgli: tornerà al tramonto."

Spingendo la ragazzina davanti a sé Onaba lo invitò ad entrare e Dastan si trovò in un ambiente abbastanza grande con un focolare a metà della parete a destra entrando a cui era appesa una grossa pentola di ferro. La stanza era poveramente arredata da un ampio tavolo su cui erano posati alcuni fasci di verdure, una grossa madia di legno nero situata di fronte al focolare e una rozza scaffalatura di legno su cui erano posate molte ciotole di legno e terraglia che era appena a destra dell'unica altra apertura, che si trovava di fronte alla porta che lui aveva appena superato. Tre sgabelli di legno era allineati vicino alla porta e altrettante sedie accostate al tavolo.

La donna invitò Dastan ad accomodarsi ad una delle sedie del tavolo, quindi disse: "Se puoi perdonare la mia assenza per qualche istante, mi metterò qualcosa di adeguato in modo da poterti restituire il mantello. Amina: offri al nostro ospite: the bianco*, fuoco d'agrumi*, acqua pura o quant'altro egli desideri. Mi raccomando: è merito suo se io sono tornata..." quindi sparì oltre il passaggio. La ragazzina si avvicinò a Dastan con aria d'attesa, inquadrandolo con due occhi celesti troppo grandi per il faccino tondo che aveva: "Cosa gradite, Signore?"

Spoiler:  
(*)Il the bianco è una sorta di the alla vaniglia, dal sapore gradevolmente dolce e corposo.

Il fuoco d'agrumi è un liquore fatto con gli agrumi piuttosto forte e molto aromatico.

Inviato

The bianco..grazie! Disse Dastan in tono pacato e gentile mentre si sedeva a riposarsi...era la prima vera pausa che faceva oggi e ultimamente le sue giornate erano divenute frenetiche!

Forse è meglio che mi riposi un attimo...oggi ho già fatto molto e non devo strafare..un po di riposo non può farmi che bene!

Inviato

La ragazzina annuì prima accese il fuoco, quindi aprì una delle ante basse della madia, che Dastan notò conteneva vari vasi di piccole dimensioni, e prese qualcosa, quindi cominciò ad armeggiare con un bollitore di ferro. Lo aveva appena appeso sul fuoco quando Onaba tornò con indosso una tunica corta lisa e consumata e che le stava anche un po' stretta sul seno.

"Amina, si gentile, va a prendermi un po' d'acqua, baderò io al the..." disse in tono mite. La ragazzina guardò prima lei e poi Dastan quindi arricciando il naso disse: "E' una buona idea, vado subito..." e così fece un momento dopo portando con sé un orcio di terracotta. Il giovane nel frattempo aveva realizzato a cosa la Amina si riferisse: anche se la Palude non era il più profumato dei quartieri, loro venivano direttamente da dentro le fogne, in cui tra l'altro Onaba era stata per un bel po' anche nuda, e quindi dovevano avere un'odore piuttosto forte anche per chi era abituato a quelli della Palude.

"Il mio nome è Onaba Obala bel Arrna*" esordì la donna.

"So di doverti la vita e so di essere in debito con te, come la vecchia aveva predetto: come vuoi che ripaghi il mio debito?"

Spoiler:  
(*)Secondo la tradizione Oggo nelle presentazioni si dice nome proprio, nome del genitore (la madre se donna e il padre se uomo) e nome dello Spirito Guida della propria tribù preceduto dalla parola "bel" Gli Oggo che hanno abbracciato il culto della Dea usualmente si indicano come "bel Arrna" che nella loro lingua vuol dire "Madre della Tigre Nera"
Inviato

Dastan sembrò per un secondo imbarazzato ma poi si fece coraggio...

Ascolta so bene che la tradizione ti impone di pagare questo debito...ma non voglio che tu faccia qualcosa per me solo perchè me lo devi!

Dastan fissò la giovine dritto negli occhi e con delicatezza le sfiorò la guancia con una carezza.

Desidero solo che ciò che fai sia dettato dal tuo cuore e che tu sia al sicuro...sei una ragazza davvero incantevole!

Dastan sfiorò ancora la giovine sul viso con immensa dolcezza fissandola intensamente con uno sguardo calmo e sereno!

Inviato

La ragazza gli sorrise, ma poi lo guardò con una strana curiosità mentre le accarezzava ripetutamente il viso.

"E' molto gentile da parte tua, ma è giusto che io paghi i miei debiti. Sono un erborista abbastanza brava e anche se non mi faccio pagare da uno dei miei clienti non andrò certo in rovina. Quindi sentiti libero di venire da me ogni volta che ti serviranno unguenti, decotti o quant'altro."

Si toccò quindi il viso e gli chiese, con una certa preoccupazione: "Il mio viso è così sporco che senti il bisogno di pulirmelo? Cosa non darei per uno specchio! Se solo costassero meno! Spero che Amina torni presto con l'acqua... Mi sento un mostro!" Si mosse verso il focolare per badare al the.

Inviato

Dastan sorrise...beh di questi tempi gli unguenti fanno sempre comodo, non si sa mai!

Cavolo ho sbagliato tutto...devo essere davvero esausto ed arrugginito per non destare alcuna reazione...

Ora sarà meglio bere il the e riposarsi, non so a te ma la mia giornata è stata lunga e faticosa e sono decisamente esausto.

Inviato

Onaba annuì mentre portava al tavolo in due tazze di peltro, quasi un lusso per molti nella Palude, il the ancora fumante che pervase la stanza con un piacevole odore dolciastro.

Una volta seduta la donna disse: "Potrai riposarti qui quanto vuoi. Quando quegli orribili rattidi mi sono saltati addosso lungo la via verso il santuario - vide che le tremavano le mani al solo ricordarlo - temevo che la mia vita sarebbe finita su un altare sacrificale o peggio e non certo che avrei potuto parlarne con qualcuno... Ma tu cosa ci facevi lì sotto?"

Inviato

é stata la vecchia delle ossa a dirmi di cercare la risposta ai miei dubbi e alle mie paure nel santuario...io vivo nel pericolo e nelle difficoltà...ma tu perchè eri diretta al santuario? Quel luogo è impervio e davvero difficile da raggiungere..senza contare che è rischioso percorrerlo dopo mezzogiorno!

Inviato

La ragazza annuì mostrando consapevolezza: "Lo so e di solito ci vado insieme alle processioni, quando vengono celebrati i riti della Dea e il fango si ritira*, ma non solo per devozione: il santuario è l'unico posto che conosca in cui cresce del muschio che è ottimo per non far marcire le ferite e curare la febbre. Solo che per prenderlo devo aspettare che il rito sia terminato o devo andarci in altre occasioni perché non desidero mancare di rispetto alla Dea raccogliendolo durante la venerazione."

Ci fu un momento di pausa come se lei stesse valutando se dire o meno qualcosa poi aggiunse: "Poi ogni volta che visito il santuario e vedo la statua della Dea sento la necessità di toccare il mio corpo... di capire se, come... Oh! come invidio le donne nobili che hanno gli specchi!"

Spoiler:  
In base alle dicerie il santuario era ritenuto particolarmente benedetto perché ad ogni luna piena il livello del liquame che lo occupava si abbassava tanto da permettere di entrarvi senza sporcarsi troppo. Dastan però non aveva mai presenziato ad una di queste cerimonie e quindi non aveva una conoscenza diretta a riguardo.
Inviato

Uhm uno specchio dici?

forse posso rimediare io a questo ma lo potrò fare domani dopo essermi riposato a dovere...

Lentamente dastan cominciò a sistemarsi mentre i suoi muscoli si rilassavano ed il corpo si aquietava, ma i sensi restavano comunque vigili e pronti all'azione.[

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