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[ilmena] I Lupi del Crepuscolo


ilmena

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mi accarezzo il mento pensieroso

Sul fatto di raggiungere l'insediamento più vicino avevo già preso la mia decisione. Non so invece quanto sia saggio dividerci in un luogo così pericoloso. trovarsi anche solo ridotti di un uomo, o donna, di fronte ad un altro essere come quello che abbiamo incontrato prima potrebbe essere la fine della buona sorte per tutti noi. è vero però che Victoria è molto più silenziosa di noi..di me almeno..e va bene: Victoria, precedici in direzione di quel filo di fumo. non allontanarti troppo però. resta sempre nelle vicinanze, e non tentare la fortuna

e con un sorriso mi appropinquo alla boscaglia, lasciando andare avanti gli altri però

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Me debole... Ma no devo essere peso per amici...

Con stoica determinazione continuo a camminare insieme al resto del gruppo; quando Syrus decide di far avanzare Victoria da sola, sul mio volto si dipinde un'espressione poco convinta.

Hurk no favorevole a questo.. Ma Hurk capisce che amica è brava a nascondersi..

Mi rivolgo quindi direttamente alla mannara.

Amica tu attenta quando va

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Sorrido furba, e i miei baffi vibrano cogliendo i profumi e gli umori della natura che ci circonda.

Non temete.

Senza aspettare oltre mi volto e svanisco tra le fronde.

Avanzo veloce e agile, saltando e aggrappandomi sui tronchi con gli artigli, prima veloce, messa un po' di distanza con i miei compagni rallento e avanzo con maggiore attenzione, i sensi all'erta e il passo più morbido d'una piuma.

Spoiler:  
Azione preparata, appena dovessi sentirmi minacciata, scompaio nella veste, assumendo l'aspetto d'una gattina grigia.
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@Background music:

Iniziate ad inoltrarvi nella fitta foresta, e subito Victoria avanza fino a distanziarvi, con movimenti di gran lunga più sicuri dei vostri, data la sua natura animale.

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Nonostante il sottobosco sia particolarmente folto in prossimità della spiaggia esso si dirada abbastanza pochi metri dopo, permettendovi di avanzare con una velocità comunque bassa, ma non come temevate.

La marcia nella foresta è comunque parecchio difficoltosa, poichè il terreno è costantemente bagnato e viscido e la superficie sulla quale camminate è formata da foglie e alberi in decomposizione nonchè da fango; ciò rende il vostro incedere insicuro, e più di una volta siete lì lì per scivolare e capitombolare per terra.

Ovviamente questo non vale per l'agile Victoria, che un po' sugli alberi un po' fra gli arbusti si muove abbastanza sicura ma al contempo circospetta, onde evitare incontri poco raccomandabili.

Una caratteristica che invece vi affligge e vi fa penare tutti è la fortissima umidità: pochi minuti dopo esservi addentrati nella selva l'aria si fa estremamente pesante, e carica d'acqua, trattenuta dalla folta volta arborea.

Ciò vi crea un forte disagio, poichè la vostra sudorazione aumenta, favorita anche dalle pesanti armature che indossate, e con essa cresce anche la fatica del vostro marciare; non potete fare a meno di ringraziare il fatto che non vi sia il sole: perlomeno la sua assenza tiene la temperatura a livelli non proibitivi.

Anche l'atmosfera in generale è opprimente: le cime degli alberi sono enormi, e insieme formano un muro impenetrabile e austero, che crea un vago senso di claustrofobia; inoltre i mille suoni della foresta, se all'inizio potevano essere interessanti e attraenti, ripetuti all'infinito diventano un sottofondo che dopo più di un'ora di cammino faticate a sopportare ancora.

Sebbene Victoria, mentre in avanguardia controlla dalla cima di qualche albero che non perdiate l'orientamento, si assicura che non incontriate grossi animali o cose ancor peggiori, non può fare nulla contro la miriade di insetti che popola la foresta, e che di tanto in tanto tenta di popolare voi, salendo su per le gambe o posandosi sulle parti del corpo non protette dall'armatura, costringendovi a scacciarli continuamente.

La marcia diventa insomma estremamente faticosa, e siete costretti di tanto in tanto a fare delle pause per riposarvi e bere, soprattutto Hurk, le cui ferite sembrano essere una calamita per diversi insetti.

Dopo più di due ore di cammino arrivate a un fiume, il primo corso d'acqua che avete incontrato: esso è largo una quindicina di metri o poco più, ed ha l'acqua abbastanza pulita; dato che in quel punto la vegetazione si dirada potete scorgere tutti quanti la scia di fumo, ora decisamente più vicina.

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Stimate che in meno di mezz'ora potete raggiungerne la base, e quindi procedete con rinnovata fiducia seguendo il corso del fiume, che pare dirigersi proprio verso la colonna grigiastra che ancora si staglia in aria.

Dopo l'ultimo tratto arrivate infine in vista di una capanna: Victoria attende i compagni ancora nascosta, per decidere la prossima mossa.

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@Tutti:

Spoiler:  
Scusate se non vi ho fatto agire durante il cammino ma almeno entriamo nel vivo :)

come al solito se volete interpretate anche pensieri e sensazioni del viaggio nel prossimo post, fa sempre piacere!

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Mi sistemo in attesa dei miei compagni accavallando le gambe, voltando le spalle alle capanne, ma con i sensi perfettamente attenti.

Eccoli spuntare a fatica dalle fronde, così sconvolti dalle pesanti armature che si portano dietro, non posso trattanere un sorrisetto spontaneo, pensando a quanto odi quelle pesanti e inutili vesti.

Scusatemi, ^^, ma vedendo tutto quel ferro non posso non compiacermi della mia umile e fresca veste ^^

Riguardo questo villaggio, lasciate ancora una volta andare me da sola, va bene capitano?

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Per quanto sempre stato a mio agio tra la natura e la vegetazione, qui le cose sono chiaramente differenti dal mio habitat naturale..

Per quanto al momento non troppo utile, tengo sempre l'arco impugnato nella sinistra così da averlo sempre pronto e potervi incoccare una freccia il più rapidamente possibile, ad ogni minimo segno di minaccia da parte di chissà quale altra belva che popola quell'isola..

Nella destra impugno invece la scimitarra che tengo al fianco, aiutandomi con quella per liberarmi della fitta vegetazione che ostruisce eventualmente il passo..

Quando finalmente arriviamo in vista della capanna, rinfodero la lama ricurva per sostituirla con una freccia mentre cerco di individuare le ultime indicazioni lasciateci da Victoria e quindi avvistare la gatta.. Una volta raggiunta, tenendo la voce particolarmente bassa...Concordo rispondo a Victoria, Ma rimani dove ti possiamo vedere, così possiamo guardarti le spalle indicando l'arco sul quale vado già ad incoccare una freccia.

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in effetti sono molto tentato di togliermi questa roba. non mi aveva mai dato così fastidio! e come se non bastasse tutte queste punture!

e mi gratto vigorosamente con entrambe le mani, posando a terra il mazzafrusto per poi riporlo ed estrarre l'arco

abbassa quell'arma, Naracion. non vogliamo che questi uomini, o bestie nel caso, ci considerino subito dei nemici. nel caso farai in fretta ad incoccare comunque una freccia. Voglio che in una mano teniate bene visibile il lasciapassare. anche tu Victoria.

e prendo in mano il lasciapassare che ci hanno dato una volta approdati su quest'isola

andremo tutti insieme, con le armi in pugno ma dimostrando che non abbiamo cattive intenzioni, chiaro? e che la fortuna sia con noi. vi sentite fortunati

e avanzo, questa volta mettendomi in testa al gruppo.

avvicinandomi alla tenda faccio più rumore possibile e tengo bene in fronte a me l'oggetto che dovrebbe salvarmi la vita

Salve..noi siamo quelli che dovevate condurre al villaggio. c'è nessuno?

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Vi avvicinate alla capanna, e subito cogliete il forte odore che emana quest'ultima, odore di pesce essicato; dalla parte opposta della capanna scorgete delle specie di piccole impalcature di legno dove molti pesci sono stesi per disidratarsi prima della salatura: probabilmente si tratta di un magazzino delle cibarie.

Proprio dall'interno della capanna sentite provenire una voce, dopo che il capitano Syrus ha parlato; non capite le parole, ma capite che sta venendo verso l'uscio, composto da un po' di pagliericcio e rami spezzati.

Prima che possiate muovervi la figura esce, e si rivela essere una donna.

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L'indigena si presenta vestita molto succintamente: una grossa collana di osso gli pende dal collo, coprendo solo in minima parte il seno, mentre un gran numero di orecchini e altri oggetti in legno decorano le orecchie, i capelli e le braccia; una gonnellina di foglie secche e sterpi copre il suo bacino.

Quando esce allo scoperto la donna si immobilizza e vi guarda, dopodichè caccia un urlo di paura che rompe in modo irreale l'immobile tranquillità della radura; nemmeno un secondo dopo, attirato presumibilmente dalle precedenti parole di William prima che dalle grida della donna, giunge un uomo armato di arco, sbucando da dietro la capanna.

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Egli dopo avervi osservato tende immediatamente la corda dell'arco, ma poi si ferma un istante, quindi abbassa l'arma.

M'badan lugaj'ke Oglu Abu Taro! Podas gur dà dice alla donna, in una lingua che non ricordate d'aver mai sentito.

Ella cessa di ansimare per la paura, ma comunque torna nella capanna e chiude immediatamente la porta.

Dopodichè il guerriero si volta di nuovo verso di voi, e senza cambiare l'espressione grave assunta quando vi ha visto nè rinfoderare l'arco vi indica, con la punta della freccia, un gigantesco albero visibile aldilà della piccola radura in cui vi trovate.

ANDARE! vi dice con tono deciso e poco amichevole; dopodichè incocca di nuovo la freccia nell'arco, che tiene basso ma ben saldo, si fa un poco da parte e attende.

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Vedendo uscire la donna pacificamente, continuo a tenere basso l'arco e ad impugnare il simbolo che ora alzo sopra la testa per meglio farlo vedere.. Alla sua reazione rimango dunque un po' confuso, girandomi attorno proprio per controllare chi avrebbe richiamato tutto quell'urlare..

Al vedere infine arrivare l'uomo armato, non esito un solo istante, sfilo e incocco una freccia con rapidità per poi puntarlo sull'indigeno, ma rimanendo in attesa. Come un riflesso allo specchio, abbasso lentamente l'arma in contemporanea con lui, senza sfilare tuttavia la munizione pur tenendola bassa proprio come loro..

Nessuna parola, dunque, lasciando al capitano il compito diplomatico.

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sembra che non ci sia nes....oh, buon gior

e faccio per salutare ma vengo interrotto dal grido della donna e faccio un salto indietro

calma calma...

e quando anche l'altro uomo arriva tengo teso di fronte a me il lasciapassare

amici..amici.. giù le armi!

aggiungo quando vedo che Naracion tende l'arco

sì, noi andare...visto? noi amici..

e lentamente continuando a tenere in mostra il lasciapassare inizio ad andare verso l'albero, continuando a guardare l'uomo

lupi...noi andare

e facendo spallucce, con la mano che tiene in mano l'arco faccio segno ai miei uomini di venirmi dietro

a quando pare dobbiamo andare là

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O magari ha semplicemente indicato un punto a caso ansioso di mandarci via.. Speriamo bene. commento riprendendo a camminare seguendo il solito ordine di marcia, continuando però a controllare l'indigeno alle spalle fino a che non siamo scomparsi dalla sua vista.

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La marcia nell'intricata foresta non si rivela essere agevole e le ferite sul mio corpo non mi agevolano per niente, attirando sciami di insetti che stento a scacciare.

Ma la mia enorme forza fisica mi sostiene e proseguo senza mai rallentare il passo; alla vista del fumo e della successiva capanna rimango un attimo perplesso, mentre il mio cervello cerca di assimilare e capire il significato di quanto i miei occhi stanno vedendo.

All'ordine di avvicinarsi tutti quanti insieme dato dal capitano Syrus annuisco e, impugnando saldamente nelle mie mani la mia enorme ascia da battaglia, avanzo insieme ai miei compagni.

Quando l'indigeno armato di arco, richiamato dalle urla di sorpresa della donna indigena, ci punta contro la sua arma, un'espressione di cocciuta determinazione si forma sul mio volto e muovo un passo in avanti pronto a dar battaglia, se necessario.

Ma Syrus ci esorta a muoversi verso la direzione indicata dall'indigeno per cui è quello che faccio, anche se cerco di non perdere di vista l'indigeno armato di arco.

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Mentre vi avviate verso il grande albero notate che l'indigeno non rimane fermo vicino alla capanna, ma vi segue, rimanendo pochi metri dietro di voi, con l'arco sempre in mano.

Attraversata la radura arrivate sotto all'enorme volta della grande pianta, e vedete il villaggio: oltre la sottile linea di vegetazione che delineava la radura di prima vi è un altro spiazzo ben più grande, circa una cinquantina di metri di larghezza e altrettanti di lunghezza, dove sono poste sei grandi capanne.

Al centro di queste non vi è traccia di erba, ma è acceso un grande falò, dove un gruppo di donne sembra intento a cucinare del cibo; è questa la sorgente della scia di fumo che vedevate e che ancora si alza in cielo.

Una volta arrivati al margine della radura il guerriero che vi sta accompagnando richiama la vostra attenzione:

He!

dopodichè, rimanendo sempre a distanza, indica voi, dopodichè il suo arco e quindi dice un chiaro: No, no là conclude indicando il villaggio.

Intuendo le sue intenzioni rinfoderate le armi, e a quel punto l'indigeno vi supera facendo cenno di seguirlo, e vi conduce verso un'enorme capanna posta al limite superiore della radura; mentre attraversate il villaggio suscitate l'interesse e lo stupore di tutti i suoi abitanti, soprattutto donne, che vi osservano sbigottiti interrompendo le attività cui erano dediti, soffermandosi particolarmente su Victoria e su Hurk.

Sono tutti vestiti come l'indigena incontrata prima, in modo semplice e primitivo; anche i pochi uomini e bambini portano gonnelline di pagliericcio e foglie e decorazioni d'osso e legno.

Vedete anche tre persone simili al guerriero che vi sta scortando, che portano accessori rudimentali anche sulle spalle e maneggiano archi o lance.

Tutti quanti voltano immediatamente la testa intimoriti non appena qualcuno di voi contraccambia lo sguardo, eccetto uno: un uomo molto alto e muscoloso, dalle spalle ben piazzate e dallo sguardo fiero, che non distoglie dal vostro, soppesando le vostre figure, in particolare quella di Hurk.

Dalle decorazioni piumate che porta sul corpo e sulla lunga lancia e dai molti tatuaggi da cui è ricoperto intuite che è più di un semplice guerriero; indossa persino una rudimentale armatura, composta da fasce di cuoio disposte su torace e spalle.

Arrivate alla capanna principale e davanti ad essa vi è un ragazzo sulla ventina, che vi osserva e chiede al vostro accompagnatore: G'dara folla?

Gul'kan mbadar ba gli viene risposto dal guerriero, che poi entra nella tenda.

Hehe, gudaran bara gurth. Salve conclude, questa volta rivolto a voi, prima di alzarsi e di allontanarsi; anch'egli non sembra intimorito da voi, ma piuttosto interessato.

Dopo un secondo l'indigeno che era entrato esce di nuovo, e con un laconico Dentro vi invita a seguirlo all'interno.

Entrate, e l'interno di questa grande tenda è abbastanza ricercato, per gli standard del posto: grosse foglie verdi ricoprono le pareti e il pavimento, creando un ambiente molto fresco rispetto all'esterno, e decorato da pelli di animali e molti oggetti in legno e osso.

Al centro della capanna, su un'enorme pelle di tigre che li accoglie tutti, stanno otto uomini seduti in cerchio, che vi fissano, soffermandosi anch'essi su Victoria e Hurk: sette di essi sono abbastanza vecchi, e i loro occhi suggeriscono una saggezza che solo una lunga vita può dare; essi sfoggiano, oltre al solito abbigliamento del posto, un singolo tatuaggio di un occhio sulla fronte, di colore nero, come tutti i tatuaggi visti finora.

L'ottavo uomo è invece ben diverso: è più giovane, dimostra circa una cinquantina di anni, anche se è difficile per voi intuire l'età di questi indigeni; è inoltre alto e parecchio atletico, ma possiede lo stesso sguardo intelligente e indagatore che riscontrate negli altri presenti.

Indossa un copricapo di piume variopinte, e una collana composta da un misto di denti aguzzi lunghi quanto una vostra mano e di piccoli monili in osso, mentre sulle orecchie sfoggia due pendenti in legno nei quali sono incastonate due pietre brillanti e rosse; dei bracciali in legno dipinti di rosso gli ornano gli avambracci, e diversi tatuaggi riempiono quasi tutto il resto del corpo.

É proprio lui a prendere la parola, alzandosi in piedi e chiedendovi, con sguardo grave: Cosa fate voi qui? Gli accordi erano diversi

@Tutti:

Spoiler:  
se riesco a breve metto la mappa del villaggio
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Al pari degli indigeni che ci osservano con estrema curiosità, non posso fare a meno di notare le particolarità di quel luogo, e soprattutto come siano molto più in convivenza con la natura stessa..

Meno colpito sono invece dai possenti guerrieri di guardia a quel luogo apparentemente sacro a quegli indigeni, lanciandogli solo occhiate di controllo per assicurarmi che nessuno abbia intenzioni ostili.. Nonostante abbia riposto l'arco infatti, solo una delle cinghie che lo fissa alla schiena è stata riallacciata, così da poter rapidamente liberarlo in caso di bisogno..

Una volta ricevuti poi dagli anziani che devono rappresentare una sorta di capi tribù, e ascoltate le loro parole, sto per rispondere qualcosa quando mi interrompo costringendomi ad attendere che sia il capitano a prendere la parola, e quindi decidere quanto rivelare o meno sulla nostra missione.

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Una volta giunto al villaggio degli indigeni, e notando i guerrieri armati, il mio sguardo si fa più preoccupato.

Hurk ferito.. Spero no combattere adesso.. Hurk deve riposare..

Seguo l'indigeno fino alla grande capanna e mi chino per passare attraverso la sua apertura; osservo con curiosità le persone all'interno soffermandomi su l'uomo più anziano che ci rivolge la parola.

Conscio di non essere il più adatto a rispondere, mi limito a rimanere in silenzio, aspettando che sia uno dei miei compagni a farlo.

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mi innervosisco non poco quando mi chiedono cosa facciamo qui, ma mi trattengo, cercando nel non farlo notare. Faccio un passo avanti e prendo parola

concordo, gli accordi erano diversi. e il nostro guerriero più valido

e indico con una manoHurk vedendo che tutti continuano ad osservarlo

ha rischiato la vita per permetterci di arrivare qui. Gli accordi erano che una guida sarebbe arrivata non molto tempo dopo che la nave avesse dato il segnale. Abbiamo atteso a lungo la guida, ma non si è fatta vedere. Se ritenete che siamo venuti meno ai patti, fatelo pure, ma come capo del mio gruppo parlo a nome di tutti nel dire che i primi a non rispettare gli accordi siete state voi.

Spero bene che la guida sia stata attaccata da qualche bestia feroce, come nel nostro caso e quindi per evidenti ragioni non è potuta arrivare. ma se non l'avete mandate voi di vostra volontà penso di avere il diritto di sapere del motivo. Non siamo forse degni della vostra fiducia, nonostante gli accordi presi?

mentre parlo mi rivolgo a tutti, guardando negli occhi ciascuno degli uomini

dm

Spoiler:  
faccio una prova di diplomazia(+13) per cercare di far loro capire che sono loro in torto marcio senza farli arrabbiare
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Subito per la linea aggressiva quindi.. penso tra me e me dopo aver ascoltato il discorso del capitano.. Speriamo non se la prendano troppo.. lanciando un'occhaita alle mie spalle per prendere nota della posizione delle varie guardie e possibili uscite da quella capanna.

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Alle parole pronunciate da Syrus l'uomo che vi aveva rivolto la parola sofferma lo sguardo su di lui, fissandolo molto intensamente negli occhi, senza dire una parola; capite dall'espressione che diversi sentimenti attraversano l'indigeno, anche se non riuscite bene a identificare quali.

@Hurk:

Spoiler:  
ti sembra che il forte orgoglio del capo lo freni dall'ammettere qualcosa che gli suggerisce la mente, saggia e intelligente; o almeno ti sembra.

Spoiler:  
Percepire intenzioni 19

ah, ricorda che lui è il più giovane: sembra sulla cinquantina, a differenza degli altri, che sono sulla 70 ina

Dopo alcuni secondi di tensione, egli riprende la parola, ma rivolgendosi agli altri con parole che ovviamente non capite; in risposta, questi si alzano e si avviano verso l'esterno.

Essendoci un'unica uscita vi scostate per farli passare, quindi dedicate di nuovo la vostra attenzione all'uomo rimasto, che oramai identificate come il capo della tribù, il quale ancora non ha staccato il suo sguardo grave da Syrus.

Non mi piace ammetterlo, non mi piace affatto; ma hai ragione.

Sedetevi dunque, parliamo vi invita indicando la pelle di tigre dove prima erano seduti gli altri uomini, ma senza dare segno di felicità o amicizia alcuna in volto.

M'barà ca tonga! dice poi a un guerriero in piedi fuori dalla capanna, il quale corre via immediatamente.

Ora mangerete con me, così parliamo di cosa è successo e del perchè non è arrivata la... guida.

Si ferma alcuni secondi guardando Victoria e Hurk, quindi chiede a Syrus: Ma prima volevo domandarti: perchè sei in compagnia di due mostri?

@pez:

Spoiler:  
Diplomazia 29 (16+13); e anche se potrebbe non sembrare questo tiro ha cambiato mooooooooolte cose, bravo!

Spoiler:  
pensavo per far parlare gli indigeni di far fare i post a Gigardos, in modo da assicurare quella punta di sgrammaticatezza giusta :lol: che dici?

@Naracion:

Spoiler:  
C'era una guardia dietro di voi, con una lancia che era usata più come sostegno che come arma, almeno al momento. Ora è corsa via.

L'unica uscita è l'apertura dalla quale siete entrati, anche se non fai fatica a capire che Hurk abbatterebbe una parete semplicemente caricandola con la spalla; anche se ci sono dei rami grossi qua e là a rendere la struttura più salda non resisterebbe mai ad una carica del mezzogre

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Che insolente!

Con un espressione davvero infuriata, quasi assassina, mi passo una mano tra i capelli. Basta il tempo del gesto e la mano sul volto copre in parte la trasformazione, la pelle torna rosa e morbida, non più coperta dalla pelliccia bianca, i canini si ritirano e i baffi scompaiono.

Sorrido sarcastica al capotribù di rimando, con uno sguardo come a dire "spero che sei soddisfatto ora"

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