Irrlicht Inviato 11 Aprile 2011 Segnala Inviato 11 Aprile 2011 Ma infatti per me non basta che esce dal dungeon. Se voglio interpretarlo bene deve aspettare di poter accedere ad una biblioteca, al suo laboratorio, o di incontrare qualcuno che gli insegni l'incantesimo. Facciamo un esempio di una reazione chimica in cui deve mescolare 2 elementi. Se tutti i maghi hanno sempre mescolato gli elementi in una certa quantità, lui potrà non capire perché con quelle quantità e avere l'illuminazione su questo, ma il non capirlo non gli impediva affatto di fare l'incantesimo prima, tanto le quantità erano già scritte!! Per questo non ha senso l'illuminazione! Se avesse saputo già prima COME fare l'incantesimo, anche senza capirne il perché, l'avrebbe potuto semplicemente fare! Non è questione di combattere codici e formule, è che in teoria non gliene fregherebbe molto se tanto sa già la soluzione! Il libro del mago non è un testo scolastico già scritto, è lui che se lo scrive da solo. Uno stesso incantesimo possono averlo scoperto anche sei miliardi di altri Maghi, ma ciò non implica che debba leggere i loro scritti per impararlo. Nel suo libro non c'è già la soluzione, è lui che scopre le formule per raggiungerla. Vogliamo tirare in ballo anche i motivi per cui pur usando lo stesso sistema di scrittura ogni Mago lo usa a modo suo? Il punto è che per imparare a fare incantesimi, come dice nel manuale, DEVE FARE ESPERIMENTI!! Così impara incantesimi il mago secondo il manuale... di conseguenza o trova il modo di fare esperimenti nel dungeon, oppure non potrebbe impararli. Nel manuale non c'è scritto "esperimenti", c'è scritto "ricerche", ma anche volendo prendere per buono che non ci sia differenza tra questi termini, fare esperimenti non significa chiudersi in un laboratorio e versare alambicchi di sostanze strane gli uni negli altri, che non c'entra niente col lanciare incantesimi. Significa piuttosto usare gli incantesimi che conosce già, studiarli e trarne idee per nuove applicazioni magiche. Poi dal punto di vista della pura giocabilità non vedo che cambia. Cambia che un Chierico, subito dopo essere passato di livello, ha i nuovi incantesimi appena può riposare e poi pregare, uno Stregone appena può riposare e poi concentrarsi per quindici minuti, eccetera. Il Mago, per un presunto e non desunto realismo deve chiudersi una settimana in un laboratorio? Questo sì che favorisce la giocabilità e che fa venire voglia di giocare Maghi. Allora non potrebbe uno. Semplicemente si vive una storia, non c'è giustizia, non c'è discriminazione, non c'è vincitore e non c'è perdente. Le cose possono accadere anche del tutto casualmente. In una storia può tranquillamente succedere che un mago non possa potenziarsi a pieno in un dato momento perché non ne ha i mezzi. Sono tutti dettagli che aggiungono al gioco, lo rendono più vario divertente e reale! Giusto. Ma i mezzi in questo caso sono semplicemente un pennino, una fiala d'inchiostro e un libro, non chissà che, e quando il Mago passa di livello semplicemente conclude l'ultimo passaggio delle ricerche che ha compiuto fino a quel momento, acquisendo così i nuovi incantesimi. Non mi pare minimamente irreale (nell'ambito dell'ovvia irrealtà di un gioco/racconto fantasy, naturalmente). PS: io studio medicina e ti assicuro che di cose con cui combattere prima di capirle ne ho avute una marea. Il punto è che se so che dando 100mg per bocca invece che 20mg via endovena di un farmaco ad un paziente l'effetto è lo stesso, posso pure non capire il perché ma quell'effetto c'è comunque!! In chimica se non capisco perché con certe quantità di reagenti ho una data reazione, la reazione ce l'ho comunque. In matematica se non capisco la dimostrazione del teorema di pitagora posso usarlo comunque. In informatica se non capisco il codice per scrivere "hello world" ma lo copio pari pari, il pc mi scriverà "hello world" In d&d se un mago non capisce perché combinare certi elementi e lo fa comunque, allora avrà l'effetto desiderato. Ma in D&D, come ho scritto sopra, il Mago NON conosce l'effetto di quella formula/teorema/reazione chimica/quello che ti pare. Arriva da solo con i propri ragionamenti, con l'osservazione e la pratica a scoprire che data cosa ha dato effetto. Può anche scoprirlo leggendo gli scritti di altri, ma quello è tutto un altro discorso che in D&D ricade nel copiare incantesimi da un libro o pergamena. Hai detto bene, se copi il codice per scrivere "hello world", ti uscirà scritto "hello world". Il problema è che se tu vuoi scrivere "hello world" dentro una tabella e non hai il codice della tabella già scritto, devi arrivarci da solo. Se hai le basi puoi arrivarci. E il Mago ha le basi per scoprire da solo una cosa che non abbia appreso da altri, pur se altri mille l'abbiano già scoperta prima. Poi capisco anche che per esempio quando riprovi a fare certe cose da solo magari sbagli qualcosa e magari in un altro momento hai l'illuminazione e capisci dove hai sbagliato, ma hai solo un modo per verificare che è SPERIMENTARE, cosa che nel dungeon mi pare difficile! Come detto sopra, il Mago sperimenta quando usa gli incantesimi che conosce già e quando studia le formule che ha già nel libro pensando a come applicarle in modo diverso, non ha bisogno di giocare al piccolo chimico in un laboratorio.
Fabyone Inviato 11 Aprile 2011 Segnala Inviato 11 Aprile 2011 Continuo a non vedere un problema di giocabilità nel fatto che il mago rimanga inizialmente indietro. Qual'è il problema? Perché sarebbe meno giocabile? Quali sono le difficoltà? Io non ne vedo manco una. Poi boh onestamente non mi pare sensato che ogni mago "scopri" come fare gli stessi identici incantesimi che fanno già altri migliaia di maghi! A che pro?!? Io lo vedo più come uno studente che cerca di svolgere il suo problema, la sua reazione chimica o quello che sia, e poi cerca semplicemente di memorizzarlo. Difatti lui prepara gli incantesimi "ristudiandoli" e memorizzandoli, e gli altri non può lanciarli perché non riesce a combinare nella maniera perfetta tutte le componenti (non si ricorda esattamente come fare). E infatti aumentando di livello aumentano gli slot, perché studiandoli e ristudiandoli più volte li ricorda più facilmente e riesce anche a sviluppare la sua memoria. Comunque prima di memorizzarsi qualcosa dovrà essere sicuro che funzioni tutti correttamente!! Anche perché un mago dovrebbe sapere che non si deve scherzare con la magia. Questa certezza l'avrà sperimentando. Poi pag 42 manuale del giocatore: "egli impara incantesimi mentre effettua esperimenti e guadagna esperienza, ma può anche impararli da altri maghi". Non mi pare solo una questione di appunti! Anche perché fisicamente sono previste componenti verbali, somatiche e materiali... non basta prendere appunti per riuscire! Poi per me se trova anche un po' di tempo in un posto tranquillo e sicuro nel dungeon e avesse dietro i materiali allora potrebbe sperimentare anche lì. Ma senza queste condizioni no. Poi ogni mago avrà la sua scrittura, ma per fare in modo che non possa leggerlo chiunque, e quindi interessi a meno persone. Perché oltre agli incantesimi conosciuti da tutti potrebbe condurre anche altri studi per inventare nuovi incantesimi o modificarne di conosciuti! Perché comunque gli esperimenti che ha fatto per raggiungere certe conclusioni sono suoi e non vuole che ne approfittino altri. Non perché lui sa fare un incantesimo che sanno fare tutti i maghi del mondo (o che potrebbero comunque imparare tranquillamente). Per assurdo basterebbe comprare una pergamena per avere l'incantesimo bello che pronto da copiare! Gli incantesimi conosciuti sono le basi, la norma, di cui qualunque mago potrebbe facilmente imparare la metodologia. La teoria diciamo è alla portata di tutti. Quello che un mago impara sperimentando (e non può in altri modi) è la pratica! Poi un mago non può sperimentare semplicemente applicando quello che già conosce... così come nell'esercizio fisico, anche in quello mentale va superata una certa soglia di esercizio per far sì che la cosa sia di una qualche utilità. Non può apprendere cose nuove sperimentando semplicemente cose vecchie!! Deve condurre nuovi studi!
Irrlicht Inviato 11 Aprile 2011 Segnala Inviato 11 Aprile 2011 Continuo a non vedere un problema di giocabilità nel fatto che il mago rimanga inizialmente indietro. Qual'è il problema? Perché sarebbe meno giocabile? Quali sono le difficoltà? Io non ne vedo manco una. Allora facciamo che un Ladro non possa aumentare i dadi di Attacco Furtivo finche non si legge un bel testo di anatomia, che il Guerriero non possa aumentare il BAB finche non si allena con un manichino, e che chiunque, quando passa di livello al 4°, 8°, ecc. e assegna un punto caratteristica, non possa usufruire del nuovo eventuale bonus finche non fa un mese di palestra, non si allena a fare la majorette per sciogliere i polsi, non prende le erbette consigliate dal suo hippie di fiducia, e così via. Tutto quello che hanno fatto fino a quel momento (generalmente viaggiare/esplorare/combattere) non è servito a niente, dovevano fare quello e poi pure qualcos'altro che copre aspetti del tutto diversi del gioco. Questo sì che favorisce la giocabilità. Poi boh onestamente non mi pare sensato che ogni mago "scopri" come fare gli stessi identici incantesimi che fanno già altri migliaia di maghi! Un bambino impara a camminare da un libro, da un fisioterapista che gli muove le gambe o comunque dalle azioni dirette o dai consigli di qualcuno che cammina già? No. Quando ha tutte le basi per camminare impara da solo a farlo, a prescindere da quante altre persone sappiano già farlo. Poi facendo esperienza nel camminare impara quel "codice motorio" che gli permetterà di imparare anche a correre, saltare, fare capriole, eccetera. Se io so che in codice html <b> mi attiva il grassetto e <i> attiva l'italico, posso certamente imparare da un libro a metterli insieme, ma nulla vieta che possa venirmi in mente di scrivere <b><i> già da solo. Ho le basi perché possa venirmi in mente, si tratta solo di ragionarci e pensarlo, anche se milioni di altre persone lo sanno già. Io lo vedo più come uno studente che cerca di svolgere il suo problema, la sua reazione chimica o quello che sia, e poi cerca semplicemente di memorizzarlo. Difatti lui prepara gli incantesimi "ristudiandoli" e memorizzandoli, e gli altri non può lanciarli perché non riesce a combinare nella maniera perfetta tutte le componenti (non si ricorda esattamente come fare). Il tipo di PG che ha assolutamente l'Intelligenza (caratteristica della memoria in D&D) più alta nel mondo di gioco (eccetto creature superpotenti, ovviamente) "non ricorda esattamente"? Ti pare che tre parole e un gesto della mano siano così difficili da ricordare? Se si trattasse solo di quello, un Mago potrebbe lanciare incantesimi a volontà, soprattutto quelli di livello più basso e/o che è più abituato ad usare. Se io dico "supercalifragilisticespiralidoso" una volta nella vita posso dimenticarlo, se lo dico una volta al giorno magari arriverà un momento in cui me lo ricordo senza leggerlo e potrò dirlo anche tremila volte al giorno. Magari entra in gioco qualche altro fattore, che dici? E infatti aumentando di livello aumentano gli slot, perché studiandoli e ristudiandoli più volte li ricorda più facilmente e riesce anche a sviluppare la sua memoria. Comunque prima di memorizzarsi qualcosa dovrà essere sicuro che funzioni tutti correttamente!! Anche perché un mago dovrebbe sapere che non si deve scherzare con la magia. Questa certezza l'avrà sperimentando. E infatti sperimenta. Come io, scrivendo <b><i> vedo che mi esce un testo di questo tipo e scrivendo <u><b> mi esce questo, il Mago sperimenta che muovendo la mano in una posizione diversa e pronunciando parole diverse, l'effetto è un altro. Le componenti fanno tutte parte del codice. Un codice che ha cominciato ad ideare quando ha raggiunto il livello precedente e completa una volta raggiunto quello attuale. O volendo può averlo cominciato anche molto prima. In un caso estremo potrebbe anche aver cominciato un codice al primo livello e averlo finito al ventesimo, sviluppando un incantesimo di 9°. Poi pag 42 manuale del giocatore: "egli impara incantesimi mentre effettua esperimenti e guadagna esperienza, ma può anche impararli da altri maghi". Non mi pare solo una questione di appunti! Appunto, può impararli dagli scritti di altri, non deve. Ancora una volta, se ha le basi per scoprire da solo una cosa, può tranquillamente arrivarci senza aver mai consultato il lavoro di altri che ci sono arrivati prima. Anche perché fisicamente sono previste componenti verbali, somatiche e materiali... non basta prendere appunti per riuscire! Vedi sopra. Poi per me se trova anche un po' di tempo in un posto tranquillo e sicuro nel dungeon e avesse dietro i materiali allora potrebbe sperimentare anche lì. Ma senza queste condizioni no. Ripeto, non ha bisogno di mettersi a giocare con gli alambicchi in tutta tranquillità. È nel momento in cui studia i codici già appresi e che li mette in pratica (lanciando gli incantesimi da lui già conosciuti o anche quelli di pergamene ed altro, ed osservandone gli effetti, l'efficacia, la potenza, eccetera) che sviluppa le nuove applicazioni. Per assurdo basterebbe comprare una pergamena per avere l'incantesimo bello che pronto da copiare! Gli incantesimi conosciuti sono le basi, la norma, di cui qualunque mago potrebbe facilmente imparare la metodologia. La teoria diciamo è alla portata di tutti. Quello che un mago impara sperimentando (e non può in altri modi) è la pratica! È quello che sto dicendo. Solo che tu per "pratica" intendi chiudersi in un laboratorio o qualcosa del genere, mi pare di capire. Cosa che non è scritta da nessuna parte. Da regole, i suoi due nuovi incantesimi canonici, appena passa di livello li ha (e da un pezzo sto spiegando che non c'è niente di illogico in ciò). Senza dover bloccare l'intero gruppo di avventurieri per fare non si sa bene cosa. Poi un mago non può sperimentare semplicemente applicando quello che già conosce... così come nell'esercizio fisico, anche in quello mentale va superata una certa soglia di esercizio per far sì che la cosa sia di una qualche utilità. Non può apprendere cose nuove sperimentando semplicemente cose vecchie!! Deve condurre nuovi studi! Torniamo a quanto sopra. Hai detto che studi medicina e hai portato un esempio di come prendendo una cosa per buona, essa funziona, a prescindere da quanto tu ne conosca i procedimenti. Se fai il ricercatore le formule hai da pensarle, scriverle e riscriverle, non solo da applicarle meccanicamente in quanto belle e pronte. E ogni minima variazione, sia essa indotta da te o da qualche elemento esterno e/o più o meno casuale può darti un'informazione utile, uno spunto o un'idea. Per dire una banalità, il d4 del Dardo Incantato che oggi fa 3 e domani fa 2 può darti lo spunto per un "pezzo di codice", non è che una volta scoperto Dardo Incantato lo usi meccanicamente, non ti fai più domande e non fai più attenzione a come ogni sua componente interagisca con le altre per formarlo.
Fabyone Inviato 11 Aprile 2011 Segnala Inviato 11 Aprile 2011 Allora facciamo che un Ladro non possa aumentare i dadi di Attacco Furtivo finche non si legge un bel testo di anatomia, che il Guerriero non possa aumentare il BAB finche non si allena con un manichino, e che chiunque, quando passa di livello al 4°, 8°, ecc. e assegna un punto caratteristica, non possa usufruire del nuovo eventuale bonus finche non fa un mese di palestra, non si allena a fare la majorette per sciogliere i polsi, non prende le erbette consigliate dal suo hippie di fiducia, e così via. Tutto quello che hanno fatto fino a quel momento (generalmente viaggiare/esplorare/combattere) non è servito a niente, dovevano fare quello e poi pure qualcos'altro che copre aspetti del tutto diversi del gioco. Questo sì che favorisce la giocabilità. Il ladro può in battaglia fare esperienza di dove fa più male colpire, o di come essere più furtivo. Se invece volesse fare furtivi verso creature con una diversa anatomia allora sì dovrebbe studiarsi la diversa anatomia di quelle creature. Il guerriero può tentare attacchi poderosi in battaglia che in realtà finché non impara sono attacchi normali. Le caratteristiche fisiche e mentali possono aumentare nel tempo e possono migliorare in qualsiasi momento. In battaglia queste sono tutte cose che possono essere allenate. Come fa invece a migliorare la conoscenza di un incantesimo che non si conosceva? In ogni caso devo verificare che il mio nuovo modo di agire funzioni! Io mago non mi metto a provare il lancio di un nuovo incantesimo in battaglia se non sono sicuro di riuscire a farlo, da quello dipende la mia vita. La differenza sta nel fatto che il mago apprende nuove conoscenze studiando e verificando quello che ha studiato, prima di metterlo in pratica in battaglia. Il guerriero e il ladro no, apprendono molto di più in battaglia di un mago. Lo sperimentare attraverso il lancio sempre degli stessi incantesimi migliora quegli incantesimi, quindi i danni magari o le CD, e le quantità di incantesimi che può lanciare. Se per esempio un guerriero fosse coinvolto in un avventura investigativa in una villa, in cui ha ben poco da combattere se non nulla, allora in quel caso il suo apprendere nuovi talenti non sarebbe giustificato. Non mi pare così ingiocabile dire "Ok aumenti di livello in tutto e per tutto ma apprenderai nuovi incantesimo solo quando avrai tempo di studiarli e sperimentarli una volta uscito dal dungeon". Viaggiare ed esplorare e combattere è servito a fare in modo che uno non mi dica semplicemente "vado a studiare in biblio" per aumentare di livello. Un bambino impara a camminare da un libro, da un fisioterapista che gli muove le gambe o comunque dalle azioni dirette o dai consigli di qualcuno che cammina già? No. Quando ha tutte le basi per camminare impara da solo a farlo, a prescindere da quante altre persone sappiano già farlo. Poi facendo esperienza nel camminare impara quel "codice motorio" che gli permetterà di imparare anche a correre, saltare, fare capriole, eccetera. Se io so che in codice html <b> mi attiva il grassetto e <i> attiva l'italico, posso certamente imparare da un libro a metterli insieme, ma nulla vieta che possa venirmi in mente di scrivere <b><i> già da solo. Ho le basi perché possa venirmi in mente, si tratta solo di ragionarci e pensarlo, anche se milioni di altre persone lo sanno già. La differenza è questa: il bambino impara a correre provando vedendo gli altri e provando a farlo, e nel provarlo ha la verifica che funziona. Se scrivo in html conosco quei due codici, posso pensare di metterli insieme e devo farlo prima di essere sicuro che funzioni. Devo sperimentarlo in sostanza. E se per esempio non ho un computer a portata di mano non potrò mai esserne sicuro. Stessa cosa il mago... può pensare "ma se faccio così forse mi funziona" ma poi deve verificarlo, e il verificarlo vuol dire fare l'esperimento del caso per essere sicuro che funzioni. Per fare un esempio il programmatore in html se deve consegnare un lavoro, prima di consegnarlo verificherà che funzioni tutto il suo codice. Così il mago se deve usare i suoi incantesimi in battaglia dovrà essere sicuro che funzionino. Dalla buona riuscita ne va della sua vita. Al massimo potrebbe provarli senza la certezza e avere la fortuna che stavolta il tutto funzioni, ma per quel che mi riguarda potrebbe anche non funzionare il tutto perché è mancato quel momento in cui riunisce tutta l'esperienza fatta nel corso del livello. Come prima, la differenza da altre classi secondo me sta nella profonda diversità nel metodo di apprendimento. Il tipo di PG che ha assolutamente l'Intelligenza (caratteristica della memoria in D&D) più alta nel mondo di gioco (eccetto creature superpotenti, ovviamente) "non ricorda esattamente"? Ti pare che tre parole e un gesto della mano siano così difficili da ricordare? Se si trattasse solo di quello, un Mago potrebbe lanciare incantesimi a volontà, soprattutto quelli di livello più basso e/o che è più abituato ad usare. Se io dico "supercalifragilisticespiralidoso" una volta nella vita posso dimenticarlo, se lo dico una volta al giorno magari arriverà un momento in cui me lo ricordo senza leggerlo e potrò dirlo anche tremila volte al giorno. Magari entra in gioco qualche altro fattore, che dici? Quale sarebbe questo altro fattore?? E infatti sperimenta. Come io, scrivendo <b><i> vedo che mi esce un testo di questo tipo e scrivendo <u><b> mi esce questo, il Mago sperimenta che muovendo la mano in una posizione diversa e pronunciando parole diverse, l'effetto è un altro. Le componenti fanno tutte parte del codice. Un codice che ha cominciato ad ideare quando ha raggiunto il livello precedente e completa una volta raggiunto quello attuale. O volendo può averlo cominciato anche molto prima. In un caso estremo potrebbe anche aver cominciato un codice al primo livello e averlo finito al ventesimo, sviluppando un incantesimo di 9°. Sì ma il punto è dove e quando sperimenti. Se tu hai da scrivere un codice in condizioni tipo a casa tua tranquillo perché hai un mese di tempo per consegnare un lavoro allora ti sbizzarisci e sperimenti quando vuoi. Se io ti metto davanti un pc e ti dico che voglio un certo lavoro e se fai anche un solo errore sei licenziato, tu non sperimenti più un bel niente e vai sul sicuro. Così il mago se deve imparare un nuovo incantesimo, da un livello all'altro nel suo laboratorio sperimenta quanto e come vuole. In battaglia con qualcuno che potrebbe ucciderlo da un momento all'altro non cambia un bel niente e fa le cose esattamente come le sa fare ed è sicuro che funzionino. Perché se lui sbaglia qualcosa l'incantesimo non funziona, non c'è una via di mezzo. Se il guerriero sbaglia un attacco poderoso allora effettuerà un attacco normale, rischia molto molto meno. Appunto, può impararli dagli scritti di altri, non deve. Ancora una volta, se ha le basi per scoprire da solo una cosa, può tranquillamente arrivarci senza aver mai consultato il lavoro di altri che ci sono arrivati prima. appunto se non li impara da altri deve impararli effettuando esperimenti. Non basta arrivarci senza avere una verifica che funzioni. Ripeto, non ha bisogno di mettersi a giocare con gli alambicchi in tutta tranquillità. È nel momento in cui studia i codici già appresi e che li mette in pratica (lanciando gli incantesimi da lui già conosciuti o anche quelli di pergamene ed altro, ed osservandone gli effetti, l'efficacia, la potenza, eccetera) che sviluppa le nuove applicazioni. è qui che la vediamo diversamente. Svilupperà quante nuove applicazioni vuole, ma deve provarle per essere certo che funzionino. E le provo nel mio laboratorio dove se sbaglio non succede nulla e non in battaglia dove se sbaglio ho alte probabilità di essere fatto fuori. In sostanza in tutti questi modi sviluppo la teoria, la pratica la sviluppo nel mio laboratorio. Poi una volta che sono certo funzioni allora la pratica la miglioro anche in battaglia. È quello che sto dicendo. Solo che tu per "pratica" intendi chiudersi in un laboratorio o qualcosa del genere, mi pare di capire. Cosa che non è scritta da nessuna parte. Da regole, i suoi due nuovi incantesimi canonici, appena passa di livello li ha (e da un pezzo sto spiegando che non c'è niente di illogico in ciò). Senza dover bloccare l'intero gruppo di avventurieri per fare non si sa bene cosa. La pratica per conoscere un nuovo incantesimo per me la fa nel suo laboratorio, perché farla in battaglia vuol dire aumentare le probabilità di trovarsi in grave pericolo! Il mago ha la sua magia per combattere, se fallisce nel lancio dell'incantesimo rischia di brutto di farsi ammazzare. Se sperimenti in battaglia aumenti di gran lunga le probabilità di fallire. Comunque a me il dire "impara nuovi incantesimi effettuando esperimenti" pare proprio questo. Mi ripeto, da regole passa di livello SOLO A FINE AVVENTURA! Poi non deve bloccare mica nessuno. Avanza di livello e se in quel momento ha il tempo per fare quel che deve bene, altrimenti vanno avanti tranquillamente e lui li imparerà quando potrà. Non blocca nessuno! Se poi si sente penalizzato e piange perché si sente svantaggiato rispetto altri per me non gioca col mio stesso spirito, e probabilmente non mi troverà mai bene a giocare con lui e quindi nemmeno continuerò a giocarci. Torniamo a quanto sopra. Hai detto che studi medicina e hai portato un esempio di come prendendo una cosa per buona, essa funziona, a prescindere da quanto tu ne conosca i procedimenti. Se fai il ricercatore le formule hai da pensarle, scriverle e riscriverle, non solo da applicarle meccanicamente in quanto belle e pronte. E ogni minima variazione, sia essa indotta da te o da qualche elemento esterno e/o più o meno casuale può darti un'informazione utile, uno spunto o un'idea. Per dire una banalità, il d4 del Dardo Incantato che oggi fa 3 e domani fa 2 può darti lo spunto per un "pezzo di codice", non è che una volta scoperto Dardo Incantato lo usi meccanicamente, non ti fai più domande e non fai più attenzione a come ogni sua componente interagisca con le altre per formarlo. Infatti se faccio il ricercatore prima cosa sto cercando qualcosa di nuovo, non che hanno già fatto tutti i ricercatori del mondo. Seconda cosa prima di mettere in commercio quello che trovo faccio una quantità di esperimenti che quelli che potrebbe fare un mago in d&d non sono nulla! Comunque vabbè, la vediamo in maniera diversa e entrambi continueremo a interpretare come più ci piace. A me basta non sentire sempre "il manuale dice" ma vedere almeno che ci sia una propria interpretazione dietro (come mi pare in questo caso).
chacho2 Inviato 11 Aprile 2011 Segnala Inviato 11 Aprile 2011 Stai fraintendendo il concetto di sperimentazione: chi ha detto che deve sperimentare in battaglia? Può sperimentare al mattino appena tutti si svegliano e fanno colazione,durante la "pausa pranzo" se c'è a cena prima di andare a dormire,non è che gli avventurieri sono dei cyborg si riposano anche loro.
Demian Inviato 11 Aprile 2011 Segnala Inviato 11 Aprile 2011 In realtà, il grosso del problema deriva dal fatto che non è possibile applicare in toto le regole della realtà a D&D, poiché nella realtà non esiste il sistema dei PE, così come non ci sono i passaggi di livello. Durante un'avventura un Mago fa ricerche la mattina e quando ha tempo, il Guerriero combatte quando si presentano degli avversari, per il resto i due vagano, parlano coi png ecc ecc... e dopo aver vagato, parlato, sperimentato e combattuto avversari occasionali, alla quota X di PE si ottengono nuove abilità. Ma stando così le cose, se la ragione è l'allenamento/studio dei due personaggi, essi non migliorerebbero le loro capacità dedicandosi unicamente a quest'attività? "DM, lascio il mio PG in biblioteca un mese, a studiare una decina di ore al giorno come facevano il buon vecchio Marx e tanti altri, in questo modo apprendo molto di più che durante l'avventura perché non perdo tempo a fare altro come normalmente accade, e quando ne ho bisogno passo dal laboratorio. Di quanti livelli passo in un mese, DM? Se di solito ho tempo si e no di studiare per 2 ore al giorno, così sono 10, 5 volte tanto, quando sarò pronto tornerò dal gruppo e surclasserò tutti quelli che nel frattempo sono andati a spasso!". Stesso ragionamento per Monaco, Guerriero ed altri. Se i PE e il passaggio di livello sono la misura dello sviluppo delle abilità specifiche delle Classi, realisticamente andare all'avventura non sarebbe il modo più logico per prenderli. I maestri d'arti marziali (o Monaco) non si sono allenati sui campi di battaglia, idem i maestri d'armi (o Guerrieri), certe tecniche sono difficili già da memorizzare, figurarsi poi praticarle al punto da renderle una risposta istintiva che possa essere data in un momento di confusione com'è un combattimento nel mondo reale. Chi pratica arti marziali ha bisogno di molta pratica per poter far fruttare ciò che ha appreso, altrimenti in un combattimento reale può entrare in confusione perché si trova di fronte ad una situazione cui non è preparato. Sono le parole di un maestro italiano di Kung Fu che pratica (o praticava) da quarant'anni. Uno Psion poi ce lo vedo, a meditare mentre va all'avventura e aumentare per questo il suo livello. ... stesso discorso che per il mago, ciao! Vado a meditar per un mesetto! Per cui, anche se dispiace ammetterlo perché anch'io sono un amante dell'interpretazione... D&D ha molto più da videogame che da realtà.
Fabyone Inviato 11 Aprile 2011 Segnala Inviato 11 Aprile 2011 Stai fraintendendo il concetto di sperimentazione: chi ha detto che deve sperimentare in battaglia? Può sperimentare al mattino appena tutti si svegliano e fanno colazione,durante la "pausa pranzo" se c'è a cena prima di andare a dormire,non è che gli avventurieri sono dei cyborg si riposano anche loro. Stiamo parlando del trovarsi in un dungeon. è logico che non mi aspetto che il giocatore mi specifichi ogni volta che fa esperimenti. Si da per scontato che li faccia con abbastanza regolarità ritagliandosi il suo tempo. è nel dungeon che non ci sono i materiali e la tranquillità necessari (e sul manuale lo dice che deve trovarsi in una situazione tranquilla per prepararsi gli incantesimi). In realtà, il grosso del problema deriva dal fatto che non è possibile applicare in toto le regole della realtà a D&D, poiché nella realtà non esiste il sistema dei PE, così come non ci sono i passaggi di livello. Durante un'avventura un Mago fa ricerche la mattina e quando ha tempo, il Guerriero combatte quando si presentano degli avversari, per il resto i due vagano, parlano coi png ecc ecc... e dopo aver vagato, parlato, sperimentato e combattuto avversari occasionali, alla quota X di PE si ottengono nuove abilità. Ma stando così le cose, se la ragione è l'allenamento/studio dei due personaggi, essi non migliorerebbero le loro capacità dedicandosi unicamente a quest'attività? "DM, lascio il mio PG in biblioteca un mese, a studiare una decina di ore al giorno come facevano il buon vecchio Marx e tanti altri, in questo modo apprendo molto di più che durante l'avventura perché non perdo tempo a fare altro come normalmente accade, e quando ne ho bisogno passo dal laboratorio. Di quanti livelli passo in un mese, DM? Se di solito ho tempo si e no di studiare per 2 ore al giorno, così sono 10, 5 volte tanto, quando sarò pronto tornerò dal gruppo e surclasserò tutti quelli che nel frattempo sono andati a spasso!". Stesso ragionamento per Monaco, Guerriero ed altri. Se i PE e il passaggio di livello sono la misura dello sviluppo delle abilità specifiche delle Classi, realisticamente andare all'avventura non sarebbe il modo più logico per prenderli. I maestri d'arti marziali (o Monaco) non si sono allenati sui campi di battaglia, idem i maestri d'armi (o Guerrieri), certe tecniche sono difficili già da memorizzare, figurarsi poi praticarle al punto da renderle una risposta istintiva che possa essere data in un momento di confusione com'è un combattimento nel mondo reale. Chi pratica arti marziali ha bisogno di molta pratica per poter far fruttare ciò che ha appreso, altrimenti in un combattimento reale può entrare in confusione perché si trova di fronte ad una situazione cui non è preparato. Sono le parole di un maestro italiano di Kung Fu che pratica (o praticava) da quarant'anni. Uno Psion poi ce lo vedo, a meditare mentre va all'avventura e aumentare per questo il suo livello. ... stesso discorso che per il mago, ciao! Vado a meditar per un mesetto! Per cui, anche se dispiace ammetterlo perché anch'io sono un amante dell'interpretazione... D&D ha molto più da videogame che da realtà. No, se passa un mese in biblioteca può arrivare a conoscere più incantesimi, ma non migliora in nient'altro! Non migliora nei talenti (nemmeno in quelli di metamagia), non migliora nelle abilità e nemmeno nelle caratteristiche, e non potenzia nemmeno gli incantesimi che già conosce. Anche se si allenasse in queste cose potrebbe non superare nemmeno la soglia di difficoltà per fare davvero un allenamento. Sono cose che vanno migliorate anche in battaglia. Di conseguenza potresti avere un mago che ha impiegato mesi per avere sul libro tutti gli incantesimi esistenti, e poi casta di 2° perché non ha mai fatto esperimenti per eseguirli. Se invece all'inizio facesse solo esperimenti e studio, potrebbe inizialmente impararli più velocemente, ma in battaglia dovrebbe fare pena, e non avere l'abilità necessaria per lanciare gli incantesimi più potenti che ha imparato in laboratorio. Poi se un giocatore mi dicesse "sto mesi in biblio a studiare" la risposta sarebbe "bene arrivederci, ci vediamo quando gli altri avranno concluso 1 o 2 avventure, non passi nemmeno di un livello e sul libro hai copiato più incantesimi ma in battaglia casti di 1°" Il punto è che ci vogliono entrambe le cose per il mago, studio ed esperienza sul campo. Il momento in cui però "apprende" nuovi incantesimi è lo studio e gli esperimenti, non il campo. Tutto qui. A quell'ultimo studio ed esperimento lui unisce tutta l'esperienza fatta secondo me. è come il ripasso totale prima di un esame. L'esame sarà il campo! Poi se vogliamo: Manuale del giocatore pag 180: prima di dire che gli incantesimi sono i risultati delle sue ricerche, specifica "I maghi compiono un certo numero di ricerche sugli incantesimi TRA UN'AVVENTURA E L'ALTRA", non durante le loro avventure!! Manuale del master a pag 198, quando parla dell'ottenere i benefici dell'aumento di livello, dice espressamente che hanno bisogno di un addestramento di 1 settimana per ogni due livelli se hanno qualcuno della stessa classe ma di livello superiore che li addestri, altrimenti il doppio del tempo. Anche se queste sono regole opzionali. Se non si vogliono usare queste regole opzionali dice che il DM dovrebbe far fare 1 giorno di riposo per livello del pg, o al limite 1d4 giorni!! E dice di non poter intraprendere nemmeno avventure in tal periodo, anzi di non poter nemmeno lanciare incantesimi. Dovrà o riposare o addestrarsi o concentrarsi!! Giusto per sottolineare il fatto che le descrizioni dei passaggi di livello sono pensate per passare solo a fine avventura!! Dice anche alla stessa pagina: "I bardi ottengono incantesimi imparando nuove canzoni. Il DM può decidere di trattarli come i maghi, come se studiassero all'interno di una biblioteca..." Qui invece si parla tanto di regole attaccandosi a due paroline sul totale di 3 manuali!
Irrlicht Inviato 11 Aprile 2011 Segnala Inviato 11 Aprile 2011 Stai fraintendendo il concetto di sperimentazione Veramente sto solo cercando di guardarlo senza i paraocchi, dato che le regole non stabiliscono quel binario fisso e immutabile che diverse persone ci vedono in molti casi. chi ha detto che deve sperimentare in battaglia? E chi ha detto che non può? Può sperimentare al mattino appena tutti si svegliano e fanno colazione,durante la "pausa pranzo" se c'è a cena prima di andare a dormire, E in combattimento con la pratica in azione. Che poi non è che gli incantesimi si usino solo in combattimento, anche se sono conscio del fatto che non tutti riescano a concepire questa cosa. non è che gli avventurieri sono dei cyborg si riposano anche loro. Come ho scritto anch'io sopra. Aggiungendo che infatti proprio in quei momenti da te citati e in altri il Mago può scrivere nel libro quei "pezzi di codice" che ha scoperto e/o ideato (e formularne degli altri in quel momento stesso) e che al passaggio di livello faranno parte dei nuovi incantesimi appresi, a patto di avere penna e inchiostro. In realtà, il grosso del problema deriva dal fatto che non è possibile applicare in toto le regole della realtà a D&D, poiché nella realtà non esiste il sistema dei PE, così come non ci sono i passaggi di livello. Punti esperienza e passaggi di livello sono un sistema di rappresentazione della realtà (atta al'utilizzo in un gioco, naturalmente, non a produrre Matrix), e nel loro contesto hanno il loro senso e funzionano discretamente bene. Se non vengono usati a casaccio, è ovvio. Durante un'avventura un Mago fa ricerche la mattina e quando ha tempo, il Guerriero combatte quando si presentano degli avversari, per il resto i due vagano, parlano coi png ecc ecc... e dopo aver vagato, parlato, sperimentato e combattuto avversari occasionali, alla quota X di PE si ottengono nuove abilità. Ma stando così le cose, se la ragione è l'allenamento/studio dei due personaggi, essi non migliorerebbero le loro capacità dedicandosi unicamente a quest'attività? "DM, lascio il mio PG in biblioteca un mese, a studiare una decina di ore al giorno come facevano il buon vecchio Marx e tanti altri, in questo modo apprendo molto di più che durante l'avventura perché non perdo tempo a fare altro come normalmente accade, e quando ne ho bisogno passo dal laboratorio. Di quanti livelli passo in un mese, DM? Se di solito ho tempo si e no di studiare per 2 ore al giorno, così sono 10, 5 volte tanto, quando sarò pronto tornerò dal gruppo e surclasserò tutti quelli che nel frattempo sono andati a spasso!". Stesso ragionamento per Monaco, Guerriero ed altri. Se i PE e il passaggio di livello sono la misura dello sviluppo delle abilità specifiche delle Classi, realisticamente andare all'avventura non sarebbe il modo più logico per prenderli. I maestri d'arti marziali (o Monaco) non si sono allenati sui campi di battaglia, idem i maestri d'armi (o Guerrieri), certe tecniche sono difficili già da memorizzare, figurarsi poi praticarle al punto da renderle una risposta istintiva che possa essere data in un momento di confusione com'è un combattimento nel mondo reale. Chi pratica arti marziali ha bisogno di molta pratica per poter far fruttare ciò che ha appreso, altrimenti in un combattimento reale può entrare in confusione perché si trova di fronte ad una situazione cui non è preparato. Sono le parole di un maestro italiano di Kung Fu che pratica (o praticava) da quarant'anni. Uno Psion poi ce lo vedo, a meditare mentre va all'avventura e aumentare per questo il suo livello. ... stesso discorso che per il mago, ciao! Vado a meditar per un mesetto! Quindi l'applicazione pratica non ha alcun valore? A proposito di arti marziali, si sente un giorno sì e l'altro pure di uno che pratica Karate, Judo o altro da anni e a un certo momento dice: "Voglio vedere quanto sono bravo. Vado in un bar e provoco una rissa." E immancabilmente le prende. Da gente che magari di arti marziali non ha mai manco visto un film, ma in compenso ha fatto risse per anni. Quindi non vedo niente di poco realistico nel migliorare le capacità usandole piuttosto che spremendocisi le meningi sopra. Nella realtà ovviamente la cosa varia da caso a caso, c'è chi con un minimo di adrenalina non capisce più niente e ha bisogno di praticare con calma estrema, c'è chi invece apprende direttamente nell'azione. D&D punta su quest'ultima (preponderantemente, ma non totalmente) per palesi motivi; se le campagne si passassero a far allenare i PG su praticelli erbosi, in biblioteche e quant'altro, vorrei vedere quanti ci giocherebbero. Per cui, anche se dispiace ammetterlo perché anch'io sono un amante dell'interpretazione... D&D ha molto più da videogame che da realtà. Ha meno da videogame di quanto non gli si dipinga addosso, tutto sta a come lo si usa.
chacho2 Inviato 12 Aprile 2011 Segnala Inviato 12 Aprile 2011 Irrlicht non stavo dicendo a te ma a Fabyone,sono perfettamente d'accordo su tutto quello che hai detto(a parte sperimentare incantesimi in combattimento che mi sembra un tantino rischioso)
Demian Inviato 13 Aprile 2011 Segnala Inviato 13 Aprile 2011 Rispondendo a Fabyone: No, se un mago sta solo in biblioteca non aumenta le sue abilità pratiche, talenti eccetera. Ma se dedica il suo tempo anche all'esercizio pratico delle sue capacità in ambienti sicuri, alla lunga può svilupparle molto meglio che nell'esercitarsi durante il caos di uno scontro. Nè nelle saghe scritte da Terry Brooks, nè in quelle di Tolkien, nè nel ciclo di Darksword, o in quello di Deathgate, ci sono maghi che si addestrino all'uso della magia in battaglia, al limite la necessità di combattere ne incrementa l'istinto di sopravvivenza (Death Gate in particolare). Ciò che allontana D&D dalla realtà è il sistema di avanzamento, eccessivamente basato sul combattimento (intendo ovviamente PE da incontri coi mostri). La tua citazione delle regole di P.180 mi da ragione, teoria e pratica sono scollegati nell'avanzamento di un mago, poichè la partecipazione alle avventure influisce sull'avanzamento di livello, mentre le capacità magiche s'incrementano per lo studio personale e la pratica della magia in "ambienti sterili". Sul mese di distanza dall'avventura, era un esempio volto a far capire come il sistema di avanzamento di D&D differisca dalla realtà, mai pensato che un giocatore mi dicesse che non gioca per un mese, ovviamente. Rispondendo a Irrlicht: si, PE e livelli dovrebbero rispecchiare la realtà (del fantasy), ma spesso non lo fanno in modo realistico come un roleplayer vorrebbe, perché D&D è pur sempre strutturato per essere un gioco (mi pare sia più o meno quanto avevi affermato anche tu). Quanto a risse/arti marziali: la pratica è si importante, ma sono cose differenti. Partecipando per anni a risse da bar s'impara come menare le mani, sempre che non ci si lasci le penne prima, ma non s'apprendono le arti marziali. Ovvero, in D&D partecipando per anni alle risse da bar si può diventare un ottimo Barbaro, ma non un Monaco, la pratica è fondamentale, ma la pratica che si fa in un combattimento reale non è necessariamente la migliore. Un guerriero a cavallo non impara a cavalcare in battaglia. Un guerriero può imparare a combattere in battaglia, ma se non viene addestrato prima è più facile che schiatti in breve tempo se si scontra con qualcuno che invece si è allenato in tal senso. In D&D per avanzare si deve andare all'avventura perché è un gioco, nella realtà del fantasy le cose sono in genere differenti.
Fabyone Inviato 13 Aprile 2011 Segnala Inviato 13 Aprile 2011 Rispondendo a Fabyone: No, se un mago sta solo in biblioteca non aumenta le sue abilità pratiche, talenti eccetera. Ma se dedica il suo tempo anche all'esercizio pratico delle sue capacità in ambienti sicuri, alla lunga può svilupparle molto meglio che nell'esercitarsi durante il caos di uno scontro. Nè nelle saghe scritte da Terry Brooks, nè in quelle di Tolkien, nè nel ciclo di Darksword, o in quello di Deathgate, ci sono maghi che si addestrino all'uso della magia in battaglia, al limite la necessità di combattere ne incrementa l'istinto di sopravvivenza (Death Gate in particolare). Ciò che allontana D&D dalla realtà è il sistema di avanzamento, eccessivamente basato sul combattimento (intendo ovviamente PE da incontri coi mostri). La tua citazione delle regole di P.180 mi da ragione, teoria e pratica sono scollegati nell'avanzamento di un mago, poichè la partecipazione alle avventure influisce sull'avanzamento di livello, mentre le capacità magiche s'incrementano per lo studio personale e la pratica della magia in "ambienti sterili". Sul mese di distanza dall'avventura, era un esempio volto a far capire come il sistema di avanzamento di D&D differisca dalla realtà, mai pensato che un giocatore mi dicesse che non gioca per un mese, ovviamente. Rispondendo a Irrlicht: si, PE e livelli dovrebbero rispecchiare la realtà (del fantasy), ma spesso non lo fanno in modo realistico come un roleplayer vorrebbe, perché D&D è pur sempre strutturato per essere un gioco (mi pare sia più o meno quanto avevi affermato anche tu). Quanto a risse/arti marziali: la pratica è si importante, ma sono cose differenti. Partecipando per anni a risse da bar s'impara come menare le mani, sempre che non ci si lasci le penne prima, ma non s'apprendono le arti marziali. Ovvero, in D&D partecipando per anni alle risse da bar si può diventare un ottimo Barbaro, ma non un Monaco, la pratica è fondamentale, ma la pratica che si fa in un combattimento reale non è necessariamente la migliore. Un guerriero a cavallo non impara a cavalcare in battaglia. Un guerriero può imparare a combattere in battaglia, ma se non viene addestrato prima è più facile che schiatti in breve tempo se si scontra con qualcuno che invece si è allenato in tal senso. In D&D per avanzare si deve andare all'avventura perché è un gioco, nella realtà del fantasy le cose sono in genere differenti. Guarda secondo il manuale probabilmente è più simile a come la vedi tu. Io il manuale l'ho citato solo perché mi è stato citato prima, attaccandosi a 2 parole sul totale di 3 manuali. Il senso era proprio quello di dire evitate di citare il manuale (che va contro anche alla mia interpretazione), ma date una vostra interpretazione ad una situazione che è già fuori dalle regole in partenza! Per quel che riguarda la mia interpretazione di mago, potrebbe migliorare le sue capacità magiche studiando e sperimentandole nel suo laboratorio, e diventerebbe bravissimo... nel suo laboratorio!! In momenti in cui non ha la calma, il tempo e tutto il necessario però per me non riesce a rendere come nel suo laboratorio. In sostanza tutto il lavoro fatto diventa inutile!! Per migliorarsi continuamente come "avventuriero" ha bisogno di entrambe le cose!! Se dovesse fare il professore invece gli basterebbe lo studio, ma io una campagna in cui uno fa il professore e basta non la gioco! Come migliora nella mia interpretazione il mago?? Studia con costanza, fa esperienza diretta in battaglia, esplora il mondo. Tutto quello che nella realtà aumenterebbe in maniera graduale, come le caratteristiche per esempio, aumenta non appena passa di livello. Tutto quello che nella realtà dipenderebbe anche dall'esperienza in battaglia o in normali situazioni d'avventura, aumenta subito. Tutto quello che nella realtà aumenterebbe attraverso lo studio, aumenta quando ha il tempo di studiare e riunire tutte le sue conoscenze e esperienze. Il che per me non vuol dire nemmeno giorni e giorni di studio e riposo come dice nel manuale, anche perché il grosso del lavoro l'ha fatto durante tutto il livello. E mi pare assurdo per esempio che un guerriero che vuole aumentarsi la forza debba aspettare di potersi "riposare" per tot tempo... non ha senso!! Il punto è che il manuale tenta di essere più pratico, quindi esperienza a fine avventura e stop. Se uno vuole particolareggiare un po' deve per forza staccarsi dal manuale, e secondo me quasi ogni volta che ciò accade il gioco diventa più divertente. Mi da l'idea di un mondo più dettagliato e più realistico.
kozaim Inviato 13 Aprile 2011 Segnala Inviato 13 Aprile 2011 Per quel che riguarda la mia interpretazione di mago, potrebbe migliorare le sue capacità magiche studiando e sperimentandole nel suo laboratorio, e diventerebbe bravissimo... nel suo laboratorio!! Daccordo, evito di commentare paragonandoti ad un predicatore ubriaco alla festa di san patrizio. Ti faccio giusto una critica culturale su una base filosofica che spero tu abbia: Anche Galileo riconosceva la teoria di aristotele che basava il suo metodo sull'osservazione empirica, ma disconosceva gli Aristotelici come tali perchè invece di ricercare la verità nella natura la studiavano nei libri prendendo per buono tutto quello che gli facevano leggere. Risultato? Galileo, basandosi sul metodo di Aristotele ha scoperto la legge di caduta dei gravi, le macchie solari, i crateri sulla luna, i moti di venere... Gli "aristotelici" (Non tiriamo in ballo Cusano XD) di nome e non di fatto, credevano ancora che la terra fosse al centro dell'universo. Quale delle due branche studiose pensi abbia ottenuto di più e abbia dato più progressi? Quelli che hanno passato la vita sui libri rimuginando su teorie obsolete senza sperimentare nulla o gli empirici come Galileo che hanno ottenuto un nome nella storia con le loro teorie giustamente corrette e comprovate dai loro numerosi esperimenti? (Non mettiamo la cosa in un piano più ampio di quanto abbia fatto, altrimenti perdiamo il filo del discorso e Fabyone giustamente ricomincierà a non trovarsi daccordo perchè poco interpretativa come spiegazione. Giustamente riconosciamo tutti i loro dovuti meriti ai patristici, i neo-platonici, i sofisti, gli scolastici, gli aristotelici, eccetera eccetera XD)
Fabyone Inviato 13 Aprile 2011 Segnala Inviato 13 Aprile 2011 Daccordo, evito di commentare paragonandoti ad un predicatore ubriaco alla festa di san patrizio. Ti faccio giusto una critica culturale su una base filosofica che spero tu abbia: Anche Galileo riconosceva la teoria di aristotele che basava il suo metodo sull'osservazione empirica, ma disconosceva gli Aristotelici come tali perchè invece di ricercare la verità nella natura la studiavano nei libri prendendo per buono tutto quello che gli facevano leggere. Risultato? Galileo, basandosi sul metodo di Aristotele ha scoperto la legge di caduta dei gravi, le macchie solari, i crateri sulla luna, i moti di venere... Gli "aristotelici" (Non tiriamo in ballo Cusano XD) di nome e non di fatto, credevano ancora che la terra fosse al centro dell'universo. Quale delle due branche studiose pensi abbia ottenuto di più e abbia dato più progressi? Quelli che hanno passato la vita sui libri rimuginando su teorie obsolete senza sperimentare nulla o gli empirici come Galileo che hanno ottenuto un nome nella storia con le loro teorie giustamente corrette e comprovate dai loro numerosi esperimenti? (Non mettiamo la cosa in un piano più ampio di quanto abbia fatto, altrimenti perdiamo il filo del discorso e Fabyone giustamente ricomincierà a non trovarsi daccordo perchè poco interpretativa come spiegazione. Giustamente riconosciamo tutti i loro dovuti meriti ai patristici, i neo-platonici, i sofisti, gli scolastici, gli aristotelici, eccetera eccetera XD) Ma fammi capire tu ti inserisci nelle discussioni leggendo tutti i post o solo il primo e l'ultimo?!? No fammi capire quando avrei detto che il mago secondo me deve solo studiare?!? E quando avrei separato nettamente studio da sperimentazione?? Galileo quello che doveva studiare se lo studiava con calma e con tutti i suoi mezzi, non si trovava in foreste con animali feroci e selvatici che potessero farlo fuori da un momento all'altro (situazione che può essere paragonata ad un dungeon). Leggiti almeno per intero le discussioni a cui prendi parte! Considerando poi anche il modo in cui entri nelle discussioni. Tant'è che la mia frase che hai riportato l'hai fraintesa totalmente! Ho detto appunto che se uno passasse un sacco di tempo nel suo laboratorio a studiare e sperimentare diventerebbe bravissimo solo nel suo laboratorio. Il che in d&d vuol dire che è una ciofeca! Poi non c'è solo Galileo, c'è anche chi non è arrivato da nessuna parte pur magari sperimentando e staccandosi da ciò che era dato per certo. Solo forse non fa altrettanto notizia nella storia!! E inoltre qui si sta parlando di uno studio volto a eseguire incantesimi già straconosciuti e che in un certo modo hanno sempre funzionato. Non di uno studio volto ad un nuovo incantesimo da inventare. Non cambia nulla, in ogni caso non basta lo studio, ma è giusto per farti capire quanto c'entri poco Galileo!
Demian Inviato 13 Aprile 2011 Segnala Inviato 13 Aprile 2011 .. Comunque sia, tornando a Fabyone, ciò che io sostengo in ultima istanza è che D&D non è un gioco strutturato per essere realistico come altri. Sine Requie lo è molto di più. In Sine Requie i PG sono spinti dalle meccaniche di gioco a limitare i combattimenti e ad interpretare piuttosto. Perchè le armi non sono fatte per combattere scriveva uno degli autori... sono fatte per uccidere, e ogni combattimento li può essere potenzialmente letale per un personaggio. Oltre ai PE, in D&D (che malgrado possa apparire da quanto scrivo non mi piaccia, in realtà mi piace, ma rendendomi conto che è realistico solo fino ad un certo punto) pure il fatto che uno dia ad un personaggio una sonora mazzata e questo resti in piedi non è realistico, solo il dolore provato dovrebbe portare ad accasciarsi e il colpo provocare fratture. D&D è un bel gioco, ma, appunto, è caratterizzato come tale.
Fabyone Inviato 13 Aprile 2011 Segnala Inviato 13 Aprile 2011 .. Comunque sia, tornando a Fabyone, ciò che io sostengo in ultima istanza è che D&D non è un gioco strutturato per essere realistico come altri. Sine Requie lo è molto di più. In Sine Requie i PG sono spinti dalle meccaniche di gioco a limitare i combattimenti e ad interpretare piuttosto. Perchè le armi non sono fatte per combattere scriveva uno degli autori... sono fatte per uccidere, e ogni combattimento li può essere potenzialmente letale per un personaggio. Oltre ai PE, in D&D (che malgrado possa apparire da quanto scrivo non mi piaccia, in realtà mi piace, ma rendendomi conto che è realistico solo fino ad un certo punto) pure il fatto che uno dia ad un personaggio una sonora mazzata e questo resti in piedi non è realistico, solo il dolore provato dovrebbe portare ad accasciarsi e il colpo provocare fratture. D&D è un bel gioco, ma, appunto, è caratterizzato come tale. Non conosco altri giochi per cui non posso far paragoni. Che poi d&d non sia strutturato o meno per essere realistico o no non mi sono nemmeno mai posto il problema e non ho la minima intenzione di contraddirti! Anzi sono pure d'accordo che il seguire perfettamente il manuale non ha delle meccaniche realistiche a volte. Però il DM è lì apposta per questo, non solo per applicare le regole alla perfezione ma anche per cambiarle e adattarle ai giocatori, e quindi a renderle anche più realistiche se è quel che diverte i giocatori. Io semplicemente ci gioco, se certe volte la mia interpretazione fosse diversa da quella del manuale, uso tranquillamente la mia, senza pormi il problema. Qui c'è stata una semplice domanda sul come gestire una situazione, che di per sé è già fuori dalle regole di d&d. Io ho risposto su come l'avrei interpretata e poi ho risposto a chi diceva "sul manuale dice...". E poi mi sono confrontato con Irrlicht sulla nostra diversa interpretazione. Punto. A te avevo risposto sempre pensando a come lo interpreto io, non al manuale. Anche perché basandosi sul manuale non ci sarebbe nemmeno discussione: si possono dare PE durante un'avventura?? NO! Fine discussione.
Demian Inviato 13 Aprile 2011 Segnala Inviato 13 Aprile 2011 il DM è lì apposta per questo, non solo per applicare le regole alla perfezione ma anche per cambiarle e adattarle ai giocatori, e quindi a renderle anche più realistiche se è quel che diverte i giocatori. Io semplicemente ci gioco, se certe volte la mia interpretazione fosse diversa da quella del manuale, uso tranquillamente la mia, senza pormi il problema. Su questo ero d'accordo fin dall'inizio.
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